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Autore: Julia of Elaja    10/10/2012    6 recensioni
IN REVISIONE (Aggiunta di alcune parti e modifica capitoli preesistenti)
Un finale alternativo alla saga di Harry Potter; Harry torna ad Hogwarts per il suo ultimo anno, ed è proprio lì che incontrerà una ragazza che, assieme a lui, Ron ed Hermione, lo aiuterà nella ricerca e nella distruzione degli Horcrux.
Ma questa ragazza non è come le altre e Harry, Ron ed Hermione dopo mille supposizioni scopriranno chi realmente è, grazie ad una profezia che era stata nascosta da Silente in persona, perché troppo pericolosa.
PS: E chi l'ha detto che R.A.B. non sia una donna in realtà? ...
Due parole: Leggete, Recensite!
“Allora, finora sono stati distrutti l’anello di Orvoloson Gaunt, la bacchetta di Serpeverde, l’amuleto magico di Merlino e il cuore di Tom Riddle Senior".
“Ci mancano ancora il medaglione di Serpeverde, un oggetto di Corvonero o di Grifondoro, e la coppa di Tassorosso!”.
“Harry, non dimenticarti che abbiamo distrutto anche il diario di Tom Riddle al secondo anno!”.
“Giusto! Quindi finora abbiamo distrutto… cinque Horcrux!".
“E ce ne mancano altri… tre??”.
I tre amici si guardarono, stupefatti.
“Ma allora gli Horcrux non sono solo sette… ma otto!” realizzò Harry, scandendo parola per parola la frase.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Le prime due settimane di Novembre trascorsero monotone e lente: giornate piovose, fredde e umide, in cui le ore si rincorrevano tra una lezione e un'altra.
Harry, Ron ed Hermione passavano la maggior parte del tempo sui libri, e con il passare dei giorni il rapporto con Amy si fece più confidenziale; a Harry piaceva parlarle, stare in sua compagnia, discutere con lei degli Horcrux quando erano lontani da occhi e orecchie indiscrete: a volte, quando si trovavano tutti e quattro nascosti dietro alla statua della strega orba, discutevano anche di Voldemort e di Piton: cosa stavano complottando?
Nonostante ormai tra i quattro si fosse stabilito quel rapporto molto intimo e confidenziale, Harry ancora non faceva parola con Amy del fatto che loro fossero in missione per Malocchio, né che avessero intenzione di partire prima dell'arrivo dei Carrow. Amy, purtroppo, era un'arma a doppio taglio: se infatti da un lato lavorava sinergicamente con loro per combattere Voldemort e cercare gli Horcrux, dall'altro era anche la ragazza di Draco Malfoy. Il che era decisamente un punto a suo sfavore, motivo per cui i tre amici avevano evitato di scendere nei particolari nel raccontarle della ricerca degli Horcrux; si attenevano solo alle informazioni che Silente le aveva fornito in quegli anni.
Eppure c'era stato un giorno, un pomeriggio, in cui Harry e Amy si erano incrociati nei corridoi: entrambi soli.
"Amy!" Harry le sorrise.
La ragazza gli si era avvicinata con il suo solito passo ancheggiante: "Ehi, Harry. Ti va di venire un attimo a parlare?".
Si erano diretti al solito posto, dietro la statua dove sempre si incontravano con Ron ed Hermione; per un attimo Harry si era imbarazzato. Era la prima volta che lui e Amy si trovavano da soli.
A pochi centimetri l'uno dall'altra, avevano parlato di Piton: Amy aveva sentito dire nella sua Sala Comune che il preside era fuori nazione e che sarebbe presto rientrato, probabilmente in concomitanza all'arrivo dei nuovi docenti.
Harry l'aveva ascoltata attentamente, cercando di concentrarsi sul da farsi con Ron ed Hermione: avrebbero dovuto fuggire alla svelta da lì, o non ne sarebbero più usciti.
"Sono contenta di essere tua amica, Harry".
All'udire quella frase lui aveva alzato gli occhi e incrociato quelli scuri di lei: erano a pochi millimetri l'uno dall'altra, i nasi si sfioravano appena. Amy stava sorridendo...
Harry avrebbe voluto baciarla, eccome; nella penombra di quel nascondiglio, chi mai li avrebbe scoperti? In fondo, quel bacio non significava nulla! Amy era una bella ragazza e lui non credeva di poter restistere ancora molto a quelle labbra così invitanti...
Ma poi qualcosa lo risvegliò da quei pensieri: "Devo andare, ora" aveva farfugliato Amy e un istante dopo era scomparsa, diretta veloce verso la scalinata principale.
Harry non aveva proferito parola alcuna sull'accaduto né con Ron né con Hermione: troppo imbarazzo. Non perché fosse successo qualcosa, ma perché lui stava per farla accadere. Avrebbe tanto voluto baciarla... e questo lo aveva allarmato: perché desiderava Amy? Perché già da qualche tempo quando incrociava i suoi occhi lo stomaco gli sobbalzava?
Un pomeriggio come gli altri, seduti nella Sala Comune, Harry e Ron erano chini sui libri di Trasfigurazione per una ricerca per la McGranitt; Hermione, invece, leggeva interessata un brano di rune, stesa su un divano a due posti.
“Hermione” Harry la chiamò, sedendosi affianco a lei mentre Ron chiacchierava con Seamus e Dean, che passavano di lì in quel momento.
"Dimmi Harry" gli occhi della ragazza rimanevano febbrilmente attaccati alle pagine del libro.
"Ti posso parlare? Ho bisogno di un tuo parere”.

