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Autore: La Mutaforma    15/10/2012    2 recensioni
Due ragazze, Morgana e Parcifal, in vacanza, a mezzanotte, a giocare ad Assassin's Creed II. Al loro risveglio si ritrovano nella Firenze rinascimentale, tra intrighi, sangue e misteri. In compagnia di ser Ezio, Morgana e Parcifal per tornare a casa loro dovranno completare il gioco...dall'interno.
[Fanfic a quattro mani, con la collaborazione di Blazethecat31]
Genere: Commedia, Introspettivo, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Madonna Paola li accolse con calore, circondata da un piccolo stormo di cortigiane.

“Ho cominciato a temere il peggio” confessò Paola, con un sorriso.

“Perdonateci, madonna” disse Morgana, con un piccolo inchino.

“A Leonardo piace parlare… con Ezio…” aggiunse Parcifal, nervosa.

Ezio sembrò non curarsene, al punto tale che alle due venne da chiedersi se in fondo non fosse consenziente. Dopo quello che si diceva di Altair e Malik…

“Guardate qui, madonna!” fece il giovane Auditore, facendo scattare la lama dal bracciale. Le reazioni furono le più disparate: dal sorriso ammirato di Paola alla bava arcobalenosa di Parcifal, dal battito di mani di Morgana alla fuga delle cortigiane spaventate.

Poverette.

“Notevole Auditore, notevole” fece Piton Paola, piena di entusiasmo.

“Ho sentito che in questi giorni si fa una bella festicciola paesana dalle parti di Santa Croce, o cose del genere…” azzardò Morgana, accarezzandosi la treccia con tono casuale. A Paola brillarono gli occhi.

“Ecco cosa dovevo comunicarvi! Come ha detto la vostra amica, messere, domani ci sarà un grande evento nel chiostro di Santa Croce. La presentazione del David commissionato dalla famiglia Medici!” spiegò la donna, raggiante.

“Non mi sembra il momento per occasioni mondane questo…” osservò Ezio, cupo.

Parcifal gli smollò una gomitata nel fianco. “Rifletti, Ezio! Ci sarà il fiore della nobiltà di Firenze! Anche il gonfaloniere ne prenderà parte e…”

“…e allora avrai la tua vendetta!” conclusa Morgana, enfatica. L’altra la osservò con odio.

“Mi. Fai. Finire. La. Fottuta. Frase?!”

“Non è una cattiva idea. Purché tu agisca in silenzio” gli ricordò la donna, seria. Il ragazzo annuì non troppo vivacemente, ripensando agli avvenimenti drammatici che l’avevano condotto fino a quel punto.

Morgana ruppe il silenzio con la solita eloquenza -a vanvera-   

“E allora? Su, dobbiamo tirarci a lustro per la grande serata! Ezio vai subito a farti un bagno, Parcifal sistemati quei capelli assurdi e per l’amor del cielo mettiti una camicia più larga! Per un attimo un passate ha ipotizzato che tu fossi una sottospecie di donna!”

Morgana quando dettava ordini era peggio di un generale fascista.

“Ma io sono una dannata donna!”

Lei non se ne curò, e la spinse via.

 

Per tutti i comuni passanti che vedevano una bella cortigiana in mezzo a due(?) giovanotti incappucciati il primo pensiero vola ovviamente alle orge private che organizzavano i gentili magnati maniaci sessuali che detenevano il potere. 

Stranamente, non era così.

“Non vedo niente con questo cappuccio sugli occhi!” si lamentò Parcifal.

“Niente devi vedere”

“Ragazze, poche chiacchiere” fece Ezio, nervoso “Questa è Santa Croce. Aspettami Alberti, la tua fine è vicina”

 

Ovviamente nessuno si chiese che ci facesse una cortigiana in mezzo a tante nobildonne. A pensarci bene, Morgana era una cortigiana educata, ma poco raffinata, e il suo modo morboso di stringere il braccio di Ezio appoggiò quella che era la sua mascherata.

“Più tardi dovrai mollarmi il braccio”

“Perché?” fece lei, lagnosa.

“Come faccio a far scattare la lama?”

La ragazza gli lasciò a malincuore il braccio, nascondendosi nelle pieghe del vestito color smeraldo.

“Credo che ci siamo. Quelli sono Lorenzo e Alberti. È il mio momento, devo seguirli” disse Ezio, con un profondo sospiro. Parcifal gli prese la spalla.

