Caro migliore
amico
mi dispiace che sia
andata a finire così.
Non so se mi perdonerò
mai per quanto sono stata stupida e così incapace di intuire quello che sarebbe
successo. Sono riuscita a rovinare l’amicizia più pura e sincera, quella per
cui faresti di tutto, per la quale sei disposto ad accantonare ogni attività
pur di parlare anche solo cinque minuti con la persona che ti capisce subito,
senza bisogno di spiegare.
Pensavo che questo tipo
di rapporto non avrebbe mai conosciuto una fine che ci saresti stato in tutte
le occasioni più importanti della mia vita e che io ti avrei sostenuto e
appoggiato sempre. Invece, anche le migliori amicizie possono finire,
probabilmente solo per colpa mia.
Mi sono sempre
riconosciuta la responsabilità del mio atto, che corrispondeva esattamente a un
tradimento di fiducia, a una leggerezza, insomma era proprio il (mis)fatto che un’amica
non avrebbe dovuto compiere. Eppure l’ho eseguito.
Sono passati quattro
anni ormai da quel momento. Perché ne scrivo solo ora? Perché all’inizio mi
odiavo, non avrei mai potuto ragionare in modo sensato su questo, poi è
arrivata la fase in cui facevo finta di niente, in cui fingevo che non mi
importasse, in cui mi autoconvincevo che potevo farcela anche senza i tuoi
consigli. Mi sbagliavo. E lo ammetto, con tutta la sincerità di questo mondo.
So perfettamente, però,
che ormai è troppo tardi. Sono cambiata io, sei cambiato tu, come è giusto che
succeda, ma non abbiamo né assistito né partecipato l’uno al mutamento dell’altra
e per questo io non riesco più a riconoscerti come il punto di riferimento che
vedevo in te qualche anno fa. Non c’è più quella completa fiducia dovuta all’incoscienza
e all’ingenuità, non esiste quell’onestà pura e cristallina, tutto viene
filtrato dalla nostra mente, dalle nostre emozioni, dai nostri ricordi, dalle
nostre sofferenze.
La parte che mi fa più
male in tutto questo è che questo non è un periodo facile per te e io non ci
sono. Non ci sono a dirti che andrà tutto bene, che le lacrime si asciugano,
che la felicità ritorna, che la tua forza di volontà è capace di tenerti a
galla in questa situazione.
Mi sei mancato, sai,
quando il momento buio è toccato a me, quando mi sentivo come se contassi meno
di un granello di polvere disperso nell’aria, ho sentito la tua mancanza quando
mi sono dovuta rialzare da sola trovando la forza solo in me stessa. Non mi
sono mai sentita così vuota e persa in vita mia.
Ormai penso che tu
sappia che il coraggio non è una qualità che mi appartiene, quindi questa
lettera non giungerà mai a te e non so nemmeno se desidero che tu la legga, mi
faccio pena da sola quando scopro di non essere ancora riuscita a superare
questo problema. Parlo tanto, ma nei fatti? Nei fatti sono ancora lì, bloccata
a quell’ultima vera conversazione.
Questo non vuol dire
che ci trattiamo come fossimo dei perfetti estranei, ma qualcosa è
irrimediabilmente cambiato e ha rovinato tutto.
Forse è meglio che
chiuda qui, è uno dei testi più tristi e deprimenti che abbia mai scritto e
onestamente ci vuole una buona dose di sopportazione altrui per riuscire a
leggere fino a questo punto.
Quindi io ti saluto,
caro migliore amico, e ti auguro di superare tutto e di permettere alla
felicità di tornare.