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Autore: fedamon88    14/10/2012    10 recensioni
[Dal testo: Pov Nina "Improvvisamente mi scontro con due occhi color ghiaccio spettacolari.
Il mio cuore prende a battere veloce e la schiena viene attraversata da milioni di brividi.
Rimango stupita da quello sguardo magnetico, che ancora non ha abbandonato il contatto con il mio. Le pupille dello sconosciuto sono impalpabilmente dilatate e un luccichio le attraversa.
Dischiudo le labbra in cerca d’aria e uno strano formicolio mi attraversa il corpo. Le gambe si fanno improvvisamente molli, tanto che quasi non riescono più a sorreggere il mio peso.
Così mi appoggio al distributore dell’acqua per evitare di cadere rovinosamente a terra.
Il suo tono è caldo e terribilmente sensuale e per un attimo mi perdo nella profondità dei suoi occhi, che sembrano vogliano cercare nei miei, uno spiraglio che li conduca alla mia anima." ]
E' una storia sul cast di Vampire Diaries, più precisamente è incentrata su un amore che nascerà.
Parte dalla creazione della serie, e arriva fino ad oggi.
Ripercorrerò dal punto di vista di Nina e, qualche volta, di Ian la loro storia in questa loro seconda, grande famiglia: TVD.
Spero vi piacerà!.
STORIA IN FASE DI REVISIONE.REVISIONATA FINO AL QUINTO CAPITOLO
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedico questo capitolo, che reputo migliore del precedente, alla mia dolcissima IanSom che riesce ogni volta ad emozionarmi con le sue splendide parole e recensioni. Tesoro è tutto tuo! Beh, che altro posso dirti se non di godertelo, sperando che ti piaccia? ^.^



Nina’s pov

 
Continuo a fissare sconvolta Megan e Mark di fronte a me, ancora incuranti della mia presenza, e il mio respiro si blocca nel petto mentre milioni di pensieri brulicanti e formicolanti si addensano nella mia testa.
L’aria gelida mi entra nella bocca e mi pizzica le tonsille e quando, una nuova sferzata di vento freddo mi staffila il viso, sbatto le palpebre sbigottita, riprendendomi dall’annichilimento che lo shock mi ha causato.
Ancora scombussolata e con il cuore stretto in una morsa di confusione, afflizione e rammarico trascino lentamente i piedi verso la mia auto decisa ad andarmene il più presto possibile da lì, prima che riescano a scorgermi ed a riconoscermi.
Con le dita tremanti per il clima rigido e la situazione appena vissuta, afferro le chiavi della macchina dalla borsa e apro lo sportello, entrando velocemente nell’abitacolo fresco.
Come un automa, ancora in trance, poggio il borsone sul sedile del passeggiero accanto e mi stringo il collo del giacchetto sulla gola e ne martorio i lembi con le dita, mentre con lo sguardo vacuo, mi perdo nell’oscurità della sera di fronte a me.
I pensieri mi rimbombano nella testa come tante voci altisonanti ed echeggianti, provocandomi brividi di fastidio e malessere.
Sento lo stomaco attorcigliarsi in un groviglio sconnesso e la bile risalirmi in bocca, mentre il suo retrogusto amaro mi invade il palato facendomi venire il voltastomaco.
Non posso credere a ciò che ho appena visto.
Nella foresta fitta e intricata dei miei pensieri, lentamente, si fa strada l’idea che ciò che ho appena vissuto sia la prova del tradimento di Megan nei confronti di Ian.
Una stilettata rovente mi perfora il cuore e un mugolio di dolore fuoriesce dalle mie labbra mentre mi porto una mano al petto e spingo, nella speranza di spegnere quelle fiamme incandescenti di pura sofferenza che mi hanno avviluppato il costato.
Strizzo gli occhi e boccheggio in cerca d’aria mentre i pensieri, animati dall’improvvisa stoccata al cuore, aumentano il loro pulsare frenetico alle tempie.
Piccole fitte dolenti mi trafiggono la testa, causandomi subito stordimento e una forte confusione mentale e fisica.
Quelle iridi color ghiaccio così intense e dolci mi compaiono davanti come una visione e subito un’altra ondata di smarrimento mi colpisce in pieno, come una secchiata d’acqua gelida, acuendo gli spasimi.
Non posso pensare a ciò che ho appena visto.
Ian non si merita questo.
Subito i pensieri iniziano a vorticare freneticamente nella mia testa, facendo affiorare milioni di domande senza, purtroppo, alcuna risposta.
Cosa farò? Dovrò dirglielo? Ma come farò?.
Non posso neanche immaginare come lo distruggerà questa notizia.
Io non voglio che soffra. Nonostante tutto quello che mi sta facendo passare, gli voglio ancora un bene dell’anima e non potrò mai recargli dolore.
La situazione in cui mi sono cacciata è terribile.
Espirando sonoramente, mi prendo esasperata la testa fra le mani e, chiudendo gli occhi, appoggio la fronte sulla fredda pelle nera del volante, cercando di calmare i battiti esagitati del mio cuore e il brusio oneroso delle mille domande che mi stanno tormentando.
Mi concentro su me stessa isolando dalla mia mente, anche se con qualche difficoltà, il groviglio insormontabile di pensieri e portando la mia attenzione sul respiro.
Mi focalizzo sull’ossigeno che entra nei polmoni, che li gonfia e seguo lo stesso percorso che fa per uscire.
Il tutto non dura che pochi istanti, per me incredibilmente fondamentali per riacquisire la calma e distendere il garbuglio di emozioni e sensazioni contrastanti.
Lo sconvolgimento e il disorientamento del momento si sono acquietati e ora rimangono quasi, solo un ricordo lontano.
Al posto del brusio insostenibile di pensieri confusi e caotici ora c’è solo un leggero ronzio e un’incertezza nebulosa.
Riapro gli occhi lievemente più sicura quando un  barlume di speranza si fa largo in me, stuzzicando la mia mente con un’idea fiduciosa.
Allacciandomi la cintura giro la chiave nel quadro, sentendo il familiare rombo del motore accendersi e, ingranando la marcia, esco dal parcheggio.
