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Autore: Julia of Elaja    13/10/2012    7 recensioni
IN REVISIONE (Aggiunta di alcune parti e modifica capitoli preesistenti)
Un finale alternativo alla saga di Harry Potter; Harry torna ad Hogwarts per il suo ultimo anno, ed è proprio lì che incontrerà una ragazza che, assieme a lui, Ron ed Hermione, lo aiuterà nella ricerca e nella distruzione degli Horcrux.
Ma questa ragazza non è come le altre e Harry, Ron ed Hermione dopo mille supposizioni scopriranno chi realmente è, grazie ad una profezia che era stata nascosta da Silente in persona, perché troppo pericolosa.
PS: E chi l'ha detto che R.A.B. non sia una donna in realtà? ...
Due parole: Leggete, Recensite!
“Allora, finora sono stati distrutti l’anello di Orvoloson Gaunt, la bacchetta di Serpeverde, l’amuleto magico di Merlino e il cuore di Tom Riddle Senior".
“Ci mancano ancora il medaglione di Serpeverde, un oggetto di Corvonero o di Grifondoro, e la coppa di Tassorosso!”.
“Harry, non dimenticarti che abbiamo distrutto anche il diario di Tom Riddle al secondo anno!”.
“Giusto! Quindi finora abbiamo distrutto… cinque Horcrux!".
“E ce ne mancano altri… tre??”.
I tre amici si guardarono, stupefatti.
“Ma allora gli Horcrux non sono solo sette… ma otto!” realizzò Harry, scandendo parola per parola la frase.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Nei giorni seguenti al colloquio con la McGranitt Harry Ron ed Hermione iniziarono a discutere della loro imminente partenza.
“Abbiamo tredici giorni di tempo per fuggire" Hermione cercava di fare il punto della situazione “Prima di tutto, Harry, hai pensato a chi potrebbe sostituirti nelle riunioni dell’E.S.?”.
Harry annuì. “Si, ci ho pensato bene; credo che Neville, Ginny e Luna siano perfetti come insegnanti".
"Cosa?" Ron strabuzzò gli occhi, incredulo "Neville? Miseriaccia, Harry, ti sei bevuto il cervello?".
"In fondo Harry non ha tutti i torti" intervenne Hermione "Luna e Ginny, assieme a Neville, sono al nostro stesso livello di preparazione e sanno destreggiarsi bene nei duelli; dopo quello che è successo al Ministero della Magia quando ci accompagnarono, hanno dato prova di sapersi destreggiare bene con gli incantesimi di difesa".
"Comunque, gliene parlerò già nel pomeriggio!" fece Harry "Lascerò loro una lista di cose da fare, con tutti gli incantesimi e le esercitazioni che avevo messo in programma”.
“Secondo voi dovremmo spiegare ai membri dell’ E.S. che se vedranno in giro noi tre, quelli saranno solo delle nostre rappresentazioni, e non noi realmente?” chiese Hermione "Perché credo che quando la McGranitt creerà i nostri sosia gli altri non...".
“Forse è meglio di no" la interruppe dubbioso Harry "Dovremmo dirlo solo a Neville, Ginny e Luna; aagli altri giustificheremo il fatto che noi tre non possiamo partecipare all’E.S. perché siamo troppo sotto controllo, specie quando ci saranno i Carrow equindi, per la loro sicurezza, noi non andremo alle riunioni". Guardò i suoi amici con fare indeciso: "Che ne dite, è una buona giustificazione?”.
“Direi di sì, amico!” esclamò Ron. Hermione annuì a sua volta.
“Bene, allora la questione E.S. è risolta. Ora, però, pensiamo a noi tre".
"Harry, hai una minima idea di dove andare quando partiremo da qui? Silente ti ha lasciato delle istruzioni specifiche?”chiese Hermione.
“A dire il vero, no" Harry sospirò "Ma ci ho pensato un po’ e credo che la cosa migliore sia andare al quartier generale dell’Ordine. Casa di Sirius, insomma!” rispose Harry.
