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Autore: Novalis    11/10/2012    2 recensioni
Tra i piaceri della vita, solo all'amore la musica è seconda. Ma l'amore stesso è musica.(Puskin Aleksandr)
Questa frase, credo che rispecchi piuttosto bene ciò che è scritto nella mia storia.
Una band rock, un'amicizia che profuma d'amore, e che altro...divertimento e un pizzico di gelosia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sesto capitolo
Erano dieci minuti che provavo a chiamare Rose. Avevo un bisogno urgente di sapere la sua opinione, di avere consigli e stare più tranquilla, anche se l’immagine di Audrey che prendeva la mano di Paul, non si sarebbe cancellata presto dalla mia mente. Rose, probabilmente, non rispondeva perché non stava bene. Infatti, la sera che andai in piazza con Paul, le telefonai per aggiornarla, ma mi disse che l’influenza l’aveva colpita e che non stava proprio bene. Un altro problema che si andava aggiungere alla lista e che si sarebbe dovuto risolvere entro la sera. Decisi, così, di passare il tempo  preparandomi  l’outfit che avrei indossato per il concerto. Inizia a frugare fra la montagna di capi, per lo più scelti da mia madre, e finalmente trovai qualcosa di decente: pantaloni skinny neri, maglia lunga fino alle ginocchia a righe bianche e nere, giacca in pelle e scarpe in vernice. Un look totalmente dark a cui avevo intenzione di abbinare accessori argentati. Lo scegliere i capi mi aveva tolto circa venti minuti, cosa davvero strana per me, essendo abituata  a impiegare a mala pena cinque minuti solo per vestirmi.
-Mama take this badge from me
I can't use it anymore
It's dark, too dark to see
I feel I'm knockin' on heaven's door.

Queste parole mi sembravano familiari. Ma certo, era la suoneria del mio cellulare, l’avevo cambiata questa mattina e già me n’ero dimenticata. Ero davvero messa male.
-Pronto?
-Daron, coff coff.
-Rose? Sei tu?
-Certo, coff, chi dev’essere?
-Scusa, ma la tua voce è irriconoscibile.
-Hai ragione, scusami tu. Ho visto che mi hai chiamato 15 volte. Mi sembra di capire che hai novità da raccontarmi.
-Infatti, ma dimmi come stai? Sei pronta per stasera?
-Stasera, cosa c’è stasera?
-Ti sei bevuta il cervello? Te lo detto solo stamattina. Ricordi? Ti dice niente la parola C-O-N-C-E-R-T-O!
-Concerto? Oh, cavolo me ne sono completamente dimenticata. Mi dispiace Dary, ma non posso venire, sto malissimo.
-Te ne sei dimenticata? Stai malissimo? Credo che adesso svenirò.
-Daron, stai calma, credo che mi sia appena venuta una soluzione, ma te la dirò alla fine. Ora dimmi le news che dovevi dirmi.
-News? Soluzione? Ma tu sei davvero fuori di testa. Fra meno di un paio di ore dovremmo suonare davanti a delle persone in un pub. E tu, ora, mi vieni a dire che non ci sarai? Non ci sarà la cantante?
-Pensi che dispiaccia solo a te? Era la prima volta che potevo cantare fuori le mura di una gelateria, ma non posso, non ho una voce presentabile. Va bene?
-Si, scusami e che sono talmente fuori fase. Sto passando qualche problema, ma dimmi chi sarebbe la soluzione?
-Salvador Iglesias. Fratello del mio adorato Rafael.
- Perché  ha un fratello il tuo Rafael?
-Sicuro! Ed è pure un bravo cantante.
-Cantante? E secondo te sarà disposto a suonare in un pub, stasera? E poi quali canzoni, non abbiamo nemmeno provato.
-Se per questo neanche noi, ma so che è diverso. Comunque, sì, dovrebbe essere disponibile. Ora lo chiamo e ti faccio sapere fra dieci minuti.
-D’accordo, cercherò di fidarmi. Ah, digli se conosce qualche pezzo dei Guns’n Roses”.
-Ok.
La telefonate si concluse così. Dire che ero scombussolata era dire poco. Non riuscivo a credere di aver ricevuto tutte queste sorprese in una giornata sola. Dopo qualche minuto il telefono squillò.
-Pronto, Rose?
-Daron, ha accettato e ,sì conosce i Guns.
-Che sollievo. Ma siamo sicuri che sia bravo?
