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Autore: lafatablu    10/10/2012    1 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Attenzione: Alcune parti sono hot.. ma non moltissimo (almeno credo)

 

 

Parte 11

 

Buffy lo guardò ancora una volta, sperando che lui rispondesse. “Angel..? mi stai a sentire?”

Aveva parlato per almeno un ora, e lui l’aveva ascoltata in silenzio. Non l’aveva mai interrotta, si limitava ad annuire, a sorridere, a guardarla mentre si agitava in un mare di emozioni. Non poteva seguirla o sarebbero annegati insieme. Doveva mantenere il controllo, almeno uno dei due doveva fare appello alla razionalità, ma era davvero difficile resistere. Così, lui ascoltava seguendo il suo umore mutevole che cambiava ad una velocità sorprendente. Si sforzò di non perdere la calma, a volte le parole di Buffy ferivano come la lama di un coltello, a volte erano dolci più del miele ..ma lui, al momento era solo felice che fosse lì. Così, prendeva tutto ciò che veniva da lei, come fosse un regalo immenso e certamente per lui, lo era.

“Lo sai che non te la caverai tanto facilmente, vero?” urlò Buffy “Voglio sapere tutto ad iniziare da.. DOVE accidenti sei stato tutto questo tempo? tutti ti credevano morto. Ok, quasi tutti.. io sapevo che non lo eri.. ma non è questo il punto.. il punto è che ti nascondevi da me..”

Lui non rispose, e lei continuò senza sosta. Doveva smuovere quel muro di silenzio.

“Quattro anni, Angel. Quattro anni senza sapere se eri vivo o morto..”

Angel si alzò dirigendosi verso il bagno e lei lo seguì “Angel..? mi stai a sentire?”

Lui camminava lentamente e nel tragitto dovette appoggiarsi a qualche sostegno, ma riuscì ad arrivare al bagno senza l’aiuto di Buffy. Era stanco però, e si sedette sul bordo della vasca. “Ho questi pantaloni addosso da cinque giorni, meno male che non ho messo la camicia, adesso sarebbe da buttare.. il costo del mio guardaroba sta diventando esorbitante. Ho bisogno di fare una doccia prima di subito.. e anche di un altro po’ di sangue.. però sto recuperando in fretta”

“Oh no, Angel.. non provarci, non funzionerebbe, non questa volta.. credi che non abbia capito cosa stai facendo? Vuoi dirottare l’attenzione sul fatto che sei senza camicia.. non che io non l’abbia notato, ben inteso.. perché l’ho notato benissimo, ma ora dobbiamo parlare. La doccia? Cosa centra la doccia adesso? ti ho fatto delle domande, comunque è meglio un bagno.. hai l’acqua calda in questa specie di.. di tana da vampiro? o dobbiamo scaldarla col fiato?..”

Perché adesso si ritrovava stretta fra le gambe di Angel? ..e perché lui la teneva per i fianchi? ..e soprattutto perché la stava baciando in quel modo oscenamente possessivo.. ma anche così maledettamente dolce? Lui, ancora seduto sul bordo della vasca, la teneva saldamente per la vita, attirandola ancora più vicino a sé. Lei stava in piedi davanti a lui e aggrappandosi alle sue spalle approfondì il bacio, rispondendo come se fosse l’unica cosa al mondo che contasse veramente. Questo era molto meglio di tutti i suoi sogni messi insieme ..e i suoi sogni, in tutti questi anni, erano stati davvero caldi.. molto caldi.

“Davvero vuoi parlare di questo adesso?” chiese Angel staccandosi dalle sue labbra. “Io sono ancora nella fase ‘Buffy è qui e non posso credere che sia vero’. Certo che dobbiamo parlare, ma possiamo cominciare con.. Io ti amo. Mi sei mancata così tanto che..” Continuò a baciarla.

Buffy non voleva sentire altro, voleva sentire solo le labbra di Angel unite alle sue e lui aveva ragione, non gli aveva ancora detto che gli era mancato tantissimo. “Dire che ‘Mi sei mancato’ non rende l’idea.. non ci sono parole o se ci sono io non le conosco.. Angel, ho creduto di impazzire e poi questi ultimi giorni avevo incubi terrificanti e la cicatrice sul collo che..”

