Era il 14 febbraio.
L'unico, il mitico ed inimitabile San
Valentino.
Erano passate più di due settimane da quando Lumia se n'era
andata, riportando un po' di pace nella vita di certi ottusi che si ostinavano a
vivere come ciechi e le ricerche volte a smascherare i subdoli piani degli
Illumanti, purtroppo per gli Auror, aveva portato a pochissimi risultati.
A
partire dal tampinamento della McAdams.
Sfrucugliare nella sua posta e
pedinarla non era servito a nulla.
Sembrava che i suoi propositi li avesse
dimenticati, ma se con la scozzese i ragazzi avevano fatto un buco nell'acqua
(anche se Cloe e Trix si guardavano bene dal perderla di vista un attimo!) non
si poteva dire lo stesso con la ricerca dei rombi bianchi sparsi per tutta
Hogwarts.
A due settimane dalle ricerche, gli Auror ne avevano trovati una
ventina.
E negli angoli più impensati, pronti ad attivarsi e a colpire a
morte chiunque si fosse trovato sulla loro strada.
Inoltre, non bastando i
guai che già avevano con Grimaldentis, all'inizio di febbraio sulla campagna
londinese si erano succedute due gravi catastrofi. Tre aerei di linea nel bel
mezzo dei loro voli erano precipitati come siluri a soli cinque minuti l'uno
dall'altro e a una distanza, come era poi stato appurato dalle loro carcasse, di
appena trentadue metri l'una dall'altra. I morti avevano superato i
cinquecento.
Dalle scatole nere non si era venuti a nulla e dalle torri di
controllo meno che mai.
Questo aveva spinto Harry Potter e gli altri a
credere a due soli tipi di attacco.
Illuminati o Mangiamorte.
E questo
faceva temere al bambino sopravvissuto che Tom Riddle e Augustus Grimaldentis si
fossero messi in testa di giocare al tiro al bersaglio come riscaldamento. E se
era così, allora chiunque poteva essere in pericolo.
Di problemi, fino a S.
Valentino se ne erano presentati anche altri, ma in forma più
leggera.
L'Ordine della Fenice una settimana prima si era ritrovato assediato
da fantocci e il caos generato a Grimmauld Place per poco non aveva richiamato i
poliziotti. Fortunatamente c'erano stati pochi feriti: Lux e Oswyn Pettis, un
collega della squadra di Kingsley, si erano passati la notte al San Mungo,
feriti e ustionati, mentre Remus e Sirius per poco non si erano rotti il collo,
spinti giù dalla terrazza della palazzina dei Black dai finti
Mangiamorte.
Naturalmente i fantocci avevano anche richiamato il Marchio
Nero, tanto che prima che arrivasse la polizia, Tonks era sicura di aver visto
in mezzo alla strada invasa di cadaveri fumanti la figura sinuosa di Vanessa
Lestrange, venuta a vedere coi suoi occhi cosa stava accadendo, seguita da
quella più inquietante di Fenrir Greyback.
Ma poi i due galoppini di
Voldemort erano spariti e gli Auror avevano dovuto rimettere tutto in
ordine.
Dai cadaveri accumulati dei fantocci di Grimaldentis erano venuti
fuori altri trenta rombi bianchi.
Ora tutti quelli trovati erano chiusi in
uno scrigno a Hogwarts, nell'ufficio di Silente, ma gl'imprevisti non erano
finiti lì.
Girava una strana epidemia di qualcosa che non era propriamente
influenza e questo fastidioso malessere sembrava essersi propagato a diversi
esponenti del mondo magico, fra cui Orloff in persona, Duncan che vi era stato a
contatto ma che sembrava prossimo ad uscirne e anche al marito babbano di
Andromeda Black, il signor Tonks. Questi erano casi leggeri ma ad alcuni la
malattia aveva sortito effetti più gravi, come Sofia Mckay, costretta a letto da
circa quindici giorni, squassata da una tosse terribile. Ma non era
l'unica.
Jane Hargrave, la mamma di Hermione, l'aveva contratta una settimana
prima e si era fatta ricoverare in un ospedale, senza sentire le storie dei
medimaghi di Lord Hargrave e sembrava stare meglio.
Ma…c'era anche
Damon.
Da quattro giorni stava a letto, senza riuscire a muovere un muscolo,
tossendo tanto da farsi male al petto, febbre a quaranta, piegato da una
spossatezza e da una difficoltà respiratoria mai provata prima.
Madama Chips
aveva espresso i suoi dubbi a Silente, riguardo a quella malattia che non
sembrava di origine magica e quindi il giovane Serpeverde era stato sottoposto a
cure più elementari, pastiglie, antibiotici e brodo di pollo.
Ma per ora i
risultati erano ancora scarsi.
Quel giorno però, S. Valentino, tutto sembrava
essersi fermato.
Degona compiva undici anni ed entrava ufficialmente nei
canoni di età di Hogwarts, ma non solo. Quella sera stessa nel campo di
quidditch il Comitato Studentesco aveva organizzato una festa, a tema
naturalmente, dove però tutti i presenti avrebbero dovuto presentarsi col volto
semicoperto.
Di chi fosse stata l'idea, non se ne aveva
un lieve sospetto ma Tom, come molti altri, avrebbe preferito passarsi il sabato
sera al Circolo dei Duellanti, sul palco, a farsi massacrare le ossa da tre nemici di fila. E
all'Inferno!
