Fifi: Hey ciao come
va????? Mi dispia stra stra stra tanto per questo forte ritardo!!!! Purtroppo
sono stata molto impegnata con la scuola!!! Ho avuto un sacco di veri e
interrogazioni in questo periodo!!!! Vi chiedo perdono!!!!
ç_______ç!!!!
Allora…. Tutti si
staranno chiedendo che fine hanno fatto Inu-chan e Sessho-chan…
bè, dovete sapere che sono andati in vacanza ai Caraibi! Quindi non
stupitevi se nel prossimo film di “Pirati dei Caraibi” li vedrete
comparire! Oh! Un
consiglio….. Se avete sorelle o fratelli più grandi che si
preoccupano molto ma MOLTO della scuola….
Bene! Prima di lasciarvi
alla lettura vi voglio presentare i nostri lettori che ogni volta sono
così gentili da recensire!: KATIA_H!!!!!!!!!!!!!! ARIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E abbiamo una nuova recensitrice!!!!! Accogliamo con grande entusiasmo
MORGANA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (Non te preoccupa!questa ficcy non la sospendo!
Prevedo già quanti saranno i chappy! Quindi sta pure trinqua! In un modo
o nell’altro ce la farò a finirla! Anche se ci vorrà un bel
po’ di tempo per via della scuola!!!!! Spero davvero di non deluderti!!
^___^)
Forza! Ora vi lascio al
nuovissimo chappy!!!!!! Buonissimissimissima fortuna!!!!!! Alla prox!!!! (mi sa
che sarà fra qualche mese…
^_____^’’’’’’)!! CIAO
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^_______________________^.
Il Primo Amore Di
Inu-Taisho.
Capitolo ottavo: La morte nel cuore.
I raggi del sole penetrarono
dalla finestra, andando a colpire un letto, su cui stava una ragazza. Una
inu-youkai. I capelli argentati erano sparsi sul cuscino, il suo viso era
rilassato, ma imperlato di sudore. Gli occhi blu si aprirono, voltò appena
il capo per scrutare la camera. Era la sua camera., constatò Shela. Era
stanca, confusa, svuotata… d’un tratto le immagini di quel brutale
massacro a cui aveva assistito, le si riaffacciarono alla mente: Il sangue era
dappertutto, i nigen venivano uccisi senza pietà e lei,
Chiuse gli occhi, mentre il
senso di colpa si faceva sempre più grande. Perdonatemi…
“Oh! Finalmente ti sei
svegliata!” Esclamò Sarah entrando nella stanza.
Shela non rispose, non aveva
voglia di parlare. Non aveva voglia di fare niente.
L’hanyou le andò
accanto e le mise una mano sulla fronte. “Bene, la febbre è quasi
scomparsa.”
L’altra si
limitò ad annuire e voltò la testa, volgendo lo sguardo sulla
finestra.
“C’è
qualcosa che non va, Shela?”
Shela non rispose, ignorando
completamente la domanda dell’amica.
Sarah si irritò.
“Se non ti va di parlare, posso capire dato che ti sei appena ripresa da
delle ferite molto gravi, ciò non toglie che tu possa trattarmi in
questo modo, come se io non esistessi!”
La inu-youkai sospirò
e si girò verso la sua interlocutrice. “Non sono in vena, Sarah-
Disse fredda- Vattene.”
“Ma io…”
Cercò di replicare l’hanyou, ma le parole le morirono non in gola
non appena Shela le lanciò un’occhiata furibonda.
“E va bene- Si offese
la giovane- Fammi sapere quando la vecchia Shela sarà tornata.”
Detto questo Sarah se ne
andò, più furente che mai.
Shela si girò su un
fianco, osservando il cielo azzurro oltre la finestra. Si avvolse ancor di
più nelle coperte, come se costituissero una barriera. Non poteva e non
riusciva a dormire, sapeva che se lo avrebbe fatto, avrebbe ripreso il sogno
che l’aveva tormentata durante la convalescenza. Il suo passato si era
ripresentato in un momento poco opportuno, demoralizzandola ancora di
più.
Per la prima volta, da quando
era bambina, Shela pianse.
