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Autore: darkroxas92    14/10/2012    5 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel

Ed eccomi con l'ottavo capitolo!
Allora… eravamo rimasti con Hermione che si faceva cancellare volontariamente tutto ciò che aveva scoperto… e Harry e Ron sono stati sostituiti dal duo di maghe di Fairy Tail XD. Povero mostro, mi fa quasi pena XD.
E ora, è giunto il momento della prima partita di Quidditch! Dove ci sarà un altro piccolo cambiamento… che credo vi farà morire dalle risate XD.
E dal prossimo capitolo… potrete dire addio alla trama base, dato che sarà un Natale… molto speciale, tanto che richiederà ben tre capitoli per concludersi. E due nostre conoscenze… potrebbero cacciarsi in guai ben più grossi di quelli a cui sono abituati XD.
Ma ora basta con gli spoiler, è il momento di passare alla recensioni, senza dimenticare di ringraziare Fly89 per aver fatto da Beta-Reader!

@ fria: Eh, i guai sono attratti come una calamita XD. Per Hermione… diciamo che mi serve ancora “smemorata” XD.
@ Iora Sol: No no, Angelina c’è XD. La “punizione” di Hermione alla fine è nulla. Makarov è un mattacchione che scherza spesso… anche perché con Erza e Harry, rischia sul serio XD. Mentre Piton… beh, per il momento direi di lasciarlo ai suoi sospetti e a un incontro ravvicinato del terzo tipo XD. Per quei errori di ortografia… mi spiace, ma ci saranno sempre, non me ne accorgo mai XD.
@ ganduil: Tra poche righe finalmente vedrai la partita ù.ù. E il troll… sì, decisamente preferiva l’originale botta in testa, e non una mazza spiaccicata con tutta la forza possibile sul naso XD. E Makarov… è un maestro Muten molto più contenuto XD (cit. Fly89). E hai ragione a temere il seguito… considerando che è arrivato il momento di far unire le forze del duo a quello della gilda XD. Ma dovrai aspettare i prossimi tre capitoli per sapere cosa mi sono inventato XD. E Happy… diciamo che anche lui avrà un incontro ravvicinato del terzo tipo XD
@ Fly89: Ah, Halloween… zucche, pipistrelli, troll, fate (di cui una con la forza di Hulk XD)… direi una festa tranquilla, no? XD. E il Quidditch… beh, è arrivato il momento della prima partita per Fairy Tail XD. E qui Baston probabilmente ha avuto un mezzo infarto a vedere la forza dei due nuovi giocatori XD. Raptor… ammetto che non avevo pensato a fare la scena del film, che in effetti è decisamente migliore… Va beh, mi rifarò con i prossimi tre capitoli (come tu sai già e motivo per cui sei ancora sotto shock XD). E per il troll… ehm, c’è un ospedale per i mostri? Scontrarsi con Erza è un’esperienza che nessun mostro vuole avere XD. Piton invece avrà i suoi motivi per cercare la verità… come si vedrà già in questo capitolo XD. E infine, il buon vecchio Makarov stava realmente scherzando… anche se non si fa scrupoli nemmeno verso le bambine come Hermione XD.

Bene, e ora... Buona lettura a tutti!

Capitolo 08: La prima partita di Quidditch!
Da quel giorno, i rapporti con Hermione migliorarono.
Ron si scusò con lei per averla offesa, e la ragazza cominciò ad essere meno rigida.
Harry aveva fatto sì che anche lei fosse convinta che la versione riferita alla professoressa McGranitt fosse vera, così da non destare nessun sospetto.
Con l’inizio di novembre arrivò anche il freddo, che costrinse tutti a vestirsi con abiti più pesanti, tranne Gray, che era l’unico a trovarsi a suo agio.
Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina, e dalle finestre delle scale era possibile vedere Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo di Quidditch.
La stagione del Quidditch era iniziata.
