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Autore: pescioletta    16/10/2012    1 recensioni
Una nuova minaccia, un nuovo destino...
Questa storia è ambientata subito dopo l'ultima puntata della 5 serie di Angel, ma ha radici che affondano molto prima che i nostri eroi mettessero piede a Sunnydale o, per meglio dire, sulla terra... Riusciranno Buffy, Angel, Spike e gli altri a sconfiggere questa nuova minaccia e a riprendersi finalmente le loro vite?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci con gli ultimi due capitoli (9+epilogo). Ringrazio chiunque abbia seguito questa storia, NightLady che ha sempre trovato un momento per lasciarmi un commento e tutti coloro che hanno commentato o l'hanno letta in silenzio.
E ora, bando alle ciance, buona lettura!




CAPITOLO 9

Il demone sbattè il pugno sul tavolo, con violenza.

Accanto a lui, Etan Rayne deglutì velocemente l’ultimo sorso di vino, appoggiando il bicchiere sul tavolo.

“Cos'è successo, mio signore?”

Il demone squadrò l’Immortale in silenzio, ribollendo di rabbia.

“Ci ha traditi…” disse, e Etan rimase all’erta ad ascoltare “L'incantesimo ha funzionato, la cacciatrice si è rivoltata contro i suoi amici ma Vincent sta rivelando tutto!”

L'Immortale alzò di nuovo il bicchiere, ondeggiando il corposo liquido rosso nel calice di cristallo.

"Non ha importanza." disse "Non avevano il giusto rituale e stanotte, al sorgere della luna piena, il mondo sarà finalmente nostro."

*****

"Non ti conviene riposarti invece di continuare a maledire il mondo?"

Spike si voltò verso la ragazzina accovacciata in un angolo della stiva.

"Credevo che dormissi" rispose

"Beh, è un po' difficile con un vampiro rumoroso come te come compagno di viaggio"

Per tutta risposta, Spike estrasse il pugnale dalla tasca e lo porse a Marta

"Dobbiamo parlare" disse.

a ragazza sbuffò.

"Non ti sei ancora stancato di far domande? E' il tuo destino, accettalo e basta…"

"No."

Un monosillabo, una certezza.

Marta lo fissò e si mise seduta.

"Cosa vuoi sapere?"

Spike abbassò gli occhi sulla pergamena che teneva tra le mani.

“L'ho letta e riletta." disse "Sembra che tutto quello che dobbiamo fare sia creare un cerchio magico, con all’interno un altro cerchio più piccolo, riempire quest’ultimo di sabbia, porre 12 candele sul perimetro del cerchio più grande e…”

“Buffy si deve procurare un taglio con la Lama di Tékal e lo stesso farai tu." continuò Christal

"Poi metterete a contatto le vostre ferite…”

“Il sangue di Buffy si mischierà con il mio”

“E la forza del vampiro si unirà con quella della cacciatrice per dare vita alla nuova Prescelta, l’unica e sola protettrice dell’umanità.”

Spike annuì.

“Una cacciatrice più forte di tutte quelle che l'hanno preceduta. L'ordine viene ristabilito. Nessun'apocalisse. Nessun essere più forte di lei… Detto così sembra abbastanza facile...”

“Tutto lo è, basta saperlo fare." concordò la ragazza

"Eppure ci sono io…" Christal lo guardò senza capire

"Il rito… hai detto che devo essere io a farlo. Perché?" chiese il biondo

La ragazza seguì il suo sguardo sul pugnale

"Solo un vampiro puro può completare il rito." disse "Angel ha un'anima e un altro vampiro…"

"L'ammazzerebbe senza pensarci due volte…" concluse il biondo "è esatto?"

La ragazza annuì.

"L'incantesimo creerà un legame?" chiese

"Certo." annuì Christal senza pensarci un secondo "Ogni incantesimo porta con sé delle conseguenze. Credevo che lo sapessi."

Christal si avvicinò al volto del demone

"Lo devi fare, Spike… non ci sono alternative in proposito."

"E se lei non volesse?"

"Non credo che abbia altra scelta"

La nave rollava e beccheggiava da tre ore ormai e l’ennesimo topo passò davanti ai piedi della ragazzina squittendo.

“Senti, non è che hai fame per caso?” chiese Marta, rivolgendosi al vampiro con un sorriso a 32 denti “Non ce la faccio più a sopportare tutti questi roditori in giro per la stiva.”

“Grazie, non mangio schifezze” la deluse immediatamente il vampiro guardandola schifato “anche se non mi ammalo, chissà quanti parassiti hanno questi ratti!”

“Uff!” si lamentò la ragazzina appoggiando la testa contro parete di legno e sbuffando “Ma si può sapere almeno perché abbiamo preso un cargo ammuffito invece che una comoda nave da crociera? Niente topi, niente sporcizia… magari adesso saremmo stati comodamente sdraiati in una cabina con tutte le comodità del caso, un bel letto ampio, il servizio di colazione in camera, un bagno decente….”

“Ma quanto ti lamenti!” la prese in giro Spike, dandole una leggera gomitata anche se, a dire il vero, stava rimpiangendo anche lui alcune comodità…

“Comunque, sai meglio di me che non avevamo né i soldi, né il tempo per cercare una nave da crociera. Con questa saremo a Los Angeles in meno di 24 ore, è tutto quello che ci serve.”

Marta fece una smorfia insoddisfatta.

“Questo e il bagno in camera!” sbottò

“Ad ogni modo sarà anche più rapida, ma quando hai detto che avremmo viaggiato in nave non immaginavo certo che saremmo finiti su questa specie di topaia galleggiante! Fortuna che Manson mi aveva detto di cercarmi un futuro migliore… Se non gli avessi dato retta sarei ancora nella mia bella casina, con i miei bei cuscini, le tende alle finestre, un bagno…”

“Ma sei proprio fissata con questo bagno!” sbottò Spike scocciato

“Sono una donna, è naturale!” esclamò lei e Spike roteò gli occhi “In ogni caso domani saremo a Los Angeles, lì avrai tutti i bagni che vorrai. E la colazione a letto. Ma intanto, parliamo di cose serie…”

“Con te si parla sempre solo di cose serie!” si lamentò Marta.

