Attenzione: Alcune parti sono hot.. ma non moltissimo (almeno credo)
Parte 11
Buffy lo guardò ancora una volta, sperando che lui
rispondesse. “Angel..? mi stai a sentire?”
Aveva parlato per almeno un ora, e lui l’aveva
ascoltata in silenzio. Non l’aveva mai interrotta, si limitava ad annuire, a
sorridere, a guardarla mentre si agitava in un mare di emozioni. Non poteva
seguirla o sarebbero annegati insieme. Doveva mantenere il controllo, almeno uno
dei due doveva fare appello alla razionalità, ma era davvero difficile
resistere. Così, lui ascoltava seguendo il suo umore mutevole che cambiava ad
una velocità sorprendente. Si sforzò di non perdere la calma, a volte le parole
di Buffy ferivano come la lama di un coltello, a volte erano dolci più del miele
..ma lui, al momento era solo felice che fosse lì. Così, prendeva tutto ciò che
veniva da lei, come fosse un regalo immenso e certamente per lui, lo
era.
“Lo sai che non te la caverai tanto facilmente, vero?”
urlò Buffy “Voglio sapere tutto ad iniziare da.. DOVE accidenti sei stato tutto
questo tempo? tutti ti credevano morto. Ok, quasi tutti.. io sapevo che non lo
eri.. ma non è questo il punto.. il punto è che ti nascondevi da
me..”
Lui non rispose, e lei continuò senza sosta. Doveva
smuovere quel muro di silenzio.
“Quattro anni, Angel. Quattro anni senza sapere se eri
vivo o morto..”
Angel si alzò dirigendosi verso il bagno e lei lo
seguì “Angel..? mi stai a sentire?”
Lui camminava lentamente e nel tragitto dovette
appoggiarsi a qualche sostegno, ma riuscì ad arrivare al bagno senza l’aiuto di
Buffy. Era stanco però, e si sedette sul bordo della vasca. “Ho questi pantaloni
addosso da cinque giorni, meno male che non ho messo la camicia, adesso sarebbe
da buttare.. il costo del mio guardaroba sta diventando esorbitante. Ho bisogno
di fare una doccia prima di subito.. e anche di un altro po’ di sangue.. però
sto recuperando in fretta”
“Oh no, Angel.. non provarci, non funzionerebbe, non
questa volta.. credi che non abbia capito cosa stai facendo? Vuoi dirottare
l’attenzione sul fatto che sei senza camicia.. non che io non l’abbia notato,
ben inteso.. perché l’ho notato benissimo, ma ora dobbiamo parlare. La doccia?
Cosa centra la doccia adesso? ti ho fatto delle domande, comunque è meglio un
bagno.. hai l’acqua calda in questa specie di.. di tana da vampiro? o dobbiamo
scaldarla col fiato?..”
Perché adesso si ritrovava stretta fra le gambe di
Angel? ..e perché lui la teneva per i fianchi? ..e soprattutto perché la stava
baciando in quel modo oscenamente possessivo.. ma anche così maledettamente
dolce? Lui, ancora seduto sul bordo della vasca, la teneva saldamente per la
vita, attirandola ancora più vicino a sé. Lei stava in piedi davanti a lui e
aggrappandosi alle sue spalle approfondì il bacio, rispondendo come se fosse
l’unica cosa al mondo che contasse veramente. Questo era molto meglio di tutti i
suoi sogni messi insieme ..e i suoi sogni, in tutti questi anni, erano stati
davvero caldi.. molto caldi.
“Davvero vuoi parlare di questo adesso?” chiese Angel
staccandosi dalle sue labbra. “Io sono ancora nella fase ‘Buffy è qui e non posso credere che sia
vero’. Certo che dobbiamo parlare, ma possiamo cominciare con.. Io ti amo. Mi sei mancata così tanto che..”
Continuò a baciarla.
Buffy non voleva sentire altro, voleva sentire solo le
labbra di Angel unite alle sue e lui aveva ragione, non gli aveva ancora detto
che gli era mancato tantissimo. “Dire che ‘Mi sei mancato’ non rende l’idea.. non
ci sono parole o se ci sono io non le conosco.. Angel, ho creduto di impazzire e
poi questi ultimi giorni avevo incubi terrificanti e la cicatrice sul collo
che..”