“Lo so, abbiamo fatto lo stesso sogno, abbiamo sognato insieme ..e tu sei davvero testarda, lo sai? anche nei sogni.. vuoi sempre averla vinta tu ..e il bello è che.. riesci sempre a..”

“..a salvarti la vita ..fa ancora male il braccio? Accidenti Angel, hai un aspetto terribile, guarda qua che occhiaie.. e poi sei così.. sei magrissimo.. ma come si fa vivere così? riesci ad entrare da solo dentro la vasca? ..e se per caso tu avessi voglia di piangere, non è che devi aspettare il permesso delle Forze dell’Essere.. perché per una volta, vorrei non essere io quella che piange per prima.. però sbrigati.. perché non credo di poterle trattenere ancora.. intendo le lacrime..”

La prese ancora per i fianchi e lei si ritrovò seduta sulle sue ginocchia. Gli buttò le braccia al collo e poggiò la testa sulle sue spalle. Il viso di Angel era invece sepolto nei suoi capelli di seta, quelli che aveva sognato così tante volte in tutti quegli anni e mentre si tenevano strettissimi, piansero insieme. Piansero a lungo, era ciò di cui entrambi avevano bisogno. Lui la cullava fra le sue braccia, ma si aggrappava a lei come se temesse di perderla di nuovo. Aveva il terrore folle che svanisse nel nulla da un momento all’altro. Voleva trovare conforto fra le sue braccia, ma voleva anche rassicurarla, odiava vederla piangere.

Così, prendeva amore e poi lo restituiva a lei

Per Buffy le cose non erano diverse. Era confortevolmente accoccolata tra le sue braccia ed era davvero appagante, ma era anche molto preoccupata per lui. Sentiva tutta la sua fragilità, e sapeva che piangere era ciò che dovevano fare, soprattutto lui. Conosceva fin troppo bene la sua ostinata capacità di trattenere il dolore e di mantenere il controllo delle proprie emozioni, ma non sempre era la cosa giusta da fare. Non gli disse nulla, si limitò ad abbracciarlo sempre più forte per rassicurarlo e questo dava conforto anche a lei.

Così, prendeva amore e poi lo restituiva a lui

..fin quando entrambi non ne ebbero abbastanza. I singhiozzi divennero silenziosi e sommessi. Lei sollevò la testa, lo guardò negli occhi, e quasi impazzì di gioia. Rivide la sua bellissima anima e tutto amore che Angel provava per lei. Mai nessun altro l’aveva guardata così. Mai. Non era passione o lussuria, c’era senz’altro anche quella, la vedeva guizzare appena sotto la superficie, ma c’era qualcos’altro che lei aveva dimenticato da tempo. Lo riconobbe subito. Era ciò che rendeva unico il loro amore. Era quella netta e chiara consapevolezza di sapere che lui la comprendeva in modo totale, che conosceva tutto di lei e nonostante ciò non sentirsene affatto minacciata. Guardare Angel negli occhi, era come vedersi allo specchio. Loro due erano il riflesso l’uno dell’altro e quando lo sentì tremare, comprese che Angel stava vivendo la stessa identica sensazione. Questo rendeva unico il loro amore e questo era anche ciò che li divideva. Loro non potevano permettersi di andare oltre ..e adesso erano troppo vicini. Troppo.

“Forse è meglio se..” disse Buffy “..se vado di là. Riesci a fare da solo?”

“Sarà meglio.. si” rispose Angel, ma quando Buffy si alzò per uscire, si aggrappò ancora a lei in preda ad un irrazionale paura. “Vado solo di là un momento” disse lei sorridendo.

La guardò andar via e per un po’ rimase a fissare la porta in cui lei era sparita. Si sentì perso come se fosse uscita dalla sua vita per sempre. Percepì una netta sensazione di panico, come presagio di ciò che sapeva sarebbe successo da lì a breve. Lei sarebbe andata via di nuovo, adesso o fra sei mesi o fra un anno, non cambiava molto le cose. Loro erano condannati.

