Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Anor    15/10/2012    1 recensioni
Anno 2137.
Italia, pianeta Terra.
La storia di un ragazzo che vive in un futuro ipotetico e decisamente inquietante le quali parole d'ordine sono controllo, silenzio ed organizzazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2137 ~ capitolo 2


Il ragazzo si ferma di fronte ad un grande cancello che inizia a scivolare sulla rotaia a ghiaccio secco posta sotto di esso. Il sistema di riconoscimento è semplice: si basa su una piccola telecamera che controlla l’iride, la cadenza del passo e la temperatura corporea.
I dati incrociati verificano l’identità dell’inquilino con il 99,99% di successo, ed in perfetto silenzio il cancello si apre.
Nella vita reale nessuno può eludere questo sistema di sicurezza. Anche due fratelli gemelli omozigoti presentano delle caratteristiche peculiari che permettono al sistema di sicurezza di distinguerli e catalogarli.
Nella società del silenzio sei un codice.
Sei un codice alfanumerico di ventisette simboli, impersonale e funzionale, contenuto all’interno della memoria di un computer.
Nella società del silenzio non sei nient’altro che un impulso elettrico veloce, silenzioso, ed impalpabile.
Sei un’idea.
Un’idea come tante altre, confusa nel turbinio di una mente troppo impegnata per badare al singolo umano, stupido ed insignificante.
Felpa blu attraversa il cortile al centro del complesso degli edifici rossi in cui abita.
Tutto è deserto. Tutto è immobile. Tutto è silenzioso.
Tutto è perfetto.
Perché se ci pensiamo bene, tutto ciò che reputiamo perfetto è immobile, è silenzioso.
È vuoto.
Un video non potrà mai essere perfetto, per quanto bello.
Un suono, per quanto armonioso, non potrà mai essere perfetto come l’immagine di puro silenzio del niente.
Solo il niente, ed in sua contrapposizione il tutto, l’infinito, possono essere perfetti.
Immutabili nella loro silenziosa impeccabilità.
Felpa blu prende l’ascensore e sale fino al terzo piano, dove quattro porte nere si aprono su un pianerottolo spoglio e fiocamente illuminato.
Non è permesso tenere piante o animali negli appartamenti. Non è permesso dipingere le pareti interne di un colore diverso dal bianco. Non è permesso vivere la propria casa. Nell’alloggio di felpa blu non c’è nessuno.
Deserto. Immobile. Silenzioso.
Perfetto.
Felpa blu raggiunge la propria stanza ed avvia lo schermo interattivo, effettua il log-in tramite il suo codice e il computer verifica la compatibilità della retina e delle impronte digitali. I tuoi documenti saranno sempre al sicuro, al riparo da occhi indiscreti, nascosti al mondo.
Ma non a Loro.
Loro che sono tutto ciò che ti circonda, ciò che regola la tua miserabile vita umana.
Loro che hanno il controllo dell’universo intero, delle idee e della natura stessa.
Loro, loro che sono il tuo incubo hanno accesso alle tue cose più private.
La pagina utente di felpa blu contiene un calendario delle attività, una cartella con il programma scolastico svolto e gli esercizi assegnati ed una con film e musica dei tempi andati. L’ultima icona, la più bizzarra, è intitolata “CREAZIONE”.
Felpa blu controlla il calendario delle attività e svolge i compiti per casa in pochi minuti, poi sfiora l’icona in basso a destra.
Lo schermo di vetro trasparente sembra diventare opaco e nero. Al centro, troneggia bianca e perfetta un’unica inquietante scritta.
CREAZIONE.
La schermata inquadra un planisfero azzurro e verde, una classica ed imprecisa carta geografica muta.
“Buongiorno utente #P023” la scritta compare nella barra chiara in basso nello schermo.
“Vuole riprendere la partita dall’ultima modifica, datata Dodici Novembre 2137, ore 21.29?” Il ragazzo preme il SI luccicante comparso di fianco alla scritta, e la visuale cambia. Adesso è inquadrata una grande pianura verde punteggiata di piccole costruzioni non terminate. Allontanando le dita zooma su una costruzione che sembra un rudere di un castello. Con abili gesti, sfiorando delicatamente lo schermo, continua a costruire il grande maniero.
Un mattone alla volta. Un’asse alla volta.
Lo scopo del gioco? Creazione.
L’urto tra pietre non fa rumore nel mondo virtuale. Il legno non scricchiola.
Lo scopo del gioco? Creazione.
Le pietre non crollano. Nel mondo virtuale  il legno non marcisce.
Lo scopo del gioco? Creazione.
Se una cosa ti manca nel mondo reale, Loro te la danno nella realtà virtuale che vivi nel tempo libero. Tu sei uno schiavo, non puoi decidere la tua vita, non puoi costruire la tua dimora, ma puoi decidere la vita degli abitanti della realtà virtuale che Loro creano per te.
Puoi costruire le loro dimore.
Puoi distruggere le loro città, le loro famiglie.
Puoi colonizzare il pianeta, oppure lasciarlo allo sbando.
Puoi esercitare su quel Mondo lo stesso identico potere che Loro esercitano sul tuo.
Tu sei controllo. Tu sei osservazione. Tu sei Loro.
Tu sei perfezione, e non protesterai per l’ingiustizia della tua vita.
Non lo farai perché non hai voce.
Non lo farai perché la cosa non ti sembrerà poi così sbagliata.
Loro ti stanno fottendo il cervello, e tu non lo sai.
Le tue idee sono stimoli elettrici, proprio come quelli che in questo momento ti sta inviando il tuo computer, e anche il mondo esterno.
Ti stanno fottendo il cervello, un neurone alla volta, proprio nello stesso modo in cui tu stai costruendo quel castello. Un mattone alla volta.
Con infinita pazienza, la società del silenzio ti sta distruggendo.
Perché la società del silenzio è puro controllo. Una muta e continua osservazione.
E mentre un nuovo mondo si forma sotto i tuoi occhi, proprio mentre inizi a credere di essere un Dio o di poter gestire un’intera comunità, perdi la tua libertà.
Perdi il controllo di te stesso. Perdi la cognizione di ciò che sei.
Ti stanno fottendo il cervello, ma a questo punto non te ne puoi più rendere conto, perché le tue sinapsi sono ormai bruciate. Inutilizzabili.
E quindi continui a giocare, affondando sempre di più in queste sabbie mobili che mai ti lasceranno andare. Sbatti le ali inutilmente, come un uccellino invischiato in una rete. Ti dibatti come un pesce all’amo. Ma comunque il risultato che otterrai sarà quello di continuare a sprofondare, di intrappolarti definitivamente, di far penetrare l’uncino sempre più profondamente all’interno delle tenere carni della cavità orale.
Sei in trappola, ma non lo sai.
Una trappola che non ha barriere, ma che confina e devia la tua mente.
Felpa blu continua a creare pareti, finestre, porte e ponti levatoi. Costruisce una fortezza per abitanti virtuali, senza sapere che per ogni mattone che posa su quelle mura ne abbatte uno nelle difese della sua mente.
Ti stanno fottendo il cervello, e insieme ad esso ogni idea che credevi fosse tua.
Le tue idee, il tuo tempo, la tua vita non ti appartengono più.
E continui a restare lì, fisso davanti a quello schermo che bombarda i tuoi neuroni di informazioni inutili e distruttive, senza ribellarti.
Non protesterai per l’ingiustizia della tua vita.
Non lo farai perché non hai voce.
Non lo farai perché sono Loro ad avere il controllo della tua mente.

