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Autore: kymyit    13/10/2012    1 recensioni
Fatto il misfatto è necessario prendere le redini della situazione prima che degenerino, è cosa ovvia e risaputa. Così una mattina Piemon e Yamato si trovano davanti alla svolta più importante della loro relazione.
Aspettano dei figli ed è giunto il momento di decidere se continuare a divertirsi o ufficializzare la propria unione. Ma poi, perché diavolo Piemon vorrà sposarsi a Las Vegas? Riuscirà Mimi a costringere Yamato a portare il bouquet? E chi è l'oscura presenza che minaccia il matrimonio?
Tutto il delirio e i sentimenti che volete in questa fan fiction, che partecipa alle challenge: "Chi, con chi, che cosa facevano" e "I difetti di Howl"
Coppie: [Piemon/Yamato, Mugendramon/Metalseadramon, Taichi/Sorpresa, varie accennate u.u]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Piemon/Piedmon, Un po' tutti, Yamato Ishida/Matt
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
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Capitolo 8: I matrimoni tirano fuori il peggio delle persone



La cerimonia si svolse felicemente sino al fatidico momento del sì. I vari piccoli intoppi furono superati facilmente, le uniche grosse difficoltà furono due: procurare un ombrello a Mugendramon, onde evitare che le lacrime altrui lo arrugginissero. Maledisse mentalmente il momento in cui si era infilato fra le panche proprio accanto alla cara nonnina Ishida! Fra l’altro la tenera e svampita signora continuava a credere che Piemon fosse una donna.
-Certo che in Norvegia le donne sono altissime.- disse fra un fazzoletto e l’altro.
Il secondo problema era Pinocchimon che si documentava sul clou della cerimonia.
-Quindi quando lui dirà quella frase, io dovrò intervenire?-
-No.- disse Jou tentando di salvare il matrimonio. -Devi solo mettere una firma nei documenti.-
Il burattino mise su una faccia annoiata e irata. -Perciò non dovrò uccidere nessuno?-
-No…- disse Takeru -Devi…- era inutile parlare con lui seriamente, lui lo sapeva più di chiunque altro, perciò optò per un’altra strategia -Però i testimoni hanno un posto d’onore accanto agli sposi durante il pranzo…-
-Non stai cercando di fregarmi?- domandò sospettoso il digimon. Takeru annuì sudando freddo. Non era del tutto falso quello che aveva detto, ma, sì, stava cercando di farlo stare buono. Non voleva mica che il matrimonio di suo fratello fosse interrotto da un avvocato delle cause perse in erba! Poi l’attenzione di Pinocchimon fu catturata da qualcos’altro e il terrore per i suoi “Vostro onore, questa banana non ha detto di essere matura, pertanto il mio cliente può ripudiarla seduta stante e farla a macedonia!”  fu sostituito da un profondo sollievo. Yamato era sull’altare ed era felice, non ci avrebbe mai creduto, ma era così. Lanciò un’ultima occhiata apprensiva verso Angemon. Il suo digimon sembrava aver perso la sua natura angelica con Devimon. Sembravano due bambini dispettosi in continua competizione. Per tutta la cerimonia si erano fatti dispetti. Certo, una tiratina di capelli qui, un pestaggino di piedi là, poi si era messa in mezzo Lady Devimon e Angewomon si era sentita in dovere di “difendere” il suo uomo. Almeno le scaramucce se le facevano in relativo silenzio, perciò tutto filava liscio.

All’inizio, Yamato si era sentito quasi male dall’ansia.
 Si stava sposando.
Con Piemon.
Non sarebbe stato uguale se non l’avessero fatto?
E se fosse andato male? Avrebbero divorziato? Sarebbero tornati a fare i fidanzatini o sarebbe finito tutto così? Forse non era stata una scelta saggia quella che aveva fatto. Voleva tornare indietro e dire a Piemon che dovevano, sì, prendersi le loro responsabilità, ma senza legarsi così tanto, senza…
I pensieri gli morirono nella mente quando, timidamente, si affacciò alla porta della sala gremita.
Piemon era ritto davanti all’altare, e lo aspettava, sorrise verso di lui e il ragazzo vide le sue paure farsi più piccole, scomparire trasportate via come granelli di polvere dal vento. Si stava prestando ad un rito da esseri umani, si era agghindato a festa, si era persino prestato ai rituali matrimoniali e alle angherie di Mimi e Miyako, si era lasciato fotografare da Hikari e aveva chinato il capo davanti ai suoi genitori. Lui che poteva semplicemente rapirlo al mondo senza tanti preamboli e fregarsene di due stupide uova che giacevano nell’incubatrice, in attesa di schiudersi fra le calde braccia dei propri genitori.
