Ed eccoci
con il terzo giorno! YAY!
Mi sono divertita un sacco a scrivere
questa, quindi spero che vi piaccia!
Kurt, Blaine e gli
Warblers vanno alla prima di The Avengers – vestiti da
supereroi.
Spoiler The Avengers,
per chi non l’ha visto. Andatelo a vedere perché è
bellissimo.
Disclaimer: Non posseggo Glee. Se possedessi Glee non esisterebbero
personaggi al di fuori della Klaine e gli Warblers. E Sebastian. E Brad
e il suo pianoforte. E Sue.
3 – Heroes!Klaine
Evil
“Ripetimi perché ho acconsentito a
questa farsa, per favore”.
Blaine sorride
innocentemente anche se Kurt non può vederlo, visto
che è ancora rintanato nel piccolo bagno della sua stanza alla Dalton, e si
stende sul suo letto al massimo del relax, incrociando le braccia dietro alla
testa e inspirando profondamente il suo profumo.
“Perché ti
abbiamo supplicato in ginocchio?” risponde, fissando il soffitto e cercando in
tutti i modi di soffocare l’ennesima risata. “Andiamo, Kurt, non farne una
tragedia. Sarà divertente!”
In realtà la
ritrosia del suo ragazzo è più che giustificata e Blaine lo sa, ma lui e Kurt stanno
insieme da sei mesi, troppo poco per aver esaurito l’entusiasmo nel prenderlo
in giro ogni volta che se ne presenta l’occasione. Sono ancora nella fase luna
di miele e non ne usciranno tanto presto: passare i pomeriggi accoccolati sul
letto a vedere un film e scambiarsi una quantità sorprendente di baci è più che
sufficiente e grazie tante.
Per questo
sabato sera, però, il programma è un po’ diverso. Blaine, in tutta sincerità,
non pensava che Kurt avrebbe accettato, perciò aveva già pronto il piano B: pizza vegetariana,
il suo letto, una coperta morbida, Kurt tra le sue braccia e l’ultima stagione
di C.S.I. New York in streaming. Dopotutto il fatto
che Nick sia il compagno di stanza di Kurt è
piuttosto comodo: non devono nemmeno cacciarlo, di solito è Nick
che se ne va da Jeff – guarda caso il compagno di
stanza di Blaine, ma
che cul- fortuna!
Non che lui e
Kurt facciano niente di compromettente, anzi. Niente mani al di sotto della
cintura, per
ora, e a Blaine sta bene così.
Il ragazzo
torna al presente e salta a sedere sul letto con uno scatto quasi felino quando la chiave nella toppa viene girata con un
cigolio sinistro. Si stampa in faccia il migliore dei suoi ghigni –
perché in fondo Blaine Anderson sa essere davvero, davvero malvagio – e il
ciuffo perfettamente curato di Kurt sbuca dal minuscolo spiraglio nel quale si
è aperta la porta del bagno.
“Eddai, Kurt” lo riprende bonariamente, piegando la testa di
lato per sbirciare. Kurt sbuffa molto sonoramente.
Ok, Blaine sta morendo dalla voglia di vedere, ma è
perfettamente giustificato, no? Non è che uno tutti i giorni ha l’occasione di
vedere il proprio fidanzato – dal fisico assolutamente perfetto, ammettiamolo –
vestito da-
“Supereroi”
sibila Kurt, sbucando fuori dalla porta del bagno in
tutta la sua magnifica interezza, rosso in viso come un peperone. “Perché
diavolo dobbiamo vestirci da supereroi per andare al cinema a vedere
l'anteprima di The Avengers, Blaine? Spiegamelo, perché io non ci arrivo proprio”.
Blaine, da
bravo fidanzato, fa di tutto per ingoiare la risata che gli sta praticamente
aprendo a metà entrambi i polmoni nel tentativo di
sfuggirgli, ma Kurt naturalmente se ne accorge –che sfiga – perché gli lancia un’occhiataccia
degna di quelle di Sue Sylvester nei suoi momenti
peggiori.
“Non osare
ridere di me, Blaine Anderson. Non quando sei seduto sul mio letto con il
costume più ridicolo sulla faccia della terra” scandisce lentamente il suo fidanzato – dio, quanto ama il suono di
questa parola – chiaramente sottintendendo ‘ridi e ti
ritroverai senza coccole per tutta la sera’.
E questo
Blaine non se lo può permettere, visto che è quasi dipendente dalle coccole di
Kurt. Ok, togliamo pure il quasi.
Il suo stomaco
fa una strana capriola quando Kurt nomina casualmente l’essere seduto sul suo
letto – è normale? C’è qualcosa che non va nei suoi organi interni? Sta per avere un ictus? – e
Blaine cerca di riprendersi rispondendo per le rime perché il suo costume è superfavoloso,
grazie mille, ma poi Kurt si gira per cercare chissà cosa nell’armadio e oh, merda.
Non
guardare il sedere. Non farlo, Blaine. Non guardargli il – wow.
