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Autore: hinata 92    15/10/2012    3 recensioni
Anderville. Le sue "tranquille" notti vengono sconvolte dall'arrivo di un papero mascherato in trasferta pronto a venire a capo di un mistero. Ma anche un famoso detective dalle grosse e tonde orecchie nere sta facendo lo stesso, anche se da un altro punto di vista...
L'uno all'insaputa dell'altro, Topolino e Pikappa dovranno vedersela con un misterioso personaggio e... con loro stessi.
Segreti non rivelati, forse intuiti, principi morali, testardaggini, una fiducia difficile da dare e ottenere in una città dove tutto ha un costo e una verità così complessa che stupirà anche chi credeva di aver capito tutto...
Tutto questo e ancor di più nel più pazzo crossover Disney mai creato: PKNA x MMMM!!!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Uno
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tatuaggi, cappelli e armi fuori posto

Tatuaggi, cappelli e armi fuori posto

 

Questa ormai è una guerra dichiarata, mio caro Sharkfish… scoprirò cosa nascondi, ormai è una questione di principio! Giochiamo a carte scoperte, allora… se mi volevi tenere lontano da qui un motivo ci sarà, no?

E io sarò ben lieto di scoprirlo…

 

Topolino si riaggirava per i vicoli dove due sere prima aveva incontrato Pikappa. Voleva avvicinarsi quanto più possibile alla dimora del misterioso avvocato per cogliere qualche particolare, anche solo un minuscolo appiglio che lo potesse portare avanti con le indagini.

 

Mi devi due fascicoli, una notte insonne… e un ufficio a soqquadro!

 

 

 

 

 

« Al mio tre oscuri le telecamere e io m’infiltro più velocemente che posso sistemando le guardie con il paralizzatore bradionico, ok? »

L’ologramma verde rispose:« Non so, socio, non mi sembra un gran piano… »

« Ci abbiamo pensato tutto il giorno e non te ne è venuto in mente uno migliore… »

« Questo Sharkfish è furbo! Ha cancellato le piantine della sua abitazione da tutte le banche dati che ho analizzato… non ho nemmeno idea della struttura della casa, è schermata a ogni analisi che ho provato a fare! »

« Non possiamo restare fermi per tutta la vita qui ad Anderville! Sei pronto, allora? Uno, due e… »

« … tre! »

Il papero si voltò spaventato. L’ultimo numero non l’avevano pronunciato né lui né Uno. Solo i suoi riflessi gli evitarono una botta in testa che lo avrebbe sicuramente steso.

Alle sue spalle c’erano una trentina di uomini dalle intenzioni tutto fuorché amichevoli che lo costrinsero ad entrare nel cortile della residenza, più al riparo da eventuali occhi indiscreti.

« Ehi, che fai, mi rubi le battute? »

L’uomo che l’aveva interrotto sorrise:« Sei in gamba come mi avevano detto, Pikappa… avanti, battiti con noi se ne sei in grado! »

« Voi non mi date pensiero… ma non credevo di essere una celebrità anche qui ad Anderville! »

Un altro uomo ripose per lui:« Infatti non ti abbiamo mai visto prima, né ti abbiamo mai sentito nominare… ma il capo sembra conoscerti bene! E noi ci fidiamo di lui! »

Pikappa si morse un angolo del becco. Sharkfish o, ancora peggio, gli evroniani sapevano della sua presenza?

« Sarei proprio curioso di conoscerlo, il vostro capo… »

« Oh, lui ti conoscerà… o, almeno, conoscerà di te quello che rimarrà dopo il nostro trattamento di favore! »

« Mi spiace, accetto botte solo se è piena di vino! »

« Spiritoso proprio come ci avevano detto… »

Quella storia puzzava di bruciato da tutte le parti, rifletté Pikappa. Lo conoscevano troppo bene, non doveva sottovalutarli. Non perché erano trenta contro uno, aveva visto anche situazioni peggiori, non era questo il problema. Uno aveva avuto la prontezza di zittirsi immediatamente, ma il fatto che non l’avesse avvertito della presenza di tutta quella gente vicino a lui significava probabilmente che non li aveva individuati, e per passare inosservati ai suoi sensori bisognava essere dotati di una tecnologia particolarmente sviluppata.

Meglio se evroniana.

Il papero strinse con forza il pugno avvolto nel guanto nero dell’Extransformer.

« Se è i guai che cercate, io sono uno specialista nel fornirli… fatevi sotto! »

Un gruppetto di una ventina di malviventi lo assaltò, ma con scarsi risultati. Dopo meno di tre minuti erano a terra, tramortiti o paralizzati. Quello che gli aveva rivolto la parola per primo, che aveva tutta l’aria di essere il capo, non sembrò sorpreso.