Lei alzò lo sguardo, lo osservò con fare incuriosito poi chiuse il libro e gli sorrise amabilmente: “Dimmi tutto, Harry”.
“Ascolta, c’è una ragazza che... io... beh diciamo che c’è una ragazza che mi interessa sul serio, e purtoppo lei è già impegnata con un altro. Ci parliamo, ci salutiamo, ma per lei sono solo un amico e vorrei farle capire che lei per me non è una semplice amica. Cosa dovrei fare secondo te?” chiese Harry, avvampando.
Non aveva mai parlato con Hermione di queste cose, ma chi meglio di una ragazza poteva capire la mente femminile?

Hermione lo scrutò per un paio di secondi con lo sguardo attonito, poi scoppiò a ridere.
"Piantala, Hermione!" le intimò lui, sempre mantenendo il tono di voce basso per non farsi sentire dagli altri.

“Harry!” continuò lei ridacchiando sommessamente “Oh, credevo fosse qualcosa di più grave! Riguardo tu sai cosa... Vediamo un po’, non starai mica parlando di Ginny?”.
“No; lei non mi interessa più”.
La ragazza smise definitivamente di ridere e si fece più seria; rimase a riflettere per qualche altro secondo, poi mormorò, guardandosi attorno: “D’accordo, non so a chi tu ti riferisca, né chi sia questa ragazza misteriosa. Comunque, il mio consiglio è di non farti avanti per ora; siete amici e lei è impegnata con un altro. Nel caso con quest’altro non funzioni, potresti farti avanti tu e vedere lei cosa ne pensa. O, almeno, io farei così!”.
Harry ci pensò un po’ su: sì, forse quella era l'unica cosa da fare.
Avrebbe aspettato, nella speranza che prima o poi Malfoy ed Amy avrebbero rotto.
"Dobbiamo parlare, comunque" Hermione riprese e Harry le prestò nuovamente attenzione; abbassando la voce ad un sottile mormorio, e dopo essersi accertata che Ron si fosse allontanato abbastanza assieme a Dean e Seamus, la ragazza disse: "Ho fatto una lista di tutto ciò che ci potrebbe servire durante la nostra ricerca degli Horcrux". 
"Per esempio?" chiese Harry.
"Per esempio, una tenda da campeggio!" rispose Hermione, come se la cosa fosse ovvia "Se dovremo stare in giro per il mondo, almeno avremo un posto in cui stare che sia confortevole, o quantomeno ci protegga da pioggia, neve, freddo e dalle varie intemperie... no?". 
Harry annuì: "Geniale, Hermione. Come sempre".
Quando poco dopo i tre amici si diressero verso la Sala Grande per la cena, si imbatterono nella professoressa McGranitt che li richiamò con fare severo.
“Potter, Weasley, Granger" li chiamò "Seguitemi. Devo discutere di alcune cose con voi”.
Harry si sentì gelare le vene; avevano forse infranto qualche regola, o fatto qualcosa per cui la Mc Granitt li convocava così su due piedi? O forse aveva udito i loro discorsi sulla fuga da Hogwarts? A quanto pareva anche i suoi due amici si stavano ponendo queste domande, perchè si scambiavano occhiate terrorizzate e allibite.
Poco dopo entrarono nello studio della professoressa: “Sedetevi” fece loro, e i tre si accomodarono su alcune poltroncine.
“Dovevo parlarvi con una certa urgenza" cominciò la McGranitt "Di certo, vorrete sapere il perché di questa improvvisa convocazione, no? Ebbene, ricordate che non molto tempo fa vi dissi che due Mangiamorte, i fratelli Carrow, sarebbero venuti qui ad Hogwarts per insegnare Babbanologia e Difesa contro le arti oscure?”.
“Si” risposero all’unisono i tre amici.
“Saranno qui tra due settimane, e voi prima di quel giorno dovrete essere scomparsi da questa scuola!”.
I tre ragazzi si guardarono, basiti.
Poi Harry parlò: “E perché? Siamo stati incaricati da Malocchio Moody di rimanere qui ad Hogwarts quest'anno per poter sorvegliare la scuo...".
