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Autore: Rik Bisini    23/04/2007    0 recensioni
Questa storia si è classificata seconda al quarto contest di Acciofanfiction.
È fortemente raccomandata a chi ha già letto "In guerra e tra le pozioni".
Trama: Il Cappello Parlante assegna i nuovi studenti ad Hogwarts a seconda delle qualità che vede in loro.
Qualcuno non intuisce subito quale talento il Cappello abbia deciso di valorizzare o quale aspettativa riponga in lui.
Ma tutti, prima o poi, scoprono che chiarezza cosa era stato visto in loro e che significato abbia la loro collocazione in una Casa.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disfida di pozioni

I tavoli della colazione erano più rumorosi del solito quel sabato mattina in Sala Grande. Si udivano specialmente risate femminili e sussurri agitati. Era in programma la visita al villaggio di Hogsmeade per tutti gli studenti dal terzo anno in poi.
Un ragazzo di Tassorosso del primo anno con capelli bruni e spalle larghe, infilzò con soddisfazione una salsiccia ancora calda e la agitò sotto il naso di Cerdic mentre parlava.
« Un villaggio abitato solo da maghi, » rifletté, « non pensate che sia un peccato non vederlo? »
Di fronte a Cedric, Maria sorseggiava discretamente del latte caldo, senza mostrarsi interessata al discorso. Accanto a lei sedeva una ragazza bassa, mora e piuttosto robusta, che invece entrò in argomento.
« Deve essere fantastico, David. Potremmo vederlo a Natale, quando la scuola è chiusa. Pensavo di farmi venire a prendere dai miei genitori ».
« Anche a me piacerebbe, Grace, » convenne Cedric, rivolto alla compagna mora, « ma sinceramente ho troppa voglia di passare il Natale a casa per fermarmi qui anche un solo giorno. Tu che ne pensi Maria? »
La ragazza si tamponò discretamente le labbra con il tovagliolo.
« Non so dirti, Cedric, » ammise, « ho già visto tre o quattro villaggi abitati solo da maghi e ne ho un bel ricordo. Ma sono cose che risalgono alla mia infanzia? »
« Non ci sono tanti villaggi in tutta l'Inghilterra, » osservò Grace, « dove sei stata? »
« In Polonia. » spiegò Maria, « Finché ho vissuto con mia nonna, passavo lì l'estate. A volte eravamo ospiti delle sue vecchie amiche, ciascuna delle quali aveva almeno un castello e in certi casi lì vicino c'era un villaggio di soli maghi ».
« Almeno un castello? » ripeté David.
« Non immaginare nulla di simile ad Hogwarts. » disse Maria senza entusiasmo, « Di solito qualche decina di stanze costruite attorno ad una bassa torre. Abitate per lo più da fantasmi e ogni tanto un elfo domestico. Il castello di mia nonna è molto bello. Ma non si trova in Polonia, è qui in Inghilterra, nel nord. Ovviamente ci sono solo villaggi Babbani lì intorno. Lì vado ancora, durante le feste, anche se purtroppo papà non può trattenersi mai ».
Due giovani Corvonero si erano frattanto avvicinati al punto del tavolo dove sedevano i quattro.
Erano un ragazzo ed una ragazza con gli stessi occhi color nocciola ed i medesimi capelli biondo cenere. Lei li portava lunghi fino alle spalle, trattenuti da un cerchietto blu, lui corti con la riga verso sinistra. Giunta alle spalle di Grace, la ragazza esordì.
« Sei tu Maria Krims? »
Maria si voltò lentamente ed annuì.
« Io sono Sandy Laugharne » si presentò, « e lui è mio fratello Lawrence. Gira voce che puoi preparare qualsiasi pozione, anche tutte quelle che si studiano nel secondo anno ».
« Vi domando perdono » intervenne Maria, « Non vedo come la cosa possa interessarvi ».
« È vero o no? » insisté la Corvonero.
