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Autore: Cap_Kela    24/04/2007    17 recensioni
Quando una ragazza del XXI sec. riapre i suoi occhi smeraldo si ritrova, insieme al suo fratellino, nel XVII sec. in un piccolo porto nei pressi di Tortuga...
"Benvenuta ai Caraibi Tesoro!"
=In ristrutturazione =P
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'UNTITLED'
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Nota delle Autrici: (continua a piè di pagina)

Un saluto a tutti!! ^^

Siamo qui per aimè l’ultima volta =(

E dopo il capitolo 27 che io ho rinominato "quello che nessuno vorrebbe mai leggere" ecco a voi il seguente quello che tutti aspettano da tutta la storia: la conclusione! =)

Quello che tutti vorrebbero leggere! Lol

Allora buona lettura =D

Bacioni =*

 

Capitolo 28

Perdonami.

…"Jennyfer stai sbagliando strada! …Torna indietro, ti prego!"

Vorrei con tutto il mio cuore che queste parole fossero pronunciate da Jack… con quel suo inimitabile tono ardito, sensuale… quella voce impastata dal rhum di quando beve troppo, ma invece non accadrà più.. mai più!

Gli occhi mi si riempiono ancora di lacrime e lentamente torno alla realtà: la mia mente mi ha fatto credere per un istante che quella frase la pronunciasse Jack, ma si tratta solo del mio fratellino che da una manciata di minuti mi rincorre ansimante tra i cespugli spinosi di questa foresta dove mi trovo guidata dalla disperazione.

Non voglio in alcun modo che un solo componente della ciurma della Black Pearl ci veda andar via…

Scomparire nel nulla come un lampo durante una tempesta. Dura una frazione di secondo, il tempo di folgorarti a puntino e poi sparisce nel buio, impavido come se nulla fosse mai accaduto, segnandoti per sempre come il Capitano di quella nave con le vele nere ha fatto con me…

Ma Jack non si rende conto di tutto questo, ecco il punto.

E per quale motivo? Perché sono stata così codarda da non aver mai avuto il coraggio di dirglielo davvero, nemmeno nel momento in cui ne ho avuta occasione…

Ecco di chi è veramente la colpa: mia!

DYLAN: "Senti un po’ Mozzarella, non intendo ricorrerti per tutta la circonferenza.."inizia collerico raggiungendomi a grandi passi appoggiando le mani sulle ginocchia.

"Perimetro"ammonisco con sguardo perso ma comunque attento, mi stupisco io stessa del fatto che pur sempre avendo la mente altrove riesco anche a dar retta al teppista.

DYLAN: "Perimetro o circonferenza è la stessa cosa!!! [controbatte adirato] Comunque ne ho piene le scatole di correrti dietro, perciò adesso mi dai la mano e proseguiamo insieme!!" conclude infuriato e con il fiatone prendendomi per il braccio e camminando a rilento accanto a me.

Mi lascio trascinare senza dire una parola, perdo sempre più la voglia di reagire a ogni passo, le impronta che lascio nel terreno fangoso si mescolano con una mia lacrima, ma sto molto attenta a non farlo notare troppo a Dylan.

Forse Jack sarebbe stato troppo orgoglioso o menefreghista per confessarmi di provare qualcosa, ma solo ora mi rendo veramente conto che ha sempre cercato di darmi dei segnali… No ma che dico… Ecco la solita illusa!

Se fosse davvero come penso io avrebbe cercato di fermarmi in ogni modo, è un uomo audace e intrepido nulla riuscirebbe a ostacolarlo…

Invece si è arreso, ha fatto sì che io uscissi dalla sua vita in questo modo con sguardo vitreo e in silenzio come vi sono entrata… quando lo vidi per la prima volta proteggevo con il mio corpo Dylan temendo che gli avrebbe fatto del male, lo fissavo inconsapevole con sguardo aggressivo mentre ne ricevevo uno sorridente e malizioso.

Credevo davvero di fare paura a un filibustiere in quel modo?! Quanto sono stata sciocca…

DYLAN: "Jenny finiscila di camminare come una mummia, loro sono morte ma hanno più grazia di te!" mi rimprovera innervosito alzando più che può lo sguardo verso di me.

IO: "Si sua bassezza, come preferisce!" rispondo sospirando rumorosamente esasperata nascondendo il volto in lacrime.

Al tramonto la Black Pearl salperà con una rotta per una nuova destinazione…

La sua chiglia corvina infrangerà le onde per una nuova avventura.

Ora che il suo Capitano ha raggiunto il suo più grande obbiettivo… cos’altro si inventerà?

Bhe quell’uomo è imprevedibile, non ha problemi a improvvisare una nuova meta, ma io fino ad allora non perderò la speranza Jack!

DYLAN: "Hai detto che volevi allontanarti il più possibile dalla grotta per far ritorno nel futuro, giusto Jen?! LE DECINE E DECINE DI CHILOMETRI CHE TI HO CORSO DIETRO NON TI BASTANO?!?" domanda irascibile bloccandosi di colpo e scrutandomi rabbuiato con il fiato corto.

Esatto, è così!

IO: "No.. camminiamo ancora un po’…" esorto io vaga con tono pacato riafferrando la sua mano e proseguendo facendomi strada tra dei cespugli.

Il mio fratellino vedendo che non reagisco alla sua intimidazione si arrabbia ancora di più, lascia con uno strattone la mia debole presa e continua a camminare con il broncio senza rivolgermi la parola.

Avanti rispetto a lui procedo con sguardo perso, non so minimamente dove ci stiamo cacciando ma cerco disperatamente di allontanarmi il più possibile da quel luogo maledetto: una grotta che contiene il tesoro più antico e prestigioso dell’arcipelago caraibico.

Uno dei più antichi, i pirati e i cercatori d’oro che viaggiano in queste acque lo considereranno come un motivo di vita... invece per me rappresenta la fine della vita stessa.

Non sarò mai più la Jennyfer di prima, non dopo che il fato mi ha concesso l'occasione di vivere questa avventura fuori da ogni immaginabile possibile.

