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Autore: Dear M    15/10/2012    2 recensioni
Una ragazza di 17 anni, di nome Mari si traferisce a Londra all'età di 5 anni, perchè il suo sogno era, fin da bambina, deventare ballerina. Così i genitori decisero di portarla a fare un provino alla The Royal Ballet School, una delle scuole di danza più prestigiose al mondo.
Mari viene presa, ma non sapeva che questo sogno l'avrebbe portata lontana da
i suoi genitori. Loro, infatti non erano di Londra, bensì vivevano in Italia, precisamente a Milano.
Nonostrante questo, i genitori insieme alla figlia, decidono di far avverare questo sogno.
All'età di 17 anni , Mari, decide di lasciare la scuola di danza per affrontare la vita reale, quella dove bisogna lavorare per guadagnare.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.
http://www.youtube.com/watch?v=SPUJIbXN0WY

Quella mattina il mio letto era illuminato dalla luce del sole. Sara aveva aperto la finestra di camera mia, per svegliarmi. Guardai la sveglia sul comodino, ma non capivo ancora bene i numeri, poi misi a fuoco e vidi che erano appena le 9. Perchè mi aveva alzato così presto quella pazza?! Aveva detto preparati per le 11 , non per le 10, potevo dormi...
re ancora un'altra ora. Così senza ma e senza se mi riaddormentai.
-Dai svegliati. La colazione è già a tavola. Datti una mossa.- mi disse con molta tranquillità. Mi alzai con molta calma e cominciai a scendere verso la cucina, al piano di sotto, dove mi aspettava la colazione. Appena entrata in cucina, vidi cornetti, pasticcini, latte, caffè, succhi e quant'altro. Ecco perchè amavo questa ragazza. -Come mai tutta questa roba?- chiesi con il boccone. -Per scusarmi di ieri sera!- disse con gli occhi da cucciolo - O mio Dio! Ahahah. Quindi ogni volta che non cenerai con me devo aspettarmi una cosa de genere?- dissi indicando tutto quel ben di Dio. -Ehi, non ti ci abituare bellezza! Ahahah!- esclamò. Dopo essermi ingozzata in quella colazione super andai a prepararmi e provare a rendermi presentabile.
Eravamo in macchina già da 30 minuti
-Sara dove stiamo andando?- -Ti porto a conoscere un po' di gente!- -'Conoscere?'- -Si, farai amicizia con qualcuno, almeno quando non potrò essere con te, tu non sarai da sola.- -Anche questo è per farti perdonare di non essere stata con me, ieri sera , per cena?- -No tesoro. Questo è per te.-
Per tutto il viaggio l'assillai sull'argomento. Volevo sapere chi fossero, ma lei evitava di parlarne. Non mi rispondeva e pensava a cantare a squarciagola la canzone di Michael Bublè, Everything.
Poi vidi tantissima gente ammucchiata, ma non capivo se eravamo arrivate o no. Poi intuii che eravamo arrivate a destinazione.
-Sara, perchè siamo al tuo studio?- -Scusa, ma mi devi aiutare. E' una cosa importante!- -Importante? E io che c'entro con il tuo lavoro?- -Vedi la mia segretaria se ne andata l'altro giorno, per maternità e io ho bisogno di una sostituta.- -Io sarei la sostituta?- chiesi con le stelline negli occhi, lei annuì con la testa e io saltai dalla gioia. -Grazie, Grazie! Mi hai trovato anche un lavoro. Ma quanto ti posso amare , Sara? Quanto?- -Ahahahha, prego tesoro. Però mettiamoci subito a lavoro.- disse aprendo la porta di vetro dello studio. -Che cosa dovrei fare?- chiesi mettendomi a sedere in quella sedia nera di pelle. -Mah niente di speciale, devi rispondere al telefono, portarmi i fax che ti arrivano e ricevere gli ospiti che hanno preso appuntamenti con me. E ricorda di prendere i dati degli ospiti e salvarli nel computer. Tutto chiaro? - -Chiaro.- dissi sorridendo -Buon lavoro, a dopo- disse chiudendosi in quello studio di registrazione.
