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Autore: Spiretta97    15/10/2012    1 recensioni
Prefazione
In un Liceo Scientifico fuori città si suppone che il più grande disastro che possa mai capitare agli studenti sia svenire per esalazioni dei prodotti chimici durante un’ora di laboratorio.
Elisa, una neo-liceale con la passione dei gialli di Agatha Christie, decide di entrare in questa scuola col desiderio di evadere dalla sua città ormai troppo piccola per lei e seguire le materie che più ama.
L’incontro con Will, un ragazzo che le diventa subito amico, la sprona ad aprire una piccola attività di investigazione (contrata su furti e perdite di oggetti) gestita da lei e da ragazzo. Ma qualcuno aspetta di compiere la sua vendetta da anni e non si farà mettere i bastoni tra le ruote da due mocciosi.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 
 
Dalla stazione alla scuola ci si mettevano circa  quaranta minuti di cammino. Elisa si guardava intorno e pensava a quanto fosse felice di essere in una città nuova, che per lei significava nuove persone e perciò nuova vita.
Nonostante le valige fossero molto pesanti lei non si lamentava e continuava a camminare gioiosamente immaginandosi l’interno della scuola, si sarebbe stato fantastico! Quando arrivò nei pressi dell’istituto lasciò cadere in terra i bagagli e respirò a pieni polmoni spalancando le braccia, come per dire “Eccomi oceano! Non ho paura di te!”. In lontananza, nei pressi della scuola, vide la sagoma di un uomo grassoccio che si dondolava avanti e indietro stringendo la mano ad altre sagome, probabilmente studenti, anzi, erano proprio studenti. Elisa si avvicinò e sorrise.
-Sono Elisa Kaster-  disse stringendo l’enorme mano dell’uomo in frac marrone.
-Bene signorina io sono il preside, la sua compagna di stanza è arrivata circa un ora fa. Ma non è del primo anno da quel che ho capito- disse l’uomo guardando una lista facendo segno a Elisa di entrare e chiedere di uno dei ragazzi nell’atrio di accompagnarla nella sua stanza.
“Molto rassicurante sapere che il preside di una scuola grande quanto casa mia non sappia nulla dei suoi studenti …” pensò sarcasticamente Elisa entrando nell’istituto. Era come se l’era immaginato: soffitto alto, pareti biancastre alte e larghe, un sogno! Ad un certo punto fu avvicinata da una ragazza che le chiese il nome. Aveva subito intuito che era una “primina”. Tutti si fermavano a osservare le dimensioni mastodontiche della scuola, non solo perché era davvero enorme, ma perché vista da fuori sembrava davvero microscopica, mentre l’interno rivelava quasi un mondo a parte: solo l’ingresso (Elisa ci poteva scommettere la paghetta di un anno) poteva ospitare buoni tre quarti degli studenti senza problemi.
-Sono Elisa Kaster- rispose colta alla sprovvista. La ragazza sorrise e le fece cenno di seguirla. La porto su per delle rampe di scale fermandosi solo quando arrivarono nei pressi del dormitorio femminile. Per tutto il tragitto stettero in silenzio, ma Elisa non se ne curò: era troppo occupata a osservare le bellezze che la sua nuova scuola le offriva. I corridoi e le rampe delle scale erano ampi e ciò era utile, così almeno nessuno si sarebbe spaccato la testa cadendo... forse.
- Questa è la tua stanza, poggia la tua roba, mettiti a tuo agio. Chiedi alla compagna di farti vedere un po’ la scuola, perché sembra piccola, ma ci si perde che è una meraviglia. Io vado… Oh! Dimenticavo, le chiavi le trovi nel cassetto. A pranzo ci sarà il benvenuto per i nuovi studenti, non fare tardi!- detto ciò la ragazze scese le scale e andò ad accogliere altri ragazzi. Elisa aprì timidamente la porta e si trovò davanti una ragazza in divisa che si stava squadrando allo specchio.
-Così non va per niente, è orribile e nessuno lo vuol capire… Ciao! Tu devi essere la mia compagna di stanza, piacere Alessia- disse la ragazza vedendo il riflesso di Elisa nello specchio. Le strinse la mano, si sedette sul suo letto e la invitò a fare lo stesso su quello di fronte. Elisa obbedì e si sedette sul letto mantenendo una postura rigida che faceva capire che era agitata.