-Io l’ho sentito una volta ed era strepitoso. Volevo giusto proporti di farlo entrare nella band. Però, ora che il problema è risolto dimmi le famose novità.
-Allora, questa mattina sono andata al “Paradise City” per vedere il locale e organizzare il tutto con il gestore del pub. In lontananza ho visto parlare Paul con una ragazza molto bella, che ho scoperto essere la nostra nuova manager.
-Manager? Non ne abbiamo mai avuto uno, coff.
-E’ quello che ho detto anch’io, ma Paul non mi ha dato spiegazioni. Comunque, dopo aver accordato tutto siamo usciti dal locale e la ragazza lo ha preso per mano.
-Per mano? Che significa?
-Lo volevo giusto chiedere a te.
-Ma gli prendeva le mano come un fidanzato la prende ad una fidanzata?
-Che razza di domanda. Penso di sì.
-Ok. No perché poteva prenderla come un fratello  prende la mano alla sorella. Ma, Paul non ha sorelle. Sono fatti miei, continua.
-Non ho altro da aggiungere se non che mi sento delusa, amareggiata e che dir si voglia.
-Ma non hai parlato con Paul, dopo questo fatto?
-no, ho fatto finta che fosse tutto uguale per me.  Appena abbiamo finito di parlare con il tizio, me ne sono andata. Non avevo nulla da dire.
-Capisco, comunque ora stai tranquilla, cercherò di indagare. Come si chiama la manager?
-Audrey!
-Audrey? Lo stesso nome di una ragazza che veniva in classe con me alle medie.
-Che non sia la stessa.
-Chi lo sa. Bè ora vado a riposare un po’, coff coff.
-Certo, mi dispiace tanto che non potrai venire stasera. Come farò con Paul?
-Sii naturale e sii te stessa, fai vedere che la cosa non ti smuove più tanto. Però fagli capire, se hai l’occasione, che non è stato corretto né con te né con me. Siamo o non le sue migliori amiche? Anzi con te si stava comportando diversamente l’ultimo periodo, mi sembrava volesse diventare qualcosa di più di un amico.
-Credo che ci sia qualcosa sotto. Comunque, cercherò di mantenere la calma. E, se dovesse esserci la manager?
-Cerca di essere gentile e magari fai ingelosire Paul, coff.
-Ingelosire? Ma se non mi pensa nemmeno più come amica?
-Tranquilla, che ti pensa più di quanto tu creda. Ora ti saluto e in bocca al lupo. W “I Lovely Rock”!
-Crepi e grazie. W” I Lovely Rock”!
Vidi l’orologio e mi accorsi che mancavano circa 20 minuti. Mi vestii e,  presi la mia trousse, scegliendo un ombretto argentato per gli occhi.
  Pronta. Ero davvero irriconoscibile.
-Mamma, io vado allora!
-Certo cara. Papà ti aspetterà vicino al locale quando gli farai lo squillo. Non fate troppo tardi!
-Certo! Speriamo bene.
-Andrà tutto bene.
-Grazie, ti voglio bene, mamma.
-Io di più! Ciao.
Prima di uscire presi la chitarra elettrica, bella come sempre, e la fotocopia con le canzoni che avremmo dovuto interpretare. Erano le stessi canzoni che suonammo il mese scorso, in gelateria.
Mi avvicinai all’entrata e vidi che il locale era vuoto e diverso. Così diverso che mi chiesi se avevo sbagliato.
-Sei tu la ragazza con i capelli rossi che dovevo aspettare?-  disse una voce che non avevo mai sentito.
Due occhi neri incontrarono i miei marroni.
-Credo di sì. Sei Salvador Iglesias?
-Si, piacere di conoscerti.
Era un ragazzo davvero bello. Era un po’ più alto di Paul, perciò arrivavo al suo petto, aveva occhi neri circondati da folte ciglia e capelli mossi dello stesso colore che gli ricadevano sul viso abbronzato.
-E’ questo il locale, giusto?- disse con uno spiccato accento spagnolo.
-Dovrebbe.
Entrammo e vidi che al posto dei tavoli a forma di quadrifoglio, c’erano tavoli tondi argentati con delle luci poste ai bordi. Mura ricoperte di poster di vecchie band. Sembrava un po’ la mia stanza, solo che io non ho i tavoli. Poco distante dal bancone c’era il palco con sopra microfoni, cavi e casse acustiche.
-Salve, ragazzi. Tu sei la ragazza di stamattina?