Kurt sceglie
proprio quel momento per voltarsi verso di lui – forse per un’altra frecciatina rivolta all'assurdità di quella serata – e
naturalmente lo trova intento a fissargli il fondoschiena come se ci fossero
scritti i più oscuri segreti dell’universo.
Blaine non
perde nemmeno tempo a distogliere lo sguardo o a chiudere la bocca – ah ah,
sì, ridete pure, intanto lui
ha il sedere di Kurt Hummel davanti alla faccia – e si prepara alla Kurt-reazione, alla quale deve puntualmente assistere ogni
volta che la parola sexy si insinua tra i concetti Kurt e Blaine: arrossisce. Si copre
lo zigomo con la mano, è una sorta di tic. Stira l’angolo destro della bocca.
Arrossisce ancora di più. Tira fuori una battuta sarcastica e lascia correre.
Questo è
quello che succede di solito, almeno. Stasera deve esserci qualcosa che non va
nell’ossigeno distribuito nella stanza, perché Kurt non fa nessuna di queste
cose. Arrossisce giusto un po’, e la mano arriva a mezz’aria verso la faccia,
sì, ma poi sembra ripensarci e si limita ad inarcare un sopracciglio e uh, quel sorrisetto non mi piace
per niente.
“Allora”
esordisce Kurt, evitando di guardare nella sua direzione. Dal suo tono di voce,
Blaine è quasi certo che stia cercando di non ghignare. “Per quanto questo
costume mi faccia un po’ senso…cosa ne pensi?”
Blaine crede
di star sognando. No, Blaine sa di star sognando, perché non c’è
davvero un’altra spiegazione logica: Kurt non può aver appena fatto una
piroetta su sé stesso con addosso il costume di Loki. Assolutamente no.
La parte nerd che vive nelle profondità più oscure della sua anima
sta ballando la conga ma non importa perché Kurt non ha reagito come
sempre. Kurt sta- sta flirtando con lui. Oddio, Kurt sta flirtando con lui.
Non è la
prima volta, gli dice
una vocina da qualche parte nel suo cervello. Blaine la zittisce con una
martellata, perché quella è la prima volta che Kurt lo fa intenzionalmente. E intenzionalmente è tutta un’altra storia.
Visto che sta
particolarmente apprezzando l’evolversi degli eventi, Blaine decide di godersi
semplicemente quei momenti. Quindi, non senza aver pesantemente deglutito
prima, risponde: “Ti sta da dio”.
Kurt ridacchia
e scuote la testa, sporgendosi verso la scrivania per afferrare il mantello
appoggiato lì sopra, e Blaine si sente in dovere di aggiungere. “No, sul serio,
Kurt. È – sei –wow”. Che non è molto chiaro, come
concetto, ma va bene lo stesso.
Per Kurt
sembra essere molto, molto chiaro. “Anche tu stai – ehm, per quanto questo sia
inquietante, si capisce – bene”.
“Grazie”.
Blaine non può fare a meno di sorridere raggiante, lisciando le pieghe
inesistenti del suo costume. Osserva Kurt prendere un respiro molto, molto
profondo, poi quegli occhi meravigliosamente azzurri si illuminano di
determinazione.
“Ok, togliamoci
questo dente. Andiamo, gli altri decerebrati ci
staranno aspettando”.
*
Gli altri decerebrati,
meglio conosciuti come Warblers, li stanno aspettando nel parcheggio della
Dalton mascherati di tutto punto. Kurt squittisce di disappunto
quando realizza che sì, sta succedendo davvero: sta andando al cinema
per una prima cinematografica vestito come un super cattivo, accompagnato dal
più grosso branco di idioti mai visto. I suddetti idioti, tra l’altro, devono
aver subito una commozione cerebrale collettiva, perché di solito sono un
rispettabilissimo coro a cappella ad otto voci di una altrettanto
rispettabilissima scuola privata, non una banda di supereroi.
Per non
parlare di quello che una volta era un fidanzato serio, dolce e praticamente
perfetto, al momento impegnato a sistemarsi la sciarpa sopra al costume rosso
sgargiante.
Kurt fissa la
folla di Warblers ammassata intorno alle auto e serra le palpebre, strizzando
energicamente gli occhi.
Dai, dai,
dai, dai.
Quando li
riapre, sono tutti ancora lì. Dannazione,
non ha funzionato.
“Arrenditi,
sta succedendo davvero” gli sussurra Blaine all’orecchio, cingendogli la vita
con le braccia. Kurt ha smesso di stupirsi ogni volta che il suo ragazzo riesce
ad intuire il filo dei suoi pensieri senza sbagliare un colpo, ma questo non
significa che ci abbia fatto l’abitudine. Come non si è abituato al modo in cui
lo guarda Blaine ultimamente: come se non esistesse niente di più bello al
mondo.
Un’altra cosa
alla quale Kurt fa fatica ad abituarsi è l’assoluta accettazione degli
Warblers. Ci sono due ragazzi abbracciati proprio in mezzo a loro, che
potrebbero baciarsi da un momento all’altro, eppure nessuno batte ciglio. Ad
eccezione di Jeff, ma solo perché ha appena fatto
loro l’occhiolino. È doloroso pensare che una cosa del genere al McKinley non è concepibile.