Un’affermazione che a Spike diede abbastanza fastidio, soprattutto in quel frangente…soprattutto quando si trovava a fare già così tante cose in modo così simile ad Angel…

“Beh, siete stati voi a decidere di affidare il destino del mondo proprio al sottoscritto, c’era già sul pianeta un vampiro votato al martirio e non ero io. Adesso, il minimo che tu possa fare è di darmi delle risposte in modo che io possa concludere il mio compito senza che l’intera umanità scompaia dalla faccia della terra. E ti sarei grato se non mi dessi più del musone, d’accordo?!”

Marta alzò gli occhi al cielo annoiata

“D’accordo, d’accordo. Capito l’antifona. Che pizza che sei! Comunque, non mi sembra il caso di scaldarsi: ti ho già detto tutto quello che so…”

“Questo non è vero.” negò Spike che stava cercando in tutti i modi di trattenersi. Vabbè essere definito noioso, ma addirittura ‘una pizza’! Ci mancavano giusto i capelli dritti e poi il gioco era fatto! Ma perché non era andato lui in Italia e tanti cari saluti al suo piccolo problema d’onore, perché?

“Voglio sapere che cosa significa la visione che ho avuto insieme a te nel bosco” disse, con un tono che non ammetteva repliche.

La ragazzina sospirò esasperata.

“Te l’ho già detto: non lo so.” sbottò Marta “L’unica cosa che posso dirti è che di solito queste cose si avverano perché sono in qualche modo predestinate”

“Ma… il rituale, la luce, il sangue… c’erano troppe cose che non so come spiegarmi.”

“Beh, non è che io avessi una versione speciale con tanto di sottotitoli”

“Ho visto Buffy morire!” esclamò Spike e Marta riuscì a vedere ogni singolo muscolo irrigidirsi a quella frase.

"E sono stato io. La mordevo capisci? E poi lei mordeva me… cosa significa questo?"

Marta si avvicinò e gli prese le mani.

“Io non posso cambiare quello che è già stato scritto” disse, e fu come un pugno in pieno stomaco

“Ma sono sicura che quando arriveremo a Los Angeles troveremo un modo per cambiare le cose. E ora, calmati. Se vuoi davvero aiutare Buffy, l’unica cosa che puoi fare è eseguire alla lettera il rituale. Col tempo capiremo anche il resto. E se non ci sarà un modo, allora noi-"

"Sch!" esclamò il biondo tappandole la bocca.

Marta spalancò gli occhi.

"C'è qualcuno" mimò, mettendosi in ascolto.

In effetti, dopo pochi secondi, la porta della stiva si spalancò e un gruppo di soldati armati scese sottocoperta, sparando all'impazzata.

Spike si gettò su Christal cercando di coprirla e appiattendosi contro lo scafo.

Improvvisamente una voce conosciuta risuonò nella stiva.

"Smith, al centro; Donovan, Curter al lato ovest; Kolton con me…"

Marta sentì il vampiro irrigidirsi contro il suo corpo.

"Il Torlox dev'essere qui. Sparate a qualsiasi cosa si muova. Accendo il radar."

Spike si staccò impercettibilmente dalla ragazza e le fece cenno di stare lì, ferma.

Lui invece si spostò di alcune casse senza farsi sentire.

"Zach! Attento!"

Una raffica di colpi partì in direzione del vampiro e Spike si appiattì di nuovo contro la stiva.

Un urlo.

Ed improvvisamente, un demone enorme e muscoloso si fiondò in avanti aggredendo il gruppo di soldati che iniziarono a sparare all'impazzata.

Grida e spari riempirono l'aria e Marta si accovacciò contro le casse, sperando di diventare invisibile, finchè un grido diverso si librò nella stiva e un colpo di pistola giunse alle orecchie della ragazza.

Marta si alzò in piedi di colpo, attirando tutti gli sguardi.

"William!" gridò, vedendo il Torlox a terra e il vampiro piegato su un fianco.

Accanto a lui, uno dei militari giaceva privo di vita, altri due erano feriti e quello che sembrava essere il comandante si teneva stretto al petto un braccio sanguinante.

Non fece in tempo a raggiungere il vampiro che due mani forti l'afferrarono e l'allontanarono da lui.

"William!" gridò di nuovo Marta, scalciando per raggiungerlo, mentre i militari la portavano via imprecando per la forza con cui si opponeva.

"E' stata soggiogata!" esclamò uno di loro.

"No, non lo è."

Il tono di Spike era autoritario. Debole, ma deciso.

Nonostante fosse ferito e ci fossero almeno cinque fucili caricati a legno puntati contro di lui, i militari si zittirono.

"E' umana" disse "ed è una cacciatrice. Lasciatela andare."

Poi, rivolto al militare che si teneva ancora il braccio sanguinante disse:

"Non è lei che state cercando, Riley… lasciala andare… sbarcala dove vuoi ma lasciala andare!"

"No…" sussurrò Marta sgranando gli occhi.

"Me lo devi." Esclamò guardandolo negli occhi.

Riley Finn rimase per un lungo istante fermo a fissare il vampiro. Dall'altra parte, Spike passava in rassegna nella sua mente tutti i motivi per cui Riley avrebbe dovuto accordargli quella cortesia: il paletto di plastica piantato nel cuore il giorno in cui Dracula era arrivato in città, il chip che gli avevano messo nel cervello - no, con quello era pari, ricordò - il suo ritorno a Sunnydale con tanto di mogliettina, la storia dottore. Anche Riley stava facendo lo stesso calcolo, ma il suo era più che altro incentrato sul tema 'mi potrò fidare?'.

Gli occhi negli occhi, i due si studiavano, i muscoli tesi, come in una muta battaglia.

Qualcuno caricò il fucile.

Bastò quel piccolo suono per far finire lo stallo.

Spike fece istintivamente un passo in direzione di Christal e la mano di Riley si alzò, fermando il soldato.

"Hai ragione" disse, guadagnandosi lo sguardo incredulo dei suoi compagni. "Non è lei che stiamo cercando. Il torlox è morto. I demoni nella cabina annientati. Il mercantile è stato requisito. La ragazza procederà con noi mentre tu" disse avanzando d'un passo.

