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Autore: tomlinsasia    13/10/2012    2 recensioni
“Senti,non voglio fare giri di parole,perciò te lo dico chiaro e tondo”,disse Sara,sospirando. “Io ti conosco già. Mi ricordo di averti visto da qualche altra parte,di aver già parlato con te e…”.
La risata del riccio la interruppe. Sara incrociò le braccia al petto.
“Ma cosa ti fumi,la mattina?”,domandò Harry,mentre riacquistava un po’ di dignità.”Io non mi ricordo di te,non ti ho mai conosciuto e “,sembrò lottare contro se stesso per finire la frase, “e non ho intenzione di farlo”.
Si girò ,lasciando la mora da sola,con il cuore a pezzi. Non si sarebbe riaggiustato facilmente,anzi: non si sarebbe ricomposto per sempre.
[Sarry].
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Due.
Devil saw me.

 

Durante tutta la lezione,non aveva fatto altro che pensare agli occhi del ragazzo. Avevano albergato nella sua mente per tutte le noiose sei ore che aveva passato seduta in classe su una scomodissima sedia di plastica. Si sentiva il culo quadrato.
Quando la campanella suonò,tornò sulla Terra,consapevole che per lui, Sara non era altro che una novellina,proprio come l’aveva definita Sydney.
Sbuffò,raccolse il libri e li infilò nello zaino rosa. Era un regalo di sua madre per il suo diciassettesimo compleanno,visto che l’altro zaino si era sfondato a causa del peso dei libri. Se lo mise in spalla e fece per uscire dalla stanza,ma la sua testa si scontrò con un’altra.
“Ahia”,mormorò. Sara alzò lo sguardo e si stupì di ritrovarsi davanti  gli occhi più belli che avesse mai visto. Si perse nell’immenso degli smeraldi che aveva al posto degli occhi e frenò l’istinto di scompigliarli i capelli.
Le guance si colorarono e le gambe le tremarono per la seconda volta in un giorno: era assolutamente troppo,soprattutto per una che non si era mai interessata ai ragazzi,dopo il catastrofico evento che aveva ucciso Karl.
Cinque secondi prima erano due ragazzi che correvano spensierato lungo la spiaggia,mano nella mano; dopo,le loro labbra si erano incontrate,e lui aveva improvvisamente preso fuoco.
Era stata mandata in quel nuovo istituto correzionale anche per la morte di Karl.
Molti l’avevano incolpata,e Sara era riuscita a sfuggire  a occhiatine malvagie per un mese.
Ma ora,riflettendosi negli occhi del riccio,non vedeva nulla di male a innamorarsi nuovamente. La prima volta poteva essere andata male,ma può darsi che la seconda sarebbe andata meglio.
“Vuoi guardare dove guardi?”,chiese lui. La sua voce era bassa e lenta,come una melodia alle orecchie della ragazza. Solo dopo realizzò ciò che aveva detto e si sentì il cuore sprofondare verso gli abissi.
Cercò di tenere la sua voce sotto controllo. “Umh..eh? Scusa”,borbottò.
“Hai conosciuto Harry,eh?”. Sydeny le spuntò da dietro,appoggiandole il mento sulla spalla. Poi le diede un buffetto sulla guancia. “E brava la mia ragazza!”.
Harry -ora sapeva anche il nome del ragazzo- guardò Sydney con una faccia dura ma felice allo stesso momento. Vedendo l’espressione del ragazzo,Sydeny si ricompose.
“Scusate,non volevo interrompere niente di…emh,intimo”,fece,mettendosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli ramati.
“Figurati. Stavo per andarmene”. La voce di Harry era sempre dura e tagliente quanto una lama.
“A-anch’io”,mormorò Sara. Harry le passò vicino,e la ragazza inspirò il suo odore.
Sara lo vide allontanarsi e confondersi fra la massa di studenti,prima di scomparire del tutto dalla sua vista.
Se prima pensava che la seconda volta sarebbe andata meglio,si sbagliava di grosso. Aveva già cominciato col piede sbagliato e la cosa non andava affatto bene.
Sentì una pacca sulla spalla. Si girò verso sinistra,trovandosi faccia a faccia con il sorriso di Sydeny. “Non so te,ma io ho una certa fame. Andiamo a mensa?”.