Kurt cerca di
immaginarsi Azimio intento a fargli l’occhiolino mentre abbraccia Blaine e deve trattenere un
conato di vomito.
“-e quindi
dovremo prendere anche la tua macchina, credo. Kurt? Kurt”.
Kurt
arrossisce e si volta tra le braccia di Blaine per guardarlo in viso
afferrandogli i lati del cappotto che ha indossato sopra al costume. “Scusa,
ero-“
“-perso da
qualche parte nei meandri del tuo cervello” completa per lui Blaine, facendo
scivolare la mano lungo la sua schiena. “Un penny per
i tuoi pensieri? Non ho spicci, hai il resto per una banconota da un dollaro?”
Kurt ridacchia
e gli pizzica un fianco giocosamente, facendo schioccare il tessuto elastico
del costume. “Stavo pensando che nonostante gli
Warblers siano davvero dei grandissimi nerd sotto
copertura, devo ammettere che mi piace uscire con loro”. Abbassa un po’ il tono
di voce in modo che solo Blaine possa sentirlo. Blaine sorride leggermente di
fronte alle sue guance rosse. “È strano essere circondato da persone che non
fanno una piega quando mi baci davanti a tutti, sai.
Mi piace la loro compagnia, mi sento…” esita, in cerca delle parole giuste.
“Accettato, ecco”.
Blaine apre la
bocca per replicare ma David piomba tra di loro come
un avvoltoio, battendo le mani con entusiasmo.
“Forza, Romeo
e Giulietta, si parte!” esclama il Warbler afferrando
Kurt per il mantello nel probabile tentativo di strangolarlo.
“Aspetta,
cosa? C-chi guida? David, soffoco” riesce a
sibilare a malapena Kurt. Blaine gli lancia un sorriso di scuse
mentre li segue.
“È quello che
stavo cercando di dirti prima. Dovremo prendere anche la tua macchina o non
riusciremo a partire tutti”.
Kurt sibila
qualcos’altro che somiglia sospettosamente a ‘possiamo lasciare a piedi David’ e
Blaine ridacchia mentre lo osserva estrarre a fatica le chiavi dal borsello –
Kurt è una versione di Loki molto alla moda, a quanto
pare – e riuscire a liberarsi della presa di David quel tanto che basta per
aprire la macchina dal lato del guidatore.
“Allora” esordisce
dopo essersi schiarito la gola ed aver incenerito David con uno sguardo. “Chi
dobbiamo portare?”
Non l’avesse
mai detto. Blaine sapeva che sarebbe successo e non ha avuto il tempo
necessario per avvisare Kurt che –
“Noi, noi,
porta noi! Veniamo noi con te, vogliamo stare sulla macchina divertente! Scegli
noi?”
Kurt è
impallidito e Blaine non può che dargli ragione. “Ok” sospira pazientemente,
avvicinandosi di un passo verso Kurt. “Chi è l’idiota che ha di nuovo
somministrato zuccheri a Jeff prima di uscire?”.
Nick
arrossisce furiosamente trascinandosi dietro un altrettanto dubbioso Wes. Ah-ah, colpevole!
“Scegli noi?”
pigola sporgendo il labbro inferiore.
“Oh, santo
cielo”.
*
La macchina divertente, come
l’ha definita Jeff, consiste nei seguenti
soggetti (e per
fortuna che l’auto di Kurt ha un sacco di posti): Kurt, il cui mantello è
stato momentaneamente rimosso per agevolare la guida; Blaine, seduto sul sedile
del passeggero davanti perché
sì, io
sono il suo ragazzo e io sono il solista,
quindi ho il permesso di decidere la stazione radio; David, Nick e Wes, stipati nei sedili
posteriori, le mani alzate e i finestrini completamente spalancati solo per il
gusto di far sventolare i mantelli; e infine il sopraccitato Jeff, relegato al sedile di emergenza praticamente nel
portabagagli, segregato con la cintura di sicurezza e tenuto a debita distanza
da qualsiasi oggetto contundente – e anche dalle forbici dalla punta
arrotondata.
Avrebbero
dovuto caricare anche Trent, se non fosse che sfortunatamente l’auto era piena.
Trent,
d’altro canto, era in lacrime mentre saliva con l’aria di un condannato a morte
con Richard e Thad - la macchina spericolata – tanto da fare pena a Kurt. Quasi.
“Kurt”
esordisce dopo neanche mezzo metro Nick, sporgendosi
verso lo spazio vuoto tra i sedili. Kurt sente che sarà un lungo viaggio.
“Perché non hai il cappello da Loki?”
“Sì” gli fa
eco Jeff dal retro – sapeva che avrebbe dovuto
imbavagliarlo, dannazione. “Fa parte del costume ed è davvero figo!”
