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Autore: Alias    15/04/2007    7 recensioni
Mi chiamo Martina e ho appena compiuto 16 anni... ho scritto questa fanfic tempo fa, quando in Italia era appena cominciata la seconda stagione di Veronica Mars. L'idea iniziale era di farla di un unico capitolo molto lungo, ossia il primo che posterò qui, ma poi mi sono fatta prendere la mano e ho continuato scrivendo altri capitoli. E' la prima Fanfic che scrivo, non sono molto brava, insomma, non credo che sia proprio un capolavoro, anzi! Mi è stato difficile trovare una collocazione temporale alla mia ff... Dovrebbe trovarsi circa in mezzo alle due stagioni, o meglio, anche in mezzo alla seconda stagione, ma con qualche modifica, e la situazione più o meno è questa: Logan e Veronica si sono lasciati, e tra loro è finita. Ogni volta che si vedono, ancora prima di salutarsi sfoggiano il loro corredo di battutine acide all’altro. Entrambi stanno cercando di andare avanti, e di non voltarsi più verso il passato. Tra Duncan e Veronica non è mai ricominciata, e, per quanto possa sembrare strano agli occhi di tutti, i due sono diventati ‘amici’. Duncan ha capito che l’amore per Veronica era solo un ricordo, e che il suo futuro sarebbe stato uno solo: Meg. Il Bus Crash non è mai avvenuto. Le frasi contenuta tra trattini (Esempio: - Sono Veronica- ) rappresentano i suoi voiceover, come quelli del telefilm.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Echolls, Altro Personaggio, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NEPTUNE, California

NEPTUNE, California.

Veronica è nel parcheggio della scuola. Si sta avviando all’entrata. Guarda il cielo. C’è un bel sole… -Ah, sembra proprio un’altra giornata come tutte le altre-, pensa. Non ha dormito molto bene, la notte prima, ma si è svegliata solare come al solito.

Mentre cerca di far funzionare minimante il suo cervello in semplici pensieri per svegliarsi un po’, viene raggiunta da una voce: “Veronica!” istintivamente si gira.

Veronica: Ciao Weevil… Chiamavi me?

Weevil: Non credo ci siano molte Veroniche qui in giro che io chiamerei in quel modo.

Veronica: …’Quel modo’… ?

Weevil: ….

Veronica: Ti serve un favore.

Weevil: Ecco perché sei la mia veronica preferita….

-Si, direi proprio che la giornata è già al completo.-

Veronica: Dai, spara.

Weevil: Ok, ma devi davvero impegnarti. Questa volta è per una questione davvero importante.

Veronica: Allora, cos’è successo? Per cas…

Weevil: Un cretino ha urtato la mia moto. Quell’idiota me l’ha strisciata, lasciandomi un bel souvenir: la sua carrozzeria. Se lo becco giuro che lo rovino. Se mi capita tra le mani lo massac…

Veronica: Ho capito.

Weevil annuisce.

Veronica: E… vuoi che ti dia una mano.

Weevil: Ovvio.

Veronica: No, è ovvio che il lavoro lo farò io… quindi, non è che per caso hai qualcos’altro da dirmi? Indizi magari?

Weevil: Buone notizie, baby. Ho visto la macchina.

-Fa che sia un hummer giallo…-

Weevil: Era una berlina grigio chiaro, tutta tirata a lucido, sembrava quasi nuova, per quello che sono riuscito a vedere la targa iniziava con AZ.

Veronica: Oh, mister occhi di lince, i tuoi indizi saranno preziosi, il caso è praticamente già risolto. Ora mi spiace, ma devo andare a farmi inghiottire dalla noiosità della mattinata a scuola.

 

Pausa pranzo.

Wallace: Ehi, ciao!

Veronica: Ciao!!!

Wallace: Aspetta, quello è il tipico sorriso da “Wallace mi serve un favore”?

Veronica: Hai mai pensato di fare il detective?

Wallace: Ho preso tutto da te grande maestra. In ogni caso… che c’è stavolta?

Veronica: Il solito. Avrei un caso…

Mentre parla Veronica tira su con la forchetta il dolce di Wallace e se lo porta alla bocca.

Wallace: A a a… cosa credi, che ti aiuti gratis?

Dicendolo sposta la fetta di dolce dalla bocca di Veronica.

Wallace: Gli aiutanti dei detective sono ben pagati!!! Almeno concedimi questa.

Dicendolo divora in un boccone il dolce.

Veronica: Ok, ti chiamo più tardi.

 

Più tardi. Veronica è tornata a casa, apre la porta. In mezzo alla cucina Keith improvvisa un concerto urlando a squarciagola e usando un cucchiaio come microfono.

-Siamo messi bene. Questa volta, o mi sono davvero giocata mio padre, o abbiamo vinto alla lotteria.-

Veronica: Ehm… Papà………?

Keith: Tesoro, ciao!

Keith lascia perdere la sua improvvisata, dirigendosi verso la figlia. La bacia sulla testa. Veronica capisce che è di buon umore, lo abbraccia, è così piacevole rintanarsi nel suo caldo abbraccio…

Veronica: Ciao papà!! Allora? A cosa devo tale… Gioia? Euforia? Disperazione? Pazzia?

Keith sfoggia un sorriso che viene bloccato solamente dalle orecchie.