« So prepararle tutte, sì. » confermò Maria, « Senza dubbio ».
« Quanto velocemente? » domandò Sandy.
« Non oltre il tempo previsto dalle istruzioni, naturalmente. » replicò la Tassorosso.
I due fratelli si scambiarono un sorriso vittorioso.
« Vogliamo che tu ce lo dimostri. » annunciò Lawrence, « Tu fai la pozione che diciamo noi entro il tempo previsto e poi proviamo a vedere se funziona. Noi facciamo lo stesso ».
« Perché mai? » chiese imperturbabile Maria.
« Per dimostrarci che non sei una sciocca vanitosa » la canzonò Sandy, « Non è possibile conoscere tanto bene le pozioni di ben due anni di scuola dopo nemmeno due mesi ».
« Non ho mai detto di averle imparate a scuola. » precisò Maria.
Lawrence alzò le spalle.
« Quindi accetti. » suggerì.
« Avevo in programma di leggere un libro nel pomeriggio, » considerò Maria salottiera, « ma penso che dimostrerò ad un paio di arroganti che non sono una che parla a sproposito ».
« Bene. » commentò Sandy, « Allora questo pomeriggio dopo pranzo. Abbiamo già un'aula pronta. E faremo la pozione Tempraferro ».
« Per correttezza, » aggiunse Lawrence, con una sprezzante occhiata agli altri Tassorosso, « anche tu puoi lavorare alla pozione in coppia con qualcun altro ».
Maria si sentì improvvisamente la gola secca.

La Sala Comune di Tassorosso era invasa in continuazione da gruppi di studenti che si precipitavano a prendere nei dormitori quello di cui avevano bisogno per la gita ad Hogsmeade. Maria sedeva rigida su una poltrona, immersa nella lettura di "Incantesimi complessi per principianti".
« Che succede, Maria? » le chiede Cedric, avvicinandosi a lei.
« Nulla Cedric. » rispose la ragazza disinvolta, alzando appena gli occhi. « Dovrebbe esserci qualcosa che non va? »
« È per via del latte » spiegò Cedric, sedendosi alla poltrona accanto, « e del tovagliolo ».
Maria chiuse il libro tenendo il segno con la mano.
« Che vuoi dire? »
« Tu non lasci mai la tazza di latte a metà, a colazione. » spiegò Cedric, « E pieghi sempre il tovagliolo. Oggi non hai fatto nessuna delle due cose ».
Maria sospirò.
« Va bene, Cedric » sussurrò la ragazza, « Va bene. È per quei due Corvonero. Mi hanno teso una trappola e ci sono caduta in pieno ».
« Non capisco. » confessò Cedric.
« La pozione Tempraferro ha una preparazione particolare. » spiegò Maria, « La mescola non va mai interrotta e alcuni ingredienti, nel frattempo, devono essere passati sulla fiamma viva. Non si può fare da soli a meno che non si riesca ad incantare il mestolo. Con le capacità di Incantesimi di uno studente del secondo anno, si può ottenere un risultato accettabile, ma solo più esperti incantatori riescono ad evitare che parte della pozione si attacchi sul fondo. Io sto studiando Incantesimi da poche settimane e non è neppure la materia in cui riesco meglio. Quindi, a meno che questo libro non contenga una soluzione, da questa sera avrò la fama di una sciocca vanitosa ».
Cedric sorrise. « Se è solo questo, » osservò, « ti possiamo aiutare ».
Maria riaprì il libro e proseguì senza guardare Cedric.
« Non voglio offendere te o Grace, Cedric, ma dubito che abbiate la sensibilità e la pratica per passare gli ingredienti alla fiamma, nè per impedire che la pozione si attacchi ».
« Almeno possiamo tentare! » esclamò Cedric.
« No. » replicò secca Maria, chiudendo il libro di scatto, « No, nella maniera più assoluta. Se tenterò da sola, la sconfitta sarà solo mia. Se tenterò con uno di voi, sarà una sconfitta per tutta Tassorosso ».