Per non parlare poi della grana che lo colpì alle sette di
mattina, quel venerdì stesso.
La sera precedente aveva passato ore e ore a
concentrarsi nei suoi esercizi di Focalizzazione per la forma Animagus ed era
andato a dormire tardi, verso le quattro di mattina.
Quindi aveva solo tre
ore all'attivo quando Sedwigh Stanford fece irruzione nella sua camera,
palesemente nei guai, vista l'espressione sul suo viso che sapeva tanto di "uomo
in trappola".
Il biondo aveva addosso la divisa della squadra di quidditch,
infatti alle undici ci sarebbe stata la partita tanto temuta e acclamata contro
Serpeverde e lui circa mezz'ora prima aveva ricevuto una notizia
allucinante.
Joey, il suo cacciatore, si era preso l'influenza che girava e
lui e Lisa Gilmore erano rimasti da soli in attacco.
E adesso era con la
merda fino al collo, per usare un eufemismo.
Altri ragazzi si erano offerti
all'ultimo minuto e come capitano doveva fare una scelta ma lui sapeva bene che
nessuno di quelli sovreccitati che gli avevano fatto domanda avrebbero potuto
dare una mano a Grifondoro.
E lui doveva vincere quella fottuta partita.
Doveva vincerla ad ogni costo e far sparire il ghigno dalla faccia di Alderton e
Clyde Hillis. A ogni costo. La sua ultima speranza stava lì, in quella
stanza.
- Tom!- urlò quasi, raggiungendo il letto e saltandovici sopra - Tom!
Dai sveglia! Tom svegliati, ho bisogno di te!-
Riddle fece una smorfia
leggera, aprendo a fatica le palpebre pesanti.
Mise a fuoco Sedwigh e poi
guardò l'orologio da polso.
Le sette e cinque.
- Ma che vuoi?- mugugnò
distrutto - Vattene via, ieri ho fatto tardi!-
- No, no, Tom non dormire!-
gli disse Stanford super agitato - Sul serio, sono nei guai! Joey s'è preso
l'influenza.-
- C'è chi ha tutte le fortune.- sibilò il moro, stremato dalle
poche ore di riposo.
- No, tu non capisci! Non c'è nessuno che può
sostituirlo!-
- Fai giocare Martin al suo posto e metti quel tizio di
sesta…come si chiama…Mendlow…quello con la cresta bionda.-
- No, non si può
fare!- negò Sedwigh frettoloso, tirandolo seduto e contemporaneamente agitando
la bacchetta perché nel bagno si aprisse il bocchettone dell'acqua fredda nella
doccia - Avanti, in piedi. Mi servi tu.-
- Io cosa?- Tom si passò le dita su
un occhio, stropicciandoselo - A che ti servo?-
- Giochi con me e
Lisa.-
Stavolta gli occhi di Riddle si spalancarono entrambi.
E fissavano
un punto imprecisato sul piumone.
- No.- disse lapidario - Neanche
morto.-
- Tom non ho altra scelta!-
- Si che ce l'hai!- berciò il Capo
Scuola, saltando giù dal letto - E' pieno di ragazzi che puoi usare come
cacciatori! C'è l'amico di Bruce, Richard. Quello di quinta!-
- E' in
infermeria. Ha un eretima e non riusce a stare in piedi, sabato scorso ha osato
troppo.- soffiò Stanford eloquente.
Tom trattenne a stento un gemito di
dolore e solidarietà - Ah…allora prendi Alynda! Quella bionda, coi capelli corti
e il neo sullo zigomo.-
- In punizione. L'hanno beccata nei bagni a notte
fonda col suo ragazzo.-
- E che cazzo, cos'è questa scuola, un bordello?-
sbottò Tom, levandosi la maglietta dalle maniche lunghe e chiudendosi in bagno.
Ma Sedwigh non era uno che demordeva facilmente e infatti si attaccò allo
stipite, facendo finta di strisciarci contro, battendo i pugni nella pallida
imitazione di una vedova inconsolabile.
Il tutto senza mai smettere di
sgolarsi e fingere di piagnucolare.
Cosa che durante la mezz'ora di doccia,
Tom capì che non avrebbe potuto reggere.
Tornato fuori con un asciugamano
sulla testa lo puntò inferocito.
- Non gioco da agosto! Lo sai?-
- Abbiamo
tempo fino alle undici. Lisa ti farà fare qualche tiro!- s'illuminò subito il
biondo, conscio che ce l'aveva quasi fatta - E poi ci sono solo due tattiche
nuove, gli schemi già li conosci.-
- No, tu non hai capito!- ringhiò il moro
fra i denti - Non so più neanche se sono capace ok?-
Sedwigh allora incrociò
le braccia.
- Ad agosto con chi hai volato?-
- Che vuol dire?-
- Con
chi ti sei allenato l'ultima volta?- gli chiarì il biondo.
- Elettra…ma
questo non vuol dire che…-
Stanford non si sprecò a sentire altro. Con un
sorriso gelido quanto un iceberg gli mollò la divisa oro e rossa sul letto, con
sacralità gli depositò un bacio in fronte e felice come un fringuello si congedò
dicendogli che lo aspettavano al campo fa tre quarti d'ora.
E che scritta
luminosa troneggiava sulla testa di Tom, lampeggiando al
neon?
FESSO.
Eh si. Era un vero
fesso.
Inoltre era S. Valentino e lui detestava le feste!
