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Autore: DarkRozan    15/10/2012    3 recensioni
ATTENZIONE contiene riferimenti e spoiler su Lost Canvas
Si desta una nuova minaccia per Atena ed il mondo intero, e i cavalieri d'oro sono chiamati a rispondere a nuovi nemici. Ma uno di loro, Milo di Scorpio, dovrà fare i conti col suo passato e dalle sue decisioni dipenderà il destino del mondo.
Prima fanfic che scrivo, spero vi piaccia
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scorpion Milo, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cieli << Figlia carissima, dimmi dunque. Cosa ti porta sull'Olimpo?>>
Zeus si era seduto sul suo trono nel mezzo della sala circondato da altri undici, anche se il suo e i due immediatamente adiacenti erano notevolmente più grandi e decorati.
Sul suo stavano raffigurati immagini di fulmini e saette, talmente ben scolpite da sembrare reali. Sulla destra stava il trono riservato a Poseidone, traboccante di immagini marine e con l'elmo di Orione vicino al bracciale destro*. Sulla sinistra il trono, ormai vuoto per sempre, di Ade, riccamente ornato di fiamme infernali.
Il tono del Sommo Padre era calmo e pacato e lasciava un senso di fiducia e serenità.
Atena si piegò leggermente in avanti in segno di rispetto e ,dopo aver alzato il capo, parlò << Divino Zeus ti ringrazio del tempo che ci concedi. Sono quì nel vostro regno in primo luogo per farvi le mie condoglianze per la morte di vostro fratello>
Dhoko e Shion, inginocchiati, non poterono non rabbrividire. Nonostante i rapporti tra i due non fosse mai stato ottimo, Ade restava comunque fratello di Zeus.
Libra strinse leggermente i pugni, rigido e pronto a difendere la sua signora, anche se contro un simile nemico non avrebbe avuto alcuno scampo.
<< Non avere timore Cavaliere della Bilancia>>
Le parole di Zeus lo colsero impreparato. Alzò il capo e non vide rabbia negli occhi del Dio.
<< Ade era mio fratello, questo è vero, ma in più di un occasione ha tentato di rovesciare il mio regno tramando nell'ombra. Quì sull'Olimpo sentiremo la sua mancanza, ma non per questo devi accusarti, Atena, e nemmeno voi cavalieri, che aveto solo fatto il vostro dovere di guardiani.>>
Shion e Dhoko annuirono rasserenati e distolsero lo sguardo.
Zeus tornò a rivolgersi ad Atena << Non credo che tu sia quì solo per questo motivo. Sono estremamente rari i tuoi viaggi nel mio regno e di solito non sono per chiedermi come mi sento>>
Ora il suo tono era diventato scherzoso, ironico, ma comunque interessato.
<< Non posso negarlo, Padre. Il motivo che mi ha condotta da te è ben più importante>>
<< Ti ascolto>>
Isabel prese un gran respiro e parlò << Sono quì per parlare di Shadir del Falco reale>>
Zeus corrugò la fronte leggermente sorpreso
<< Quale interesse può mai dare un morto? Il Guardiano dei Cieli di Atena è caduto da molto tempo>>
<< Ho il timore che non sia così, desidero parlare con i suoi compagni d'armi>>
Zeus restò qualche istante in silenzio << Così sia>>