DYLAN: "Fatti da parte saputella è meglio che sia compito mio fare strada, tu non ne sei proprio capace!!" mi rimprovera sorpassandomi inquieto facendosi strada tra gli arbusti come un piccolo carroarmato.

Sorrido lievemente tra me e me seguendolo, non posso fare a meno di ridere quando si comporta così, è gratificante e allo stesso tempo sempre divertente essere la sorella maggiore!

Capisco come si sente un Capitano che possiede il potere sovrano di un galeone quando prende una precisa decisione e nessuno ha la mansione di contestarlo.

Un forte fruscio alle nostre spalle mi fa voltare di scatto, Dylan non se ne accorge nemmeno prosegue imperterrito.

Io mi blocco di colpo con un groppo in gola e il cuore che palpita all’impazzata in petto.

Sgrano gli occhi e socchiudo le labbra per inspirare più ossigeno possibile: dal sentiero erboso sterrato da Dylan non appare anima viva.

Rimango tesa ancora qualche secondo, poi tranquillizzo me stessa che non si tratta di nulla per cui preoccuparsi.

Sto quasi per proseguire quando da una palma fuoriesce stridendo un pappagallo spaventato che impigliatosi tra le liane non riesce a volare.

Scatto istintivamente all’indietro poi mi calmo di nuovo anche se non riesco a staccare gli occhi dal volatile.

Impigliato tra le zampe del pennuto scorgo un pezzo di stoffa rossa.

Non vorrei sbagliarmi… ma sembra proprio un pezzo della bandana di Jack!! 0__0

Dopo qualche sbattito d’ali è di nuovo in libertà e si innalza velocemente scomparendo verso l’alto.

Oh no, torna qui uccellaccio!!!

Quando ci siamo salutati era del tutto integra, l’ho guardato per bene in modo da non dimenticarmi alcun particolare… e la bandana era illesa, me ne ricordo bene!!

Ma… questo vuol dire che… Jack è qui da qualche parte, è venuto a cercarci?!?!

IO: "Jack..?"

So che probabilmente non riceverò alcuna risposta, ma spontaneamente pronuncio il suo nome come se potesse sentirlo e raggiungermi in un lampo.

"JENNYFEEEEEEER!! Se ti succede qualcosa non c’è Tarzan e nemmeno Cita in questa giungla che ti vengono a salvare sulla liana!!!!"

Di nuovo Dylan… Non era di certo questa la voce che volevo sentir pronunciare il mio nome in questo momento!

Il mio fratellino deve essersi accorto di aver percorso una decina di metri senza di me.

IO: "Arrivo soldo di cacio, arrivo!!" lo tranquillizzo ripercorrendo il sentiero ‘sterrato’ da lui stesso senza distogliere lo sguardo dal punto in cui ho visto apparire quel pappagallo.

Conservare una speranza che non possiede la luce sufficiente per rimanere accesa è come stare sotto la pioggia senza ombrello pretendendo di non bagnarsi, impossibile!

Blocco sul nascere con la punta delle dita l’ennesima lacrima che sto per versare quest’oggi, respiro profondamente girandomi un ultima volta nella direzione rivolta alla stradina appena attraversata che ci ha condotto nel cuore di questa foresta.

Tutto è tornato al suo solito stato naturale, non c’è più nulla che si muove se non dal venticello leggero proveniente dalla spiaggia a causa dell’imminente arrivo del tramonto.

Vorrei che alle mie orecchie arrivasse il rumore dei suoi passi barcollanti a causa di quel liquore che ama tanto…

Mi aspetto da un momento all’altro di scorgere tra gli alberi una sua corsa comica almeno quanto il modo un cui cammina diretto da me, qui in questo preciso luogo in cui mi trovo.

Avrei voluto tanto che mi tenesse con se, potrebbe ancora raggiungermi se lo volesse, ma forse il suo intento è semplicemente quello di andare avanti con la sua vita e dimenticarmi.

Gli ho donato appositamente quel ritratto avvolto come una pergamena per impedirlo ma alla fine è solo un pezzo di carta, probabilmente sarà già andato in mille pezzi così come ha fatto il mio cuore quando anche se in silenzio ci siamo detti addio.

Solo una bambina come me continua imperterrita a sognare che il Capitano di quella bella nave invece non ne sarebbe capace e ora se la prende con se stesso picchiando testa e pugni contro il muro cercando un modo per rimediare a tutto questo.

No, mi sbaglio di certo non sarebbe mai così debole.

Non sei ancora del tutto uscito dalla mia vita Jack e già mi manchi terribilmente...

Era così divertente e allo stesso tempo dolce vederti mangiare un misero piatto composto da acqua, farina, sale, lievito, pomodoro e qualcos’altro che ricavavo dalla dispensa (parla della pizza per chi non l’abbia capito! ^^’ lol NdCapitana) come se fosse per un nobile il caviale più pregiato gustandolo come un bambino fa con una torta al cioccolato.

Si trattava di una cosa semplicissima, un nulla ma lo facevi sembrare qualcosa di immenso come è ora il vuoto che solca le viscere della mia anima.

Darei qualsiasi cosa per saper usare la mappa che conservo nella tasca in modo da tornare indietro a poco fa e rivelarti almeno la verità, sempre che questo foglio di carta ne abbia il potere…

Non nascondo che temo la tua risposta, ma non sarebbe stato importante dato che non ci sarà più modo di vederci, almeno avresti saputo la verità… Ce l’avrò a morte con me stessa per tutto il resto della mia vita!

Come ci sarà un buongiorno senza il tuo sorriso che riflette la luce del mattino?

Non esisterà più un una sola buonanotte senza prima un tuo bacio…

Anche un soffitto bucato che sgorgava acqua da tutte le parti era magico con te.

Non rivedrò mai più quei profondi occhi magnetici che cercano risposta nei miei…

Ma è ora di mettere la parola a fine in tutto questo, non ho lottato abbastanza e ho perso questa battaglia…

Sarà stato destino, a me non rimane che accettarlo anche se non ho idea di quanto tempo ci vorrà.