Durante il tragitto cerco di mantenere sotto controllo i pensieri prepotenti che spingono per scoppiare in trambusto esultante, mantenendo il respiro regolare e sostenendo la pace dei sensi, applicando tutti gli insegnamenti che il mio maestro di yoga mi ha spiegato, riuscendo in parte,  a metterli in pratica.
Velocemente parcheggio e, senza un attimo da perdere, scendo decisa dall’auto.
Salgo le scalette del portico rapidamente e, con mia grandissima fortuna, trovo il portone principale socchiuso.
Percorro speditamente le cinque rampe di scale di granito grigio e quando arrivo sul pianerottolo mi concedo una piccola sosta per riprendere fiato.
Ansimo in cerca d’aria, con il cuore che batte frenetico nel petto e le gambe molli e pesanti per i continui alti e bassi di pressione a cui è sottoposto il mio fisico.
Dopo pochi secondi riacquisto la lucidità e, con la speranza emergente al centro del mio sterno, allungo un dito e premo sul bottoncino bianco del campanello, appena sotto la scritta “ Wesley”, avvertendo il trillo ovattato del campanello risuonare all’interno dell’appartamento.
Ho proprio bisogno di parlare e sfogarmi con il mio amico.
Ho necessità di un consiglio e  devo rigurgitare tutto ciò che mi è successo, che ho visto e che ho provato.
Non posso tenermelo più dentro, rischierei di impazzire e crollare corrosa dalla sofferenza giorno dopo giorno.
Mi mordo un labbro irrequieta sperando con tutta me stessa che sia in casa.
Mi vesso le dita delle mani convulsamente mentre muovo i piedi aritmicamente da una parte all’altra del piccolo zerbino beige, posto davanti alla porta di mogano.
Alzo gli occhi al cielo implorando che qualcuno mi risponda.
L’attesa è snervante.
<< Ti prego. >> mormoro guardando il soffitto bianco, inoltrando una muta supplica a Dio.
Non ottenendo alcun responso, afflitta e amareggiata, pur sentendo venir meno la fiducia, non mi do per vinta e premo nuovamente il campanello aspettando trepidante.
Non riesco più a contenere il vulcano di pensieri, emozioni e sensazioni, che sembra vogliano eruttare da un momento all’altro.
Finalmente percepisco dei rumori provenire dall’interno della casa e una voce smorzata e attutita gridare.
<< Arrivo! >>.
La fiammella della speranza si ravviva in me, divenendo un fuoco che mi invade il cuore e subito un sorriso di pura gioia si allarga sul mio viso.
I passi si avvicinano e i battiti del mio cuore aumentano il ritmo durante l’attesa.
Improvvisamente la serratura della porta scatta e il legno si apre.
Il mondo mi crolla addosso non appena incontro due iridi di ghiaccio che mi guardano sorprese e stupite.
Sgrano gli occhi sopraffatta dalla scossa di pura sofferenza che mi ha appena attraversata.
Il respiro mi si è mozzato nel petto e il cuore si è fermato per interminabili secondi.
I miei muscoli si sono contratti e irrigiditi e quasi sento la mia mente staccarsi dal mio corpo e ottenebrarsi da una fitta nebbia di puro stallo.
Non ci credo.
Il mio cervello non riesce ad elaborare alcun pensiero, né frase.
Rimango sbigottita con la bocca schiusa e un ronzio assordante che mi fischia nelle orecchie.
Subito il vulcano esplode, questa volta rigettando la sua lava nera come petrolio, corrosiva come l’acido all’interno del mio corpo. Peregrina ogni singola terminazione nervosa infiltrandosi nel mio sangue e invadendomi con il suo dolore lancinante.
Le fitte e gli spasmi mi percorrono dalla testa ai piedi, costringendomi a stringere i denti per impedirmi di urlare dal dolore.
Continuo a fissarlo in trance, senza emettere alcun suono, mentre sono succube del destino avverso che sta tentando di uccidermi.
Nelle sue iridi particolarmente azzurre vedo passare un centinaio di emozioni ma riesco a coglierne solo alcune.
Turbamento, smarrimento, stupore, confusione, senso di colpa e incredulità.
Vedo il suo controllo vacillare. Lo percepisco dai movimenti quasi impercettibili delle labbra, tirate in una smorfia  disorientata, dalla sfumatura velata che assume il suo sguardo, dal guizzo dei muscoli delle sue braccia causato dalla sorpresa.
Solo ora noto il suo abbigliamento.
Indossa un vecchio pantalone scolorito di una tuta nera, una maglietta bianca a mezze maniche e i piedi scalzi poggiano sul lucido parque.
I pensieri in un secondo tornano a tormentarmi e la scena del tradimento di Megan riappare prepotentemente di fronte ai miei occhi, facendomi perdere un battito.
Il controllo del mio corpo barcolla e percepisco gli occhi pizzicare per le lacrime che hanno iniziato ad addensarsi.
Mi mordo un labbro fortemente, fino a sentire il sapore ferroso e salato del mio stesso sangue scivolare nella mia bocca.
Stringo le mani a pugno, avvertendo le unghie conficcarsi nei miei palmi ma questo fastidio non è niente in confronto all’angoscia che sto provando dentro.
Mille domande si accalcano nella mia mente.
Perché non è venuto ad aprirmi Paul? Che cosa ci fa Ian qui? Perché il destino mi sta giocando questi brutti scherzi?.
La mia vista si annebbia e solo in questo momento capisco che le lacrime, amare e dense stanno per debordare.
Non voglio mostrarmi debole e non voglio affrontarlo.
Abbasso lo sguardo in fretta chinando la testa e a malapena riesco a scorgere Ian che fa un passo verso di me, pronto per afferrarmi e dirmi qualcosa, che mi precipito verso le scale in una corsa pericolosa e veloce.
Non sento più nulla.
Solo il rimbombare del mio cuore nelle orecchie e il mio respiro affannoso.
Un groppo di turbamento e inquietudine mi ha ostruito la gola, arrestando la respirazione.
Percorro gli scalini due a due, rischiando anche ad un certo punto di cadere, tanto è la foga di scappare il più lontano possibile da lui.
Incespico sui miei piedi ma, reggendomi alla ringhiera, evito di scivolare.
