Salve a tutti! ^___^
Ho aspettato molto a pubblicare
questa storia, perché non ero molto sicura del risultato, nonostante l’avessi
presentata al concorso dell’anno scorso. Ora mi sono decisa e spero che vi
piaccia.
Buona lettura!
Atto primo
- Il mio
nome è Nessuno -
Sospiro pesantemente. Da quando
sono andato a letto non sono ancora riuscito a
prendere sonno. Se ripenso al mio esame di Astronomia,
mi sento male. Non solo perché sicuramente sarà andato da schifo, visto che
sono una frana nel riconoscere le stelle…
Che vigliacca quella
Umbridge. Attaccare così nel cuore della
notte. Solo perché il professor Hagrid
era un semiumano.
Se mi
avesse sentito, mi avrebbe tolto cento punti. Sicuramente.
Un grugnito soffocato si
disperde nel silenzio della stanza. Apro un occhio. Dormono tutti. Apro anche
l’altro. Beati loro che riescono a dormire.
Si sente un lamento e un
rigirarsi tra le lenzuola. È Harry.
Mi appoggio su un gomito per
vederlo meglio. Si agita nel letto disfatto. Forse è in ansia per l’esame di
domani.
Anch’io sono
in ansia. Non so niente di Storia della Magia. Niente di niente.
Troppe date da ricordare. Date
importanti. Avvenimenti importanti. Maghi importanti. Come Harry.
E non come me.
Lui grugnisce qualcosa e si gira
pesantemente dall’altra parte, dandomi la schiena.
Cosa non
darei per essere come lui… Insomma, lui è… Harry, che
diamine! Il Bambino Sopravvissuto. L’Eroe che ha affrontato Voldemort più volte ed è sempre tornato indietro per
raccontarlo. È Harry Potter,
appunto.
Non è
che io sia invidioso, per carità! Harry
è un amico, però ci sono dei momenti in cui mi chiedo cosa vorrebbe dire essere
al suo posto.
Sarei coraggioso come lui?
Sarei in gamba come lui?
Sarei sempre al
centro dell’attenzione?
Sarei…? Sarei…?
Sono uno sciocco. Ecco cosa sono.
Sarei esattamente come sono ora.
Uno stupido imbranato, con una faccia simile ad una
luna piena, che non è in grado di camminare decentemente senza inciampare ad
ogni passo e che riesce a raggiungere risultati decenti solo in Erbologia.
Lancio uno sguardo alla mia Mimbulus Mimbletonia, posata sul
comodino accanto al letto. E un ricordo dal sapore
amarognolo mi affiora alla mente.
La mia passione per Erbologia, l’unica cosa che so fare veramente, il mio unico
vanto, mi ha portato a diventare complice del falso professor Moody. Io, stupido cieco che non sono altro, ho aiutato quel vile Mangiamorte a
tessere la sua tela ai danni di Harry! Non mi ero
accorto di nulla! Anzi, mi piaceva come professore. Perché
mi… considerava.
Ecco,
appunto. Avrei dovuto capirlo: perché avrebbe dovuto
degnarmi della sua attenzione, quando nessuno lo fa?
Io, stupido pasticcione, non
valgo nulla.
Ma
possibile che i miei genitori non mi abbiano lasciato in eredità proprio
niente?
La sveglia accanto al comodino di Dean
si mette improvvisamente a trillare. Fuori il sole non è ancora sorto. Ieri
l’ha puntata presto per ripassare.
“Dean,
spegni quel maledetto affare!” biascica Seamus,
coprendosi la testa con il cuscino.
Dean apre un
occhio, assonnato. Cerca di tirarsi su, ma non ce la fa proprio a tenere gli
occhi aperti. Ricade all’indietro, affondando la testa nel cuscino morbido.
Non mi stupisce che sia stanco.
Ieri abbiamo parlato fino a tardi degli ultimi avvenimenti.
“Dean…”
Anche Ron si è svegliato. “Spegni immediatamente quell’affare Babbano o dovrai
raccattarlo pezzo per pezzo dopo che l’avrò buttato
giù dalla finestra!”
Dean mugola
qualcosa e si rigira.
La sveglia continua a suonare
imperterrita.
“DEAN!” ruggisce Harry, mettendosi a sedere di scatto sul letto.
A giudicare dai suoi occhi, non
è più il caso di scherzare. È infuriato. È meglio non tirare la corda quando si trova in quello stato. È terrificante.
Evidentemente Dean stamattina è sprezzante del pericolo: si è girato su
un fianco e ha ripreso a russare.
Mi alzo dal letto. Se è possibile, preferisco evitare cataclismi.
Non sono ancora arrivato alla
mia meta, che un cuscino tirato a tutta velocità si scontra con la mia faccia.
Mi ha fatto male: la cucitura mi ha graffiato parte
del viso.
“Oh, Neville, scusa! Ho
sbagliato mira: volevo prendere quel deficiente di Dean!”
Seamus si alza dal letto e mi viene incontro. “Tutto
bene?”
Abbozzo un sorriso. “Sì.” Spengo
la sveglia. Catastrofe evitata.
Però non va
tutto bene. Affatto.
Anche gli
altri si sono alzati. Ron sbuffa che è troppo presto.
Seamus mugugna a denti stretti contro Dean, che si è alzato dal letto e fa orecchie
da mercante.
Harry è
l’unico silenzioso. Sembra perso in altri pensieri.
Li guardo. Non so perché, ma
tutti sembrano emanare un’aria di sicurezza che so
mancarmi.
Guardo me
stesso allo specchio. Vedo solo un ragazzo grassoccio, con le spalle incurvate
in avanti come se si volesse riparare da qualcosa.
Solo qualcuno che è Nessuno.