Quel sabato, Harry e Erza avrebbero giocato la loro prima partita dopo settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avessero vinto, il Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel campionato delle Case.
Quasi nessuno aveva visto i due maghi giocare, perché Baston aveva deciso che, essendo le armi segrete della squadra, non si doveva sapere della loro presenza in campo. Tuttavia, non si seppe mai come accadde, la notizia che avrebbero giocato come Cercatore e Cacciatrice era trapelata e si era diffusa ad una velocità incredibile, e ora i due si ritrovavano sempre a dover sentire commenti del tipo che sarebbero stati dei campioni o che avrebbero dovuto correre sotto di loro per prenderli al volo con delle barelle. Inutile dire che questi ultimi erano stati messi in giro da un invidioso Malfoy.
Harry e Erza avevano deciso di leggere Il Quidditch attraverso i secoli senza usare gli occhiali, dato che altrimenti qualcuno avrebbe sicuramente notato che l’avevano finito in pochissimo tempo. Fu così che scoprirono che esistevano settecento modi diversi di commettere un fallo, e che durante una partita di campionato mondiale, nel 1473, si erano verificati tutti quanti.
Alla vigilia della loro prima partita, il gruppo si era riunito durante la ricreazione fuori nel cortile gelido, dove si scaldavano grazie a un fuoco che Natsu aveva acceso -facendo attenzione a non far vedere che non aveva usato la bacchetta.
Si stavano scaldando la schiena quando Piton attraversò il cortile.
“Sangue.” Mormorò Natsu, annusando l’aria, mentre Harry e gli altri notavano che il professore stava zoppicando.
Il Dragon Slayer si affrettò a spegnere il fuoco, fingendo di agitare la bacchetta, ma questo non impedì al professore di insospettirsi e avvicinarsi di conseguenza. Non aveva notato il fuoco di prima, ma sembrava comunque in cerca di qualche pretesto per rimproverarli.
“Che cosa nascondi là dietro, Potter?” chiese.
Il mago tirò fuori la copia di Il Quidditch attraverso i secoli, mostrandogliela.
“È proibito portare fuori dagli edifici scolastici i libri della biblioteca.” Disse Piton. “Dammelo. Cinque punti in meno per Grifondoro.”
“Non mi pare ci sia un divieto.” Replicò Harry gelido, guardandolo dritto negli occhi.
Per qualche secondo nessuno dei due disse nulla, limitandosi a fissarsi negli occhi.
Per un istante a Harry parve di vedere gli occhi del professore tremare, ma pensò fosse una sua impressione.
“Altri cinque punti in meno. E se ti rifiuti di obbedire, mi vedrò costretto a punirti, e sarebbe un peccato che tu non possa giocare alla tua prima partita, vero Potter?”
“Ma come-” cominciò Natsu, venendo interrotto da Erza, che gli intimò di stare zitto.
Harry guardò ancora il professore, per poi consegnargli il libro. Piton lo prese con aria di sufficienza e si allontanò.
“Questa regola se l’è inventata!” sbottò Ron, mentre il moro continuava a guardare l’insegnante di Pozioni.
“Natsu.” Disse infine. “Credo di avere una piccola richiesta da farti. Devi contattare una persona.”
“Uh? E chi sarebbe?”
Harry sorrise.
“Si tratta di lui.” Rispose semplicemente, mentre Ron e Hermione lo guardavano curiosi.

“Speravo che la mia prima uscita fosse migliore, aye…” commentò Happy, atterrando sopra una trave per non farsi vedere da due studenti che stavano passando in quel momento in corridoio.
“Vai e scopri cos’è successo a Piton senza farti vedere… Ma io non conosco neppure questo castello, aye!” si lamentò, per poi riprendere a volare facendo attenzione a non mettersi in mostra.
A Happy ci volle qualche ora prima di riuscire a individuare Piton.
