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Autore: maxmin1997    14/10/2012    3 recensioni
Zoe Hastings è la ragazza stramba della scuola. Nessun amico, nessun interesse verso qualsiasi altra cosa che non siano libri e musica.
Jared Richmond, il bad-boy irromperà nella sua vita, mettendo in confusione tutto il suo mondo.
"Occhi-Di-Ghiaccio perse l’equilibrio e afferrò il primo appiglio possibile, la spalla di Zoe.
A quel piccolo contatto, la ragazza sentì la sua pelle bruciare e si limitò ad afferrare le braccia del ragazzo per aiutarlo.
Lui la guardò, quasi sorpreso che fosse ancora lì, e le fece un sorriso sarcastico, poi si scostò immediatamente, lasciandole una strana sensazione nel corpo, quasi di freddo."
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“Zoe, tesoro, mi passi il sale?”
La ragazza alzò gli occhi al cielo e si sporse per prenderlo sul tavolo.
“Tieni, mamma.”
La donna le sorrise dolcemente e ne mise una quantità abbondante sull’arrosto.
“Allora come è andata oggi a scuola?”
“Le solite cose. Ignorata da tutti e considerata completamente pazza dall’intera scuola.” Le disse guardandola di sfuggita.
Annie sembrò leggermente preoccupata, ma si limitò a fare una risatina. Zoe a volte si chiedeva se la prendesse sul serio o no.
“E tu mam…”
Non riuscì a finire la frase che il campanello della porta suonò, guardò la madre e le chiese con gli occhi se aspettava qualcuno, ma lei si limitò a scrollare le spalle. Emettendo uno sbuffo esasperato, si alzò dal tavolo e andò ad aprire la porta.
“Ciao, dolcezza.”
La ragazza sbiancò, cosa ci faceva quello stronzo davanti casa sua?!
“Cosa diavolo ci fai qui?!” disse sussurrando per non farsi sentire da sua madre.
“Sono passato a trovarti, no?”
“Come fai a sapere dove abito?”
“E’ facile introdursi nel sistema della scuola sai?”
Ci mancava poco che a Zoe prendesse un infarto. Cos’altro aveva letto sui dati? Sicuramente se avesse letto quella cosa, adesso non sarebbe qui, ma sarebbe scappato a gambe levate, giusto?
Se ne stava appoggiato allo stipite della porta, completamente rilassato, durante la giornata si era cambiato e ora indossava una t-shirt grigia con un paio di jeans neri. Profumava di… arancia? Qualunque fosse, lo adorava. I capelli neri erano leggermente umidi e avevano lasciato goccioline d’acqua sulla maglietta.
Ora Zoe rimpiangeva la sua mise quotidiana per stare a casa: una semplice canottiera rosa e dei pantaloncini dello stesso colore, i capelli raccolti in una coda disordinata, e il trucco sfumato a causa della dormita che si era fatta il pomeriggio.
Almeno profumava, dato che si era fatta una doccia veloce prima di cena.
La ragazza vide gli occhi di Jared guizzare per tutto il suo corpo, e fermarsi sulle gambe nude.
Lei schioccò le dita davanti a suoi occhi.
“Sono qui, eh.”
Lui fece di nuovo quel sorriso ironico e si sistemò meglio i jeans, era un’allucinazione, o sulla patta dei jeans c’era un rigonfiamento abbastanza evidente?
“Zoe, chi è alla porta?” urlò sua madre dal soggiorno.
Cazzo!
“Ehm… Un amico…” urlò di rimando.
“Oh, bene, allora ok…”
Riportò gli occhi su quelli azzurri del ragazzo.
“Allora sono un amico.”
Lei lo spintonò leggermente e uscì, chiudendo la porta dietro di sé. Se conosceva la madre, ne avrebbe sicuramente approfittato per spiarli.
“No, e ora mi vuoi dire che cavolo ci fai a casa mia?”
“Non mi sono ancora scusato per oggi.”
“Ok, allora scusati e vattene!”
Ma che cavolo vuole?!
“Ti porgo le mie più sentite scuse per averti spintonato oggi nel corridoio.”
“Bene, ciao.”
Fece per girarsi e aprire la porta di casa, quando la prese per i polsi e la sbatté con non molta delicatezza al muro della veranda.
“Ma sei completamente impazzito! Che razza di problemi hai?!” sibilò la ragazza. Le venne in mente di chiamare la madre, ma non sarebbe stata una buona idea, e poi se la poteva cavare da sola.
Il suo viso era pericolosamente vicino, e Zoe si ritrovò a pensare a quanto fossero perfette le sue labbra.
“Sei davvero bellissima con questo completino, sai?”
Il cuore della ragazza si fermò nuovamente e ansimò, in cerca d’aria.
Perché le stava dicendo quelle cose?
“Lasciami… lo dico per te.”
Lui aggrottò le sopracciglia e la guardò sarcastico.
“Oh, ma che paura, dolcezza.”
Ora si era veramente stancata.
Chi si credeva di essere per trattarla in quel modo?
Con uno scatto fulmineo si liberò dalle sue braccia e gli diede un calcio vicino alle parti basse, quel tanto che serviva per distrarlo… e per sentire la sua eccitazione.
Gli prese il braccio destro e glielo rigirò dietro la schiena, mettendolo al muro, ora il suo viso perfetto era spiaccicato al muro.
“Non. Toccarmi. Mai. Più. Intesi?” sibilò all’orecchio di Jared.
Lui fece una risatina strozzata e cercò di liberarsi.
Quel che Zoe non aveva previsto, è che ci riuscì.
La prese per le spalle e la bloccò, ma la ragazza sfruttò la velocità di lui, contro di lui. In qualche modo caddero a terra, e inaspettatamente Zoe si trovò a cavalcioni su Jared, con lui che la teneva per la vita e le sorrideva perversamente.
“Ci sappiamo fare, eh.”
Lei si rimise in un batter d’occhio in piedi e, senza guardarlo, entrò in casa e corse fino in camera sua.
Cosa aveva fatto?! Aveva  mostrato a qualcuno quello che sapeva fare. Non doveva, maledizione. Ora sicuramente lui ne avrebbe approfittato e l’avrebbe detto a tutta la scuola, e a quel punto l’avrebbero vista come la ragazza stramba e completamente svitata con crisi isteriche.
Perfetto.
Si addormentò con le lacrime agli occhi, pensando però a quanto era stato eccitante trovarsi sopra quel ragazzo. Diamine, poteva davvero sentire la sua eccitazione attraverso la stoffa dei jeans!
La mattina si svegliò con una strana sensazione. Era quasi euforica. La cosa era ormai completamente spettinata e le occhiaie erano evidenti. Ma era davvero iper-attiva.
Si fece una rapida doccia e si vestì in un baleno. Indossò degli shorts scuri a vita alta, una maglietta grigio scuro, un cardigan color panna e delle calze pesanti nere che arrivavano al ginocchio, con degli stivaletti neri a tacco alto. Salutò suo madre con un bacio e uscì di casa.
Appena mise piede fuori dalla porta, però, qualcosa attirò la sua attenzione. C’era un bigliettino stropicciato sul suo tappetino. Lo aprì, con le mani tremanti. Sapeva chi l’aveva lasciato, ovviamente.