“Ma Piton potrebbe avervi libero accesso!" Ron alzò il tono di voce "Insomma, lui è pur sempre un membro dell’Ordine! Cosa succederebbe se ci trovasse lì?”.
“Moody ha piazzato delle trappole fatte appositamente per Piton, casomai gli venisse in mente di tornare lì" gli rispose Harry "Me lo ha detto questa estate, alla Tana. E poi, conoscendo il vecchio Malocchio, scommetto che saranno delle vere insidie!”.
“Va bene" Hermione si schiarì la voce "Allora andremo a casa di Sirius… e poi?”.
“E poi, per prima cosa, dovrò parlare a quattr’occhi con Kreacher" Harry si fece più serio "Sono certo che sarà un'utile fonte di informazioni, visto che ha trattato con Bellatrix e Narcissa Malfoy".
“Buona idea, Harry!” gli fece eco Ron.
“D’accordo allora" concluse Hermione, appuntando alcune cose su un taccuino "Un’altra cosa: iniziate a mettere da parte tutto ciò che vorrete portarvi insieme! Naturalmente non l’intero baule, altrimenti i compagni di dormitorio si insospettirebbero alquanto, portate giusto due o tre capi, e tutto quel che potrebbe esserci utile là fuori. Oh, Harry, porta anche la Felix Felicis di Silente, mi raccomando!”.
“Senz’altro, ci sarà sicuramente utile, ora come ora” Harry strinse nella sua mano la bottiglietta che portava sempre in tasca. Da quando Amy gliel'aveva consegnata, la portava sempre con sé.
“Al resto ci penserò io: vettovaglie, altri vestiti... oh, avete sentito della gita ad Hogsmeade?".
I due amici guardarono sorpresi Hermione: "Gita a Hogsmeade? Quando?".
"Sarà tra tre giorn" rispose lei, continuando a scrivere "Io direi che in quell’occasione potremo comprare tutto ciò che potrà esserci utile, nel nostro viaggio”.
“Ma certo! Miseriaccia Harry, dovremo fare anche un bel po’ di provviste! Magari anche qualche dolcetto di Mielandia: non sarebbe male, che ne dici?” scherzò Ron.
Dopo aver discusso ancora per un po' sul da farsi e ciò che era meglio portare con sé nella ricerca per gli Horxrux, i tre amici si diressero verso l’aula di Pozioni, per la lezione della mattinata con Lumacorno.
“Buongiorno ragazzi!” esclamò il professore entrando in aula, dieci minuti dopo, il solito sorriso gioviale e l'aria soddisfatta; “Bene, ci siamo tutti? Ah, credo di no! Ci sono due postazioni vuote! Chi manca all’appello ancora?” fece Lumacorno.
“Crible, signore, si sentiva poco bene. Ora è in infermeria" intervenne Pansy Parkinson, sghignazzando.
L’altro assente era Seamus Finnigan, che quella mattina si era svegliato con un atroce mal di testa e aveva preferito rimanere a letto.
Harry, per tutto il tempo, non fece altro che rimuginare sull’assenza di Amy; non si era mai assentata da lezione, ma la cosa che più lo insospettiva era il fatto che Pansy Parkinson avesse riso mentre lo comunicava al professore: cosa era successo? E perché Malfoy sembrava più taciturno del solito e non aveva proferito parola su Amy, pur essendo la sua ragazza?
A fine lezione, la prima cosa che Harry fece fu il proporre a Ron e Hermione di fare una scappata in infermeria.
“Oh, Harry, noi dobbiamo assolutamente fare una cosa!" Hermione sembrava dispiaciuta "Sarà meglio che vada tu da Amy, noi ti raggiungeremo tra non molto".
Harry non sapeva se arrabbiarsi con Hermione o ringraziarla: qualcosa gli diceva che l'amica aveva fatto sì che alla fine solo Harry si presentasse da Amy. Giusto per rendergli le cose più complicate, data l'evidente attrazione che nutriva per lei.