Trattengo un singulto che mi scuote mentre le lacrime rompono gli argini e mi solcano le guance in scie roventi di pura sofferenza.
L’ultima cosa che sento prima di catapultarmi fuori da quell’inferno è un nome.
Il mio nome. Urlato da quelle labbra in una supplica addolorata.
<< Nina! Asp… >>.
Un’altra stoccata mi colpisce il cuore e io trattengo il respiro.
Le gambe, animate di vita propria, continuano una folle corsa verso la macchina.
Tutto quello che provo in questo momento è solo dolore.
Soffro per il mio migliore amico. Soffro per ciò che inconsapevolmente gli è successo. Soffro per come mi tratta e mi ha trattata. Soffro per la confusione di tutta la situazione. Soffro per il fardello che mi porto dentro. Soffro per i sentimenti contrastanti che provo. Soffro perché nonostante tutto non posso smettere di volergli così bene tanto che darei la mia vita per lui.
In un attimo mi ritrovo davanti alla mia macchina.
Con la vista appannata dalle copiose lacrime che continuano a scendermi senza sosta, lasciandomi scie umide e appiccicaticce sulle gote, tasto la portiera alla ricerca della maniglia mentre trattengo un singhiozzo.
Una voragine immensa ed enorme di pura afflizione e patimento si è formata all’interno del mio petto, risucchiando ogni singolo briciolo di emozione positiva e lasciandomi in balia del vuoto.
Riesco a sedermi sul sedile del guidatore e richiudere la portiera.
Nell’abitacolo regna un silenzio pesante e carico di tormento, solo qualche mio singhiozzo e sospiro affannoso spezzano di tanto in tanto la quiete.
Devo sfogarmi.
Sento le sensazioni riempirmi l’anima fino allo stremo, fino a straripare.
Ho bisogno di espellere l’agglomero di angoscia, turbamento, dolore e confusione che mi occlude il corpo.
Mi porto le mani sul viso e chino il capo, aprendo la bocca per emettere qualche suono, tanto mi manca il respiro, ma non una vocale esce dalle mie labbra.
Nel frattempo le lacrime salate continuano a bagnarmi le mani, a scendere lungo il volto, fino allo collo bagnandomi il giacchetto e i polsi.
Il cuore non ha smesso per un secondo di battermi all’impazzata tanto da farmi provare acute fitte allo sterno e avverto il suo pulsare all’interno dei polsi e sulle tempie.
La mia schiena e il mio fisico è scosso da continui tremiti, singulti e brividi e la mente è un intricato intreccio di pensieri confusi.
Ho perso la cognizione del tempo e dello spazio.
Con ancora gli occhi chiusi sono sprofondata in una dimensione fatta di oscurità, tenebre e incubi terribili.
 
D’un tratto dei colpetti cadenzati e smorzati mi giungono alle orecchie attirando la mia attenzione.
Prima che possa alzare il volto, però, un terribile dubbio mi assale.
E se fosse Ian?.
Non sono ancora pronta per rivederlo, per guardare quei suoi occhi così ignari e innocenti e vedervi riflessa l’immagine dello spudorato tradimento di Megan. Non riuscirei a sopportarlo.
Ciò nonostante mi impongo di reagire. Non posso rimanere per sempre in questa macchina.
Devo farmi forza, coraggio e affrontare le situazione con determinazione.
Non era forse questa la Nina che un tempo vinceva e sovrastava le paure a testa alta, guadagnandosi i propri risultati?.
Con un granello di fermezza alzo lentamente il volto e inclino il capo verso il finestrino in maniera tale da riconoscere chi mi ha chiamata.
Il sollievo e la consolazione si impossessano del mio corpo quando incrocio gli occhi verde foglia del mio amico Paul, che mi squadrano angosciati e  preoccupati.
In un moto di felicità apro lo sportello e, senza neanche dargli il tempo di formulare la frase che sta per dire, mi getto tra le sue braccia scoppiando in un pianto liberatorio.
So che probabilmente penserà che sono una piagnucolona ma in questo momento l’unico che realmente può aiutarmi e che conosce bene la situazione, anche dalla parte di Ian, è lui.
Inoltre non voglio coinvolgere Candice o Jessica angosciandole inutilmente con questa storia.
Le braccia muscolose e confortanti di Paul mi circondano, infondendomi un profondo senso di gratitudine e pace.
<< M-mi di…spaic-ce p..ian-go di c-contin..uo >> borbotto avvilita tra un singhiozzo e l’altro.
Percepisco le labbra del mio amico tirarsi in un sorriso spontaneo e le sue braccia trarmi ancora più a sé.
<< Non dirlo neanche per scherzo, Nina. Io sarò sempre qui. Anche quando allagherai tutta Atlanta con le tue lacrime. >> dice serio e al contempo ilare.
Un accenno di sorriso spunta sulla mia bocca a quella battuta e le lacrime cessano di tormentarmi.
I singulti si riducono, come anche i tremolii e il pulsare alle tempie e al petto.
Paul ha la capacità di calmarmi e tranquillizzarmi anche solo con un’occhiata e di questo ringrazio la fortuna che mi assiste sporadicamente.
I secondi passano lenti e interminabili mentre finisco per chiudere gli occhi ormai indebolita e spossata per tutta la situazione e l’orribile giornata trascorsa e abbandonarmi tra le muscolose braccia del mio amico.
Le lacrime sulle mie guance si asciugano, pizzicando lievemente a causa della brezza gelida che si è alzata.
Un sospiro caldo soffia tra i miei capelli e sulla mia cute facendomi rabbrividire.
<< Nina è meglio se rientriamo. Ti va questa notte di rimanere da me? >> mi propone gentilmente con ancora una nota d’apprensione a colorargli il tono.
Sciolgo l’abbraccio mentre sento riaffiorare il dubbio e l’angoscia.
Alzo lo sguardo puntandolo nelle sue iridi verdi e spalanco intimorita gli occhi, come a supplicarlo di non farmi dormire sotto lo stesso tetto con Ian.
<< Stai tranquilla. E’ andato via. Comunque non accetto un no come risposta. Non ho intenzione di lasciarti guidare la macchina in queste condizioni. >> Paul comprende i miei pensieri riuscendo a placare il tormento che minaccia di beneficiare della mia anima e io spalanco la bocca per protestare.