"Malocchio conviene con me che bastano ed avanzano i docenti facenti parte dell'Ordine per tenere d'occhio la situazione qui ad Hogwarts" rispose severa la McGranitt "La decisione di farvi venire qui, nella tana del lupo, quest'anno è sempre stata da me declinata. Voi non potete stare qui, è pericoloso!" Harry notò che le mani le tremavano e la voce si era fatta più bassa "Parlando con Moody, sono riuscita a farlo rinsavire: dovete andare via da qui, raggiungere la Tana".
Sembrava essersi infervorata durante il discorso: Harry notò anche delle chiazze rossastre sulle gote della professoressa; dopo aver contemplato assorta nei suoi pensieri le fiamme nel caminetto, riprese: 
“Questa scuola non è più un luogo sicuro per voi tre. Non appena arriveranno i Carrow, vi potrebbero portare da Voi Sapete Chi in persona! Dovete fuggire. Avete 14 giorni di tempo, ed esigo che fuggiate via, il più lontano possibile da qui! Ordini di Moody in persona. E miei”.
"Noi stavamo pensando la stessa cosa, in questi giorni, professoressa" intervenne Harry "E sono felice di sentirle dire ciò che abbiamo sempre sperato di ascoltare".
“Sono lieta di vedere che siete collaborativi, Potter" sospirò la McGranitt "Conoscendoti avrei giurato che ti saresti opposto a questa decisione".
Ma Harry scosse il capo.
"Molto bene. Penserò io a sostituirvi qui a scuola; potrei creare dei sosia, così perfetti, che sarà davvero impossibile capire che non siete per davvero voi”.

“Grazie professoressa!” esclamò Hermione, sentitamente "Effettivamente sarebbe difficile giustificare la nostra improvvisa assenza qui a scuola".
Harry stava riflettendo: era come se la Mc Granitt avesse udito ogni singola parola del loro piano di fuga, e stesse approvando i loro pensieri, il loro progetto….
“D'accordo, ce ne andremo allora. Tra quattordici giorni noi non saremo più in questa scuola” concluse Harry, con decisione.
“Come fuggiremo?" intervenne Ron "Intendo dire, i passaggi segreti potrebbero essere controllati, come faremo ad uscire indisturbati? Non possiamo nemmeno materializzarci da un’altra parte!".
“Questo è un punto che devo ancora studiare, Weasley; ma appena avrò trovato il modo, e fidatevi che c’è, vi farò sapere” rispose la professoressa.
“Professoressa, una curiosità" Hermione si schiarì la voce "Non le sembra strano che per ora Piton non stia facendo nulla di eclatante? Insomma, mi sarei aspettata un clima più da regime del terrore, o cose simili”.
“Oh signorina Granger, ma il terrore è già iniziato! Certo ben celato, ma c’è! Tra noi docenti ormai si è insinuato e tra non molto toccherà anche agli studenti; ecco perché dovete andar via di qui. Voi dovete salvarci!” rispose la Mc Granitt, seriamente preoccupata.
“E lo faremo” rispose Harry.
"Andate ora. Vi terrò aggiornati" li congedò la professoressa, indicando loro la porta.
Quando i tre amici uscirono dall'ufficio, diretti verso la Sala Grande, non si aspettavano di certo di trovarla chiusa. Ma, a quanto pareva, si era fatto davvero tardi.
“Miseriaccia! Io ho ancora fame!” esclamò Ron, sbuffando davanti alla porta chiusa della sala.
“Oh Ron! Ma sei un pozzo senza fondo! Ma se prima di andare dalla professoressa avevi già mangiato roast beef, zuccotti, muffin salati! Sei il solito insaziabile!” lo punzecchiò Hermione.
"Intanto il mio stomaco brontola!” borbottò Ron in risposta.
Sconoscolati, si diressero nuovamente verso le scale per tornare al settimo piano, nella loro Sala Comune: ma un fruscio attirò la loro attenzione.
“Avete sentito anche voi?” chiese Harry.
I suoi due amici annuirono.
Si voltarono ma non c'era niente e nessuno lì dietro di loro.
"Andiamo, fa un po' paura qui quando nessuno è più in giro" borbottò Ron e ripresero a salire gli scalini.

