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Autore: Alexiel_Slicer    10/10/2012    4 recensioni
Sequel di -So much for my happy ending-
"Quella voce che mi aveva appena parlato fece cessare di netto il mio respiro...erano passati 6 anni dall'ultima volta che l'avevo sentita...6 lunghissimi anni ed adesso non poteva essere vero, non poteva essere reale, non poteva essere quella voce, la sua voce."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13
"Bip-bip".
Lo schermo del mio cellulare si illuminò accompagnato da quell'acuto suono che si ripetè per quattro volte. Tastai il comodino in cerca dell'aggeggio che trovai ed afferrai quasi subito.
Sul display a caratteri cubitali stava scritto l'avviso di un messaggio da parte di Tom. Aprii la pagina di testo:

"Raggiungi la piazza centrale in auto, poi vai alla stazione della metropolitana.
Tom <3"

Aggrottai la fronte stranita e lasciai il letto per vestirmi, lasciare casa e fare come mi aveva scritto.
Una volta in auto mi apprestai ad attraversare la città, ma sulla via principale rimasi imbottigliata nel traffico, quindi fui costretta a stare incolonnata dietro ad una lunghissima fila che procedeva a passo di formica.
"E adesso che ci sarà di tanto importante da farmi rimanere bloccata nel traffico?" mormorai tra me e me, poi sospirai e poggiai completamente la schiena al sedile lasciando scivolare la mani dal volante. Accesi la radio per distrarmi con la musica e in quel momento passò una delle mie canzoni preferite: Supermassive black hole dei Muse.
Iniziai a canticchiare qualche strofa.

"You set my soul alight
 You set my soul alight
 You set my soul alight
 Glaciers melting in the dead of night
 And the superstars sucked into the supermassive"

Dopo mezz'ora d'incolonnamento riuscii a raggiungere l'ingresso della piazza centrale. Parcheggiai la macchina e percorsi diagonalmente tutta la pavimentazione di selciato, arrivando alla gradinata d'entrata della metropolitana.
Lì dentro un pululare di persone si muoveva da una parte all'altra, su e giù tutte immerse nelle loro faccende.
Mi accomodai su una panchetta verde accostata al muro su cui era appeso un grande cartellone pubblicitario ed aspettai l'arrivo del treno. Pochi secondi dopo uno stridere di freni smorzò quel vociferio sostenuto e dal tunnel buio fece il suo ingresso il treno sotterraneo sulla cui fiancata troneggiava un'enorme scritta di un azzurro sgargiante: "Ti amo".
La T era collegata con la I che assumeva forma di una freccia dalla punta a forma di cuore che andava a sfumare sul rosso, lo stesso foro della A era a forma di cuore e sotto di essa si nascondeva una piccola parte della gambetta della M affiancata da una O, anch'essa a forma di cuore, al cui interno di rosso vi era scritto "Sexgott e Foggy". Sotto l'intera scritta passava una spessa freccia curvilinea e in alto, sull'angolo destro della fiancata, un cupido dalle candide ali bianchi munito del suo magico arco lanciava la sua freccia pronta a colpire quella O a cuore.
Quel "Ti amo" davanti ai miei occhi durò poco, ma riuscii lo stesso a catturarne ogni singolo dettaglio, prima che la metropolitana ripartisse portandoselo via con sè.
"Il progetto della metropolitana..." mormorai meravigliata con gli occhi persi su quei binari ormai vuoti.
"Dalla tua faccia deduco che ti sia piaciuto" mi sentii dire e girandomi vidi Tom.
"Tom...piaciuto? L'adoro! E'...è magnifico, stupendo!".
Sorrise teneramente "Ho faticato un bel pò, ma se il risultato finale è questo: sentirti dire che ti è piaciuto così tanto con il sorriso sulle labbra, direi che la mia fatica è stata premiata in pieno".
Sentii gli occhi farsi lucidi "Ecco, mi stai facendo piangere" dissi asciugandoli.
Mi abbracciò e mi strinsi forte contro il suo petto "Dovrebbero inventare una nuova parola per poter esprimere tutto l'amore che provo per te...io non lo so...ti amo con tutta me stessa. Sei la mia vita, letteralmente. Senza di te sarei solo uno zombie e ho provato cosa significa per sei anni ed è stato orribile...ti prego promettimi che non mi lascerai mai e se anche un giorno ti stuferesti di me io continuerei a starti dietro. Non ti libereresti facilmente di me...ti ho già perso una volta e non voglio che si ripeta, non voglio che tutto ciò che abbiamo adesso, la nostra felicità si distruggi di nuovo...promettimi che non accadrà".
"Io te lo prometto, anche se non serve a molto: io ti appartengo".
"Ti amo, Tom, ti amo da morire".
"Ti amo anch'io, mia piccola stupida Ronnie."

Qualche settimana dopo trovai un lavoro come commessa in una videoteca e di tanto in tanto continuavo a fare le mie serate al club, ma non più sola, bensì accompagnata alla chitarra da Tom. Non vidi più Edward dal giorno della rissa e fu meglio così. Nei giorni liberi, invece, aiutavo Tom al centro di disintossicamento. Volevo stare al suo fianco e vedere il modo meraviglioso con cui si dedicava a quei ragazzi. E anche io volevo fare la mia parte, anche io volevo aiutarli e riscattare il debito che mi ero portata sulle spalle in quegli anni, perchè scappare non serviva a niente e questo anche se tardi l'avevo imparato a mie spese.
FINE 

  
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