Fece scorrere l’acqua nella vasca, ma poi cambiò idea. Meglio la doccia. Fredda, molto fredda. Aveva bisogno di rimanere sveglio ..e comunque, voleva lasciare l’acqua calda per Buffy.

A quel pensiero sorrise. Buffy era entrata da poche ore nella sua vita e già era la sua priorità. Buffy era sempre stata la sua priorità. Si chiese se fosse più doloroso saperla lontana, oppure averla lì a pochi passi da lui, senza però potersi avvicinarsi troppo.

Insaponò la spugna e si sfregò la pelle fino a farla quasi sanguinare, sentiva il suo odore ovunque e non sarebbe andato via facilmente, non dalla sua mente. Rimase a lungo sotto il getto dell’acqua gelata e uscì solo quando cominciò a rabbrividire. Si sedette ancora una volta sul bordo della vasca. Era esausto.

Buffy entrò in quel momento porgendogli degli abiti puliti che lui afferrò subito, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Come se avessero fatto questo un infinità di volte, come se lei fosse stata sempre lì. “Mi hai lasciato un po’ d’acqua calda?” chiese lei.

Gesti e parole parevano appartenere ad una quotidianità che a loro era sempre stata negata, ma allo stesso tempo, il modo in cui comunicavano, implicava una profonda intima conoscenza l’uno dell’altro che andava al di là del vivere quotidiano. Buffy aveva cercato degli abiti puliti per lui, aveva semplicemente aperto il suo armadio e aveva frugato qua e là, sorridendo notando l’ordine eccessivamente ossessivo di Angel. Aveva poi preso qualcosa per lei dalle sue valigie, rendendosi conto di aver dimenticato di portarsi dietro il suo beauty-case.

“Ti scoccia se uso il tuo?” chiese ancora, indicando lo spazzolino da denti, mentre si spogliava facendo cadere i pantaloni ai propri piedi. Solo quando cominciò a sfilare la camicetta notò che Angel non aveva ancora risposto, ma la guardava con quella luce negli occhi che lei conosceva fin troppo bene. Come la corrente sotterranea di un fiume in piena, di nuovo il desiderio si insinuò fra loro. Deglutì a disagio notando che pure lui non era poi tanto vestito e dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo. Abbassò gli occhi e tentò di ricoprirsi, ridacchiando nervosa.

“Scusa.. è che ho bisogno di.. di fare una doccia.. dodici ore di volo sono state..” Angel si alzò, rendendosi conto solo in quel momento che anche lui era mezzo nudo. Inconsciamente strinse più strettamente l’asciugamano che teneva sui fianchi e prima di uscire rispose “Certo.. è stato un lungo viaggio.. si.. l’acqua è ancora caldissima.. si.. lo spazzolino.. puoi usarlo.. certo..”

La lasciò sola e si sedette sul letto, facendo piano per non svegliare Connor. Meglio rivestirsi subito ..e comunque.. possibile che Buffy fosse sempre così disordinata? Uno sguardo veloce verso l’armadio aperto di fronte a lui, indicava chiaramente i segni del suo passaggio. Aveva spostato le crucce delle sue camice facendone cadere alcune e i suoi maglioni erano sparsi ovunque. Sembrava che il suo armadio fosse stato investito da un gigantesco ciclone.

Sbarrate le porte.. è in arrivo l’uragano Buffy pensò fra sé e per un momento contemplò l’idea di riordinare subito, era più forte di lui. Ma poi decise che amava anche il suo disordine ed era comunque un segno tangibile della sua presenza. Da qualunque punto di vista la si volesse guardare, Buffy riusciva sempre a sconvolgere la sua vita e realizzò che aveva desiderato che questo accadesse da un infinità di tempo. Lei gli era mancata tantissimo.

Si voltò a guardare Connor che dormiva e sorrise. Possibile che fosse tutto vero? Suo figlio lì accanto e Buffy che faceva la doccia a pochi passi da lui. Sembrava un sogno.

Il suono del cellulare di Connor lo riscosse dai suoi pensieri e corse per spegnerlo. Suo figlio però fu più veloce di lui, e allungando la mano verso il comodino, rispose alla chiamata “Si?” chiese assonnato. Lo vide ridere e si commosse. Si sedette nella poltrona davanti a lui, mentre infilava le scarpe, e non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Era così raro sentirlo ridere.