Volgo le spalle una volta per tutte alle meravigliose settimane che ho trascorso navigando tra le acque di quest’isole paradisiache.

L’amore è una guerra dove la battaglia la vince il cuore e il conflitto rimane tra i sentimenti… soprattutto se essi non vengono espressi e si nascondono gelosamente nel buio.

"Pensavo che Mowgli e l’Orso Balù ti avessero rapita, stavo venendo a pagare il riscatto in banane!!!!" afferma in tono ironico-irritato il mio fratellino mentre lo raggiungo calpestando i fili erbosi che ostacolano il mio percorso.

Sospiro rumorosamente buttando gli occhi ancora umidi al cielo: "Piantala Dylan, dopo un po’ diventi insopportabile con le tue frecciatine stupide!!"

DYLAN: "E’ questo il mio intento, no?!" afferma con un sorrisino furbo mentre si gratta il braccio leggermente arrossato da una puntura di zanzara.

Sempre il solito!

IO: "Forza barlume di simpatia, si marcia!" controbatto incitandolo a proseguire ancora un po’.

DYLAN: "No Jen, ti preeeeego!!!! mi fanno male i piedi.. fermiamoci qui!!" afferma piagnucolando implorante.

Una mammoletta ecco cosa sei!

Scruto attentamente ciò che ci circonda: riesco a vedere solo alti arbusti, nessuna radura nelle vicinanze… ci saremo allontanati abbastanza dalla grotta?

Il mio fratellino strattona ripetutamente i lembi della mia camicia per ottenere una risposta.

Annuisco con la nuca e poi confermo con voce flebile e rassegnata: "…Ok fermiamoci qui…"

"Siiiii!!" esulta raggruppando le forze necessarie per saltellare dalla gioia.

Trattengo a stento le lacrime mentre prendo la mappa e il fogliettino dalla tasca dei pantaloni scuri, non riesco ancora a rendermi conto che ho in mano la sorte del mio destino…

DYLAN: "Finalmente!!!!"dice impazzito di gioia.

"Tu s-sei pronto?" domando con voce tremante sollevando leggermente lo sguardo avvilito su di lui.

DYLAN: "Ma certo!!! Dai cosa aspettiamo!" invoglia agitato e mostrando un largo sorriso.

Sto per lasciare una volta per tutte questo mondo… mi sento come se mi cacciassero dal paradiso in terra: debole, afflitta, sperduta…

Spero che nulla sarà diverso nel nostro mondo, devo riuscire a trovare la forza per reagire a tutto quello che abbiamo causato.

Il furto della mappa, dare spiegazioni ai miei genitori… scuse, giustificazioni, bugie… Diamine! Avrei dovuto prepararmi prima a tutto questo, non ne sarò per niente all’altezza.

Trovo inutile stare a rifletterci ancora… Sarà così e basta non ci sono scorciatoie, è questa la realtà Jennyfer, agisci!

Prima di procedere guardo un’ultima volte alle mie spalle:

la natura è del tutto incontaminata, regna assoluto silenzio, percepisco solamente il rumore delle onde in lontananza e il flebile fruscio del vento.

Se non c’è nulla che cerca di impedirmi di continuare in ciò che sto per fare significa che è la cosa giusta, vero? E così sia…!

"D’accordo, si comincia!" affermo facendomi forza.

Porto il fogliettino, con le parole che insieme al possesso della mappa hanno fatto viaggiare nel tempo me e Dylan, all’altezza del nanetto che frenando l’emozione ed è costretto a mettersi sulle punte per avere una buona visuale dello scritto.

Insieme leggiamo a rilento le parole senza un preciso significato che vi sono riportate sopra, questi vocaboli senza senso segnano per sempre la fine della nostra avventura.

Non sono stata di certo una cosa particolarmente importante nella tua vita Jack, ma già esserne stata una piccola parte è la cosa più bella che mi sia mai capitata!

E’ come essere stati investiti da un tornado ed essere ancora vivi per raccontarlo…

Si, ma in questo momento è come se io stessi rinunciando alla vita stessa!

…No, non è giusto…

Le lacrime iniziano a rigare il mio volto e le parole mutano in singhiozzi strozzati che cerco di mascherare serrandomi la bocca con una mano.

DYLAN: "Sorellina? Cosa ti succede?!? Non stai bene??" domanda preoccupato cercando di volgere il mio viso verso di lui per osservare meglio il mio stato.

Inizialmente scuoto la testa confusa, mi gira la testa non riesco più a pensare mormoro solo parole che cercano di rassicurarlo, poi crollo del tutto, scoppio a piangere ancora sorreggendo la testa con le mani.

IO: "…Non posso, non ce la faccio…"

DYLAN: "Cosa?? No, non fare così ti prego, dobbiamo ritornare! Io voglio tornare!!" ribadisce stupito della mia risposta e iniziando ad agitarsi per la preoccupazione.

Mi riprendo per un istante, sollevo la testa ma la mantengo con lo sguardo basso e perso nel vuoto mentre cerco di recuperare fiato anche se il mio corpo inizia a tremare.

DYLAN: "Lo so perché non ci riesci, è per Jack vero?! …Devi essere forte!!" incita scrutandomi angosciato capendo almeno in parte il dolore che provo.

Deglutisco a fatica e poi sbotto innervosita: "Sono perfettamente a conoscenza di questo ma è più forte di me, non ci riesco ad esserlo!!! …Oh, scusa…" mi rendo conto di aver alterato un poco i toni e cerco di scusarmi con il mio fratellino che stupito mi scruta a bocca aperta

DYLAN: "Tu mi hai promesso che saremmo ritornati a casa! Non puoi ritirare la tua parola!!" ribadisce sconsolato.

IO: "…Lo so…" ammetto ormai singhiozzante.

DYLAN: "..Bene…! Allora me ne torno da solo!!" afferma deciso sollevando il mento imbronciato trasformando l’espressione cupa in fiera.

IO: "COSA?" 0_0 sollevo la testa di scatto e rimango a fissarlo con gli occhi spalancati e increduli.