Ma di nuovo sentirono un rumore, di passi affrettati.
Si rigirarono di scatto.
E, finalmente, lo videro.
“Dobby!” esclamarono i tre amici sorridendo.
“Harry Potter signore! Signorino Weasley, signorina Granger!!” esclamò l’elfo, correndo verso di loro.
I tre ragazzi lo abbracciarono, e Dobby ne fu entusiasta.
“Ho riconosciuto la voce del signorino Weasley, e ho pensato di portarvi qualcosa di tutto ciò che è avanzato dal banchetto di stasera" fece Dobby "Ecco”. Porse a Ron un piatto stracolmo di tortini di zucca e altre delizie.
“Grazie Dobby! Sei un mito!” esclamò Ron, trangugiando un muffin salato.
“Harry Potter!" il tono dell'elfo cambiò improvvisamente, facendosi cupo e basso"Lei è in pericolo qui”.
“Cosa intendi Dobby?” chiese Harry.
“La magia oscura circola qui ad Hogwarts! Il male si aggira nel castello! Dovete andare via, subito!Tra pochi giorni Hogwarts pullulerà di maghi oscuri, scappate prima che sia troppo tardi!” continuò Dobby, tremando da capo a piedi.
“Oh Dobby, tranquillo; riusciremo a sistemare tutta questa assurda situazione, vedrai! Ce la faremo!” Hermione cercò di tranquillizzarlo.
“Lo spero davvero, signorina!” le rispose quello "Ma temo sarà più difficile del previsto".
Un altro rumore si udì appena, e Dobby sobbalzò: "Devo andare, ora, o scopriranno che sono uscito dalle cucine! A presto, Harry Potter!".

E con uno schiocco di dita, Dobby sparì sotto gli occhi dei tre amici.
Il resto della notte trascorse tranquillo, ma il giorno dopo si prospettò invece denso di impegni; ancor di più perché, finalmente, nel pomeriggio sarebbero ricominciati gli incontri dell’E.S. .
Tutti erano entusiasti e per i corridoi i membri del gruppo ammiccavano al passaggio di Harry, indicando la moneta che Hermione aveva ideato anni prima come sistema per le comunicazioni degli incontri.
“A stasera Harry!” esclamò Colin Canon, nel corridoio di incantesimi.
“Miseriaccia, ma non lo hanno ancora capito che è un organizzazione segreta, e non bisogna gridarlo per i corridoi!?” sbuffò Ron.
“Andiamo, Ron, calmati! Non ha lasciato intendere nulla” commentò Hermione “Piuttosto, Harry,hai già in mente il programma della lezione di stasera?”.
“Sì, il programma, giusto! Io ho pensato di…”.
Harry aveva appena iniziato a parlare quando improvvisamente la bocca gli si seccò completamente.
Amy. Davanti a lui.
“Ciao ragazzi!” esclamò lei, radiosa.
“C-ciao Amy” rispose Harry; voleva solo eclissarsi, in quel momento; da quel pomeriggio dietro alla statua, lui e Amy non si erano più visti a così poca distanza l'uno dall'altra.
“Harry” Hermione lo prese in disparte mentre Ron iniziava a chiaccherare allegramente con la ragazza “Perché non le chiedi di unirsi a noi, stasera?”.
“Pensi sia una cosa saggia da fare?" chiese lui, incerto "E se dovesse dire qualcosa a Malfoy?".
"Finiscila, Harry" lo rimproverò Hermione "Ti sembra il tipo che va a riferire a Malfoy di un'organizzazione segreta per combattere Voldemort, sapendo che il suo ragazzo ci sguazza nella Magia Nera?".
Sospirando, Harry si rese conto che effettivamente le probabilità che una cosa del genere accadesse erano inesistenti: la verità era un'altra. Si vergognava.