“Sarà meglio, Tommy. Meglio che sia importante come dici. Perché? Hai idea di che ore sono? ma tu non dormi proprio mai?” Sentendo la risposta, Connor rise ancora e controllò l’orologio “Ok, un punto per te.. non è così tardi come credevo. Ho detto OK, si.. sto arrivando”

Si alzò di corsa e in pochi secondi era pronto per uscire “Devo andare. Tommy ha bisogno di parlare con me. Dice che è urgente, anche se ne dubito.. ma aveva l’aria seria.. quindi..”

“Devi andare? Voglio dire.. proprio subito?” Connor annuì ma volle rassicurarlo ulteriormente. “È venerdì oggi.. quindi ho ancora tre giorni liberi prima di riprendere la mia solita vita. Comunque torno, papà.. non appena finisco con Tommy.. torno per.. salutare Buffy e anche per.. insomma voglio dare un'altra controllata al tuo braccio..” Salutò con un cenno della mano ma Angel lo richiamò subito “Aspetta. Visto che hai ancora dei giorni liberi.. mi chiedevo se..”

Era a disagio. Connor lo capì subito. Stava per dire qualcosa di importante, ormai lo conosceva bene. “Mi chiedevo se..” continuò Angel guardando le valigie di Buffy “..ti andrebbe di fare una cosa per me? o meglio.. non proprio per me.. per noi.. una cosa per noi. Potresti.. tu potresti farti aiutare dal tuo amico.. se vuoi.. se non hai altri impegni.. insomma, non sei obbligato..”

“PAPA’..?” urlò Connor esasperato. La pazienza non era una sua dote. “Puoi semplicemente arrivare al dunque senza girarci intorno? wow.. io balbetto quando sono incasinato.. almeno questo è ciò che dice Tommy, ma tu mi batti di sicuro.. non sarà una cosa ereditaria?”

Angel tentò di non ridere “Io non balbetto” precisò per darsi un contegno.

Spiegò poi cosa avesse in mente e vedendo la commozione negli occhi di suo figlio, comprese di essere riuscito a spiegarsi benissimo. Connor era senza parole e annuì in silenzio. “Era nei patti, no? ti avevo promesso che sarebbe accaduto e questo è il momento giusto.. come vedi, ho ancora bisogno del tuo aiuto.. oh.. e prendi questo con te, scegli tu dove sistemarlo..” disse Angel, indicando il microonde ancora imballato nello scatolone, poi aggiunse “Pensi di farcela in tre giorni? Devi solo sistemare le cose più urgenti. Il resto lo faremo insieme”

Consegnò a Connor una carta di credito e lui rifiutò “Papà? stai scherzando, vero? Non mi servono i soldi ..comunque si, se Tommy mi dà una mano, penso di farcela” Aveva risposto un po’ troppo frettolosamente per mascherare l’emozione. Ciò che Angel gli aveva chiesto di fare, andava al di là delle sue più rosee aspettative. Non pensava che sarebbe accaduto così presto.

“Ti serviranno invece..” rispose Angel “È chiuso da un infinità di tempo.. devi riallacciare la corrente elettrica, il telefono e..” Connor prese la carta “OK.. OK.. hai ragione” Rise e disse ancora “..e poi penso che dovrò pagare Tommy.. lui fa tutto per soldi..”

Angel lo guardò serio “È un tipo affidabile? Cosa vuol dire che fa tutto per soldi?

Connor annuì “Lui è il mio migliore amico, sta tranquillo, papà. Ti sembrerà strano, ma Tommy è l’unica cosa reale della mia nuova vita.. lui non appartiene ai falsi ricordi.. ci siamo conosciuti dopo.. lui e io ci siamo scelti a vicenda.. capisci cosa intendo? Con Tracy invece non è così.. lei appartiene ai ricordi fabbricati dalla W&H ..e non credo che fra noi durerà ancora per molto. Tommy sarà felice di aiutarmi.. lo fa sempre, ma ha questa fissa per i soldi..”