Inu-Taisho era seduto dietro
la scrivania del suo suntuoso studio. Aveva del lavoro da svolgere,e parecchio per giunta, tuttavia non
riusciva a concentrarsi. I suoi pensieri erano completamente rivolti a Shela.
Si chiese se si fosse svegliata, se avesse aperto quelle due gemme color della
notte… Era la prima volta che elogiava gli occhi di una donna in quella
maniera, si ritrovò a notare.
Quando, qualche giorno prima,
l’aveva trovata in fin di vita nel Regno di Jinko, a terra ed immobile,
il cuore dell’inu-youkai aveva smesso di battere, quasi da fargli
prendere un infarto! Era stata una reazione alquanto strana e dolorosa.
L’insistente bussare
alla porta lo fece desistere dai suoi pensieri. Egli diede il permesso di
entrare e Grant entrò nella stanza.
“Signore- Lo
salutò quest’ultimo- La ragazza si è svegliata.”
Mentalmente il Signore delle
Terre dell’Ovest tirò
un sospiro di sollievo. Ne era felice, anche fin troppo per i suoi gusti. Ma che mi sta succedendo!? Io non capisco..
Provava strane sensazioni, o meglio, emozioni… a cui non sapeva dar nome.
“Bene.”
Commentò incolore Inu-Taisho, alzandosi in piedi ed andando verso la
finestra. Diede le spalle al soldato e volse lo sguardo oltre la lastra di
vetro, cercando di riorganizzarsi le idee.
“Ora puoi
andare.” Lo congedò.
“Ehm... Mio Signore, ci
sarebbe un’altra cosa che vorrei dirle… A proposito della ragazza,
Shela.”
Non appena udì quel
nome, Inu-Taisho fu tutt’orecchi. “E sarebbe?”
“Purtroppo Shela non si
è ripresa completamente
dalle ferite, infatti ha ancora un po’ di febbre, ma niente di
grave…”
“Arriva al punto, per
favore.” Lo interruppe bruscamente l’altro.
“Bè, Sarah, la
serva che sta curando Shela, dice che lei continua ad addossarsi colpe che non
ha. Continua ad affermare che è colpa sua se gli umani del villaggio di
Jinko sono morti.”
“Capisco- Disse infine
Il Signore delle Terre dell’Ovest- Se non hai altro da dirmi, puoi anche
andare. Ho molto lavoro da finire e sono già in ritardo con al
scadenza.”
“Certo mio Signore. Le
auguro una buona giornata.”
Detto questo Grant
uscì dallo studio, sconcertato dalla freddezza di Inu-Taisho.
Passarono quattro giorni da
allora, durante questo periodo l’inquietudine del Signore
dell’Ovest non aveva fatto
altro che aumentare. Tutta colpa delle parole di Grant.
L’inu-youkai si
abbandonò completamente contro lo schienale della sedia dietro la
scrivania. Il suo sguardo era perso nel vuoto e i suoi pensieri concentrati si
un unico soggetto. Che diavolo mia hai
fatto Shela?
Un colpo secco alla porta lo
fece ritornare bruscamente alla realtà.
Una volta avuto
l’ordine di entrare, Berna varcò la soglia e percorse con passo
veloce e deciso i pochi tratti che separavano la porta dalla scrivania. Si
fermò a pochi centimetri, stringendo le mani in pugni.
“Signore-
Incominciò lei con tono adirato e gli occhi furenti- Abbiamo un problema.”
“Di che si tratta, di
grazia?”
“Della ladruncola. Da
quando ha ripreso a lavorare sta combinando guai su guai! È molto
distratta e maldestra! Finisce sempre per rompere tutto quello che le capita
fra le mani e io non riesco più a
starle dietro!”
“D’accordo, le
parlerò io- Decise Inu-Taisho prendendo in mano una foglio e facendo
finta di esaminarne il contenuto- Buongiorno, Berna.”
“Ma, mio
Signore…. Io non…” Replicò con un’espressione
incredula dipinta sulla faccia.
“Ho detto: Buon giorno,
Berna.” Ripetè lui con più forza.
Dopo averlo salutato, Berna
uscì, molto infuriata. Parlare!?
Si chiese la youkai stringendo i denti
Phua! Perché non cacciarla,
invece!?