Veronica lo precede: Sei tu il mio papà, si.

Keith: Eh, no, stai diventando troppo brava ora.

Veronica: Ma chi è il mio papà? E’ merito tuo. Allora? Che c’era nel tuo caffè stamattina?

Keith: Niente di troppo particolare. Semplicemente mi sono svegliato bene, e ho risolto un caso che mi ha fruttato parecchio. Senza contare che ho una figlia meravigliosa.

Veronica: E intelligente.

Keith: Era sottointeso. Allora, come è andata oggi?

Veronica: Il solito. Solo che questa volta la matricola non voleva darmi la merenda, e sono stata costretta ad appenderla fuori dalla finestra.

Keith: Veron…

Veronica: Oh, dimenticavo. Devo andare, oltre a una buona merenda, stamattina ho rimediato anche un caso.

Keith: Che tipo di caso?

Veronica: Mah, niente di che, mafia, omicidi, armi nucleari, bomb…

Keith, con tono più serio: Veronica?

Veronica: Ok, ok, niente di pericoloso. Facile. Più di un caso è un favore a un amico.

Keith: Amico..? E chi…

Veronica, evitando la domanda del padre: Devo andare, devo anche chiamare Wallace!!!

Dicendo questo si avvia verso la sua camera.

Poco dopo, finchè Keith cerca di autoconvincersi che sua figlia gli ha assicurato di non correre rischi troppo grossi, Veronica ricompare. Si avvicina con un falso fare frettoloso a suo padre, annunciandogli che il caso è praticamente risolto. Un leggero bacio sulla guancia per salutarsi. Veronica fa per uscire.

Keith: Tesoro!

Veronica: Si?

Keith: Cerca di tornare in tempo per studiare letteratura, tu stessa mi hai detto di essere impreparata per il compito di domani… Ok?

Veronica: Ma certo papà, farò la brava bambina.

 

Appena uscita.

-Cavoli!!! Il compito di letteratura! Come ha potuto sfuggirmi di mente? Oh, no…-

Wallace è arrivato. Veronica cerca di rimettere in ordine le proprie idee, convincendosi che ce la potrà fare. Dopotutto, davvero il caso non era difficile. Le era bastato cercare tutti quelli di Neptune che avessero la macchina descritta da Weevil… Le erano risultate due pagine scarse. Lesse solamente i primi nomi in alto, poi decise di andare con ordine.

 

Tutti i primi nomi erano da scartare, per i motivi più diversi, e tutti accomunati dal fatto che la vettura non presentava segni di recenti ritocchi alla carrozzeria, o parti di carrozzeria mancante.

Era alla fine della prima pagina. Si erano fermati davanti a una bella villa, giusto in tempo per vedere che il proprietario della berlina l’aveva chiusa in garage.

Wallace: Accidenti! Fino ad ora era stato così facile…

Veronica: Perché, ora cosa c’è di difficile?

Wallace: Pensi di entrare e dire: scusatemi signori, sono una piccola-investigatrice-salva-mondo, devo controllare la carrozzeria della vostra auto, perché se ci sono segni di un urto o di un ritocco, un mio amico motociclista ve la farà pagare cara per aver …

Veronica: Io pensavo a un diversivo.

Veronica sorride. Wallace la guarda. Si chiede perché per lui è così difficile dirle no. Più che difficile, per lui è impossibile. Le vuole bene, ed è felice di essere stato appeso a quel palo…

Veronica: Wallace? In che tipo di pensieri eri immerso? Stai prendendo un po’ troppo da me… basta che poi non ti fai biond…

Wallace: Che tipo di “diversivo”?

Veronica: Qualcosa di semplice… basta che guadagni tempo.

Wallace: Andiamo.

 

Scendono dalla macchina. Veronica fa il giro largo attorno all’abitazione. Wallace suona il campanello.

Dlin - Dlon…

Apre alla porta un uomo sulla trentina, forse più, dall’aspetto amichevole e immancabilmente ricco.

Uomo: Salve… Poss

Wallace: Salve!

Uomo: Dicevo, posso esserle utile?

Wallace: Oh, per favore, non mi dia del lei, mi mette in imbarazzo…

Wallace parla lentamente, si ferma dopo ogni parola, si, insomma, cerca di guadagnare tempo, ma il risultato sembra essere un ragazzo dislessico e un po’ idiota…

Uomo: Ok, posso fare qualcosa per te?

In quel momento Wallace vede spuntare Veronica alle spalle dell’uomo, che cerca disperatamente di non farsi sentire mentre attraversa l’atrio… Quando vede l’amico gli fa cenno di parlare, parlare, parlare e tirarla lunga. Poi torna al suo immenso sforzo per essere furtiva.

Wallace: Oh, niente di… importante…cioè…si… nel senso che per me…sarebbe…molto…importante… Se volesse… ascoltarmi….

Uomo: Certo, ne sarò felice.

Wallace: Bene… e… grazie…io… io mi occupo del…la vendita a domicilio di…. biscotti, caramelle, dolcetti vari e oggetti da ufficio…!

