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Autore: teabox    26/04/2007    6 recensioni
In un tempo dopo la fine della guerra contro Voldemort.
Un sabato mattina il mondo magico si sveglia, prende la Gazzetta del Profeta e trova una notizia inaspettata a ricoprire la prima pagina del giornale. Una notizia che vedrà alcune persone catturate in una ragnatela di mezze bugie e mezze verità e che le costringerà ad affrontare il loro presente e il loro passato per dimostrare di essere innocenti. O far credere di esserlo.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: contenta che i bigliettini vi divertano.
Torno a ringraziare di cuore, di cuore, di cuore Aurora, GiO91, de_pi, *stellina-malfoy*, _kiaretta_ (le frasette sono una specie di gioco che avrà senso alla fine), Pallina (certo che voglio la tua opinione! Speravo che qualcuno si lanciasse in un'ipotesi e tu l'hai fatto! Grazie!) e PlatinumDragon. Le vostre parole mi hanno regalato enormi sorrisi. Mille grazie per il tempo che avete speso per lasciarmi la vostra opinione.
E ancora davvero grazie mille anche a tutte le persone che si sono fermate a leggere il terzo capitolo.




4. Dove parla Harry Potter e si ascolta una confessione


La Tana, Ottery St. Catchpole, Domenica 14 Novembre

La cucina dei Weasley era abbastanza grande da contenere almeno dieci persone, ma in quel momento erano solo due ad occuparla. Forse era per quello che sembrava vuota in maniera così desolante.
L’Ispettore Knightley osservò il ragazzo che gli stava seduto di fronte. Era la terza volta nella sua vita che aveva modo di parlare con Harry Potter. Il ragazzo a cui molti dovevano la propria vita. Knightley compreso.
«Qualche novità, Ispettore?»
«Non esattamente, signor Potter. Ronald Weasley ha confermato che eravate qui insieme, venerdì pomeriggio, ma su questo non c’erano dubbi. Abbiamo dovuto controllare perché così vuole la procedura, come sa. Tuttavia, avrei bisogno di chiarire alcune cose con lei.»
Harry parve sorpreso da quell’affermazione. «Mi dica.»
«Sarò franco, signor Potter. Sono emersi degli elementi potenzialmente interessanti e ho bisogno del suo aiuto per far luce su alcuni punti. Prima di tutto sulla sua relazione con la signorina Weasley.»
La sorpresa aumentò sul viso del ragazzo. «Siamo fidanzati, ma questo lo sa. Vogliamo sposarci.»
«Certo, ma quello che vorrei che mi dicesse è come andavano le cose tra di voi.»
Harry parve perplesso. Intrecciò le dita delle mani e le appoggiò in grembo. «Eravamo... siamo felici insieme.»
Knightley estrasse dal suo mantello il taccuino e una piccola piuma. «Ci sono mai stati diverbi o qualche litigio fra di voi?»
«No, non... non proprio. Ovviamente tutte le coppie devono affrontare qualche difficoltà, di tanto in tanto, no? Ma sono momenti che abbiamo sempre superato.»
Knightley aggrottò appena la fronte e giocherellò per un istante con la piuma. «La signorina Weasley è mai stata gelosa?» L’Ispettore vide Potter completamente spiazzato dalla domanda. «Beh, lo si potrebbe comprendere, non crede? In fondo lei è Harry Potter. Con il suo nome e nella sua posizione, riceverà di sicuro molte attenzioni da maghi... e da giovani streghe attraenti, immagino.»
«Ginny si fida di me», replicò lui con un tono asciutto, freddo.
Knightley accennò un leggero sorriso. «Questa non è esattamente una risposta alla mia domanda.»
Harry alzò gli occhi e li fissò in quelli dell’Ispettore. Sembrò cercarvi qualcosa o forse tentare di capire dove volesse arrivare. Esitò. Poi si arrese. «Sì. C’è stato un periodo in cui è stata gelosa.»
«E aveva motivo di esserlo?»
Lui abbassò lo sguardo, appoggiandolo sulle sue mani intrecciate. «Sì. Ne aveva motivo.»
L’Ispettore tornò a cercare qualcosa nel mantello e ne estrasse una copia della Gazzetta del Profeta. La mostrò al ragazzo, che reagì irrigidendosi appena. «E’ stato difficile procurarselo. A quanto pare questo numero è andato a ruba.»