L’aveva riconosciuto grazie alla descrizione che Natsu e gli altri gli avevano fatto, oltre che per il fatto che stava zoppicando.
Seguendolo da lontano, lo vide avvicinarsi a una stanza, dove entrò, lasciando la porta aperta.
Happy rimase in volo fuori dalla porta, per poi sbirciare all’interno. Piton gli stava dando le spalle, e poco lontano c’era un armadio dove si sarebbe potuto nascondere, rifugiandosi sulla cima. Senza fare rumore, entrò velocemente, andando subito ad appoggiarsi sul mobile e facendo scomparire le ali, rimanendo appiattito.
Pochi minuti dopo entrò Gazza, portando con sé delle bende.
“Eccomi professore.” Disse, mentre Piton si sedeva, per poi sollevare il mantello e scoprendo la gamba.
Happy faticò a trattenere la sua sorpresa quando la vide tutta maciullata e sanguinante.
Gazza cominciò subito a medicarlo, ripulendo il sangue e fasciando le ferite con delle bende.
“Dannato coso.” Imprecò Piton. “Come si fa a tenere a bada tutte e tre le teste contemporaneamente?”
“Tre teste… il cane!” esclamò Happy, per poi tapparsi subito la bocca.
“Chi va la?!” urlò il professore, alzandosi in piedi e coprendosi la ferita, mentre anche Gazza si guardava intorno.
“La voce sembrava provenire da qui dentro.” Fece il custode, mentre Mrs. Purr entrava dalla porta. “Aiutami a stanarlo, piccina.”
Happy cominciò a sudare freddo. Infatti, la gatta lo individuò subito, spostando lo sguardo verso l’armadio.
“Odiosa proprio come mi hanno detto…” mormorò con la voce più bassa che gli riuscì, guardando la porta che la gatta aveva lasciato aperta.
“Non ho altra scelta…”
Prima che Gazza e Piton potessero avvicinarsi, Happy si fece spuntare le ali, per poi volare più velocemente possibile fuori dalla stanza.
“E quello che cos’era?” chiese Gazza.
“Prendilo!” ordinò Piton, sbraitando. “Non deve lasciarselo sfuggire, Gazza!”
“Agli ordini professore.” Replicò lui, correndo subito fuori seguito dalla sua fedele compagna.
Happy non si girò, volando veloce per riuscire a raggiungere l’esterno del castello prima che la sua magia si esaurisse, il che l’avrebbe lasciato nelle mani del custode, mandando così a monte la copertura di Natsu e gli altri.
Un miagolio lo costrinse a voltarsi, vedendo Mrs. Purr che gli correva dietro, anticipando il padrone.
“Ma perché proprio a me, aye?!” esclamò Happy, cercando di andare ancora più veloce.
Per sua fortuna, trovò una finestra aperta, dalla quale uscì subito, salendo immediatamente sul tetto del castello, fermandosi in cima a una torre priva di finestre per riprendere fiato, mentre le ali scomparivano.
“Sarà meglio che il pesce che Harry mi ha promesso sia molto buono… aye…” ansimò.
Stette fermo ancora qualche secondo, per poi alzarsi in piedi e voltarsi verso la torre di Grifondoro.
“Questo posto è molto più grande della Gilda. Dovrò fare più attenzione in futuro se voglio uscire. Anche se dubito che ripeterò una simile esperienza tanto presto. Spero di tornare a casa il prima possibile…”
Detto ciò, si fece spuntare di nuovo le ali, dirigendosi verso il dormitorio di Grifondoro, dove Harry, Natsu e gli altri lo stavano aspettando.
Entrò dalla finestra, atterrando di fronte al suo partner.
“Eccomi di ritorno, aye!” esclamò, facendo un saluto militare, per poi lasciarsi cadere a terra.
“Com’è andata?” chiese Natsu.
“Piton e Gazza mi hanno scoperto. Tranquilli, non mi hanno visto bene. Sono stato sufficientemente veloce a scappare.” Rispose, guardando i volti preoccupati degli amici.
