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Autore: Alias    23/04/2007    2 recensioni
Mi chiamo Martina e ho appena compiuto 16 anni... ho scritto questa fanfic tempo fa, quando in Italia era appena cominciata la seconda stagione di Veronica Mars. L'idea iniziale era di farla di un unico capitolo molto lungo, ossia il primo che posterò qui, ma poi mi sono fatta prendere la mano e ho continuato scrivendo altri capitoli. E' la prima Fanfic che scrivo, non sono molto brava, insomma, non credo che sia proprio un capolavoro, anzi! Mi è stato difficile trovare una collocazione temporale alla mia ff... Dovrebbe trovarsi circa in mezzo alle due stagioni, o meglio, anche in mezzo alla seconda stagione, ma con qualche modifica, e la situazione più o meno è questa: Logan e Veronica si sono lasciati, e tra loro è finita. Ogni volta che si vedono, ancora prima di salutarsi sfoggiano il loro corredo di battutine acide all’altro. Entrambi stanno cercando di andare avanti, e di non voltarsi più verso il passato. Tra Duncan e Veronica non è mai ricominciata, e, per quanto possa sembrare strano agli occhi di tutti, i due sono diventati ‘amici’. Duncan ha capito che l’amore per Veronica era solo un ricordo, e che il suo futuro sarebbe stato uno solo: Meg. Il Bus Crash non è mai avvenuto. Le frasi contenuta tra trattini (Esempio: - Sono Veronica- ) rappresentano i suoi voiceover, come quelli del telefilm.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Echolls, Altro Personaggio, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Si lascia cullare dai sui dolci pensieri, i ricordi di attimi appena vissuti, e si addormenta

Si lascia cullare dai sui dolci pensieri, i ricordi di attimi appena vissuti, e si addormenta.

 

Bussano alla porta. Si alza di scatto, dà un’occhiata fuori dalla finestra. Accostato sulla strada, c’è il suo desiderio avverato. Quando aveva sentito che c’era qualcuno, la sua speranza era che ci fosse proprio quello. Un hummer giallo.

Apre la porta. Inutile dire che era Logan. Soride. E’ felice.

Veronica: Ciao…

Logan: Ciao…

Una attimo di silenzio imbarazzante.

Logan: Sai, prima abbiamo lasciato le cose un po’ a metà…

Veronica: Oh, allora non lo avevo solo sognato…

Logan: … Ti amo.

Veronica lo bacia.

Logan: E questo che vuol dire?

Veronica: Anche io.

Logan l’abbraccia. La bacia delicatamente sul collo.

Veronica: Logan?

Logan: Si?

Veronica: Promettimi… che mi proteggerai… sempre.

Logan: Te lo prometto.

Veronica: Io mi fido ancora di te.

Si baciano. Veronica chiude gli occhi e si fa trasportare da quella sensazione meravigliosa…

 

Riapre gli occhi. Vede tutto bianco. Sta guardando il soffitto. Si alza. E’ ancora sera. In cucina c’è qualcuno. Corre in quella direzione…

Veronica: Log… Papà!!!

Keith: Amore mio! Ti sei svegliata… Fatti abbracciare…

Padre e figlia si abbracciano.

Keith: Come ti senti?

Veronica: Alla grande, davvero! Cioè, relativamente alla giornata, mi sento proprio bene.

Keith: Vuoi mangiare qualcosa? Ho cucinato io.

Veronica assaggia il pollo.

Veronica: Sai, dovrei rischiare la vita più spesso se ogni volta preparerai una tale delizia…

Si siedono a tavola.

Keith: Allora, vorresti spiegarmi un po’ di cose? Domani anche Lamb vorrà saperle…

Veronica riassume la giornata appena trascorsa al padre. Il breve resto della serata passa velocemente, ma soprattutto, tranquillamente.

 

Veronica ha preso in prestito la macchina di suo padre. Ora sta attraversando il parcheggio.

Wallace: Veronica!!!

Veronica: Ciao!

Segue un abbraccio sincero, trasparente, puro. Come l’amicizia che li lega.

Wallace: Non ti si può mai lasciare da sola, eh, V. Mars? Io ti lascio e tu guarda che mi combini!

Veronica: Le notizie girano in fretta…

Wallace: Qui siamo a Neptune, mia cara.

Wallace: Sono contento che stai bene.

Veronica: Già. Ma tu dove te ne eri sparito?

Wallace: Ieri era il compleanno di mia madre, e ci siamo concessi un giorno di vacanza, per parlare un po’. Sai, era da tanto che non parlavamo…

Veronica: Oh.

Wallace: Ehi, c’è Dick laggiù. Si dice che ieri sera abbia fatto furori con la nuova…

Veronica: Ti dispiace…?

Wallace: No, no và pure, ti ribecco dopo investigatrice!

 

Veronica: Dick…

Dick: Mi stupisci, Veronica…

Veronica: Ti sei accorto del graffio sulla tua macchina?

Dick: Quello?!? Cert…

Veronica: Bene. Magari sai anche come te lo sei procurato…?

Dick: Ehi, Mars, l’investigatrice sei tu!

Veronica: Appunto. Io so come l’hai ottenuto. Sai, Weevil…

Dick: Non gli avrai mica detto che sono stato io?

Veronica: Beh, l’ho fatto, e se ora non sei in ospedale è merito mio.