Tornando da Ron e da Amy, che intanto stavano discutendo della Burrobirra e di quanto fosse buona quella di Madama Rosmerta, ai Tre Manici di Scopa, Harry si sentì un perfetto idiota, con le braccia che penzolavano giù per i fianchi e l'aria da stralunato.
“Amy” iniziò Harry “ Vorrei chiederti una cosa”.
“Dimmi tutto” lei lo guardò dritto negli occhi.
Per un attimo Harry si perse nel suo sguardo; così profondo, e intenso… quei penetranti occhi nocciola…
“Io… cioè, noi, abbiamo organizzato un gruppo segreto; studiamo Difesa contro le arti oscure. O meglio, la pratichiamo! Impariamo gli incantesimi fondamentali per potersi proteggere da sortilegi malvagi o dalla Magia Nera in generale. Mi chiedevo se ti andasse di unirti a noi”; quando concluse la frase, Harry capì dall'espressione esterrefatta di Amy di aver parlato tutto d’un fiato.
La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, in cui parve rifletterci su; poi sorrise e si rivolse a Harry: “Ma certo che parteciperò! Mi sembra un’idea magnifica! Ma perché è segreto?”.
“Beh non credo che Piton approverebbe” rispose Harry, abbassando ancor di più la voce; sorrise anche lui. sentendosi meno idiota di prima.
“Già, non lo penso nemmeno io” rispose la ragazza mordendosi un labbro “Benissimo; ditemi solo dove e quando”.
“Stasera, alle sette, passa quattro volte davanti all’arazzo nel corridoio del settimo piano e pensa intensamente alle lezioni del gruppo; vedrai tu stessa, poi!” rispose prontamente Ron.
“Un’ultima cosa Amy" Hermione prese parola "Di queste riunioni, dovrai saperne solo tu. Non devi dirlo a nessuno, né a Draco né a chiunque altro dei Serpeverde. Intesi?”.
“Sarò muta” rispose Amy, con serietà.
“D’accordo allora" Ron le sorrise gioviale "Ci si vede stasera!”.
La ragazza fece un occhiolino ad Harry (il cui stomaco, in risposta, fece un paio di capriole) e salutò con un cenno Ron ed Hermione, poi si avviò verso un’altra direzione opposta alla loro.
La giornata proseguì tra lezioni di Incantesimi, Trasfigurazione, Pozioni (con i Serpeverde, per la gioia di Harry) e infine arrivarono le sette di sera.
Appena entrati nella stanza delle necessità, Harry Ron ed Hermione furono travolti da una marea di persone, entusiasti del loro arrivo.
Spiccava tra loro Amy, il solito sorriso sulle labbra, unica divisa verde argento in quella massa colorata di giallo, azzurro e rosso.