« Ma non ci sono punti in palio. » osservò Cedric, « Non stiamo gareggiando per la Coppa delle Case ».
« Non importa. » insisté Maria fredda, poi aggiuse in tono più compensivo. « L'onore della Casa non è solo questione di punti. È stima. È reputazione. Credi a me, questi sono gli insegnamenti della famiglia di mia madre. Nobiltà magica polacca del tredicesimo secolo. Solo il Cappello sa perché, io sono una Tassorosso. Ed ho a cuore il prestigio della mia Casa, come se si trattasse di quello della mia famiglia. Non mi è mai piaciuto essere chiamata Corvorosso, lo sai bene ».
Cedric non sorrideva più ma i suoi occhi scintillavano.
« Io sono contento della scelta del Cappello. » decretò, « Hai parlato bene, sicuramente in modo ragionevole e a vantaggio di tutti. Ma io, come tuo amico, anche solo come tuo compagno di Casa, posso farti gareggiare da sola in una prova in cui hai bisogno di un aiuto? Stasera dovrò sentir raccontare che ti abbiamo abbandonata per timore di una sconfitta? »
« È la soluzione migliore ». sentenziò Maria, riaprendo il libro e cercando la pagina che leggeva prima.
« Forse. » le concesse Cedric, accavallando le gambe ed incrociando le mani sul petto, « Ma voglio restare qui ancora un po' e pensare se ne esiste un'altra ».
Maria represse testardamente il desiderio di ringraziarlo.

Gli occhi grigi di Cedric si spostavano di tanto in tanto a gettare un'occhiata discreta alle scale del dormitorio femminile di Tassorosso. Era seduto su una poltrona un Sala Comune e, a parte quel movimento, attendeva senza mostrare alcun cenno di impazienza.
Maria scese con disinvoltura e sicurezza le scale del dormitorio, incontrando subito gli occhi di Cedric. Il ragazzo si alzò e le elargì il suo consueto ampio sorriso.
« Maria, finalmente. » esordì in direzione della compagnia.
« C'è ancora tempo, Cedric, » osservò Maria, simulando alla perfezione una imperturbabile sicurezza, « abbiamo ancora quindici minuti ».
« Avevo chiesto di dirti di scendere subito, » si lamentò Cedric, « almeno dieci minuti fa! »
« Davvero? » replicò, con un accenno di perplessità nella voce, la ragazza. « Ero così assorta nella lettura che devo aver capito male il messaggio. Perché questa fretta? »
Maria non avrebbe creduto che il sorriso di Cedric potesse diventare più ampio e più rassicurante. Invece fu proprio quello che avvenne.
« Ho trovato una persona che ti aiuterà. » annunciò il ragazzo.
Maria alzò un sopracciglio scettica.
« Vieni, ci aspetta qui fuori. » aggiunse il ragazzo.
Maria seguì Cedric che si era lanciato con grandi falcate in direzione dell'entrata alla Sala. Solo quando giunse alla porta, Maria si chiese per quale motivo la persona a cui Cedric aveva accennato non era ancora entrata. E la risposta le giunse quando le apparve la figura che attendeva nel corridoio antistante la Sala Comune. Era una ragazza che aveva indosso l'uniforme con lo stemma di Grifondoro.
Victoria Frobisher.
Maria sgranò gli occhi un istante, poi intercetto il saluto della ragazza e rispose con un breve cenno della mano.
Riflettè pochi secondi, prima di sussurrare a Cedric. « Credo che sia davvero una buona idea ».

L'aula era stata allestita con due calderoni pronti all'uso e nell'armadietto in fondo, aperto, erano stati collocati barattoli e pozioni contenenti i più comuni ingredienti per le pozione e qualche altro preparato alchemico necessario alla pozione Tempraferro. Lawrence e Sandy erano già nell'aula, insieme ad un altro paio di Corvonero, due ragazzi.