“Hai scoperto qualcosa?”
“Sì. Piton è stata ferito da quel cane. Ho visto chiaramente la sua gamba in uno stato pietoso e ricoperta di sangue.”
“Allora dev’essere stato lui a liberare quel troll la notte di Halloween per cercare di prendere la cosa nascosta nella botola!” esclamò Lucy.
“No, non credo.” Rispose Harry. “Happy ha detto di essere stato scoperto da Piton e Gazza. Quindi Gazza è a conoscenza del tentativo di Piton. Ciò significa che, a meno che non siano complici, non si sarebbe fatto aiutare.”
“E allora che cosa ci faceva dal cane a tre teste?” chiese Erza.
“Forse… era corso a controllare.” Disse infine il moro. “Ma cosa può esserci di così prezioso da rischiare di perdere una gamba per assicurarsi che sia al sicuro nonostante ci sia un mostro di guardia?”

Il giorno dopo si presentò luminoso e freddo.
La Sala Grande era piena del profumo delizioso delle salsicce fritte e dell’allegro chiacchiericcio dei ragazzi che non vedevano l’ora di assistere a una bella partita.
Harry e Erza stavano facendo colazione come se niente fosse, cosa che incuriosì i loro compagni.
“Non avete nemmeno un po’ di paura?” chiese Ron.
“E perché dovremmo averne? È solo un gioco.” Rispose la rossa.
“Nemmeno tu Harry? I Cercatori sono sempre quelli che vengono acchiappati dall’altra squadra.”
“Che ci provino pure. Non sarà tanto facile.” Replicò lui con un tono che fece tremare i presenti.
Per le undici, tutta la scolaresca era sugli spalti, intorno al campo di Quidditch.
Molti erano armati di binocoli. Anche se i sedili potevano sollevarsi in aria, a volte era comunque difficile seguire quel che succedeva in campo.
Natsu, Gray e Lucy si unirono a Ron, Hermione, Neville, Seamus e Dean, andando sulla gradinata più alta. Per fare una sorpresa ai due compagni, avevano dipinto un grosso striscione, ricavato da uno dei lenzuoli che il topo Crosta aveva rosicchiato.
Sopra ci avevano scritto Potter e Scarlett, siete tutti noi, e sotto Dean, che era molto bravo a disegnare, aveva schizzato un grosso leone, simbolo di Grifondoro, affiancato dal simbolo di Fairy Tail dopo varie insistenze di Natsu. Infine, Hermione aveva fatto un piccolo ma ingegnoso incantesimo per cui i colori apparivano cangianti.
Nel frattempo, negli spogliatoi, Harry, Erza e il resto della squadra si stavano cambiando, indossando la loro divisa scarlatta - i Serpeverde avrebbero giocato in verde.
Baston si schiarì la voce per intimare il silenzio ai compagni.
“Allora ragazzi…” cominciò.
“E ragazze.” Completò Angelina Johnson, un’altra Cacciatrice.
“E ragazze.” Convenne il capitano. “Ci siamo.”
“Il gran giorno è arrivato.” Disse Fred.
“Il gran giorno che tutti aspettavamo è arrivato.” Gli fece eco George.
“Il discorso di Baston lo sappiamo a memoria.” Spiegò Fred ai due nuovi giocatori. “Eravamo nella squadra anche l’anno scorso.”
“Chiudete il becco, voi due!” esclamò Baston. “Quella di oggi è la squadra migliore che Grifondoro ha avuto da anni. Vinceremo. Lo so!”
Li guardò come a dire ‘Altrimenti dovrete fare i conti con me’.
“Bene. È ora di entrare in campo. In bocca al lupo a tutti!” esclamò.