-Ehi, guarda che non ti mangio mica, Elisa! Sono solo del quarto anno! Al massimo mordo, ma solo su richiesta. – disse strizzando l’occhio. Elisa spalancò gli occhi, si guardò intorno e cambiò discorso- Cos’è quella cosa sul mio letto?-
Alessia scosse la testa e alzò gli occhi al soffitto come se stesse chiedendo una grazia o cose del genere
- La cosa peggiore della scuola, la divisa.- ti conviene provartela subito, così ti abitui-
- Dove mi posso cambiare? –
- Lì c’è il bagno.-  disse la ragazza indicando una porta bianca  dietro una rientranza nella parete.
Elisa entrò in bagno e aprì la busta che conteneva la divisa. Camicia bianca, giacca rossa come la gonna e cravatta blu. Almeno questa era la divisa per l’autunno e inverno. Quella per l’estate era semplicemente composta da una mini-gonna poco sopra alle ginocchia (su richiesta leggermente sotto) e camicia a maniche corte. Le scarpe erano sempre e comunque degli scarponi neri con lacci rossi
Elisa si mise la divisa e uscì dal bagno
-Aah! Ma a te sta bene, io sono una spilungona! - disse Alessia. Elisa rise e Alessia annuì con la testa
-Così va meglio, non voglio avere una musona come compagna di stanza.
- Senti, se aspetti  un attimo mi metto a posto la divisa e ti porto a fare un giro veloce, veloce della scuola, poi continuiamo un’altra volta perché oggi ho da fare con l’organizzazione del benvenuto- Disse Alessia sparendo in bagno.
Uscì dieci minuti dopo vestita leggermente meglio. Si vedeva proprio che non era a suo agio, continuava a mettersi a posto la giacca e a lisciarsi la gonna legandosi i capelli neri.
- Aspetta, hai la cravatta che con quel nodo non terrà a lungo- disse inginocchiandosi all’altezza di Elisa, non è che Elisa fosse molto bassa, anzi! Era Alessia che era eccessivamente alta, un metro e ottanta, ottanta cinque; in verità non si misurava da un po’, c’era il caso che si fosse alzata nuovamente.
-Ecco, ora è perfetta- disse lei sorridendole.
- Ti porto prima di tutto nel posto in cui faranno la cerimonia di accoglienza, io starò sul palco a raccontare barzellette o piccoli aneddoti sugli anni scorsi-  Alessia portò Elisa attraverso decine e decine di corridoi e, mentre la portava a vedere quella sala, passava davanti a delle aule e le spiegava l’uso o comunque in che occasione sarebbe potuta andarci
-Ecco, questa è l’aula magna, di fianco c’è la mensa dove ci sposteremo dopo la cerimonia. Qui c’è il palco dove parleremo… aspetta un secondo che chiedo come va… Ehi Skipper! Come procedono i preparativi?- gridò Alessia
 -Bene, Sheppy! Chi è lei ? La tua nuova compagna? Molto carina!- rispose il ragazzo facendo l’occhiolino ad Elisa che sorrise. Alessia mantenne invece un’espressione imbronciata la quale sarebbe stata riconducibile alla gelosia.
-Forza andiamo, ciao a tutti!!- gridò per farsi sentire tra il vocio della gente intenta ad attaccare striscioni e roba del genere.
- Alessia, perché ti ha chiamato Sheppy?- chiese Elisa rompendo il silenzio che si era creato tra le due.
- Ah sono soprannomi, lui in realtà si chiama Roberto, o Bob per amici.- disse Alessia aprendo la porta della cucina
- Ecco una volta alla settimana è il turno di una classe per lavare, cucinare e servire al tavolo, per il primo giro si comincia dalla seconda superiore, in modo che i “primini” siano abituati e un po’ più pratici. Ora ti porto in biblioteca, ho notato che ti piace leggere, ti porti dietro un libro da mezz’ora ormai- continuò la ragazza indicando il libro che Elisa aveva stretto in mano e che di tanto intanto passava all’altra. Quando arrivarono in biblioteca Elisa si stupì da quanto fosse fornita.
- Vieni, ti faccio fare subito la tessera- disse Alessia accompagnando Elisa da una signora anziana.
- Desiderate?-
- Deve avere la tessera della biblioteca.- disse Alessia
- Oh certo! Nome, cognome e data di nascita-
- Elisa Kaster, con la “K”. Sono nata il 14 di settembre 19XX-
-Ecco a te- disse la signora porgendo una tessera giallo canarino a Elisa con tutti i suoi dati.