Cedric entrò salutando il gruppo di studenti che li attendeva e le ragazze lo imitarono. Mentre Maria e Victoria si digevano verso i calderoni, il ragazzo si diresse verso i quattro Corvonero.
« Lei che fa qui? » chiese Sandy a bruciapelo. I due Corvonero accanto a lei la guardavano con disapprovazione ed uno bisbigliò qualcosa all'orecchio dell altro.
« È qui per aiutare Maria » spiegò Cedric, con semplicità. « Era nell'accordo di stamane che poteva scegliere un aiuto ».
« Deve aiutarla una della sua Casa. » protestò Sandy. I due Corvonero annuirono convinti.
Cedric rivolse a Sandy un sorriso angelico.
« Non c'entrano le Case, in questa sfida. » spiegò, « Non ci sono insegnanti, qui. Non ci saranno punti per chi risulterà vincitore, non ne saranno sottratti agli sconfitti. Maria ha bisogno di un assistente, Vicky è la persona che si sente disponibile a farlo ».
Rivolse il suo sorriso agli altri tre e Lawrence annuì. I due Corvonero reagirono con una discreta occhiataccia al compagno.
« Noi » specificò Sandy acida, « non abbiamo chiesto dimostrazioni di abilità a nessun Grifondoro ».
« Lo so. » ammise Cedric. Il suo sorriso si spense ed il suo sguardo divenne improvvisamente duro, « Avete detto di volere una dimostrazione dell'abilità di Maria. Curiosamente le avete chiesto di produrre una pozione che è molto arduo fare da soli. Ora pretendete anche scegliere di chi la debba aiutare? È veramente l'abilità di Maria che volete vedere o volete vedere solo la vostra? »
Sandy sembrò non emettere più nemmeno il fiato. I due ragazzi Corvonero allontanarono lo sguardo dal volto di Cedric.
Lawrence sospirò annunciando « Non abbiamo obiezioni. La Grifondoro può aiutarla ».

Sandy e Lawrence si erano avvicinati al loro calderone ed il ragazzo stava versando copiosamente un liquido all'interno. Sandy lanciava spesso sguardi omicidi in direzione di Victoria.
La Grifondoro però non sembrava degnare di considerazione i Corvonero, la sua attenzione era diretta interamente verso Maria. La Tassorosso fissava immobile il fondo del proprio calderone, le mani poggiate sull'orlo.
Non si scosse, quando udì la voce di Victoria. « Cominciamo, Krims? »
« Come vuoi. » Rispose senza cambiare posizione.
« La prima cosa è scaldare la bile d'armadillo, credo. » suggerì Victoria, « Fuoco lento e costante ».
« Esatto. » confermò Maria, senza muoversi.
Victoria si avvicinò al calderone.
« Cosa hai? » chiese.
« Credo che sia meglio che io ti ringrazi subito. » spiegò Maria, « Grazie alla tua partecipazione questa sfida ha cessato di essere una sfida tra Case. I Tassorosso non dovranno rimproverarsi di avermi lasciato affrontare la sfida da sola. Ed i Grifondoro non devono dimostrare nessuna abilità, dato che nessuno di voi si è vantato di nulla ».
Victoria non disse una parola. Maria attese diversi secondi che l'altra ragazza si pronunciasse in merito. Si accorse d'un tratto che dal calderone dei Corvonero cominciava a salire del fumo e che gli occhi di Lawrence erano puntati su di lei.
Allora si girò verso Victoria ed aggiunse « È tutto. Ricorderò di fare attenzione a quello che dico in pubblico ».
Victoria scosse la testa.
« Non capisco. » ammise, « Parli come se dovessimo andare incontro ad una sconfitta certa ».
Maria guardò con attenzione l'espressione seria dell'altra ragazza.
