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Autore: Frytty    25/04/2007    5 recensioni
Mi manchi. E sembra strano, ma la mia vita senza di te non vale molto...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il mio nuovo lavoro... avevo intenzione di metterlo appena finita l'altra, ma ho cambiato idea, mi sono resa conto che la voglio condividere con voi subito, adesso... perchè è più personale rispetto all'altra.
Non tutto mi riguarda ovviamente...
Che dirvi? Spero vi piaccia...

ENJOY!

† The Beginning

Come mi sento adesso? Bella domanda.
Avrei risposto che si, stavo bene fino a qualche giorno fa, ora, minuto... ma adesso?
La verità è che non lo so nemmeno io come sto.
Avrei voglia di urlare, di piangere, di farmi del male...
si, di ferirmi, ma a cosa servirebbe?
Non ci sarebbe nessuno che verrebbe a cercarmi, non ci sarebbe nessuno a stringermi tra le braccia e a dirmi che va tutto bene, che non c'è bisogno di preoccuparsi.
I rumori della festa al piano di sotto mi giungono attutiti qui, sulla terrazza.
E' notte fonda.
Ho gli occhi arrossati, il trucco sbavato.
E mi sento stretta in questo vestito, mi sento stretta nella mia stessa pelle.
Solo le luci di uno spicchio di città ancora mi guardano...
Cosa avete da guardare?
Vorrei cacciarle via, sono come ospiti indesiderati,
qualcuno che non vorresti mai avere sulla tua porta di casa...
Voglio l'oscurità totale intorno a me, perchè in fondo mi ci trovo bene nelle tenebre, mi ci immedesimo a perfezione.
Mi sento sola.
Anche la luna mi guarda.
Tonda, da qua su sembra perfetta.
Solo che nessuno lo è mai abbastanza per gli altri.
In lontananza il mare.
Calmo, piatto, con le onde che si infrangono leggere sugli scogli e se ascolti bene, riesci a sentirla la sua voce. Un sussurro nell'ombra.
E penso che sarebbe uno spettacolo perfetto se solo non lo guardassi con questi occhi.
Gli occhi di una che ha pianto, gli occhi di una ragazza qualunque che ha sofferto e soffre ancora...
Gli occhi di chi è stata abbandonata.
Mi rannicchio in un angolo, osservo la luna.
< Ah! Sei qui! > Una voce mi costringe a voltarmi.
Per un attimo ho paura.
Billy mi si avvicina, i capelli disordinati sulla fronte, forse un po' troppo lunghi.
< Stai bene? > Mi si inginocchia accanto, posando il suo drink lontano.
Annuisco, ma non lo guardo.
So già che non mi crederebbe.
< Cosa c'è che non va? > Si accuccia accanto a me, mi imita, raccogliendo le ginocchia con le braccia e guardandomi.
Non parlo.
So che se lo facessi il groppo che mi si è formato ora in gola, si trasformerebbe in pianto.
E ho pianto troppe volte.
Non mi va di rifare gli stessi errori.
< Lo sai che con me puoi parlare di tutto... non ci siamo mai nascosti niente e sai che se continui a scuotere la testa come adesso non ti crederò. Perchè una come te non si rannicchierebbe quassù in terrazza mentre gli altri stanno festeggiando proprio lei... > Sorride perchè è vero che sto scuotendo la testa.
Mi dispiace.
Non so nemmeno io perchè lo faccio.
Forse solo per convincermi che va tutto bene, che devo smetterla di essere così fragile, perchè la vita non è sempre a colori ma è anche in bianco e nero.
Mi dispiace.
Non riesco a smettere di farlo.
E vorrei odiarti perchè sai sempre così tanto di me. Ti basta un'occhiata.
Mi ripeti sempre che sono trasparente come acqua ai tuoi occhi, ma per una volta, vorrei non esserlo.
Voglio solo stare da sola.
Forse l'hai capito ma non te ne vai.
Mi conosci troppo bene.
Sai che fra non molto verrò a cercarti di nuovo.
Per rubarti un abbraccio, per sentirmi protetta almeno per una volta.
Perchè nessuno lo hai mai fatto.
O forse non ha mai voluto farlo.
< Perchè no? Anche io sono fragile come tutti... > Rispondo guardando la luna.
< No Mel, tu non sei fragile, nessuno di noi lo è. La tua vera forza è dentro di te e fin quando non riuscirai a cacciarla fuori, a far vedere agli altri che non t'importa, che la vita la vuoi vivere come piace a te, ti nasconderai dietro la barriera della fragilità... >
Come ha ragione!
Ma io non lo ammetterò mai con me stessa.
Continua a guardarmi.
Sa che ha ragione.
E lo legge anche dai miei occhi, ora forse anche più tristi di quando sono salita qui.
Mi riesce facile ora come ora piangere, perchè non servirebbe a niente mentire a questi occhi chiari che mi stanno fissando come in cerca di una traccia, non servirebbe mentire a me stessa.
Ho sempre avuto paura delle mie emozioni.
Forse, non so controllarle appieno.
Se devo gridare mi trattengo.
Se devo piangere faccio finta di niente.
Continuo a sorridere, tanto tutto passa.
Me lo ripeteva sempre la mamma.
" Tutto passa, anche se adesso stai male, anche se sembra che tu sia come un'estranea per gli altri, tutto passa.
Anche se allo specchio la mattina nemmeno tu riesci a riconoscerti..."
Lo diceva sempre.
E la odiavo, perchè non aveva altro modo per consolarmi che questa frase.
Ma nemmeno con lei sono riuscita a esprimere quello che provavo il più delle volte.
A me semplicemente bastava inventarmi una scusa stupida, troppo facile e andava tutto bene. Si risolveva tutto.
Perchè così gira il mondo.
Ma mia madre non se la beveva, perchè mi conosceva troppo bene.
< Vuoi che ti riporti a casa? > Mi chiede Billy mentre mi stringe tra le braccia e mi accarezza la schiena.
Sa sempre cosa fare lui.
A volte lo invidio per la sua sicurezza.
< E gli altri? > Chiedo tra i singhiozzi.
< Fregatene per un attimo di chi ti sta attorno! Pensa per un attimo solo a te! > Mi rimprovera sorridendo.
Per una volta posso anche farlo.
Ma non una di più.
Ho paura di prenderci troppo la mano.
Quando cominci non riesci più a smettere.
E io non voglio diventare egoista.
Vesto i panni di tutti, i miei no.
Li ho abbandonati da tempo.
Nell'armadio, chiusi a chiave, sotto strati di polvere che ti fa starnutire, ti fa lacrimare gli occhi.
< Va bene. > Rispondo asciugandomi gli occhi.
Mi sorride ancora mentre mi aiuta a rialzarmi.
Non posso andare avanti così.
Fa troppo male. Troppo.

   
 
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