Il digiprescelto sorrise debolmente e mosse il suo primo passo verso l’altare. Suo padre era pronto ad accompagnarlo come fosse la più bella delle spose. Era imbarazzante e per certi versi un colpo al cuore. “Sta tremando…” pensò Yamato nel sentire le dita di suo padre aggrappate debolmente alla giacca. Eppure quell’uomo non lasciava trasparire il suo turbamento. Era fiero ed orgoglioso, proprio come lui. Rassicurato da ciò, proseguì il suo cammino, in sottofondo la classica marcia nuziale fu prontamente storpiata dagli invitati che aggiungevano parole e filastrocche assurde.
Ma chi se ne importava?
Ancora pochi passi.
Prontamente i due paggetti gli si accodarono allo sparuto corteo.
Nesmon lanciava fiori ovunque e Megarmon reggeva il cuscinetto con le fedi.     Erano riusciti a mettergli il cravattino a farfalla, anche se il drago nero non era contento di doverlo portare per dare il buon esempio.
Quando arrivò davanti a Piemon e i loro occhi s’incontrarono, Yamato sentì come un tuffo al cuore.
Era felice, al settimo cielo, trattenne a stento un sorriso imbarazzato e gli prese la mano. Il celebrante di mezza età sorrise benevolo, anche troppo benevolo, non pareva farsi problemi di star coniugando un essere umano e un digimon. -Fratelli e sorelle.- iniziò con voce gentile -Siamo qui riuniti per celebrare l’unione di questi due uomini…-
Piemon scoccò un’occhiataccia a Pinocchimon che sembrava pronto a dire qualcosa, ma rinunciò immediatamente. E la cerimonia proseguì in tranquillità, fra risatine e pianti, volarono un sacco di fazzoletti per la sala. Le damigelle poi erano tutte un pianto, dalla prima all’ultima. Per non parlare di sua madre e di sua nonna, la nonna tanto cara e svampita… L’altra non si era lasciata fregare dalla panzana della “bella ragazza norvegese”. Ma almeno non si era messa a fare scenate, santa donna.
Però, però, perché c’è sempre un però, si sa, la celebrazione non poteva proseguire così com’era iniziata.

A dare il primo segnale fu Megarmon. Il piccolino si avvicinò a Mimi furtivamente e le tirò la gonna dell’abito.
-Signora!- esclamò -Signora!-
-Che c’è?- fece lei chinandosi su di lui e sorvolando sul fatto che il nanerottolo le dava una ventina d’anni in più.
-Gli anelli sono spariti.-
Mimi sbiancò.
-Come sarebbe a dire?!- esclamò ad alta voce e tutti si voltarono per guardarla. La digiprescelta riprese anche troppo in fretta il colore perduto e s’affrettò a dire, gesticolando nevroticamente -Nulla nulla! Scusate.- poi afferrò il bambino e lo trascinò nella prima stanza che le capitò a tiro.
-Come sarebbe a dire che gli anelli sono spariti?!-
- Erano sul cuscino ma ora non ci sono più.- fece lui, senza scomporsi. -Ma Nesmon è stato attentissimo!- aggiunse poi, difendendo il fratellino.
-Proprio adesso?!- esclamò la ragazza mettendo su una scenata comica -C’è la promessa! La promessa! E adesso?!-
-Vado a cercarli!- fece il piccolo, salvo essere afferrato dalla ragazza ancora una volta.
-Fermo!- esclamò una voce. I due s’immobilizzarono e la voce fuori campo assunse i connotati del burattino di legno che avanzò con fare da duro nella stanza. -Nessuno dovrà sapere nulla di quanto accaduto. E’ mio compito scoprire chi ha compiuto il misfatto e punirlo a dovere!- esclamò infervorato maneggiando la sua amata pistola.
-Ehm… magari se potessi evitare le carneficine…- tentò di negoziare Mimi.
-No no e no! Non c’è tempo per evitare! Bisogna agire!- esclamò quello e prese a passeggiare in cerchio per la stanza -E ora ditemi, chi ha visto per ultimo gli anelli?-
Megarmon e Nesmon alzarono la mano.
-Erano sul cuscino, zio.- fece il piccolino.
-Poi sono spariti.-
Pinocchimon si fece pensieroso. -E in che momento della cerimonia vi siete accorti che erano spariti?-
-Dopo un po’ che il tizio strano ha detto che simboleggiavano amore e fiducia eterni.- fece Megarmon. -Dopo un po’ ho guardato gli anelli e non c’erano più.-
-Quindi il colpevole è chi stava vicino agli anelli in quel momento!- salto su Pinocchimon.