Ci sarebbe
voluta pazienza per ventiquattro ore. Un vagone di pazienza.
E guardando
verso i suoi scaffali ricolmi di pozioni, ne vide una che in fondo in fondo
faceva al caso suo.
Rise, guardando l'ampollina contenente un denso liquido
dorato, regalatagli da Draco all'inizio dell'anno.
Ma si, serviva anche una
buona dose di fortuna quel giorno.
Giù a Serpeverde intanto, Draco Malfoy
ascoltava con un orecchio solo i rimbrotti della Chips che per una volta era
stata spodestata.
I gracchi di quella strega boriosa riempivano tutta la
camera di Damon Howthorne e la cosa, a un malato, non poteva fare tanto bene. Ma
c'era un motivo per cui la guaritrice di Hogwarts borbottava incessantemente
come una teiera in quel momento. E la ragione era il dottor Caleb Gilmore, padre
di Lisa Gilmore di Grifondoro, un Magonò. E anche un pediatra. Certo, non era
propriamente adatto a un uomo quasi fatto come Damon ma ora il corpulento medico
sui quarantacinque anni, carnagione olivastra, barba incolta e occhi azzurri,
stava visitando il Legimors con sguardo non priprio allegro.
Draco era a
fianco del letto, la Chips sull'altra sponda.
Beatrix, William, Neely e Cloe
seduti in fondo alla stanza, tutti abbarbicati su una cassiera.
I quattro
sembravano abbastanza ansiosi e quasi imprecarono dietro a Tom quando si
presentò alla porta, in tenuta abbastanza sportiva per uno come lui.
- Ciao.-
apostrofò a bassa voce il cugino - Come sta?-
Draco piegò le labbra appena
appena, osservando il viso pallido e scavato del Legimors - La tosse gli toglie
le forze. Ho pensato che non valeva la pena aspettare ancora, così ho chiesto a
Tristan d'informarsi se c'era qualcuno abbastanza vicino a Hogwarts con
conoscenze mediche babbane che potesse venire a visitarlo. È venuto fuori il
dottor Gilmore.-
- Io non sono d'accordo.- sbuffò la Chips seccata - Ma
faccia come vuole signor Malfoy.-
- Questa influenza è un bel problema. Ho
sentito che se l'è presa anche uno a Grifondoro.- continuò Riddle - Ma è davvero
una banale influenza? Sembra di stare in un lazzeretto.-
In quel momento il
medico rialzò la testa, levandosi lo stetoscopio dalle orecchie.
Era bastato
posarlo sulla schiena di Howthorne per scoprire ogni cosa.
Quella tosse
poi…era facile da riconoscere.
- Principio di polmonite.- disse, dando due
carezza alla testa di Damon.
- Polmonite?- allibirono Cloe, Tom e Trix in
coro.
- Come ho fatto a prenderla?- sospirò Howthorne depresso.
- Magari
le tue difese immunitarie si sono abbassate in questo periodo e il freddo ha
fatto il resto.- replicò il dottor Gilmore, sorridendogli calorosamente - Sei
sotto pressione per qualcosa?-
- No.- Damon alzò appena le spalle - Dormo
anche meglio adesso.-
- Ah si.- disse il medico, vedendo il Sognid'Oro che
ruotava sul comodino - Bhè, in fondo la polmonite è appena accennata, l'abbiamo
presa in tempo. Stavi già prendendo gli antibiotici, giusto? Bene, allora con
una buona cura di quelli, più del cortisone, andrà tutto a meraviglia. Ti
riprenderai in una settimana, anche se poi ti sentirai comunque molto debole. A
meno che con la magia non si possa fare qualcosa.-
- Non si preoccupi.-
berciò la Chips - Gli dia il suo corticoso qualcosa, poi lo rimetterò io in
forze in un baleno.-
- Deve stare a letto, vero dottore?- interloquì
Neely.
- Si, per una settimana. E se non riesce a mangiare mettiamo su una
flebo, non c'è problema. Però deve stare in assoluto riposo signor Malfoy.-
aggiunse, rivolto a Draco - Vede, è già il secondo caso che vedo. All'ospedale
dove lavoro e dove abbiamo contatti col Ministero della Magia abbiamo già
accolto otto maghi con questi sintomi.-
- Lei ha visitato Jane Hargrave
allora.- disse il biondo Auror.
- Si, esatto.- annuì il dottor Gilmore - Non
tema. Milady ha una tempra molto forte. E' in cura da noi già da un po' e se la
caverà molto presto. Ma questo giovanotto deve essere seguito notte e giorno.
Niente sforzi e niente studio ma è il caso che ti avverta che le tue visioni si
ridurranno a un ammasso informe di flash senza senso.-
- Immagini che
perdita.- ironizzò Damon acidamente.
- Gli terremo compagnia noi.- scandì
Beatrix.
- Voi però siete a rischio di contagio.- ricordò la Chips seria - La
signorina Vaughn e il signor Mitchell no.- si corresse, verso Trix e William -
Ma lei signorina King e anche lei signorina Montgomery fareste bene a non
entrare in continuazione. Non si sa mai. Non vorremo contagiare tutta la scuola
spero! In fondo la malattia non si è presentata sempre in forma di polmonite e
poi a un malato serve pace e tranquillità.-
- Si e una televisione con la
parabola.- brontolò il Legimors.
