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Autore: tomlinsasia    09/10/2012    3 recensioni
“Senti,non voglio fare giri di parole,perciò te lo dico chiaro e tondo”,disse Sara,sospirando. “Io ti conosco già. Mi ricordo di averti visto da qualche altra parte,di aver già parlato con te e…”.
La risata del riccio la interruppe. Sara incrociò le braccia al petto.
“Ma cosa ti fumi,la mattina?”,domandò Harry,mentre riacquistava un po’ di dignità.”Io non mi ricordo di te,non ti ho mai conosciuto e “,sembrò lottare contro se stesso per finire la frase, “e non ho intenzione di farlo”.
Si girò ,lasciando la mora da sola,con il cuore a pezzi. Non si sarebbe riaggiustato facilmente,anzi: non si sarebbe ricomposto per sempre.
[Sarry].
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Uno.
Green eyes.

 

     Sara chiuse lo sportello della macchina ed entrò nell’atrio della scuola con dieci minuti di ritardo. Non si sforzò nemmeno di correre: se la dovevano conoscere,era meglio inquadrarla da subito come “ritardataria”.
Lasciò l’auto  nel parcheggio e giocherellò con un capo delle chiavi prima di entrare. Una donna dai corti capelli neri picchiettava  nervosamente un piede per terra.
"Meglio tardi che mai",disse. Sospirò,prima di elencarle cosa poteva e cosa non poteva fare in quella scuola. No,in quell’istituto correzionale.
L’atrio era molto spazioso. Ai lati c’erano migliaia di porte,a destra una finestra gigantesca e,di fronte a lei,una scalinata imponente,che probabilmente portava alle camere.  Il pavimento era così pulito che Sara  riusciva perfino  a vedere il suo riflesso. Incrociò lo sguardo di un ragazzo dai capelli scuri .
Sentì le guance arrossarsi e,cercando di essere disinvolta,si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
"Hai capito? ". La voce della donna la riportò alla realtà.La stava guardando con un sopracciglio indagatore  e aveva abbassato la testa all’altezza di quella della ragazza per poterla guardare negli occhi.
Sara alzò lo sguardo. Annuì frettolosamente. "Sì. Pillole. E i casi in terapia vengono qui per drogarsi o prendere medicine",disse le prime cose che le passarono per la mente,ma la donna sorrise compiaciuta.

Una ragazza bionda ,con i capelli mossi e gli occhi  azzurri appesantiti dal trucco,le si avvicinò tendendole una mano. Sara aveva sempre odiato le bionde,ma quella affianco a lei aveva un sorriso amichevole stampato in faccia. "Sono Perrie",disse.

