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Autore: glendower    10/10/2012    4 recensioni
[ NxTouya - Isshushipping ]
Dodici volte un modo diverso per sapere chi sono. Dodici, come i mesi, come i giorni - come gli incontri in cui le linee del palmo di una mano sono diventate gemelle di un'altra.
Dodici diviso per quattro.
Dal primo cap: «Io non ho paura di niente.»
E allora il mostro verde lo attacca, si getta con tutto il suo peso e gli si aggrappa addosso, mordendolo sul collo e facendolo sbandare finché la terra non diventa il cielo e il cielo prende la forma di quella staccionata contro cui sbatte più volte.
[...] «Sei caduto, non c’è salvezza. Il mostro adesso ti mangia il cuore»
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, N, Touya
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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 [ 1 giorno; I giri in giostra sono stralci di futuro in posizione - 286 words

 


 
Quattrocentosette luci, lucciole frizzanti che scoppiano impazzite, inondando Sciroccopoli con raggi di sole artificiale, dando alla città la parvenza che sia giorno quando invece è notte incombente.
   Quattrocentosette luci, girandole colorate, così brillanti che il vortice davanti agli occhi di Touya ha il potere seduttivo di un gioiello.
La ruota panoramica, regina indiscussa di quel mondo caleidoscopico, volteggia sola, completamente vuota. Nella sua maestosa eleganza incorona tutta la metropoli e, con la forza di un mastino, le fa la guardia, rendendola intoccabile agli sconosciuti, quei turisti stranieri armati di pericolose macchine fotografiche e cibo da take-away.
   Touya fermo sotto la sua ombra guarda in alto verso di lei, stringendo nella mano il biglietto d’argento che ha comprato per salirci – per poterci fare un giro, staccando almeno per un attimo i piedi da terra, camminando sulle nuvole con fantasia.
   «Non c’è nessuno, non vuoi fare un giro? Potresti approfittarne.»
   C’è qualcuno vicino a lui, un ragazzo con un sorriso verde tanto quanto i suoi capelli. Lo guarda negli occhi e salta nel vuoto, gettandosi in quella profondità cristallina che non ha mai visto, nemmeno in Touko.
   Quel tipo lo ha incontrato qualche volta e di cosa faccia, o chi sia, non sa molto, è solo a conoscenza del suo essere un Re – un Principe azzurro che tutti vorrebbero, persino Touya che segretamente stravede per lui.
   «Bisogna essere in due e io sono uno solo.»
   N gli preme un dito contro il petto – N lo tocca, gli sfiora una guancia e cerca la sua mano, senza incontrare alcuna resistenza quando con gentilezza gliela stringe, obbligandolo a seguirlo.
   «Io e te, noi siamo in due.»
   E quel biglietto, pensa Touya, è la molla di una trappola appena scattata sulle sue dita.   
 

 

[ 2 giorno;Spruzzi di menta e molle lanterne di carta sulle labbra – 247 words

 

La calura è esagerata  ma gli zampilli della Fontana di Austropoli aiutano almeno un po’, schizzano getti ghiacciati sulla sua schiena e offrono ristoro, insieme ai piedi a mollo e ai vestiti bagnati per colpa dei bambini che giocano a spruzzarsi l’acqua, bagnando anche chi non centra niente.
   Per rinfrescarsi e per godersi al meglio l’estate ed il suo meritato riposo, Touya ha scelto un gelato- un dolce particolare, un esperimento per i palati più raffinati e per i buongustai più incalliti che alla bancarella, in via eccezionale, vendono per pochi soldi.
   Noci arancioni, piccole come un uovo, sfilano sulle sue ginocchia ed il ripieno, una mousse, fucsia e bitorzoluta, fuoriesce dall’incarto sporcandogli mani e pantaloncini.
   Schiacciando la composizione contro il palato il gusto sembra dolce, fragoloso, ma una volta rotto l’involucro di pasta il sapore peggiora e, schiumando, quella golosità diventa amara quanto il sapone.
   «Ti fa così schifo quel coso?» gli domanda N, dopo aver visto l’ennesima ondata di nausea passare sulle espressioni di Touya, ormai sul punto di vomitare anche l’anima. 
   «A-abbastanza.»
   Eppure continua a mangiarlo – ad inghiottire tutto con ingordigia come se in realtà non potesse farne a meno.
   «Vieni, ti lavo la bocca.»
   Schivare N, quando plana sulla sue labbra è uno sforzo inutile – è follia, soprattutto nel momento in cui, mentre lo spintona per toglierselo di dosso, finiscono entrambi nella sorgente con un tonfo.
   A Touya però tutto questo non dispiace, il suo gusto preferito è la menta.
 

