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Autore: GuGuEll    27/04/2007    5 recensioni
L'ora del gelato però, non significava solo un semplice peccato di gola.Dopo aver ricevuto la vaschetta, era solito rigirare la sedia di fronte alla finestra, dando le spalle al suo presente da burocrate.Anche quel giorno vuoto, monotono ecome tanti altri fece come aveva sempre fatto.Si piegò in avanti, in modo che potesse vedere meglio quella sua proprietà tanto propria quanto comune che era il suo villaggio...One shot sulle abitudini golose di Gaara.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve bella gente!!!Eccomi di nuovo con un'altra one-shot per gente stressata e malata di mente come me(Dico sul serio).Dedicata a tutti gli amanti del gelato, agli evasori dalla realtà ed anche ai mitici pistacchio e zabaione, ovvero le superstar di questa fic e miei grandissimi sostenitori in questi ultimi tempi...Orsù vi lascio alla lettura della fic,dal momento che devo sbrigarmi a finire il mio gelato, prima che esso mangi me.(i gelati traboccanti di conservanti del supermercato a volte sono pericolosi).Ah, dimenticavo: un ringraziamento anche a tutti quelli che hanno recensito la mia prima fic!Un bacione!

Sabaku ice-cream


Pomeriggio vuoto di una giornata altrettanto vuota.Una tumultuosa tormenta di sabbia deturpava il paesaggio incorniciato dalla piccola finestra dell'ufficio del kazekage.Scenario tipico di una giornata come tante altre, terribilmente e maledettamente monotona.Da quanto tempo ricopriva quella carica?Sei mesi?Un anno?Due?E chi lo sa! Ormai da tempo aveva perso la cognizione del corso degli eventi, e gli sembrava di vivere da sempre lo stesso giorno ad infinitum, il chè lo scoraggiava non poco.Si salvavano ovviamente i momenti che trascorreva con i fratelli e quelli contrassegnati da qualche evento rilevante, dopo i quale seguiva un periodo di attività frenetica ed infine di nuovo a sprofondare nell'abisso burocratico che in confronto le sue sabbie mobili potevano paragonarsi ad innocue pozzanghere di melma.

La vita del kazekage era più complicata e pesante di quanto si sarebbe mai aspettato;tuttavia, trovava alquanto egoistico lamentarsi degli enormi vantaggi nel ricoprire suddetta carica: dopotutto possedeva un immenso palazzo di sua proprietà che condivideva con i fratelli, poteva esercitare il potere come e quando voleva e poteva concedersi ogni lusso che desiderasse.Intendiamoci, però:Gaara non era tipo da lasciarsi trascinare dalla lussuria, ma ogni tanto si concedeva qualche sfizio.Come il gelato, per esempio.

Questa abitudine (o meglio: frenetica passione)cominciò quando i fratelli lo portarono per il suo tredicesimo compleanno in gelateria.Neanche a dirlo, provò un vago senso di smarrimento innanzi a quella colossale distesa multicolore e non aveva la più pallida idea di cosa volesse dire “scegliere un gusto”.Optò, forse per l'accostamento di colori, per un cono al pistacchio ed allo zabaione.Da quel giorno-non l'avessero Temari e Kankuro mai fatto!- i due gusti diventarono per lui una sorta di chiodo fisso, una droga innocua, che al massimo gli procurava un fastidiso mal di pancia.All'incirca ogni giorno giungeva l'ora in cui richiamava un ninja addetto ai suoi servigi e lo incaricava di portagli una vaschetta di zabaione e pistacchio dalla gelateria più vicina.I suoi occhi sussultavano di desiderio quando vedevano il contenitore sciabordante della sostanza cremosa che si appiccicava alle innumerevoli e scomode scartoffie e lo assaltava ferocemente brandendo agguerrito il cucchiaino di rito.

-Se continuerai così diventerai una botte!-Ovviamente la cara sorella Temari non poteva non criticare (con buone intenzioni)la strana piega presa dal fratello minore.Ma a lui cosa gliene importava?Cosa gli importava se sarebbe diventato una massa di adipe flaccida?Certo, cio non avrebbe trovato agevolato i movimenti e nemmeno contribuito a trovare facilmente moglie, ma questi sono dettagli superflui.

L'ora del gelato però, non significava solo un semplice peccato di gola.Dopo aver ricevuto la vaschetta, era solito rigirare la sedia di fronte alla finestra, dando le spalle al suo presente da burocrate.Anche quel giorno vuoto, monotono ecome tanti altri fece come aveva sempre fatto.Si piegò in avanti, in modo che potesse vedere meglio quella sua proprietà tanto propria quanto comune che era il suo villaggio.Mise il cuchiaio in bocca pregustando il dolce e lento distacco dalla realtà.D'un tratto la tempesta di sabbia si placò e le polverose ed ampie strade si popolarono poco a poco:i bambini tornarono a giocare con i palloni colorati ed i passanti a schivare i loro giuochi vivaci.Gaara si divertiva a guardare e salutare loro quando voltavano lo sguardo verso la fantomatica finestra; allora essi iniziavano a gridare sorpresi, ad agitare la manina e a richiamare l'attenzione dei passanti verso quel giovane capo che in fondo aveva ancora da poco tempo abbandonato i verdi giardini dell'infanzia.E Gaara sorrideva, perchè, dopo tutto ,anche lui si trovava in mezzo a loro a giocare a pallone tra la polvere, calpestando giocosamente le scartoffie che discendevano dalla sua finestra come dei coriandoli giganti e sollevando trionfante un cucchiaino ancora velato di zabaione che affondava nell'ultimo triangolino di gelato rimasto incastrato in un angolo.

Si scrollò di soprassalto dalla sedia.Dalla finestra infuriava ancora la tempesta ed ormai il giorno aveva lasciato il posto alla notte.Si guardò intorno come per cercare una parvenza di cambiamento:tutto era comeprima, maledettamente lindo ed in ordine.Nemmeno un soprammobile fuori posto.Si girò lentamente verso la scrivania, l'unica fonte di caos presente in tutto l'ufficio e l'unica cosa di cui attualmente avrebbe dovuto occuparsi ma che vrebbe volentieri gettato nell'inceneritore.Riprese in mano la penna e lanciò bruscamente in un angolo della stanza la vaschetta.

Aveva finito il gelato.

  
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