Uomo: Oh…

Wallace: Ehm… Detto così.. sembra che non abbia un senso…ma… il ricavato della vendita andrà in beneficenza…

 

Nel frattempo, Nella stessa casa…

Veronica ha raggiunto il garage. Scruta attentamente la macchina, in cerca di qualsiasi indizio su quale appigliarsi, ma niente. Dopo aver deciso per certo che quella non era la macchina giusta, decide di tornare a recuperare Wallace. Esce dalla finestra, e si dirige correndo verso la porta…

Veronica: Wallace, muoviti!!! Mi dispiace signore, ma abbiamo degli orari da rispettare, sa… Andiamo!

 

Nella macchina.

Veronica: Allora? Com’è andata?

Wallace: Ho perso il mio inutile fermacarte e ci ho guadagnato sette dollari. Tu?

Veronica: A te è andata bene… Non è lui.

Veronica gira la pagina controllata di indirizzi e nomi, per accorgersi che nella seconda pagina rimaneva un solo indirizzo. Lo legge. -Mi pare di averlo già sentito…- Proprietario: Dick Casablancas.

Wallace: Cos’è quella faccia?

Veronica: Niente, è che mi è rimasto un solo nome.

Wallace: Perfetto, allora… o è lui, o…

Veronica: Dick.

Wallace: Dick?

Veronica: Si, lui. E’ tardi. Torniamo a casa. Domattina controllerò nel parcheggio della scuola.

Wallace: Ma dick non ha una macchina così…

Veronica: Infatti è nuova. Appena comprata. Una macchina che giudicherà sicuramente irrilevante.

Wallace: Mi chiedo come fai a capire gli 09…

Veronica: Me lo chiedo anche io.

 

Più tardi, Veronica è arrivata a casa. Il cielo si sta coprendo lentamente di nuvole.

Entra e lascia andare la porta alle sue spalle.

Veronica: Papà… ci sei?

Keih: Eccomi, Veronica…

Un leggero bacio sulla guancia. Sempre lo stesso, ma che sembra sempre diverso, e che sempre Veronica ha piacere di ricevere.

Veronica: Visto? Sono tornata a casa sana e salva!

Keith: Si, ma è tardi.

Veronica: E che adolescente sarei se facessi sempre tutto quello che mi dici tu alla lettera?

Keith aveva preparato la cena. Padre e figlia si siedono a tavola, cenano insieme, poi Keith informa la figlia che quella sera sarebbe uscito e non sapeva quanto sarebbe stato via, forse un giorno o due, doveva pedinare una donna per un caso.

 

 

Veronica è sola, a casa. Ha appena finito di farsi un bagno, quando gela di fronte a un unico pensiero: letteratura.

Avrebbe dovuto, anzi, doveva saperla perfettamente.

Il pensiero di doversi chinare sui libri non la lusingava affatto, se si aggiunge poi che la leggera sonnolenza del momento, allora…

-Forza, Veronica!- Scuote la testa. Si prepara un caffè e si mette all’opera.

 

 

Sorge un nuovo sole a Neptune. O, meglio, che il sole sorga lo si dà per scontato, si sa che c’è, ma non si vede, perché completamente ricoperto di nuvole.

Veronica è nel parcheggio della scuola. Si sta avviando all’entrata. Guarda il cielo. C’è un tempo da schifo. -Perfetto, sembra proprio una delle peggiori giornate della mia vita! Come ho passato la mia ultima serata? Beh, ho rovesciato il caffè sul libro di letteratura, ho chiamato Wallace, e l’ho pregato di prestarmi i suoi appunti. Il resto della notte l’ho passato a decifrare la sua calligrafia.

Il risultato? Beh, è già tanto che prenda l’insufficienza nel compito. Non ho dormito. E credo di non essere proprio di buon umore.-

Sbadiglia. E appena si toglie la mano dalla faccia vede Dick scendere da una mercedes ultimo modello.

-Berlina, grigia, tirata a lucido, targa che comincia con… oh, tu guarda, AZ! E magari…ma si! Una striscetta di troppo…-

Sta camminando a testa bassa, impegnata a constatare che almeno aveva risolto il caso, quando si rende conto da avere davanti qualcuno. Alza lo sguardo. Se il buon giorno si vede dal mattino, quella era una delle peggiori giornate della sua vita.

Logan è impalato davanti a lei e la guarda corrugando la fronte.

Logan: Mi sbarri la strada.

Veronica è talmente stanca che non ha nemmeno la voglia di ribattere, semplicemente, lo supera.

Logan: Oh, miss Sherlokmars, sei troppo impegnata a salvare il mondo per dare il buongiorno

agli... amici?

-Se agli avvenimenti della serata si aggiunge anche un bel “buongiorno” da Logan Echolls, allora la giornata è completa.-

Veronica si gira solo un secondo per rispondere

Veronica: Non hai pensato che forse per me questo non è proprio un buon giorno?

Lo cattura con lo sguardo ancora un secondo, per poi tornare a camminare.

E’ entrata, si è diretta agli armadietti.