“Lo so, abbiamo fatto lo stesso sogno, abbiamo sognato
insieme ..e tu sei davvero testarda, lo sai? anche nei sogni.. vuoi sempre
averla vinta tu ..e il bello è che.. riesci sempre a..”
“..a salvarti la vita ..fa ancora male il braccio?
Accidenti Angel, hai un aspetto terribile, guarda qua che occhiaie.. e poi sei
così.. sei magrissimo.. ma come si fa vivere così? riesci ad entrare da solo
dentro la vasca? ..e se per caso tu avessi voglia di piangere, non è che devi
aspettare il permesso delle Forze dell’Essere.. perché per una volta, vorrei non
essere io quella che piange per prima.. però sbrigati.. perché non credo di
poterle trattenere ancora.. intendo le
lacrime..”
La prese ancora per i fianchi e lei si ritrovò seduta
sulle sue ginocchia. Gli buttò le braccia al collo e poggiò la testa sulle sue
spalle. Il viso di Angel era invece sepolto nei suoi capelli di seta, quelli che
aveva sognato così tante volte in tutti quegli anni e mentre si tenevano
strettissimi, piansero insieme. Piansero a lungo, era ciò di cui entrambi
avevano bisogno. Lui la cullava fra le sue braccia, ma si aggrappava a lei come
se temesse di perderla di nuovo. Aveva il terrore folle che svanisse nel nulla
da un momento all’altro. Voleva trovare conforto fra le sue braccia, ma voleva
anche rassicurarla, odiava vederla piangere.
Così,
prendeva amore e poi lo restituiva a lei
Per Buffy le cose non erano diverse. Era
confortevolmente accoccolata tra le sue braccia ed era davvero appagante, ma era
anche molto preoccupata per lui. Sentiva tutta la sua fragilità, e sapeva che
piangere era ciò che dovevano fare, soprattutto lui. Conosceva fin troppo bene
la sua ostinata capacità di trattenere il dolore e di mantenere il controllo
delle proprie emozioni, ma non sempre era la cosa giusta da fare. Non gli disse
nulla, si limitò ad abbracciarlo sempre più forte per rassicurarlo e questo dava
conforto anche a lei.
Così,
prendeva amore e poi lo restituiva a lui
..fin quando entrambi non ne ebbero abbastanza. I
singhiozzi divennero silenziosi e sommessi. Lei sollevò la testa, lo guardò
negli occhi, e quasi impazzì di gioia. Rivide la sua bellissima anima e tutto
amore che Angel provava per lei. Mai nessun altro l’aveva guardata così. Mai.
Non era passione o lussuria, c’era senz’altro anche quella, la vedeva guizzare
appena sotto la superficie, ma c’era qualcos’altro che lei aveva dimenticato da
tempo. Lo riconobbe subito. Era ciò che rendeva unico il loro amore. Era quella
netta e chiara consapevolezza di sapere che lui la comprendeva in modo totale,
che conosceva tutto di lei e nonostante ciò non sentirsene affatto minacciata.
Guardare Angel negli occhi, era come vedersi allo specchio. Loro due erano il
riflesso l’uno dell’altro e quando lo sentì tremare, comprese che Angel stava
vivendo la stessa identica sensazione. Questo rendeva unico il loro amore e
questo era anche ciò che li divideva. Loro non potevano permettersi di andare
oltre ..e adesso erano troppo vicini.
Troppo.
“Forse è meglio se..” disse Buffy “..se vado di là.
Riesci a fare da solo?”
“Sarà meglio.. si” rispose Angel, ma quando Buffy si
alzò per uscire, si aggrappò ancora a lei in preda ad un irrazionale paura.
“Vado solo di là un momento” disse lei sorridendo.
La guardò andar via e per un po’ rimase a fissare la
porta in cui lei era sparita. Si sentì perso come se fosse uscita dalla sua vita
per sempre. Percepì una netta sensazione di panico, come presagio di ciò che sapeva sarebbe successo da lì a breve.
Lei sarebbe andata via di nuovo, adesso o fra sei mesi o fra un anno, non
cambiava molto le cose. Loro erano
condannati.
Fece scorrere l’acqua nella vasca, ma poi cambiò idea.
Meglio la doccia. Fredda, molto fredda. Aveva bisogno di rimanere sveglio ..e
comunque, voleva lasciare l’acqua calda per Buffy.