- Ha ragione lei.- annuì anche Draco,
pensoso - E' meglio andarci cauti per il momento ragazzi.-
- Che palle.- si
lagnarono le due ragazze e anche Tom.
- Tranquilli. Con un paio di pozioni lo
rimettiamo in sesto.- sorrise appena Malfoy - Ma stasera non dovrai muoverti.
Niente festa.-
Howthorne ghignò serafico - Sai che dolore. Senza offesa
Neely.-
- La tua polmonite è stata provvidenziale.- gli sorrise la Corvonero,
complice.
Tom invece avrebbe voluto sbattere la testa al muro. Ma perché non
se la ciucciava anche lui una bella influenza?
Altro che Felix
Felicis!
Non era servita a un tubo berla fino a quel momento.
Usciti
da Serpeverde, un covo di gente armata di picchetti e fasci di slogan abbastanza
minacciosi, Cloe, Tom, Draco e Neely si ritrovarono nei corridoi.
- Belli
agguerriti.- bofonchiò Malfoy, accendendosi una sigaretta - Giocano contro di
voi sfigati?-
- Lascia perdere.- frecciò la King - Dovresti saperlo bene
tu...-
- Che siete degli sfigati?-
- No, che di solito voi serpi perdete
sempre.-
- Ahah, che ridere.- ghignò il biondo sarcastico - Ne riparliamo a
mezzogiorno.-
- Quanto ci fai andare?- lo bloccò.
- Oh no!- si lagnò
Riddle - Claire per favore! Draco anche tu, per cortesia. Se poi viene a saperlo
vorrà farlo anche Edward! E poi non se ne uscirà più.-
- Tieni.- l'Auror
senza fare una piega le lasciò la bellezza di quaranta galeoni in mano -
Troppi?-
- Hn, non sai che razza di somme ho in mano io di solito!- replicò
la King per darsi un tono.
- Allora siamo a posto.- li salutò Malfoy,
tranquillo e beato come al solito - Fatevi dei turni con Damon e se succede
qualcosa avvisatemi. Ho capito, ho capito!- sbottò poi, guardando in aria -
Arrivo, non c'è bisogno di diventare volgari! Ciao mocciosi!- e filò via,
lasciando i tre un pelino preoccupati.
- Ancora.- sussurrò la Grifondoro - A
volte se ne esce davvero con cose da paura.-
- E non è il solo.- sindacò
Riddle - Anche Harry è così da un pezzo. Ma che succede?-
- E' l'età che
avanza.- soffiò Neely - Scusate ragazzi, torno a Corvonero. Ci vediamo alla
vostra partita. Ah…- si volse, prima di sparire anche lei - Oggi pomeriggio e
per tutta la sera ci sto io con Damon. Voi divertitevi pure!-
C'era poco da
divertirsi.
Tornati verso Grifondoro, stranamente senza che fosse mai
inciampato una volta, Tom si ritrovò a dover dire alla sua ragazza che quella
mattina giocava con la squadra.
Quando Cloe lo seppe, smettendo di contare
per qualche secondo i suoi soldi, rimase a bocca aperta.
- Vuoi farti
ammazzare?- gli chiese, con tono pacato - Eh? Vuoi schiantarti dalla scopa e
finire contro le tribune?-
- Non succederà nulla di tutto questo.-
-
Quando hai giocato l'anno scorso per sostituire uno del settimo ti sei rotto il
polso.-
- Con Sed, è diverso. Quei due di Tassorosso ci avevano spinti a giù.
E poi ho mandato giù del Felix Felicis.-
- Oddio.- la biondina scosse la
testa, poggiandola sulla sua spalla - Tom…quanta ne hai bevuta?-
- Dieci
gocce. Quella di Draco dura ventiquattro ore. Infatti non sono ancora inciampato
oggi, visto?- fece con aria fintamente innocente - Andrà tutto bene.-
-
Questo si chiama truccare la partita comunque.- gli ricordò saccente.
- L'ho
presa per non ammazzarmi, non per vincere. E da quando sbandieri al vento la
sacralità delle partite senza intrallazzi sotto banco?-
- Figurati, sai che
me ne frega.- tubò lei in risposta - I soldi di Malfoy sono miei.-
- Ci avrei
giurato.-
La King sorrise, sollevandosi e buttandogli le braccia al collo -
Davvero. Cerca di non farti male come l'anno scorso.-
- Draco non sbaglia mai
con le pozioni.- le sussurrò, baciandola lievemente agli angoli della bocca - E
se tanto mi dà tanto, magari stasera riesco anche a segare quell'orrida
festa!-
- Non ci pensare nemmeno!- l'ammonì, serrandogli la nuca con aria
perfida.
- Dai Claire. Odio le feste.-
- Si ma stavolta sei con me.-
rispose con dolcezza falsa come i soldi falsi - Ti ficchi una maschera, beviamo
un po', balliamo…e poi andiamo a salutare Howthorne. Che te ne pare?-
- Una
palla.-
Claire allora lo zittì rubandogli un altro bacio, che si fece sempre
più intenso.
Dovettero staccarsi sbuffando però quando Sedwigh li pescò
davanti alla porta. Era già armato di scopa e senza tante storie mollò una
Tornado BlackWind 5 a Tom, più la sua sacca con la divisa da quidditch.
-
Muoversi!- ordinò - Non abbiamo neanche tre ore. Lisa e Guy ci aspettano al
campo!-
Riddle sospirò, già pentito ma si mise la sacca a tracolla e salutò
Cloe.