-Perché Yamato dovrebbe fare sparire le fedi nuziali?- domandò Palmon.
-Mmmm… forse non si vuole più sposare…- rispose serio il burattino -E non sa come dirlo a Piemon. In questo caso…- Mimi e Palmon inorridirono quando fece scattare la sicura della sua mitragliatrice.
-Ma lui sicuramente vuole sposarsi!- la buttò lì la ragazza. -Perciò non uccidere nessuno, ok?-
Il burattino parve scontento.
-Zio!- esclamò Nesmon -Ho trovato una cosa vicino al cuscino!-
Il piccolo teneva fra le mani un pelo grigio, tutti lo fissarono con attenzione, poi Pinocchimon annunciò con aria serissima -So chi è il colpevole.-
-Chi?- fecero Mimi e Palmon, colpite e curiose.
-Ma l’ombra misteriosa!- esclamò quello. -E’ sempre lei a colpire, come i maggiordomi, non ti puoi fidare di nessuno!-
Inutile dire che le ragazze si diedero delle sonore manate in faccia. Purtroppo non riuscirono a dissuaderlo dall’impresa, perciò tentarono di essere accondiscendenti e presero ad indagare segretamente mentre la cerimonia proseguiva. I piccoli digimon invece rimasero colpiti e iniziarono a cercare la fantomatica ombra misteriosa in giro per la sala.
Purtroppo, accaddero altri imprevisti.
Per esempio, ad un certo punto della cerimonia, Gabumon non stette bene. L’odore dei fiori era diventato troppo forte per lui. Poi Devimon e Angemon arrivarono quasi alle mani, accusandosi a vicenda di avere uno tirato troppo forte i capelli dell’angelo e l’altro di aver pestato con inaudita violenza i piedi al diavolo. Piemon fece cenno a Mugendramon di sbatterli fuori, ma mentre questo camminava, s’impigliò il piede nel tappeto rosso e cadde spaccando il pavimento fra le risate generali. Furioso afferrò il primo povero disgraziato che gli capitò a tiro, Etemon, e si sfogò su di lui. In mezzo a quel delirio, nonnina Ishida ben pensò di andare in bagno, peccato che sbagliò stanza e, se Natsuko non l’avesse seguita, avrebbe fatto i suoi bisogni in un vaso della stanza adibita per i preparativi del celebrante.
E, ciliegina sulla torta, Etemon prese a cantare come un indiavolato spaccando i timpani a chiunque, ma in particolare ai digimon che aveva intorno, Piemon compreso che si piegò in due chiudendosi le orecchie con le mani. E nel soccorrerlo Yamato si rese conto della tragedia.
-Piemon… Dove sono le fedi?!-
La sala ammutolì di colpo e Mimi imprecò a mezza voce. Il panico si diffuse.
-Non si sposano più?- domandò nonnina Ishida -Che peccato…- lo disse con lo stesso tono con cui avrebbe potuto dispiacersi per l’ennesimo divorzio di Ridge e Brooke.
Il commento cadde nel vuoto del caos più totale. Gente che cercava gli anelli, gente che si menava e gente che cantava per ripicca. Metalseadramon tentò uno strangolamento caudale contro Etemon perché i cuccioli soffrivano terribilmente la sua Serenata d’Amore, ma fallì miseramente e quello corse via, senza smettere di cantare, perché trovava ingiusto che Mugendramon se la fosse presa con lui.
I nervi di Yamato stavano per cedere.
La cerimonia, così bella, era stata rovinata. Il sogno che si era creato infranto e… strinse i pugni imprecando. Non doveva piangere, non doveva piangere, era un uomo…. Doveva fare uscire solo la rabbia e la voce, ma sapeva che se avesse osato aprire bocca i suoi sentimenti l’avrebbero tradito. Poi si accorse di una seconda cosa. Aveva visto il celebrante a terra e voleva chiedergli se stesse bene, ma poi notò di dove tenesse le mani.
Sulle orecchie.
E la sua pelle iniziava a diventare scura e rossa, vide i capelli bianchi tingersi di blu notte e due puntute corna spuntare dalla sua fronte e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-Phelesmon!- ruggì e il silenzio tornò in sala. Lentamente, i digimon entrarono nell’ottica che il nemico era fra loro e presto il diavolo divenne il capro espiatorio di tutte le diatribe. Per un attimo si sentì impaurito da quella reazione, ma non poteva non gustarsi lo scempio che aveva realizzato. Si alzò in piedi di fronte ai due e si rigirò fra le mani il forcone.
-E’ da molto che non ci si vede, eh? Spero vi stiate divertendo, perché io mi diverto un mondo. Queste situazioni sono così facili da ingarbugliare….-
-E' lui il colpevole!- gridò Pinocchimon caricando non la mitragliatrice, ma un bazooka.