A quel pensiero sorrise. Buffy era entrata da poche
ore nella sua vita e già era la sua priorità. Buffy era sempre stata la sua
priorità. Si chiese se fosse più doloroso saperla lontana, oppure averla lì a
pochi passi da lui, senza però potersi avvicinarsi troppo.
Insaponò la spugna e si sfregò la pelle fino a farla
quasi sanguinare, sentiva il suo odore ovunque e non sarebbe andato via
facilmente, non dalla sua mente. Rimase a lungo sotto il getto dell’acqua gelata
e uscì solo quando cominciò a rabbrividire. Si sedette ancora una volta sul
bordo della vasca. Era esausto.
Buffy entrò in quel momento porgendogli degli abiti
puliti che lui afferrò subito, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Come se avessero fatto questo un infinità di volte, come se lei fosse stata
sempre lì. “Mi hai lasciato un po’ d’acqua calda?” chiese lei.
Gesti e parole parevano appartenere ad una
quotidianità che a loro era sempre stata negata, ma allo stesso tempo, il modo
in cui comunicavano, implicava una profonda intima conoscenza l’uno dell’altro
che andava al di là del vivere quotidiano. Buffy aveva cercato degli abiti
puliti per lui, aveva semplicemente aperto il suo armadio e aveva frugato qua e
là, sorridendo notando l’ordine eccessivamente ossessivo di Angel. Aveva poi
preso qualcosa per lei dalle sue valigie, rendendosi conto di aver dimenticato
di portarsi dietro il suo beauty-case.
“Ti scoccia se uso il tuo?” chiese ancora, indicando
lo spazzolino da denti, mentre si spogliava facendo cadere i pantaloni ai propri
piedi. Solo quando cominciò a sfilare la camicetta notò che Angel non aveva
ancora risposto, ma la guardava con
quella luce negli occhi che lei conosceva fin troppo bene. Come la corrente
sotterranea di un fiume in piena, di nuovo il desiderio si insinuò fra loro.
Deglutì a disagio notando che pure lui non era poi tanto vestito e dovette fare
ricorso a tutto il suo autocontrollo. Abbassò gli occhi e tentò di ricoprirsi,
ridacchiando nervosa.
“Scusa.. è che ho bisogno di.. di fare una doccia..
dodici ore di volo sono state..” Angel si alzò, rendendosi conto solo in quel
momento che anche lui era mezzo nudo. Inconsciamente strinse più strettamente
l’asciugamano che teneva sui fianchi e prima di uscire rispose “Certo.. è stato
un lungo viaggio.. si.. l’acqua è ancora caldissima.. si.. lo spazzolino.. puoi
usarlo.. certo..”
La lasciò sola e si sedette sul letto, facendo piano
per non svegliare Connor. Meglio rivestirsi subito ..e comunque.. possibile che Buffy fosse
sempre così disordinata? Uno sguardo veloce verso l’armadio aperto di fronte
a lui, indicava chiaramente i segni del suo passaggio. Aveva spostato le crucce
delle sue camice facendone cadere alcune e i suoi maglioni erano sparsi ovunque.
Sembrava che il suo armadio fosse stato investito da un gigantesco ciclone.
Sbarrate
le porte.. è in arrivo l’uragano Buffy
pensò fra sé e per un momento contemplò l’idea di riordinare subito, era più
forte di lui. Ma poi decise che amava anche il suo disordine ed era comunque un
segno tangibile della sua presenza. Da qualunque punto di vista la si volesse
guardare, Buffy riusciva sempre a sconvolgere la sua vita e realizzò che aveva
desiderato che questo accadesse da un infinità di tempo. Lei gli era mancata
tantissimo.
Si voltò a guardare Connor che dormiva e sorrise.
Possibile che fosse tutto vero? Suo figlio lì accanto e Buffy che faceva la
doccia a pochi passi da lui. Sembrava un
sogno.
Il suono del cellulare di Connor lo riscosse dai suoi
pensieri e corse per spegnerlo. Suo figlio però fu più veloce di lui, e
allungando la mano verso il comodino, rispose alla chiamata “Si?” chiese
assonnato. Lo vide ridere e si commosse. Si sedette nella poltrona davanti a
lui, mentre infilava le scarpe, e non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
Era così raro sentirlo ridere.
