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Autore: fers94    10/10/2012    1 recensioni
"Come si può coltivare un sentimento figlio di due mondi differenti che il destino condanna in qualsiasi circostanza? Come si può?" [Cornelia&Caleb]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb, Cornelia Hale
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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6. Rinuncia

Tremo di paura; paura di non farcela ad espellerlo dalla mia vita, paura di pentirmene a posteriori, paura di quello che sarà dopo che lui se ne sarà andato per sempre. Continuo a ripetermi che seppure non è quello che desidero, è la cosa giusta. Continuo a ripetermi che se ce l'ho fatta una volta a dirgli addio, posso farcela ancora. Ma le gambe non smettono di tremare, il cuore non smette di battere veloce, il respiro invece lo sento mancare sempre di più. Arrivo alla radura in lacrime, nervosa e spaventata. Ma non trovo Caleb. Lo chiamo a gran voce, ma lui non risponde, sembra non esserci. Lo cerco allora nella sua caverna. E lo trovo lì, coricato sull'amaca, che dorme come un bambino. È bellissimo. Mi scappa un sorriso, dunque mi avvicino e mi viene istintivo accarezzare quel volto d'angelo. Stringo un pugno tra i suoi morbidi capelli, che si annodano alle mie dita affusolate, senza mai spostare gli occhi dal suo splendido viso così innocente. Lui fa qualche smorfia nel sonno ma non si sveglia. Continuo a coccolarlo, a sentire il calore della sua pelle sotto le mie mani, a guardare i suoi occhi dolcemente socchiusi. È così bello, così tenero... Così proibito. La scorsa notte è stata un errore, ma un errore meraviglioso che più guardo Caleb, più mi perdono. Ho sempre pensato che anche innamorarci sia stato un grande errore, poiché so quanta sofferenza ci saremmo risparmiati, ma guardandola da un altro punto di vista, mi sarei risparmiata anche la gioia più grande della mia vita. Caleb è gioia e dolore. La mia felicità e la mia rovina. Il bianco e il nero, allo stesso tempo. Mentre lo guardo e lo accarezzo, chiedo a quel destino che ci ha condannato di concederci un'altra opportunità in un'altra vita, possibilmente stando nella stessa dimensione. Se in questa vita non possiamo stare insieme, vorrei fosse possibile in un'altra.

"Mi piacerebbe essere svegliato in questo modo per il resto di miei giorni..." irrompe lui, con voce rauca ed occhi ancora chiusi.
Si volta e li apre, mentre non ho la forza per staccare le mani dal suo viso.
"...Ovviamente sempre dalla stessa persona, così da potermi rendere conto di quanto ha di bello da offrirmi il mondo. E di fronte a cotanta bellezza, niente e nessuno potrebbe contraddire quest'idea. Mi sveglierei sempre felice di vivere ogni giornata della mia vita!" conclude lui la sua frase, che mi provoca l'ennesimo buco nello stomaco dall'emozione.
"Mi dispiace ma questo non è possibile..." mormoro io.
"Non è possibile perché mi sveglierei sempre prima io di te?" ironizza lui, riuscendo a strapparmi un sorriso.
"No, Caleb. Questa è l'unica volta in cui ti svegli con me accanto. E non penso che debba stare qui a ricordarti il motivo..."
"Vuoi che sparisca per sempre, vero?" chiede lui, serissimo.
"Sì." rispondo a malincuore.
"Ma non ti vedi, Cornelia? Non riesci nemmeno a smettere di accarezzarmi. E tu vorresti che io sparisca?"
A questo punto tiro via le mani dal suo viso e indietreggio un po'.
"Se davvero mi ami, fallo per me. Vattene e non tornare più, tu prego." ribadisco io.
"È proprio perché ti amo che non voglio andarmene! Ma dimmi una cosa: sei venuta qui per rispedirmi su Meridian o semplicemente per stare un po' con me, eh Cornelia?" dice lui, alzandosi dall'amaca.
"Per rispedirti su Meridian."
"Bene. Allora sai cosa devi dirmi."