Prima che possa replicare alla sua minaccia velata e sentenza severa, però, afferra il mio borsone dal sedile del passeggiero e richiude la macchina, infilandosi, poi, le chiavi nella tasca dei jeans, così io non posso far altro che richiudere la bocca e aspettare.
<< Forza andiamo. Dobbiamo parlare parecchio. >> mi incinta lanciandomi un’occhiata esplicita mentre mi circonda premurosamente le spalle con un braccio e mi guida fino all’interno dell’edificio.
Non appena varco la soglia dell’entrata principale e il mio sguardo cade sulle rampe di scale, percorse in fretta e furia appena pochi minuti prima, il panico mi assale e m’irrigidisco mentre i pensieri si animano nella mia mente.
Paul si volta verso di me e mi avvicina a sé, capendo il mio stato d’animo.
<< Ti assicuro che è andato via. Sei rimasta chiusa in quell’auto per venti minuti Nina e io sono stato un quarto d’ora a battere sul finestrino chiamandoti, ma ti eri chiusa dentro e, credo, anche nel tuo mondo. Comunque lui è uscito cinque minuti dopo che sei corsa via.  >> mi conferma il mio amico mentre mi rivolge un sorriso dolce.
Impallidisco non appena il mio cervello elabora la frase.
Venti minuti in macchina? Sono rimasta chiusa dentro la vettura per venti interi minuti, senza sentire alcun suono?! Com’è possibile? Mi sembrava che fossero passati solo tre minuti e che fossi circondata da un silenzio tombale.
Un brivido mi percorre la schiena e mi stringo nelle spalle, sentendo il freddo permeare nei miei vestiti e raffreddarmi la pelle.
Saliamo le scale e dopo poco ci ritroviamo nuovamente di fronte al portone di casa, teatro di molti avvenimenti.
Apre la porta e, posando la mia borsa a terra, mostra il suo salone moderno con vista mozzafiato su tutta Atlanta.
Non è di certo la prima volta che vengo a casa di Paul ma non posso fare a meno di stupirmi ogni volta che varco la soglia.
Con le labbra schiuse mi osservo intorno guardinga e, timorosa, muovo qualche passo oltrepassando l’uscio e ritrovandomi nell’ampio salone, contornato da vaste vetrate posizionate ad angolo in direzione dei grattacieli e del centro di Atlanta.
Il camino moderno di fronte ai divani di pelle bianca orna ancora di più l’ambiente, rendendolo meravigliosamente caloroso e accogliente.
Un fuoco scoppiettante e vivace sfrigola, donando al luogo una sensazione di calma e pace.
La cucina adiacente alla porta di ingresso in laccato bianco e legno nero rivela elettrodomestici e accessori ancora quasi del tutto inutilizzati.
Mi stupisco della vista che si può godere anche dai fornelli. Basta solo girarsi e ammirare quel capolavoro.
E’ un appartamento di medie dimensioni esaltato, soprattutto, da quel particolare che la rende la più lussuosa delle abitazioni.
Paul è stato veramente fortunato a trovare un alloggio del genere anche ad un prezzo conveniente. Nonostante ciò rimango decisa e fiera della mia casa.
<< Nina porto la tua roba in camera mia. Dormirai lì stanotte, va bene? >> mi chiede gentilmente il mio amico, facendomi tornare alla realtà.
Annuisco flebilmente e mi limito a sospirare un mesto “ok”.
Mentre aspetto che torni, il richiamo melodioso e avvolgente del calore del camino e del divano, su cui è ingarbugliata disordinatamente una coperta di pail grigio, mi avviluppa, costringendomi ad accoccolarmi nel tepore dei cuscini e a perdermi con lo sguardo nel gioco sinuoso che fanno le fiamme.
Rimango a fissare inebetita quello spettacolo di bagliori e riverberi, avvolta nella trapunta fino al collo con le ginocchia strette al petto.
Ora mi sento estremamente serena e rilassata.
L’inquietudine, la confusione e l’afflizione si sono dissolti nel nulla lasciandomi questa sensazione di tranquillità infinita, cullata dalla consapevolezza di avere accanto un amico che mi sostiene e mi aiuta nel momento del bisogno.
La mia mente percorre infiniti pensieri, fin quando non percepisco il posto accanto al mio avvallarsi sotto il peso di qualcuno.
La mia attenzione viene catturata dal gesto gentile del mio amico di coprirmi i piedi lasciati esposti al fresco.
Mi volto lentamente e gli rivolgo un sorriso carico di gratitudine e riconoscenza, che lui ricambia con un’occhiata affettuosa.
<< Nina, vorresti raccontarmi cosa è successo? >> mi chiede cautamente Paul calibrando le parole e il tono di voce, guardandomi intensamente negli occhi, accertandosi che non crolli nuovamente.
A quelle parole, però, il mio copro non può fare a meno di irrigidirsi e tendersi sotto l’orribile ricordo del tradimento di Megan e degli occhi ingenui e innocenti di Ian.
Mi stringo le ginocchia al petto, fino a sentire dolore agli arti e al torace e mi mordo un labbro irrequieta mentre avverto il mio cuore aumentare i battiti.
Nelle pupille del mio amico passa una sfumatura d’apprensione e timore ma cerca di mascherarla sorridendomi placidamente, nell’intento di calmare il subbuglio di emozioni che si stanno rianimando nel mio corpo.
L’espressione di Paul, con mio grande stupore, riesce a lenire e rabbonire la mia anima confusa e ferita.
Rilasso i muscoli e mi lascio sfuggire un sospiro liberatorio.
Abbasso lo sguardo sulle dita che muovo inquieta, ora fuori dalla coperta per l’improvvisa zaffata di calore che mi ha colpita, a causa dell’imminente agitazione e turbamento, e mi concedo alcuni secondi per chiarirmi le idee, fare dei respiri profondi e calmare il tumulto di nervosismo e trambusto che minaccia di possedermi.
Poi rialzando gli occhi e facendomi forza, inizio a raccontare del tradimento di Megan.