“Veniamo con te!”

“Preferirei stare da solo. Devo essere il più silenzioso possibile”

“…stai insinuando che non siamo silenziose?” replicò Morgana, con gli occhi stretti.

“Dal modo in cui schiamazzi!” Parcifal le diede una botta sulla spalla “Va bene Ezio, noi resteremo qui a tenere d’occhio la situazione”

Lui sorrise.

“Quando avrò finito, non potrò tornare a prendervi. Appena vedete caos correte subito da Paola, non fermatevi per nessuna ragione e non mi aspettate. Chiaro?”

Parcifal lo guardò tristemente, sentendo quanto nervosismo c’era nella sua voce. Annuì.

“Bene” le accarezzò distrattamente la spalla prima di sparire tra la folla di invitati.

Le due ragazze lo osservarono muoversi furtivo, e Parcifal fece un sospiro, preoccupata.

“Di’” cominciò Morgana, mettendo le mani sui fianchi “Come mai ha accarezzato solo te?”

“Sono più figa e meno cagacazzo”

“Questa me la paghi!”

Aveva già alzato la mano per schiaffeggiarla, ma qualcuno gliela afferrò con galanteria.

“Buonasera madama”

Morgana sgranò gli occhi, e si voltò verso l’amica. “E’ quel cazzone di Vieri!”

“Buonasera messere…” rispose lei, lievemente infastidita, cercando di liberare la mano.

“Scusa compagno” disse Vieri, impertinente, rivolgendosi a Parcifal “Ti dispiace se ti rubo la fanciulla per pochi minuti? Il tempo di una chiacchierata”

Ma Vieri non era venuto per contemplare il David?

Un vago rumore di ciance e strilli vari giunse dal fondo della sala.  

“Spiacente amico, sarà per un’altra volta!” fece Parcifal, afferrando Morgana per il gomito  trascinandola via dal chiostro correndo. In pochi minuti il posto si riempì di soldati.

“Ma che cazz, Ezio non doveva agire in silenzio?!” fece la ragazza, guardandosi attorno.

“Ti pare che nessuno noti un cadavere?” le fece eco Morgana, stringendole la mano.

Improvvisamente, una paio di mani forti la afferrarono con decisione per le spalle. Lei sobbalzò e voltandosi mollò un ceffone all’impertinente che aveva osato toccarla.

Con tutta probabilità Vieri, o un soldato…

“Ezio?!”

“Che ho fatto stavolta?” si lamentò lui, massaggiandosi la guancia colpita.

“Pensavo fosse Vieri!”

“Non avevi detto che non saresti tornato a prenderci?” gli ricordò Parcifal, stranita.

“E voi non avevate promesso che sareste corse a casa? E che c’entra quel buono a nulla di Vieri?!”

“Dopo ti spieghiamo” conclusero le ragazze, affrettandosi verso la Rosa in Fiore.

 

Ritornate alla casa-del-piacere, Ezio raccontò ciò che aveva scoperto da Alberti e mostrò loro la lettera che aveva trovato.

Era evidente che la sua famiglia si era fatta parecchi nemici a Firenze oltre ai Pazzi.

Dopo qualche oretta trascorsa a giocare con la lama celata a fare allenamento nel cortile, Parcifal gli si avvicinò, notando il suo sguardo visibilmente turbato.

“Ezio… credo che sia il momento di parlare con tua madre e tua sorella…”

Il ragazzo sospirò.

“Lo so… è solo che… non ho il coraggio…”

Lei sorrise.

“Morgana è già di là. Io… preferisco restare qui”

Ezio la guardò e capì. Indi, si diresse verso la stanza di Claudia e sua madre.

Parcifal, con le mani sulle orecchie, aspettava di sentire i singhiozzi della ragazza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_commento inutile [Ros The Elphe]

Heilà! Dannati templari-lustrascarpe dei Pazzi! In questi giorni avevo poca ispirazione, ma sentire ridere la mia collaboratrice per telefono è la cosa più grandiosa di questa fanfic in generale.

Dopo l’incontro con Vieri, Morgana sta cominciando a riconsiderare l’ipotesi di diventare una vera e propria cortigiana…credo…

Ad ogni modo, lancio la palla a blazethecat31 che vi renderà tutti più allegri con l’arrivo a Monteriggioni (io già so su cosa punterai, ultima!)

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