Salì con passo cadenzato le scale sino al quinto piano,diretto all'infermeria. “Buongiorno!" salutò Madama Chips appena entrato"Vorrei vedere Amy Crible” chiese educatamente.
“Oh Potter!" la donna lo salutò con un cenno sbrigativo "Certo, vai pure, sta leggendo un libro, è alla postazione tre” rispose "Ma vedi di non stare troppo tempo, ha avuto una brutta febbre e ha bisogno di riposo".
Harry si avviò verso il letto alla postazione tre, e con un balzo al cuore trovò Amy che era intenta nella lettura di un libro: “Arte oscura: come difendersi”.
“Ehm, disturbo?” fece Harry, avvicinandosi al letto.
La ragazza, che non si era accorta di lui sino a quel momento tanto era presa dalla lettura, sobbalzò leggermente; "Harry!" esclamò, mentre chiudeva il libro e gli rivolgeva un grande sorriso "Che sorpresa! Accomodati pure!” fece, indicando una sedia affianco al letto.
“Cosa ti è successo?” chiese Harry mentre prendeva posto: Amy sembrava diversa dal solito, con quel pallore strano e le occhiaie evidenti.
“Nulla di particolare; stanotte sono stata poco bene, così sono venuta qui e Madama Chips ha detto che avevo la febbre. Mi ha dato una pozione da nausea" e cacciò fuori la lingua "E mi ha detto di stare qui a letto per tutta la mattinata di oggi. A pomeriggio, nel caso la febbre non si ripresenti, potrò tranquillamente tornare a lezione!” concluse la ragazza.
Harry continuò a fissarla insistentemente per qualche istante ancora: oltre al pallore e alle occhiaie, dovute alla febbre e alla nottataccia, in Amy c'era qualcosa di diverso davvero...
I suoi occhi, per esempio: avevano un colore diverso, o Harry stava avendo delle allucinazioni?
“Amy” fece lui, incuriosito “Mi sembra che in te ci sia qualcosa di diverso rispetto a ieri”.
“Dici Harry? Sarà l’effetto della febbre alta; di sicuro in questo momento non sarò uno splendore!” scherzò lei.
“Non intendo questo" continuò Harry avvicinandosi di più a lei "I tuoi occhi! Hanno un colore diverso… sono verdi!” esclamò infine, quasi incredulo.
Ne era certo, assolutamente certo: Amy aveva gli occhi nocciola, li aveva studiati bene quella sera dietro la statua della strega orba!
La ragazza rimase un po’ interdetta, e tacque per qualche istante; sembrava essere stata colpita sul vivo. Poi finalmente gli rispose: “Sì, Harry, mi hai scoperta: i miei occhi cambiano colore in base a determinati periodi. Oggi ce li ho verdi, domani potrebbero tornare nocciola; è da quando sono nata che sono così!”.
"Bello no? Una particolarità!".
Amy fece spallucce: ormai ci sono abituata. Hai un buon occhio sai? Finora nessuno ci aveva fatto caso!".
Rimasero a parlare dei M.A.G.O. e ancora della lezione di quel giorno di Pozioni; Harry spiegò ad Amy che Lumacorno aveva notato la sua assenza e se ne era un po' rattristato.
"Il professor Lumacorno è una strana persona" stava commentando la ragazza "Simpatico, buffo direi... ma molto selettivo, vero?".
Harry stava per risponderle e raccontarle del Lumaclub, quando Madama Chips si fece avanti: "Potter, ora basta: sei qui da mezz'ora!".
Harry e Amy si guardarono: "Allora rimettiti presto, Amy".
La ragazza gli sorrise: "Farò del mio meglio per essere fuori di qui a pomeriggio!".
Harry avrebbe voluto darle un innocente bacio sulla guancia, ma evitò: era pur sempre la ragazza di Malfoy, anche se la cosa era davvero strana a dirsi.
"Potter, ti prego".
Harry si allarmò in quel preciso istante: mai aveva sentito Madama Chips rivolgersi a lui con quel tono supplichevole, quasi intimidito.