« Sei troppo buono per questa città, Pikappa, al posto tuo io li avrei uccisi… ma se hai bisogno di lezioni di cattiveria prego, io sono un ottimo insegnante! Prima lezione, papero: presentarsi sempre con le armi giuste… »

Paperinik stava per fare una delle sue solite battutacce ironiche, ma si zittì quando vide cosa il suo avversario dalla testa pelata e tatuata stava tirando fuori da sotto il giubbotto di pelle.

 

 

 

 

L’investigatore respirava silenziosamente, cercando di evitare che il freddo pungente rivelasse la sua posizione grazie alla condensa. Acquattato sotto il muretto di cinta della residenza di Sharkfish, osservava lo scontro cercando di passare inosservato. Sì, alla fine aveva ritrovato Pikappa. E aveva anche ragione, lui e Sharkfish erano in qualche modo collegati. A giudicare dall’accoglienza che aveva riservato all’eroe mascherato, dovevano essere avversari. Tuttavia gli eventuali dubbi su di lui erano stati dissipati dall’ultima frase che aveva udito.

 

A quanto pare, mio caro Pikappa, oltre a Sharkfish abbiamo un’altra cosa in comune… la gente del posto ci ritiene troppo buoni per vivere ad Anderville! Non è vero, Sonny? È quello che mi ripetevi sempre, ogni volta che ti proponevo di venire a trovarti…

Eppure ora siamo qui, e in qualche modo dobbiamo uscire da questa situazione per tornare a casa, io a Topolinia e tu a Paperopoli

 

Si concentrò nuovamente sulla scena. L’uomo pelato aveva tirato fuori un’arma da sotto la giacca.

 

Che razza di modello di pistola è? D’accordo, da quando io e Sonny frequentavamo criminologia le armi si saranno un po’ evolute, ma fatte in quel modo così strano…

 

Tuttavia la sua attenzione fu attirata di più dalla reazione di Pikappa. Il suo volto era letteralmente sconvolto.

« Ma quella è… »

« Un utile giocattolino che mi ha fornito il capo! Non avevo ancora avuto modo di provarlo, vorrai dire che tu sarai la prima cavia! »

Il papero scosse la testa, senza mai distogliere lo sguardo sbarrato dall’arma:« Tu non hai la minima idea di cosa stai stringendo fra le mani. Se solo lo sapessi la butteresti via terrorizzato… o disgustato… »

 

Ma evidentemente tu lo sai, Pikappa… e da quello che posso capire dal tuo volto non dev’essere niente di buono…

 

« Vorrà dire che lo scoprirò ora! »

L’uomo premette il grilletto e Topolino chiuse gli occhi aspettandosi il rumore di uno sparo.

 

Zaap?

Da quando le pistole fanno questo rumore? Che fine ha fatto il classico bang?

 

Con un po’ di sorpresa, l’investigatore riaprì gli occhi. L’uomo non aveva ancora smesso di sparare. Topolino ammirò stupefatto i curiosi raggi azzurri che partivano dall’arma al posto dei classici proiettili, mentre Pikappa, in qualche modo, li schivava tutti.

« Pessima mira, ragazzone! Non mi colpirai così facilmente, ormai sono un veterano, dopo anni passati a schivare raggi coolflamizzanti! »

Il detective non era certo di aver compreso l’ultima parola e attribuì la storpiatura alla distanza. Tuttavia fu lieto di notare che l’eroe mascherato aveva ancora fiato e voglia di fare battute ironiche.

 

Significa che non sei ancora messo così male… e sei già a conoscenza di quella strana pistola probabilmente non ti coglieranno impreparato!

Tuttavia ho un debito nei tuoi confronti, Pikappa… vediamo cosa posso fare per ripagarlo!

 

 

 

 

 

Paperinik continuava a schivare agilmente i colpi. Ancora non capiva come un terrestre avesse potuto entrare in possesso di una evrogun. Se ancora avesse avuto dubbi sul coinvolgimento dei suoi nemici violacei in quella storia, la sorpresina di quella notte glieli aveva tolti del tutto. Ma in compenso una considerazione continuava a passargli per la testa, distraendolo dallo scontro.

Una evrogun in mano a un terrestre era sostanzialmente inutile.