« Perdonami. » continuò, « Non è questo il motivo per cui sono in coppia con una Grifondoro? »
Victoria scosse di nuovo la testa sospirando. Affiancò Maria accanto all'orlo del calderone, e sollevò la tanica che conteneva la bile di armadillo.
« Mia madre » spiegò con un soddisfatto sorriso, « lavora nel Comitato per la Cura delle Creature Magiche, nell'ufficio addetto alla non proliferazione delle piante pericolose per i Babbani. Sono una Grifonodoro e sono cresciuta in mezzo ai più efficaci diserbanti alchemici. Ho una significativa pratica di Pozioni. Non te lo ha detto Cedric? »
Maria scosse la testa. Victoria alzò leggermente le spalle e cominciò a versare nel calderone il contenuto della tanica.
« D'altra parte » osservò Victoria con ironia, « è un maschio ».
« E perché hai deciso di aiutarmi? » chiese Maria, tradendo la sua curiosità.
Victoria le dedicò uno sguardo stupito.
« Non mi serve una ragione. » rispose, « Possiamo dire che voglio saldare un debito con te, per il libro che ho tardato a restituire. Ma ho deciso di aiutarti semplicemente perché Cedric me lo ha chiesto ».
Maria si chinò a raccogliere un mestolo. « Penso io a non far attaccare il composto. » annunciò con sicurezza, « Per gli ingredienti da passare sulla fiamma viva, regolati come se dovessi preparare una pozione Bruciaradici ».
Guardò in direzione della coppia di Corvonero al lavoro. La sua espressione era seria, ma gli occhi le luccicavano di soddisfazione.
« Penso proprio che questa sfida la vinceremo noi. » sentenziò.
Victoria le strizzò l'occhio.

La stanza era ampia ed un vivace fuoco scoppiettava allegro in un grande camino di pietra. Il letto a baldacchino aveva tendaggi e coperte orlate di fine merletto. Una sola piccola finestra in alto mostrava un cielo plumbeo, il vetro tremava ogni qualvolta era colpito da una raffica di vento.
Maria vestiva un pesante abito blu, con rifiniture avorio e una collana di perle. Era seduta su una poltrona accanto al fuoco e ripeteva più volte alcuni movimenti con la bacchetta in pugno, sussurrando contemporaneamente qualche parola. Sulle ginocchia teneva una candida coperta di lana.
« È permesso, signorina Maria? » chiese una voce dietro la porta.
Maria nascose la bacchetta sotto la coperta.
« Avanti, prego, signora Collins. » disse.
Entrò una donna sui trenta anni, bionda e con occhi nocciola. Il suo volto era segnato da una macchia di forma triangolare, tra uno zigomo, un angolo della bocca ed il mento, di colore appena più scuro del resto del viso.
« È capitata una cosa stranissima. » annunciò la donna. « Stammattina sono arrivati i regali di Natale ed erano tutti in salone. Però, dopo che è andato via suo padre, sono andata nella gufiera per controllare se la civetta della signorina Cordelia fosse tornata e, pensi, c'era un altro pacco con il suo nome ».
Le porse un pacco di forma rettangolare, piuttosto pesante, incartato accuratamente e con un bigliettino di pergamena.
« Sono spiacente, » continuò la donna, « non sapendo se era destinato a lei o a Cora ho letto il biglietto. Non conosco i nomi di quelli che l'hanno firmato. Immagino che siano i suoi compagni di quella scuola che ha iniziato a settembre. Mi fa piacere che abbia trovato degli amici ».
Maria prese il pacco e congedò la donna. « È stata davvero gentile, signora, può andare ».
La donna uscì di gran fretta. Maria attese che l'eco dei suoi passi svanisse e poi scartò velocemente il pacco. Il cuore le fece una piccola capriola. Era un libro. Una copia nuova di "Incantesimi complessi per principanti". Sorrise e si abbassò verso il tavolinetto che era davanti alla sua poltrona.