<< Non so cosa fare Paul. Non so se dirglielo o no. Ma così lo ferirei e, inoltre, non mi rivolge più la parola da settimane. Non so se è il momento giusto, non so se potrebbe prendersela con me. E’ una situazione terribile. >> mormoro con voce arrochita dal freddo e dal pianto trattenuto.
Mi prendo la testa tra le mani sconfortata e socchiudo le palpebre cercando di contenere le lacrime che incombono per traboccare.
La vista degli occhi sconcertati e sbigottiti di Paul mi tormenta la mente.
<< Ehi, Nina. >> mi chiama dolcemente il mio amico avvicinandosi a me, circondando il mio esile corpo con le sue braccia e traendomi a sé, così finisco per poggiare la testa sulla sua spalla e abbandonarmi al calore e all’affettuosità della sua presenza.
Mi impongo di non piangere e di mostrarmi più forte e sicura di me e, per fortuna, riesco a rinsavirmi.
<< Stai tranquilla >> sussurra teneramente mentre mi copre con il plaid una spalla lasciata scoperta.
Il cuore mi si stringe in una morsa di tenerezza quando compie quel gesto.
Paul sa essere un amico incredibile e di questo non posso che ringraziare il giorno in cui l’ho incontrato. E’ il secondo fratello che non ho mai avuto.
Ricaccio indietro le lacrime e riapro gli occhi, puntando poi lo sguardo su di lui.
<< Ascoltami attentamente Nina. >> inizia voltandosi con il corpo nella mia direzione e prendendomi delicatamente per le spalle.
Rivolge il suo sguardo nel mio e io vi leggo determinazione, una venatura di rancore, sicuramente nei confronti di Megan e una traccia d’inquietudine.
<< Per ora non dirgli nulla. Ha avuto dei problemi con Megan queste ultime settimane ed è questa la causa del suo comportamento freddo e distaccato. Gli serve ancora tempo, perciò ti consiglio di aspettare il momento giusto. >> mi dice serio, scrutando minuziosamente i movimenti del mio viso.
La risposta che mi ha dato non ha fatto altro che confondermi ancora di più le idee.
Che vuol dire che ha avuto problemi con Megan? Hanno litigato? Si sono lasciati? E il momento giusto quale sarebbe?.
Corruccio le labbra e aggrotto la fronte perplessa e, quando apro la bocca per replicare incerta, lui mi precede rispondendo al garbuglio di domande che ora affolla la mia mente.
<< Sarà lui a farti capire quando sarà il momento giusto. >> mormora, rivolgendomi un sorriso intenerito dalla mia espressione confusa e dal mio broncetto infantile.
Perché Paul mi da sempre risposte così ambigue e criptiche? Questa situazione è un enorme enigma e io mi trovo al centro del labirinto correndo confusa da una parte all’altra alla ricerca della via d’uscita.
Più vado avanti più il sentiero si infittisce, costringendomi a rimanere ferma nello stesso punto, soccombendo alla situazione soffocante.
Cos’altro dovrei fare se non aspettare?.
La mia attenzione viene catturata dal movimento di Paul e dal suo dirigersi verso la cucina.
Lo osservo distrattamente mentre mi abbandono lentamente al tepore della coperta e al torpore della stanchezza della giornata.
<< Vuoi qualcosa da mangiare? Io preparo la cena. >> mi chiede il mio amico voltandosi con un sorriso gentile dipinto sul volto.
Scuoto la testa stringendo le labbra e rannicchiandomi sotto la trapunta.
<< Non ho molta fame. Grazie lo stesso. >> aggiungo prima che possa ribattere, vedendo la sua occhiata autoritaria e severa scrutarmi meticolosamente.
Alla fine la sua espressione si rabbonisce e borbotta un “ok” sconfitto.
Il resto della serata passa tranquillamente, nel silenzio e nella quiete di una fredda sera di novembre, incorniciata da qualche chiacchiera e battutina ilare, che riesce a farmi tornare il sorriso.
La spossatezza e la stanchezza, però, si fanno presto sentire e io non posso fare altro che augurare una buona notte a Paul e andare a dormire in camera sua.
Appena varco la soglia della sua stanza il suo profumo dolce e leggero mi circonda e un senso di familiarità si infonde in me.
Chiudo la porta  e mi avvicino al letto, sulla quale è posata una maglietta degli Aerosmith, un pantalone lungo di una tuta, uno spazzolino nuovo e un asciugamano.
Un sorriso mi affiora spontaneo quando penso a quanta premura abbia nei miei confronti e non posso fare altro che ringraziarlo mentalmente per tutto ciò che sta facendo per me.
Devo ricordarmi di regalargli per Natale qualcosa di veramente significativo, che esprima tutta la mia riconoscenza.
D’un tratto la fiacca mi possiede e le palpebre si fanno pesanti.
Con gesti meccanici mi infilo il “pigiama” che mi sta estremamente largo e lungo, quasi ci potrei navigare, mi lavo i denti, sciolgo i capelli dalla coda spazzolandoli con cura poi, distrutta, raggiungo il grande e morbido materasso che profuma di Paul.
Scosto le coperte e mi infilo nel letto rimanendo un attimo a fissare la camera ordinata e pulita e la mia mente non può evitare di mettere a confronto queste qualità con il continuo disordine e caos di Ian.
Quando il cervello colloca il paragone, il mio cuore perde un battito e io trattengo il fiato.
Differenziano anche in profumi.
Mentre l’odore di Paul è delicato e tenue con un sentore di vaniglia, quello di Ian è forte, deciso e terribilmente intenso, che mi fa andare in visibilio. E’ un’essenza dal retrogusto muschiato e afrodisiaco. Qualcosa che inibisce totalmente i miei sensi, mandandomi in tilt.
Rabbrividisco al pensiero e alla sensazione e, voltandomi su un fianco, spengo l’abat-jur e la penombra mi circonda.
Purtroppo, però, l’oscurità non porta via questo strano senso di inquietudine che, tutto ad un tratto , mi ha  invasa e io mi mordo un labbro inquieta.
Serro le palpebre con decisione e stizza mentre cerco di ritrovare la calma.
Espiro sonoramente e con un braccio circondo il secondo cuscino, sentendomi più al sicuro e più comoda.
Muovo le gambe un paio di volte, alla ricerca di un punto fresco, perché d’un tratto il piumone è diventato troppo soffocante e irritante.