Angel capiva benissimo cosa intendesse dire e annuì serio. “Chiamami se hai bisogno d’aiuto.. Connor, non devi fare tutto da solo, ok? solo una sistemata veloce per..” Connor rise ancora “..per renderla abitabile da subito.. si, si.. ho capito. La camera? voglio dire.. sempre quella?”

Era emozionato, non voleva che Angel lo notasse, ma suo padre aveva sensi da pipistrello. Era difficile nascondersi dal suo sguardo. Decise di cedere, almeno un po’. “Sono contento che.. hai deciso di fare questo.. ok, ora devo andare davvero.. Tommy mi sta aspettando ..e questo scatolone pesa” Gli sorrise e prima di uscire disse ancora “Ci vediamo domenica notte allora. Saluta Buffy.. dille che..” non riuscì a continuare e Angel finì per lui.

“Glielo dirai tu.. forse anche prima di domenica sera. Per la camera.. certo, sempre quella..”

Lo guardò dirigersi verso la macchina e notò lo strano marchingegno che pendeva dalla porta. “È l’antifurto” urlò Connor ridendo “Chiedi a Buffy.. lei sa di che parlo..”

Angel rise a sua volta, e rientrò dentro solo quando lui sparì dalla sua vista. Mise su l’acqua per il thè, aveva bisogno di qualcosa di caldo e sicuramente Buffy avrebbe gradito. Non si voltò a guardarla, ma sapeva che era proprio dietro alle sue spalle. La scatola con le lettere era ancora lì, ma decise di non riporla nella credenza. Voleva che lei le leggesse. Voleva mostrargliele.

“Niente phon ..e niente specchi” disse Buffy mentre asciugava i capelli con l’asciugamano. “In camera? Hai uno specchio almeno lì?” Poi chiese ancora “Connor?”

Angel versò il thè nelle tazze. “È dovuto uscire di corsa, una cosa urgente con l’amico” Buffy si sedette nell’unica sedia disponibile “Tommy immagino.. quel ragazzo ha qualcosa di strano..” Angel accostò al tavolo un vecchio baule che divenne un sedile, sistemandosi proprio di fronte a lei. “Lo conosci?” chiese stupito. Possibile che Buffy sapesse già così tante cose di Connor?

Lei annuì ma non disse altro.

Nella sua mente i pensieri correvano veloci. Erano entrambi seduti intorno ad un tavolo e fra loro vi era ..quella teiera. Impossibile non ricordare quel giorno e faceva male da morire.

I pensieri di Angel non erano diversi. Il profondo senso di déjà vu era lacerante. C’era però una differenza rispetto a otto anni prima. Questa volta non c'era nessuna importante modifica che cambiava la loro vita, non per lui almeno. Non era improvvisamente diventato umano e sapeva anche che non sarebbe accaduto mai più. Cercò di allontanare il ricordo di quel giorno fuori della sua mente. Era arrivato il momento di parlare e lasciò che fosse lei a cominciare.

Entrambi pensarono che fosse meglio mantenere una certa distanza fra loro, e furono attenti a non sfiorarsi neanche con un dito, mentre Buffy tentò di spiegare la vera ragione per cui era lì. Dapprima esitante e poi in un fiotto di parole che tradì tutto il suo nervosismo.

“Ti ho cercato ovunque Angel, chiesi anche aiuto ad una potente strega. Usò la tua vecchia giacca ..e questa” disse, mostrando la croce che portava al collo, poi ridacchiò. “La strega era sorpresa che l’incantesimo di localizzazione avesse funzionato. Disse che quegli oggetti erano stati lontani da te per così tanto tempo, che era impossibile che funzionasse, ma disse anche che.. che c'era un grande potere che manteneva il collegamento fra noi due.. noi siamo uniti da.. da qualcosa che va oltre il tempo.. disse proprio così.. disse però che per quanto percepisse la tua presenza, non riusciva a localizzarti.. disse che era come se tu non volessi farti trovare..”

Angel tentò di avvicinarsi, ma lei lo bloccò “No, aspetta.. fammi finire.. non voglio parlare di questo, non adesso. Voglio che tu sappia perché sono qui.. intendo la vera ragione..”