Dio, quanto me ne pento…

Dick: Non mi sarei mai aspettato di dover ringraziare La Mars in persona… Che vuoi in cambio? Uscire con me? Mettiti in fila…

Veronica: Beh, se non vuoi subire una plastica facciale artigianale, devi pagare i danni. O meglio, non farlo, di sicuro verresti fuori meglio di come sei, o magari più intelligente, perché peggio di così è impossib…

“Veronica Mars!”

Quella voce. Sapeva che avrebbe dovuto affrontarla. E il pensiero la piaceva, bastava che lui le rendesse le cose facili…

Logan: Allora, che fai? Socializzi con gli 09? Eh, no, così non si fa…

Veronica non ci crede. Non crede alle sue orecchie. Non crede a quello che ha sentito. Non crede a quello che ha detto, ma soprattutto, non crede a quel tono. Il solito tono. Quello di sempre. Logan stava facendo finta di niente. Come se nulla fosse successo.

Logan: Non ti hanno detto che siamo tutti ragazzacci?

Non ha la forza di rispondere. Non vuole più combattere. Non vuole continuare a combattere questa guerra per ferire l’altro, allontanandolo, perché, prima di tutto, ferirebbe sé stessa. Ormai si era arresa, rassegnata, non voleva più mentire a sé stessa su quello che provava per lui.

Veronica: Già. Lo siete. Banda di stonzi.

E in quel momento si riferisce a lui in particolare, non può credere di esserci cascata di nuovo…

 

Zona armadietti. La campanella è appena suonata, metà atrio si è già svuotato. Logan fissa il pavimento, come se potesse dargli la risposta al perché del suo comportamento. Veronica si avvicina. Non sa perché lo fa.

Logan alza la testa.

Logan: A cosa devo l’onore della tua compagnia?

Veronica non ne può più. Alza la voce.

Veronica: Che cosa devo fare con te, eh?!? A cosa lo devi?!?? Forse al fatto che ieri sera mi hai salvata, mi hai abbracciata, mi hai baciata, e mi hai fatta arrivare in paradiso, anche solo per un momento??? Eh? Ti basta? Come ho potuto, come ho potuto…. Sono una stupida, e tu sei un coglione! Vaffanculo!!! E questa volta non provare a fermarmi.

Si gira, si dirige alla classe con passo veloce. Non deve piangere. Non può. Ma… forse Wallace aveva ragione quel giorno. Veronica Mars è una tenerona.

 

Per tutta la mattina cerca di evitarlo, evitare ogni suo sguardo, evitare la sua esistenza. E’ arrabbiata con lui, ma principalmente con sé stessa. La mattinata è finita. A scuola non ha ascoltato una parola. Era troppo impegnata a pensare, ricordare, soffrire. Ed evitare. Era andata a dire a Weevil che sarebbe stato ripagato, aveva raccontato tutto meglio a Wallace. O meglio, quasi tutto. Si era fermata a “Logan mi ha salvata.” Poi aveva saltato un pezzo, passando direttamente a “Poi è arrivato mio padre”. Si fidava di lui, ma… Non voleva pensarci ancora, non voleva parlarne con nessuno. Nemmeno col suo migliore amico.

Aveva tardato apposta un po’ per evitare la folla. Era uscita quasi per ultima. Si sta dirigendo alla macchina.

Logan è in piedi in mezzo al parcheggio.

Veronica fa finta di niente. Come se non ci fosse. Continua a camminare, gli passa accanto. Quasi si sfiorano. E continua, lo supera. Fa alcuni passi. Alle sue spalle lui la segue con gli occhi.

Logan: Scusa.

Veronica si ferma di botto. Senza girarsi, continua a dargli le spalle.

Logan: Non sapevo cosa volevi, come l’avresti presa, non sapevo come comportarmi.

Lei è sempre di spalle. Guarda per terra.

Logan: Lo sai, avevo paura. Paura che fosse successo solo per caso, che l’avresti rimosso dalla tua mente. E poi, avevo paura di soffrire ancora.

Logan: Ma l’ultima cosa che volevo era farti stare male.

Veronica si gira lentamente. Non è completamente rivolta verso di lui. E’ di fianco.

Logan: C’è un’altra cosa. Avrei dovuto dirtelo prima.

Fa una pausa.

Logan: Ti amo.

Veronica scuote la testa. A quel punto i gesti e le parole non avevano più bisogno di essere pensati, venivano da soli, dal cuore.

Gli corre in contro. E lo bacia.

Logan: E questo che vuol dire?

Veronica: “Anche io”.

Logan l’abbraccia. La bacia delicatamente sul collo.

Veronica: Logan?

Logan: Si?

Veronica: Promettimi… che mi proteggerai… sempre.

Logan: Te lo prometto.

Veronica: Io mi fido ancora di te.

Si baciano di nuovo. Veronica si lascia trasportare… E questa volta sa che non è solo un sogno.

 

Poco dopo. Veronica sta guidando verso casa. Si erano salutati con l’ennesimo bacio. Avrebbe voluto rimanere con lui per sempre. Ma doveva tornare. Almeno ora, però era felice. E sicura. Non lo avrebbe perso mai più. E niente al mondo la preoccupava più.

 

Logan ha appena fermato il suo hummer. Gli squilla il telefono, numero sconosciuto. Risponde.

Logan: Pronto?

Dall’altra parte: Pronto? Logan? Sei tu?

Gela. Quella voce. No. Non è possibile.

 

  
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