- Buona fortuna.- gli sorrise, baciandolo ancora - E se non vincete ti
pianto.- aggiunse, con amore infinito.
- Hn, grazie mille per
l'incoraggiamento.- e se ne andò colmo di spirito da martire.
In fondo era
solo una partita no? Che male poteva fargli giocarsi di nuovo una
partita?
Harry, Ron, Draco, Elettra e pure Edward alle undici erano sugli
spalti dei professori.
Da non credersi, avevano la bocca a palla a causa di
Tom che in quel momento veleggiava con una grazia a lui poco conosciuta nei
movimenti liberi sulla sua scopa. E andava anche parecchio forte.
Lui e Lisa
Gilmore avevano appena infilato un altro canestro e ora Grifondoro vinceva per
60 a 40.
Un bello spettacolo, niente da dire.
La giornata era anche
abbastanza luminosa, con poche nuvole e nonostante tirasse freddo, tutta
Grifondoro si sgolava con un tifo da stadio, rispondendo ai cori di Serpeverde
da cui come minimo qualcuno lanciava maledizioni.
- Il signor Riddle non è
male come cacciatore.- stava dicendo la Mcgranitt, seduta sotto di loro con
Silente.
- No, è vero.- sorrise il preside - Credo che gli allenamenti con
Elettra siano stati utili, dico bene cara?-
La bionda ridacchiò,
soddisfatta.
- In effetti è molto bravo. Solo che ha poca costanza.- spiegò -
E poi non guarda spesso dove dirige la scopa.-
- Ora però la dirige per
bene.- soffiò Draco, un pelino seccato - Quel rompiscatole ci si mette sempre
quando non deve.- e proprio in quel momento Sedwigh infilò il colpo da
70.
Con Grifondoro in vantaggio, si poteva quasi vedere la King sulle tribune
che si sfregava le grinfie.
A parte lo spettacolo abbastanza indecoroso, gli
Auror non erano venuti solo per vedere Tom.
Anzi. Erano venuti a
controllare Tom.
I troppi rombi liberi avevano messo in allarme
Harry, che ormai dormiva poco e male al pensiero che un fantoccio potesse
spuntare fuori a caso e uccidergli Tom senza il minimo preavviso. Per questo ora
vagava con gli occhi sul campo da quidditch, ansioso come non mai.
Comunque
doveva ammettere che il mostriciattolo quel giorno sembrava diverso dal
solito.
Due o tre bolidi avrebbero potuto prenderlo in pieno, visto che si
guardava pochissimo attorno, sfidando il suicidio ma…quei bolidi alla fine
l'avevano sempre scansato di almeno un metro.
Se non era fortuna quella…
-
Herm quando torna?- chiese Ron improvvisamente, svegliandolo da quei cupi
pensieri.
- Stasera credo, a meno che non passi da suo nonno.- disse Draco,
che seguiva avidamente il gioco - Più tardi vado all'ospedale anche io, per
controllare la situazione e parlare di nuovo col dottor Gilmore.-
- Jane si
sente meglio?- chiese Elettra.
- A quanto la mezzosangue ha scritto nel suo
ultimo messaggio direi di si.- annuì il biondo, imprecando a un canestro
parato da Grifondoro - Sta guarendo rapidamente. Gli antibiotici hanno fatto
effetto.-
- Quindi è polmonite.- mugugnò Edward - Che sfiga.-
- Lascia
perdere.- annuì Malfoy - Pare che le visioni diano a Jane un sacco di
problemi.-
- E' colpa dalla malattia. I Veggenti non vedono più bene quando
sono malati.- sospirò Dalton.
- Già. Oh, grazie al cazzo!- esultò Draco, al
punto di Alderton - Ci andava tanto?-
"Siete delle seghe."
-
Vaffanculo Potter!-
- Ma che ti prende? Non ha aperto bocca!- lo difese Ron,
mentre Harry se la rideva.
- Sta zitto lenticchia, non rompere.-
- Che
fanno i Cercatori, si può sapere?- mugugnò dal fondo della tribuna Tristan - Si
svegliano o no?-
- Già, dove stanno?- chiese anche Lumacorno.
- Là sopra.-
indicò la Mcgranitt - Sulla tribuna di Corvonero.-
La partita agguerrissima
finì dieci minuti più tardi. Grifondoro aveva preso il boccino ma il Cercatore
si era schiantato contro quello di Serpeverde per prenderlo e le vipere, si sa,
si lagnarono a oltranza per la partita truccata.
Almeno secondo
loro.
Quando persero, Draco vide Cloe sghignazzargli in faccia da
lontano.
- Maledetta tutta Grifondoro.- imprecò fra i denti - Io vado a
cercare la mezzosangue, ci si vede stanotte.-
- Brucia eh?- frecciò Potter
alle sue spalle.
- L'unica cosa che brucerà, sarai tu se non taci
Sfregiato.-
- Salutaci Jane!-
In campo invece si esultava, Tom
specialmente che non si era rotto l'osso del collo.
E quella sera avrebbe
potuto festeggiare almeno per la vittoria, anziché per quella tortura di
festa.
Durante la partita però era accaduta una cosa strana.
I gufi della
posta avevano svolazzato sul campo, cosa strana ma non inconsueta e lui aveva
avuto la netta sensazione che qualcosa gli fosse sfrecciato lungo la spalla,
cadendo poi fra l'erba alta.