Scosto un lembo di coperta con un gesto secco e sdegnato mentre ricerco il sonno.
Lentamente precipito in uno stato di dormiveglia angustiato e tormentato, in cui non faccio altro che girarmi e rigirarmi, oscillando perennemente tra il mondo utopico e reale.
 
 
I miei sogni sbiaditi, indistinti e confusi mi trasportano nel loro vortice illusorio, strattonandomi e spintonandomi violentemente tanto che dietro di me si apre una voragine profonda e io cado, agitandomi a mezz’aria con il cuore a mille e il principio di un urlo bloccato in gola.
Mi sveglio di soprassalto, sbarrando gli occhi e portandomi subito a sedere sul materasso.
Ancora la brutta sensazione della caduta veleggia in me tanto che ho il respiro affannoso e il battito frenetico.
Scossa e scombussolata mi porto una mano alla tempia rintracciando quella poca lucidità che mi è rimasta.
Dopo alcuni secondi di angoscia, la calma torna ad invadermi.
Mi volto lentamente captando con lo sguardo i numeri fluorescenti, rossi della radiosveglia di Paul che segnano le tre e diciassette della notte.
Rilascio un flebile sospiro sconsolato e mi guardo intorno ancora assonnata e spaesata.
La secchezza della mia gola e la bocca impastata mi costringono, però, a cercare una fonte d’acqua potabile.
Con lo sguardo, anche se con qualche difficoltà a causa della penombra, cerco una bottiglia ma, purtroppo, non sgorgo nulla.
Con ancora il torpore e la sonnolenza ad offuscare la mia mente e il mio corpo, scosto le coperte aggrovigliate disordinatamente e, alzandomi lentamente, cerco di orientarmi nell’oscurità muovendo incerta i passi e tastando il buio di fronte a me.
Barcollo leggermente e le palpebre pesanti minacciano di chiudersi ma lotto contro la fiacca e, a passo lento e strascicato, nella semioscurità dell’appartamento, cercando di fare il meno rumore possibile, raggiungo la porta.
Afferro la maniglia e con estrema attenzione l’abbasso, evitando fragori bizzarri e, con gli occhi ormai adattati all’oscurità, controllo che non ci sia nessuno nel corridoio.
Tendo l’orecchio e, smorzato e attenuato, percepisco solo il lieve russare di Paul che mi fa allargare la bocca in un sorriso divertito.
Certa che sia tutto tranquillo, in punta di piedi, mi dirigo in cucina.
Il ripiano di granito e gli sportelli lucidi sono rischiarati dalle luci della città e della luna, che creano un effetto di irradi e chiarori, donando al luogo un aspetto ordinato e silenzioso.
Tutta la casa è immersa nel quiete, solo il ticchettare ritmico della lancetta dell’orologio spezza ad intervalli regolari la pace.
Guardinga e attenta a non procurare possibili rumori, mi avvicino al lavello e apro l’anta che contiene le stoviglie.
Mi sollevo in punta di piedi e afferro un bicchiere, richiudo con cura il battente poi prendo la bottiglia d’acqua e verso il liquido trasparente nel vetro.
Mi appoggio con la schiena al  piano di pietra e mi gusto la città scintillante, osservando affascinata anche i fasci di luce argentea che giocano sul parque mentre sorseggio l’acqua che rinfresca il mio palato e allevia il pizzicore alle tonsille.
Finisco di bere e, sazia, metto il bicchiere nel lavabo, cosciente che il giorno dopo lo sistemerò nella lavastoviglie.
Ancora di spalle, intenta a sistemare la bottiglia, sento improvvisamente uno scricchiolio che cattura la mia attenzione.
Incuriosita da quel rumore mi volto lentamente ma non appena vedo che cosa, o meglio, chi sia la fonte di quel fruscio, perdo un battito.
La figura di Ian si staglia di fronte a me in tutto il suo splendore.
Un vortice di sensazioni negative e caotiche inizia ad agitarsi nel mio petto e non posso fare altro che soccombere cominciando ad essere attraversata da tremiti convulsi.
Nascondo le dita dietro la schiena tormentandomi le mani in difficoltà, come una bambina colta in flagrante a rubare le caramelle.
Provo in tutti i modi a non alzare lo sguardo sul suo viso, ben consapevole dei suoi occhi penetranti che mi stanno esaminando, ma la voglia di rivederlo mi induce a farlo.
I miei occhi sono subito catturati dai suoi, che brillano come diamanti nella penombra del luogo.
Schiudo le labbra incantata e immediatamente le sensazioni negative sono rimpiazzate da brividi piacevoli che percorrono la mia schiena e il mio stomaco, formicolando fino al cuore, che aumenta i battiti.
La sua pelle diafana è rischiarata dal bagliore argenteo dell’esterno. Il suo profilo marcato viene disegnato dal contrasto di luce e ombra. Le seriche ciocche corvine, che gli ricadono disordinatamente sulla fronte in ciuffetti scarmigliati, rivelano riflessi splendenti che mi fanno venire voglia di abbandonare ogni riserva e remora nei suoi confronti e correre da lui infilando le dita in quella massa setosa, beandomi della sensazione di morbidezza e malleabilità.
Quelle labbra piene e socchiuse mi invitano a vezzeggiarle e a vagliarne la consistenza, sicuramente, altrettanto vellutata.
Solo ora noto che indossa gli stessi indumenti di qualche ora prima e di questo mi stupisco.
Così come sono arrivate, le sensazioni di angoscia e timore, spariscono lasciandomi in balia di altre emozioni più ammalianti e seducenti.
Nelle sue pupille nere scorgo solo un’infinita dolcezza che mi incita al dubbio.
Non sto forse sognando?.
La risposta alla mia domanda arriva nel momento in cui Ian si avvicina a me, tenendo sempre imprigionate le mie iridi alle sue.
Il mio cuore palpita e scalpita nel petto, come impazzito, tanto che le costole mi dolgono.
Una morsa fastidiosamente piacevole mi reprime la bocca dello stomaco e il respiro si fa esagitato e irregolare.
Dietro la schiena mi pizzico un braccio per accertarmi che io sia realmente sveglia e ne trovo conferma non appena avverto il dolore.