Milo non riusciva a credere ai propri occhi.
"Non è possibile" continuava a ripetersi, ma l'uomo di fronte a se, i capelli lunghi e purpurei, gli occhi il viso...era totalmente identico a lui.
Cardia fissò per qualche istante il suo successore, studiandolo.
<< Cosa significa quella faccia sorpresa?>>
<< Chi...sa..saresti..tu?>> Milo non trovava un senso a ciò che stava succedendo, ma era reale non poteva negarlo.
<< Te l'ho già detto, sono Cardia di...>> si interruppe bruscamente stringendosi il petto mentre una maschera di dolore si dipingeva sul suo volto. Cadde in avanti tra le braccia del suo sosia.
<< Cosa ti succede? Che hai?>>
<< Non preoccuparti...starò...bene>> rantolò Cardia a fatica.
<< Ma tu stai bruciando>> si allarmò Milo sentendo il calore del suo corpo, sembrava sul punto di prendere fuoco tanto era caldo.
Cardia emise un grugnito di dolore << Non è niente...passerà>>
<< Dannazione, ti serve aiuto, appoggiati a me>> disse caricandoselo in spalla e dirigendosi verso l'uscita.
<< Lasciami...> si lamentò Cardia << Non mi seve il tuo..aiuto>>
Ma Milo non lo ascoltava, precipitandosi lungo il corridoio dal quale era venuto. Dopo poco più di un minuto rientrò nella sala dove aveva lasciato Camus. Questi aveva appena finito di finire l'ultimo avversario con un colpo di taglio sul collo. Questi si ruppe subito, ponendo fine alle sue sofferenze.
<< Quì ho finito Milo, cosa c'era...>> Aquarius si bloccò istantaneamente alla vista dei due Scorpioni.
<< Ti spiego dopo, ora dobbiamo andare>> Disse sbrigativo Milo mentre Camus lo aiutava a portare lo sventurato.
Nessuno fiatò per tutto il viaggio verso il punto di incontro alla baia con Kanon ed Andur.
VI arrivarono in poco più di venti minuti e non poterono non notare il Cavaliere di Gemini seduto su una roccia con una grande ferita sul capo ed Andur che tentava di curarla.
<< Che vi è successo?>>
<< Era ora che arriviste>> rispose Andur << Un gruppo di nemici ci stava seguendo, così Kanon ci ha trasportati nella Dimensione Oscura per poterli combattere meglio**, ma uno di loro è riuscito ad avvicinarsi e lo ha colpito in testa con una tecnica chiamata Great Hammer...e questo è il risultato>>
Kanon fisso i nuovi arrivati per qualche secondo, poi iniziò a scuotere la testa << Dannazione, mi sono davvero rimbecillito, ci vedo doppio>>
Milo fissò istintivamente Cardia appoggiato a lui, poi lo fece sedere sulla sabbia << No Gemini, ci vedi benissimo>>
Tutti e quattro si fecero intorno al neo arrivato. Era piuttosto pallido e scottava incredibilmente.
<< Questa non è comune febbre>> constatò Andur << Rischia di morire in queste condizioni>>
Camus si fece avanti << Conosco io un modo per guarirlo>> Nella sua mano si condensò il suo Cosmo gelido ed andò a posarla sulla fronte del cavaliere. << Questo dovrebbe far scendere la febbre, è l'unico modo che conosco>>
Cardia si mosse leggermente ed aprì debolmente gli occhi << De..Degel..tu..>> ma prima di poter finire cadde nuovamente nel suo sonno.


<< Entrate miei cavalieri>>
Alle parole di Zeus 4 uomini rivestiti da possenti armature si fecero avanti varcando il portone dal quale erano entrati Atena ed i suoi Cavalieri. A passo di marcia si diposero su due file parallele camminando verso il trono, poi una volta avvicinati si inginocchiarono e si disposero su una sola linea a destra del Sommo Padre. Ad un suo cenno il primo della fila fece due passi in avanti e si inchinò in rispetto ad Atena. Era avvolto da una Armatura lucente e pallida come il latte, il suo elmo rappresentava un Drago.
<< Kaled del Dragone Celeste, Guardiano dei Cieli di Zeus e comandante dei Guardiani>>
Subito dopo gli altri si fecero avanti in maniera similare.
<< Rosalin del lupo silvestre, Guardiana dei Cieli di Artemide>>
<< Likos della Lince Luminosa, Guardiano dei Cieli di Apollo>>
Per ultimo il Cavaliere Rosso che aveva fatto da guida << Amoneth del Leone Rosso, Guardiano dei Cieli di Ares>>
Atena ricambiò il saluto e Dhoko e Shion fecero altrettanto con un lieve inchino di rispetto. Gli occhi di Libra erano fissati su Amoneth. Perchè gli sembrava di conoscerlo? Nonostante indossasse ancora l'elmo aveva riconosciuto qualcosa nel suo Cosmo...qualcosa di familiare.
Atena prese la parola << Onorata di conoscervi, grazie per il tempo che ci dedicate.
Devo parlarvi di una questione che vi riguarda. La scorsa notte un gruppo di guerrieri è entrato nel Grande Tempio di Atene capitanate da un uomo misterioso...ho paura che voi lo conosciate.>>
I Guardiani si scambiarono sguardi dubbiosi.
<< Chi è dunque costui? >> chiese Kaled << Chi può essere entrato nel Grande Tempio? >>
<< Magari sono i vostri uomini a non essere all'altezza del compito>> suggerì malizioso Likos venendo subito smentito da Amoneth
<< I cavalieri di Atena sono tra i guerrieri più potenti della terra, e per quanto possa infastidirti, Guardiano di Apollo, questa è la realtà>>
Likos sbuffò e chinò il capo in segno di scusa.
<< Costui>> disse Atena << un tempo veniva chiamato Shadir del Falco reale, vostro compagno ed amico>>
L'affermazione della Dea stupì persino Zeus, fino ad allora rimasto in disparte.
Amoneth prese a scuotere la testa << No, non è possibile>> disse con voce metallica alzandosi in piedi
<< Impudente, resta giù! Come osi rivolgerti così a mia figlia in questo modo!?>>
Atena fece segno al padre che andava tutto bene e tornò a concentrarsi sulla loro guida
<< Non è possibile le ripeto, poichò io ero con lui quando è morto...ho visto la sua Armatura Celeste imbrattata di sangue, ho sentito il suo Cosmo spegnersi atrocemente...Inoltre un Cosmo come il suo non passa inosservato, quindi saremmo riusciti a percepirlo in questi tre anni.>>
Atena si avvicinò a passi lenti verso il Cavaliere che tremò leggermente e distolse lo sguardo, prima che le candide mani di Lady Isabel si posassero delicate sul suo elmo scarlatto.
<< La verità fa male, questo lo so più di chiunque altro, ma non vi è altro modo per convincerti>>
Dunque nella mente del Guardiano di Ares presero vita i ricordi di Atena, di quel momento in cui un uomo vestito di nero la aveva fissata con timore e dolore, di quella sensazione che aveva riconosciuto nonostante i lunghi anni di abbandono...dell'uomo che era sempre stato un ombra protettrice e sicura.
Amoneth cadde sulle ginocchia ai piedi della Dea << Ora sono sicuro>> sussurrò << che è lui>>