Kurt sospira e
tiene gli occhi sulla strada – non ha nessuna intenzione di schiantarsi contro
un albero con un auto carica di supereroi – e Blaine
gli appoggia una mano sul braccio come a ringraziarlo silenziosamente per
averlo accompagnato in quella follia. Di
nuovo.
“È un elmo, Nick, un elmo”
esala pazientemente. “Mi farebbe sembrare una formica schizofrenica, con quella
specie di antenne. E mi
schiaccerebbe i capelli”.
Kurt sta
cercando di guidare, non assassinare i suoi passeggeri e non pensare al calore che emana il
palmo di Blaine a contatto con la stoffa del suo costume tutto contemporaneamente, e
la missione si sta rivelando particolarmente complessa.
David si
unisce a Nick nello spazio già piuttosto scarso tra i
due sedili anteriori. “Ehi, Kurt!”
Kurt gli
lancia una fugace occhiata attraverso lo specchietto, giusto un lampo azzurro
nella sua direzione. “Che c’è?”
David spintona
Nick per farsi spazio e anche Wes
si unisce a loro, tanto che ora sembrano tre pesci rossi cretini stipati in una
boccia troppo stretta.
“Quando
arriviamo?”
“Oh, dio”.
Kurt si volta
verso Blaine, che lo sta guardando di sottecchi con quel suo sorrisino che gli
fa perdere la testa ogni volta. “Se la nostra relazione sopravvive a questo, consideraci sposati,
Anderson”.
Blaine gli
sorride raggiante – ama il modo in cui Kurt arrossisce quando
fa queste battute che poi tanto battute non sono – e si volta verso i tre pesci
rossi nella boccia dei sedili posteriori.
“E questi sarebbero i nostri figli? Passi per
Thor e Occhio di Falco, ma Nick Fury no, ti prego!”
“Ehi!” esclama
Jeff, litigando con la cintura di sicurezza - e
perdendo miseramente - al margine del suo campo visivo. “Perché mi ignorate
tutti? Io chi sono, il vicino della porta accanto?*”
“Perché sei
vestito da Capitan America” gli risponde Kurt mentre
rallenta per non prendere la curva alla Fast
and Furious. “E Capitan America fa schifo”.
Blaine si
tende verso di lui per intrecciare le dita alle sue al di sopra del cambio e Nick, David e Wes sospirano
all’unisono.
“Cretini”
commenta Kurt a bassa voce, ma sta sorridendo mentre
riporta lo sguardo sulla strada. Non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura – né
ora né mai – ma
la verità è che si sta divertendo: Blaine è seduto di fianco a lui e ha le
guance rosse e la buffa espressione di uno che sta cercando in tutti i modi di
non sorridere come un ebete, e gli Warblers sono pazzi
ma adorabili anche ora che stanno per mettere su una rissa su chi ha il costume
più figo.
“Nick Fury è il personaggio
migliore e lo sapete tutti!” sta strillando David dritto nel suo orecchio,
indicandosi orgogliosamente la benda che gli copre l’occhio sinistro. Nick – Duvall,per
intenderci – ha la faccia
di uno che ha subito il peggiore degli affronti. “Scherzi, spero” sibila,
puntando l’indice contro il petto del nemico. “Occhio di falco – ed indica
orgogliosamente se stesso – è il personaggio più incompreso!”
“Se volevi un
personaggio incompreso dovevi vestirti da Vedova Nera!”
“Ma ti ci
vestirai tu, da Vedova Nera! Io non ho mica le tette!”
David spalanca
la mascella, probabilmente intenzionato ad incamerare quanto più fiato
possibile per urlargli contro, e Jeff approfitta
della pausa per intromettersi nel discorso. “Capitan America è il primo
supereroe!”
“Tu sta
zitto!” gli gridano David, Blaine e Nick
contemporaneamente. No,
Blaine, non mettertici anche tu, ti prego. Kurt alza gli occhi verso lo
specchietto proprio mentre Wes,
con tutta la calma flemmatica di cui è dotato, si fruga nelle tasche e dietro
al mantello ed estrae un oggetto marroncino e molto, molto familiare.
Prima
che nessuno possa far nulla per fermarlo, Wes ha già schiantato il martelletto sulla fronte di David
e poi su quella di Nick, sollevando un coro di “Ahia,
Wes, cazzo!”
“Linguaggio, Duvall” dice con tranquillità l’asiatico. “E ora
arrendetevi all’evidenza. Thor è il personaggio
migliore di tutti”.
Kurt si volta
verso Blaine ad occhi sgranati, rischiando seriamente di andare a schiantarsi
contro un albero.
“Fammi capire
bene. Wes è vestito da Thor
perché Thor ha
un martello?”
“Ehi!”
protesta il diretto interessato, spintonando David e Nick
– che si stanno massaggiando la fronte – per entrare nel campo visivo di Kurt,
costituito solo dallo specchietto. “Il martello di Thor
è figo e torna indietro quando
lo lanci!”
