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Autore: Hachi The Okami    13/10/2012    0 recensioni
Questa è la storia di Kuni. Un giovane cadetto all'indomani della sua prima battaglia. Per la sua statura e velocità viene soprannominato Dagger. Non aveva mai avuto interesse nelle relazioni con i suoi commilitoni, finchè non incontro un ragazzo che sembra conoscerlo molto bene.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Storico
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                                                                Dagger

 
Il  fronte. Tanto si era preparato a quel momento. Allenamenti estenuanti, fatica, vittorie, delusioni, tutto con un unico fine. La Guerra. E ora che il giorno della sua prima, vera battaglia si avvicinava, Kuni provava sentimenti molto contrastanti: eccitazione, rabbia, coraggio, timore, incertezza, inadeguatezza. Il suo destino si sarebbe deciso quel giorno e sarebbe stato lui a deciderlo, mediante il proprio valore in battaglia.
Era ormai da ore seduto nell’armeria. Svegliatosi prestissimo rispetto agli altri cadetti, aveva deciso di avvantaggiarsi e di tentare di indossare l’armatura da solo, ma con scarsi risultati. Era riuscito a malapena ad allacciarsi i gambali e a chiudere le cinghie delle manopole, e così, a petto nudo era rimasto a pensare, rigirandosi nervosamente la spada tra le mani.
Kuni era un ragazzo di ventun’anni, anche se ne dimostrava molti di meno. Occhi chiari e capelli biondi, di media lunghezza, che contornavano un viso quasi infantile su un corpo nervoso e scattante da guerriero. Entrato in accademia quasi controvoglia, poiché di indole pacifica, scoprì in sé stesso grandi capacità nell’uso delle armi, divenendo un soldato abile e scaltro. Per la sua statura e velocità era stato soprannominano dagli altri cadetti “Dagger” (pugnale) e quel nome lo faceva sentire forte, quasi invincibile.
<< Chissà se davvero mi meriterò questo soprannome.. >> diceva mentre rinfoderava la spada ad una mano, per poi riporla vicino al suo scudo.
Decise di  ricominciare a prepararsi, quando la pesante porta si aprì e gli altri cadetti entrarono nell’armeria, per prepararsi anch’essi alla battaglia. Ognuno si diresse verso la propria armatura e le proprie armi. Come per Kuni, per molti di loro era il primo scontro ed esitarono ad indossare il proprio equipaggiamento.
Il ragazzo cercava con tutto sé stesso di chiudere le cinghie del pettorale, finendo però per perdere l’equilibrio e cadere, facendo rimbombare l’armeria del suono metallico dell’armatura sulla dura pietra e suscitando le risate dei presenti. Imbarazzato si tirò su, recuperando il pettorale e ritentando l’operazione.
<< Ce la fai ragazzino? >> chiese una voce alle sue spalle.
Kuni voltandosi si ritrovò davanti un ragazzo poco più grande di lui, in tutti i sensi. Era più alto e più muscoloso, anche se di poco, e lo guardava sorridendo dall’alto mentre slegava la lunga chioma nera.
 << S-Si, ce la faccio grazie.. >> rispose Kuni cercando di dimostrarsi sicuro, anche se i tentativi seguenti non furono molto fortuiti.
Stava per rinunciare quando si sentì qualcosa sfiorargli il fianco, poi vide una mano afferrare il pettorale e tirarlo verso di lui, facendolo aderire al suo petto. Era di nuovo il cadetto che gli aveva offerto aiuto che gli stava stringendo i legacci, tirandoli forte per fissare l’armatura.
Si sentiva un bambino incapace e rimase immobile aspettando che avesse finito, imbarazzato e nervoso.
<< G-Grazie … >>                                                   
<< Non c’è di che ragazzino. >> Disse  il cadetto ghignando, voltandosi poi per prendere l’elmo.                                                                                                                               << Non sono un ragazzino! Ho un nome, mi chiamo Kuni. >> ribatté.
Detestava che il suo aspetto infantile venisse sottolineato. Bloccatosi all’istante, il ragazzo si  voltò, colpito da quella risposta. Poi sorridendo gli porse la mano non ancora guantata 
<< Io sono Rohan, piacere di conoscerti Kuni. >>
Un po’ titubante, gli strinse la mano. Era di certo anche più forte di lui, dato il vigore con cui stringeva. Passò poi dal guardare la mano a fissare il volto di Rohan, notando che nonostante il fisico poderoso, possedeva dei lineamenti delicati. Il volto illuminato da un paio di occhi verde bosco e una bocca che mostrava un sorrisetto divertito.
Kuni si rese conto di essere rimasto a fissarlo per troppo tempo e spostò lo sguardo , sperando che non se ne fosse accorto. Indossò il resto dell’armatura, assicurò poi la spada alla cintura , lo scudo al braccio sinistro, agguantò l’elmo e uscì in fretta dall’armeria.
<< Che razza di figura sono davvero un idiota. >>  
Senza accorgersene raggiunse il piazzale, dove il Generale attendeva l’arrivo delle truppe per mettersi in marcia verso il fronte.
<< Ah Dagger, vedo che sei il primo. Molto bene ragazzo. Adesso sull’attenti e attendi il resto dei tuoi compagni. >>                                      
 << Agli ordini Generale! >> obbedì celermente.
  
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