Lui annuì "Perché sei qui, Buffy?" chiese sottovoce, facendo trapelare tutta la sua ansia. La guardò di nuovo. Intensamente. E ciò che vide lo spaventò. In lei non vi era più lo sguardo luminoso che aveva visto nei suoi occhi tanti anni prima. Era qualcosa di molto più vecchio, più in ombra, e più di ogni altra cosa, avrebbe voluto allontanare quelle ombre da Buffy.

Lei si alzò e prese il suo diario, quello in cui aveva riversato tutti i pensieri per Angel. Lo poggiò sul tavolo accanto alla teiera e tornò a sedersi. Era a disagio, abbassò lo sguardo e si guardò le mani che stringeva nervosamente. Aveva paura che lui non volesse sentite le sue parole.

"Non ho mai smesso di amarti, Angel. Sono qui perché ho bisogno di scoprire se c’è un qualche modo in cui potremmo far funzionare le cose tra noi. Se.. hai trovato una soluzione.. per la maledizione o se.." Poi indicò il diario “qua c’è tutta la mia vita.. e credo che non esista una sola pagina di questo diario, in cui non compaia il tuo nome..”

Lui ascoltò con lo stupore negli occhi e la gioia nel cuore, ma mantenne stoicamente una calma esteriore che non possedeva affatto. Ora era il suo turno di guardarsi le mani. Abbassò lo sguardo, non poteva dirle che aveva firmato via la loro unica speranza, non poteva dirle che la Shanshu era ormai un sogno irrealizzabile. Poteva però dirle che l’amava. Si alzò e portò fuori le lettere dalla scatola, consegnandole a Buffy.

“Queste.. queste sono tue, anche se non le ho mai spedite.. ma lì c’è tutto.. tutte le risposte che cerchi. Tutto. Se sono riuscito a sopravvivere in questi ultimi quattro anni, il merito è solo tuo..” Tornò a sedersi di fronte a lei. “Io non ho mai smesso d’amarti, Buffy. Mai”

Lei teneva il fascio di lettere in mano, incapace di credere ai propri occhi. Anche lui le aveva scritto? Non riusciva a ricordare quante volte avesse desiderato di ricevere una sua lettera e lui aveva appena detto che l’amava ancora. Con un filo di voce chiese ancora

“Fra noi le cose funzioneranno, vero?”

Angel avrebbe volute urlare il suo SI, ma il problema non era il sesso, non lo era mai stato. Lo sapeva bene. Era sempre stata la perfetta felicità che provava quando stava con lei, era quella che li aveva divisi. Si chiese se con tutto quello che aveva sofferto in quegli anni, per lui potesse ancora esistere la felicità. Forse adesso poteva controllare il demone. Forse, se fosse stato attento, sarebbe riuscito a bloccare Angelus. Doveva solo mantenere il controllo e tutto sarebbe andato bene. Si sentiva come un giovane imberbe, che si aggrappava sugli specchi.

I loro occhi si incontrarono per un solo istante e fu la loro fine. Il domandarsi se fosse giusto o no, perse ogni significato. Tutte le risposte erano lì, nei loro occhi. Angel la raggiunse oltre la teiera, allungò la mano e anticipando ciò che lei voleva, si avvicinò ancora di più. Le loro dita si sfiorarono proprio come avevano fatto quel giorno. Ancora una volta, fu fuoco liquido sulla sua pelle. Umano o demone, quando lei lo toccava, per Angel era sempre la stessa identica cosa. Fu fuoco liquido per entrambi. Buffy percepì distintamente una sensazione di appartenenza. Questa volta, c’era il tavolo tra di loro, ma anche quella distanza fu presto dimenticata.

Ora le sue labbra erano sulle sue, e le mani di Buffy correvano lungo tutto il corpo di Angel. Le braccia di lui erano piene della donna che aveva sognato ogni notte. I suoi sensi erano sovraccaricati dalla sua vicinanza e il suo profumo lo fece impazzire. Angel cominciò a toglierle i vestiti, le immagini di un tavolo rotto tornò alla loro memoria. Lui la prese per i fianchi e lei avvolse le gambe strette intorno alla sua vita. Angel corse semplicemente verso il letto, non poteva aspettare oltre. Lei lo spogliò con frenesia febbrile. Lo voleva dentro di lei subito.