Lesse con soddisfazione le firme del piccolo biglietto. Oltre ai nomi di Cedric, Grace e David, c'era il nome di un altro Tassorosso di un anno più grande, Alan, e quello di Vicky. Maria impiegò un istante ad associare Victoria Frobisher all'ultima firma. Poi prese da sotto la sua coperta una penna e una pergamena e scrisse.

Caro Cedric,
non ho il minimo dubbio del fatto che tu sia l'artefice principale di questa graditissima sorpresa. Scrivo quindi a te i miei più cari ringraziamenti per il dono di Natale che ho ricevuto e ti prego di trasmetterli anche a Grace, David, Alan e Vicky.
Vorrei scrivere a tutti, ma la governante del castello di mia nonna, Merlino solo sa perché sia stata assunta, è una Babbana. Per questo devo essere estremamente cauta ad usare e a lasciare in vista oggetti che abbiano il minimo potere magico o che i Babbani trovino insoliti.
Beata donna, non so come le sia stato spiegato che deve tenere pulita una guferia, quando non ha la minima idea dell'utilità dei gufi.
Il vostro regalo, che per sfortuna è arrivato dopo l'uscita di mio padre, ha rischiato di sollevare un bel polverone. Ma non sarebbe bastato a scalfire minimamente la mia gioia per il dono ricevuto.
Con sincero affetto,

Maria


Nonostante il freddo pungente, nel chiostro un discreto numero di studenti sostava diviso in piccoli capannelli. Era un terso mattino invernale, in cui si comunciava a sentire nell'aria il profumo della primavera, lontana ancora più di un mese.
Maria sedeva sul basso muro del chiostro, con in grembo un libro aperto. Un ragazzo piccolo e magro, con capelli castani che scendevano in soffici boccoli, seguiva Grace che si dirigeva verso la compagna.
« Che ti dicevo? » esordì la ragazza, « Lo sta leggendo anche adesso ».
Maria alzò gli occhi e chiuse il libro tenendo il segno con una mano.
« Ciao, Grace. » disse in tono cortese, « Ciao, Alan. » aggiunse.
Alan salutò con un timido cenno della mano, Grace si avvicinò con aria complice.
« Ascolta, » disse a Maria, « Alan ha un problema con gli esercizi che ha dato Vitious. Che ne dici di aiutarlo? »
« Non vedo come, » osservò l'interpellata, « Alan è un anno avanti a me ed Incantesimi è la materia in cui ho più difficoltà ».
« Davvero? » replicò Grace, « Ieri ad Incantesimi hai avuto i complimenti del professor Vitious, però ».
« Solo » precisò Maria, « per avere eseguito per la prima volta durante una lezione un nuovo incantesimo in modo soddisfacente ».
« E il tuo segreto » ammiccò Grace, « non è forse il libro che hai con te? »
« Non è così. » rispose Maria, « O meglio non direttamente. Questo libro contiene versioni più semplici di incantesimi complessi. Serve a padroneggiare meglio le basi, utilizzandole insieme e in successione. Ma i movimenti caratteristici degli Incantesimi li studio sul Manuale, come tutti ».
Grace la guardò perplessa. Pochi passi alla sua destra, il capo di Cedric spuntava da un gruppetto di Tassorosso del loro anno. Maria incontrò gli occhi grigi del ragazzo e si scambiarono un saluto.
« Ti faccio un esempio. » proseguì con fermezza, « Il movimento di polso dell'Incantesimo di Levitazione può essere usato per ottenere altri effetti, per esempio sfogliare una pagina di un libro. Tuttavia, dal momento che esistono altri gesti ed altre formule per farlo, in modo più rapido e senza correre il rischio di strappare la pagina, nessuno lo usa. Io mi sono esercitata a farlo, per impratichirmi del movimento base. Questo mi ha aiutato poi ad eseguire gesti più complessi, ma non mi ha insegnato a farlo ».
Maria si schiarì la voce.