“Sarà meglio, Tommy. Meglio che sia importante come
dici. Perché? Hai idea di che ore sono? ma tu non dormi proprio mai?” Sentendo
la risposta, Connor rise ancora e controllò l’orologio “Ok, un punto per te..
non è così tardi come credevo. Ho detto OK, si.. sto
arrivando”
Si alzò di corsa e in pochi secondi era pronto per
uscire “Devo andare. Tommy ha bisogno di parlare con me. Dice che è urgente,
anche se ne dubito.. ma aveva l’aria seria..
quindi..”
“Devi
andare? Voglio dire.. proprio subito?” Connor annuì ma volle rassicurarlo
ulteriormente. “È venerdì oggi..
quindi ho
ancora tre giorni liberi prima di riprendere la mia solita vita. Comunque torno,
papà.. non appena finisco con Tommy.. torno per.. salutare Buffy e anche per..
insomma voglio dare un'altra controllata al tuo braccio..” Salutò con un cenno
della mano ma Angel lo richiamò subito “Aspetta. Visto che hai ancora dei giorni
liberi.. mi chiedevo se..”
Era a disagio. Connor lo capì subito. Stava per dire
qualcosa di importante, ormai lo conosceva bene. “Mi chiedevo se..” continuò
Angel guardando le valigie di Buffy “..ti andrebbe di fare una cosa per me? o
meglio.. non proprio per me.. per
noi.. una cosa per noi.
Potresti.. tu potresti farti aiutare dal tuo amico.. se vuoi.. se non hai altri
impegni.. insomma, non sei obbligato..”
“PAPA’..?” urlò Connor esasperato. La pazienza non era
una sua dote. “Puoi semplicemente arrivare al dunque senza girarci intorno?
wow.. io balbetto quando sono incasinato.. almeno questo è ciò che dice Tommy,
ma tu mi batti di sicuro.. non sarà una cosa
ereditaria?”
Angel tentò di non ridere “Io non balbetto” precisò
per darsi un contegno.
Spiegò poi cosa avesse in mente e vedendo la
commozione negli occhi di suo figlio, comprese di essere riuscito a spiegarsi
benissimo. Connor era senza parole e annuì in silenzio. “Era nei patti, no? ti
avevo promesso che sarebbe accaduto e questo è il momento giusto.. come vedi, ho
ancora bisogno del tuo aiuto.. oh.. e prendi questo con te, scegli tu dove
sistemarlo..” disse Angel, indicando il microonde ancora imballato nello
scatolone, poi aggiunse “Pensi di farcela in tre giorni? Devi solo sistemare le
cose più urgenti. Il resto lo faremo insieme”
Consegnò a Connor una carta di credito e lui rifiutò
“Papà? stai scherzando, vero? Non mi servono i soldi ..comunque si, se Tommy mi
dà una mano, penso di farcela” Aveva risposto un po’ troppo frettolosamente per
mascherare l’emozione. Ciò che Angel gli aveva chiesto di fare, andava al di là
delle sue più rosee aspettative. Non pensava che sarebbe accaduto così
presto.
“Ti
serviranno invece..” rispose Angel “È
chiuso da un infinità di tempo.. devi riallacciare la corrente elettrica, il
telefono e..”
Connor prese la carta “OK.. OK.. hai ragione” Rise e disse ancora “..e poi penso
che dovrò pagare Tommy.. lui fa tutto per soldi..”
Angel
lo guardò serio “È un tipo
affidabile? Cosa vuol dire che fa tutto per soldi?”
Connor annuì “Lui è il mio migliore amico, sta
tranquillo, papà. Ti sembrerà strano, ma Tommy è l’unica cosa reale della mia
nuova vita.. lui non appartiene ai falsi ricordi.. ci siamo conosciuti dopo..
lui e io ci siamo scelti a vicenda.. capisci cosa intendo? Con Tracy invece
non è così.. lei appartiene ai ricordi fabbricati dalla W&H ..e non credo
che fra noi durerà ancora per molto. Tommy sarà felice di aiutarmi.. lo fa
sempre, ma ha questa fissa per i soldi..”