Era dalle 11 che lavoravo, e diciamo che avrò risposto al telefono una cinquantina di volte , se non di più, avrò ricevuto milioni di fax e fatto avanti e indietro per quel corridoio miliardi di volte. Verso l'una, decisi di prendermi una pausa e andare a mangiare qualcosina, ma quel maledettissimo telefono squillò di nuovo. Ma dovevo ricordarmi di essere educata quando rispondevo e non scocciata.
-Buon Giorno, Studio Discografico Smith, mi dica?- -Buon Giorno, sono Paul , manager degli One Direction, e stiamo suonando il campanello dello studio da quasi 20 minuti, ma nessuno ci apre, potrebbe farci il favore di farci entrare. Grazie!- -Oh si mi scusi. Ecco fatto entrate prego!- dissi premendo il pulsante che apriva il cancello dell'atrio. Che figuraccia, non potevo crederci, ma essendo il mio primo giorno di lavoro non riuscivo a conciliare tutte le cose che c'erano da fare. E appena abbassai , mi misi a sedere massaggiandomi la testa. Mi faceva molto male. Ma un colpo di tosse mi fece smettere.
-Buon Giorno!- disse questo signore robusto. -Buon Giorno! Lei deve essere il Signor Paul?- chiesi stringendoli la mano -Si, stavamo cercando la signorina Smith!- disse indicando i ragazzi che stavano aspettando fuori dallo studio. -Oh sì certo. Adesso non può ricevere nessuno, ma nel frattempo potete darmi i vostri dati, almeno li salvo nel computer e così ci avvantaggiamo.- dissi tutto d'un fiato, ero molto tesa. -D'accordo! Ragazzi di qua?- disse chiamandoli.
-Buon Giorno!- dissero tutti insieme
-Buon Giorno- risposi senza alzare la testa, non ce la facevo più.
Poi iniziai a salvare i dati nel computer. Avevo già fatto 4 dei ragazzi si chiamavano Niall, Louis, Liam e Zayn, e devo dire che erano molto carini tutti quanti, ma la cosa che in quel momento mi rese molto felice era sapere che me ne mancava solo uno e poi potevo , finalmente , prendermi una pausa.
-Allora tu ti chiami?- li chiesi senza degnarlo di uno sguardo
-Harry- disse quella voce e profonda, forse un po' rauca, ma leggermente. Alzai la testa e davanti a me trovai un ragazzo ricciolo, con due occhi verde smeraldo e un sorriso da invidia. Rimasi a fissarlo per qualche attimo. Ma cosa stavo facendo?! Così abbassai lo sguardo e sperando di none essere diventata completamente rossa li chiesi il cognome.
-Styles, Harry Styles!- disse fissandomi
-Ok. Ultima domanda. Data di nascita.- chiesi fissando il computer e cercando di non incrociare il suo sguardo.
-1 Febbraio 1994- disse con tono sicuro e diretto
-Ok, abbiamo finito Grazie Mille!- dissi massaggiandomi le mani.
-Grazie a te.- mi disse Harry prima di raggiungere i suoi compagni.
Poco dopo Sara si occupò di quei ragazzi. Io , invece, feci una pausa e tornai a casa in bus.

***
Allora come è stato il tuo primo giorno di lavoro?- mi chiese Sara mettendosi a sedere sul divano, accanto a me
-E' stato bello, ma molto faticoso. Non pensavo che la segretaria fosse così difficile.- dissi sbadigliando
-Ahahaha! Vabbè , però te la sei cavata! Brava.-
-Grazie!- risposi tutta orgogliosa di me
-Dai adesso vai a dormire, che domani e domani ancora e i giorni a seguire, dovrai tornare!-
-Allora io vado a nanna, mamma!- dissi prendendola in giro
-Vai, vai!- disse lei tirandomi un cuscino.
-Aahhaha! Notte!- dissi salendo di corsa.
Appena mi sdraiai, la mia testa fu invasa da mille pensieri, ma soprattutto pensieri su quel ragazzo, Harry. Il suo sorriso, le sue fossette, i suoi capelli riccioli, quegli occhi verdi e la sua voce calda, mi stregarono.
 
   
 
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