Immediatamente due militari si avvicinarono al vampiro, impedendogli ogni via di fuga

"Mi seguirai nella mia cabina".

Marta era rimasta sconvolta.

Seguì i militari che la precedevano senza emettere un fiato e guardò solo un istante verso Spike, che veniva condotto nel senso opposto.

Il vampiro annuì e abbozzò un sorriso.

"Stai attento" sussurrò lei, abbastanza piano perché solo Spike potesse sentirla

Il mio compito è concluso, ci rivedremo quando tutto sarà finito… pensava intanto, mentre Spike veniva condotto fuori dai quattro militari rimasti.

*****

Il silenzio che era calato nella stanza era incredibilmente pesante. Nessuno aveva più la voglia né la forza per dire nulla. L'unica che ancora non credeva alle sue orecchie era Down.

"Perché?" riuscì solo a dire

"Perché dovevamo tentare." Rispose Vincent, guadando Giles

"Nel corso della storia il Consiglio degli osservatori scoprì una profezia, una scrittura che parlava della nascita di molte cacciatrici e della divisione del potere di una sola."

Down lo guadò, riconoscendo nelle sue parole, l'incantesimo che Willow e sua sorella avevano eseguito solo un anno prima.

"Ma la profezia continuava, parlando di un altro rituale, della rinascita dell'antica regola. Della distruzione di molti e dell'aumento del potere di una sola, e tuttavia prima metteva in guardia: se la prescelta non avesse voluto o potuto adempiere al suo destino, allora l'equilibrio si sarebbe rotto definitivamente e il mondo sarebbe caduto nelle mani del male."

Vincent fece una pausa, abbassando il capo prima di continuare

"Il problema è che un rituale del genere sarebbe stato merce rara, ricercato per secoli da chiunque stesse progettando l'apocalisse e quindi il Consiglio degli Osservatori intervenne creando migliaia di pergamene, centinaia di falsi pugnali e decine di libri antichi su cui si trovava solo una parte esatta della profezia alla volta. Ho passato la mia intera esistenza cercando quelle pagine, paragonandole una ad una, ricomponendo la profezia pezzo dopo pezzo… ma sono arrivato tardi."

Giles lo guardavo, immobile "

Quando l'anno scorso Buffy ha attivato tutte le cacciatrici ho guardato il calendario lunare e ho scoperto di avere tempo solo fino a stanotte"

"Come facevi a saperlo?"

"Un grande incantesimo richiede sempre qualche forza naturale"

"La luna gigante… ne hanno parlato al telegiornale…"

Vincent annuì

"Sapevo che sarebbe stata oggi e quando è mancato troppo poco per continuare a cercare ho chiamato Rupert Giles e ho deciso di tentare"

"Non ne avevi il diritto!"

"596 anni, Giles!" esclamò Vincent "596 anni passati facendo il doppio gioco all'interno del Consiglio, stringendo accordi con qualunque forza demoniaca, collaborando con la WolfRam&Hart e persino con l'Immortale con il solo scopo di rimettere insieme i pezzi del rituale… Sapevo di non avere la certezza che avrebbe funzionato, ma ormai era l'unica cosa da fare…"

La lama del coltello brillò per un secondo nell’aria, arrivando ad un centimetro dalla giugulare del demone, che si appiattì ancora di più contro il muro.

Una goccia di sangue macchiò l’acciaio lucente.

Down trattenne il fiato, pronta a chiudere gli occhi.

Lo sguardo di Vincent incontrò per un attimo quello deciso di Giles.

E, non appena le sue iridi incontrarono quelle ambrate dello Squartatore, Vincent capì che non c’era scelta.

“Non potevo dirti la verità, Rupert. Non avresti mai tentato, le vuoi troppo bene… ma era l'unica possibilità…”

Giles rimase fermo per un secondo.

Poi, il coltello che minacciava la gola di Vincent cadde al suolo.

L'osservatore si asciugò il sangue e raccolse l’arma.

"Abbiamo ancora una speranza…" disse Vincent dopo un attimo, riaggiustandosi la camicia

Down alzò lo sguardo.

"Spike sta venendo a Los Angeles…"

*****



*****

La luce della luna era irreale.

Angel e Buffy si fronteggiavano girando in cerchio, come due fiere selvatiche.

Il vampiro aveva assunto il volto della caccia. Sapeva cosa significava combattere contro Buffy Summers e sapeva anche che non avrebbe avuto possibilità di fermarla se si fosse soffermato, anche solo per un secondo, a pensare che si stava battendo con una delle donne più importanti della sua vita.

Di nuovo.

Fermiamo questa cosa, Angel…

La frase che Buffy gli aveva detto durante il rituale gli rimbombava nelle orecchie e l’immagine di lei che scappava dalla finestra si presentava davanti ai suoi occhi ogni volta che, in attacco o in difesa, parava o riceveva un colpo.

“Avevi ragione. Dovevamo fermarci” disse il vampiro, parando un calcio e restituendole una spinta.

Non voleva farle male, si accontentava di farle perdere tempo in attesa che arrivassero Willow e Giles

“Perdonaci.”

Una parola, ma abbastanza per interrompere lo stallo.

Buffy si drizzò sulle gambe, dominandolo, anche con la sua scarsa statura.

“Sono la cacciatrice. Non parlare con me: combatti!”

“Sei sempre stata la cacciatrice, Buffy.”

La ragazza scoppiò in una risata isterica.

“Una cacciatrice? Che cacciatrice sarebbe una che lascia in giro William il Sanguinario o Angelus?! Che abbandona la propria missione? Che passa il suo tempo proteggendo una chiave mistica?!”

“Una volta non la pensavi così!”

Un affondo, e un colpo da evitare prima che il paletto arrivasse a destinazione.

Buffy raccolse un pezzo di metallo dalla strada, scagliandosi contro Angel.

“Ero solo un'umana. Priva del vero potere e sottratta alla vera missione. Ma voi mi avete aperto gli occhi. La mia missione-” disse arrivandogli ad un centimetro dalla gola "è di uccidere quelli come te!"

La lamiera produsse un suono stridente quando penetrò nella carne, incontrando le ossa.

Angel si piegò su un fianco, non riuscendo ad evitare il calcio

“Che aspetti? Uccidilo!” gridò una vocina nella sua mente

Buffy si posizionò sopra di lui, bloccandogli i fianchi, un ginocchio che premeva sulla ferita ancora aperta.