-Perché, Logan, da quando ci siamo lasciati ogni nostro incontro si riduce ad una specie gara, in cui l’obiettivo è ferire l’altro con acidità e sarcasmo? Si, tu sei stato il mio ragazzo, ok, ma tra noi non funzionava. Forse non ho mai avuto fiuto per i ragazzi. Lasciarmi andare con te è stato un errore, quel giorno. Non è desino, non siamo fatti per stare insieme. Ed era inutile continuare. Per questo ti ho lasciato, ma volevo che tornasse come una volta, quando eravamo amici…Sapevo che sarebbe stato impossibile. Mi ero illusa. Ora voglio solo ricominciare. -

Cerca disperatamente di capire perchè le cose avevano preso quella piega. Non erano troppo diversi, non erano troppo ugali. E non erano nemmeno troppo perfetti. O forse erano perfetti perché erano imperfetti.

-Mi sono chiesta spesso cosa ho provato per te, Logan. Forse era davvero amore, perché lasciarti per me è stato un gesto disperato e faticoso, forse l’ho fatto proprio perché ti amavo…Ho sofferto? Si, schiacciata dal peso troppo forte del rimpianto. Ma ho fatto finire questo sogno perché altrimenti sarebbe diventato un incubo ancora peggiore della sofferenza. In ogni caso, la mia è stata la scelta giusta, e qualunque cosa ci fosse tra noi, ora è finita per sempre.-

Ha preso la sua roba, chiude l’armadietto. Fa un passo indietro, e viene investita.

Veronica, scocciata: Ehi!

Logan: Ehi…

Veronica: Ancora?!?

Logan: Potresti anche guardare dove vai…!

Veronica: Scusa, è che non passo tutto il mio tempo a schivare stupidi psicotici che…

Dick: La piccola Mars in persona! Ciao Veronica… Ti va di uscire con me?

-Ditemi che ho le allucinazioni. Vi prego. A questo punto rimpiango davvero di essermi svegliata questa mattina.-

Logan: Dick, quella volta che ti ho detto che dando testate al muro tornava l’intelligenza… beh, forse ha avuto l’effetto contrario… E poi, hai forse dimenticato le condizioni della scommessa?

Dick: Oh, dai Logan, io non…

Veronica: Scommessa…?

Logan: Si, sai Veronica, ieri sera ho stracciato Dick, e visto che non volevamo scommettere verdoni, abbiamo scommesso una cosa…diversa.

Veronica continua a fissarlo. Piega la testa, aggrottando la fronte.

Logan: Insomma, chi perde deve uscire con Mary, la nuova arrivata.

A Veronica scappa un sorriso…

Dick: Oh, dai, Logan! Quella tipa è un mostro! Mi rovino l’immagine! Piuttosto stasera alla festa ci vengo con V. Mars!!

Logan: Ma se quando ho detto “uscire con una ragazza” hai accettato subito…

Dick: Si, ma quella è così brutta che non appartiene al genere umano! …

Logan lascia perdere l’amico, girandosi verso Veronica.

Logan: Vuoi venire alla festa di stasera? C’è anche il tuo caro amico Duncan…

Veronica: Oh siii, sai, non aspettavo altro che essere invitata a una stupida festa da 09, fammi indovinare, magari in memoria di qualche sciagura? No grazie.

Logan rimane a fissarla finchè se ne va. Si chiede se ha sbagliato qualcosa. Ma ormai è finita. Finita. Deve rassegnarsi, andare avanti.

Aveva anche provato a ricominciare. Con un’altra ragazza. Ma era durata poco. Lei non aveva capito quanto lui avesse perso la testa per Veronica, quanto era stato difficile per lui stare senza di lei. Non aveva capito che lui non la dimenticherà mai e poi mai, potrà provarci, ma non ci riuscirà. Lei che così tanto era stata importante per lui occuperà per sempre un piccolissimo posto nascosto nel suo cuore... E nessuno potrà mai sapere di preciso cosa prova quando la vede passare.
Aveva provato a ricominciare perché per essere del tutto felice aveva bisogno di essere sicuro che l'amore provato per Veronica era solo un dolcissimo ricordo... Ma il risultato non era stato quello che voleva.

Più ci pensava più soffriva. E si sentiva vuoto, privato anche dell’anima.

Ormai aveva capito che il modo migliore per non soffrire è non pensarci.

Driiiiiiiiiiiiiiiin. La campanella.

 

Terza ora. Veronica fissa il suo compito. E’ assonnata e le viene difficile anche solo capire il senso delle domande. Tenta disperatemente di concentrarsi per rispondere alla prima, ma non c’è niente da fare, è una causa persa fin dall’inizio.

Sposta lentamente la testa di lato. Logan la sta guardando. Sfoggia un sorrisetto beffardo e le fa ciao con la mano.

Veronica, a bassa voce: Che vuoi?

Logan: Io? Parli con me?

Veronica: E con chi sennò!

Logan: Ma se non ti ho neanc…

Professoressa: Mars, Echolls!!! La smettiamo di fare salotto???

Logan: Mi scusi, ma… è lei che ha cominciato. Voleva assolutamente suggerirmi, ma io non volevo niene.

Veronica: Ma io…

Professoressa: Mars, silenzio! Vattene fuori!

Veronica si alza lentamente. Tanto non ha niente da perdere, in ogni caso il compito le sarebbe andato da schifo. Attraversa la classe ed apre la porta. Prima di chiuderla lancia uno sguardo fulminante a Logan. La sta guardando, con la sua tipica espressione da idiota. Da schiaffi.