Il rumore secco di un vaso
che era caduto a terra, riecheggiò nel corridoio. Shela osservò i
cocci sparsi sul pavimento con occhi spalancati ed un’espressione
dispiaciuta in volto.
“Mi dispiace tanto,
Sarah- Si scusò inginocchiandosi ed incominciando a raccogliere i pezzi-
Sono così stupida!”
L’hanyou
sospirò. “Lascia stare, faccio io- Si inginocchiò a sua
volta- Se vuoi andare, vai. Abbiamo finito il nostro turno. Finisco io di
ripulire qui.”
“Come vuoi-
Acconsentì la inu-youkai- Grazie e ancora scusa.”
Shela camminava a testa
china. Le immagini del massacro continuavano a tormentarla, soprattutto la
scena della morte della madre di Ciku e Kioko. Sebbene i due ora si trovassero
in un villaggio di umani nelle Terre dell’Ovest, insieme ad una coppia
che non poteva avere dei bambini loro; non riusciva a non incolparsi per averli fatti
diventare orfani.
Ella chiuse gli occhi
pregando affinché quelle immagini scomparissero una volta per tutte.
Senza guardare dove andava, Shela andò a sbattere contro qualcosa…
o meglio, qualcuno. Perse l’equilibrio e rischiò di cadere, ma fortunatamente
due braccia robuste e muscolose la sorressero.
“Dovresti fare un
po’ di attenzione a dove vai, Shela.” Le consigliò la voce
profonda di Inu-Taisho.
La inu-youkai alzò lo
sguardo ed incontrò le gemme dorate del Signore delle Terre
dell’Ovest. Quest’ultimo nel vedere gli occhi di lei, ebbe quasi un
sussulto. Erano inespressivi… svuotati. Era la prima volta che li vedeva
così: senza emozioni. Tuttavia Inu-Taisho vide un sottile velo che li
ricopriva, la tristezza.
Qualcosa in lui
scattò, un senso di protezione, l’impulso di cancellare la
sofferenza dal suo viso.
“Sì…- Mormorò
Shela abbassando il capo- Mi dispiace, Inu-Taisho-sama.”
La sua voce…
anch’essa era incolore, sembrava sottomessa. La colera montò
nell’inu-youkai. Dov’era finita la tanto orgogliosa ed insolente
Regina dei Ladri?
“Ti stavo cercando,
Shela- La informò lui glaciale- Mi è stato detto che in questi
ultimi giorni sei molto distratta. Forse stai di nuovo male?- Vedendola
scuotere la testa continuò- Allora la tua è solo sbadataggine.- Fece
una pausa, indeciso se informarla su cosa stava riflettendo da molto tempo-
Dietro il castello c’è una palestra, nella quale i soldati si
allenano. Fatti trovare là al tramonto.”
“Sì,
Inu-Taisho-sama.”
Dopo averlo salutato, Shela
si diresse verso la sua stanza, ma si fermò nell’udire il Signore
dell’Ovest richiamarla. “Un’ultima cosa- Le disse- Porta
anche i tuoi pugnali.”
Il tramonto non si fece
attendere. Pian piano il cielo si colorò di un rosso sangue, immerso in
un meraviglioso arancio ed un splendente giallo.
Shela era in giardino e si
stava dirigendo verso la palestra. I suoi pensieri corsero a quella stessa
mattina, quando lei ed Inu-Taisho si erano incontrati. Lui le aveva parlato in
modo glaciale, proprio come il loro primo incontro. Le era sembrato molto
distante…. Doveva essere molto arrabbiato. Bè, dopotutto aveva
tutti i motivi per esserlo.
La inu-youkai si fermò
ed osservò il grande edificio che si trovava davanti ai suoi occhi.
Aprì il pesante portone ed entrò.
La palestra era molto grande,
sui muri c’erano delle torce accese, che facevano molta luce, vari tipi
di armi erano attaccate con delle catene, il soffitto era altissimo e molto
robusto.
Lo sguardo di Shela si
soffermò sul centro dell’edificio, più precisamente
sull’inu-youkai che la stava guardando a sua volta. Non indossava i
soliti abiti, questi erano bianchi con disegni blu. La grande e pelosa coda
bianca era abbandonata sulla schiena. I capelli argentati raccolti nella solita
coda e gli occhi ambrati gelidi.
