Autore (efp e forum): Babykit87l
Titolo: Tornare a vivere
PersonaggiPairing: Vegeta/Bulma
Rating: arancione
Genere: Introspettivo
Citazione: n° 17 "perché esistere non mi basta"
Note: questa storia è arrivata 6ç al contest “Parole e…” di Nede
Tornare a vivere
Come ho potuto farmi umiliare in questo modo? Tra l’altro, non solo da quel mostro di Cell, ma anche da un ragazzino, figlio di una terza classe come Kakaroth. E ora, mi ritrovo su questo pianeta senza sapere che fare della mia vita. Senza più nemmeno la voglia di combattere. Sì, è vero, quella donna non ci penserebbe due volte a riprendermi in casa, illusa dal fatto che potrei davvero fare da padre a quel moccioso. Potrei certo, ma non so se riuscirei a mettere da parte l’orgoglio, di nuovo, solo per ottenere vitto e alloggio gratis. Tsk l’orgoglio. Ora come ora è davvero ridicolo, da parte mia, parlare di orgoglio.
E avanti Vegeta per una volta sii sincero con te stesso!
Dopo questi ultimi tre anni, passati in quella casa, con una donna che ti ha dato amore, perché lo sai che è così, come puoi pensare di tornare all’esistenza di prima?
Lo sai anche tu che esistere non ti basta, non più.
Già, quella donna ha saputo farsi strada dentro il mio animo. Maledetta!
E allora forse puoi mettere da parte quel tuo dannato orgoglio no?
Sospiro profondamente, mentre mi alzo in volo e appena arrivo nel giardino, la scena che mi si presenta, per una volta, non mi dà il voltastomaco: Bulma è sul prato del giardino che tiene le mani a quel mocciosetto che tenta di camminare. Sembrano felici. Lei alza lo sguardo e incrocia i miei occhi. Non servono parole, né gesti. Lei capisce, sorride e torna a fare la stessa cosa di qualche secondo prima. Io li sorpasso ed entro in casa. Lei si accoda poco dopo, entrando e seguendomi nel bagno. I suoi occhi sono piantati su di me, ma sono stufo di sentirmi il suo sguardo indagatore addosso, così mi volto e senza avviso mi avvento su di lei. Sento il suo sapore fondersi col mio, mentre le mie mani frugano ovunque e la spogliano. Lei mi lascia campo libero e fa la stessa cosa. Quando siamo ormai completamente nudi, la sollevo e le faccio appoggiare la pelle calda della schiena sulle mattonelle gelide, provocandole un gemito di piacere. Continuando a baciarla con foga, affondo in lei, penetrandola senza troppe premure.
Mi rendo conto solo ora di quanto mi sia mancato il suo corpo.
Spingo con forza, beandomi dei suo gemiti fino a che, con un’ultima spinta potente, le vengo dentro e lei fa altrettanto. Qualche secondo dopo, esco da lei ed entro nella doccia, senza degnarla nemmeno di uno sguardo. I suoi occhi invece sono ancora piantati su di me. Si riveste velocemente, poi, sulla porta, sorridendo, mi dice:
- Non credere così, di esserti guadagnato vitto e alloggio-
Sotto il getto dell’acqua calda, arrivo ad una conclusione: questa è la scelta giusta.
FINE