Si voltò a guardarla e la vide farsi piccola piccola: "Sarà meglio che tu esca da qui, Potter. Ci sono altre visite per la signorina Crible e io non vorrei che...".
"Vado via, non si preoccupi Madama Chips" le fece eco Harry, facendo un cenno a Amy e uscendo a passo svelto dall'infermeria.
Una volta girato l'angolo nel corridoio, si voltò a guardare le porte dell'infermeria, ben nascosto, così da non essere notato.
"L'infermeria è vuota?".
"Sì, signore".
"Molto bene".
Harry per poco non ebbe un infarto: era certo. Quella voce strascicata che aveva sentito conversare con Madama Chips di altri non poteva essere se non di Severus Piton.
Rimase a lungo in attesa di qualcosa, non sapeva dire nemmeno lui di cosa: ma quando ormai erano già passati venti minuti e Piton ancora non usciva dall'infermeria, insoddisfatto e preoccupato Harry si diresse verso la Sala Comune, certo che vi avrebbe trovato Ron ed Hermione.
“Cosa diamine vuole Piton da lei?” fece Ron preoccupato, pochi minuti più tardi, quando solo loro tre erano nella Sala Comune.
“Non ne ho minimamente idea, ma non mi piace questa cosa” commentò nervosamente Hermione.
“Neanche a me” intervenne Harry.
Calò il silenzio: la prima cosa da fare, naturalmente, era parlare con Amy. Perché Piton non si era fatto vedere ad Hogwarts per due mesi e anche più e una volta tornato si dirige in infermeria per trovare la nuova arrivata?
"Forse voleva conoscere Amy perché è raro che qualche studente di altre scuole di magia si trasferisca da noi. Quindi ha voluto conoscerla, forse" aveva proposto Hermione. Era una buona giustificazione, eppure Harry non ne era affatto convinto.

“Si può sapere dove eravate andati voi due prima che io vi raggiungessi qui?” chiese Harry colto da un'improvviso dubbio.
“Oh, noi abbiamo fatto un salto da Dobby!” rispose prontamente Hermione.
“Dobby? Nelle cucine? E cosa gli avete detto?” chiese Harry, prendendo posto su una poltroncina affianco al camino, seguito dagli altri due amici.
“Gli abbiamo chiesto di metterci da parte qualcosa per quando partiremo" spiegò Hermione "Visto che nelle cucine c’è così tanto cibo che avanza sempre! Ha detto che tra tredici giorni ci farà trovare tutto pronto!”.
“Gli avete detto della partenza, allora?”.
“Si Harry, era necessario" sospirò la ragazza "E comunque sai che Dobby non ci tradirebbe mai”.
“Sì, amico, è praticamente innamorato di te!” concluse Ron.
Nel pomeriggio i tre amici continuarono regolarmente con le loro lezioni, alla fine delle quali si recarono a cena.
“Tutto bene Harry?” fece Ron, vedendo che l’amico non aveva ancora toccato cibo, nonostante fossero già passati venti minuti da quando il tavolo si era riempito di pietanze.
“Sì" Harry fece spallucce "Ma stasera non ho molta fame. Comunque, avete notato? Di Piton ancora nessuna traccia al tavolo dei docenti".
"Harry, guarda piuttosto al tavolo dei Serpeverde” Hermione richiamò la sua attenzione con un sorrisetto che generalmente esibiva quando era particolarmente felice..
Ron aguzzò la vista assieme a Harry: “Cosa c’è da notare? C’è solo la solita massa di idioti!”.
“Amy e Malfoy. Non sono seduti vicini!” esclamò Hermione raggiante.
Per Harry fu come un tuffo da dieci metri nelle gelide acque del Lago Nero: era vero! Malfoy e Amy erano seduti molto lontani!
“E allora?" esclamò Ron "A noi cosa intere... no, aspetta amico" si rivolse a Harry "Non mi dirai che... Ti interessa Amy, vero?”.
“Geniale intuizione Ron!” gli rispose Harry, sorridendogli, un po' imbarazzato.