Un sonoro slap! seguito a ruota da un debole
gemito gli fa intuire che Blaine si è appena schiaffeggiato la fronte e ora si
sta presumibilmente coprendo gli occhi. Kurt fa per rispondere
– mentre cerca il pulsante sotto al cruscotto per l’espulsione di tutti
i sedili posteriori, manco il suo Navigator fosse la Batmobile – quando accade l’impensabile.
Su di loro
cade un religioso silenzio, Kurt deglutisce rumorosamente e accosta con molta
calma. Poi tira giù il finestrino e, con la faccia da poker migliore del suo
repertorio, esala:
“Possiamo
spiegare, agente”.
*
“E mi
raccomando, state attenti alle astronavi aliene, non si sa mai!” grida Ufficiale numero uno,
tenendosi la pancia dalle risate. Ufficiale
numero due è piegato a
metà e appoggiato sopra alla paletta, e da una sonora pacca sulla schiena di Ufficiale numero tre – spalmato sopra alla voltante –
prima di trovare il fiato necessario ad aggiungere: “Sì, dovessimo mai avere
bisogno dei Vendicatori in caso di un’Apocalisse Marziana dovete essere
preparati!”
Kurt digrigna
i denti e ingrana la prima, rimettendosi in strada alla velocità della luce.
Con la coda dell’occhio nota gli enormi sorrisi paralizzati dei suoi cinque
passeggeri, tutti intenti ad annuire verso l’auto
della Polizia in lontananza.
C’è un istante
di silenzio.
“Ragazzi”
mugugna Jeff, il sorriso ancora ghiacciato in viso.
“Dite che non ci hanno arrestato perché li abbiamo impietositi?”
Improvvisamente
è il caos e Kurt sta ridendo talmente forte che la macchina rischia di
sbandare. Probabilmente i poliziotti sono già alle loro calcagna, alcol test in
una mano e manette nell’altra e ehi, forse è meglio sbrigarsi o non ci
arriveranno vivi, al cinema.
“No, Jeff” riesce a dire Blaine tra le risate, con un filo di
voce per via del fiatone. “Ci hanno risparmiato perché chiamare la neuro
costava troppo!”.
*
Sembra un miracolo quando Kurt parcheggia accanto all’auto di Thad, venti lunghissimi
minuti dopo.
“Eccovi, finalmente!” esclama Trent,
togliendosi la sciarpa e rivelando così sotto al colletto della camicia una
macchia verde acido che copre persino parte della sua mascella. La parte del
cervello di Kurt che non è andata irrimediabilmente perduta durante il viaggio
in auto impiega un paio di secondi per collegare il verde ad Hulk.
“Ma
dov’eravate finiti?” domanda perplesso Richard, che
indossa una tuta nera e una parrucca rossa e oh, forse lui è vestito da Vedova Nera per
davvero.
“Siamo stati
trattenuti” borbotta Jeff, estraendo dal portabagagli
lo scudo rotondo di cartone.
“Siamo stati
fermati dalla Polizia sull’incrocio per Westerville”
precisa Blaine con un sorrisino. Naturalmente Thad, Trent e Richard gli scoppiano a
ridere in faccia.
Mentre si
riuniscono con gli altri Warblers e finalmente entrano nel cinema per comprare i
biglietti – lasciando a bocca aperta la commessa e il ragazzo dei pop-corn –
Blaine si avvicina a Kurt e gli fa scivolare la mano lungo il braccio, senza
però prenderla tra le sue.
“Grazie per
avermi accompagnato” sussurra al suo orecchio. “E per esserti mascherato da
super cattivo sexy”.
Kurt sorride
imbarazzato e Blaine gli stringe cautamente la mano, anche se sono nella sala
d’attesa di un cinema, dove chiunque potrebbe vederli e creare problemi. “Dico
sul serio, Kurt. Saremmo potuti rimanere alla Dalton a vedere un film, da
soli, e invece siamo al cinema con gli Warblers vestiti da supereroi. Lo so che non
avevi idea di questo mio lato così nerd…stai per
scaricarmi?”
Kurt gli
lancia un’occhiata sconcertata, ma la risata gli muore in gola
quando nota lo sguardo sinceramente preoccupato di Blaine. “Non dire
scemenze” gli risponde quindi, facendogli scorrere il pollice sul dorso della
mano nel tentativo di confortarlo e contemporaneamente non farsi notare più di
tanto. Gli Warblers, intorno a loro, hanno ripreso il battibecco su chi ha il
costume migliore.
“Sono venuto
perché volevo stare con te, è una cosa nuova ed un’occasione per sperimentare
un tipo diverso di moda. E poi il rosso ti sta una meraviglia e non potevo
rinunciare a questo spettacolo”. Naturalmente arrossisce, ma è convinto di
quello che ha detto. “E comunque mi sto divertendo. Se escludi l’incidente con
la polizia”.
Blaine
ridacchia e il suo viso si rilassa.
“E poi”
aggiunge Kurt pensieroso e ehi,
oggi si sente molto più sciolto del solito. “Abbiamo tutto il tempo per
stare da soli quando torniamo dal cinema, Blaine”.
“Oh. Oh”.
“Oooh” gli fa eco Kurt, che già sente le orecchie andargli a
fuoco per l’imbarazzo.