Alzò il braccio, pronta a calare il paletto

“Se lo farai non potrai più tornare indietro!” disse Angel, tornando al suo volto normale.

Buffy rimase ferma un istante, poi alzò le spalle e disse:

“Sarò finalmente libera.”

Alzò di più la mano, pronta a calare il colpo, ma Angel fu più veloce di lei: deviò la punta di legno con il braccio, l'afferrò per le spalle

e la baciò.

*****

Era entrato.

Si era seduto.

E aveva atteso pazientemente che i medici dell'infermeria visitassero e medicassero Riley.

Intanto aveva tenuto la mano premuta sulla ferita e aveva sperato che smettesse perlomeno di sanguinare.

Sapeva ciò che aveva fatto e sapeva che non ci sarebbe stato un ritorno, ma non aveva scelta.

Ricordava la visita a Sunnydale della squadra di Riley e le parole non proprio amichevoli che il marine gli aveva rivolto. Fosse stato per lui, gli avrebbe volentieri lasciato in mano tutto e se ne sarebbe andato.

Ma non poteva.

In una maniera alquanto singolare, le doveva molto… e, anima o meno, non avrebbe mai permesso che il demone le facesse del male.

Si sistemò sulla sedia e digrignò i denti.

Maledizione.

Chiuse gli occhi un attimo e rivide la scena che si era consumata pochi istanti prima sotto coperta.

Una raffica di mitra, il torlox che esce allo scoperto. Uccide un marinaio e subito dopo uno dei militari e si avvicina a dov'è nascosta Marta.

I marines sono distratti e Spike non ha altra scelta.

Si avventa contro il demone.

Sa che cosa sta facendo. Riley lo riconosce e lo affianca, puntandogli contro una pistola.

"Cosa ci fai tu qui?!" grida

"Potrei farti la stessa domanda" risponde il vampiro irriverente, prima che una delle 6 braccia del demone si scagli contro il militare.

Riley ruzzola al suolo, sul braccio un profondo taglio che sparge sangue ovunque.

Anche Spike lo vede e sa che si sta mettendo male: i torlox sono attratti dal sangue, esattamente come gli squali ne vengono accecati e divorano qualunque cosa si trovi sul loro passaggio.

"Scappate!" grida quindi Spike, ma i militari sono troppo intenti a sparare, senza alcun effetto.

"Il vero nemico è il torlox non sono io, idioti!" grida il vampiro ma ormai è troppo tardi.

"Spike vattene!"

Il grido richiama il demone che si avventa su Riley.

Lo solleva e finalmente i militari cambiano il loro bersaglio, ma le pallottole scalfiscono appena la corazza del demone che sta per morderlo quando qualcosa di acuminato gli esce dal torace e lo fa contorcere violentemente in preda a spasmi.

Spike gli ha appena sfondato lo sterno con una trave e il demone agita le braccia colpendo a caso tutto ciò che incontra.

Uccide un miltare e poi un altro.

Finalmente Spike riesce a decapitarlo e quella massa nera di muscoli e carne crolla a terra esanime con un urlo di gioia da parte di tutti.

Anche Riley grida e poi si volta verso il vampiro che li ha salvati tutti con un grande sorriso sulle labbra.

Anche Spike si volta verso di lui e lo guarda.

Ma non sorride.

Senza dire nulla si appoggia ad una delle casse, barcollando.

Sul suo fianco, una macchia di sangue si espande in modo inequivocabile laddove un artiglio del torlox gli ha aperto la carne.

Un militare gli punta una pistola al cuore.

Poi il suo sguardo si volta e anche Riley lo segue, scorgendo una ragazzina che esce da dietro le casse.


Un rumore.

E poi finalmente Riley fece capolino dalla porta portando in mano un bicchiere di "burbon" riconobbe Spike dall'odore "immagino sia un modo per dirmi di farmi coraggio…"

Riley abbassò la testa, contrito.

"Non fare quella faccia: sapevo a cosa andavo incontro." disse il vampiro, bevendo e appoggiando poi il bicchiere sul tavolino con una smorfia.

"Non avresti dovuto salvarmi…"

"Ti avrebbe fatto a pezzi"

"Potevamo distruggerlo"

"Avrebbe ucciso prima lei."

Riley lo guardò, serio.

Spike abbassò il capo.

"Cosa c'è tra te e quella ragazza?" chiese Riley, inclinando il capo.

Spike scosse la testa

"Nulla" disse, deciso "e tutto." ammise "Marta mi ha mostrato il mio destino."

"Quindi lei…"

"Non è la mia ragazza!" si affrettò a chiarire Spike, sorpreso che Riley avesse anche solo potuto pensare una cosa del genere… credere che nella sua mente esistesse qualcun altro oltre... "E poi non volevo che qualcuno se la prendesse con me se ti facevi male"

"E per qualcuno intendi Buffy"

Spike chinò la testa.

Sapeva già cosa gli avrebbe chiesto Riley, quindi era meglio andare al punto.

"Non l'ho più vista dalla battaglia contro il Primo, ma devo andare da lei, Riley." disse quindi, senza preamboli.

"Posso chiederti il perché?"

"L'apocalisse." rispose Spike, estraendo dalla tasca il coltello e porgendoglielo "tante cose non sono chiare nemmeno a me, ma devo portarle questo, anche se fosse l'ultima cosa che faccio"

Riley parve pensarci su un attimo, poi annuì.

"Il veleno dei torlox è forse l'unica sostanza a cui voi vampiri non siete immuni e a giudicare dalla grandezza della tua ferita non ti resta molto tempo."

Spike lo guardò come per dire 'hai intenzione di raccontarmi da capo tutta la storia?" e Riley restò sorpreso della noncuranza con cui gli rivolse quell'occhiata.

"Perciò, velocizziamo le cose. Un elicottero dell'esercito è quasi pronto sul ponte. Partiremo fra dieci minuti."

*****

Buffy si staccò dal vampiro con violenza, puntando il paletto al centro del suo cuore.

Le labbra ancora gonfie per quell’unico bacio rubato.