-Salve, sì, siamo della band che deve suonare stasera.
-Bene, prima di sistemarvi, ditemi :vi piace il locale?
-Molto…rock! Scusi, la domanda, ma è diverso da questa mattina?
-Si, vedi stamattina aveva l’aspetto che aveva prima il locale, quando c’era il vecchio proprietario. Ora, l'ho personalizzato.
Davvero veloce, pensai. Chissà come aveva fatto?
-Capisco, per caso è arrivato il ragazzo di stamattina?
-Intendi Paul?
-Si!
-E’ nel camerino. Alla destra della macchinetta.
-Grazie.
-Chi è Paul? -chiese Salvador.
-E’ Paul Smith, mio caro amico e bassista della band.
-Capisco. Allora, non è il tuo ragazzo?
E’ quello che gli avevo appena detto!
-No, è un mio amico!
-Salvador, scusa, allora conosci queste canzoni?- disse mostrandogli la lista.
-Algunos!
-Algunos?
-Si, scusa vuol dire- certo -nella mia lingua.
-Ok!
A interrompere la nostra conversazione fu la voce di Paul.
-Daron, ciaoooo!
-Ciao Paul!- disse con tono distaccato.
-Tu, saresti?- disse Paul guardando Salvador.
-Sono il sostituto di Rosalie, mi chiamo Salvador Iglesias!
A quel punto Paul mi guardò. Disse a Salvador di scusarci un attimo e mi prese la mano portandomi vicino al palco.
Mi tolsi subito dalla presa. Ero troppo arrabbiata per vederlo negli occhi, così volsi lo sguardo da un’altra parte.
-Daron, che ti prende?
-Che mi prende? In che senso?
-Perché non mi guardi negli occhi? E poi, chi è questo, non mi hai avvisato di nulla.
-Perché tu l’ hai fatto?
-Cosa?
-Ti dice niente la parola” Manager”? Lui, è il nuovo cantante e sostituisce Rosalie che è  a casa con la febbre. Ma, siccome tu sei troppo impegnato per parlare con le tue amiche, non sapevi niente.
Rose, mi aveva detto di stare tranquilla e di mantenere la calma, ma le parole mi uscivano senza che potessi trattenerle.
-Ma cosa?- continuò Paul.
Una voce lo interruppe.
-Ragazzi, sta iniziando a venire gente, vi prego di salire sul palco- disse il giovane punk-
A quel punto, ci dirigemmo dove aveva detto.
Il localino vuoto e in completo stile Irlandese, ormai, era solo un sogno. Numerose persone, infatti iniziarono a riempire il pub, ricoperto da poster, luci fosforescenti e da chitarre finte attaccate ai muri.
Paul, prese il basso e non voltandosi mai una volta, fissò dritto il pubblico. Ero davvero furibonda con lui. Fin da quando lo conoscevo, ovvero da circa cinque anni, era sempre stato molto gentile,  un ragazzo forte e con degli ideali pronti a difendere. Me ne innamorai non solo per l’aspetto ma anche per la sua intelligenza, per la sua disponibilità nell’aiutare tutti, per la sua passione per la musica rock come me. Mi piaceva e mi piace tutto di lui, ma oggi ha tenuto un comportamento che mi ha sorpresa. Rose e io, siamo sempre state a conoscenza di ogni sua decisione, e vederlo allontanare mi ha spezzato letteralmente il cuore.
Il concerto iniziò e la prima canzone che suonammo fu “Don’t cry” dei Guns’n roses. Tanta gente cantava con Salvador ,che effettivamente aveva una voce perfetta per quel tipo di canzoni. La musica si intonava perfettamente con le sue corde vocali. Tra una nota e l’altra, mi voltai verso Paul. Il vederlo fece fare un salto al mio cuore. Nonostante fossi arrabbiata con lui, il mio cuore continuava a battere forte quando lo vedeva. Ad un certo punto, senza che potessi fermarla, una lacrima solcò il mio viso, e nonostante la canzone che stavamo interpretando dicesse di non piangere, non riuscivo a fermarmi. P.s: Se vi va, lasciatemi una vostra recensione. Mi servirà per capire se la mia storia vi sta piacendo o meno!:)! Volevo, anche ringraziare coloro che hanno messo tra le seguite la mia storia!:)
P.P.S:La canzone- "DON'T CRY"- dei Guns'n Roses è una bellissima canzone che mi piacerebbe ascoltaste durante la lettera di questo capitolo!:D
   
 
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