“Oh?” domanda Nick, spuntando alle loro spalle. Blaine gli da una
spintarella, gli occhi dorati ancora puntati sulle labbra di Kurt.
“Sciò, Nick, sono occupato”.
*
Kurt si
accoccola sul sedile di fianco a Blaine, sbuffando sonoramente
quando Jeff – Capitan America senza scudo,
sequestrato dalla sicurezza del multi sala – si siede dall’altro lato.
“Tranquillo”
gli sussurra all’orecchio il solista degli Warblers mandandogli una serie di
brividi lungo la spina dorsale. “Se ne starà buono fino alla battaglia finale,
probabilmente. E piangerà”.
“Mhm” si limita a rispondere Kurt, affondando nel suo
abbraccio con un sorriso quando Blaine gli passa un
braccio dietro alla schiena non appena si spengono le luci. Entrambi detestano
dover essere così cauti, ma è una precauzione necessaria: nessuno dei due vuole
avere la serata rovinata da un qualche idiota omofobo.
Man mano che
il film va avanti i commenti degli Warblers si fanno sempre più folli, il
contenitore dei pop-corn si svuota, gli occhi di Jeff
si riempiono di lacrime e Kurt sprofonda sempre di più tra le braccia di
Blaine.
“Ti credevo morto”
“Eri in lutto?”
“Lo eravamo tutti”
“Ehi” gli
sussurra Blaine all’orecchio senza distogliere gli occhi dallo schermo, dove Loki e Thor hanno il loro primo,
aspro confronto. “Posso chiederti una cosa?”
“Io intendo
governarli, e per una giusta causa!”
Kurt annuisce
impercettibilmente, sfiorandogli il collo con la punta del naso. “Mhm-mhm”.
“Perché hai
scelto Loki? Non mi sto lamentando, Loki è figo, davvero. Ero solo curioso”.
Kurt si
mordicchia il labbro, pensieroso. “Non lo so, mi piaceva la sua storia. Ho
cercato su google, sai, e…mi è sembrato molto più
profondo di quanto non desse a vedere”. Fa una pausa, prima di aggiungere:
“Continuavo a pensare ehi,
quello che il mondo stenta a capire è che un cattivo è solo una vittima la cui
storia non è stata raccontata”.
Riesce a
percepire lo sguardo di Blaine su di sé, così alza appena il volto per trovarsi
davanti un paio di gradi occhi dorati, incredibilmente belli, accesi di
curiosità.
“E questa da
dove ti esce?” sussurra Blaine prima di lasciargli un leggero bacio a fior di
labbra.
“Non lo so”
risponde Kurt, gli angoli della bocca già piegati all’insù. “Ce
l’ho in mente da un po’”.
*
“Vuoi il mio martello?”
“No, pessima richiesta, non toccare il- ouch.”
Wes
salta in piedi dal suo sedile, brandendo il martelletto e grida: “Visto?! Il martello può tutto!”,
attirandosi le ire di tutta la sala prima che David riesca
a tirarlo di nuovo a sedere.
*
“Scusi capo, il dio se l’è squagliata”
“Rimani sveglio. Occhi su di me”.
“No, timbro il cartellino”.
“Opzione non valida”.
“Tutto a posto, capo. Quella squadra non funzionerà mai, se non
- non avranno qualcosa…da…”.
“Blaine?”
“Dimmi”
“Jeff mi sta piangendo su una spalla”.
“Oh.
Fai – no, aspetta – sì, dagli dei colpetti. Ecco, così”.
*
Il viaggio di
ritorno nella macchina di Kurt è stato molto più tranquillo del viaggio
d’andata e i ragazzi riescono – miracolosamente – a rientrare mezz’ora prima
del coprifuoco previsto per il sabato sera. Nick
lancia un’occhiata perplessa a Kurt, lungo il corridoio, e Kurt arrossisce fino
alla radice dei capelli, annuendo impercettibilmente.
Questo
silenzioso dialogo non sfugge a Blaine, anche se il ragazzo sa che Kurt sperava
che non lo notasse. Sciocco:
quando si tratta di Kurt, Blaine è sempre attento.
Perciò il
solista degli Warblers non si stupisce più di tanto quando
Nick lo avvicina e gli domanda se possono scambiarsi
posti letto per una sera, borbottando qualcosa riguardo ad una maratona con Jeff e la loro amata playstation.
“Final Fantasy VI” si giustifica Jeff,
il suo compagno di stanza, con un’alzata di spalle. Blaine non ha bisogno di
ulteriori spiegazioni: scambiarsi di stanza con Nick
significa che andrà a dormire nella stessa camera di Kurt, e chi diavolo
direbbe di no ad una prospettiva simile?
Abbiamo
tutto il tempo per stare da soli quando torniamo dal
cinema, Blaine.
Un guizzo
d’ansia gli stringe lo stomaco all’improvviso. Così tanto tempo? Nella stessa
stanza di Kurt. Nello stesso letto…? Non ci pensare. Oh, dio, ti prego, fa che-
come faccio, ora? No, non ci pensare!