Sì, d’accordo, poteva sempre rendere gli avversari degli schiavetti miti come agnellini, ok, ma perdeva la sua funzione primaria, ovvero quella di fornire pranzo e cena a un qualunque evroniano di qualsiasi grado della loro complessa scala sociale. Se non ricordava male, le loro pistole erano tarate per rispondere solo al DNA evroniano e nessuno di quegli alieni viola avrebbe ceduto volontariamente e così facilmente a un essere umano l’unico mezzo per il proprio sostentamento, di questo Pikappa era certo. Ed era altrettanto certo che la razza umana non si nutrisse ancora di emozioni. E allora cos’era successo ad Anderville di tanto miracoloso da sconvolgergli anche quelle poche certezze?

Per qualche secondo aveva valutato l’idea di avere come avversari degli evroniani ben camuffati, ma l’aveva scartata subito. A parte che non era il loro stile, Paperinik si riteneva non a torto il miglior esperto sulla Terra della razza evroniana, visti tutti gli scontri che aveva dovuto affrontare. Era certo di saper riconoscere il comportamento e la postura di quegli alieni e dei loro coolflame a colpo d’occhio ed era sicuro al cento per cento che l’individuo che aveva di fronte era umano e perfettamente cosciente anche senza le approfondite analisi di Uno.

Per questo motivo aveva ritirato l’Extransformer e continuava a saltare come una cavalletta per schivare i colpi sparati un po’ a casaccio dal pelato tatuato, che aveva evidenti difficoltà di puntamento con la nuova arma. Con lo scudo avrebbe potuto sicuramente ripararsi meglio, ma c’era il rischio che qualche colpo di quella evrogun, rimbalzando, andasse a colpire per errore qualcuno dei presenti. Con degli evroniani non si sarebbe fatto problemi, i colpi delle evrogun erano innocui per loro, ma non avrebbe mai e poi mai causato la coolflamizzazione di un terrestre, per quanto criminale incallito. Ne aveva visti troppe di specie aliene, anzi, di interi pianeti ridotti in schiavitù, non ne poteva più di quegli sguardi vuoti e senz’anima che ormai tormentavano anche i suoi incubi notturni. No, non si sarebbe mai abbassato al livello degli evroniani, ne andava della sua deontologia professionale di eroe e della sua coscienza, anche se in un angolino suo cervello ormai avvezzo alle battaglie continuava a ripetersi che se avesse allargato nuovamente l’Extransformer con il giusto tempismo avrebbe potuto far rimbalzare il colpo coolflamizzante direttamente contro il suo avversario e renderlo innocuo. Ma non poteva. Doveva pensare a un’altra soluzione e doveva farlo in fretta, prima che i suoi riflessi venissero meno per la stanchezza e si ritrovasse con una nuova capigliatura azzurrina sulle piume della nuca.

Ma dov’era Xadhoom quando serviva? Possibile che non ci fosse nessuno ad aiutarlo?

« EHI! »

Ma cosa…

I pochi criminali che non l’avevano assaltato e il pelato si ritrovarono improvvisamente sbalzati a terra dalla fortissima pressione di un idrante antincendio che sparava acqua alla massima potenza. L’evrogun sfuggì dalle mani del tatuato, che però riuscì ancora a premere il grilletto un’ultima volta e a lanciare un raggio coolflamizzante a pochi millimetri dal braccio del papero mascherato.

Per evitare di essere atterrato insieme ai suoi avversari, Paperinik riaccese l’Extransformer e si alzò in volo quanto bastava a evitare l’ondata. Dall’alto poté vedere chi teneva il provvidenziale idrante.

Non sapeva se esserne felice o meno.

 

 

 

 

 

Ok, il diversivo è riuscito anche senza essere armato e Pikappa si è salvato, ma

Oh oh!

Chi ha chiuso l’interruttore dell’acqua proprio ora???

 

Infatti la pressione in uscita dal tubo che Topolino stava tenendo in mano stava diminuendo a vista d’occhio, fino a quando non rimase che un rivolo d’acqua.

« Diavolo… »

Il pelato si rimise subito in piedi e lo guardò con sguardo assassino.

 

Cavolo, credo di aver peggiorato la situazione…

 

 

 

 

 

« Socio, qualcuno dall’interno della casa ha attivato un sensore per chiudere l’acqua in tutta la proprietà… »

« Ricevuto, Uno! A quanto pare Sharkfish non è solo un innocuo spettatore… e adesso mi tocca andare a salvare il salvatore! »

L’intervento di Topolino, però, non era stato del tutto inutile. Il pelato aveva perso definitivamente di vista l’evrogun e il papero si sentiva più libero di agire. Senza contare che il detective gli aveva già dimostrato nel loro precedente incontro di sapersela cavare in uno scontro fisico. Aveva ancora il tempo di mettere fuori combattimento gli altri rimasti ancora a terra storditi dall’improvvisa doccia notturna prima di occuparsi del tatuato.

Come si dice, il dolce si tiene per la fine…

 

 

 

 

Topolino stava sudando freddo. L’energumeno che gli si stava avvicinando forse era un po’ troppo grosso per lui. Ripassò mentalmente tutte le mosse di combattimento che conosceva cercandone una appropriata alla situazione, ma il tempo non era dalla sua parte.

« Cosa abbiamo qui? Un altro impiccione? Bene, allora vengo a prenderti per le orecchie e ti riporto a casa… »

« Cosa hai detto??? »

 

 

 

 

Al sentire il breve scambio di battute fra i due, Pikappa fece una smorfia. L’energumeno non lo sapeva ancora, ma aveva fatto il più grosso errore della serata ad insultare il detective sui suoi padiglioni auricolari. Paperino sapeva benissimo che il topo era particolarmente sensibile all’argomento.

« Poveraccio, non lo invidio… »

Era tentato di lasciarlo all’ira di Topolino, ma poi si rese conto che sarebbe stato troppo crudele e decise d’intervenire lanciando l’Extransformer in modalità boomerang.

Però…

 

 

 

 

Topolino si era improvvisamente ricordato delle mosse più crudeli di savate che aveva imparato in quei mesi ad Anderville nella palestra dove si allenava anche Tomoka, quando vide il suo avversario venire atterrato dal più grosso boomerang metallico che avesse mai visto.

E notò anche uno dei primi scagnozzi che Pikappa aveva atterrato si era rialzato e che si trovava proprio dietro all’eroe mascherato.

Con una spranga metallica in mano.

« Attento! »

« Cos… »

Troppo tardi. Il violento colpo alla nuca fece cadere Pikappa sul cemento senza sensi. Tuttavia il curioso boomerang colpì di ritorno l’ultimo criminale facendo svenire anche lui.

L’unico rimasto in piedi era proprio Topolino. E Sharkfish, al sicuro all’interno della sua fortezza inespugnabile. Il detective si voltò per un attimo verso la casa, chiedendosi se avesse dovuto tentare di entrare. Poi il suo sguardo cadde sul papero svenuto.

 

No, tanto di sicuro l’interno è sorvegliato, non farei che pochi passi prima di finire nuovamente nei guai… meglio che invece mi preoccupi di lui!

 

La tensione lo abbandonò tutto d’un colpo, lasciandolo stanco e spossato. Sospirando, raccolse a terra il curioso boomerang e si avvicinò a Pikappa.

 

Non gli manca qualcosa?

Ah, già, il cappello!

 

Si voltò e lo vide poco lontano. La violenza del colpo l’aveva spedito a un paio di metri di distanza dal suo proprietario.

Meccanicamente Topolino si chinò per recuperarlo, ma si bloccò a metà del movimento.

 

Aspetta… questo non è…

 

Con la gola secca, il detective afferrò il copricapo blu afflosciato d’umidità notturna dalla fettuccia nera alla marinara, con la punta delle dita.

Aveva passato quasi due ore sulla foto di Pikappa cercando l’elemento che gli era così familiare e che non riusciva a identificare nel contesto. Distratto dal costume appariscente, dalla curiosa quanto semplice maschera sul viso, sui tratti del volto, non aveva prestato attenzione a quel piccolo, fondamentale dettaglio…

 

Hai cercato di isolare per ore un dettaglio dal contesto… ed è dovuto intervenire un delinquente con una spranga per fartelo notare, Topolino?

Stupido, stupido detective…

 

Ma era davvero così?

O forse, più semplicemente, aveva preferito non vedere?

O forse, ancora, era solo una curiosa coincidenza? Però la foggia del copricapo, la provenienza, la somiglianza…

 

Topolino scosse la testa stringendo nella mano il cappello alla marinara con tutta la sua forza. Troppi pensieri, troppe emozioni per quella notte. E in quel momento, dopotutto, non aveva neanche troppa importanza. Si stava avvicinando un temporale. Erano appena sfuggiti a un pericolo mortale. Colui che l’aveva salvato era a terra, indifeso, nella tana del lupo. Tutto il resto era secondario.

Appoggiò delicatamente scudo e cappello sul petto di Pikappa e lo prese, con un po’ di difficoltà, in braccio.

« Avanti, per questa sera verrai con me, mio sfortunato amico… »

 

 

 

Ciao a tutti! Non mi dite che questo non era un capitolo d’azione! Hihi

Allora, come sempre ringrazio Jan Itor 19, Nightrun, Crybaby e darkroxas per i commenti! Spero di non avervi deluso neanche stavolta!

Sono molto presa con l’università e non so quando riuscirò ad aggiornare, spero presto…

 

Alla prossima!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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