Capitolo
11
What was hidden Behind
Masha correva
senza meta nella notte, il vento nei capelli.
Perché
si riduceva sempre a scappare? Era una domanda che ,
ormai da anni aveva smesso di rispondere, perché sapeva bene
che lo faceva per
andare avanti, proseguire con quello schifo di vinta fino al giorno in
cui
avrebbe potuto mollare tutto e andarsene. “Se mai
arriverà quel giorno” Pensò
amaramente mentre s’infilava in un vicolo laterale.
Era scappata,
si ma ora dove andava? Tornare a casa era
fuori discussione! Quello era certo …e allora dove? Dove
passare la notte?
***
- Fai
schifo…- Si
disse Masha fissando la porta
dell’appartamento di Emma. Ci era sta poche, rarissime volte
ma si era,
ugualmente, ricordata la strada.”Fai davvero
schifo”Proseguì l’invettiva contro
se stessa, ed era vero non le piaceva dover chiedere aiuto a lei non
dopo che
il pomeriggio avevano avuto quella discussione.
La donna
sospirò, fissando la porta, insicura se bussare o
meno oppure prendere ed andarsene.
Infine portò , lentamente, la mano vicino la
porta - Scusami Emma…-
Sussurrò mentre suonava il campanello
Passarono
diversi minuti di silenzio, poi si sentirono dei
rumori provenire dall’interno ed infine la porta venne
aperta, lasciando
intravedere un’Emma dall’aria assonnata e i capelli
scompigliati ed in
disordine. Per un attimo gli occhi di lei la fissarono stralunati , poi
–
finalmente – la ragazza si riscosse
-
Masha…- Biascicò, la voce ancora impastata dal
sonno
Masha si
era,intanto, pentita di aver bussato e fece un
passo indietro, intenzionata ad andarsene
- Scusa non
dovevo…- Mormorò e fece per voltarle le spalle.
“Non è giusto approfittare di lei…
“
-Ehi aspetta!-
La richiamò Emma colta di sorpresa. – Entra
– La invitò sorridendo leggermente.
Aveva infatti
capito che c’era qualcosa che non andava o
Masha non si sarebbe presentata a quell’ora davanti al suo
appartamento. Voleva
sapere ‘cosa’ fosse successo vista, poi,
l’aria piuttosto spaurita della donna
ma era certa che lei non gli avrebbe detto la verità o
risposto.
Masha rimase
immobile dov’era – Io…non mi chiedere
cosa è
successo – Supplicò quasi. Non le poteva spiegare!
Con sua
sorpresa il sorriso di Emma si allargò –
Chissà
perché mi ero immaginata una cosa simile… Non ti
farò nessuna domanda, promesso!–
Ridacchiò alleggerendo il tono della conversazione
– Forza, donna dei misteri,
entra…- la invitò con un gesto della mano
- Grazie- Le
disse mentre, chinando la testa, entrava
nell’appartamento della ragazza
Alle nove del
mattino Masha rientrò a casa e tirò un
sofferto sospiro di sollievo nel vedere che, per una volta tanto, la
casa era
vuota: realmente vuota.
A passo veloce
salì le scale e si chiuse in camera. In
fretta si fece una doccia e si cambiò i vestiti. Infine
afferrò la borsa e uscì
nuovamente; non avendo nessun desiderio di rimanere là
dentro ancora un minuto
in più. (più restava e più le
possibilità di incrociare suo padre, aumentavano)
**
Come sempre,
di prima mattina, il bar di Emma era deserto.
La ragazza era seduta dietro il bancone ed osservava le persone passare
oltre
l’entrata del bar. Però, quando vide Masha
arrivare si rianimò in fretta,
felice della compagnia che lei offriva.
- Ciao-
Salutò la nuova arrivata sorridendo pacificamente e
prendendo posto su uno sgabello di fronte a lei – La mattina
è un po’ morta
eh?-
Emma
ridacchiò - Già …molto morta
– La corresse – Però che
ci vuoi fare?- Scrollò le spalle – Le cose vanno
così: la mattina non c’è un
anima viva, il pomeriggio e la sera è quasi sempre pieno
– Spiegò con un sorriso
divertito stampato in faccia
L’altra
donna la guardò un secondo, evitando però di
guardarla negli occhi, poi spostò gli occhi altrove
– Allora perché mi hai
detto che stamattina ci sarebbe stato bisogno di me?-
Domandò a voce bassa ,
fissando i tavoli vuoti
Emma
sospirò – Detto sinceramente: capisco che tu
voglia
startene fuori casa il più possibile…e
lontana da Mauri – Pronunciò il nome
con evidente disprezzo – Ti ho solo
offerto l’opportunità –Aggiunse in tono
mesto
Improvvisamente
lo sguardo di Masha tornò a posarsi su di
lei e quella volta i suoi occhi verdi erano ricolmi di riconoscenza
– Un
giorno…- Abbassò lo sguardo sulle proprie mani -
…ti spiegherò ogni cosa, non
ti nasconderò niente. Quando arriverà il momento
giusto…ti racconterò- Mormorò
sincera. Il problema era se avesse
resistito fino al momento giusto…
Una mano
leggera si posò sulla sua – Mi fido –
Rispose la
ragazza , poi sorrise e le fece l’occhiolino – Ci
conto eh!-
Masha sorrise
leggermente e per un attimo i suoi lineamenti,
di solito duri e freddi, si ammorbidirono – Sai, Emma tu sei
…la mia unica e
sola amica- La ragazza si morse il labbro indecisa se proseguire e
rivelarle
almeno una piccola, piccolissima parte del suo passato – Non
ho mai avuto…amici
– Aggiunse con un sospiro.