Harry e Erza seguirono Fred e George fuori dagli spogliatoi, fremendo per la voglia di cominciare, ed entrarono in campo salutati da grandi ovazioni. Ad arbitrare la partita sarebbe stata Madama Bumb che, ritta in mezzo al campo, aspettava le due squadre brandendo in mano la propria scopa.
“Mi raccomando a tutti, voglio una partita senza scorrettezze.” Disse una volta che le due squadre furono riunite intorno a lei.
Harry notò che sembrava rivolgersi in modo speciale al capitano dei Serpeverde, Marcus Flitt, un alunno del quinto anno.
Harry e Erza sorrisero vedendo lo striscione, con l’evidente riferimento alla loro Gilda.
“In sella alle scope, prego.” Ordinò Madama Bumb, mentre si preparava a lanciare la sfera rossa.
Tutti salirono sui loro manici, per poi levarsi in volo non appena sentirono il fischio d’inizio, alzandosi sempre più in alto.
“…e la Pluffa è stata intercettata immediatamente da Angelina Johnson del Grifondoro, che la passa subito a Erza Scarlett… che brave Cacciatrici sono queste ragazze, e anche piuttosto carine…”
“Jordan!”
“Chiedo scusa professoressa.”
A commentare la partita era Lee Jordan, l’amico dei due gemelli Weasley, sorvegliato a vista dalla professoressa McGranitt.
“…La ragazza si muove davvero veloce lassù. Effettua un passaggio puntuale a Katie Bell e… no, la Pluffa è stata intercettata dal capitano dei Serpeverde, Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola come un’aquila… sta per… no, bloccato da un’ottima azione del portiere del Grifondoro Baston, e il Grifondoro è di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del Grifondoro Scarlett… bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su… e c’è mancato poco che un Bolide la colpisse in testa! Comunque davanti a lei il campo è sgombro, si allontana e letteralmente vola via… è davanti alla porta – Vai Erza – il portiere Bletchley si tuffa… manca il bersaglio… IL GRIFONDORO HA SEGNATO!” urlò Lee.
L’aria gelida fu saturata dall’applauso dei Grifondoro e dalle urla e fischi dei Serpeverde.
“Continua così, Erza!” gridò Natsu, saltando sul posto, mentre dallo zaino che si era portato dietro Happy esultava in silenzio.
“Spostatevi un po’, voi, scorrete più giù.” Fece una voce a loro familiare.
“Hagrid!” esclamarono insieme i maghi, spostandosi per fargli posto.
“Finora ho guardato dalla mia capanna.” Disse il guardiacaccia, mostrando orgogliosamente un grosso binocolo che gli pendeva sul petto. “Ma non è mica la stessa cosa che allo stadio! Il Boccino finora non s’è visto, eh?”
“No.” Rispose Ron. “Finora Harry non ha avuto un granché da fare.”
“Be’, almeno si è tenuto fuori dai guai, è già qualcosa.” Disse Hagrid, portandosi il binocolo agli occhi e puntandolo verso il cielo, alla ricerca di Harry, che appariva come un puntino lontano.
“Credo sia finito in guai ben peggiori di questo…” mormorò appena Lucy, la cui voce era fortunatamente coperta dai tifosi.
In alto, sopra le loro teste, il moro correva qua e là a cavallo della scopa, strizzando gli occhi per avvistare il Boccino.
“Baston ha detto di tenersi fuori tiro finché non vedo il boccino…” si ripeté Harry.
Quando Erza aveva segnato, Harry aveva fatto un paio di giri della morte, per poi tornare subito a cercare la palla dorata.
“Palla ai Serpeverde.” Stava dicendo Lee Jordan. “Il Cacciatore Pucey schiva due Bolidi, due Weasley e la Cacciatrice Johnson, e avanza veloce verso… aspettate un attimo, ma quello non era il Boccino?”
Un mormorio percorse gli spalti, mentre Adrian Pucey lasciava cadere la Pluffa, troppo preso a seguire con lo sguardo il lampo dorato che gli aveva sfiorato l’orecchio sinistro ed era passato oltre.