DYLAN: "Sì, hai capito bene sorellina! C’è qualcosa di troppo importante qui per te… I-io le capisco queste cose anche se sono solo un marmocchio…" risponde inizialmente con molta sicurezza e poi finendo con il ridurre la voce a un sussurro impacciato mentre gioca con delle ciocche di capelli tenendo lo sguardo basso per la timidezza che in realtà non mostra mai con nessuno.

Mi è capitato rarissime volte di assistere a questo suo insolito atteggiamento, quando si manifesta si tratta di qualcosa in cui crede davvero e che per lui è molto serio.

Reprimo i singulti, raccolgo le forze e mi chino alla sua altezza per guardarlo attentamente negli occhi mentre conclude il suo discorso.

DYLAN: "..Anche se non sembra ti voglio tanto bene e per me è terribile vederti così! Non posso guardarti piangere ogni giorno per il resto della tua vita!" spiega coraggiosamente.

Accenno un sorriso tra le lacrime che mi scorrono in viso, porto una mano alla nuca del mio fratellino e l’accarezzo affettuosa.

Quando la peste birbante che c’è in lui scompare Dylan si trasforma in un angelo con tanto di ali…

"Quando siamo a casa da soli [come sempre] mi dici che sono l’uomo di casa… Se ho paura mi dici che sono un ometto forte… Bhe… Mi mancheranno i tuoi incoraggiamenti, ma io non ti lascio andar via di qui!!" ribadisce deciso con espressione aggrottata e sporgendo il labbro inferiore.

IO: "No..NO!… E’ fuori discussion-.."scuoto la testa spaventata, sgrano gli occhi dallo stupore, sento formarsi un nodo in gola che mi impedisce di parlare mentre il mio fratellino mi interrompe sovrastando la mia voce affannata.

"Non mostrarti sempre la più forte perché sei più grande!" mi rimprovera aspettandosi di sentire come al solito una mia predica che lo porta allo stremo e viene costretto a darmi ragione.

Quello che ha appena detto mi ha sconvolta del tutto.

Un brivido mi attraversa la schiena per l’euforia che sento star per nascere in me.

E’ vero, cerco sempre di apparire diversa con la mia maschera di agressività ma in realtà sono molto debole, basta pochissimo per raggirare anche me.

Crede seriamente a quello che mi ha detto prima però?

Il mio sguardo riacquista animo e guarda Dylan direttamente negli occhi: "Non voglio sottoporti a tutto questo, sarebbe troppo complicato persino per me… Tu ne saresti davvero capace?" domando incerta preoccupandomi per lui appoggiando le mani sulle sue spalle.

DYLAN: "Certo che sì Jennyfer, sono un pirata! Ora ci penseranno due volte prima di mettersi contro di me, non ho paura di nessuna conseguenza!!" risponde sprizzante di energia liberandosi dalla mia presa e appoggiando le mani sui fianchi in posa fiera con un’ espressione valorosa ma allo stesso tempo buffa perché compiuta da un nano di un metro e venti circa.

Sorrido vistosamente di risposta al suo comportamento allontanando l’ennesima goccia di pianto dalle mie guance nivee.

Il mio fratellino ridacchia tra se e se, si avvicina sempre sorridente e spiega consapevole: "Da come ho capito.. Se l’uomo della tua vita è Jack… Bhe, hai tutta la mia approvazione!"

Rimango letteralmente di sasso, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da lui, piuttosto ci avrebbe presi in giro come fa molto spesso.

Boccheggio senza sapere esattamente cosa dire, a Dylan piace vedermi così perché solitamente è l’opposto: lui si trova in queste condizioni e finisce con il mettere il broncio perché l’ho sempre vinta io.

Scoppio a ridere di contentezza per sviare il tutto.

IO: "P-per cui ho la tua benedizione?" domando ancora incerta, non riesco a rendermi conto di ciò che ha appena detto.

DYLAN: "Certo, senza alcun dubbio! Lui è la causa di tutta questa tua mestizia, chi prima di lui si è portato via il tuo cuore tenendo con una mano il timone della sua nave, nell’altra una bottiglia di rhum ma volgendo in ogni caso la sua attenzione totalmente a te?! E’ con il Capitano che devi stare! ..Ma tu non dar conto a me, io sono solo un bambino…" afferma con poca fiducia in sé stesso scuotendo mesto il capo.

IO: "In questo momento hai detto la cosa più adulta che abbia mai sentito" rispondo commossa circondandolo con le braccia e stringendolo più forte che posso a me.

Mi abbraccia amorevole a sua volta appoggiando la testa contro il mio petto.

DYLAN: “Jenny…?”dice esitante con la voce offuscata.

“Sì piccolo mio?”

“Ti prego, promettimi che ci arriverai a mangiare il ketchup!!” afferma supplichevole stringendo i pugni.

Che cosa?

Rimango qualche istante perplessa prima che i miei pensieri siano di nuovo interrotti dalla sua voce ridotta a un sussurro: “Quel cattivone del mio insegnante di storia oltre ad assegnarci libri interi da studiare mi ha detto che fino al novecento il tasso di vita non era molto alto, le persone a 40 anni erano già dei vecchietti decrepiti quasi, io non voglio che tu muoia così giovane!! Il ketchup lo inventeranno tra 50 anni, dimmi che lo mangerai e lo farai assaggiare anche a Jack...!!” spiega tirando su col naso.

Un leggero brivido mi percorre la schiena.

Sempre se riuscirò a rivedere Jack...

“Ok... Te lo prometto!!” accordo stringendomi a lui con gli occhi velati di lacrime.

IO ridacchiando tra l’emozione: "Hey piccoletto, dove l’hai imparata la parola mestizia??"

In effetti è una parola un po’ difficile per il suo lessico non esattamente vasto.

DYLAN: "Non sei l’unica che sta sempre attenta a scuola sorellina!!" risponde di scherno.

Scoppio a ridere mentre allento un po’ l’abbraccio per non soffocarlo.

"Voglio che rimani qui…" mormora nascondendo il viso fra il colletto della mia camicia.