- Come?
Cioè ma quando andavi a scuola…?-
Domandò la
ragazza, confusa
-
Nessuno…mio…- Sussurrò fievolmente -
…Mauri – Era troppo
per lei chiamarlo padre a voce alta, da tempo aveva smesso di
considerarlo tale
- …non voleva-
Emma
fissò sbalordita Masha ma si trattenne dal chiedere
ulteriori spiegazioni. Quel poco che lei le aveva detto le era
sufficiente,
almeno le aveva mostrato una parte di se, del suo passato –
Che bastardo – Le
sfuggì detto
- Non sai
quanto- Sibilò l’altra tornando a fissare il
locale vuoto – Davvero non sai quanto…-
Mormorò
**
Mezzogiorno
era vicino quando Mauri entrò nel locale
semideserto.
Non appena lo
vide Masha si irrigidì ma lo fissò con
indifferenza e finta naturalezza
L’uomo
fece vagare, minacciosamente, lo sguardo sulle
quattro persone presenti nella stanza, ovvero due clienti e Masha ed
Emma. Poi
si avvicino alla figlia
- Vieni un
attimo fuori…- disse – Devo parlarti
…in privato –
Le sussurrò all’orecchio
- Arrivo
subito – Rispose la ragazza con calma innaturale e
prima di seguire al padre all’esterno lanciò un
ultima occhiata ad Emma
La
proprietaria del bar la fissò addolorata, avrebbe
voluto fare qualcosa ma se Masha non
le diceva il problema, non sapeva neanche da dove cominciare per
aiutarla
**
Ville
camminava per la strada, le spalle basse ,
strascicando i piedi.
Perché
diavolo era andato tutto storto? Era,forse, stato un
coglione a sperare che lei si aprisse almeno un po’ almeno
quel tanto da fare
una chiacchierata normale e decente? Sembrava di si
Eppure non
voleva lasciare perdere, chissà perché si era
intestardito tanto? Non riusciva a spiegarlo neanche a se stesso
però sapeva
che c’era qualcosa nel suo sguardo freddo, apparentemente
gelido, qualcosa che
l’aveva – per così dire –
colpito.
**
Nel frattempo
Masha aveva seguito il padre in un piccolo e
squallido violetto tra due case, a pochi passi dal bar e ora se ne
stava
appoggiata al muro, le braccia conserte ed aspettava di sentire cosa
- Ultimamente
non mi piace questo tuo comportamento – Iniziò
l’uomo in tono duro
La ragazza lo
fissò – Quale mio comportamento? –
Domandò senza
lasciar trasparire nulla
sul suo viso “Che diavolo vuoi? Non è
già
abbastanza quello che sopporto da
te….eh?” Ringhiò nella sua mente
In risposta
l’uomo le si avvicinò e le accarezzò
una
guancia con la mano callosa – Ultimamente sei molto meno a
casa…- Mormorò nel
tono che si usa con una bambina che ha appena commesso uno sbaglio
– Mi
sento…trascurato – Ghignò con malizia
mentre faceva aderire i loro corpi
“Trascurato?
TRASCURATO!” Masha strinse i denti e serrò la
mascella “Dove vuoi arrivare? Vuoi farlo qui? In questo posto
schifoso…?” Gli
urlò contro silenziosamente mentre ignorava il fatto che la
sua bocca si fosse
già impossessata della sua
A malapena
diede peso al fatto che Mauri le avesse già
slacciato la camicia e stesse torturando con la lingua il suo ombelico.
La donna
socchiuse gli occhi, era strano provare quel
torpore? Come se il suo corpo, la sua mente si stessero lentamente
addormentato, incuranti del resto
Masha
girò la testa ed immediatamente le sue pupille si
dilatarono nel vedere la persona che li stava fissando allibita
“NO”
Pensò e istintivamente spinse il padre via da lei,
quelle schifose mani via da lei
Mauri la
fissò stupito ma lo stupore durò poco
perché senza
clemenza l’afferrò per i capelli, costringendola a
piegare la testa – NON
PROVARCI
Senza
aggiungere altro l’uomo girò sui tacchi e nel
farlo
si accorse di Ville –Se
vuoi te la
regalo, mi sono stufato di questa troietta –
Ridacchiò ma vedendo che l’altro
non rispondeva scosse la testa e proseguì per la sua strada
Lo stava
davvero vedendo? Lo stava fissando?...Ville?
Cos’era successo? Perché si sentiva
…strana, intontita? Eppure non avrebbe
dovuto vero? Non ci era abituata forse? Si, certo! Ma allora
perché le orecchie
le fischiavano e la testa le girava?
Ville fissava
la donna inginocchiata a terra: la camicetta
blu slacciata che lasciava intravedere il reggiseno, i capelli
spettinati e gli
occhi verdi ora non più freddi ma impauriti e addolorati .
Quella era la vera
Masha?
Grazie a tutti coloro che hanno commentato il precedente capitolo,i vostri commenti mi fanno davvero un gran piacere e perdonatemi per il ritardo con cui ho aggiornato. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi invito a farmi sapere il vostro parere
Kissss
-Diabolikal Rapture-