Harry lo vide e si tuffò in picchiata dietro quella scia d’oro.
Anche il Cercatore di Serpeverde, Terence Higgs, lo aveva avvistato e ora i due giocatori erano testa a testa, lanciati entrambi alla ricorsa del Boccino. Intanto sembrava che i Cacciatori avessero dimenticato il loro ruolo, sospesi a mezz’aria, tutti intenti a guardare la sfida tra i loro compagni.
Harry era più veloce di Higgs: vedeva la pallina rotonda che ad ali spiegate risaliva di fronte a lui. Diede un’accelerata potente e…
WHAM!
Un boato di rabbia venne dai Grifondoro sotto di loro.
Marcus Flitt aveva bloccato di proposito Harry, e la scopa del moro sbandò, mentre il ragazzo cercava di reggersi in sella.
“Fallo!” gridarono i Grifondoro.
Madama Bumb si rivolse a Flitt con parole irate, per poi ordinare un rigore a favore del Grifondoro.
Ma come c’era da aspettarsi, in tutta quella confusione il Boccino era scomparso di nuovo.
Giù, dagli spalti, Dean Thomas stava gridando.
“Arbitro, mandalo fuori! Espulsione! Cartellino rosso!”
“Guarda che non siamo mica a una partita di calcio.” Gli ricordò Ron. “A Quidditch non si possono espellere i giocatori… E poi, che cos’è un cartellino rosso?”
“Distruggilo, pestalo, fagliela pagare!” urlava invece Natsu, che era saltato in piedi con gli occhi che sembravano mandare fiamme, mentre Lucy e Gray cercavano di calmarlo.
“Bisognerebbe cambiare le regole allora.” Fece il mago del ghiaccio dopo che riuscirono a far sedere di nuovo l’amico. “Flitt avrebbe potuto far cadere Harry… E per lui sarebbero stati dolori.”
Intanto, Lee Jordan trovava difficile mantenersi distaccato.
“Quindi… dopo questa lampante e ignobile scorrettezza…”
“Jordan!” ringhiò la professoressa McGranitt.
“Voglio dire, dopo questo fallo palese e schifoso…”
“Jordan, ti avverto…”
“E va bene. Flitt per poco non ammazza il Cercatore del Grifondoro, il che naturalmente può succedere a chiunque, quindi un rigore per i Grifondoro, battuto da Scarlett, che sembra abbastanza irata, che segna senza difficoltà e il gioco prosegue, con i Grifondoro ancora in possesso di palla.”
Harry aveva ripreso a cercare il Boccino quando la sua scopa, d’un tratto, ebbe uno scarto pauroso.
“E ora che cosa-?” fece, prima che la scopa ripetesse il movimento, come se stesse cercando di disarcionarlo.
“Maledizione…” commentò, tenendosi forte, mentre il manico cominciava a zigzagare, continuando a cercare di farlo cadere. “Perché non riesco a controllarla?!”
Lee stava continuando a commentare.
“Palla al Serpeverde... Flitt ha la Pluffa... oltrepassa Spinnet... supera Johnson... viene colpito in faccia da un Bolide, spero che gli abbia rotto il naso... ma no, professoressa, sto solo scherzando... il Serpeverde segna... oh, no...”
I Serpeverde esultavano. Nessuno sembrava essersi accorto che la scopa di Harry si stava comportando in modo strano. Lentamente, a sbalzi e a strattoni, lo stava trasportando sempre più in alto, lontano dal gioco.
“Chissà cosa pensa di fare Harry.” bofonchiò Hagrid, che stava guardando attraverso il binocolo. “Direi che ha perso il controllo della sua scopa, direi... ma non può mica aver...”
D'un tratto, gli occhi di tutti furono puntati su Harry.
La sua scopa aveva cominciato a fare le capriole, mentre lui riusciva a stento a reggersi in sella.