"È davvero necessario arrivare a questo punto?" chiedo io, tentando fino in fondo di evitare di ammetere a Caleb ciò che di più falso non può esistere.
"Sì che lo è." risponde lui fiero.
Stringo i pugni e prendo un bel respiro.
"Io... Io non sento niente per te..." mormoro balbettando, mentre il sangue mi ribollisce nelle vene e il cuore mi si spezza letteralmente in due.
Caleb annuisce e sorride malinconico, dunque abbassa la testa.
"So che non è vero, ma mantengo la mia parola. Me ne andrò, d'accordo. Sappi che però è stata una gioia immensa rivederti. E... E fare l'amore con te è stato come toccare il cielo con un dito. Non ti dimenticherò mai, Cornelia. Ti auguro ogni bene. Meriti tutto l'amore di questo mondo, e se io non posso dartelo... Spero che ci sia qualcun altro che possa farlo. Magari con Peter andrà tutto bene e se è quello che vuoi te lo auguro con tutto me stesso. Addio, amore della mia vita. Il mio cuore resta qui con te." dice lui con lo sguardo perso nel vuoto.
Caleb mi volta le spalle e fa per allontanarsi.
"Se sai che non è vero, perché mi hai costretto a dirlo?" gli chiedo allora, mentre le lacrime mi invadono il viso.
Lui dunque mi guarda dritto negli occhi.
"Perché tutte le volte che avrò voglia di raggiungerti ancora, tornerò a queste parole e mi si spezzerà il cuore, in modo che non avrò la forza per rivederti di nuovo. Anche se non lo pensi, sei arrivata a dirlo, e se sei arrivata a dirlo, un motivo c'è: per te è davvero necessario che io scompaia dalla tua vita." risponde voltandomi nuovamente le spalle.
"Perdonami se puoi..." riesco a rispondere io, in mezzo ai singhiozzi.
"Cosa dovrei perdonarti? Di non essere andata contro il destino che governa le nostre vite? No, Cornelia. Tu non hai nulla da farti perdonare. Forse ho sbagliato io, hai ragione tu, dovevo starmene dove stavo senza darti altri motivi per star male. È forse ora che io mi rassegni al fatto che non possiamo stare insieme. Sai, se volessi rendermi tutto più facile, potrei chiedere a Elyon di prepararmi la pozione che cancella i ricordi. Sarebbe l'unico modo per dimenticarmi di te e ritrovare la mia pace interiore su Meridian."
"Lo farai dunque?" chiedo avvicinandomi a lui, che si volta e mi stringe forte le mani.
"Come potrei cancellare il ricordo più prezioso della mia esistenza? Mi farà soffrire tutti i giorni, mi ucciderà dentro al solo pensiero di non poterti neppure vedere, ma... Sei la cosa più bella che mi sia capitata, la cosa più bella che la vita ha saputo offrirmi... Dovrei odiare il destino perché non mi permette di portare avanti il nostro amore, ma non ci riesco perché è stato lo stesso destino a permettermi di incontarti. E dunque, anche se mi farà stare male, non soffocherò il tuo ricordo, in quanto è la cosa migliore che possiedo."
Abbasso la testa e mi abbandono alle mie stesse lacrime. Caleb continua a tenermi strette le mani nelle sue, con lo sguardo fiero rivolto al cielo, magari per evitare che le lacrime castighino anche lui.
"Vathek verrà a prendermi con un portale all'imbrunire. Sarà allora che me ne andrò." mi sussurra, come per scusarsi di dover restare altro tempo su quello che è il mio pianeta.
Mi rendo consapevole che quelli sono i nostri ultimi momenti insieme, e la mia anima viene invasa da un dolore lancinante. Le mie braccia cercano il petto di Caleb, ci si avvinghiano in un abbraccio pieno di rimpianti, che lui non ricambia. È come se fosse diventato apatico da un momento all'altro. È come se la speranza di poter rianimare il nostro amore finora lo avesse tenuto 'vivo', ed ora che quella speranza io stessa gliel'ho tolta, Caleb è improvvisamente diventato come vuoto, come incapace di provare emozione. Credo che questo sia molto peggio della disperazione.