Felpa blu non sente i suoi genitori rientrare, ma all’ora esatta della cena si trova in sala da pranzo, telefono alla mano.
Ogni giorno è uguale al precedente.
Ogni azione è automatica.
Persino il cibo è sempre lo stesso, o meglio, ha sempre lo stesso sapore.
Non potrai più dire “questi fagiolini sanno di fieno”, visto che ormai tutto ha lo stesso sapore, lo stesso odore. Non ha senso affermare che “gli spinaci non ti piacciono”, poiché hanno lo stesso orribile sapore della pizza che hai sempre adorato.
Il cibo è un mezzo di sussistenza. È un carburante, esattamente come il GPL o il metano che utilizzano le automobili, e come tale va dosato.
Ognuno ha una quantità prestabilita di cibo che deve mangiare, di acqua che deve bere.
A parte la colazione, ogni pasto è monitorato.
57% di carboidrati, 29% di grassi, 14% di proteine; con un errore massimo tollerato di ±1,3%.
Non si sfugge alla società del Silenzio, perché Loro sono anche in casa tua.
Loro sono ciò che mangi, Loro sono ciò che vedi in televisione, Loro sono ciò che leggi.
Loro sono ciò che pensi.
Felpa blu ed i suoi genitori si siedono in silenzio intorno al tavolo rotondo, e cominciano a buttare giù quel pasto cartonato.
Il suono delle posate che cozzano contro la porcellana rimbomba nella sala vuota come un tuono.
Un suono.
Un’unica debole nota stonata e gracchiante riecheggia contro le pareti bianche, riempie la stanza.
Un suono.
L’unica cosa capace di dare vita ad una casa che sembra disabitata.


Note dell'autrice
Il nuovo capitolo vi è piaciuto?
Ringrazio di cuore Aven90 e Kiyara per aver lasciato una recensione al capitolo precedente, Fire Gloove e TensaZangetsu (e nuovamente a Kiyara) per averla inserita tra le seguite ed infine Valentine got a gun per averla inserita sia tra le preferite che tra le ricordate :) Non penso ci sia bisogno di specificare che è una grande soddisfazione per me!
Inoltre volevo ringraziare anche le persone che hanno letto questa storia fuori da EFP e hanno dato un loro parere, perché davvero, è veramente importante e gratificante per un autore leggere o ascoltare le opinioni altrui.
Spero di tornare al più presto con il nuovo capitolo, un bacione,
Anor

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Anor