“Perché l’hai fatto?!” chiese

Angel poté vedere chiaramente la confusione negli occhi della ragazza e la battaglia che vi si svolgeva all’interno.

“Perché?!” ripetè Buffy urlando, mentre la voce nella sua testa continuava a ripeterle

“Fallo! Cosa aspetti? Uccidilo!”

Buffy premette più forte il paletto sul petto del vampiro, facendone uscire alcune gocce di sangue.

“Io sono sola. La cacciatrice deve rimanere sola. Questa è la sua forza. Questo è il suo potere!” esclamò.

“Ma è anche la sua rovina.”

Buffy si voltò.

Vincent la fronteggiava con le mani in tasca, apparentemente rilassato.

Dietro di lui Willow, Xander, Down e Giles si bloccavano a vicenda, tentati dall’interrompere lo stallo che si era creato per andare a salvare Angel o quantomeno per tentare un semplice incantesimo disarmante.

La cacciatrice si voltò verso di loro, con aria di sfida.

“Voi dunque preferite che questo mostro rimanga in vita? Che lo lasci andare? Che non adempia al mio dovere?”

“Oh no, uccidilo pure se vuoi…” disse Vincent, ed Angel sentì il legno del paletto diminuire per un attimo la sua avanzata.

"Ma non ti converrebbe” continuò l’osservatore, pacato “Così come non ti converrebbe far del male a me o i tuoi amici. Guardati Buffy…” la cacciatrice si voltò furente “Tu sei la prescelta più longeva e temibile della tua stirpe, ma non sei nulla senza di loro. Pur con tutti i loro difetti e le loro debolezze, per tutti questi anni ti hanno protetto e aiutato. Ti hanno amato, demoni e non, e ti hanno permesso di diventare quello che sei. Amata. Potente. Unica. Pensi davvero di voler perdere tutto questo?”

Buffy abbassò lo sguardo.

Una lacrima, solitaria, le corse lungo la guancia.

"Sono la tua famiglia.…" continuò Vincent "hai fatto di tutto per loro e loro hanno dedicato la loro vita a te. E tu, ora, vorresti ucciderli così, a sangue freddo?"

"La missione viene prima di tutto"

"Sì, questo lo dicevano anche le altre. E sono morte."

"Io sono più potente…"Vincent annuì.

"E il tuo potere deriva da loro. Dalla tua famiglia, dai tuoi amici."

Lentamente, le dita di Buffy corsero alle sue labbra, laddove Angel l'aveva baciata.

“Mi dispiace…” sussurrò.

E improvvisamente, svenne.

Giles fece un passo, ma Willow lo fermò

"Qualunque incantesimo le sia stato fatto, ora è finito." Disse

"Portiamola a casa…" sussurrò Vincent al vampiro ancora immobile sull'asfalto

"La confusione è finita. Una lunga notte ci attende…"

*****

L'elicottero volava veloce sull'oceano, o almeno così mostravano i due televisori di bordo.

Riley uscì dalla cabina del pilota e guardò Spike fermo in un angolo.

Gli occhi chiusi, le mani abbandonate sul grembo, sembrava quasi che dormisse, ma sapeva perfettamente che non era così.

"Come va?"

Il vampiro alzò le spalle

"Saremo a LA in meno di due ore"

"Prima del tramonto? Bene."

"Ne vuoi?"

L'odore pungente e invitante del sangue colpì le narici del vampiro come una stilettata.

Velocemente si alzò in piedi e si diresse dall'altra parte della cabina.

"E' umano!" esclamò, allarmato.

Riley glielo porse.

Una tazza, con dentro un inconfondibile liquido rossastro

"Viene dalla banca del sangue." disse "Ho l'autorizzazione a usarlo come più mi piace"

Ma non riuscì a finire di parlare.

La mano di Spike era serrata intorno alla sua gola e la tazza aveva già cambiato proprietario.

Mentre Riley lo guardava allibito, Spike bevve una lunga sorsata per poi rivolgersi al marine, con il volto mutato in quello della caccia.

"Avevi ragione soldatino, ne avevo proprio bisogno!"

E poi gli affondò i canini nel collo.

*****

"Dobbiamo lasciarla riposare…"

Il volto di Angel era impassibile.

Da ore.

Appena tornati a casa avevano riportato Buffy di sopra e poi si erano messi a parlare riguardo il poco futuro che avevano a disposizione.

"Siamo già usciti da situazioni disperate, non è la prima volta che combattiamo, o che sventiamo un'apocalisse" disse Xander.

"Qui è diverso... c'è una profezia di mezzo." esclamò Willow presa dallo sconforto "Se solo lo avessimo saputo prima…"

"Non avreste potuto comunque fare niente." La voce di Vincent era fredda e sicura nella sua ineluttabilità

"Quindi… possiamo solo aspettare?"

"Possiamo rifarlo. Il rito intendo…" esclamò Xander "provare a capire dove abbiamo sbagliato e-"

"Perché Spike?"

La voce di Angel rimase nell'aria per alcuni secondi, mentre il vampiro alzava gli occhi e li puntava in quelli di Vincent "Che cosa potrebbe fare lui che noi non possiamo?"

Il demone lo fissò per un istante, giusto il tempo per capire che non avrebbe accettato una non-risposta, e decise che era giusto raccontargli tutta la storia.

"Potrebbe essere riuscito a trovare un altro pezzo dell'incantesimo, o forse addirittura la pergamena originale" disse.

"E come fai a saperlo?"

"Un mio contatto mi ha chiamato di recente." spiegò "Sembra che William il sanguinario sia giunto in Francia e sia stato trovato da una congrega che proteggeva il rituale, una… confraternita segreta di cui ho seguito le tracce per anni. Non so se sia possibile, ma sembra che si stia dirigendo verso l'America e più esattamente verso Los Angeles…"

"Ok, quindi spike ha avuto più fortuna di tutti noi con le ricerche. E quindi?" chiese ancora il vampiro, roso da una certa curiosità "Perché non può semplicemente dirci come fare e poi tornare con calma?"

Vincent abbassò la testa, cercando le parole giuste per rispondere.

"Vedi, Angel…" disse poi "sembra… sembra che non sia tu il vampiro destinato a compiere il rito…"

*****

"Spike… fermati!!! Spike!!!... Spike..."

"No!"