Avrebbe potuto essere un ricordino di quei
malefici pennuti e ringraziò la Felix che non gli fosse piovuta addosso.
Una
vera fortuna!
Più tardi, verso le cinque di pomeriggio, Cloe fece
irruzione a Serpeverde fregandosene dei fischi che si prese dietro da Alderton e
i suoi amici, incazzati per la vittoria dei loro mortali nemici.
Aveva un
problema e doveva parlarne con qualcuno che capisse "quelle cose" di basilare
importanza. Aprì la porta della camera di Damon e ancora sulla soglia esplose -
Perché Tom non vuole fare sesso come me???-
Neely stava seduta sul letto di
Howthorne, Trix su una poltrona con una cuffia nelle orecchie mentre Asher
svaccato di fronte al caminetto e non sollevò neanche lo sguardo dal
giornale.
Il Legimors poi leggeva una rivista di musica.
- Tu guarda…-
bofonchiò - Gli ACDC sono in tour. Fanno tappa a Londra. Trix ci
andiamo?-
- Non è possibile!- continuò la King senza sentire ragioni - Siamo
insieme da un mese e mezzo e lui non ha provato neanche a toccarmi più del
solito! Dio! Ho voglia di ucciderlo!-
- Ahhh…- borbottò la Diurna, intanto -
Questa canzone fa schifo. Ma dove l'hai preso questo cd Damon? Sembra un coro di
voci bianche da chiesa! Ma chi sono questi perdenti?-
-…non sarà che sono io
che non gli faccio venire voglia?- se ne uscì Claira sconvolta - Oh no! E adesso
che faccio? In tre ore di festa a Grifondoro non ha cercato d'imboscarsi una
sola volta! Ma è normale?-
- No, davvero. Fanno davvero pena.- sindacò la
Diurna, rigirandosi il cd pirata fra le mani - E' un misto di Slayers e Pistols,
un'accozzaglia orribile. Fa venire voglia di darsi all'alcool. Asher dove hai
messo gli Him?-
E il mannaro non sentì una virgola.
- Lo sapevate che il
Capo degli Interni sulla Cooperazione Magica coi Babbani ha un'amante?- se ne
uscì, sfogliando il giornale - Come fa certa gente a farsela vorrei sapere.
Questo tizio nella foto si pulisce i denti col dito.-
- Ohoh…ma io non
mollo!- continuò la King esaltatissima, facendo la spola dal letto alla parete -
Stasera lo inchiodo e ne parliamo seriamente. Oppure gli viene un attacco e mi
sviene…ma se fossi davvero io? Cioè…ha diciottanni quest'anno, un minimo
d'istinto dovrebbe averlo…-
Neely seguiva quei discorsi un pelino
preoccupata.
Forse a quella gente serviva una po' di terapia di gruppo.
Ognuno parlava per i fatti suoi e non uno che rispondesse all'altro.
- Odio
S. Valentino.- berciò la Diurna fra i denti, attaccandosi alla meranda con la
cannuccia - E' pieno di dementi tutti felici e contenti. E poi tutto quel
cioccolato…quell'odore ti si attacca alle narici e non se ne va più.-
- Fanno
tappa anche a Dublino.- ridacchiò Damon improvvisamente - Che stato! Kyle è
diventato uno skinhead.-
- Con Tom non serve sbattere le ciglia né i vestiti
sexy né altro…che cazzo ma è umano? Possibile che non può essere un deficiente
allupato come tutti gli uomini normali? No! Tutte a me capitano, porca di quella
miseria!-
- Ah, merda. Il biglietto costa un pacco di soldi.- si lagnò
Howthorne, imbronciato - Ed è fra tre settimane. Mi sa che non mi daranno il
permesso di andarci se non mi riprendo. Fottuta polmonite.-
- …e a che cazzo
serve la maschera stasera?- perseverò la Vaughn - Che stress! Così rischi di
farti il primo che passa se esageri col bere! Asher vieni o no?-
- L'amante
del Ministro faceva la spogliarellista…ma dai!- tubò il principe.
- Ho
deciso!- concluse Cloe, piantandosi davanti al letto - Stasera gliene parlo! E
poche balle! Dovrà dirmi se c'è qualcosa che non va, non ho intenzione di
continuare a passare per un'assatanata! Ho dei bisogni io! Ecco, farò così!- e
senza più dire altro prese la porta e se ne andò.
Solo allora Damon, Asher e
Trix sollevarono il viso dai loro affari.
- E' entrato qualcuno?- chiese
Howthorne.
- Non so. Ho sentito un ronzio vago.- replicò la Diurna - Asher
chi c'era?-
Il mannaro alzò le spalle, sempre nascosto dal giornale.
- E'
successo qualcosa?- chiese allora il Legimors alla sua ragazza.
E Neely
scosse il capo, con un sospiro.
- Assolutamente nulla.-
- Mah….allora
Trix, ci andiamo al concerto o no?-
- Che concerto?- bofonchiò quella,
rovistando nei cd a terra - Dove stanno gli Him?-
- Che blateri?-
- Ma mi
ascolti quando parlo?- sbuffò la Diurna - Dio, mi sembra di parlare col muro!
Asher! Me lo lanci quel cd o no?-
- Cos'è un cd?- fu la spettacolare risposta
del mannaro.
E Neely, sorridendo, abbassò il viso e tornò a
leggere.
Ore dieci di sera.