Era ubriaco di lei, stava annegando in lei, e lei in lui. Non c'era finezza nei loro gesti, c’era solo urgenza. L’unico imperativo immediato a cui riuscivano a rispondere. ORA.

Adesso. Subito. Mia. - Adesso. Subito. Mio.

Riuscì a mettere in pausa i propri istinti, per un fugace singolo secondo, mentre giaceva sopra di lei, pelle a pelle. Si perse in lei e nella sua radiosa bellezza arrossata, guardandola come se la vedesse per la prima volta. Poi si baciarono ancora, come se quel bacio potesse spazzare via un decennio di fame dell'anima. Un bacio selvaggio. Affamato. Osceno. I pensieri scomparvero. L’attimo dopo, era già dentro lei, aprendo le porte del desiderio a lungo negate.

Non era mai stato sul sesso. Era sempre stato su di lei. Ecco perché era stata così pericolosa per lui. Se doveva morire, voleva morire adesso. Voleva perdersi dentro lei e non tornare mai più. Voleva ogni singola parte di lei. Voleva tutto. La voleva tutta per sé. Possessivamente.

Buffy pareva impazzita. Lo graffiò, affondando le dita nei suoi muscoli, attirandolo più vicino a sè, più profondamente, di più, semplicemente di più. E lui rispose. Selvaggiamente. Sentì i suoi muscoli vaginali che stringevano intorno alla sua erezione, lei lo stava invitando ad entrare e non era abbastanza, non ancora. Lei voleva di più. Lei voleva tutto. Entrò così profondamente dentro lei da farla urlare di piacere. Non era più gemiti o sospiri, erano urla e grugniti animaleschi. Buffy aveva perso totalmente il controllo e lui la seguì ancora una volta.

Le sue braccia, le sue gambe, la sua bocca, la sua lingua, il suo tutto sé stesso, era così strettamente avvinghiato a lei che li rendeva un unico corpo. Lei era lui. Lui era lei. Uno dentro l'altro, senza confini. Loro si appartenevano. Voleva piangere di gioia. Voleva gridare la sua esaltazione al mondo. Voleva affondare i denti in lei e sentire ancora il gusto del suo sangue. Ma poi il sangue era il suo, come lei scavò la sua pelle con le unghie e sentì le sue lacrime di gioia. Ma il ruggito del demone lo impaurì, e così le lacrime ora divennero sue. Uscì fuori da lei, non potendo continuare oltre. Era confuso e disorientato e all'inizio non capì perché lo invitò di nuovo dentro lei. Durò solo un attimo. Non era mai stato sul sesso. Era sempre stato su di lei.

Lei era la sua priorità e oggi per lei doveva essere indimenticabile. Angel era un amante eccezionale e i bisogni di Buffy, adesso erano l’unica cosa la mondo che contavano.

Scosse la testa, lui non poteva perdere il controllo, ma usò le sue naturali molteplici doti per portare a compimento il suo compito, ancora e ancora. Si fermò solo quando lei era del tutto sazia. Quando l’ultimo gemito dell’orgasmo della sua donna, morì dentro le sue labbra, la prese fra le sue braccia, poggiando la guancia contro i suoi capelli, appagato dall’appagamento di lei.

Non era mai stato sul sesso. Era sempre stato su di lei.

"Angel, sei.. sei.."

Lui non la lasciò finire.

"Sshh. Non ti preoccupare.."

Lei lo guardò.

"Troveremmo una soluzione, vero?"

Si chiese se potevano, ma non era il momento di parlare, non ora.

"Sicuramente.."

Nei loro giochi d’amore, lei l’aveva sentito gemere e seppe che l’estasi aveva raggiunto anche lui, ma mai dentro lei. Aveva capito il suo gioco e l’aveva assecondato. Era riuscito a portarla oltre il limite della follia, più e più volte, ma lui era uscito da lei immediatamente dopo. Sapeva bene perché ed era maledettamente frustrante. Per lui lo era sicuramente.

“Angel?”

"Sshh. Dormi adesso.. va tutto bene, Buffy.. se tu stai bene, sto bene anche io.."

Dormirono abbracciati strettissimi. Sazi.. per ora.

 

   
 
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