"Io..io non lo so…" rispondo spaurita.

Devo accettare? E tu come farai fratellino, nemmeno io mi sento pronta ad affrontare tutto questo…

DYLAN: "Fallo per me, ti prego! Torna da Jack, magari ora non ti è così chiaro perché hai convinto te stessa che saresti tornata a casa, ma devi stare qui. Là moriresti e io con te…" dice allargando la stretta e alzando la testa per guardarmi serio dritto negli occhi.

Quel suo forte sguardo di scongiuro e le sue ultime parole mi convincono del tutto.

Annuisco debolmente versando un'altra lacrima: "D’accordo farò come vuoi tu!"

DYLAN al culmine della gioia nei miei confronti: "Grazie Jennyfer!!! Ti voglio un sacco di bene"

IO: "Te ne voglio anche io, più di quanto immagini…" replico riformando il nostro abbraccio.

"Senti Jen… M-ma nel futuro troverò qualcosa che ti appartiene?"domanda esitante con sguardo buio.

Questa domanda mi congela il sangue nelle vene, ma cerco di essere forte e dargli una risposta: "Sinceramente non lo so… In teoria non dovresti perché… è come se io non fossi mai esistita…"mentre rispondo al suo quesito mi rendo conto a poco a poco di ciò a cui stiamo andando incontro e non sono per niente sollevata, anzi! Totalmente l’opposto…

Dylan sgrana gli occhi e il suo sorriso diventa tirato, diamine lo sto spaventando a morte!!

"Ma che sia così o meno non ha importanza [inizio aggrappandomi a qualsiasi cosa per consolarlo e indurlo alla tranquillità] Io sarò sempre qui [continuo appoggiando una mano sul suo petto all’altezza del cuore] e spero con tutta me stessa anche qualche volta nei tuoi pensieri…" concludo con voce spezzata dalle lacrime che verso in questo momento commossa contemplando il mio fratellino.

DYLAN: "Ci sarai di certo, non potrò mai dimenticarti sarai sempre nel mio cuore!!"conferma con gli occhi lucidi e un sorriso sollevante che in parte mi rasserena.

IO: "Anche per me sarà lo stesso, promettimi che una volta a casa farai il bravo… Torna nel futuro e cresci piccolo mio, un giorno anche tu incontrerai l’amore, con quegli occhioni verdi che hai farai impazzire i cuori di un sacco di ragazze…" affermo giocosa mescolando una risata a lacrime amare.

Il mio fratellino trattiene un singhiozzo per mostrarsi illeso e ridacchia anche lui divertito.

Ho sempre pensato che si sentisse in competizione con me nonostante lui è il più preposto da parte dei nostri genitori.

Anche durante queste settimane era invidioso di me perché mi aspettavano compiti più seri da svolgere, ma è riuscito comunque almeno quanto me ad innamorarsi della vita pirata.

Non avrei mai sospettato che sotto a quel sorrisino beffardo e la battuta sempre pronta mi avrebbe mai dimostrato tutto il bene che mi vuole come sta facendo ora.

Non c’è modo ne parole per dirgli tutti i grazie che sarebbero dovuti.

Audacemente Dylan si allontana da me quasi tremante, tiene la testa alta e cerca di mostrarsi sereno.

IO: "Tieni questa!" afferro prontamente la sua mano e vi depongo sopra la mappa.

Osserva per qualche istante il pezzo di carta ripiegato nelle sue mani poi sorride ma nei suoi occhi scorgo nascere dei lacrimoni colmi di sconforto.

"Non piangere ti prego" lo incoraggio accarezzandogli i capelli mori e baciandogli la fronte.

Molto scompostamente come suo solito tira fuori la camicia dai pantaloni e si asciuga gli occhi con l’orlo.

Scuoto la testa mentre ricevo una risata divertita consapevole che in una diversa situazione si sarebbe preso un rimprovero.

"Ci rivedremo un giorno?" domanda con nello sguardo una luce speranzosa.

"E’ la cosa che vorrei più di ogni altra!" rispondo anche se ciò sarà decisamente impossibile, una volta tornati da dove proveniamo è praticamente impossibile poter far ritorno qui credo…

"Non te l’ho mai detto ma avrei voluto fare il testimone al tuo matrimonio" ammette in imbarazzo scompigliandosi il ciuffo che gli ricade un po’ sugli occhi umidi.

"Veramente?!" chiedo presa del tutto alla sprovvista.

Chi si sarebbe mai aspettato un’affermazione del genere proprio da lui! 0_0

DYLAN: "Salutami Jack!" dice per sviare il discorso forse troppo orgoglioso per dirlo di nuovo.

IO: "Lo farò" confermo trattenendo i singhiozzi.

Con le gambe che tremano indietreggio di qualche centimetro respirando profondamente per mantenermi calma.

Il mio fratellino compie anche lui qualche passo all’indietro e prima di finire la lettura del foglietto dice ironicamente: "Hey Jenny…! Mentre torni alla Black Pearl attenta a Sandokan e alla tigre della Malesia, io non ci sarò più a guardarti le spalle!" conclude con gli occhi lucidi ma sorridente.

Nel suo essere un burlone è anche estremamente dolce se vuole, come sta dimostrando ora e credo abbia sempre disperatamente cercato di nascondere.

Annuisco tra un contrastarsi di sentimenti che mi causano tristezza, risate e commozione allo stesso tempo.

Smetto definitivamente di sorridere nel momento in cui non lo sento leggere più ad alta voce le parole insensate del biglietto.

Alza di scatto la testa e respira in modo affannato mantenendo lo sguardo fisso su di me.

Oh mio Dio non doveva andare così, che sta succedendo?!?

Mi avvicino cercando in tutti i modi di soccorrerlo ma

una luce accecante lo circonda totalmente costringendomi a portare una mano davanti agli occhi e mantenermi a qualche metro di distanza.

Un forte vortice di vento si innalza dal punto centrale da cui proviene la luce accecante e mi trascina all’indietro quasi spazzandomi via.