E il tracollo psicologico di Tom Riddle
era arrivato al punto tale che prima di uscire si era fatto un bicchierino di
whisky incendiario con Draco, partito un'ora prima per andare a trovare Jane
all'ospedale.
A un bicchierino era seguito un bicchierone, accompagnato da
una sigaretta.
E poi l'apoteosi.
Aveva alzato i boxer rossi che
quell'idiota di Damon gli aveva detto di mettere, come porta fortuna. Così oltre
a farsi l'ennesimo bicchiere, aveva anche bruciato quelle mutande nel camino con
aria da spiritato.
S. Valentino era ufficialmente la festa più idiota del
pianeta. Anzi, della galassia.
Finì di vestirsi con un diavolo per capello,
mentre ogni tanto buttava un'occhiata fuori dalla finestra. Fin da lì, dalla
torre di Grifondoro, si vedeva che il campo da quidditch era stato
magistralmente illuminato per l'occasione.
Sbuffando, infilò una maglia nera,
pantaloni di pelle, stivali al ginocchio, quanti alle mani e cappotto nero
lungo, con un largo cappuccio. Bene. Tutto in lui rispecchiava il suo
umore.
E vaffanculo!
- Sei pronto?-
Si volse, vedendo Cloe alla
porta.
Lo guardava ammirata, anche se trovava discutibile la scelta di tutto
quel nero.
Lei anche era bellissima, un giaccone cremisi lungo fino ai piedi
di velluto, mini, tacchi alti e sciarpone color rubino.
- Tieni.- e gli
lanciò una mascherina a mezzafaccia di tessuto argenteo - Degona l'ha finita
un'ora fa. Cuce molto bene. Farebbe la felicità di ogni governante.-
- Merito
delle snervante ossessioni di Elisabeth temo.- sospirò, fissandosi la maschera
in faccia.
- Di ottimo umore eh?-
- Non si vede?- ghignò appena.
-
Andiamo.- sorrise, tirandoselo dietro - E non fare storie!-
Arrivare al campo
da quiddtch fu più complicato del previsto. Per strada era pieno di coppie e
gruppetti che impedivano il passaggio, per non parlare poi delle distinzioni di
casa.
I branchi si muovevano a chiazze di colore, oppure si isolavano del
tutto.
Fuori dai padiglioni del campo, l'ingresso era controllato da Gazza e
da alcuni Auror.
Dentro, più di duecento fra divani e poltrone, più
naturalmente i tavoli col rinfresco.
Tutto questo miscelato con cinquecento
studenti dal volto coperto.
- Oh, eccovi.- disse Trix non appena li vide,
tutta svolazzante in un abitino rosa, di seta cotta, osservando stranita la
tenuta di Tom - Ma che t'è successo?-
- Niente.- ringhiò fra i denti - Dove
sta il buffet? Finirà per venirmi il diabete se non bevo qualcosa di
forte.-
- Mi sa che ne ho bisogno anche io.- mugugnò Asher, disgustato quanto
lui.
- Ottimo. Noi andiamo a cercare il carburante.- disse il grifone.
-
Se scappi sai che fine faresti.- lo minacciò Cloe - Ti ritroverei
dovunque.-
- Lo so, lo so…-
- Abbiamo trovato un modo per farli andare
d'accordo.- ghignò la Diurna - L'alcool.-
- Hn, mi sa che s'è già bevuto
qualcosa per avere il coraggio di venire qui.- replicò la King, saccente - E i
guai non arrivano mai soli. Arrivano Fern, il suo codazzo e la
McAdams.-
Infatti, un gruppetto di sette cretine di Serpeverde si piantò di
fronte alle due.
- Salve ragazze.- le apostrofò la Chilton, accanto alla
Gordon - Con quelle maschere quasi non vi riconoscevo.-
- Potrei dire lo
stesso di te.- replicò Cloe a tono, senza perdere un sorriso gelido e
scintillante - Ti sta così bene che ti consiglio di non togliertela più.-
-
Prima di parlare tu non pensi mai duchessa?- s'intromise Asteria, agghindata con
uno striminzito giacchettino di velluto, come se non ci fosse stata ancora delle
neve rappresa qua e là.
- E tu?- le disse allora la bionda - Tu quando parli
dovresti stare attenta che in giro non ci siano orecchie indiscrete.-
La
Vaughn avrebbe volentieri morso la sua compagna, se lo spettacolo di vedere la
scozzese sbiancare non fosse stato un vero orgasmo.
- Che vuoi insinuare?- le
sibilò bellicosa.
Ma quell'animosità non scosse la King neanche per
sbaglio.
- Chi ha orecchi per intendere lo faccia.- insinuò la
Grifodoro.
- Abbiamo qualcosa in ballo?- ironizzò la Gordon interessata -
Un'altra scommessa?-
- Perché? Se non sbaglio Asteria non se l'è ancora
portato a letto Tom.- aggiunse Cordelia Chilton, sarcastica, facendo vibrare di
rabbia la McAdams - Sei stata brava King. Un serpente non avrebbe saputo fare di
meglio.-
- Io con quella scommessa non centro nulla.- sindacò la
biondina.
- E comunque non avresti vinto neanche tu.- disse Asteria di colpo,
con un ghigno cattivo - In fondo nemmeno tu sei ancora andata a letto con
lui.-
Quella frase ebbe il potere di far perdere a Claire la sua leggera
patina d'indifferenza.
- Ah si? E da che lo capisci?- ironizzò, sentendo il
cuore battere troppo forte.