“Miseriaccia!" Ron era a bocca aperta mentre Hermione ridacchiava alla scena "Be' ottima scelta amico! Comunque secondo me quei due si sono lasciati…! Guarda Pansy Parkinson come si abbraccia a Draco; e guarda Amy invece: è del tutto noncurante! Avanti Harry, questo è il tuo momento!”.
“Ron, sarebbe inutile" rispose Harry giocando con la forchetta, lo sguardo basso per l'imbarazzo "Noi dobbiamo andare via, a cosa servirebbe dirle tutto se poi forse non ci rivedremo mai più? Lascia perdere, è meglio che le cose stiano così”.
Ron gli fece una smorfia triste, poi Hermione intervenne per spezzare quel silenzio: “Che ne dite, dopo cena ce la facciamo una chiacchierata con Amy per sentire cosa le ha detto Piton?”.
"Puoi starne certa, Hermione" le rispose Harry.
Ma a fine cena Amy si alzò in gran fretta dal tavolo, lo sguardo basso e l'aria pensierosa: fu per pura fortuna se Hermione riuscì ad attirare la sua attenzione, mentre usciva dalla Sala Grande.
"Amy!".
La ragazza si era fermata per poi voltarsi in un secondo momento: i suoi occhi, notò Harry, erano tornati marroncini come in precedenza.
"Come ti senti?" azzardò Ron, avvicinandosi a lei.
La ragazza sospirò, passandosi una mano nei lunghi capelli: "Meglio. Non ho avuto più febbre, perlomeno, per cui sono riuscita a scappare dalle grinfie di Madama Chips".
"Amy, cosa voleva Piton da te?".

La ragazza strabuzzò gli occhi alla domanda di Harry: "Piton?" balbettò "Ma di che stai parlando, Harry?".
Per lui fu una pugnalata dritta al cuore: ne era certo, quella mattina aveva sentito la voce di Piton! Allora perché Amy ora negava tutto?
"L'ho sentito con le mie orecchie parlare con Madama Chips e chiederle se in infermeria ci fosse nessuno..." continuò Harry.
Ma la ragazza scosse il capo: "Sono certa che tu abbia avuto un'allucinazione, Harry".
Eppure Harry lo aveva sentito, ne era sicuro; e anche se Ron e Hermione lo guardavano ora poco convinti, lui avrebbe continuato a dire che sì, quella voce era di Piton. Ma non capiva perché Amy non dicesse la verità...
"Ora sarà meglio che vada" fece la ragazza, distogliendo il suo insistente sguardo da Harry "Ci si vede domani. Buonanotte".
Si allontanò con fare ancora perplesso: "Harry, ma che diamine ti è preso oggi?" fece Hermione, le mani sui fianchi "Stamattina ci dici di essere sicuro che Piton fosse in Infermeria e ora Amy smentisce tutto!".
"Amy sta mentendo, allora" rispose Harry, iniziando a salire le scale seguito dai due amici "Solo che non capisco perché".
"Amico, forse è come dice lei!" intervenne Ron "Forse davvero hai avuto un'allucinazione!".
"Ti dico di no, Ron!" sbottò Harry, infiammandosi "E ora chiudiamo il discorso!".
Nel dormitorio, al caldo e sotto le coperte, Harry si rilassò: chiuse gli occhi e il respiro si regolarizzò.
Forse sì, forse era così suggestionato in quel momento che aveva solo immaginato di aver udito Piton; eppure ne era stato così certo, in quel momento...
Si ritrovò a fissare la luna, su un colle, nel freddo della notte. Una notte senza stelle, in cui solo la luna splendeva radiosa. 
Davanti ai suoi occhi si stendeva una bianca distesa innevata: due strade si dirmavano, una che era diretta verso un bosco e una che portava ad una cittadina piccola e accogliente, con camini fumanti e decorazioni ad adornarla.
Harry sapeva quale strada avrebbe dovuto prendere: quella che portava alla selva, naturalmente. Eppure qualcosa gli diceva che anche in quella città avrebbe potuto trovare qualcosa che l'avrebbe aiutato nella ricerca degli Horcrux...