"Abbracciami... Concedimelo per l'ultima volta..." mormoro appena comprensibilmente.
"Io avrei voluto abbracciarti ogni giorno della mia vita e dovrei accontentarmi di stringerti sapendo che è per l'ultima volta?"
"Puoi esaudire l'ultimo desiderio della persona che ami?" rispondo di getto.
Caleb, a quelle parole, mi sorride mentre una lacrima gli disegna una linea sulla guancia, quindi finalmente si decide a stringermi a sé. Ce ne stiamo così per non so quanto tempo, poiché è come se si fosse fermato. È come se tutto ciò che ci circonda si sia annullato. Ci siamo solo io e lui. Per l'ultima volta, noi. Alzo di poco la testa, quanto basta per farmi trapassare nuovamente dallo sguardo di Caleb. Unisco timidamente le mie labbra alle sue, con lentezza, ma soprattutto con profondo dolore, poiché so che non potremo mai più.
"Nemmeno io mi dimenticherò mai di te." gli dico non appena le nostre labbra si sono staccate.
"Devi provarci!"
"Sarebbe inutile."
"Promettimi che ci proverai."
"Non sono brava a mantenere le promesse..."
"Ascolta, Cornelia: raggiungi Elyon su Meridian e prendi quella dannata pozione. Potrebbe pensarci Vathek anche questa sera stessa. Starai meglio senza il mio ricordo."
"Non se ne parla. Già devo cancellarti dalla mia vita... Non voglio cancellarti anche dalla mia memoria! È come dici anche tu; il tuo ricordo mi ucciderà, ma allo stesso tempo sarà il ricordo più bello che ho. Vivrai sempre dentro me, Caleb. E se il tuo cuore resta qui con me, allora il mio viene via con te."
Caleb si morde il labbro e stringe i pugni delle sue mani che cadono a peso morto dal suo busto.
"Mi odi perché ti sto rifiutando, non è vero?" chiedo a testa bassa.
"Odiarti? Non ci riuscirei nemmeno se lo volessi. Soltanto che mi fa rabbia essere consapevole che lasciarci non è quello che vogliamo né io né tantomeno tu. Eppure, per la seconda volta, siamo costretti ad arrenderci. Il destino è davvero più forte del nostro amore?" risponde lui, cercando i miei occhi.
Lo guardo e lo vedo terribilmente spento. Mi si stringe il cuore a vederlo così. Quella sua ultima frase mi riecheggia in testa come un tuono. 'Il destino è davvero più forte del nostro amore?' ...La sento forte, rimbomba senza pietà nei meandri della mia mente. Ed io rispondo di sì, sempre in quell'angolino della mia coscienza, ma sento un buco nel cuore che non saprà certo colmare la rassegnazione.
"Addio." mi decido a dire, accarezzando per un'ultima volta il suo viso.
Le mie dita sfiorano le striature verdi delle sue gote che mi ricordano che lui non appartiene al mio mondo, che lui è diverso, che lui non sarà mai mio. Caleb mi prende la mano e la scosta dal suo volto, rassegnato.
"Addio." risponde poi, guardando altrove.
Non c'è bisogno di dire altro; emetto un ultimo singhiozzo e, mentre esplodo in un pianto disperato, mi porto una mano in faccia e scappo via da quella radura, più veloce del vento. Sto scappando dal mio sogno, dal mio amore, dalla mia impossibile felicità, dal mio destino malato. Cornelia Hale oggi ha lasciato una parte di sé a quell'essere così diverso da lei che le ha cambiato la vita. In meglio e in peggio, in pace e in guerra, in gioia e in dolore. Caleb ha una parte di me ed io ne ho una di lui. Sapremo vivere aggrappandoci al pensiero consolatorio di esserci divisi a metà l'uno per l'altra? È davvero questa l'unica soluzione per ingannare il destino che ci ha traditi?
   
 
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