-Con questa hai uno sconto di due euro sul cinema tutti i sabato e di tre euro nella libreria di fianco alla chiesa in città tutti i giorni.-
 Elisa ringraziò e ritornò da Alessia che si era allontanata per leggere un messaggio su suo cellulare. Doveva essere divertente perché sorrideva rossa in volto.
- Ora ti lascio tra i libri, fra un po’ devo trovarmi con Bob per ….. Ehm … ..per lavorare a quella cosa del benvenuto- disse Alessia arrossendo e uscendo dalla stanza
“Starà andando a discutere di tutt’altro con quel Bob” pensò Elisa lasciandosi scappare un sorrisetto malizioso.
-Scusi, dov’ è la sezione gialli? - chiese Elisa alla signora.
-Laggiù. Vanno per ordine alfabetico del cognome dell’autore- disse la signora aprendo una bottiglia d’acqua con i denti.
- Vediamo …. Prendiamo “Assassinio sull’Orient express” mi hanno detto che è bello … Poi poi… Toh! C’è “Trappola per topi” E “Giorno dei morti”…. Chissà quel ragazzo sul treno dove è ora…siamo scesi nella stessa città, magari lo incontro di nuovo! Ah! Ma che vado a pensare!–
Elisa continuò a fantasticare un po’ per poi accorgersi che era tardi e non c’era tempo per continuare a fare sogni idioti e impossibili. Quanto si sbagliava!
-Prendo questo- disse porgendole il libro che aveva scelto.
-Certo, bella scelta. - disse la signora annotando su un foglio il codice-carta della ragazza.
-Fra massimo un mese me lo devi riportare- continuò restituendole libro e carta.
-Certamente- rispose Elisa sorridendo consapevole che avrebbe finito in due giorni.
Uscendo dalla biblioteca Elisa, poiché era di fretta ed era distratta, andò a sbattere contro un ragazzo facendo cadere i suoi fogli e il libro per terra.
-Scusami, non ti avevo visto- disse Elisa
-No, non ti preoccupare. Agatha Christie eh? Non ti smentisci proprio- disse il ragazzo tirando su i suoi fogli e porgendo il libro a Elisa.
- Ti ho già visto … - disse Elisa
- Si, ero con te sul treno- disse il ragazzo
Elisa annuì e il ragazzo sorrise.
- Non ci siamo presentati, piacere William Frassini ma puoi chiamarmi Will - disse il ragazzo stringendo la mano a Elisa che ricambiò la stretta vigorosa
- Piacere Elisa, ma dagli amici mi faccio chiamare Ruth - disse lei sorridendo
- Ruth? Come Ruth Lessing? Effettivamente assomigli tantissimo alla descrizione di quel personaggio- disse Will girando intorno a Elisa
-Hai l’edizione con la descrizione a inizio pagina come la mia? – chiese sorpresa dal fatto che sapesse bene l descrizione di quel personaggio
- Credo che tutte siano così… Comunque vedo che sei un’appassionata di Agatha. –
-Eh già… già…. – Disse Elisa perdendosi nei suoi pensieri. Quante possibilità c’erano che ciò accadesse? Una su un milione? Che fortuna!  Del resto sua madre aveva incontrato un amico che non vedeva da anni, anche quella una bella coincidenza… il mondo è piccolo…
- Sei del primo anno vero? Quindi hai 14 anni- disse Will
- Li compio fra due giorni- disse Elisa
- Hai 13 anni?! - chiese Will stupendosi
- Ehi! Ne ho praticamente 14! Tu quanti anni hai?- disse Elisa innervosendosi un po’. Era abbastanza suscettibile su ciò che c’entrava con la sua età.
-16 sono in terza. Hai detto che compi gli anni fra due giorni? Allora gli auguri te li faccio poi, porta sfortuna farli prima. Ehi! Oggi farò parte degli alunni più grandi che danno il benvenuto a quelli di prima. Mi riconoscerai, sono quello che sul palco entra facendo lo stupido. Ah! Comunque ho sempre stimato i ragazzi e le ragazze che iniziano la scuola a 5 anni e mezzo!- detto questo William scappò via verso la sala da pranzo. Elisa sorrise continuando a pensare che era stata davvero fortunata, si sentiva l’ una su un milione… e di lì a poco avrebbe scoperto che aveva ragione, tremendamente ragione…
  
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