Di colpo, il vampiro si allontanò dal corpo del marine, sbattendo contro la lamiera dell'elicottero.

Anche Riley cadde.

Il braccio ancora dolorante e una mano premuta sol collo, laddove due segni rossi spiccavano inequivocabili, condannando il vampiro per ciò che era appena accaduto.

Uno dei due piloti era corso in cabina e ora puntava la sua pistola contro il biondo.

Fu Riley a fermarlo, giusto un attimo prima che facesse fuoco.

"Spike…"

"Stammi lontano…" esclamò il biondo, tremando "stammi lontano…" ripetè

"Che ti è preso?"

"Stammi lontano!" gridò ancora divincolandosi, mentre Riley invece gli tendeva una mano.

"Non sai di cosa sono capace…"

Riley rimase interdetto.

Non l'aveva mai visto così sconvolto.

Eppure non poteva essere il veleno. Per quanto grave potesse essere la sua ferita, non sarebbe arrivo al cuore prima di tre-quattro ore… e allora cosa?

"Spike…" provò di nuovo

Il vampiro parve rianimarsi.

"La fialetta!" esclamò, estraendo una bottiglia minuscola dalla tasca della giacca e bevendola tutta d'un fiato.

Il marine rimase allibito.

Non sapeva cosa diavolo avesse bevuto, ma di sicuro non gli stava facendo un bell'effetto.

Lo guardò contorcersi, sputare sangue e urlare in preda a spasmi mentre bloccava il pilota e chiunque altro cercasse di capire cosa stesse succedendo.

Alla fine, tutto tacque.

Riley rimase a guardarlo per un lungo istante. Poi, mandati via gli altri, si sedette…

E aspettò.

Per un tempo interminabile il soldato si chiese se il vampiro fosse morto.

Potevano morire i vampiri senza diventare cenere?

Poi, quando il pilota gli disse che mancavano pochi minuti all'atterraggio, cercò nuovamente di chiamarlo.

"Stai bene?" chiese.

Spike non rispose.

"Tra poco saremo a Los Angeles, a casa di Giles. Atterreremo vicino al suo giardino, ma è ancora giorno, credo sia il caso che-"

"Vai tu…" disse il vampiro, parlando per la prima volta dopo quanto era successo.

Poi, infilò una mano nella giacca e gli consegnò il pugnale e la pergamena avvolta intorno ad esso.

"Consegna tutto a Giles e digli… che mi farò trovare pronto al calar del sole…"

"Spike…"

"Starò bene…" disse, mentre già l'elicottero toccava terra.

Il marine annuì e afferrò il rituale.

"Mi… mi dispiace…" sussurrò Spike, mentre già Riley se ne stava andando.

Il ragazzo si voltò.

"Non sarebbe dovuto accadere… non ti ho detto nulla… mi avevano avvisato che poteva succedere ma credevo… di avere più controllo. La pozione che ho preso terrà a freno il mio demone… per un po'… dì ai tuoi uomini che non hanno niente da temere… e dillo anche a Giles…"

"Non avrei dovuto portarti del sangue…"

"Non potevi sapere…" disse Spike raddrizzandosi, con una smorfia di dolore

"Vai da Giles e dì a Buffy di tenersi pronta… dobbiamo finire questa cosa…"

Riley s'inginocchiò vicino al biondo.

"Troveremo una soluzione… il sangue di una cacciatrice può-"

"No!"

Il tono di Spike non ammetteva repliche.

"Non berrò da Buffy. Non rischierò la sua vita. Non c'è discussione su questo"

Senza dire altro, Riley annuì e si allontanò dall'aereo.

Un minuto dopo, Spike era sparito.

*****

Appena sceso dall'elicottero, Riley si rese conto che qualcosa non andava.

Il cielo, di solito così azzurro in California, era di una strana tonalità rossastra e la gente, che di solito accorreva, stupita di vedere un elicottero dei marines atterrare nel mezzo di un prato, sembrava svanita nel nulla.

"Attaccheranno stasera."

Riley si voltò.

Alle sue spalle, Christal lo guardava enigmatica, le mani infilate nelle tasche del lungo trench beije.

"Cosa ci fai qui?!" chiese il marine sorpreso.

La ragazza alzò le spalle.

"Non ho mai fatto della missione la mia ragione di vita" disse "ma sono sempre una cacciatrice e non è stato difficile convincere i tuoi uomini a portarmi in America.

Riley fece un passo avanti

"Non preoccuparti, stanno tutti bene" continuò lei "qualcuno di loro ha un po' di mal di testa ma non è nulla che non si possa curare con un paio di giorni di congedo…"

"Perché sei qui?"

Christal sorrise, fissandolo negli occhi.

"L'apocalisse, mi pare ovvio..:"

*****

L'Immortale alzò le braccia davanti al portale.

"Tra poco la luna si alzerà, mio signore… e le barriere interdimensionali che ti racchiudono cadranno."

"La cacciatrice?" chiese il demone.

L'Immortale sorrise

"E' innocua. Il rituale è fallito."

"E quel mago? Quel pazzo di nome-"

"Etan Rayne?" chiese il demone "è scappato non appena l'ho lasciato andare… crede ancora di potersi salvare… ad ogni modo il suo piano ha funzionato: la cacciatrice è impazzita e tutti si sono distratti. Anche se il vampiro dovesse giungere da lei con la pergamena autentica, non si sottoporrebbe mai al rituale dopo quanto le è accaduto e, probabilmente non farebbe nemmeno in tempo..."

"Hai forse fatto qualcosa che non so?" chiese l'essere infernale con un abbozzo di sorriso sulle labbra.

Anche l'Immortale sorrise, ricominciando ad agitare le erbe per l'incantesimo

"Diciamo solo che, scontro o meno, il vampiro sarà il primo a morire."

*****

Toc toc toc…

Il signor Giles si alzò di mala voglia dal suo tavolino, chiedendosi chi mai avesse voglia di disturbarlo in un momento come quello.

La reazione di Xander era stata completamente diversa invece, ed il ragazzo già fissava al di là della porta con una pistola carica stretta in mano.

"Perché sei qui?" chiese.

Etan fissò il ragazzo e subito dopo l'osservatore.