Vedendo che Sara non ricambiava la stretta di  mano,prese l’iniziativa e gliela strinse lo stesso.
Alla sua destra c’era il ragazzo moro che l’aveva guardata prima. Aveva un tatuaggio rotondo sul collo, dentro  c’era un sole che si confondeva con la pelle color terra. Era alto e magro,indossava una maglietta bianca senza maniche e dei pantaloni larghi.
Si rivolse a guardarla nuovamente e le regalò un sorriso,che scomparì con la stessa velocità con cui era comparso. Poi,fregandosene del mondo intero,le si avvicinò e le porse una mano. Questa volta,Sara ricambiò la stretta.
"Io sono Zayn",disse con un accento strano. Non era inglese,poco ma sicuro.
"Sara",fece la ragazza.
La donna spiegò alcune regole fondamentali della scuola. I ragazzi potevano uscire quando volevano,ma era obbligatorio rientrare un’ora prima del tramonto; si potevano vestire come desideravano,non c’era un’uniforme da rispettare. E,infine,potevano usare i computer che avevano a disposizione nelle loro camere e i cellulari,senza abusarne.
Sara cercò di ricordarsi tutto. Non avrebbe mai pensato che quell’istituto fosse così permissivo. Vedendo l’esterno –un edificio macabro,affiancato da un cimitero e una chiesa gotica a pezzi-,si era fatta un’idea del tutto diversa. Meglio così,le apparenze ingannano sempre.
"Bene,se è tutto chiaro,siete liberi di andare",disse la donna,liquidandoli con un gesto della mano.
Perrie “la Barbie” si avviò insieme a Zayn verso la scalinata. Il ragazzo,vedendo Sara disorientata,si rivolse alla donna: "Posso guidarla io".
"Non se ne parla",disse quella scuotendo la testa. "Sei nuovo qui,hai le stesse restrizioni dei nuovi. Potevi pensarci due volte,prima di andartene".
Zayn sembrò deluso. Alzò le spalle,ma un sorriso si dipinse sul suo  bel volto .
"Letti",fece di nuovo la donna,indicando un edificio di fuori. Aveva le pareti grigiastre,alcune persiane erano sgangherate e l’edera rampicante aveva già coperto le mura del pianterreno. Dietro al dormitorio si scorgeva il cimitero. I cancelli erano aperti e la nebbia non permetteva di vedere oltre.  Sara deglutì e fissò di nuovo l’edificio grigio in cui avrebbe dovuto dormire,chiedendosi quale sarebbe stata la sua camera da letto.
La donna diede a tutti e tre i ragazzi una chiave. Sulle sue c’era  un pezzo triangolare di cuoio con su inciso il numero 89. Sara se la mise nella tasca dei jeans blu,e cominciò a giocherellare con i suoi capelli mossi.
"Bene,potete darmi le borse,le porterò nelle vostre stanze,poi vi sistemerete nel pomeriggio.",disse di nuovo la custode.  Afferrò le tre valigie senza sforzo e uscì dall’atrio,dirigendosi di fuori.
Chiuse la porta con un rumore sordo che riecheggiò per tutta la stanza. Sia Zayn che Perrie uscirono,e Sara li seguì. All’esterno, tirava un vento fresco.
I capelli le si appiccicarono sulla faccia e cercò in tutti i modi di rimetterseli in ordine. Nonostante fosse estate,lì a Londra faceva un freddo cane.
Solo pochi ragazzi nel giardino avevano il coraggio di girare a maniche corte o in pantaloncini. Una di queste persone calorose si trovava di fronte a lei,con un sorriso a trentadue denti.
I capelli  ramati liscissimi erano legati in una coda alta e disordinata,gli occhi scuri esprimevano simpatia. Il naso era così rivolto all’insù che le formiche  ci avrebbero potuto scivolare sopra.
Indossava una canotta verde,una tuta nera  e scarpe rosse con i lacci bianchi. Era minuta e magrolina.
"Ciaoooooo",urlò. Aveva una voce squillante. "Tu devi essere la novellina".
A Sara non piaceva essere etichettata in quel modo,ma non ci fece molto caso e annuì. "Mi chiamo Sara",disse.
"Umh,perfetto. Ti serve una guida?",chiese quella.
"Beh,magari",mormorò Sara. "Come ti chiami?".
"Sydney". La ragazza prese posto su una scalinata sgangherata e incrociò le gambe,senza togliersi dalla faccia un sorriso. Batté la mano affianco a lei,come per invitare Sara a sedersi. Indicò con la mano piccolina la chiesa gotica. "Vedi quella? E’ la palestra. Sembra strano,ma accontentati. C’è una piscina gigantesca!Lassù,invece",disse indicando un punto indefinito a causa della nebbia,"c’è il cimitero. In genere ci andiamo solo quando la Mason ci mette in punizione o qualcosa del genere. Non è proprio bello,laggiù". Fece una pausa. "Quello è il dormitorio". Indicò l’edificio che Sara aveva già visto. Da quell’angolatura poteva vedere l’imponente entrata in legno,rovinata dai tarli.
"Che stanza hai?",chiese ancora Sydney.
"Ottantanove. Te?",domandò Sara. Nel frattempo il sole aveva fatto capolino tra le nuvole. Anche lui voleva farsi vedere,ogni tanto.
"Ehi,siamo vicine! Io sto nella ottanta",squittì l’altra. La guardò speranzosa negli occhi. "Vieni a farmi visita,oggi? Mi piacerebbe molto".
Di fronte a quello sguardo,Sara s’intenerì. Annuì.
Mentre Sydney vomitava conati di parole,Sara fissava il raggio di luce .Era lontano da lei,si posava su una chioma di uno dei tantissimi cipressi della scuola. Voleva che andasse da lei,per riscaldarla un po’. Stava tremando e sentiva freddo per Sydney,che pareva stare bene con la sua canotta leggera .
Finché il raggio di sole si diresse verso un gruppo di ragazzi. Uno di quelli,il ricciolino,si girò per un nanosecondo a guardarla,per poi parlottare con un biondo. Ma a Sara era bastato quel nanosecondo per innescare una reazione improvvisa nel suo corpo: le guance erano caldissime,si sentiva la fronte imperlata di sudore e,improvvisamente,le gambe avevano iniziato a tremare come foglie.
Le era bastato quel contatto visivo per incontrare gli occhi più verdi e più belli che avesse mai visto e per ritenersi d’accordo con colui che aveva scritto il famoso detto “Il sole illumina i belli”.
 

     I dreamed a dream in time gone by…

Ho visto l’audizione di Susan Boyle e,bum! Mi sono chiusa con questa canzone.
Anyway,parlando d’altro,eccomi di nuovo qui pronta a scassarvi le cosiddette.
Ho deciso di aggiornare oggi perché questa settimana è orrenda,almeno per me.
Quindi,avevo un attimo libero e ho finito il primo capitolo.
Ah,e io mi immagino Sara come Selena Gomez.
L’ho riletto un paio di volte,se non ho corretto qualcosa , I’m sorry.
Niente,ora vado a nanna. Magari riuscirò a sognare,sta notte.
Come canta la Boyle.
I DREAMED A DREAM WITH 1D !
And still I dream they’ll come to me,
That we will live the years together.
t.

 

  
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