Poi tutti gli spettatori trattennero il fiato. La scopa aveva dato uno strattone fortissimo e Harry era stato disarcionato.
Ora il ragazzo penzolava giù, reggendosi al manico con una sola mano.
“Harry!” urlarono insieme i tre maghi di Fairy Tail sugli spalti.
“È successo qualcosa alla scopa quando Flitt lo ha bloccato?” sussurrò Seamus.
“Impossibile!” esclamò Hagrid con voce tremante. “Niente può fare ammattire una scopa tranne una potente magia nera... e nessuno dei ragazzi sarebbe capace di fare una cosa simile a una Nimbus Duemila!”
A queste parole. Hermione afferrò il binocolo di Hagrid. 
Ma anziché guardare in alto verso Harry. cominciò febbrilmente a scrutare le file del pubblico.
“Ma che diavolo stai facendo?” chiese Ron con la faccia livida.
“Lo sapevo!” ansimò Hermione. “Piton... guardate!”
Tutti puntarono il proprio binocolo verso il professore, che stava sulla gradinata dirimpetto alla loro.
Teneva gli occhi fissi su Harry e mormorava qualcosa sottovoce.
“Sta combinandone una delle sue... sta facendo il malocchio alla scopa!” esclamò Hermione.
“Il malocchio?” ripeté Lucy.
“Sta controllando la scopa di Harry.”
“Che cosa?!” gridò Natsu. “Come facciamo a fermarlo?”
“Basta che distolga lo sguardo, ma da qui…”
“Ci penso io.” Fece il mago del fuoco, allontanandosi subito dagli spalti.
“Natsu, fermo!” gli urlò dietro inutilmente Lucy.
I ragazzi lo videro sparire nella folla.
“Gray… dici che ne combinerà una delle sue?” chiese la bionda.
“Temo di sì… e dopo saremo noi a pagarne le conseguenze per non averlo fermato.” Rispose lui, mentre entrambi cominciavano a sudare vistosamente.
“Harry e Erza ci uccideranno!” esclamarono insieme spaventati, ottenendo degli sguardi sorpresi dagli altri.
Ron puntò di nuovo il binocolo su Harry.
La scopa stava vibrando così forte che sarebbe stato praticamente impossibile tenercisi attaccato ancora a lungo. Gli spettatori erano tutti in piedi, e guardavano inorriditi, mentre i gemelli Weasley volavano in soccorso dell'amico, cercando di trarlo in salvo su una delle loro scope, ma invano: ogni volta che gli si accostavano, la scopa di Harry faceva un balzo più in alto, allontanandolo da una possibile salvezza. Allora scesero di quota e si disposero in cerchio sotto di lui, sperando di riuscire ad afferrarlo al volo quando fosse caduto.
Marcus Flitt, impossessatosi della Pluffa, segnò cinque volte senza che nessuno se ne accorgesse.
Natsu nel frattempo aveva raggiunto il palco dove si trovava Piton, e ora stava correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui.
Non si fermò neanche per chiedere scusa al professor Raptor, quando lo urtò facendolo cadere a faccia avanti.
Una volta raggiunto Piton, si accucciò, per poi ghignare e schioccare le dita.
Sull’orlo dell’abito di Piton apparve qualche fiammella.
Natsu corse subito via, e non appena fu abbastanza lontano, schioccò ancora le dita.
L’attenzione di tutti gli spalti fu attirata da una colonna di fuoco, che si alzò intorno al professore per poco più di un secondo, lasciando l’uomo con gli abiti bruciacchiati e fumante, sia per colpa del fuoco che per la rabbia.
“Siamo morti!!!” esclamarono Lucy e Gray, notando come Erza si era voltata subito verso di loro, mentre Ron, Hermione, Hagrid e gli altri avevano la bocca spalancata.