« Quindi, » concluse, « forse posso aiutarti suggerendonti come perfezionare i movimenti di un incantesimo, ma se quello che devi fare è impararlo, ti consiglio il Manuale ».
« Io ho un'altra idea. » annunciò una voce alle spalle della ragazza. Cedric li aveva raggiunti ed aveva evidentemente sentito la parte finale della conversazione. « Chiedi a qualcuno del secondo o del terzo anno ».
Alan alzò le spalle.
« Tu conosci qualcuno di veramente bravo in Incantesimi? » domandò, sottolineando con il tono della voce la parola "veramente", « Finora quelli a cui ho chiesto mi hanno solo confuso le idee. Ho dei dubbi anche per la parte che credevo di avere capito a lezione. Anzi credo che la risposta di Maria sia la migliore che ho ricevuto finora ».
Cedric fece un ampio sorriso.
« Credo che la persona che stiamo cercando sia diretta proprio verso di noi ».
Le parole di Cedric ebbero il medesimo effetto in Alan, Grace e Maria. Tutti e tre cercarono di vedere al di là di un gruppo di Corvonero che stava passando in quel momento accanto al muro. Grace ed Alan si guardarono, consapevoli che la loro altezza non li aiutava affatto. Maria invece vide che al di là dei Corvonero c'era una studentessa di spalle. Non ne vedeva lo stemma sulla divisa, ma l'insolito colore rosa acceso dei capelli le rendeva difficile credere di non averla notata al loro tavolo in Sala Grande o nella Sala Comune di Tassorosso.
Cedric però non attirò l'attenzione della ragazza, ma di un ragazzo proprio al centro del gruppo dei Corvonero, Lawrence Laugharne.
« Buongiorno, Diggory. » esordì il ragazzo, « Come stai? »
« Molto bene, Lawrence, » ricambiò Cedric, « a te come va? »
« Bene, bene... » rispose il ragazzo. Poi i suoi occhi si posarono su Maria, « Finché non metto in dubbio l'abilità di pozionista di Krims, tutto a posto. Conservo ancora la sua pozione Tempraferro, voglio riuscire prima o poi a farne una altrettanto priva di grumi ».
Maria trattenne un sorriso.
« Hai anche tu di che essere fiero, direi. » osservò Cedric, « So che hai ottenuto venti punti per Corvonero in due sole ore di Incantesimi, martedì scorso ».
Grace ed Alan spalancarono la bocca, comprendendo alla fine le intenzioni di Cedric. Maria, altrettanto stupita, sollevò le sopracciglia.
« Le voci corrono, direi. » commentò Lawrence.
« Stavamo appunto dicendo » riprese Cedric, « che ad Alan serve l'aiuto di uno studente del secondo anno bravo con gli Incantesimi ».
« Diggory. » esclamò Lawrence con sorpresa, « Tu mi sei sinceramente simpatico, ma non mi vorrai chiedere di aiutare uno studente di un'altra Casa? »
Cedric annuì.
« Hai perfettamente ragione, » convenne, « quando si tratta di far assegnare dei punti o meno. Ma Alan deve fare esercizi per un incantesimo che è stato già spiegato a lezione ed assegnato per compito. E non deve eseguirlo in modo particolarmente geniale, ma semplicemente come richiesto dal Manuale. Non credo che Vitious dia dei punti per questo ».
Lawrence fissò i suoi occhi nocciola negli occhi grigi di Cedric. Tacque, strofinando le labbra una con l'altra mentre rifletteva.
« Oggi pomeriggio dopo le sei, » annunciò rivoltosi ad Alan, « ci vediamo davanti alla Biblioteca. E bada che non ho più di mezz'ora. » Tornò a guardare l'altro ragazzo. « Dimmi, Cedric, come hai fatto a convincermi? »
Cedric allargò le labbra in un sorriso.
« Dicendoti la verità. » rispose.

   
 
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