Angel capiva benissimo cosa intendesse dire e annuì
serio. “Chiamami se hai bisogno d’aiuto.. Connor, non devi fare tutto da solo,
ok? solo una sistemata veloce per..” Connor rise ancora “..per renderla
abitabile da subito.. si, si.. ho capito. La camera? voglio dire.. sempre
quella?”
Era emozionato, non voleva che Angel lo notasse, ma
suo padre aveva sensi da pipistrello.
Era difficile nascondersi dal suo sguardo. Decise di cedere, almeno un po’.
“Sono contento che.. hai deciso di fare questo.. ok, ora devo andare davvero..
Tommy mi sta aspettando ..e questo scatolone pesa” Gli sorrise e prima di uscire
disse ancora “Ci vediamo domenica notte allora. Saluta Buffy.. dille che..” non
riuscì a continuare e Angel finì per lui.
“Glielo dirai tu.. forse anche prima di domenica sera.
Per la camera.. certo, sempre quella..”
Lo guardò dirigersi verso la macchina e notò lo strano
marchingegno che pendeva dalla porta. “È l’antifurto” urlò Connor ridendo
“Chiedi a Buffy.. lei sa di che parlo..”
Angel rise a sua volta, e rientrò dentro solo quando
lui sparì dalla sua vista. Mise su l’acqua per il thè, aveva bisogno di qualcosa
di caldo e sicuramente Buffy avrebbe gradito. Non si voltò a guardarla, ma
sapeva che era proprio dietro alle sue spalle. La scatola con le lettere era
ancora lì, ma decise di non riporla nella credenza. Voleva che lei le leggesse.
Voleva mostrargliele.
“Niente phon ..e niente specchi” disse Buffy mentre
asciugava i capelli con l’asciugamano. “In camera? Hai uno specchio almeno lì?”
Poi chiese ancora “Connor?”
Angel versò il thè nelle tazze. “È dovuto uscire di
corsa, una cosa urgente con l’amico” Buffy si sedette nell’unica sedia
disponibile “Tommy immagino.. quel ragazzo ha qualcosa di strano..” Angel
accostò al tavolo un vecchio baule che divenne un sedile, sistemandosi proprio
di fronte a lei. “Lo conosci?” chiese stupito. Possibile che Buffy sapesse già
così tante cose di Connor?
Lei annuì ma non disse altro.
Nella sua mente i pensieri correvano veloci. Erano
entrambi seduti intorno ad un tavolo e fra loro vi era ..quella teiera. Impossibile non
ricordare quel giorno e faceva male
da morire.
I pensieri di Angel non erano diversi. Il profondo
senso di déjà vu era lacerante. C’era però una differenza rispetto a otto anni
prima. Questa volta non c'era nessuna importante modifica che cambiava la loro
vita, non per lui almeno. Non era improvvisamente diventato umano e sapeva anche
che non sarebbe accaduto mai più. Cercò di allontanare il ricordo di quel giorno
fuori della sua mente. Era arrivato il momento di parlare e lasciò che fosse lei
a cominciare.
Entrambi pensarono che fosse meglio mantenere una
certa distanza fra loro, e furono attenti a non sfiorarsi neanche con un dito,
mentre Buffy tentò di spiegare la vera ragione per cui era lì. Dapprima esitante
e poi in un fiotto di parole che tradì tutto il suo nervosismo.
“Ti ho cercato ovunque Angel, chiesi anche aiuto ad
una potente strega. Usò la tua vecchia giacca ..e questa” disse, mostrando la
croce che portava al collo, poi ridacchiò. “La strega era sorpresa che
l’incantesimo di localizzazione avesse funzionato. Disse che quegli oggetti
erano stati lontani da te per così tanto tempo, che era impossibile che
funzionasse, ma disse anche che.. che c'era un grande potere che manteneva il
collegamento fra noi due.. noi siamo uniti da.. da qualcosa che va oltre il
tempo.. disse proprio così.. disse però che per quanto percepisse la tua
presenza, non riusciva a localizzarti.. disse che era come se tu non volessi
farti trovare..”
Angel tentò di avvicinarsi, ma lei lo bloccò “No,
aspetta.. fammi finire.. non voglio parlare di questo, non adesso. Voglio che tu
sappia perché sono qui.. intendo la vera
ragione..”