“Allora, iniziamo?!” li spronò Harry; si levò un ruggito di massa.
Si allenarono sugli incantesimi principali di difesa, dal Levicorpus, all’Expelliarmus; poi decisero di ripetere insieme i Patronus e quasi tutti ci riuscirono al primo tentativo.
Il patronus di Amy colpì particolarmente Harry e anche tutti gli altri: a differenza di un normale Patronus, infatti, non era un animale. Ma due.
Una fenice che combatteva un serpente.
Tutti quanti nella stanza si fermarono ad ammirarlo quando la ragazza riuscì finalmente ad evocarlo.
“Un Patronus composto! Una rarità!” esclamò Dean Thomas a bocca aperta.
“E io che ho sempre creduto che fosse un comunissimo Patronus” commentò Amy stupita.
Anche Hermione era sinceramente colpita, altri ancora erano intimoriti.
“Si dice che il Patronus composto sia solo di maghi o streghe che hanno subito esperienze particolari" mormorò Hermione all'orecchio di Harry "Chissà cosa le sarà mai successo”.
Harry fece spallucce: già, chissà cosa, a parte magari la morte di sua madre e la scomparsa di suo padre.
Eppure anche lui aveva perso i suoi genitori in una maniera atroce, ma il suo Patronus era un cervo.
Amy era un po’ in imbarazzo per tutta l’attenzione che aveva suscitato, così Harry cambiò argomento e iniziarono ad esercitarsi con gli Schiantesimi, usando dei cuscini.
Durante l’allenamento, Harry continuava a girare tra i ragazzi, osservando i progressi di tutti, in particolar modo quelli di Amy.
Riusciva a intercettare immediatamente gli incantesimi, a volte anche ad occhi chiusi, e ogni volta riusciva a deviarli. Era incredibile. Una forza della natura.
Finito l’allenamento, Harry voleva avvicinarsi a lei per parlarle, ma purtroppo fu una delle prime ad andarsene.
“Scusate ragazzi, ma se Draco dovesse andare in biblioteca e non trovarmi lì potrebbe insospettirsi! Devo proprio andare”.
Harry fissò il suo svolazzante mantello allontanarsi veloce: poi si fermò di botto.
"Harry?".
Si guardarono.
Lui le sorrise: "Sì?".
"Sei un bravo maestro" la ragazza gli fece un occhiolino, poi uscì di gran corsa dalla stanza.

Harry si sentì avvampare il viso, poi incrociò lo sguardo di Hermione, che lo stava osservando con un’espressione molto seria.
"Oh, no" commentò dopo poco esibendo un ghigno quasi malvagio "No, non mi dire che...".
Non fece in tempo a concludere la frase che prese a ridacchiare sommessamente.

“Hermione, cos’hai da ridere?!” le chiese Harry, leggermente infastidito.
“Oh Harry, ora ho capito! E’ lei!” rispose quella "Amy!".
“Non so di cosa tu stia parlando” Harry iniziò a raccogliere i cuscini usati per le esercitazioni.
“Harry, sono la tua migliore amica, e ti conosco come le mie tasche!”;  gli si avvicinò e lo prese da parte "Sei cotto di Amy, eh?”.
Harry nuovamente avvampò: "No".
Hermione rise di nuovo: "Lo prendo come un sì, Harry. Ti conosco troppo bene".

“Già" Harry esibì un sorrisetto tirato "Certo che devo sempre cacciarmi nei guai. Lei è la ragazza del mio più acerrimo nemico, dopo Tu Sai Chi".
“Oh, io al posto tuo non mi preoccuperei così tanto Harry”.
“Perché?”; un barlume di speranza si era acceso nella sua mente.
“Non vanno molto d’accordo, da quanto mi ha raccontato Amy" fece Hermione, aiutando Harry a raccogliere gli ultimi cuscini "Lui stravede per lei, ma lei non si trova per niente bene!".
"Cioè?" fece Harry, il cuore a mille.
"
Odia i suoi discorsi sui Purosangue, Mezzosangue e tutte quelle stupidaggini; e poi lei ha bisogno di una persona che sia più divertente, ma soprattutto più umile. Lui si dà solo arie da gran signore, e a lei questo non va proprio giù. All’inizio l’affascinavano i suoi modi di fare, ma ora l’hanno scocciata”.
Harry sentì il cuore battere all’impazzata.
"E c'è dell'altro, Harry" continuò Hermione, sghignazzando ancora "Non meno di due giorni fa Amy mi ha chiesto se attualmente sei impegnato in qualche relazione o no!”.
"E tu le hai risposto che...?".
"Sei libero come una piuma di zucchero" la ragazza gli sorrise complice, allontanandosi carica di cuscini per riporli in un armadio.

Quella serata, per Harry, non poteva concludersi in maniera migliore.
   
 
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