Arrivate a mensa,Sara afferrò un vassoio di plastica rosso,prese una forchetta,un coltello e un  piatto di plastica e aspettò che la fila scorresse.  Sydeny non aveva molta voglia di parlare,sembrava aver finito la benzina. O forse le scocciava sapere che erano le ultime e probabilmente,sarebbe rimasto poco e niente.
Un ragazzo dai capelli lisci con una maglietta a righe si mise dopo la rossa. Sul viso di quest’ultima apparve un sorriso,forse perché era diventata penultima o perché i due erano amici.
“Louis!”,urlò. Amici,pensò Sara. “Sara,lui è Louis. Lou,lei è Sara”.
Il ragazzo le rivolse un sorriso a trentadue denti,stringendole la mano in una presa ferrea. “Piacere”,disse con la voce da checca.
“Il piacere è tutto mio”,mormorò Sara,rendendosi conto che  non si era dimostrata nemmeno un filino originale.
“Vedo che hai fatto amicizia con Syd…”,disse lui. “Ti consiglio di stare alla larga dai casi gravi”.
Sara si girò verso Sydney con le sopracciglia aggrottate. “Non mi avevi parlato di…”.
“Quelli con il braccialetto elettronico. Non ti ci immischiare”,mormorò Sydeny velocemente.
La cuoca porse a Sara un piatto di pasta. Lei lo mise sul vassoio,prima di rivolgersi di nuovo all’amica. “Sarebbero quelli che…”.
“Ho detto che non ti ci devi immischiare. Fidati,è per il tuo bene”,sussurrò la rossa,prendendo il suo piatto e posandolo con poca delicatezza sul vassoio rosso.
“Beh,ma cosa fanno?”,chiese Sara. Non voleva che nessuno la trattasse come una sempliciotta,perciò tanto valeva farsi rispettare fin dal primo giorno. Per tutta risposta,Sydeny sospirò  e si rimise in fila,lo sguardo sulle sue scarpe rosse.
Louis prese la parola. “Le solite cose. Istigazione e complicità in atti di terrorismo. Vengono tenuti sotto restrizioni severe. E’ già tanto se possono uscire una volta a mese,visto che gli insegnanti non si fidano a farli girare per Londra da soli”.
Sara gli sorrise grata.  Improvvisamente controllò i polsi di Louis,come per vedere se lui stesse bene. A quanto pareva,sì. Portava solo un braccialetto colorato che non si toglieva.
Poi,fissò il polsi di Sydney. Sul braccio destro aveva un bracciale nero intrecciato e un polsino a scacchi nero e bianco,dove si riusciva a intravedere un terzo braccialetto,dall’aria più meccanica. Sara spalancò gli occhi dalla sorpresa e Sydeny,accorgendosi che  Sara l’aveva visto,alzò le sopracciglia con aria diabolica.
“Te l’avevo detto”,disse la rossa. “Pazzi maledetti”.
Louis sorrise e scosse il capo. Poi si rivolse alla cuoca : “Mi avete messo da parte una carota?”.
Sara guardò di nuovo strana Sydney. “Vive solo per le carote”,gli spiegò l’amica.
Dopo aver finito la fila,i tre si avviarono verso un tavolino in fondo alla mensa,ma Sara si trovò a pochi centimetri da una ragazza alta e snella.
I capelli ricci e crespi erano legati in una coda disordinata,con ciuffi e bozzi a destra e manca. Indossava un top senza spalle e pantaloncini corti. I tacchi erano altissimi,e Sara si chiese come faceva a non cadere mentre ci camminava.
 La ragazza la spinse in avanti,e Sara  cercò un punto di appiglio su cui reggersi,ma trovò solo il vassoio di un altro studente.  Cercò di scusarsi con la ragazza,ma quella le puntò il tacco dei sandali sul piede. Sara si morse le labbra per non urlare.
La faccia della ragazza era una maschera cattiva,finché Sydney non le diede un pugno,facendole cambiare totalmente espressione. La ragazza sembrava quasi stupita che qualcuno avesse avuto il coraggio di affrontarla,ma non ci fece molto caso.
 “Smettila,Danielle”,fece Sydney.
“Già amica dei novellini,vedo”,ringhiò Danielle. “Non avevi detto di essere in libertà vigilata?”.
Sara rimase senza parole.  Sydeny non aveva mai detto di essere in libertà vigilata,ma ciò non impediva di farsi degli amici.  Eppure,Sydney scoppiò e sferrò un pugno dritto sull’occhio di Danielle.
Doveva averci messo più forza di prima,perché l’altra barcollò e cadde all’indietro.
Sara,però, non si interessò più di tanto a  Danielle; i suoi occhi erano puntati dritti su Sydney. Aveva il corpo scosso dalle convulsioni,e alzò le braccia in alto,agitandole.
Louis si precipitò verso la rossa,prendendola da sotto le spalle. “Syd,tutto bene?”.
Quella annuì. “Mai stata meglio”,mormorò.
 “Stai bene?”,sussurrò. Anche se Louis le aveva già posto la stessa domanda,la mora  chiese lo stesso come stava.
“Ah,ti sei preoccupata. Che dolce che sei. Le scariche non mi ammazzano. Anzi,mi rendono più forte”,disse Sydeny,irrigidendo un braccio per mostrare i muscoli.
“Quindi è stato il braccialetto a…?”,chiese Sara. Sydney annuì e si rimise in piedi.
“Fermi tutti”,tuonò una voce nell’aula. La custode che aveva visto Sara quella mattina camminava infuriata verso di loro,e i ragazzini si spostavano cose se l’insegnante fosse Mosé e loro l’acqua. “Che è successo?”. Guardò orripilata il livido sull’occhio di Danielle e il corpo di Sydney scosso ancora dalle convulsioni.
“Sospese. Tutte e due”,disse. Danielle si alzò sbuffando,raccolse il suo vassoio e se ne andò via. “Tu”. La custode si girò verso la rossa e la alzò da terra tenendola solo per il braccio destro. Il corpo della ragazza fu scosso da un’altra scarica,e la donna sospirò. “Vieni in infermeria”. La portò via dalla mensa,e Sara sentiva la risata dell’amica risuonare per le pareti della mensa. La guardò allontanarsi con la custode; la teneva sempre per un braccio,ma Sydney pareva fluttuare nell’aria.  Sara strizzò gli occhi e se li strofinò,prima di sedersi e pranzare.
 