Prontamente Piemon si parò davanti a Yamato, anche se questi era dell’idea di prendere a calci il diavolo personalmente.
-Su, su non prendetevela, è il miglior matrimonio al quale non sia mai stato invitato!- annunciò.
-Sarà anche l’ultimo se non ti togli dai piedi!- disse il clown a denti stretti.
-Vacci piano con le minacce, non sei nella posizione giusta per farne.- rispose quello saltando e spalancando le ali. Puntò il forcone verso Yamato e da quello fuoriuscì un potente raggio nero -BLACK STATUE!-.
Piemon era fra loro e a nulla servì il tentativo di Yamato di spostarlo da lì. Utilizzando tutte le arti magiche di cui disponeva, il clown tentò di impedire che il raggio lo superasse, che colpisse chi stava alle sue spalle e non solo Yamato, ma specialmente lui. Purtroppo però, a nulla servirono le sue armi. Fu colpito e il suo corpo iniziò a pietrificarsi.
Phelesmon rise di una risata malata.
-E’ sempre divertente avere a che fare con voi, signori!- disse con falsa galanteria.
-Vedrai come ti divertirai quando ti prenderemo a calci in culo come una pignatta!- sbottò Daisuke -Veemon!-
-Sono pronto, Dai!-
-Alt, alt, alt!- fece il diavolo agitando le mani -Volete davvero uccidermi? Non pensate a loro?-
-Piemon…- Yamato assisteva impotente alla pietrificazione del fidanzato, ma questi sorrideva, sorrideva sempre e nessuno capiva mai cosa gli passasse per la testa. Con fatica riuscì a scompigliare i capelli del ragazzo e gli donò un ultimo rassicurante sorriso.
-Le fedi…-
Poi rimase immobile e Yamato crollò.
Basta stare calmi, basta convincersi che tutto andrà per il meglio quando i tuoi invitati sono peggio di una mandria di bisonti inferociti, basta essere carini e coccolosi, aveva così tanto stress accumulato che se avesse potuto avrebbe sputato veleno. Ed era infuriato. Infuriato da morire. Raccolse la spada che Piemon aveva lasciato cadere a terra e si diresse verso il diavolo che era rimasto alquanto interdetto.
-Tu non dovresti stare nell’angolino della depressione?- domandò, speranzoso, il diavolo, non che ci contasse molto. Il digiprescelto dell’Amicizia era nella lista nera di molti nemici, nella sua in primis, dopotutto non poteva non aspettarsi una reazione simile.
-Non oggi…- sibilò il ragazzo. Si poteva scorgere un’aura oscura intorno a lui. E non era quella depressiva che a Digiworld l’aveva precipitato in quella caverna infernale. Era molto peggio. Nei suoi occhi si poteva leggere una vena di follia.
-E’ partito di nuovo…- fece Takeru, tenendosi a debita distanza e allontanando la nonnina che sgranava un rosario nel tentativo di esorcizzare il demone rosso. Da un certo punto di vista, le sue preghiere stavano facendo effetto.
-Questo matrimonio è partito male…- sibilò il prescelto dell’amicizia -Prima tutto quel casino per le fedi… e poi sei arrivato tu… e hai pietrificato Piemon… fallo tornare normale o questa spada sparisce dove non ci batte il sole!-
Metà dei presenti restò allibita dal suo sfogo oltre che volgare anche piuttosto sentimentale e Taichi si sarebbe unito al coro di “Oooooh” se solo si fosse trovato nella sala.





Note: Io non so fino a che punto questo capitolo sia delirante. So solo che mi è sfuggito dalle mani e che alla fine è stato Yama a mostrare il suo lato malefico. Non era prevista la pietrificazione, ma ho pronte le contromisure adeguate. Spero. Eheheh. Magari salvo il popò di Phelechan prima che diventi capro espiatorio di crimini non commessi. E lo so che Pinocchimon non è deficiente... non del tutto almeno, ma gli umani per lui sono bestie rare, che ne sa dei loro usi e costumi lui.
L'unico per cui sono davvero dispiaciuta è Mugenchan, ma dopo avergli messo delle mutande rosa suppongo di essermi comportata abbastanza bene... riuscirà il nostro impavido detective ad impallinare il colpevole e a ridurlo ad una macedonia? O ad una pignatta.... qualunque cosa meglio della spada nel regal popò.
Spero di avervi fatto sorridere ancora una volta, visto che ho avuto un calo di idee (i momenti clou mi giocano brutti scherzi). Non è colpa mia se amo anche l'angst! Q^Q
   
 
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