Il problema
non è che Blaine non vuole passare la serata – la notte, si corregge
deglutendo pesantemente – nella stanza di Kurt. Anzi. Il problema è che
Blaine non è sicuro di riuscire a non far scivolare le mani dove non dovrebbe,
ecco tutto. Non stasera. Non quando Kurt ha passato due ore al buio con una
mano posata delicatamente sul suo stomaco, accoccolato al suo fianco, la fronte
appoggiata proprio sotto alla sua mascella, intento a seguire il film con
attenzione e giocherellare con il tessuto elastico del costume, tracciando
cerchi immaginari sopra al suo ombelico mentre il respiro caldo gli solleticava
il collo. Vestito da Loki, dannazione. Il suo cattivo preferito.
Problema,
grosso problema. Sangue in corsa verso sud. Merdamerdamerda.
Non ha il
tempo necessario a farsi venire un infarto, in ogni caso, perché Nick ha già trascinato via Jeff verso il lato opposto del corridoio e lui e Kurt sono
improvvisamente soli. Il suo ragazzo fa un timido passo avanti e Blaine si
lascia sfuggire un sospiro tremante quando Kurt gli
stringe la mano, intrecciando le dita alle sue.
Blaine lo
attira a sé e lo stringe in un abbraccio, affondando il viso nella sua spalla e
sussurrando: “Sei sicuro?”.
Non ha bisogno
di alzare il viso per notare l’espressione sorpresa dipinta sul viso di Kurt
perché l’ha già prevista. Percepisce Kurt inspirare profondamente contro il suo
petto e le mani del ragazzo risalgono lungo i suoi fianchi per allacciarsi
dietro al suo collo.
“Sono così
prevedibile?” domanda Kurt, sbuffando fuori una risata tremante. Blaine
stavolta alza il viso perché deve guardarlo negli occhi per
assicurarsi che Kurt capisca,
e nel farlo gli sfiora pigramente il collo con la punta del naso. Kurt
rabbrividisce e si stringe di più a lui. Succede spesso, ultimamente. Kurt si
fa sempre più vicino, sempre meno timido.
“Kurt, non…ok,
non sono bravo con queste cose, lo sai, ma – io – non devi sentirti obbligato.
Non voglio che tu faccia qualcosa che ti metta a disagio solo perché pensi che
sia quello che voglio io, ok?”.
Lo sguardo
determinato di Kurt vacilla per un istante e le sue guance si tingono di rosso.
“Tu non – pensavo che – io vorrei, ehm. Qualcosa. Fare qualcosa. Con
te. Ma se non vuoi – pensavo che lo volessi anche tu,
visto che prima – sai, quando – ok. Dimentica quello che ho detto, io ora me ne
starò zitto e eviterò di rendermi più ridicolo di quanto-“
“Kurt”.
Il suo tono di voce riesce a zittirlo ma Kurt abbassa
gli occhi e prende a fissare un punto imprecisato al di sotto del collo di
Blaine.
“Non credo che
esista un modo per dire questa cosa e non sembrare un completo pervertito”
esordisce Blaine passandosi una mano tra i capelli. “Quindi…io sono pazzo di te in tutti i sensi. Credi
davvero che non vorrei – fare qualcosa?” Ok, sta per essere terribilmente
imbarazzante, ma se non lo faccio non sbloccherò mai questa situazione.
Spesso Blaine
non riesce a trovare le parole, quindi ricorre a qualcosa che spera con tutto
il cuore Kurt capisca: la fisicità. Allontana Kurt dal
suo petto per prendergli delicatamente una mano, appoggiarsela sopra al cuore e
ricoprirla con la sua.
Il battito
aumenta al di sotto delle loro mani intrecciate – se per l’agitazione o altro
non sa dirlo – e Kurt alza gli occhi nei suoi, leggermente lucidi, spalancati e
belli come non mai. È tutto ciò di cui ha bisogno Blaine
per fare quello che sta per fare – oltre che una massiccia dose di coraggio.
Con lentezza
esasperante, senza spezzare il contatto visivo, fa scivolare la mano libera
lungo la schiena di Kurt, spingendolo delicatamente a fare un passo indietro
fino a che la sua schiena non si appoggia alla porta della camera; poi chiude
lentamente gli occhi e un istante dopo le labbra di Kurt sono premute contro le
sue, la sua lingua gli sta sfiorando il labbro inferiore e Blaine si decide a
strusciare delicatamente il bacino contro il fianco del suo ragazzo.
Blaine era
convinto che Kurt si sarebbe irrigidito, avrebbe smesso di baciarlo, si sarebbe
allontanato. Era certo che avrebbe dovuto dare spiegazioni, che Kurt si sarebbe
imbarazzato a tal punto da chiudersi in se stesso come dopo l’incidente di Animal.
Oggi il mondo sembra andare alla rovescia, perché Kurt fa esattamente l’opposto
di ciò che si aspetta Blaine.