Punto i piedi nel terreno fangoso ma i miei sforzi non bastano e mi ritrovo a terra schiacciata verso il basso dalla potenza del vortice.

"DYLAAAAAAAAAAAAN" con la poca voce rimastami in gola urlo disperata il suo nome sperando di avere risposta anche se non riesco nemmeno a sollevare la testa.

"Sorellina sono quiiii! Sto benone va tutto bene, ti vorrò sempre bene, tu non dimenticarti di me ADDIOOO!!!" nei pochi secondi rimastagli a disposizione in questo mondo urla a perdifiato queste poche parole per rassicurarmi poi il vento cessa, la luce accecante scompare e un’ombra di sconforto cade incessante nella foresta dell’isoletta.

Rimango incosciente per qualche istante, non riesco a tenere gli occhi aperti e il mio corpo trema come una foglia scossa dal vento.

Attendo qualche minuto che i polmoni si riempiano d’aria e poi raccogliendo le forze mi alzo in piedi.

Dalla confusione mi gira la testa e ho la vista offuscata dalla perdita di coscienza, porto una mano alla testa e sbatto ripetutamente le palpebre.

Santo cielo, ma cosa ho fatto?!?!? 0.0

Di fronte a me tutto è tornato alla normalità, solo un piccolo incavo nel terriccio segna la definitiva scomparsa d Dylan.

Mi precipito traballante in quel punto e cado a terra atterrando sulle ginocchia, non riesco ancora a credere a ciò che ho appena fatto.

Ho illuso me stessa di aver fatto la cosa giusta, ma ora che tutto è successo e non si può rimediare… mi sento in colpa.

Osservo spaesata lo spazio che mi si presenta davanti agli occhi, affondo le dita nella terra e gemendo di rabbia non mi rimane che prendermela con me stessa.

Scoppio in un pianto straziante alternato a singhiozzi sempre più flebili perché non mi rimane nemmeno il fiato per sfogarmi.

A quante persone ho detto addio per rimanere qui…

Avrei voluto dirti tante di quelle cose, ma credo che tu, in fondo al cuore, le sappia già.

E’ palese avere dei rimpianti!

Non ho avuto la forza di dirglielo ma temo che nel futuro Dyaln non troverà niente di mio… Tutti i ricordi delle persone che ho conosciuto nel mio tempo si cancelleranno…per sempre.

L’unica cosa che rimarrà sarà il mio ricordo vivo nel cuore del mio fratellino.

Giuro che non l’avrei mai fatto se non me l’avesse chiesto lui stesso, non ne avrei mai avuto il coraggio.

Persino ora che cerco di consolarmi pensando che ho fatto questo per suo volere mi appare ingiusto.

E’ andato tutto come volevi piccolo mio, ti ho lasciato fare la tua scelta senza replicare…

Anche se ti divertivi non saresti mai stato felice in un’epoca come questa, al contrario di me.

Credo che ora tocca a me esaudire il tuo ultimo volere, che coincide con il mio!

Io non sarei mai riuscita a sopravvivere nel futuro portandomi sulle spalle il peso del ricordo di questa esperienza indimenticabile che ora mi ha cambiato totalmente la vita.

Molto turbata mi rialzo, trovo il giusto equilibrio per mantenermi in piedi e deglutendo a fatica alzo il capo per osservare il cielo.

Le soffici nuvole che lo coprono in parte stanno per assumere una sfumatura rosea… questo vuol dire… Che il tramonto è incombente, devo sbrigarmi!!

Mi guardo intorno alla ricerca di un punto di riferimento per raggiungere la spiaggia dove si trova la Black Pearl, diamine avrei dovuto portare una bussola con me non so minimamente dove andare! Che strada prendo ora??

La natura della foresta non mi offre nessun suggerimento, una fitta lacerante di angoscia e paura mi trafigge lo stomaco.

Se non raggiungo la nave in tempo rimarrò per sempre da sola e abbandonata a me stessa su quest’isola sperduta.

D’improvviso la mia mente torna a qualche istante prima che iniziassi a leggere il foglietto con Dylan… sentivo il rumore delle onde! Saranno loro a guidarmi fino alla spiaggia!!

Affino l’udito trattenendo il respiro.

Il battito del mio cuore sempre più accelerato mi rimbomba nelle orecchie, ma nel sottofondo percepisco in lontananza lo spumare delle onde in burrasca.

Una sensazione di leggero sollievo mi domina, senza rifletterci un istante di più inizio a correre verso la costa dell’isola.

Attraverso a perdifiato cespugli, arbusti; mi imbatto in numerose rocce rischiando di ferirmi ma poco m’ importa.

Inciampo perfino 2 volte ritrovandomi con il fondoschiena dolorante per terra, ma mi rialzo all’istante voglio tornare a tutti i costi da Jack!!!

Finalmente dopo aver corso più veloce che posso per qualche chilometro vedo dinanzi a me delle radure circondate solo da palme e sottili corsi d’acqua, ricordo che il paesaggio era simile a questo quando abbiamo esplorato l’isola alla ricerca della grotta, questo vuol dire che sono vicina!!

Prendo fiato per una decina di secondi poi ricomincio a correre con forza ritrovata per la imminente vicinanza alla mia destinazione.

La radura selvaggia che mi circonda diminuisce fino ad aprirsi in una distesa sabbiosa… non posso crederci, ce l’ho fatta!!

La sabbia dorata mi impedisce di correre velocemente e in alcuni momenti sprofondo fino al ginocchio ma mi riprendo subito, ormai niente riesce più a fermarmi.

In alcuni punti la riva si riduce e mi ritrovo a correre nell’acqua, percorro così qualche decina di metri poi raggiungo un grande spiazzo e solo alla sua vista il mio animo strabocca di gioia: la Black Pearl è arenata davanti a me in tutta la sua bellezza, sono ancora in tempo!!

I miei occhi piangono di felicità mentre sono costretta a dimenarmi nell’acqua con poco decoro per attirare l’attenzione dei membri della ciurma pregandoli di aspettare e farmi ancora salire a bordo.

