Ecco qua un altro capitolo, spero che questo sia migliore dei capitoli precedenti( un po' deludenti)...
Buona lettura!!
Giorno II
Doveva porre fine a quella carneficina e chi se non lui per cui la si combatteva? Con l'aiuto della volpe Naruto Uzumaki si era sentito invincibile ma già dall'inizio dello scontro con Madara Uchiha aveva capito che non sarebbe stato facile come altre volte spuntarla. Oramai era pieno di ferite e il sangue colava da ogni parte del suo corpo nonostante i poteri curativi del Nove Code mentre al suo avversario non era riuscito ancora a sferrare un colpo.
No, non doveva mollare... doveva compiere una nuovamente un miracolo, come con Pain, per salvare ciò che per cui Jiraya-sensei e suo padre si erano sacrificati.
No, non potevano sbagliarsi... doveva essere lui l'uomo della profezia come predetto dal suo mentore
No, non poteva deludere la fiducia che Iruka-sensei, Sakura-chan, la vecchia Tsunade e tutti gli altri avevano riposto sopra le sue spalle
Kakashi Hatake era rimasto scioccato nel scoprire dietro la maschera bianca il volto del suo amico Obito. Era da due giorni consecutivi che combatteva ininterrotamente ed aveva sprecato già la maggior parte del suo prezioso chakra e questo ultimo avvenimento poteva abbattere la determinazione di chiunque ma lui non era un semplice ninja. Aveva sempre lottato per il suo credo ninja e non doveva essere sicuramente quello il momento per abbandonarlo gettando al vento anni di sacrifici per il villaggio. Gli vennero in mente i volti degli anni passati e delle persone come Minato e Rin che si erano sacrificate per lui e per la Foglia. E così trovò una nuova straordinaria linfa per buttarsi nella mischia in una battaglia in cui era conscio che il finale non sarebbe stato come quello delle fiabe, raccontategli dal compianto padre.
“Ah, il potere della giovinezza” pensò Gai Maito quando aprì anche l'ottava porta; sapeva che era la fine per lui ma doveva farlo per tutte le persone che amava. Aveva vissuto perennemente dietro l'ombra del compagno di mille sfide Kakashi ed era stato maestro di un gruppo fantastico composta da Neji, Tenten e il suo amatissimo Rock Lee. Quello era il momento di dimostrare il proprio valore a tutto il mondo per poter essere ricordato alla storia come un grande shinobi e l'uomo dalle folte ciglia, ridotto allo stremo, non mancò l'occasione colpendo con il suo colpo più letale quell'Obito Uchiha grazie all'aiuto del Kamui dell'argenteo.
Erano giorni che era rinchiuso quella latrina e il capitano Yamato, conscio di quello che stava avvenendo fuori, sapeva che lui era l'ultimo dei pensieri delle Forze Alleate.Ma nell'istante in cui aveva formulato quel pensiero trovò una soluzione per risolvere il suo problema da solo e poter aiutare Naruto e i suoi amici. Alla fine dopo tanto tempo l'uomo, creato dal genio malefico di Orochimaru, aveva trovato una valida motivazione per giustificare la propria esistenza: l'amicizia.
Il ninja di nome Sai non aveva mai pianto in vita sua ma quella volta era stato troppo da sopportare. Più della morte dell'amato amico e il doverlo rispedire all'aldilà un'altra volta; il colpo di grazia era stata l'impossibilità di aiutare Naruto nel suo scontro contro l'Uchiha. Gli vedeva combattere in lontananza dal dorso della sua creatura volante ma era consapevole, come compreso dallo stratega Shikaku Nara, che le divisioni ninja se fossero andate in mezzo a quello scontro epico sarebbero finite sterminate senza colpo ferire. “impotente” questo pensiero fece scendere una lacrima, la prima di tante,sul suo volto pallido come la morte.
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