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Autore: teabox    27/04/2007    11 recensioni
In un tempo dopo la fine della guerra contro Voldemort.
Un sabato mattina il mondo magico si sveglia, prende la Gazzetta del Profeta e trova una notizia inaspettata a ricoprire la prima pagina del giornale. Una notizia che vedrà alcune persone catturate in una ragnatela di mezze bugie e mezze verità e che le costringerà ad affrontare il loro presente e il loro passato per dimostrare di essere innocenti. O far credere di esserlo.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: mille e ancora mille grazie a de_pi, ginny89potter, Aurora (ottima intuizione sui bigliettini), Rox4nne (complimenti a te per l'illuminazione) e PlatinumDragon (non impazzire, per carità, non ne vale la pena). Profondamente grazie per le parole lasciate e per il tempo speso per lasciarle.
E nuovamente grazie di cuore anche alle persone che hanno letto la quarta parte.
Ci siamo quasi, penultimo capitolo.




5. Dove Hermione Granger parla di nuovo e la storia si avvia verso la fine


Ministero della Magia, Londra, Lunedì 15 Novembre

Quando Hermione tornò al Ministero della Magia, non trovò nessuno ad attenderla fuori dall’ascensore. Per un istante fu tentata di girarsi ed andarsene, ma sapeva fin troppo bene che non sarebbe servito a nulla.
Percorse velocemente il corridoio che si allungava davanti a lei e si fermò di fronte all’ufficio dell’Ispettore Knightley, bussando e aspettando di essere invitata ad entrare.
Pochi minuti più tardi, seduta davanti all’Ispettore, si chiedeva ancora se non fosse stato un errore.
«Confesso di essermi un po’ meravigliato quando ho ricevuto il suo messaggio, signorina Granger», le disse Knightley sorridendole affabilmente.
Hermione non replicò, ma si mosse un po’ a disagio sulla sedia che aveva occupato.
«Di cosa voleva parlami?», chiese l’Ispettore osservandola. Ma, dato la ragazza rimaneva in silenzio, riprese a parlare. «Forse le è venuto in mente qualcosa? O magari vuole rettificare qualcosa della sua precedente deposizione?»
Hermione appoggiò lo sguardo sulla scrivania di Knightley senza, tuttavia, alzarlo fino al viso dell’uomo. «Sì. Qualcosa del genere.»
«Forse riguarda la natura dei suoi rapporti con il signor Potter?»
Lei alzò finalmente gli occhi. Stupore, una nota di vergogna, un po’ d’imbarazzo. «Sì.»
L’Ispettore sospirò. «Voi due siete stati amanti.»
«...sì.»
«Poi il signor Potter ha deciso di chiudere la storia.»
«Sì.»
Knightley prese un numero della Gazzetta del Profeta e lo appoggiò di fronte ad Hermione. «Poi scoprì di essere incinta.»
Lei tremò. «Come...?»
«Me lo ha riferito il signor Potter ieri sera.»
Hermione si morse un labbro, trattenendo a fatica le lacrime.
«Non era... non è sicura di chi è il padre», aggiunse l’Ispettore con un tono tranquillo, pacato. La vide scuotere lentamente la testa. «Signorina Granger, le farò di nuovo una domanda che già le feci quando parlammo per la prima volta.» Appoggiò le braccia sulla scrivania e si sporse un po’ in avanti. «E’ mai stata gelosa di Ginevra Weasley?»
Lei prese fiato, esitando un momento prima di rispondere. «Sì, un po’, tempo fa... dopo la Guerra. Lei ed Harry stavano insieme, ma Ginny non lo capiva. Non sapeva quello di cui Harry aveva bisogno. Io sì. Io l’ho sempre saputo. E poi tutta quella disponibilità nei confronti di Malfoy. Era assurda. Lui era stato sul punto di rovinare tutte le nostre vite e lei... lei...» Strinse i pugni e i lineamenti del viso s’indurirono. «Lo trattava come un amico. Non era di nessun aiuto ad Harry, ma trattava Malfoy come un amico.» Tremò appena. Poi, però, sembrò scuotersi al suono delle sue stesse parole. «Ma Ispettore io non... non...»
Knightley la fermò con un gesto della mano. «Stia tranquilla, signorina Granger. Per il momento non abbiamo ancora intenzione di prendere provvedimenti contro di lei o chiunque altro.»
Hermione sembrò rilassarsi leggermente. Si passò una mano sul viso, poi tra i capelli e infine l’appoggiò sulla scrivania. «Quel venerdì... mi chiese lei d’incontrarci.»
«Come?»
«Mi aveva mandato un gufo due giorni prima, chiedendomi se potevamo vederci a Diagon Alley. Disse che voleva parlami di qualcosa.»
L’Ispettore sembrò vagamente seccato. «Questo non me l’aveva detto.»
«Pensavo non fosse rilevante.»
«Lasci decidere a me cos’è rilevante e cosa non lo è, signorina Granger.»
Hermione abbassò gli occhi solo per un attimo, prima di riportarli su Knightley. Era chiaramente infastidita da quel rimprovero.
«Di cosa parlaste?»
Lei lasciò cadere lo sguardo sulla foto della Gazzetta in cui era stata ritratta insieme ad Harry. «Parlammo di quest’articolo e dei... sospetti che Ginny aveva.» Tamburellò piano le dita sulla scrivania, quasi senza fare rumore. «Mi disse che sapeva quello che era successo. Io cercai di negare, le dissi che aveva frainteso il rapporto tra me ed Harry, ma lei mi fermò. Mi disse di non prenderla per un’ingenua e che era stanca di fare la parte della stupida. Disse che sapeva che tra me ed Harry c’era stato qualcosa e immaginava anche cosa. Poi... mi chiese se ero incinta.»
Knightley fu sorpreso da quelle parole. «Come faceva a saperlo?»
Hermione scrollò appena le spalle. «Me lo domandai anch’io dopo, ma sul momento non glielo chiesi. Ero troppo stupita da quella domanda, credo.»
«Lei cosa rispose?»
«Le dissi di sì, che ero incinta, ma che il padre era Ron. Non potevo certo dirle che...» Non finì la frase, lasciandola sospesa nel silenzio della stanza.
«Poi cosa successe?» domandò l’Ispettore annotando alcune cose sul suo taccuino.
Lei sospirò. «Rimase per qualche istante in silenzio. Aveva il viso pallido, cinereo. Gli occhi, cielo... gli occhi parevano enormi.» Scosse la testa al ricordo. «Dopo un attimo mormorò qualcosa come “aveva ragione” e disse di dover andare. Non so dove, non lo disse... io pensai fosse solo una scusa per allontanarsi, perché semplicemente si alzò e lasciò la caffetteria, senza aggiungere altro.»
«Ma disse “aveva ragione”?»
Hermione accennò un sì. «Penso volesse dire che l’articolo aveva ragione. Quello che c’era scritto.»
Knightley rifletté per un istante. Appuntò qualcosa. «Quindi imboccò la strada di fronte alla caffetteria e lei non la vide più.»
«Sì», mormorò Hermione sommessamente. «Non la vidi più.»