Senza nemmeno attendere una loro risposta mi arrampico su una scaletta di corda posizionata sull’estremità della chiglia di tribordo.

Afferro saldamente i lembi di fune e inizio ad arrampicarmi raggruppando tutte le forze rimastemi nelle braccia.

Raggiunta l’estremità con mia sorpresa non mi trovo ancora all’altezza del ponte.

Osservo attentamente la parete fosca che sto "scalando" e noto le sporgenze delle rifiniture che compongono i margini delle finestre.

Stringendo i denti procedo a rilento a causa dei muscoli doloranti delle gambe che per la stanchezza tendono a cedere.

Ho sempre sofferto un po’ di vertigini, e ora, incoraggio me stessa per tutto il tragitto cercando di non guardare mai verso il basso.

Giunta al parapetto del ponte mi faccio forse prendere dalla foga di raggiungere il mio obbiettivo e non presto molta attenzione a dove appoggio i piedi.

I miei stivali scivolosi per essersi inzuppati del tutto con l’acqua del mare scivolano sulla superficie legnosa e mi fanno mancare la presa di un paletto della balaustra.

Avverto la sensazione di vuoto sotto di me ma non ho nemmeno il tempo si sbarrare bocca e occhi in un grido perché una mano afferra saldamente la mia impedendomi di fare una brutta fine.

Una forza notevole mi afferra il braccio e mi trascina a bordo della Black Pearl senza tanta fatica.

In pochi secondi mi ritrovo distesa sul ponte con il fiatone a scrutare del tutto confusa la distesa azzurra del cielo che muta in uno roseo rossiccio.

"Tutto a posto bellezza?" domanda una voce forte e familiare alla mia destra.

Sollevo debolmente la mano balbettando cose insensate ancora sconvolta da quello che è appena accaduto, per un istante ho avuto paura di dover far visita all’aldilà.

Jimmy prende la mia mano e con la sua forza brutale, che senza fatica mi ha permesso di scampare a una dolorosa e probabilmente mortale caduta, mi aiuta a rimettermi in piedi.

JIMMY: "Avrei rinnegato l’esistenza di Dio e del diavolo stesso se non fossi tornata… Nemmeno lui sarebbe stato tanto crudele da dividervi!" commenta aspettando che torni lucida.

Riprendo fiato e poi sorrido con gratitudine a quell’uomo dalla stazza possente che mi ricorda tanto qualcuno che quando ha potuto mi ha voluto bene.

JIMMY: "Per tutte le orecchie mozzate, che hai dovuto attraversare per giungere fin qui?? Sembra che arrivi dalle viscere della foresta!" dice sempre tenendomi la mano e scrutandomi preoccupato.

IO: "Eh… I-in un certo senso è così…" rispondo vaga con il fiato corto.

Il pirata solleva interrogativo un sopracciglio che in parte si nasconde nella bandana blu stretta sulla fronte.

Avendo smesso di tremare tra l’agitazione e la paura domando comunque un poco scossa: "Dov’è Jack??"

JIMMY: "Il Capitano si trova nella sua cabina, ha dato l’ordine si salpare e si è rifugiato lì, ma… Oh ragazzina, non ho finito!!!!"

Senza nemmeno ascoltare il resto e i suoi richiami attraverso velocemente il ponte della Black Pearl per giungere all’entrata del corridoio che conduce alle cabine.

I membri della ciurma mi osservano stupiti e increduli, si solleva un mormorio diffuso che ravviva il ponte prima dominato dal silenzio della concentrazione nel proprio impiego.

Non faccio molto caso a loro, spalanco la porta senza nemmeno curarmi di richiuderla e percorro l’andito a passo svelto perché le mie gambe ormai non sono più in grado di correre.

Arrivata dinanzi alla porta della cabina del Capitano è come se vi fosse riportata sopra la scritta entrata del paradiso.

Non credo davvero ai miei occhi, sta per avverarsi il mio più grande desiderio, trovarmi qui e potergli dire senza restrizioni tutta la verità!!

La mia mente è offuscata dalla commozione mentre porto una mano alla maniglia e cerco di aprirla.

Spingo ma la serratura è chiusa a chiave, la pesante porta non dà segni di volersi spostare.

Busso più volte senza ricevere risposta, inizio seriamente a preoccuparmi… E se gli è successo qualcosa?!

Nel momento in cui sto quasi per rinunciare ad attendere e trovare un’alternativa per entrare comunque una voce cupa dall’interno della cabina dice collerica: "Non voglio vedere nessuno… non avete sentito il mio ordine!!!!"

IO: "JACK APRI LA PORTA!!!!" urlo di scongiuro.

Sento un tonfo, sussulto spaventata facendo un passo all’indietro.

Dei passi veloci e pesanti si avvicinano e dopo un rumore metallico di catena la porta si apre.

Maestoso almeno quanto la sua nave Jack Sparrow si precipita fuori dalla sua stanza con un’espressione mista tra stupita e felice.

Quando appaio alla sua vista i suoi occhi scuri opachi di un manto di tristezza si illuminano come stelle.

…Sono tornata da te e tu sei qui…

Rimaniamo a fissarci per qualche istante.

Io non so assolutamente cosa dire, è successo tutto troppo in fretta non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto di ciò che sto facendo

Emetto un largo sorriso, come non facevo da giorni perchè troppo amareggiata dall’addio che invece è stato inutile, porto le braccia al collo del Capitano ancora incredulo.

Mi abbraccia a sua volta stringendomi saldamente a se per convincere se stesso che non è un sogno.

Siamo così stretti l’uno all’altra che posso perfino sentire il suo cuore battere all’impazzata certamente più del mio.

"Si impara dai propri errori e questo decisamente non lo è…" sussurro involontariamente a voce alta per convincere me stessa che Dylan aveva ragione e ciò che sta accadendo non è sbagliato come credevo.

La sua mano affonda tra i miei capelli per accostarmi ancor di più a se.

Cerco di trattenere le lacrime ma è più forte di me e scoppio di nuovo a piangere sulla sua spalla.

JACK: "..Cosa hai fatto?" dice turbato aspettando qualche secondo ancora incredulo.