“Eccomi qua!” fece Natsu, raggiungendoli, mentre sopra di loro Harry riusciva finalmente a riprendere il controllo della sua scopa.
“Idiota!” gli urlarono contro i due compagni. “Che cosa ti è saltato in mente?!”
“Ma soprattutto, come hai fatto?!” gli chiese incredula Hermione.
“Io ho solo accesso una piccola fiamma… se lui aveva vestiti infiammabili non è di certo colpa mia.” Ridacchiò, per poi spostare lo sguardo verso Harry, che era sceso in picchiata.
Tutti lo videro mettersi una mano a coppa sulla bocca come se stesse per dare di stomaco: cadde carponi sul terreno di gioco, tossì… e qualcosa di dorato gli cadde in mano.
“Ho preso il boccino!” gridò dopo qualche altro colpo di tosse, agitandolo sopra la testa, e facendo così terminare la partita nel caos generale.

“Non l’ha preso, l’ha quasi inghiottito!” strillava Flitt ancora venti minuti dopo, ma tanto non aveva importanza.
Harry non aveva violato nessuna regola e Lee Jordan stava ancora annunciando a squarciagola il risultato: il Grifondoro aveva vinto per centosettanta a sessanta.
Ma tutto questo Harry e gli altri non lo udirono.
Erano nella capanna di Hagrid insieme a Ron e Hermione.
“È stato Piton!” spiegava Ron, mentre Hagrid porgeva a Natsu una bistecca fredda per coprire l’occhio nero che Harry e Erza gli avevano procurato non appena furono fuori dalla vista della scolaresca, cosa che aveva sorpreso non poco i due Grifondoro e il guardiacaccia.
“Lo abbiamo visto tutti, stava lanciando una maledizione alla scopa di Harry, borbottava e non ti levava gli occhi di dosso.” Continuò il rosso.
“Stupidate!” esclamò Hagrid. “Perché mai Piton doveva fare una cosa del genere?”
“E allora perché diamine Harry ha ripreso in controllo della scopa non appena Piton si è… distratto?” chiese Natsu. “Senza contare la ferita che si è procurato con quel cane a tre teste nel castello. È chiaro che vuole rubare la cosa che quella bestia protegge, e forse considera Harry una minaccia.”
Hagrid fece cadere di mano la teiera con la quale stava per servirgli il tè.
“E voi che ne sapete di Fuffi?”
“Fuffi?! Quel coso ha un nome?!” esclamò incredula Lucy.
“Sì… è mio. L’ho comperato da un tizio, un greco che ho incontrato al pub l’anno scorso. L’ho prestato a Silente per fare la guardia a…” ma s’interruppe non appena si rese conto che stava parlando troppo.
“A…” continuò Gray, cercando di ottenere la risposta.
“No, non chiedetemi altro. È una cosa segretissima!”
“Ma Piton ha cercato di rubarlo!” ripeté Harry.
“Stupidate! Piton è un insegnante di Hogwarts, vuoi che faccia una cosa del genere?”
“E allora perché poco fa ha cercato di ammazzare Harry?” gridò Hermione. “Io lo capisco quando qualcuno sta facendo il malocchio, ho letto tutto sull’argomento! Bisogna mantenere il contatto visivo, e Piton non batteva neanche le palpebre. L’ho visto benissimo!”
“E io vi dico che prendete un granchio!” replicò Hagrid. “Non so perché la scopa di Harry si è comportata in quella maniera, ma Piton non cercherebbe mai di ammazzare uno studente! E ora statemi bene a sentire tutti quanti: vi state immischiando in cose che non vi riguardano. È pericoloso. Scordatevi del cane, dimenticate a cosa fa la guardia. È tutta una faccenda fra Silente e Nicolas Flamel!”
“Ah!” esclamò Natsu. “Allora c’è di mezzo qualcuno che si chiama Nicolas Flamel!”
Sul volto di Hagrid si dipinse un’espressione furente e indispettita.

   
 
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