"Stanno arrivando" disse, senza nascondere un certo tremito nella voce. Subito il signor Giles apparve alle spalle del ragazzo.

"Sono riuscito a imbrogliarli, credono che Buffy stia ancora male, ma non appena i primi raggi della luna faranno capolino da dietro le nubi, attaccheranno in massa e nulla sfuggirà al loro passaggio"

"Lo sappiamo già" disse Giles, chinando il capo.

In un'altra occasione magari sarebbe stato divertito nel vedere Etan Rayne sulla soglia di casa sua, pallido come un fantasma, terrorizzato dopo tutto quello che gli aveva fatto; ma ora nulla aveva più importanza.

"No…" disse invece l'osservatore con una strana espressione di terrore dipinta sul volto.

"Voi non capite… sono immortali!" disse "hanno preparato un esercito d'immortali!"

"Ed ecco perché è importante che agiamo subito…" disse Christal, mentre Riley entrava in casa e tendeva la copia del rituale a Giles

"Fossi in te" disse poi rivolto a Xander

"chiamerei immediatamente la tua amica strega…"

*****

"Quindi, vuoi dire che abbiamo un'altra possibilità?" chiese Down, con un sorriso che si allargava sempre di più.

"Se Buffy sarà d'accordo"

"Che altra scelta potrebbe avere?"

Il rituale dei saluti per il nuovo arrivato fu il più breve che si potesse ricordare.

Due minuti e tutti erano di nuovo al lavoro sui nuovi documenti che Riley aveva portato.

"Come facciamo a sapere che stavolta funzionerà?"

"Buffy non accetterà mai di rifare questa cosa!"

"Abbiamo visto com'è finita l'altra volta?!"

"Se non lo farà morirà comunque, tanto vale tentare!"

"Anche noi non abbiamo molta scelta…" osservò Down "Vado a parlare con mia sorella."

Willow annuì

"Riley… tu?

"Schiererò i miei uomini sul prato, spero che riusciremo almeno a rallentarli…"

"Mi sembra un ottimo piano!"

Willow si voltò immediatamente, spalancando la bocca

"Che c'è?" chiese Kennedy alzando le spalle "Hai sempre saputo che sono una persona testarda…"

*****

Down scese dalla scala con una tazza di the ancora piena.

"Non ne ha toccato neanche una goccia… e non vuole vedere nessuno…" disse in un fiato, "temo che abbia troppa paura di ciò che sarebbe in grado di fare…"

"Lasciatemi tentare…" disse Vincent in un soffio, ma Angel fu più veloce di lui.

"Ci parlo io" disse, e sparì al piano di sopra.

Vincent chinò il capo.

"Ok…" disse "allora io vado a far visita a un altro amico…"

*****

"Allora…" disse Giles rivolto alla nuova arrivata non appena furono da soli "cos'ha questo incantesimo di diverso da quello che abbiamo già tentato?"

"Tutto." disse Marta sorridendo "E niente. E' quello giusto, Giles, non so altro…"

"E come mai tu avresti rischiato la tua vita per portarcelo? Non combatti come le altre cacciatrici.."

Christal si voltò verso di lui con l'espressione più seria che l'osservatore avesse mai visto.

"Beh, penso che quando passi la tua intera vita a difendere qualcosa, arrivi a credere che possa fare davvero la differenza, no?" disse "Ad ogni modo, ora non c'è tempo per le spiegazioni, e nemmeno per le incomprensioni o la scarsa fiducia."

Giles la fissò negli occhi, senza parlare

"Una volta concluso il rituale, se saremo ancora vivi, allora ci sarà tempo per tutte le domande che mi avreste voluto fare stanotte, ma adesso dobbiamo sbrigarci. E dobbiamo fidarci l'uno dell'altro. Solo così possiamo sperare di uscirne vivi."

*****

La porta sbattè violenta contro il muro.

"Non ti sembra il caso di entrare invece che origliare come un codardo?" esclamò il vampiro, trascinando all'interno della cripta lo sfortunato visitatore.

Il pugno che seguì fece capire a Spike che all'intruso non andava di essere trattato come un pivello.

"Se fossi in te modererei i termini. E cercherei di essere più cauto davanti ad un demone che nemmeno conosci. Ah e per la cronaca, stavo per bussare, non stavo origliando".

Il biondo sorrise divertito e altrettanto fece il demone.

"Un demone che nemmeno conosco eh?" lo prese in giro Spike

"Strano, a prima vista assomigli di più a un osservatore che a un demone"

"In effetti sono anche questo."

A quelle parole il biondo storse il naso.

"Non farmi ridere. Tu… al consiglio?! Ho conosciuto più osservatori di quanti immagini e so che Travers non l'avrebbe mai permesso."

"Infatti sarebbe più corretto dire che non ha avuto altra scelta."

Il demone si avvicinò alla poltrona.

"Posso sedermi?" chiese, mentre già allungava i piedi sul tavolino

"Sei proprio un inglese!"

"Forse..." disse Vincent intrecciando le dita e cercando una bottiglia con dell'alcool "ma si da il caso che io sia anche l'unico inglese a cui sta a cuore la tua non-vita, dico bene vampiro?" e così dicendo il demone si alzò in piedi tanto velocemente da essere praticamente invisibile, afferrò la bottiglia di scotch che stava sul ripiano e colpì Spike al fianco.

Il vampiro si chinò su sè stesso, imprecando.

"Allora avevo visto giusto..." commentò Vincent, riprendendo posto sul divano, ma continuando a guardare Spike.

"Quanto tempo fa è successo?"

Il vampiro deglutì, respirando a fatica.

"Che te ne importa?"

Improvvisamente Vincent spalancò gli occhi, fissando ancora più intensamente il biondo

"Santo cielo, pensavo che fossero estinti..."

"Sì, lo pensavo anch'io... ehi!"

Adesso era il vampiro a fissare Vincent ad occhi spalancati

"Ma come diavolo..:"

Vincent si alzò in piedi.

Buona parte della sua spavalderia era svanita, e anche l'atteggiamento aggressivo e la baldanza, erano stati sostituiti da toni e atteggiamenti sinceramente preoccupati.

"Posso dare un'occhiata?" chiese.

Spike si ritrasse immediatamente.

