“Almeno voi l'avete visto tutto” sbuffò Ginevra.
Harry rimase in silenzio continuando a fissare l'asfalto.
“Andiamo a cena insieme?” propose Niall con l'intenzione di sciogliere il ghiaccio che si era creato grazie al silenzio assoluto autoimpostosi da Harry e le frecciatine che Ginevra gli tirava per attirare la sua attenzione. Perché era chiaro che quello era il suo unico scopo.
La rossa stroncò ogni suo tentativo sul nascere “Io e Gin dobbiamo tornare a casa. Oggi è a cena da me”
“Ah sì?” si lasciò sfuggire l'amica che sembrava completamente estranea alla conversazione.
Niall sospirò.
“Okay, allora ci vediamo presto, okay?” sussurrò rivolto più a Samanta che agli altri. La ragazza annuì lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.
Quel solo gesto ebbe il potere di riscuotere Ginevra dallo stato di torpore in cui si trovava: avrebbe voluto fare milioni di domande, se solo l'amica non le avesse fatto cenno di tacere.
“Harry ci porti a casa?”
“In realtà dovrei portare Niall” provò a declinare lui, dimentico della triste sorte della propria auto.
“Ma hai la mia macchina” continuò la rossa rinfrescandogli la memoria.
“Credo di non avere scelta, allora.”
Il viaggio trascorse in silenzio: Harry sembrava completamente assorto nel cercare la via del ritorno – solo le dita che stringevano convulsamente il volante tradivano una cera agitazione.
Ginevra, continuava a fissare fuori dal finestrino, come se non avesse mai visto la strada prima; Samantha, dal canto suo, continuava a spostare lo sguardo dal ragazzo all'amica.
“Va tutto bene?” chiese dopo un po' esasperata.
Ginevra gugnì qualcosa, Harry invece si diede all'ironia rispondendo con aria truce “Divinamente”
Il ragazzo posteggiò poco dopo davanti a casa di Samantha.
“Ci vediamo, eh” sussurrò continuando a fissare il parabrezza. La rossa sospirò lasciando un bacio sulla guancia al ragazzo, mentre l'amica sussurrava un qualcosa che doveva essere un ringraziamento.
Harry nemmeno si voltò a guardarla.
“Mi spieghi cosa è successo tra te e Harry?” esalò Samantha non appena si furono rifugiate nella sua camera.
“Nulla, perché?”
“Andiamo, sembravate non potervi vedere nemmeno di striscio”
La mora liquidò la faccenda alzando le spalle, poi, nel tentativo di cambiare argomento chiese “Ma tu e Niall?”
L'amica arrossì violentemente, tanto da fare quasi concorrenza ai capelli “Nulla, è successo tutto mentre vi stavamo aspettando” spiegò dopo un po'.
“Se credi che mi arrenda così, ti sbagli di grosso”
Samantha sbuffò e inizio a raccontarle i vari dettagli. “Ora sta a te – aggiunse alla fine del discorso – cosa è successo con Harry?”
“Nulla, non ci sopportiamo e abbiamo messo le cose in chiaro. Tutto qui”
“Puoi almeno evitare di mentire?”
“Scusa?”
“Harry non può averti detto che non ti sopporta”
“E invece l'ha fatto. Sem, sul serio. Credo che provi un qualche tipo di interesse nei tuoi confronti”
Samantha scoppiò a ridere. “E non dirmi che ci hai creduto! Come se non fosse abbastanza evidente che lui è cotto di te!” spiegò tra una risata e l'altra.
“Puoi evitare di sparare cavolate? Io e lui non ci sopportiamo, fine della storia” sillabò affondando la testa in un cuscino. La rossa le accarezzò i capelli.
“Vedrai che si sitemerà tutto” le sussurrò.
Ginevra alzò la testa iniziando a fissare l'amica negli occhi “Oh, no. A me va benissimo così” sussurrò.
“Okay” finse di credergli Samantha.