- Hn.- fece l'altra altezzosa - Certe cose si
notano. Forse non sei il suo tipo.-
- Se non altro non mi ha insultata perché
l'ho baciato.-
Stavolta la McAdams perse il lume della ragione. Aveva già la
mano sotto la giacca, stretta attorno alla bacchetta che Tristan passò lì
accanto, per entrare dentro al campo da quidditch e la neo-rissa morì sul
nascere.
- Occhio a quello che fai.- disse finalmente Beatrix, con assoluta
flemma, verso la scozzese.
- Non ti ci mettere anche tu, fammi questo
favore!- ringhiò Asteria, livida di rabbia - Comunque noi King faremo i conti
uno di questi giorni!- e senza aggiungere altro dette loro le spalle come una
principessa oltraggiata ed entrò di volata nel campo da quidditch, passando
i padiglioni e seguita da tutte le altre. Restò per ultima Fern Gordon. Che rise
in modo strano a Cloe e Trix e dopo un sarcastico inchino, prese il volo come la
sua velenosa compagnia.
Sole, la Diurna si prese la briga di alzare gli occhi
al cielo scuro, sciogliendo i capelli dalla lunga coda alta in cui li aveva
rinchiusi.
- Megafessa…vacci più piano con quella.-
- Come diavolo ha
fatto a capire che io e Tom non l'abbiamo ancora fatto?-
Eccola lì. Di
arrivare alle mani con la scozzese non gliene fregava niente.
Il problema
stava nel suo orgoglio femminile. Non sia mai che una King non riesce a portarsi
a letto il fidanzato.
- Devo ficcargli qualche sostanza stupefacente in corpo
e scatenare i bassi istinti a Tom!- ponderò Claire alla fine - Si, è l'idea più
adatta! Lo faccio ubriacare e poi me lo…oh, eccoti!- tubò poi, diabolicamente
angelica verso Riddle, appena tornato con una bottiglia in mano - Cos'hai
preso?-
- Bonarda.- mugugnò, mentre il mannaro passava alle ragazze i calici
- A che brindiamo?-
- Alla pace nel mondo.- frecciò Beatrix.
- Alla sicura
morte per mano mia di Asteria McAdams.- fece la King.
Asher roteò gli occhi,
versando il vino a tutti - Pensate a tenere gli occhi aperti.-
- Perché?- gli
chiese Tom, il calice già alle labbra.
- C'è un'aria strana stasera.- disse
il lupo, fissando nulla di preciso - E la luna è arancione, richiama
sangue.-
- Se non altro non è piena. Ma ha ragione lui.- annuì la Vaughn,
guardandosi attorno seria - C'è qualcosa che non mi quadra. Un odore che non mi
piace…sembra di trepidazione.-
- Saranno gli ormoni.- sibilò Riddle sagace -
O Martin che s'è appena portato Rebecca Tremaine dietro al padiglione nord. E'
sempre il solito porco quello.-
- Io vado a farmi due passi.- disse Asher
all'improvviso - Vado a destra.-
- Io a sinistra.- replicò la Vaughn -
Megafessa tienilo d'occhio.-
E in un lampo erano spariti tutti e due.
-
Che cacchio è successo?- bofonchiò Riddle, annoiato.
- Quella succhiasangue
ha preso molto sul serio la sua missione di guardia del corpo.- belò la
biondina, prendendolo sotto braccio - Dai, sorridi un po'. In fondo la serata
potrebbe finire bene no? La Felix per ora ha funzionato.-
- Già, sta anche
evitando che mi sbronzi.- disse infastidito - E' il settimo fottuto bicchiere e
la testa non mi gira neanche. Merda.-
Poi, senza che nessuno avesse potuto
prevederlo, neanche Damon che era a letto a dormire, accadde
l'inevitabile.
Verso le undici a mezza Cloe vide uscire dalla folla un tizio
vestito interamente di nero, con una mschera a forma di teschio sul viso. E
imprecò.
- Tu guarda quel bastardo di Alderton! Vestirsi da Mangiamorte, che
schifo!-
Anche Tom si girò, vedendo il Mangiamorte camminare dritto verso di
loro ma…riaccadde, come alcuni mesi prima.
Lui lo percepì ancora prima che il
fantoccio sollevasse la bacchetta.
Il cuore gli si fermò, ma agì più in
fretta che poteva.
- TOM RIDDLE!- urlò il Mangiamorte con la
sua voce stridula.
Fu un lampo.
Tom estrasse la bacchetta e spinse via
Cloe con tutta la forza che aveva.
Vedendola cadere, in quell'istante,
sollevò la punta della sua unica speranza verso il cielo - TUTTI A TERRA!
PERICULUM!-
Da lontano, dalla cima della Torre Oscura, Harry
Potter sollevò lo sguardo sulla vampata rossa e distruttrice di un Misterium
Ignis scagliato dal fantoccio, sollevarsi pesante e densa sopra il campo da
quidditch.
In quella nube di morte e fuoco, avvertì il cuore andare in
briciole.
E poi…una fiammata strana. Rossa e dorata, danzante in mille
scintille di luce.
E il verso di una fenice.
Si, una fenice aveva
appena cantato.
Ma quando raggiunse il campo, vide un enorme cratere
nero e fumante.
E di Tom Riddle non v'era più traccia.
Se non cenere e una
mascherina argentea, bruciata, arsa.
E null'altro.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor