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Autore: Trestan    18/06/2004    0 recensioni
E ritorna il fantasy... Il fuoco non è più presente sulla terra se non in manifestazioni naturali... Dicono che gli dei abbiano privato l'umanità di questo elemento per le loro azioni... Ma ci sarà davvero lo zampino degli dei??
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh, vorrei dirvi che questa è solo una prova, non so se continuerò la storia sinceramente. Vorrei sapere cosa ne pensate perchè non mi convince molto il tutto, probabilmente perchè non ho ancora un plot ben preciso... Aspetto commenti!!! Ora vi lascio alla lettura:
Simon si svegliò. Qualcuno lo stava chiamando: chinata su di lui c’era la piccola fata Bri tutta sorridente come suo solito.
“Svegliati, pigrone” gli disse dolcemente mentre lo osservava aprire gli occhi.
Il ragazzo sbuffò, stropicciandosi la faccia. Si passò una mano fra i biondi capelli e poi si alzò a sedere. Sbadigliò. Non aveva dormito un granché bene sdraiato per terra: quell’erbetta verde sembrava morbida e soffice, ma la terra era più dura del marmo, infatti, la schiena gli doleva.
Ormai era già giorno e spirava un lieve vento che agitava le foglie degli alberi intorno a loro. Il fuoco acceso la notte prima si era esaurito e non rimanevano soltanto che tristi ceneri e carboni. Tranne Bri, non c’era traccia degli altri.
“Vuoi muoverti? Siamo già pronti per partire” lo esortò la ragazza mentre si alzava “Ti aspettiamo fuori dal bosco, cerca di muoverti!”
“Si si…” Rispose svogliatamente il biondino. La guardò andarsene e sorrise nel vedere il suo accentuato movimento di anche. Che strana ragazza che era. Si ricordava ancora quando aveva trasformato il suo lupo in un semiumano: la ragazza aveva notato l’affetto tra lui e l’animale e per farlo felice aveva deciso di trasformarlo in uomo, ma il risultato non era stato il previsto. La fatina era un po’ imbranata, specie con la magia e l’ibrido che ne era uscito non era né uomo né lupo. Aveva avuto il dono della parola e la facoltà di camminare su due zampe, ma la sua fisionomia era sempre quella del lupo.
Raccolse la sua sacca e la sua spada, che legò alla schiena, e si immerse fra gli alberi. Camminò lungo un sentiero battuto e in pochi minuti fu fuori dal bosco. I suoi compagni lo stavano aspettando lì: Bri, Morpheus, il suo lupo, e Lyle, un elfo un po’ stravagante.
Morpheus era seduto a terra con la schiena appoggiata ad un tronco, col muso canino annusava l’aria. Nonostante la trasformazione alcune abitudini animalesche gli erano rimaste.
La ragazza era già a cavallo, la sua corta gonna svolazzava insieme ai suoi capelli castani. Era eccitata dalla partenza, ma lo era sempre per tutto, e non vedeva l’ora di mettersi in cammino.
“Andiamo, pelandrone! Muoviti!” lo accolse.
“Si si, con calma, non ci scappa niente”
L’elfo era anche lui a cavallo con Bri, ma il suo stile di equitazione era un po’ insolito: infatti, non sedeva rivolto verso il collo del cavallo, ma verso il sedere. Indossava un logoro gilet bordeaux e un paio di pantaloncini color crema, anch’essi in buone condizioni come il giustacuore. In testa portava un larghissimo cappello color arancio sorretto dalle lunghe orecchie verdi.
Il lupo si avvicinò su quattro zampe al suo padrone, che lo accarezzò, e lo seguì nel raggiungere il suo veicolo. La sua moto da corsa grigia lo aspettava lì, sorretta dal cavalletto. Simon le accarezzò il serbatoio come se fosse la sua dolce metà. Era la cosa a cui teneva di più, quella moto l’aveva pagata con i soldi guadagnati col duro lavoro.
La ragazza eccitata intanto continuava ad esortarlo a sbrigarsi, ma il biondino non ci fece caso e salì con calma sulla sua amata. Infilò la chiave con gentilezza e la accese. Il veicolo ruggì, indugiando un paio di volte: il motore era ancora freddo. Diede gas ancora qualche volta. Mentre aspettava che si riscaldasse, conversò un po’ con gli altri:
“Non capisco per quale motivo continuate ad usare un mezzo arcano come il cavallo…” espresse il suo dubbio il ragazzo.
“Non mi piacciono quelle diavolerie elettroniche e non sarei in grado di usarle” disse la ragazza.
“Chi lascia la vecchia via per la nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova” commentò l’elfo con una delle sue perle di saggezza.
“Sarà…” il ragazzo non era affatto convinto da quelle motivazioni, ma preferì non portare avanti la discussione “Andiamo”
“Evvai! Era l’ora!” gioì la ragazza mentre dava di speroni. Il suo cavallo partì al galoppo
Simon inserì la prima e lasciò andare la frizione. La moto balzò in avanti come una pantere che si getta sulla preda. Morpheus gli correva accanto. Continuarono alcuni minuti a cavalcare in silenzio, poi alla giovane balzò alla mente un’idea eccellente, almeno a suo parere:
“Chi arriva ultimo è un pirla” e spronò il suo cavallo ad aumentare l’andatura.
Simon cambiò marcia e accelerò inseguendo il cavallo di Bri e Lyle, mentre Morpheus cercava di superarlo. Tutti sorridevano, quella gara li stava entusiasmando, tutti tranne Lyle, naturalmente, lui stava giocherellando con le sue dita, senza particolare interesse verso la corsa.
  
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