«E’ solo spazzatura», replicò Harry irritato. Evitò con accuratezza di posare lo sguardo sulla foto che lo ritraeva in compagnia di Hermione Granger e spinse il giornale lontano da sé.
«Pare che la signorina Weasley non la pensasse così», disse pacatamente Knightley.
Il ragazzo sembrò imbarazzato. «Non ne parlai subito con Ginny, sottovalutando la questione. Fu un errore.»
«Cosa fu un errore? L’aver sottovalutato la questione o», fece un vago cenno con la mano, «la questione di per sé?»
Harry guardò l’Ispettore con disarmante tristezza. «Entrambe le cose, immagino.»
Lui gli sorrise con comprensione e gentilezza. «Forse farebbe meglio a raccontarmi tutto fin dall’inizio, signor Potter.»
Harry sospirò ancora una volta. Si prese un istante. Quindi, cominciò a parlare. «Successe non molto dopo la fine della Guerra. Per me... per tutti non fu facile tornare alla vita normale. Sembrava impossibile credere che tutto fosse realmente finito.» Knightley annuì. «Io stavo qui alla Tana, in quel periodo. Ron era da poco uscito dal San Mungo ed era stato portato qui per finire la convalescenza. Hermione era con lui. Malfoy era ospite dei Weasley già da qualche tempo, credo. Ginny era l’unica, a parte forse il signor Weasley, a parlare con lui, ogni tanto. Ricordo che diceva che, secondo lei, Malfoy era un po’ come un orologio rotto. Bastava trovare l’ingranaggio bloccato e poi sarebbe tornato a funzionare normalmente. Per questo gli parlava o, quanto meno, ci provava. Ginny, lei... è così. Non è il genere di ragazza che si arrende alla prima difficoltà o perde la voglia di tentare.» Harry scosse appena la testa. «A quel tempo io... ero ancora ossessionato dalla guerra, dalla paura, dal ricordo di quello che avevamo dovuto superare. E lei era sempre al mio fianco, sorridente, allegra. Cercava in tutti i modi di distrarmi, di aiutarmi. Era così... viva. » Spostò lo sguardo di lato, imbarazzato e colpevole. «Non lo sopportavo. O, meglio, provavo fastidio. Ero infastidito dal modo in cui lei sembrava aver già superato tutto, la Guerra, i morti, le scelte. Lei aveva già ritrovato la sua felicità, mentre io ero stato lasciato indietro, a vedermela ancora con il passato.» Guardò l’Ispettore. «Ero solo invidioso. E stupido. Non avevo capito che lei lo faceva per me. Che si faceva vedere forte e allegra per me, perché mi potessi appoggiare a lei fin quando ne avessi avuto bisogno.» Alzò una mano e si scostò dei capelli dalla fronte, scoprendo involontariamente la cicatrice. «Una sera ne parlai con Hermione. Lei mi capì. Provava le stesse cose, mi disse, quello stesso fastidio ogni volta che vedeva qualcuno sorridere o ridere. Non ero io che sbagliavo, ripeteva, ma erano gli altri che non capivano. Io... mi sentii sollevato. Non ero l’unico, capisce? Non ero solo. E lei sembrava l’unica a comprendere. Così... così...»
Knightley sospirò appena. «Quanto durò la sua relazione con la signorina Granger?»
Harry sembrò essere colpito da un pugno. Trattenne il fiato e un leggero brivido gli scosse il corpo. «Poco. Due settimane, circa», rispose in un sussurro. «Sapevo fin dall’inizio che era sbagliato. Dopo i primi giorni volevo già darci un taglio, ma non ne fui capace. Poi Ginny cominciò a sospettare qualcosa e io mi decisi a chiudere la cosa.»
L’Ispettore prese qualche appunto, prima di tornare a parlare. «La signorina Granger come prese la sua decisione?»
Harry allargò un po’ le braccia. «Non bene all’inizio, ma alla fine comprese. Però, credo una settimana più tardi, lasciò Ron.»
«E le cose tra lei e Hermione Granger tornarono come prima?»
«Più o meno. C’era dell’imbarazzo all’inizio, ma lo superammo con il tempo.» Harry tamburellò nervosamente le dita sul tavolo per qualche momento, prima di interrompersi improvvisamente. «Ispettore, lei non crede che Hermione possa aver fatto qualcosa...»