Poco dopo. Sta passeggiando tranquillamente per la scuola. Il tempo è davvero brutto, e va peggiorando; è freddo, c’è vento, e sembra che manchi poco a piovere. Guarda fuori dalla finestra. Gela. La sua macchina non c’era più. Il posto dove l’aveva messa era vuoto. Era quello riservato ai disabili. -Ecco, si, questa ci mancava. La rimozione della macchina. E sono appena stata informata che Wallace se ne starà via tutto il giorno con sua madre, anche se non ho capito dove va Mi ha chiamata frettolosamente, mi ha detto che non c’era da preoccuparsi. “Viaggio di piacere”, ha detto. Boh.-

L’ ora è quasi finita, e torna verso la sua classe. La porta si apre, qualcuno sta uscendo. Logan.

Veronica: Non riesci proprio a stare senza di me, vero?

Logan: Cavoli baby, mi hai scoperto… in verità credo che la prof sia troppo attratta da me, e per sfuggire alla pressione, ogni tanto mi butta fuori.

Veronica: Illuso.

-Vorrei tanto dirti che il tuo sex appeal è paragonabile a quello di un rospo, ma te la risparmio; cosa mi era successo quando stavo con te? Ero forse sotto l’influsso di qualcosa?-

Suona di nuovo la campanella.

 

A parte la terza ora, la mattinata di scuola continua tranquillamente e normalmente.

Parcheggio della scuola.

Veronica: Weeviiiil!!!

Weevil: Che c’è? Hai deciso di invitarmi a cena?

Veronica, dapprima scuote la testa arricciando il naso, poi gli risponde: Caso risolto! Allargando le braccia in una specie di inchino.

Weevil: Chi è il bastardo?

Veronica: Dick Casablancas.

Weevil: Lo sapevo che poteva essere stato solo uno stupido 09… Beh, grazie.

Veronica: Non mi chiedi nemmeno cosa mi devi?

Weevil: Io pensavo lo facessi in nome della nostra amicizia…

Veronica, assumendo un’espressione disperata: Amicizia??? Amicizia?!?!? Oh, Weevil… così mi hai spezzato il cuore… e io che speravo ci fosse qualcosa di più…!!!

Weevil è seriamente preoccupato. Veronica scoppia a piangere. Pianto che si rivela una risata.

Weevil: Oh, V. Mars, andiamo!!! C’ero quasi cascato…

Veronica: A parte gli scherzi, in cambio vorrei due favori.

Weevil: … Sarebbero?

Veronica: Primo: non picchiare Dick. Secon…

Weevil: Cosa??? Quello mi ha rovinato la moto!

Veronica: Si, ma pagherà da solo. Stasera deve uscire con Mary.

Weevil: Quella nuova?

Veronica, sorridendo, annuisce.

Weevil: Oh, ma che ha nella testa quello? Mary è orribile!!! E poi almeno la giudicavo intelligente, ma se esce con Dick…

Veronica gli racconta della scommessa.

Veronica: Lei sa che è uno scherzo, ma lui pensa che lei sia all’oscuro di tutto! Se lo picchi salterà l’appuntamento… non ti pare già quella una tortura?

Weevil: Mi hai convinto, ma solo perché mi hai aiutato. E in ogni caso gli chiederai i danni da parte mia. Io con gli 09 non ci parlo. Il secondo favore?

Veronica: Vedi, mi hanno portato via la macchina. Un passaggio fino a casa.

Weevil: E’ un piacere. Monta.

 

E’ appena arrivata a casa. Suo padre non c’è. Sa che sta seguendo quel caso, ma lo chiama ugualmente, scoprendo che va tutto bene e che sarebbe stato via probabilmente tutto il giorno. Si raccomanda di ritirare la posta, visto il tempo.

Veronica si mette al computer, e sistema un po’ di scartoffie dalla sua scrivania.

Dopo un po’. Incomincia a piovere. Veronica esce da casa un secondo per la posta. Pam. La porta si è chiusa alle sue spalle. Tenta di aprirla, ma non c’è verso.

-Oh, andiamo! Vuoi vedere che io, Veronica Mars, mi chiudo fuori da casa MIA e non riesco a rientrare??!! È assurdo!-

Non ha niente per tentare di aprire, anche solo qualcosa per scassinare la porta.

Le finestre sono sbarrate, la porta è chiusa dall’interno, il cellulare e qualsiasi altra cosa utile sono rimaste dentro, non ha la seconda chiave e quella mattina le hanno portato via la macchina.

Piove più forte. Sta arrivando un temporale, deve andare da qualcuno.

Camminando per la strada si infradicia, una macchina le passa vicino a tutta velocità e la infanga pure. E’ indecente.

Toc-Toc. Bussa alla porta, qualcuno dall’altra parte la apre lentamente. E Logan, per la seconda volta, è impalato davanti a lei, non ha ancora parlato, ma la sua faccia strafottente dice tutto.

-Sono una stupida. Perché, quando ho dovuto decidere dove andare, sono venuta qui? L’ho fatto senza pensare in verità. E me ne sono pentita.-

Logan la squadra dall’alto al basso.

Logan: a…

Veronica: Prova a dire anche solo una parola sbagliata e giuro che te ne pentirai.

Logan: Ok ma… dove credi di andare conciata così?

Veronica: Nella tua suite forse?