Stava accadendo,ancora. Mentre attraversava i corridoi del dormitorio insieme a Niall, Harry si domandava come avrebbe fatto per impedirlo. Eppure,era un dato di fatto come un altro. Si sarebbero innamorati
Gli occhi di lei erano marroni. Niall mangiava di tutto e di più. Si sarebbero innamorati.
Sebbene lui non aspettava altro,ora che l’aveva vista,sentiva il bisogno di allontanarla. Per il semplice fatto che lui sapeva,mentre lei,ingenua e indifesa,era sempre all’oscuro di tutto. E Harry doveva far finta di non sapere nulla.
Niall,alla sua destra,sgranocchiava un Kinder cereali. Era il quinto che mangiava,eppure non pareva ingrassare o sentirsi pesante. Il biondo era così: un pozzo senza fondo. L’amico salutò Harry ed entrò in camera.
Il riccio si avviò per la sua stanza,un piano sopra.  Per le scale,sentì rimbombare la risata di Louis. Successivamente,vi si unì un’altra risata a lui familiare.
Sara.
Non poteva permettersi di vederla ancora. Non aveva il coraggio di trattarla male,ma doveva. Era l’unica chanche .
Lasciar perdere Sara e comportarsi male con lei: in questo modo sarebbe sopravvissuta.
Voleva solo il bene per la ragazza.
Perciò,costrinse il suo corpo a correre,salì di fretta le scale e si chiuse in camera,sdraiandosi sul letto.
Sentì dei passi davanti alla sua porta.  Tutto d’un tratto si arrestarono.
“Allora è questa la camera di Harry?”.
Cristo santo. Era la voce di Sara. Deglutì.
Louis menti,per favore. Racconta una bugia,pensò. Ma l’amico non lo fece.
“Mh,già.”,disse il moro con la sua voce da checca.  Tra i due ci fu un silenzio imbarazzante. “Che ci trovi di tanto interessante nella porta del riccio?”,chiese di nuovo Louis.
“Eh?”,domandò Sara. Harry se la immaginò scuotere la testa,come faceva sempre quando cadeva dalle nuvole. “Scusa. Andiamo”,disse.
Li sentì allontanarsi. Nonostante il cuore gli dicesse tutta un’altra cosa, Harry si ritrovò a pensare che la doveva vedere il meno possibile.