Lui
annuì "Perché sei qui, Buffy?" chiese sottovoce, facendo trapelare tutta la sua
ansia. La guardò di nuovo. Intensamente. E ciò che vide lo spaventò. In lei non
vi era più lo sguardo luminoso che aveva visto nei suoi occhi tanti anni
prima. Era qualcosa
di molto più vecchio, più in ombra, e più di ogni altra cosa, avrebbe voluto
allontanare quelle ombre da Buffy.
Lei si alzò e prese il suo diario, quello in cui aveva
riversato tutti i pensieri per Angel. Lo poggiò sul tavolo accanto alla teiera e
tornò a sedersi. Era a disagio, abbassò lo sguardo e si guardò le mani che
stringeva nervosamente. Aveva paura che lui non volesse sentite le sue
parole.
"Non ho mai smesso di amarti, Angel. Sono qui perché
ho bisogno di scoprire se c’è un qualche modo in cui potremmo far funzionare le
cose tra noi. Se.. hai trovato una soluzione.. per la maledizione o se.." Poi
indicò il diario “qua c’è tutta la mia vita.. e credo che non esista una sola
pagina di questo diario, in cui non compaia il tuo
nome..”
Lui ascoltò con lo stupore negli occhi e la gioia nel
cuore, ma mantenne stoicamente una calma esteriore che non possedeva affatto.
Ora era il suo turno di guardarsi le mani. Abbassò lo sguardo, non poteva dirle
che aveva firmato via la loro unica speranza, non poteva dirle che la Shanshu
era ormai un sogno irrealizzabile. Poteva però dirle che l’amava. Si alzò e
portò fuori le lettere dalla scatola, consegnandole a Buffy.
“Queste.. queste sono tue, anche se non le ho mai
spedite.. ma lì c’è tutto.. tutte le risposte che cerchi. Tutto. Se sono
riuscito a sopravvivere in questi ultimi quattro anni, il merito è solo tuo..”
Tornò a sedersi di fronte a lei. “Io non ho mai smesso d’amarti, Buffy.
Mai”
Lei teneva il fascio di lettere in mano, incapace di
credere ai propri occhi. Anche lui le aveva scritto? Non riusciva a ricordare
quante volte avesse desiderato di ricevere una sua lettera e lui aveva appena
detto che l’amava ancora. Con un filo di voce chiese ancora
“Fra noi le cose funzioneranno,
vero?”
Angel avrebbe volute urlare il suo SI, ma il problema
non era il sesso, non lo era mai stato. Lo sapeva bene. Era sempre stata la
perfetta felicità che provava quando stava con lei, era quella che li aveva
divisi. Si chiese se con tutto quello che aveva sofferto in quegli anni, per lui
potesse ancora esistere la felicità. Forse adesso poteva controllare il demone.
Forse, se fosse stato attento, sarebbe riuscito a bloccare Angelus. Doveva solo mantenere il controllo e
tutto sarebbe andato bene. Si sentiva come un giovane imberbe, che si aggrappava
sugli specchi.
I loro occhi si incontrarono per un solo istante e fu
la loro fine. Il domandarsi se fosse giusto o no, perse ogni significato. Tutte
le risposte erano lì, nei loro occhi. Angel la raggiunse oltre la teiera,
allungò la mano e anticipando ciò che lei voleva, si avvicinò ancora di più. Le
loro dita si sfiorarono proprio come avevano fatto quel giorno. Ancora una
volta, fu fuoco liquido sulla sua pelle. Umano o demone, quando lei lo toccava,
per Angel era sempre la stessa identica cosa. Fu fuoco liquido per entrambi.
Buffy percepì distintamente una sensazione di appartenenza. Questa volta, c’era
il tavolo tra di loro, ma anche quella distanza fu presto dimenticata.
Ora le sue labbra erano sulle sue, e le mani di Buffy
correvano lungo tutto il corpo di Angel. Le braccia di lui erano piene della
donna che aveva sognato ogni notte. I suoi sensi erano sovraccaricati dalla sua
vicinanza e il suo profumo lo fece impazzire. Angel cominciò a toglierle i
vestiti, le immagini di un tavolo rotto tornò alla loro memoria. Lui la prese
per i fianchi e lei avvolse le gambe strette intorno alla sua vita. Angel corse
semplicemente verso il letto, non poteva aspettare oltre. Lei lo spogliò con
frenesia febbrile. Lo voleva dentro di lei
subito.
