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Autore: LoveKidrauhlForever    11/10/2012    4 recensioni
Questa storia parla di Emily, una semplice ragazza di 16 anni che come tutte le estati va due settimane da suo padre, a Milano. Ma in treno, fa uno strano incontro con un ragazzo...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non abbiamo altra scelta" sussurra. Ci siamo nascosti dietro un angolo, davanti a noi Justin, che sta salendo a bordo della sua Range Rover nera. Mette in moto, fa marcia indietro e se ne va sgommando. Mike accende il motorino. Lo seguiamo, qualche metro distanziano le vetture, per non dare nell'occhio. E' passata la mezzanotte, ma essendo sabato sera, la strada è molto affollata. Siamo stati più di due ore ad aspettare Justin che uscisse, non sapevamo a che ora andasse a fare il suo "lavoro".Abbiamo sonno, ma non molliamo. Passano quindici minuti, finchè la Range Rover si ferma in una via disabitata. Noi ci fermiamo qualche metro più indietro in un angolino nascosto. Sta parlando con una ragazza, anzi, con più ragazze. Sono vestite tutte con una minigonna cortissima, collant a rete, top attillato, pancia scoperta, chili di trucco in faccia, e tacchi a spillo. 
"Meglio che andavano in reggiseno, facevano prima" esclamo, fissandole. Mike soffoca una risatina. 
"Che c'è? Non ho ragione?!" domando in senso ironico, sorridendo. 
"Si, hai ragione" scoppiamo a ridere entrambi. In queste situazioni meglio sdrammatizzare, anche se la questione è tutt'altro che bella. Dopo questo momento di svago, ritorniamo seri.
Una entra in macchina, seguita da un altra. Le rimanenti se ne vanno. La Range Rover riparte. Facciamo lo stesso anche noi. Quando passiamo, le ragazze ancora rimaste nella via noto che si girano verso di noi. Quando guardo la strada per vedere dov'è la macchina di Justin, è troppo tardi. Entrambi siamo lunghi sull'asfalto. Perdo per un istante i sensi, ma riprendo subito il controllo.Riesco comunque gattonando, ad arrivare vicino a Mike, anche lui lungo per terra. 
"Stai bene?" siamo appena caduti dal motorino, che razza di domande faccio? 
"Si, tranquilla, sto bene" prova ad alzarsi, ma fa un urlo di dolore,e si ributta giù. 
"Cos'è che ti fa male?" indica il ginocchio destro.
"Oh mio Dio" i pantaloni sono sporchi di sangue. Si tocca continuamente il ginocchio, non so che fare, non so come fermare l'emorrargia.
"Non ho niente per fermarti l'emorargia, cazzo!" sono in preda al panico. 
"Togliti una scarpa, prendi un calzino e fai un nodo intorno al ginocchio, presto!" obbedisco immediatamente. Quando stringo il nodo per far in modo che sia ben stretto, urla di dolore. Metto le mani nelle tasche dei jeans, per prendere il cellulare, ma non c'è più.
"Oh no, il cellulare!" esclamo.
"Ho un ginocchio sanguinante, probabilmente rotto, e tu ti preoccupi del cellulare?" obbietta Mike.
"Il cellulare mi serve solo per chiamare l'ambulanza per te. Invece di sgridarmi, vedi se il tuo cellulare funziona" 
"Non ce l'ho, sta a casa"
"Come sta a casa?!"
"Aveva la batteria scarica, non potevo prevedere tutto questo casino, mia cara!" 
Cerco il cellulare da tutte le parti. La via è completamente buia, solo un lampione che emana una luce giallo opaco riesce a farmi vedere qualcosa. Le ragazze sono andate via. Non trovo nulla, nessuna traccia del cellulare.
"Fermati, continuerai le ricerche domani"
"Ma mi dici come fai a mantenere la calma? Cosa diranno i tuoi genitori quando scopriranno che non sei tornato a casa nella notte? Cosa gli racconterai quando tornerai a casa? Come minimo, mio padre mi mette in punizione per tutta l'estate, senza computer e cellulare"
"Ti inventerò io una scusa. Ora aiutami ad alzarmi, ci sediamo in quella panchina laggiù" indica una panchina di legno in fondo alla via. Mette un braccio nelle mie spalle, mentre io lo aiuto a camminare tenendolo con entrambi le mani sulla pancia. Lo faccio sedere piano piano sulla panchina. Faccio lo stesso. Dopo qualche minuto di silenzio assoluto, comincia a rompere il ghiaccio.
"Posso sdraiarmi? Così il ginocchio è teso e mi fa meno male"
"Certo che puoi"
Mette la testa sopra le mie gambe, ed entrambi le gambe sopra la panchina. 
"Hai sonno?" chiede.  "No, per niente. Tu invece?"   "Idem" 
Poi continua "Dopo tutto questo tempo, non so ancora il tuo nome"  "Mi chiamo Emily"  "Bel nome. Ti piacciono i nomi inglesi?"  "Si, molto. Se avrò un figlio maschio, lo chiamerò Ryan"  "Il problema è trovare un ragazzo a cui piaccia il tuo caratterino!"  "Ma smettila! Vuoi un pugno nel ginocchio sanguinante?"   "Tu provaci" 
Gli do un pugno su l'altro ginocchio, quello sano. "Brutta stronza che non sei altro! Non ti do un pugno sul braccio solo perchè sei una donna e potrei  farti male"  "Si certo, dite sempre così voi maschi, quando a volte le donne sono più forti di voi"   "Non credo proprio"
Mi da un pugno sul braccio.  "Mi hai fatto malee!"  "Potevi non provocarmi!"  comincio a ridere. Lui mi segue. D'un tratto ritorna serio.
"Senti Emily... mi dispiace di averti cacciato in questa situazione, è tutta colpa mia"
"Non è vero, è colpa mia. Non dovevo interessarmi così tanto a Justin. Neanche lo conosco. Se non lo avessi incontrato in treno, tu non saresti seduto in questa panchina di una via disabitata, con un ginocchio sanguinante, e con una rompi palle come me"
"Sono d'accordo nella rompi palle!" sorridiamo. 
"In un certo senso ti ringrazio. Senza di te non avrei mai trovato il coraggio di aiutare Justin a cacciarsi da questa orribile situazione. Non avevo mai detto questo segretto a nessuno, e confessartelo è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto. Ora mi sento meglio,vuoto, come se avessi levato un mattone dal mio corpo"
"Ti capisco. Chissà com'è stato vivere ogni giorno con la consapevolezza di non poter dire a nessuno questo segreto, perchè avrebbe rovinato la reputazione di un tuo carissimo amico"
"E' stato durissimo, credimi. Bhè, continuamo questa conversazione domani mattina, d'accordo? Ora ho bisogno di dormire, mi è venuto un attacco di sonno"
"Va bene. Buonanotte"
"Buonanotte"
Rimango sveglia per un po' a fissare il cielo ricoperto di stelle, mentre Mike cade in un sonno profondo.

                                                                                                          TO BE CONTINUED...

 
Ciau ragazzi! Lo so, è da anni, se non da secoli che non aggiorno questa ff, ma come ben sapete, i compiti occupano tutti i pomeriggi purtroppo. Ma non preoccupatevi, pubblicherò un capitolo ogni mese. Spero il capitolo vi sia piaciuto, perchè ho dovuto riscriverlo, dato che mentre lo stavo scrivendo, mi si è chiuso google senza che io facessi niente, e non avevo salvato. Mi è toccato riscriverlo daccapo! Parlo troppo lol. Ah, ricordatevi di recensionare! Adios :)
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