"Ti ho detto una menzogna, non ti ho raccontato la verità… Dio solo sa quanto ti ho mentito…!!" rispondo un poco confusa.

Però questa volta non c’è bisogno di riflettere sulle risposte da dare o di mentire… E’ giunto il momento di trovare il coraggio di far parlare solo il cuore!

JACK: "Si impara dai propri errori, giusto?" afferma di scherno assecondando questa mia asserzione.

Rispondo con una leggera risata soffocata dai singulti.

IO: "Non potevo credere che ti avrei lasciato… Jack non ne sarei mai capace!!" spiego frenando le lacrime e cercando di assumere un tono serio.

JACK: "Ma Jennyfer… Dylan, la tua famiglia, il tuo tempo… come farai?"

…A parte il mio fratellino non fanno più parte della mia vita…

IO: "Non mi importa, il mio futuro è qui ormai Jack… E poi ricordi? mi hai fatto una promessa… io e te dobbiamo arrivare fino ai mari della luna!!" affermo distaccandomi leggermente per guardarlo negli occhi con un’espressione divertita.

Jack sorride compiaciuto: "E il Capitan Jack Sparrow mantiene sempre la sua parola!" ribadisce fiero sfiorandomi dolcemente il viso per asciugare le mie lacrime.

I miei occhi brillano di felicità mentre mi rendo conto solo ora di quanto abbia avuto ragione il mio fratellino e di come mi sarei sentita sola, inutile e senza ragione di esistere nel futuro.

JACK: "Oddio, non sai quanto mi stai rendendo felice!" dice ancora stringendomi forte.

Mi avvicino esitante al suo orecchio e sussurro: "La verità è che io ti amo…"

L’ho detto finalmente, un pesante peso che trasportavo sulle spalle senza sapere come reprimere è stato cancellato.

JACK: "E tu credi che per me sia lo stesso?"domanda con un tono serissimo che provoca in me una fitta di inquietudine.

"…L-lo spero" rispondo titubante.

JACK: "Lo è!" conferma prima di concludere in tutto dandomi un appassionato bacio.

Credo che questo gesto valga più di mille parole.

La decisione che ho preso è stata la più difficile ma la più giusta di tutta la mia vita.

Le cose subiranno un cambiamento drastico sia per me che per mio fratello.

A lui spetta una prova molto più pesante della mia, avrei voluto essergli d’appoggio in questo momento ma anche lui ha fatto la sua scelta e sono convinta che anche per lui sia la migliore.

Perdonami Dylan se non sono sempre stata una brava sorella e ti ho deriso, preso in giro o fatto un torto inutile.

Perdonami per quando ho dubitato di te e non mi sono mai resa conto che sai avere carattere se vuoi dimostrandoti anche dolce come lo zucchero.

Perdonami se ora non ti sono più accanto e non potrò esserti di appoggio quando incontrerai delle difficoltà…

Vorrei che riuscisse a superare la mia assenza in fretta, anche se non sarà facile per entrambi.

Ti auguro tutta la felicità di questo mondo Dylan, non smettere mai di avere fiducia nei tuoi ideali e verso le altre persone.

Hai dimostrato di conoscermi più di qualsiasi altra persona e comprendere i sentimenti che rinnegavo persino a me stessa.

Grazie fratellino, grazie per aver portato la luce dove in me regnava un buio oscuro.

Ora il mio futuro mi appare del tutto chiaro!

Rimarrò qui al fianco del mio Capitano…

Per sempre!

The end

 

E siamo qui… All’atto finale Capo! ^^

Posso dirmi soddisfatta di tutto quello che abbiamo fatto, noi ci abbiamo messo tutte noi stesse e la fatica è stata premiata nonostante qualche intoppo all’inizio ma di certo non posso che non esserne più che orgogliosa! =D

Facciamo i complimentoni al Capo perché la parte finale l’ha scritta tutta lei in relatà io ci ho messo solo il mio zampino :P troppo mitica Capo!!! XD

Ringrazio tutte le persone che ci sono state vicine e ci hanno seguito con entusiasmo, grazie di cuore!!! ^^

Sia per chi ha apprezzato questa FF e chi non speriamo almeno di aver trasmesso qualcosa, almeno una piccola emozione =)

Un saluto per l’ultima volta anche a chi si è aggiunto dopo =P

Volevo rispondere a 2 domande che mi hanno fatto molto spesso:

Quando sarebbe ambientata questa FF? Bhe io la collocherei dopo ciò che si è visto nei 3 film… (anche se il terzo non è ancora uscito xò più o meno… lol)

Dopo la maledizione della prima luna sicuramente, Potc2 l’ho sto ancora valutando, comunque per ora non ne ha una precisa.

Molti mi hanno chiesto quanti anni avrebbe qui il nostro Jack dato che Jennyfer ne ha 17.

Prima di tutto Capitan Jack Sparrow è un uomo senza età! XD

E poi non potendogliene dare una precisa… problema risolto no?! :P lol

Volevo mettere qui un disegno che ha fatto la nostra Fra che io collocherei come all’incirca una scena del penultimo capitolo cioè "la punta dell’iceberg" anche se Jennyfer me la sono sempre immaginata con i capelli un po’ più corti e mori :P cmq bravisssima!!!!! XD

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Adesso che è finito tutto… Capo mi dai il permesso di dirlo?
Ok permesso concesso =D

Ebbene sì! Siamo state zitte zitte fin ora ma… è già in lavorazione da un bel po’ di mesi il sequel di Untitled! ^^

Siamo a quota capitolo 24, abbiamo fatto la scaletta completa e ne usciranno fuori almeno una trentina :S aiuto!!

Comunque per volere del Capo non pubblicheremo nulla prima che non si del tutto finito come abbiam fatto con qst FF.

Non vorrei dare date sbagliate ma lo leggerete quest’estate e sicuramente dopo l’uscita del terzo film! ^^

Allora ci risentiremo presto! =P

Un abbraccio e un bacione grande!!!

 

Kela and Diddy

(Capitana and Capo)

   
 
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