Era ubriaco di lei, stava annegando in lei, e lei in
lui. Non c'era finezza nei loro gesti, c’era solo urgenza. L’unico imperativo
immediato a cui riuscivano a rispondere. ORA.
Adesso.
Subito. Mia. - Adesso. Subito. Mio.
Riuscì
a mettere in pausa i propri istinti, per un fugace singolo secondo, mentre
giaceva sopra di lei, pelle a pelle. Si perse in lei e nella sua radiosa
bellezza arrossata, guardandola come se la vedesse per la prima volta. Poi si
baciarono ancora, come se quel bacio potesse spazzare via un decennio di fame
dell'anima. Un bacio selvaggio. Affamato. Osceno. I pensieri scomparvero.
L’attimo dopo, era già dentro lei, aprendo le porte del desiderio a lungo
negate.
Non
era mai stato sul sesso. Era sempre stato su di lei. Ecco perché era stata così
pericolosa per lui. Se doveva morire, voleva morire adesso. Voleva perdersi
dentro lei e non tornare mai più. Voleva ogni singola parte di lei. Voleva
tutto. La voleva tutta per sé. Possessivamente.
Buffy pareva impazzita. Lo graffiò, affondando le dita
nei suoi muscoli, attirandolo più vicino a sè, più profondamente, di più,
semplicemente di più. E lui rispose. Selvaggiamente. Sentì i suoi muscoli
vaginali che stringevano intorno alla sua erezione, lei lo stava invitando ad
entrare e non era abbastanza, non ancora. Lei voleva di più. Lei voleva tutto.
Entrò così profondamente dentro lei da farla urlare di piacere. Non era più
gemiti o sospiri, erano urla e grugniti animaleschi. Buffy aveva perso
totalmente il controllo e lui la seguì ancora una
volta.
Le
sue braccia, le sue gambe, la sua bocca, la sua lingua, il suo tutto sé stesso, era così
strettamente avvinghiato a lei che li rendeva un unico corpo. Lei era lui. Lui
era lei. Uno dentro l'altro, senza confini. Loro si appartenevano. Voleva
piangere di gioia. Voleva gridare la sua esaltazione al mondo. Voleva affondare
i denti in lei e sentire ancora il gusto del suo sangue. Ma poi il sangue era il
suo, come lei scavò la sua pelle con le unghie e sentì le sue lacrime di gioia.
Ma il ruggito del demone lo impaurì, e così le lacrime ora divennero sue. Uscì
fuori da lei, non potendo continuare oltre. Era confuso e disorientato e
all'inizio non capì perché lo invitò di nuovo dentro lei.
Durò solo un attimo.
Non era mai stato sul sesso. Era sempre stato su di lei.
Lei
era la sua priorità e oggi per lei doveva essere indimenticabile. Angel era un
amante eccezionale e i bisogni di Buffy, adesso erano l’unica cosa la mondo che
contavano.
Scosse la testa, lui non poteva perdere il controllo,
ma usò le sue naturali molteplici doti per portare a compimento il suo compito,
ancora e ancora. Si fermò solo quando lei era del tutto sazia. Quando l’ultimo
gemito dell’orgasmo della sua donna, morì dentro le sue labbra, la prese fra le
sue braccia, poggiando la guancia contro i suoi capelli, appagato
dall’appagamento di lei.
Non era mai stato sul sesso. Era sempre stato su di
lei.
"Angel,
sei.. sei.."
Lui
non la lasciò finire.
"Sshh.
Non ti preoccupare.."
Lei
lo guardò.
"Troveremmo
una soluzione, vero?"
Si
chiese se potevano, ma non era il momento di parlare, non ora.
"Sicuramente.."
Nei loro giochi d’amore, lei l’aveva sentito gemere e
seppe che l’estasi aveva raggiunto anche lui, ma mai dentro lei. Aveva capito il
suo gioco e l’aveva assecondato. Era riuscito a portarla oltre il limite della
follia, più e più volte, ma lui era uscito da lei immediatamente dopo. Sapeva
bene perché ed era maledettamente frustrante. Per lui lo era sicuramente.
“Angel?”
"Sshh.
Dormi adesso.. va tutto bene, Buffy.. se tu stai bene, sto bene anche
io.."
Dormirono abbracciati strettissimi. Sazi.. per
ora.