Chissà se sei così focosa anche su una superficie più… soffice.

Zoe si dette mentalmente della stupida. Come aveva fatto a essere così stupida?!
Si ficcò il bigliettino nella borsa e si diresse verso la fermata a passi pesanti.
Quando arrivò finalmente a scuola, si guardò subito attorno, in cerca di occhiate scettiche verso di lei, risatine o chissà cos’altro. Ma tutto sembrava nella norma. Magari Jared non aveva parlato… Magari la voleva ricattare!
“Ehi, dolcezza.”
Appunto.
“Hai visto il mio bigliettino?”
Si girò lentamente e incrociò quegli occhi. Gli stessi che aveva sognato la notte prima.
“Sì.”
“Devo dire che sono rimasto sorpreso.”
Lei inarcò un sopracciglio e lo guardò scettica, cosa intendeva?
“Sei davvero più forte di quello che pensavo. Hai fatto un qualche corso di arti marziali?”
“Beh.. ecco, no…”
Lui scrollò le spalle e poi riprese a fissarla con quello sguardo provocante, come se la volesse spogliare all’istante.
“Quei pantaloncini sono…” disse in un sussurro, quasi ringhiando. Erano in mezzo alla folla, davanti al suo armadietto, eppure la ragazza poté vederlo stringere i pugni e fare un sorriso tirato.
Ma che…?!
Zoe si guardò le gambe, i pantaloncini non coprivano nemmeno tutta la coscia, erano come delle mutandine, solo che coprivano molta più pelle. Eppure negli occhi di Jared c’era un guizzo di… desiderio?
“Copriti di più, non vorrai che gli altri si facciano un’idea sbagliata, e comincino a fare pensieri poco… casti.” Disse in un sorrisino ironico e girò i tacchi, uscendo dal campo visivo della ragazza.
Quel ragazzo stava divenendo un vero e proprio mistero per lei.

  
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