La mattina dopo non parlò né a Ron né a Hermione del sogno: non lo considerava poi così importante. Piuttosto discussero degli Horcrux e delle loro preoccupazioni al riguardo.
“Harry, pensi che riusciremo a trovare tutti gli Horcrux? Sii sincero” chiese Ron.
“Ora come ora, no Ron" Harry fu schietto, ma gli sembrava inutile mentire ai suoi amici "Ma non dimentichiamoci che dobbiamo ancora iniziare”.
“Ricapitolando" intervenne Hermione "Silente ha distrutto l’anello, tu hai distrutto il diario al secondo anno, e ci sono altri quattro Horcrux in circolazione".
"E dobbiamo distruggerli il prima possibile" le fece eco Harry.
"Grandioso, avremo un bel po’ da fare quest’anno!”.
Quella sera, dopo cena, Harry decise di non tornare subito nella Sala Comune; voleva parlare ad Amy, chiederle di più riguardo il suo rapporto con Silente. Ancora non si spiegava il perchè il Preside non gliavesse mai fatto alcun cenno di lei, ed era una domanda che molto spesso gli ronzava per la testa.
"Harry, sii prudente" gli disse Hermione "Come farai a tornare più tardi in Sala Comune, con Gazza in giro?".
Ma Harry le sorrise di sbieco, dando alcune pacche ad una zona alquanto voluminosa sotto il suo mantello, nell'incavo sotto al braccio.
"D'accordo, hai il mantello" sospirò Hermione "Ma mi raccomando, evita di fare nottata!".
Harry le sorrise e le fece un occhiolino mentre si allontanava con Ron e lui rimaneva davanti alla Sala Grande: cosa avrebbe fatto mai tutti quegli anni senza i suoi due migliori amici? 
Diede un'occhiata veloce dentro la Sala: Amy era ancora a tavola e anche se aveva finito di mangiare stava discutendo animatamente con Pansy Parkinson. A dire il vero, fin troppo animatamente...
Ma il chiasso era così forte che Harry, lontano com'era, non riuscì a percepire parola alcuna del discorso fra le due: quando però vide Amy alzarsi rabbiosa e dirigersi fuori dalla Sala, si preparò a fermarla, il cuore stranamente in fibrillazione e la gola asciutta.
"Amy!".
Allungò un braccio e la prese mentre lei correva via: la ragazza trasalì al contatto e si voltò a guardarlo stupita.
"Harry" fece, mentre lui abbassava il braccio "Scusami, non ti avevo visto e...".
"Che ti è successo?".
Harry notò che la ragazza sembrava alquanto scossa: forse la conversazione con la Parkinson l'aveva fatta così agitare? Gli sembrava anche che avesse gli occhi lucidi...
"Oh, nulla" Amy finse un sorriso poco convinto "Solo una discussione con una compagna di Casa".
"Ne vuoi parlare?".
I due si guardarono per qualche istante: poi lei annuì.
"D'accordo" fece, mettendosi sottobraccio a lui "Ma non qui".
"E dove?" chiese Harry, già intuendo le intenzioni di lei mentre si dirigeva verso il portone d'ingresso.
"In cortile, no?" la ragazza aprì il pesante portone con l'aiuto di Harry "Giusto dieci minuti, poi andiamo a dormire. Non ci vedrà nessuno".
"Aspetta"; Harry si guardò attorno e dopo che furono passate due ragazzine di Tassorosso del secondo anno, cacciò fuori il Mantello e lo gettò addosso a sé e a Amy.
"Cerca di stare sotto questo mantello, ci renderà invisibili agli altri" le spiegò, mentre lei lo guardava interrogativa.
"Un Mantello dell'Invisibilità!" boccheggiò la ragazza quando ebbero chiuso il portone alle loro spalle "Ma è una rarità!".
"Era di mio padre" Harry abbassò lo sguardo "L'unica cosa che mi sia rimasta di lui, oltre a qualche foto".