Calore
Solo e semplice calore lo attraversava
Un incendio potente e selvaggio che proveniva dal suo petto, e che si propagava in tutto il corpo tramite il sangue.
Barcollando su lastroni di ghiaccio, tenendosi in equilibrio come poteva, non poteva non osservare le meraviglie che lo circondavano...avesse avuto il tempo di visitarle meglio...inseme a lui.  L'armatura lo soffocava, improvvisamente la sentiva pesante, quasi un macigno sulle sue membra stanche, ma ostinato lui continuava a camminare.
Prima di spegnersi voleva vederlo.
Seguendo i rimasugli del suo Cosmo lo trovò dopo pochi minuti, rinchiuso in uno spesso feretro di ghiaccio.
Era arrivato a congelare tutta Atlantide per fermare i piani di Poseidone.
L'armatura dell'Acquario ancora indosso, le gambe ritte leggermente divaricate, la schiena ferma e risoluta nella sua posizione, le braccia ancora distese di fronte al petto. La sua Aurora Execution aveva sfiorato lo zero assoluto con una potenza maestosa.
" Succede questo quando metti tutto te stesso in un attacco?" si domandò guardando la sigura di Degel appena a pochi centimetri di puro ed indistruttibile ghiaccio siberiano. Il suo volto era ancora trasfigurato nell'urlo di rabbia che aveva lanciato contro il Dio dei mari.
Solo allora parlò << Alla fine sei stato tu a fare di un Dio la tua preda>> rise debolmente sputando sangue
<< Hai dato tutto te stesso, ogni stilla del tuo potere, ogni forza che ti era rimasta...sono fiero di te>>
Poi distolse lo sguardo, non sopportava di vederlo così...magari avrebbe potuto frantumare il ghiaccio...con quali forze? Era un miracolo se ancora stava in piedi...e poi? Tanto sarebbe morto comunque, tanto valeva rischiare.
Con tutte le energie rimaste sferrò un potente destro contro la parete di cristallo, che rimase solida ed intatta al suo colpo.
Una lacrima rigò il suo volto. << Ti ho deluso, amico mio>>
Il dolore provocato da quella ammissione oscurava il bruciore dentro al suo corpo.
<< Alla fine ho bruciato la mia vita, ma non è servito a niente...non sono riuscito neppure ad uccidere Radamante. Ed ora è scappato assieme a Pandora>> Inutile, inutile, inutile...Così si sentiva.
Dopo tutto quello che aveva passato, dopo tutte le promesse che si era fatto...INUTILE.
Quella colpa lo opprimeva.
Asciugandosi le lacrime riprese a parlare all'amico << Unity è salvo>> sussurrò debolmente con voce ancora roca << Qualcosa di giusto alla fine sono riuscito a farlo...non è molto, lo so...ma mi basta>>
Si avvicinò al ghiaccio << E ovunque tu sia, spero che tu possa capire>>
Il peso era diventato insopportabile, dunque si accasciò al suolo e lentamente si spogliò dell'armatura dello Scorpione.
Doveva dirle addio. << Vai mia compagna, trova un nuovo padrone, che sia degno di indossarti...più di me>> dunque avvolta da una nube dorata sparì.
<< è tempo di morire>>
Si sdraiò accanto alla figura dell'amico, a pochi centimetri ma tanto lontano, separati dalla coltre ghiacciata.
<< Di tutte le vite>> disse infine << Non vorrei averne vissuta un'altra...sono un uomo fortunato.
Pochi hanno il privilegio di morire accanto ai propri amici>>
Chiuse gli occhi << Pochi...ed io sono tra quelli>>


* Infatti secondo la mitologia Orione era figlio di Poseidone
** Questa non so se è una vera e propria tecnica di Kanon e Saga, ma nel Lost Canvas l'ho vista usare da Aspros quindi penso che anche loro la conoscano
  
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