“Ben arrivata
Shela.” L’accolse Inu-Taisho.
“Potrei sapere
perché mi avete convocata?” Chiese lei titubante.
“Mi sembra ovvio-
Ribatté lui brandendo la spada attaccata al suo fianco- Per
combattere.”
Inu-Taisho scattò in
avanti, cercando di colpire Shela. Lei, non aspettandoselo, si scansò
all’ultimo minuto. L’inu-youkai si mise in posizione
d’attacco, studiando l’avversaria.
La ragazza, al contrario, lo
guardava con la confusione e la sorpresa negli occhi. Perché
l’aveva attaccata? Perché voleva combattere sapendo che lei avrebbe
perso?
Come se le avesse letto nel
pensiero, lo youkai rispose alle sue silenziose domande. “Il motivo te lo
dirò alla fine del combattimento- Un sorriso di sfida prese forma sul
suo volto- Sempre se tu vincerai.”
Shela provò a
replicare, ma non le fu possibile quando vide il Signore dell’Ovest
cercare di colpirla nuovamente. Questa volta non si fece trovare impreparata,
impugnò i due pugnali e parò l’attacco. Lo respinse e fece
un salto in avanti, portandosi alle spalle dell’avversario. Tuttavia
quest’ultimo fu più veloce ed affondò la spada per primo.
Shela imprigionò la
lama fra quelle delle sue armi, ma Inu-Taisho era troppo forte, infatti
riuscì a liberarla con un semplice strattone. Lei continuò ad
avanzare, fendendo l’aria con colpi secchi e ritmici.
Lui non lo diede a vedere, ma
un po’ di fatica a parare quei colpi la stava facendo. Erano diretti e
rapidi, quasi neanche riusciva a vedere le braccia della youkai.
D’un tratto la ragazza
si fermò. Era impallidita e stava tremando. Inu-Taisho si chiese cosa le
stesse accadendo, finché non incontrò il suo sguardo… I
suoi occhi erano sgranati ed erano coperti da qualcosa…. Paura.
Tristezza. Dolore. Rabbia. Odio.
Poi le vide. Le immagini di
quel terribile massacro avvenuto quasi una settimana addietro. Il sangue
macchiava ogni cosa, il fuoco era indomabile e i lamenti di quelle povere
vittime si estendevano ovunque. Nemmeno i bambini furono risparmiati. Quel
caldo succo rosso che usciva dai corpi martoriati non faceva altro che
alimentare la sete di quei barbari, facendogli perdere completamente il
controllo.
Persino colei che veniva
definita
“E’ questo il
loro destino: morire.” Questa era stata una delle tante frasi usate da
Kion, per deridere gli umani.
Shela indietreggiò,
scuotendo la testa e mormorando parole incoerenti. Sentiva ancora su di
sé il calore di quelle fiamme, che avevano concluso ciò che
avevano iniziato gli youkai.
“Shela!” Si
sentì chiamare da una voce forte e profonda, tuttavia confortevole e
quasi rassicurante.
“N...non
posso…” Balbettò continuando ad indietreggiare.
“Sì, invece!-
Ribatté Inu-Taisho prendendola per le spalle e scuotendola- Devi
combattere!”
“I…io…”
Chiuse gli occhi. Le immagini della strage si riaffacciarono nuovamente…
dentro di lei c’era un continuo conflitto. Una parte di lei voleva
combattere, sconfiggere tutti quei sentimenti negativi, mentre l’altra
parte voleva rimanere nascosta, consumata dai sensi di colpa.
Poi rammentò: le
avventure vissute con Rioko, lei stessa nel ruolo di Regina dei Ladri. In ogni
sua missione c’erano stati dei morti, la maggior parte soldati.
In tutte le battaglie ci sono dei morti e questo
è inevitabile, le disse una
vocina nella sua mente.
Shela riaprì gli occhi
e fece un salto all’indietro, mettendosi in posizione di attacco.
“Avete ragione, Inu-Taisho-sama, devo combattere il passato.”
I due inu-youkai si
studiarono per qualche secondo ed infine scattarono in avanti
contemporaneamente. Lui la respinse e poi fendette l’aria, però
alla ragazza risultò alquanto faticoso parare il nuovo colpo.