Sara arrivò di fronte alla sua stanza. Ai piedi della porta c’era la sua valigia. Probabilmente l’aveva portata la donna di quella mattina,risparmiandole la fatica di andare nel suo studio e farsi più o meno tre piani con una valigia che pesava il doppio di lei.
Sara si abbassò per prenderla,sfilò la chiave dai pantaloni e aprì la porta con un rumore secco.  Lanciò la valigia per terra e si sedette sul letto.
La stanza non era grande,anzi. Sembrava quasi uno sgabuzzino. Il tetto era spiovente,come quello di una soffitta,la scrivania nell’angolo era quadrata e dalla finestra riusciva a vedere il cimitero. Bella,la vista,pensò sarcasticamente.
Sulla scrivania c’era un computer portatile,pieno di adesivi. Probabilmente quello che era nella sua stanza prima di lei ,voleva lasciare un segno.
Vicino al letto,c’era un armadio piccolo.
Sara guardò prima la valigia e poi l’armadio,pensando sul da farsi.  La pigrizia ebbe la meglio,e decise di andare a fare un giro per i corridoi.
Si ricordò le parole di Sydney di quella mattina e,ripensando la faccia dell’amica che la pregava di andare a farle visita,Sara si incamminò verso la stanza numero ottanta.
La porta dell’amica era piena di poster e  adesivi uno sovrapposto all’altro,che coprivano interamente il legno di noce.  Sara si accorse di un bigliettino che era attaccato con una puntina e lo strappò dalla porta.
 

Sara,se sei venuta a farmi visita,brava. Noi due andremo molto d’accordo.
Se sei rimasta chiusa dentro la tua stanza invece…LOUIS! Giù le mani dalla mia posta! Comunque,vieni a farmi visita un altro giorno,sono dovuta schizzare  dal riposino infermeria (un vantaggio del trattamento Taser di oggi) a una sessione di trucco biologico con la Mason. E quindi,facciamo la prossima volta?

Psicoticamente tua,
Syd.
 

Peeeerfetto.
Ora aveva il pomeriggio vuoto.
Restò con il messaggio in mano per un po’;era un sollievo sapere che si stavano prendendo cura di Sydney,ma avrebbe potuto vederla. Solo parlando con l’amica avrebbe saputo che peso dare all’incidente; invece ,ferma in quel corridoio, le vennero ancora più dubbi sulla salute della rossa.
Una porta alle sua spalle si aprì,e un fascio di luce le inondò la schiena.
“Ehy,che ci fai lì,cola soletta?”. Riconobbe subito l’accento strano di Zayn.
Sara sorrise e si voltò verso il ragazzo. Zayn non si era ancora cambiato,indossava la stessa maglietta e gli stessi pantaloni di quella mattina. Teneva uno specchio in mano.
“Sono venuta a trovare Sydney” ,disse Sara.
“Non c’è nessuno”,la informò Zayn. Si specchio un po’,poi la guardò ancora. Aprì di più la porta ed alzò le sopracciglia. Sara non capiva se la stesse invitando ad entrare o meno.
“Mh,beh… ero solo di passaggio,volevo andare a… a prendere una sana boccata d’aria di fuori,in giardino”,borbottò Sara,dirigendosi verso la sua stanza.
“Sara”,la chiamò Zayn.
Lei si voltò. “Sì?”,chiese.
“Per giardino intendi il cimitero?”,chiese lui sorridente.
“Sì,più o meno”,disse lei,mettendosi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
“Bene”,disse Zayn. Entrò di nuovo dentro la sua stanza,posò lo specchio da qualche parte e tornò da lei,con un sorriso magnifico dipinto sul volto. “Andiamo insieme?”.