*

Ministero della Magia, Londra, Lunedì 15 Novembre

Quella sera, prima di lasciare il suo ufficio al Ministero della Magia, l’Ispettore osservò con frustrazione un foglio di pergamena con un elenco di nomi. La calligrafia di Putnam, che aveva redatto la lista, era precisa e lineare.

“Venerdì 12 Novembre

Hermione Granger - mattina presso Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica (confermato); pomeriggio, incontro con Ginevra Weasley (confermato), commissioni a Diagon Alley (confermato) e rientro a casa (confermato)

Severus Piton - mattina presso San Mungo, visita a Narcissa Malfoy (confermato); pomeriggio, incontro con Draco Malfoy (confermato), sosta al Paiolo magico (confermato) e rientro a casa (confermato)

Draco Malfoy - mattina, commissioni a Diagon Alley (confermato); pomeriggio e sera presso abitazione (confermato)

Harry Potter - mattina con il Primo Ministro (confermato); pomeriggio con Ronald Weasley, figlio del P. M., presso l’abitazione dei Weasley (confermato); sera, rientro a casa (confermato)

Nessun altro (parenti o amici) sembra aver visto o incontrato la signorina Weasley venerdì 12 Novembre, tra le quattro e le cinque del pomeriggio.”

*

Londra, tempo dopo

Le ricerche di Ginevra Weasley continuarono per qualche altro mese.
Poi, verso l’inizio della primavera, la figlia del Primo Ministro della Magia fu dichiarata “non rintracciabile”. Un modo come un altro, concordavano i più, per non dire che era scomparsa e che, probabilmente, nessuno l’avrebbe più rivista. Sparita, diceva qualcuno. Morta, diceva qualcun’altro.
La notizia continuò ad apparire sulla Gazzetta del Profeta per un po’ di tempo, scivolando lentamente dalla prima pagina del giornale all’ultima, finché non sparì del tutto. Ma nei salotti e negli angoli delle strade, un folto numero di streghe più o meno giovani amavano ancora scambiarsi false indiscrezioni, mezze bugie, una schiera di “ho sentito dire” e “sarebbe un segreto, ma”. E, nonostante le numerose versioni della faccenda che erano in circolazione, su di un punto tutte sembravano concordare. Era successo qualcosa tra la “povera Ginevra Weasley” ed Harry Potter. Qualcosa di così terribile che aveva indotto la “povera Ginevra Weasley” a togliersi la vita. In qualche angolo nascosto di Knockturn Alley, magari, dove tutto quello che vi succedeva rimaneva sempre segreto.
Irrimediabilmente, quando questo concetto veniva espresso, tutte le streghe annuivano e sospiravano appena, profondamente affrante per almeno cinque secondi, fino a quando una di loro non offriva “un altro po’ di tè o magari una fetta di torta, cara?”
Così la conversazione si spostava sul tempo o su come fosse difficile trovare ancora un buon elfo domestico, mentre la “povera Ginevra Weasley” veniva dimenticata. Almeno fino all’incontro successivo.

Il fascicolo che raccoglieva il materiale del suo caso fu chiuso, sigillato, siglato e depositato in un archivio un po’ polveroso ma ben ordinato del Ministero della Magia. Il cartello di quella sezione recava la scritta “Casi Insoluti”.
L’Ispettore Knightley aveva sospirato accostando la porta dell’archivio e lasciandoselo alle spalle.
Come aveva detto a Severus Piton all’inizio di quelle indagini, tutti i casi si chiudono, in un modo o in un altro.

  
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