Logan: Oh… V.Mars! Ma che ti è successo? Che ci facevi per strada tutta sola?

Veronica gli lancia uno sguardo poco rassicurante.

Logan: Entra, ma per favore fai attenzione a non combinare un disastro, anche se è la tua specialità.

Veronica continua a guardarlo con lo stesso sguardo.

Logan: Solo un “entra” può andare?

Veronica: Risposta esatta!

Logan: Cosa vinco?

Veronica: Starò attenta alla moquette.

Veronica entra nella suite di Logan. O, meglio, quella era la suite di Logan e Duncan. Ma da quando Duncan si era rimesso con Meg, spesso toglieva il disturbo e andava con lei in un’altra camera. Veronica si guarda attorno. Seduto sul divano c’è Duncan. Il suo primo amore. Si ricorda  quando era convinta che non ce ne sarebbe mai potuto essere un altro. E ora… ora parlavano tranquillamente, come amici. Duncan si gira, la guarda stupito: Veronica! Ciao…

Veronica accenna ad un saluto con la mano e chinando la testa. Fa un altro passo.

Logan: Ehi, cosa vorresti fare?

Veronica lo guarda. Il quel momento gli sembra ancora più asfissiante di quanto non lo sia di solito.

Duncan: Forse ti conviene farti un bagno...

Veronica, guardando Logan: Già, ma prima barricherò la porta con ogni sorta di…

Logan: Andiamo! Non ti fidi di D.Kane? Mi terrà d’occhio.

Veronica: Solo perché ne ho immensamente bisogno.

Poco dopo. Veronica si è lavata, ma i suoi vestiti sono fradici e sporchi. Avvolta con un grande asciugamano, apre leggermente la porta: Non è che avreste qualcosa da prestarmi?

Logan: Della tua taglia ho solo slip e regg…

Veronica: Logan! Per favore.

Dopo qualche minuto Veronica indossa una camicia di Logan che le fa da vestito, e un paio di pantaloni che ha dovuto piegare da sotto parecchie volte per farli diventare quasi della sua misura.

Logan guarda quel capolavoro. E’ ridicola, ma decide di non dirglielo. Duncan sorride. Pensa la stessa cosa.

Logan: Allora, sembra proprio che sia tu a non poter fare a meno di me.

Veronica: No… Sai, Logan, A me piacciono i ragazzi con qualcosa nella testa…

Logan sorride e si indica da solo con entrambe le mani.

Veronica: Con “qualcosa” intendevo il cervello.

 

Duncan: Veronica, noi più tardi andiamo a una festa… Vuoi venire?

Veronica: No, grazie Duncan, ma… non voglio venirci.

Logan non può non osservare la differenza della risposta data a Duncan e quella che aveva dato a lui quella mattina. Forse ha veramente sbagliato qualcosa. Ma cosa? Anche Veronica aveva provato a ricominciare. Che sciocca. Non aveva capito che nessuno potrà amarla come l'amava lui, adorarla in quel modo, non saprà accorgersi di tutti i suoi dolci movimenti, di quei piccoli segni sul suo viso.
E' come se solo a lui fosse stato concesso vedere, conoscere il vero sapore dei suoi baci, il reale colore dei suoi occhi.
Nessun uomo potrà mai vedere quello che ha visto lui. Disegna chiunque incapace di capirla, rispettarla. Incapace di amarla. Gli altri la vedranno, la desidereranno, si, ma non in quel modo.

Duncan: Ti riaccompagniamo a casa?

Veronica: Ehm… veramente…

Spiega molto brevemente tutti gli avvenimenti del giorno, che si era chiusa fuori, e che le altre chiavi oltre a quella lasciate dentro le aveva suo padre, che era fuori città e lo sarebbe rimasto fino a tarda sera.

Veronica: Se non vi dispiace potete andare, io in qualche modo ammazzerò il tempo…

Logan: Sola soletta?

Veronica: Sai, Logan, esiste un proverbio che a me piace tanto… com’è che fa… ah si. Meglio soli che mal accompagnati.

Duncan: Ok, come vuoi, fa come se fossi a casa tua…

Veronica ripensa a tutto quello che ha fatto quel giorno. Ha parcheggiato la macchina in zona di rimozione, si è fatta buttare fuori dalla porta durante un compito, si è chiusa fuori, è andata da Logan e Duncan, e si è messa i vestiti di Logan. Tutto ciò non aveva senso. Era stata davvero lei a fare tutto questo? Razionalmente, ha fatto una serie di azioni stupide alla quale non sa dare una spiegazione. Ma in quel momento non le viene in mente che un altro detto che le piaceva tanto era “il cuore ha sempre ragione”.

-Sono semplicemente distrutta.-

Veronica: Sono stanchissima.

Duncan: Visto che stanotte non hai dormito, se vuoi buttarti fa con comodo.

Non fa nemmeno in tempo a distendersi che si è già addormentata.

 

Pochissimo dopo Logan entra nella stanza. Veronica è buttata sul letto, e dorme. Non sa spiegarsi perché guadarla lo fa sentire così. Gli provoca qualcosa dentro, nullo stomaco. O forse no. Più in alto, leggermente a sinistra. Nel cuore.

E ancora, si chiede se quello che lui aveva provato per lei lo avesse provato anche lei per lui.