Le mie pupille si dilatano quando Ian si ferma a pochi centimetri da me.
Non un rumore ora ci circonda.
Nulla.
Non c’è neanche più Megan, il tradimento, il dolore, la confusione.
Siamo solo io e lui.
Occhi negli occhi.
E nei suoi vi leggo infinite storie, parole e domande.
Così ci ritroviamo a fissarci intensamente mentre ci trasmettiamo sensazioni e muti interrogativi.
Il suo profumo avvolgente e inebriante mi circonda e manda completamente in visibilio il mio, già vacillante, autocontrollo, facendomi boccheggiare in cerca d’aria.
Alla fine la magia del momento viene arricchita da un sussurro caldo e suadente che fuoriesce dalle sue labbra.
<< Mi dispiace >> mormora seriamente pentito e amareggiato mentre si avvicina ancora di più a me. I nostri abiti si sfiorano e lui, in un moto d’amore, alza i polpastrelli e li avvicina al mio viso, saggiando teneramente la pelle della mia guancia, scostandomi poi delicatamente una ciocca di capelli che mi era scivolata di fronte al volto.
Quando la punta delle sue dita lambisce la mia pelle un brivido di puro piacere mi attraversa tutta la linea della schiena.
Quanto mi era mancato il contatto con lui, il suo profumo e il suo sguardo meravigliosamente intenso.
I pensieri si fanno incontrastati e accalcati. Una bolla di sconvolgenti emozioni si sta espandendo sempre di più nel mio petto, fino quasi a farmi tremare le gambe per l’intensità.
Com’è possibile che improvvisamente Ian sia tornato ad essere il mio migliore amico e tutto il dolore, l’angoscia e la confusione siano state spazzate via dai suoi occhi meravigliosi?.
Sento il cuore battermi in gola e la voglia di toccarlo e sprofondare nelle sue braccia si fa sempre più acuta, ogni secondo di più.
Un movimento impercettibile delle sue labbra e dei suoi occhi mi scuotono dallo stato catartico in cui sono caduta e mi incitano a guardarlo.
Nei suoi occhi leggo rimorso, mestizia, nostalgia ma anche affettuosità, dolcezza e amore.
La bolla di emozioni gratificanti, piacevoli e felici scoppia in me, lasciandomi completamente senza fiato. Tanto che apro la bocca e ansimo prossima ad un pianto di gioia.
Nelle pupille di Ian passa una sfumatura d’apprensione e, preoccupato, si avvicina ancora di più distando, ormai, solo pochi centimetri dal mio volto.
La mia vista si offusca a causa delle lacrime di felicità e un sorriso estatico aleggia sul mio volto.
Non potendo più resistere, spinta dalla voglia irrefrenabile di avere un contatto più vagliato, in un gesto inatteso, circondo il suo torace ampio e muscoloso con le mie braccia e affondo il mio viso nel suo petto, chiudendo gli occhi e godendomi l’attimo meraviglioso.
Percepisco il suo corpo irrigidirsi lievemente per quel mio atto avventato e improvviso, ma dopo pochi istanti, rilassarsi subito.
Premo le dita sulla sua schiena calda lambendo le fasce muscolari al di sopra della maglietta, godendomi il contatto intimo e nitido con il suo corpo.
Il mio orecchio premuto sul suo busto capta i battiti irregolari del suo cuore e, il mio, a quel suono, fa una capriola nel petto, costringendomi a stringere spasmodicamente le braccia intorno a lui.
Come se non lo volessi lasciare andare. Come se quel contatto, agognato da troppo tempo, sia diventato la mia principale priorità e fonte di vita.
Inspiro una boccata d’aria pregna del suo odore inconfondibile e mi rilasso su di lui, finalmente libera della prigionia della sofferenza.
Dopo alcuni minuti avverto le sue braccia circondarmi la schiena, chiudendomi nella sua nicchia e il suo volto e il suo sguardo abbassarsi di poco per guardarmi.
Percepisco le sue labbra tendersi in un sorriso di pura gioia e le sue dita accarezzarmi i capelli e la schiena.
<< Mi sei mancata Nina. >> un sospiro che spezza la quiete e che s’infrange sulla mia cute e nel mio cuore, avvolgendolo in un fiotto avviluppante di calore.
<< Anche tu, Ian >> mormoro ammaliata, vivendo il mio sogno divenuto realtà.

Angolo autrice
 
Buonsalve ragazzuole! ^.^
Scusate il ritardo ma ho avuto alcuni impegni e ho dovuto giostrare un po’ il tempo. In più la scuola incombe ogni giorno perciò…
Premettendo che ancora qualcosa non mi convince. (Ebbene sì, sarò un’eterna indecisa e insicura, lo ammetto.) Credo che sia venuto un pochino meglio del precedente. O almeno lo spero.
Tra l’altro per il precedente ho trovato conferma alle mie supposizioni (cioè che era venuto una schifezza) grazie anche alle poche recensioni che ho ricevuto.
Con questo non voglio assolutamente lamentarmi ma almeno chiedervi e cercare di capire cosa io abbia sbagliato perché non riesco proprio a capirlo. Anche il fatto di aver ricevuti molti meno commenti rispetto al normale. Questa cosa mi da un gran dispiacere. =(
Comunque, tralasciando per un attimo lo scorso capitolo passiamo a concentrarci su questo.
Assistiamo alla reazione di Nina di fronte al tradimento di Megan.
Povera cucciola, scioccata e terribilmente in difficoltà. Non vuole ferire il suo amico rivelandogli la cosa, nonostante sia stata trattata male da lui per più di una settimana.
Non appena capisce la complessità della situazione corre da Paul. Un amico magnifico che tutti vorremmo avere.
In grado di sostenere ambo le parti, di ascoltare i discorsi deliranti, le crisi, i pianti e gli urli, mantenendo una calma e una lucidità quasi raccapriccianti.
La porta di casa Wesley, però, non viene aperta da Paul bensì da Ian. Proprio colui che Nina non voleva ancora vedere.
Ciò le causa una sofferenza e un crollo interiore profondo che la inducono a scappare via.
Per fortuna la situazione viene ripresa nuovamente in mano da Paul che riesce ad orchestrare con grande maestria ogni particolare non rivelando il segreto di Ian ma, al contempo, aiutando Nina a fare un po’ di chiarezza.