Se al posto di Zayn ci fosse stato Harry,Sara si sarebbe sentita la ragazza più felice del mondo. Parlando col moro,la ragazza l’aveva visto varie volte negli occhi: erano tendenti al verde,ma mai belli quanto quelli di Harry.
Zayn la aiutò a sorpassare un masso e poi continuarono a camminare fra le lapidi.
Si fermarono di fronte a una grigia. I lati erano decorati da tanti ghirigori.
“Questa è la mia preferita”,disse il ragazzo,indicando una tomba ai loro piedi.
Sara si chiese cosa c’era di tanto speciale ,visto che somigliava a tutte le altre.
“Spiega perché è morto. Sopravvisse a tre proiettili ,a cinque cavalli e combatté nella Guerra di Aggressione Nordista prima di trovare la pace eterna”,disse Zayn. “Questo posto sarebbe più interessante se tutte le lapidi riportassero la causa della morte,non trovi?”.
Sara annuì. Il cimitero era tenebroso e nebbioso,il terreno era sconnesso e gli alberi spogli. Una cornacchia gracchiò e la ragazza vide l’ombra dell’uccello alzarsi in volo.
Non era stata una buona idea fare una passeggiata lì,ma con Zayn si trovava bene.
Era simpatico,forse un po’ troppo vanitoso,ma pur sempre un bravo ragazzo. Sara aveva capito che poteva contare su di lui,almeno fino a quando sarebbero rimasti nel correzionale.
Camminarono attraverso la nebbia fitta. Zayn la condusse sul punto più alto del cimitero,dove c’era un gigantesco mausoleo scuro. Sulla porta c’era intagliato un diavolo  con la bocca aperta dalla quale pendeva un battente. Fissò la decorazione per un attimo. La accarezzò con la punta della dita e,fissando  il disegno negli occhi  inanimati,le parve di vedere la palpebre muoversi e gli occhi diventare per un attimo rossi.
Si ritirò subito,poi scosse la testa. Il diavolo si era mosso?
“Ehi,tutto bene?”,chiese Zayn,circondandole le spalle con un braccio. “In fondo non ti do torto. Questa non è certo la parte più bella del correzionale.”,disse guardandola negli occhi. “Ammesso che ce ne sia una”.
“Veramente,mi sono spaventata per quella decorazione…mette un po’ paura”,disse lei,senza aggiungere che era certa che il diavolo l’avesse vista,ma non disse nulla per evitare di sembrare pazza.
“Ah,capisco. Il diavoletto”,cantilenò  Zayn. Seguì un attimo di silenzio,interroto solo dal rumore del vento. “Tu ci credi?”,chiese.
“In cosa?”,domandò Sara,guardandolo con le sopracciglia aggrottate.
“Negli angeli e i diavoli. Ci credi?”,chiese ancora il ragazzo.
I genitori di Sara non erano religiosi,e di conseguenza nemmeno lei. Non era mai stata battezzata ed era andata in chiesa solo a Natale o Pasqua. Ma aveva sempre creduto che ci fosse qualcun altro oltre all’uomo e Harry era la dimostrazione che gli angeli esistevano seriamente.
“Sì”,mormorò. “Ci credo”.



 

Ragazzi,è importante.
Sto facendo una colletta per un intervento,così possiamo fermare il sangue che
Esce dalla vagina di Sara e lei non si ritroverà incinta di una piccola
Darcy Lane.
Insomma,più recensioni ci saranno ,più soldi otterrò,così Marmotta non dovrà
Prendere la pillola.
Uhuhu : D
Sto davvero male. Anyway,ringrazio le solite tre che recensiscono e seguono/preferisco/ricordano le mie storie e anche xXPLAYXx che ricorda la mia ff.
Un grazie anche a tutte le lettrici silenziose .
Premetto che questo capitolo fa pena,l’ho scritto metà ieri sera e metà sta mattina,tutto di fretta,altrimenti oggi mentre gioco sto rincojonita.
Sciao bele.
t.

 
ps:ho promesso a Sara che avrei pubblicizzato la sua ff,grazie a un collegamento ipertestuale,ma l'editor di efp mi sta facendo saltare letteralmene i nervi,perciò,per saperna di più sulla Sarry,passate qui : http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1262740&i=1 Leggetela,è fantastica. In confronto,questa è una merdina. :)Grazie mille,anche da Marmotta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 

  
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