Perché se l'amore è per sempre non dovevano lasciarsi. Non doveva finire così. Ma sono le cose più
belle che durano poco e basta un soffio per spezzare quell'incantesimo.

Più ci pensa, più soffre, e così i ricordi riaffiorano dolorosi, uno dopo l'altro, implacabili, malinconici, tristi. Cerca di allontanarli, e di mandare via quei pensieri, quella sofferenza devastante.
Ma all'improvviso capisce. E' tutto inutile. E' finita.
Quante volte se l’era chiesto. Perchè, se c'è un dio l'ha permesso? Perchè non l'ha fermata? Perchè?

“E io stupido che cercavo e speravo di trovare una risposta. Datemi un perché, un semplice perché, un qualsiasi perché. Ma che sciocco. Si sa. Quando finisce un amore si può trovare tutto, tranne che un perché.”

La copre con fare stranamente affettuoso con il lenzuolo. Si gira. Duncan lo sta guardando, leggermente stupito.

Duncan: …Ehm… Ma che…?

Logan: Amico, ti immagini se si sveglia col raffreddore? Poi da la colpa a noi e rompe il doppio.

 

Più tardi. Veronica si sveglia. E’ sola nella suite. Si alza, gira un po’. Guarda fuori. Piove ancora, ma meno di prima. Il cielo è buio. Si siede davanti alla tv.

Sente un rumore. Istintivamente si alza, e chiede: C’è qualcuno? Logan? Duncan?

Nessuna risposta. -Ah, non sarà niente.- Lo sente di nuovo spegne del tutto la tv, si gira e vede chiaramente un’ombra muoversi. Si avvicina lentamente, cercando di non farsi sentire. Pare che non ci sia nessuno. Vede un cellulare sopra un mobiletto. Forse è di Duncan. Per sicurezza compone il numero di suo padre, lo chiama. Uno, due squilli. E’ un attimo, tutto succede in un attimo.

Veronica viene presa da dietro, qualcuno le tiene un braccio intorno al collo. Si divincola, gli lancia un calcio e si libera, allontanandosi. In quel momento Keith risponde. Veronica urla con tutta la forza e lo sgomento che ha in corpo: Papà papà! Aiutami ti prego! Sono nella suite di Duncan e c’è qualcuno! Papà vieni subito qui, chiama la polizia! Aiuto!

L’uomo la raggiunge. Le tira un pugno sullo stomaco. Veronica si piega in due dal dolore, e lo sconosciuto scaraventa il telefono lontano.

Uomo: Cosa credevi di fare? Tanto tuo padre o la polizia non faranno in tempo ad arrivare, dovunque siano. Morirai comunque.

Veronica lo guarda. Non lo conosce.

Veronica: Chi sei?

La sua voce è rotta dal terrore. L’uomo non fa in tempo a rispondere che Veronica gli è addosso, ma dopo una breve colluttazione, lui ha la meglio. La ragazza tenta di correre verso la porta, ma viene bloccata e cade a terra. Seguono alcuni calci da parte dell’uomo. E poi quel suono. Inconfondibile. La sicura di una pistola. Veronica alza la testa. L’uomo le sta puntando una pistola contro.

Uomo: Ora morirai… Missione compiuta.

Ha paura. Si copre il viso con le braccia, ma sa che sarebbe inutile. Poi uno sparo. Limpido.  Fortissimo. -Sono morta…?-  Ma è in quel momento che realizza di essere ancora viva. Distoglie per un attimo lo sguardo dal pavimento, spostandolo poco più in là. Davanti a lei, per terra, c’è quell’uomo. Morto. Sposta lo sguardo ancora più in là. C’è qualcun altro, davanti a lei, dietro l’uomo. Vede le sue scarpe. Ancora terrorizzata alza lentamente la testa, percorrendo le gambe, il torace, il collo. E, per ancora una volta, lui è lì, impalato, di fronte a lei. Logan.

Aveva in mano una pistola. L’aveva salvata. Era salva.

Scoppia a piangere. Si alza piano in piedi per poi correre verso di lui urlando il suo nome con la voce di chi si è appena svegliato da un incubo. Si abbracciano, Veronica è pietrificata.

Logan: Ti porto fuori di qui.

Glielo sussurra piano, con tono dolce e rassicurante. Poi la prende in braccio. Le gambe di Veronica sono attorcigliate intorno alla sua vita e le braccia di lei sono attorno al suo collo. Ma in quell’istante non gli passa nemmeno per la testa il fatto che l’ultima volta che erano stati così erano nel bagno della scuola, sulla cui porta c’era scritto “fuori servizio”. Lei singhiozza ancora. Logan la porta fuori. La polizia era arrivata in quel momento, ma nel buio della sera a nessuno è venuto il brutto pensiero di disturbare i due ragazzi. Veronica ritorna a toccare terra con le sue gambe, anche se ancora tremanti. Il tempo si era come fermato, esistevano solo loro due e il buio che li circondava, i poliziotti che facevano avanti e indietro per l’hotel e si erano dimenticati di loro parevano così lontani, così estranei…

Veronica e Logan sono abbracciati. I singhiozzi le stanno passando.

Logan: Ho capito che non ne puoi più di me, ma così mi stritoli.

