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Autore: butterbeer95    10/10/2012    2 recensioni
Cecily Rose e London Hudson. Adolescenti, innamorati, alle prese con le prime ribellioni e i sogni adolescenziali, vittime di un odio che, solo in teoria, impedisce loro di stare insieme.
[Continuazione -ma neanche tanto- di Mrs. Brownstone, spero vi piaccia!]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forbidden&Forgotten'
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Poche volte Axl Rose si era sentito così felice. Così felice da non aver nemmeno bisogno di una birra o di una sigaretta. Si potevano contare sulla mano: l’uscita di Appetite, la prima volta in cui era stato riconosciuto per strada, la prima volta con Clarissa, e la nascita di Cecily.
Anche quel giorno rientrava nella lista.
Avrebbe finalmente riabbracciato la sua bambina –che bambina non era-, l’avrebbe portata a casa dopo tanto tempo.
“Buongiorno. Siamo William e Clarissa Rose, ci avete chiamato per nostra figlia, Cecily. In teoria e anche in pratica oggi dovrebbe uscire da qui.”
Clare gli tirò una leggera gomitata nello stomaco. Lo odiava quando faceva così.
“Mh, sì, attendete un attimo, vado a parlare con i medici.”
Clare aveva l’orribile presentimento che non le avrebbero fatto portare via Cecily. Che si fossero in qualche modo affezionati a lei. Perché sua figlia era come una calamita, una bellissima calamita; aveva decisamente preso dal padre.
Ma dopo qualche minuto, eccola arrivare. Più bella che mai. Stava persino sorridendo. I due si avvicinarono rapidamente a lei, aspettandosi di sentirla salutare in modo freddo e distaccato. Invece, si precipitò da loro, li abbracciò entrambi, e baciò le loro guance.
“Mamma, papà, mi siete mancati tanto.”
“Oh, tesoro, ci sei mancata tanto anche tu! La casa non era la stessa senza di te..Decisamente troppo ordinata e silenziosa.” Disse la madre, facendosi sfuggire una lacrima di felicità e di commozione.
Axl era semplicemente troppo colpito per poter proferire anche una sola parola. Mai, negli ultimi cinque –o forse anche di più- anni, sua figlia era stata così dolce nei suoi confronti.
“Ti voglio bene, Cecily. E sono stato un pessimo padre. Me ne sono reso conto soltanto quando te ne sei andata via da noi, via da me. Prometto di lasciarti andare da Hudson ogni volta che vuoi, e potrai farci quello che fanno i fidanzati della vostra età. D’accordo?”
“No, papà. Io e London non stiamo più insieme. Ora sto con Ethan, ed è merito suo se sono felice.”
“Ethan? Quell’Ethan?”
Quasi quasi preferiva London. Quasi.
“è cambiato, per me. London non ha fatto lo stesso. Quindi..Sì. Ora usciamo di qui e non parliamone più.”
Axl scrollò le spalle, non potendo fare altro. Avrebbe fatto i conti con quel nuovo ragazzo a tempo debito, ora doveva e voleva godersi quel momento.
Arrivarono a casa in pochissimo tempo, questo in parte dovuto alla guida spericolata di Clare. Non era mai stata un asso nella guida, e le andava bene così. Lei la vedeva come una cosa positiva: avrebbe tenuto i pedoni sempre all’erta.
“Oh, c’è una piccola sorpresa che ti aspetta dentro.”
“Cos’è? Cos’è?”
“Una cosa che hai sempre voluto e che non ti abbiamo mai comprato.”
E quando Cecily vide quella creatura minuscola e scodinzolante, non poté fare a meno di gongolare come una bambina. Probabilmente, se avesse avuto una coda, avrebbe scodinzolato pure lei.
“Tuo padre gli ha già dato un nome..”
“Ah sì? Qual è? Sono così contentaaaa! Qualsiasi nome sarà di sicuro quello giusto per lui!”
“Si chiama Maciste, non è fantastico?”
Cecily si girò lentamente verso suo padre, un’espressione esasperata dipinta sul suo volto.
“Maciste. Mi state prendendo in giro.”
“Magari, Cecily, magari. Ma a tuo padre piaceva, e in questo periodo era così giù di morale..”
La ragazza scosse la testa, un po’ indignata un po’ divertita. Era a casa, a casa sua. Niente più psichiatri e dottori vari per i corridoi, niente più sedute mattutine, niente più droga.
Aveva ricominciato a vivere una vita sana. Raramente pensava a London, e ancora più raramente provava nostalgia dei tempi in cui stavano insieme. Con Ethan la vita era facile e divertente, e non doveva dividerlo con nessun compagno di band.
Quello che le restava da fare era godersi quei momenti di assoluta contentezza, perché, come aveva sperimentato sulla sua pelle, potevano svanire da un momento all’altro.
 
Max era incerto sul da farsi. Negli ultimi mesi London era diventato il suo miglior amico: avevano parlato di tutto e di tutti, delle loro passioni, dei loro sogni, delle loro paure. Proprio per questo si sentiva tremendamente in colpa ora che la sua Cecily era tornata a casa.
“London? Sono io, Max. Ti devo dire una cosa, e non so se ti piacerà.”
“Dimmi..” Sembrava preoccupato.
“Cecily è tornata a casa.”
“Non mi importa.”
Bugia. Era una bugia grande come una casa.
“Non ti importa neanche il fatto che stia con Ethan?”
“Perché dovrebbe importarmi? Non stiamo più  insieme Max, e, per quanto ti voglia bene, questo tuo tono di compassione mi irrita.”
“Okay, scusa, ma mi sembrava giusto avvertirti.”
“Lo so, ora devo andare, ciao.”
Appena mise giù la cornetta, London Hudson si alzò, ci pensò su un attimo, dopodiché inizio a saltellare per la stanza cantando filastrocche per bambini ritardati. Cecily era a casa sua! Vicino a lui! Gli bastava prendere una macchina a caso e andarla a prendere, per scappare insieme a lei.
No.
Doveva mantenere la calma. Probabilmente non sarebbe stato così semplice. Aveva bisogno, in fretta, di un piano d’azione.
Cecily Rose era roba sua, e sarebbe andato a riprendersela. 


LOSONONMISONOFATTAPIUSENTIRESONOUNACATTIVASCRITTRICEMAVIVOGLIOBENELOSTESSO.
Allora, per prima cosa: mancano 13 giorni al concerto di Slash! Amore mio <3
Pooooi, l'ultima riga dovrebbe suonarvi familiare. E' stata l'ultima frase di un capitolo di Mrs.Brownstone, questo non perché manco di inventiva, ma perché mi sembrava adatta anche qui. 
Vedremo cosa farà London, ora! Baci!
   
 
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