Amy sospirò: cominciarono a camminare, senza alcuna meta in particolare. L'aria era fredda, ma sopportabile, e il cielo nuvoloso. Presto la pioggia sarebbe scesa, su Hogwarts.
"Almeno tu hai qualche ricordo di loro" fece poi la ragazza, rompendo il silenzio con voce roca "Io non ho neanche una loro foto".
"Mi spiace"; Harry era alquanto in imbarazzo.
"Io e te siamo così simili, Harry" continuò la ragazza, guardando il cielo "Due destini molto, molto simili. Entrambi senza genitori, entrambi vogliamo combattere il loro assassino. Tutti e due con gli stessi sogni e le stesse paure, immagino. E poi lo stesso obiettivo: distruggere gli Horcrux. Harry, come potremo farcela?".
Harry non sapeva cosa fare: se dirle che di lì a poco lui, Ron e Hermione sarebbero partiti alla ricerca degli Horcrux oppure tacerle tutto: quali prove aveva che la ragazza fosse davvero degna di fiducia? Silente era morto! Nessun altro poteva dirgli le reali intenzioni di Amy. Avrebbe dovuto conoscerle lui, e lui soltanto.
"Ti spiace se ci sediamo qui, Harry? Mi tremano le gambe".
La ragazza aveva fatto cenno al prato; erano non molto distanti dalla capanna di Hagrid, naturalmente spenta e senza il suo solito camino fumante, data l'assenza di Hagrid che Harry sapeva bene essere dovuta a una missione per conto dell'Ordine.
Stesi a terra, i due fissarono intensamente il cielo: Harry sentiva una strana sensazione farsi avanti nella sua testa e nel suo corpo. Il solo trovarsi affianco a Amy creava in lui una strana instabilità. aveva paura di non essere più padrone del suo corpo e dei suoi pensieri. Cosa gli succedeva in presenza di lei?
Qualcosa lo riscosse dai suoi pensieri turbinanti: un singhiozzo.
Si voltò e guardò Amy: piangeva in silenzio e tremava appena.
"Scusami" balbettò la ragazza, mettendosi a sedere mentre il Mantello le scivolava da dosso "Non volevo piangere, ma quella Parkinson è un demonio e io...".
"Cosa ti ha detto?" Harry si mise anche lui a sedere e la sfiorò timoroso: al contatto con le spalle di lei il cuore prese a battere più veloce.
"Che sono solo una Mezzosangue, indegna di essere una Serpeverde" Amy prese a singhiozzare più forte "E che Malfoy ha detto a tutti in giro che sono Mezzosangue". Sospirò profondamente, cercando di calmarsi: "Tutto questo perché gli ho rivelato che mia madre era una Nata Babbana".
"E allora?" Harry era arrabbiato: anche sua madre era una Babbana, ma nessuno gliene aveva mai fatto una vergogna. Come si permetteva Malfoy, o Pansy Parkinson, di farne una colpa ad Amy?
"Sono delle vere serpi" la ragazza si asciugò le lacrime con rabbia "Sputano solo veleno da quella boccaccia! Mi chiedo perché il Cappello mi abbia smistato lì, se io non sono come loro...".
Harry la abbracciò stretta a sé e la ragazza ricambiò l'abbraccio: cosa poteva dirle per tranquillizzarla? 
"Amy, non piangere" Harry le posò una mano sul volto e le asciugò una lacrima che le stava scendendo "Guardami".
La ragazza alzò lo sguardo e i suoi grandi occhi, quella sera verdi, lo fissarono nel buio.
Si avvicinarono di più stringendosi in quell'abbraccio: i loro nasi si sfioravano appena, e lei lo fissava intensamente; Harry avvertì un brivido percorrerlo da parte a parte, sentiva il suo respiro farsi più rapido, il sangue ribollirgli dentro per l’eccitazione; riusciva ad avvertire il delicato profumo di lei, che si insinuava nelle sue narici e non faceva altro che fargli battere più forte il cuore.
"Cosa stiamo facendo, Harry?" la ragazza gli sorrideva appena, illuminata dalla luce della luna.