Parla piano, quasi sottovoce, con un tono così dolce e rassicurante che Veronica dimentica tutto il resto. Stacca la presa di scatto, ma è in quel momento che si accorge delle braccia di lui che l’avvolgono, del suo travolgente e piacevole abbraccio.

Veronica: Logan, I… Io… N… Non…

Si guardano negli occhi per un istante. Un istante che pare essere un’infinità.

Vicini, troppo vicini. Vicini come erano stati. O forse, vicini come erano sempre stati.

Trattiene il respiro per mezzo secondo, sospeso nel vuoto. Poi il cuore batte all'impazzata, sempre più forte.
Se solo facesse silenzio, sentirebbe un altro cuore lì vicino, battere ancora più forte del suo.

Lei si rituffa in quell’abbraccio confortante, appoggia la testa al suo petto.

Veronica: Grazie.

Logan: Oh, andiamo, Veronica, lo avrebbe fatto chiunque…

Veronica: No… Intendevo… Grazie… Grazie di esistere, Logan.

Chissà se Logan sa che con le parole che sta per dire butterà via per sempre quell’ultima possibilità, se mai c’era stata, di riaverla.

Logan: Oh, V.Mars, dov’è finita la tua acidità tagliente che tanto mi ha fatto dannare?

Ora il suo tono non era più quello rassicurante di prima, era più nervoso, il tono di qualcuno che vorrebbe sfogarsi per tutto quello che ha sofferto, ma non ne è capace. Una lacrima silenziosa gli solca la guancia, passando inosservata.

Veronica: Perché devi sempre rovinare tutto? Eh? Perché devi essere un tale stronzo?

Veronica ha ricominciato a piangere, più di prima. Piange e si bagna le guance della sua sofferenza, il cuore le urla dentro. Singhiozza nervosamente e gli urla contro.

Veronica: Ti odio! TI ODIO!!!

Anche Logan alza il tono della voce.

Logan: Ma perché ti da così fastidio che io ti ami?!? Eh?!

Veronica: Ho provato a cancellarti dalla mia vita, dimenticarti! Ma non ci sono riuscita!

Ormai si stanno urlando contro.

Veronica: Sei un bastardo!!!

Si gira, fa per andarsene. Ma non fa in tempo a fare un passo che Logan la blocca. Le tiene stretto un braccio. Veronica si gira nuovamente.

Veronica: E lasciami!!!

Con uno strattone si libera dalla sua presa. In quell’istante Logan con uno scatto le prende il viso con entrambe le mani e la tira verso di sè con forza.

La bacia.

Veronica dapprima stupita, non fa resistenza. Si staccano, anche se solo per un secondo. Ora Logan sta sorridendo. Veronica si perde nei suoi occhi, così profondi. Sorride anche lei e si lascia andare. Bacio. Un bacio morbido, lento. Un bacio per dire “ti amo”, quando anche le parole sembrano non servire più, perché quello che si deve esprimere è troppo grande. Un bacio per capire cosa uno prova dell’altro. Amore. Amore, quello vero, quello che ti fa davvero volare, quello che ti fa davvero sognare, quello che ti fa davvero sciogliere il cuore.

Perché l’amore è qualcuno senza cui non vivi. Buttati, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il tuo cuore. Perchè la verità è che non ha senso vivere se manca tutto questo. Non innamorarsi veramente, equivale a non vivere. Ma devi tentare, perchè se non hai mai tentato, non hai mai vissuto.

Logan la stringe a sé. E’ in quel momento che la realtà torna a bussare alle loro menti, avevano appena vissuto un attimo di paradiso, e ora erano tornati sulla terra. E tutto il caos ricomincia a farsi sentire. La polizia, la confusione… Entrambi si chiedono se quel momento lo hanno davvero solo sognato.

Veronica si sente chiamare da una voce familiare, e automaticamente, si allontana un poco da Logan.

Keith: Veronica, tesoro! Che è successo?

La abbraccia.

Keith: Grazie al cielo stai bene…

Veronica: No, papà, grazie a Logan. Mi ha salvata.

Keith: Logan…

Logan: Certo, signor Mars, me ne vado subito.

Keith: Ragazzo, volevo solo ringraziarti.

Veronica: Papà, sono distrutta. I racconterò tutto più tardi. Ma ti prego, portami a casa. Agli avvenimenti della giornata manca solo un bell’interrogatorio con Lamb per farmi schiattare.

Keith: Va bene, bambina mia.

Se ne vanno. Lei si gira. Uno scambio di sguardi.

Lui cerca di convincersi di non avere fretta. Di poter aspettare. Per vederla, averla, per sentirsi di nuovo felice. Anche se la verità è che senza di lei non ce la fa.

 

Casa Mars.

Veronica si è buttata sul letto.

-Ecco come una delle peggiori giornate della mia vita si è trasformata nella migliore in assoluto.-

Non le interessa il resto, la cosa importante, la cosa più importante, era lui. Lui. Le sue parole, i suoi gesti, i suoi occhi, il suo bacio.

E si chiede cosa sarebbe successo ora, se era solamente un episodio accidentale, o se avrebbero davvero ricominciato.

Già, perché si era promessa di ricominciare, ma il suo futuro era uno solo. Solo così era davvero felice. Solo con lui.

 

  
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