Quest’ultima si
tirò indietro per riprendere un po’ di fiato, poi incrociò
le sue armi con quelle dell’avversario, ma lui colpì con la spada
uno dei pugnali, con così tanta forza da scaraventarlo lontano da loro.
D’improvviso lei
sentì una goccia calda bagnarle la guancia. Istintivamente si
portò una mano sulla ferita e la sfiorò con le dita. Erano rosse.
Quel liquido era sangue.
Inu-Taisho osservò il
suo volto, un taglio di poco conto le percorreva una guancia. In quel momento
lo inu-youkai sentì inspiegabilmente un forte dolore allo stomaco, come
se qualcuno gli avesse dato un pugno.
Il sibilo di una lama lo fece
tornare in sé. Shela lo stava per attaccare con il pugnale che le era
rimasto, quasi riuscì a dargli pan per focaccia se lui non si fosse
scansato all’ultimo minuto. Ripetè più volte lo stesso
colpo, ma con lo stesso risultato.
Il Signore delle Terre
dell’Ovest era troppo forte e
veloce per lei, e questo lei lo sapeva benissimo, esattamente come lui.
Continuava a chiedersi il motivo di quella sfida. Se anche lui aveva capito di
essere il più forte, perché stava combattendo contro di lei?
Inu-Taisho rifletté
sul da farsi. Non era più così certo del suo piano. Non voleva
farle altro male, non voleva rovinare nessun altra parte di lei. Già si
era sentito in colpa per uno stupidissimo taglio! E poi aveva già portato a termine, con successo, la
prima fase del paino. Shela si era tolta dalla testa quelle insulsaggini che le
riempivano la mente, e questo per lui era sufficiente.
Basta, era tempo di mettere
la parola fine.
L’inu-youkai
schivò per l’ennesima volta l’affondo dell’avversaria,
la prese per i polsi e la immobilizzò contro la parete alle sue spalle
con il proprio corpo.
Lei si dimenò, ma la
presa del Signore dell’Ovest era ben salda e non accennava a mollare.
Dentro di lui, Inu-Taisho
sentì qualcosa scattare, il sangue scorreva più velocemente e lo
sentiva ruggire, così come tutto il suo corpo. La consapevolezza di
avere praticamente tra le braccia colei che tormentava i suoi pensieri e i suoi
sogni, e l’avvertire la pienezza dei suoi seni pieni contro il proprio
torace, lo mandò in tilt.
Il suo sguardo cadde sulle labbra
schiuse di lei, così sensuali ed invitanti…. Avrebbe tanto voluto
abbracciarla, baciarla con infinita passione ed accarezzarla come nessun amante
sarebbe stato capace di fare. La desiderava immensamente… quasi da
spaventarlo.
Dal canto suo Shela si era
persa nelle pozze dorate di lui, così penetranti e fredde…. Ma in
quel momento vide un velo stendersi su di esse, rendendole quasi infuocate. Le
vide soffermarsi sulla sua guancia sinistra, dove c’era il taglio che lui
stesso le aveva inferto.
Shela chiuse gli occhi non
sapendo cosa aspettarsi dall’avversario. Il combattimento era finito e
lei era alla sua mercè.
Inaspettatamente, invece,
sentì solo una lieve carezza sulla parte lesa, come se una farfalla si
fosse posata dolcemente sul suo viso. Riaprì gli occhi, e con suo sommo
stupore, scoprì che le labbra del Signore delle Terre dell’Ovest
si erano adagiate teneramente sul taglio.
Una parte di lei voleva
restare così per sempre, senza pensieri e preoccupazioni… come se
fossero loro due le uniche creature esistenti sulla Terra. Tuttavia
l’altra parte voleva allontanarlo, prenderlo a schiaffi.
Non vi fu bisogno decidere
quale delle due ascoltare, poiché Inu-Taisho si ritrasse bruscamente,
come se si fosse scottato. Le lasciò andare i polsi ed uscì dalla
palestra a grandi falcate, con una miriade di pensieri nella testa.
Shela per poco non cadde in
ginocchio, era stupita ed emozionata. Il cuore andava a mille e la testa quasi
le scoppiava per tutta la confusione e l’incertezza che annebbiavano le
sue idee.
Continua……………………….