 

[ 3 giorno; E nell’erba alta il mostro colpì, scese sul suo cuore e lo divorò – 419words

 

In bilico, in equilibrio su fili immaginari che portano in posti lontani – mete inventate per giocare, strade confuse e irraggiungibili – saltella su di un piede solo, cercando di non cadere in quel mare smeraldo, dove, nel suo immaginario, si nascondono squali di terra grandi come un sasso pronti ad attaccarlo se lascia calare la forza delle sue difese interne.
   L’erba alta che gli solletica le caviglie ha il profumo della primavera – dei fiori sbocciati nei posti più impensabili e dei frutti gustosi di stagione che assapora con gusto, scartando le bucce per sorprendersi a collezionare i semi nelle tasche, grandi come un’unghia e pronti per essere seminati più in là, giusto per farne piante di bacche per i suoi pokèmon. Ha un colore così sbarazzino che nelle sue sfumature verdi, chiaroscure e schizzate di riflessi gialli, Touya ci vede anche l’ombra di N, in piedi dietro di lui, tutto intento a giocare allo stesso gioco infantile con le braccia allargate e quel sorriso da Re che lo accompagna e che lo fa tremare forse d’amore o forse di un’eterna tristezza.
   «Touya non ha paura dei mostri che si nascondono da queste parti?»
   A quella domanda l’eroe non risponde, fermando il suo moto circense si gira e cerca di guardare dritto in faccia l’altro, fulminandolo con un’occhiata insicura – un’occhiata che avverte e insegna; certe stupidaggini vanno evitate perché lui è un nobile e i purosangue parlano solo di cose serie.
   «Io non ho paura di niente.»
   E allora il mostro verde lo attacca, si getta con tutto il suo peso e gli si aggrappa addosso, mordendolo sul collo e facendolo sbandare finché la terra non diventa il cielo e il cielo prende la forma di quella staccionata contro cui sbatte più volte.
   L’ uno sull’altro – le mani strette sui polsi di Touya, un ginocchio tra le gambe – N ride maligno troneggiando sul suo corpo, il suo trofeo.
  «E adesso?» gli domanda, incurante se dirà un’altra delle sue cretinate; immobile sul prato fiorito, l’altro sembra un fiore piccolo ed indifeso davanti alla mano dell’uomo pronta a strapparlo.
   «Sei caduto, non c’è salvezza. Il mostro adesso ti mangia il cuore» gli rivela il cactus, graffiandogli la pelle per sollevargli la maglietta, baciandolo sulla parte sinistra del petto, nella favola mai raccontata di una bestia che, pur di non adempiere al suo destino, sbrana la bella per farla diventare parte di sé.
 

 

 [ 4 giorno; Scaldagli le lacrime contro il cuore, bagnale per disperderle, baciale per cancellarle – 314words

 

In scena, l’orchestra. Violini di pioggia e rumorosi tamburi di tuono suonano stonati la sonata del brutto tempo e aprono, diligenti, le porte al cambiamento di stagione.
   Dopo la neve, dopo l’inverno, Mistralopoli presenta finalmente una pioggia primaverile che riscalda un po’ l’aria e la riempie di odori – foglie secche, i primi fiori di miele, il profumo umido e fastidioso del bagnato – ripassando il tutto con pozzanghere grandi come voragini, profonde e pericolose quanto l’abisso.
   Bagnati e consumati come pulcini, per non affogare in mille e più oceani in miniatura, Touya ed N hanno trovato rifugio in un vecchio mulino abbandonato – una costruzione traballante buttata in mezzo ai  boschi, una rocca mandida di sudore pronta a crollare carta dopo carta, mattone dopo mattone.
   Nella polvere fitta e nei fiocchi di fieno si sono nascosti, appendendo gli abiti fradici ad un filo sottile per farli asciugare.
   Entrambi avvolti nella stessa coperta piumata, seminudi, guardano incantati l’oscurità del cielo che va aprendosi nell’orizzonte, lanciando frecce bianche dentro le nuvole nere da cui dietro sbuca un timido sole – un timido sorriso accennato che ci metterà ore a fiorire in quel campo minato da bombe di lampi e mandrie scalpitanti. 
   Sulle pieghe della sua pelle, Touya traccia i profili di vecchie cicatrici e graffi, le torture che i Pokémon gli hanno impresso - le sofferenze che ha condiviso e spartito per adempiere al suo ruolo.
   Nel silenzio sente il palpito del suo cuore sotto il palmo, a volte gli manca un battito e a volte fa un salto così lungo che sembra volergli uscire via del petto. 
   
 «Touya stai piangendo?»
   Touya sta pensando. 
   Pensa alla diversità che presto li getterà entrambi a due poli differenti del mondo e piange, N invece non può far altro che baciargli le palpebre perché fra sconosciuti certe cose possono - e devono - rimanere segrete.






note dell'autrice; sono tornata sul fandom, sì e non so perché son qui quando ho l'università che m'impegna mattina e sera. Volevo semplicemente prendermi una pausa, ravvivando il suo account di EFP abbastanza morto. Mi mancavano certi spazi - mi mancava scrivere, anche se non so quanto possa avermi fatto bene la mia lunga (perché per me è stata non lunga, lunghissima) pausa. Lascio un accenno di come sarà la raccolta, tre capitoli divisi per quattro flash ciascuno, in tutto, appunto, dodici giorni in cui N e Touya vedranno posti che hanno visto anche nel gioco. E' impresa che chiede poco, spero solo che piaccia almeno ad un'anima pia. Grazie della lettura e delle eventuali recensioni, rimanete connessi (?), alla prossima su questi schermi!

  
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