Kurt si
scioglie tra le sue braccia, chiudendo la mano sopra alla stoffa del suo
costume per tirarlo ancora più verso di sé, e continua a baciarlo
appassionatamente fino a lasciarlo senza fiato, come se fosse l’unica cosa di
cui gli importa in questo momento e
forse lo è e Blaine si
ritrova a mordergli con meno delicatezza del previsto il labbro inferiore. Kurt
si lascia sfuggire un gemito strozzato e Blaine si
aggrappa ai suoi fianchi in attesa che il mondo smetta di girare ma
naturalmente non succede, perché Kurt fa scivolare la lingua sulle sue labbra e
Blaine socchiude la bocca e oh, la mano di Kurt è scesa fino alla base della
sua schiena e ora la pressante erezione di Blaine è premuta contro il suo
bacino.
Kurt si stacca
dalle sue labbra per prendere fiato e Blaine ne approfitta per farsi prendere
dal panico, dimenticare i suoi buoni propositi ed iniziare a blaterare.
“Kurt, mi
dispiace così tanto, oddio, non dovrei-“
Kurt lo
zittisce con un altro bacio che gli toglie tutto il fiato dai polmoni e si
stacca per guardarlo negli occhi.
“Se stai per
scusarti per quello che sta succedendo, non farlo” sussurra avvampando. Blaine
fa fatica a tenere gli occhi nei suoi, visto che il
suo sguardo continua a ricadere sulle labbra del suo ragazzo, socchiuse,
lievemente arrossate e proprio lì, a portata di bacio.
“Non mi stavi
ascoltando, prima? Non sono pronto per – oddio, tutto, non credo che – Blaine, io – perché
dev’essere così complicato? Ok, ascoltami”.
Kurt gli alza
il mento con due dita, cercando nei suoi occhi un qualche segno di incertezza.
Evidentemente non lo trova, perché continua. “Non ho idea di quello che sto
facendo e lo sai. Però…possiamo semplicemente passare del tempo insieme,
stasera? Vorrei solo stendermi sul letto con te e svegliarmi con te domani
mattina e ridere dei tuoi capelli appena alzato, e se nel mezzo succederà
qualcosa, vorrei che fosse solo perché l’abbiamo voluto entrambi, perché – dio,
come faccio a spiegartelo, io – non riesco a toglierti le mani di dosso,
ultimamente, e non riesco a trovare la forza di volontà necessaria a vederla
come una pessima cosa”.
Se non fosse
per le dita di Kurt delicatamente posate sotto al suo mento, Blaine a quest’ora
avrebbe la mascella a terra perché quello è esattamente quello che voleva che
Kurt capisse e a quanto pare è anche quello che Kurt
voleva che Blaine capisse e ora hanno capito entrambi e mi sto confondendo, ma
probabilmente è colpa del sangue che ha smesso di viaggiare verso il cervello e
si sta concentrando da un’altra parte.
“O-ok”.
Kurt lascia
andare una risata tremante. “Non vorrei rovinare il momento epico, Blaine, ma – uhm. Abbiamo ancora addosso
questi ridicoli costumi e non c’è verso che io continui a baciare Spiderman fuori dalla porta della mia stanza”.
Blaine
finalmente si scioglie e ridacchia sommessamente, premendo la fronte contro la
spalla del suo ragazzo. “Hai ragione” mormora mentre
Kurt si fruga nelle tasche alla ricerca delle chiavi. “E comunque porti addosso
talmente tanta roba, Loki,
che ci metterei troppo a spogliarti”.
Si morde un
labbro, domandandosi se forse si è spinto troppo oltre, ma il viso di Kurt si
illumina di un sorriso timido.
“Per via degli
strati?”
“Per via
degli strati”.
*
La mattina
dopo.
“Mhpf, Blaine, non mi sono lavato i denti!”
“Ho passato
l’intera nottata a baciarti e tu ti preoccupi di questo?” gli sussurra Blaine
in un orecchio, baciandogli leggermente una guancia.
Kurt
arrossisce vagamente e gli da una spintarella giocosa. Solo perché
effettivamente hanno passato la notte a baciarsi, parlare, ridere e baciarsi
non significa che il suo imbarazzo si sia volatilizzato, insomma.
Blaine gli
passa un braccio attorno al corpo e si accoccola al suo fianco, canticchiando sottovoce.
“Ora che mi ci
fai pensare” esordisce Kurt torcendo il collo per affondare il viso nei capelli
di Blaine – meravigliosamente sparati in tutte le direzioni e oh, è solo che Blaine è
adorabile. “Perché hai scelto Spiderman? Non c’è,
nel film”.
Blaine alza il
viso e fa quella sua faccia da non
puoi capire perché è roba da nerd ma te lo spiego lo stesso e si stringe nelle spalle: “Protestavo
contro
Kurt ridacchia
e gli pizzica il fianco. “Sai che ti dico?” esala dopo un po’, sfiorandogli
lievemente la tempia con le labbra. “Ce li vedo, Spiderman
e Loki”.
“…Spidoki. Dio, che nome osceno, Kurt, ma dai!”