Alla fine nel cuore della notte la nostra bella bulgara si ritrova in cucina a bere e improvvisamente compare Ian.
Basta solo un gioco di sguardi e la forte mancanza dell’uno nei confronti dell’altro che ogni brutto ricordo sparisce e i due si riabbracciano amorevolmente.
Spero che la scena sia stata descritta bene, perché è quella che mi convince meno in tutto il capitolo, beh staremo a vedere…
Sicuramente vi starete chiedendo che fine avesse fatto Ian per tutta la serata, visto che è rincasato solo quando tutti dormivano.
Beh questo si scoprirà nel prossimo capitolo con un bel POV Ian.
Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia emozionate, che sia all'altezza degli altri, anche perché a me sembra di non saper più scrivere, in questi giorni…
Va beh, ora vado, ringraziando di cuore chiunque abbia inserito la storia fra le preferite/seguite/ricordate e anche i lettori silenziosi.
Un ultima cosa poi vi lascio tranquille =).
Volevo chiedere a tutte voi, so che è ottobre, è ricominciata la scuola, il lavoro, gli impegni spesso ostacolano il tempo per recensire ma volevo chiarirvi che noi scrittrici, per quanto mi riguarda, lavoriamo in continuazione, per scrivere e produrre un capitolo, quantomeno decente.
Mi impegno sempre moltissimo, cercando di scrivere al meglio e sperando di regalarvi qualcosa di bello, per questo vorrei che lasciaste una recensione.
Anche come gratificazione per il lavoro svolto, anche poche e semplici parole possono rendere felici noi scrittrici che cerchiamo sempre di impressionarvi.
Perciò, in poche parole, vorrei sentirvi in molte. Scrivete le vostre domande, perplessità, curiosità, sensazioni che avete provato, supposizioni…
Soprattutto qualche personcina nuova! Non siate timide, non vi mangiamo mica ;)
Un bacio.
A presto.
Fede Xoxo

 
P.S. So che le lettrici di Love Bites mi uccideranno prima o poi ma voglio dirvi che sono veramente in crisi con questa storia. Dire che ho un blocco dello scrittore è un eufemismo.
Mi manca un po’ per finire il nuovo capitolo, però non vi prometto nulla, perché ho totalmente perso l’ispirazione per questa storia e, invece l’ho acquistata per questa e per una nuova originale che sto scrivendo. Perciò scusatemi davvero. Ma non so quando tornerò a riprenderla, nel frattempo non mi resta altro che dirvi: godetevi queste altre storie, mentre provvederò a cercare nei meandri della mia mente l'ispirazione per LB.


P.P.S Avete visto la 4x01? Che ne pensate? Vi è piaciuta? Io devo dire che mi è piaciuta abbastanza. Abbastanza, perché sinceramente mi aspettavo un po’ meglio da tutti gli spoiler e i trailer. Abbiamo rivisto le solite cose. Bonnie che fa un incantesimo per salvare il sedere agli altri. Qualcuno viene rapito, qualcuno li salva ( Damon ) uno viene ferito ( sempre Damon ) Matt buttato a caso qua e la, uccidere Klaus, Stefan ed Elena piccioncini per la vita… ( bleah, mi è venuto il diabete per quelle scene così sdolcinate ) ( con tutto il rispetto per chi è team Stelena, non sto affatto criticando voi , sia chiaro ).
Non vorrei essere troppo critica però mi aspettavo quel pizzico in più che coinvolgesse maggiormente il telespettatore invece siamo tornati alla solita routine.
Anche se, sembra, che quest’anno noi Delene verremmo ampiamente soddisfatte. Almeno spero… =) Beh come si dice? La speranza è l’ultima a morire e io, da Delena convinta, non la perderò mai, fino alla fine della serie ;)
Quali sono le vostre aspettative per la stagione? Secondo voi questa scena hot tra Damon ed Elena come sarà? E ci sarà??
Inoltre avete sentito?
IL PRIMO OSPITE, CONFERMATO, ALLA CONVETION DI PERUGIA E’… ( rullo di tamburi )       IAN!!!!
Ebbene sì ragazze mie, il nostro amatissimo e meraviglioso Ian somerhalder verrà qui in italia dal 31 maggio al 2 giugno!!!
Chi di voi andrà?? Siete pronte per vederlo? Io non vedo l’ora!! E il biglietto l’ho già comprato a maggio, perciò sono già preparata!
Forse ci vedremo lì! =)
Fatemi sapere nei commenti =)
 
 
Ultimissima cosa. SE VORRETE CONTATTARMI SU FACEBOOK, QUESTO E' IL MIO INDIRIZZO: http://www.facebook.com/federica.pediconi
DI TANTO IN TANTO SPOILERERO’ QUALCOSINA E SCRIVERO’ ALTRO PERCIO’ SE SIETE INTERRESATE O CURIOSE, CONTATTATEMI
 
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Britt4ever “ L’amore guarda non con gli occhi ma con l’anima” ( lettrice stupenda!! )
Iansom “Cause you'll always be my only destiny “ ( storia magnifica, molto intrigante e intensa. Waho !!=))
Elen91 ( che stimo molto sia come scrittrice che come beta, sei bravissima =)) “ Can you immagine that love?” “Breathe me” e meravigliosa e nuova “50 sfumature di tenebra”
Fergyyy “ day by day” ( chi è appassionato di storie Robsten, questa fa proprio per voi, magnifica! =))
Meiousetsuna “Everything of Me” (meravigliosa One-shot Delena ambientata dopo la 3x19 leggetela è stupenda!! )
Giuls_somerhalder “San Valentino A New York” ( sul cast di TVD, veramente molto carina, allegra e scritta molto bene. Ve la consiglio assolutamente! )
Emily petrova “La fidanzata dell'ibrido” ( Intrigante e davvero originale. Magnifica. Non ci sono altre parole per descriverla. )
BloodyMary94 “Tutto Cambia Per Un Bacio” ( questa storia è una delle mie preferite, la seguo assiduamente e con passione. E’ sulla coppia Delena veramente Stratosferica!! Hihihi Leggetela! ) 
  
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