Knightley strinse un po’ gli occhi. «Al momento non credo ancora nulla, signor Potter. Ma lei lo ritiene possibile?»
«No, certo che no!» esclamò lui quasi scandalizzato.
L’Ispettore sorrise e un istante più tardi picchiettò con un dito sulla copia della Gazzetta ancora aperta tra loro due. «Cosa mi dice di questo?»
Harry si tolse gli occhiali appoggiandoli sul tavolo e si massaggiò la radice del naso. «Hermione mi contattò poco meno di due settimane fa. Disse che voleva parlarmi di persona. Sembrava nervosa. Fissammo di incontrarci ad un parco di Primrose Hill la domenica successiva, ma non dissi niente a Ginny. Dopo i sospetti che aveva avuto quell’estate, le cose tra noi due erano diventate un po’... delicate. Proprio allora stavano tornando alla normalità e temevo che se le avessi detto che dovevo incontrarmi con Hermione, lei avrebbe voluto venire con me o avrebbe chiesto spiegazioni. E a quel punto non avrei potuto fare altro che raccontarle la verità. E io... non volevo perderla.» Riprese gli occhiali e li indossò nuovamente. «Le raccontai che andavo a trovare un amico. Lei mi credette. E lunedì uscì quell’articolo. Con quella foto.»
«Poteva dire alla signorina Weasley che aveva incontrato Hermione Granger per caso», gli fece notare Knightley.
«Ci provai», rispose lui con un mormorio sommesso. «Vidi Ginny quella sera stessa, ma lei non mi volle ascoltare. Disse di sapere tutto e che era stanca di essere presa in giro. Disse che non aveva mai creduto che potessi essere capace di certe cose. Disse che l’avevo ferita e umiliata. Voleva lasciarmi.» Strinse con più forza le mani intrecciate e le nocche delle dita sbiancarono. «Cercai di farle cambiare idea, le parlai e la pregai e alla fine lei mi disse di aver bisogno di un po’ di tempo per riflettere.» Un piccolo sorriso amaro gli comparve sulle labbra. «Quando la nave affonda ci si attacca anche all’ancora, giusto?»
«Poi cosa successe?», domandò l’Ispettore prendendo appunti.
«Non la sentii per un paio di giorni. Riuscii a parlarle giovedì sera e mi disse di dover andare a Diagon Alley il giorno successivo.»
«Le disse il motivo?»
Harry sembrava esausto. «Disse solo che si doveva incontrare con qualcuno», rispose quasi in un sussurro. «Se solo avessi chiesto di più, se solo non avessi commesso quell’errore, tutto questo... tutto questo non...» Si prese la testa tra le mani, incapace di finire la frase.
Knightley si sporse in avanti e appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, rimanendo in silenzio. Restarono così per una manciata di secondi e quando Harry sembrò riprendersi, l’Ispettore si alzò lentamente dal tavolo. «Per adesso può bastare, signor Potter. Comprendo la sua difficoltà, ma cerchi di farsi forza. E se le venisse in mente qualcos’altro, non esiti a mettersi in contatto con me.»
Lui annuì.
Knightley esitò un istante. «Mi tolga ancora una curiosità, signor Potter. Di cosa parlò con la signorina Granger quando v’incontraste?»
Harry, a disagio, spostò lo sguardo lungo la cucina dei Weasley. «Disse di essere incinta. E di non essere sicura di chi fosse il padre.»

*

Bloomsbury, Londra, Domenica 14 Novembre

Più tardi, quando finalmente fece ritorno al suo appartamento, l’Ispettore Knightley aveva un forte mal di testa. Si tolse il mantello e lo buttò sul divano con noncuranza. Ne uscì il taccuino pieno degli appunti che aveva preso negli ultimi giorni.
Tante informazioni, pensò, e siamo ancora in un vicolo cieco.
Il mal di testa sembrò aumentare e, inaspettate, gli tornarono alla mente le parole di Draco Malfoy.
Potter non è certo tipo da raccontare bugie.
Evidentemente lo conoscevano tutti molto poco.

  
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