Harry si ritrovò come paralizzato: avrebbe voluto parlare, ma a malapena riusciva a respirare, in quel momento.
Lo aveva capito, finalmente: gli piaceva Amy. Chissà perché, poi? Non se lo sapeva spiegare neanche lui... eppure avrebbe tanto voluto baciarla...
"Non lo so" mormorò dopo poco, in risposta alla ragazza.
Lei gli sorrise, avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra: "Ti ricordi quel pomeriggio, nascosti dietro alla statua della strega orba?".
Harry annuì: come poter dimenticare quei momenti...
"Harry Potter" sussurrò Amy, sorridendogli, mentre ormai la distanza si azzerava tra loro "Colui che è sopravvissuto".
A quel punto, Harry perse ogni raziocinio: senza neanche rendersi conto di ciò che stava facendo, si avventò con passione sulla ragazza e la baciò come forse mai aveva fatto.
Sentiva le mani di lei stringersi alle sue spalle, carezzargli i capelli, abbracciarlo, sentiva i suoi morbidi capelli premergli sul viso, il suo profumo... a Harry sembrava di vivere un sogno: stava baciando Amy! E non sapeva neanche lui come era successo, il perché...
Sentire poi Amy ricambiare il bacio aveva reso Harry ancora più euforico: sentiva di poter fare qualsiasi cosa, in quel momento, persino affrontare Voldemort stesso!
Quanto tempo fossero rimasti, o come mai poi si fossero trovati sulle sponde del Lago Nero a ridere assieme parlando del più e del meno, mentre lei raccontava della Francia e di Beauxbatons.
"La vedi questa, Harry?"; Amy mostrò a Harry una catenina d'oro bianco che portava al collo con un piccolo ciondolo che, nell'oscurità, lui non riuscì a distinguere bene.
"Carina, chi te l'ha data?".
"Era di mia madre" sussurrò Amy, sorridendo mesta mentre guardava la collana "L'unica cosa che mi sia rimasta di lei".
Harry sospirò, facendosi più vicino a lei: "Mi dispiace, Amy".
"Promettimi solo una cosa, Harry".
I due si guardarono, mentre lei allungava le sue braccia dietro al collo di lui.
"Dimmi" fece Harry, posandole un bacio sulle labbra.
"Promettimi che noi vendicheremo questa ingiustizia. Io avrei voluto avere una famiglia, ma per colpa di quel dannato essere sono orfana!" Amy alzò la voce leggermente, gli occhi che lanciavano fiamme; "Harry, io voglio aiutarti a trovare ogni singolo Horcrux, qualsiasi cosa, pur di arrivare a lui e ucciderlo!".
"Non è facile, Amy" la interruppe lui sospirando "Non so quanto ci metteremo".
"Potremo anche metterci anni, non m'importa!" continuò agguerrita la ragazza "Ma alla fine Lord Voldemort dovrà morire. E per mano mia!".
Harry boccheggiò nel sentire Amy nominare Voldemort per nome: allora anche lei non ne aveva paura! Proprio come lui, come Silente...
Forse davvero Amy era una persona di cui fidarsi; forse.
Eppure Harry ancora non voleva dirle della ricerca degli Horcrux, della imminente fuga sua e dei suoi amici da Hogwarts: anche se, forse, sarebbe stato meglio dirle tutto...
"Harry, dovremmo tornare nei nostri dormitori".
Il tono di voce di Amy si era fatto d'un tratto freddo e imperativo e la ragazza aveva gettato addosso a sé e a Harry il Mantello dell'Invisibilità: quando lui si voltò a guardare nella stessa direzione che lei fissava, capì immediatamente il perché di quel cambiamento di tono.
Tre ombre, distanti da loro, attraversavano i giardini diretti verso l'ingresso della scuola. Un uomo, una donna, e una figura centrale con un mantello nero svolazzante, simile ad un pipistrello...
Piton era tornato.
E questa volta, Harry lo aveva visto con i suoi stessi occhi.
 
   
 
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