"Che altro? Oltre che un osservatore, un demone che legge nel pensiero e un gran rompiballe sei pure un medico? Lasciami in pace ti ho detto!" esclamò, e indicò la porta con fare eloquente.

Vincent rimase per un istante in silenzio.

Poi, lentamente, si avvicinò al sarcofago che troneggiava al centro della cripta e vi depose alcuni oggetti.

"Ti chiedo perdono Spike, non sono stato del tutto sincero con te..." disse, facendo cadere nel nulla l'invito del vampiro

"E dov'è la novità?" rispose acido Spike.

Quelle parole, dette così di fretta e con quel tono, gli fecero stringere per un secondo il cuore nel petto e Vincent dovette fare uno sforzo enorme per non mandare a monte tutti i suoi buoni propositi e non leggere di nuovo nella mente del biondo.

Ma non sarebbe stato giusto.

Non più.

Col tempo Vincent aveva imparato che il suo dono era anche un'arma notevole e violare la vita degli altri, la loro intimità, i loro segreti e il loro passato non era una cosa che si potesse fare senza conseguenze.

Perciò aveva deciso di limitarsi a leggere solo quello che poteva essere utile per la sua causa, o che potesse avere una qualche fondamentale importanza nell'apocalisse che stavano per affrontare.

E quello che aveva scoperto adesso, per esempio, era certamente di vitale importanza.

"Io sono un demone empatico. Mi chiamo Vincent Claidfort." disse quindi, decidendo di ignorare di nuovo l'invito del vampiro.

"Sono stato al servizio del consiglio degli osservatori in Inghilterra per 457 anni, ma per molti di più ho eseguito il mio vero ed unico compito: riunire i pezzi del rituale che avrebbe permesso alla cacciatrice di sconfiggere il Primigenio, un demone primordiale che è rimasto trincerato in mezzo ad un varco interdimensionale per 33 lunghi secoli, ma che stanotte sarà libero e sta già agendo con l'aiuto dell'Immortale per distruggere il mondo."

Spike ora lo guardava, attento

"Quindici anni fa, trovai nella biblioteca del consiglio un manoscritto di cui era proibita la lettura ma che conteneva una delle parti autentiche del rituale. Inutile dire che me ne fregai del divieto e corsi a leggerlo, facendomi così espellere dal consiglio, ma la cosa importante è che sul libro trovai informazioni dettagliate su come utilizzare la lama di Tékal e su come condurre il rito. Ecco, bevi."

"Che roba è?" chiese Spike avanzando e afferrando lo strano intruglio che il demone aveva preparato mentre parlava.

Vincent lo guardò per un secondo, poi lo esortò di nuovo.

"Avanti. Non sono qui per farti del male e, se avessi voluto ucciderti, ti assicuro che mi sarebbero bastati meno di 5 minuti nello stato in cui sei ridotto."

"E' un antidoto?" chiese quindi il vampiro, ben sapendo che sarebbe stato da stupidi continuare a fingere di star bene davanti a un demone empatico.

"Sai già la risposta" gli rispose Vincent

"L'unico antidoto per il veleno che hai in corpo è il sangue della cacciatrice"

"Non te lo far passare neanche per la testa!" fu la secca risposta di Spike.

Il demone annuì, serio.

"Quello che tieni in mano è una... sorta di ricostituente magico. Rallenterà il decorso del veleno e ti darà la forza necessaria per arrivare con le tue gambe fino al luogo del rituale, poi la magia della lama di Tékal farà il resto."

A quelle parole Spike sbattè il bicchiere sul tavolo e fissò il demone dritto negli occhi, con l'indice alzato.

"Questo è meglio che ve lo togliate dalla testa, tu e il tuo seguito di stupidi osservatori rimbecilliti." esclamò.

A Vincent non sfuggì la scintilla di terrore che passò negli occhi del biondo, mista ad una rabbia cieca, probabilmente forgiata in anni di frustrazione e di impotenza di fronte a quello che altri decidevano continuamente per il suo destino.

"Ho fatto quello che volevate, d'accordo?!" continuò "Ho trovato il posto dove era custodito il dannato rituale, ho portato fin qui la maledetta lama di Tékal, ho controllato il mio demone visto che qualcuno ha pensato bene di togliermi l'anima come premio per aver salvato il mondo e ho salvato anche la vita ad un gruppo di stupidi soldatini sulla via del ritorno e adesso pretendete anche che uccida la donna che amo?! Beh ve lo potete scordare, perchè non appena sarà calato il sole, io sarò già dall'altra parte dell'oceano a godermi la mia ritrovata vita da vampiro e-"

"E sai benissimo che non sarà così!" esclamò Vincent, per nulla impressionato dal monologo del vampiro.

Spike sostenne il suo sguardo senza indietreggiare, ma questi non sembrava per nulla intimorito.

"Primo: se stanotte non berrai il sangue di Buffy durante il rituale, non solo non sarai dall'altra parte dell'oceano, ma sarai morto!"

"Lo sono da 150 anni"

"Sai benissimo cosa intendo. Secondo: per completare il rito serve che un vampiro puro unisca il suo potere a quello della cacciatrice e che le ceda parte della sua forza in modo che lei possa poi combattere l'esercito che il Primigenio e i Senior Patners le manderanno contro e nelle condizioni in cui sei rischieresti solamente di indebolirla ottenendo l'effetto contrario. Terzo: se ancora non ti fosse chiaro, tu sei l'unico vampiro senz'anima in circolazione di cui Buffy si fiderebbe. Quarto-"

"Buffy si fidava di Spike-con-l'anima, Vincent, non di Spike." commentò in un soffio il vampiro.

"Quarto:" continuò Vincent, senza ascoltarlo "non hai altra scelta."

*****

"Qualcosa non va…" Down era affacciata alla finestra e guardava fuori, mentre Willow preparava di nuovo il cerchio magico e si concentrava sull'incantesimo.

Buffy era seduta in un angolo.

"Tutta questa situazione non mi sembra possibile…" disse.

Angel le prese una mano, stringendola un poco.

"Andrà tutto bene…"

Buffy si voltò verso di lui

"Mi renderà meno umana, vero?" chiese.

"No…" rispose Angel, prendendole entrambe le mani "Sarai solo più forte.."

"Ma sarò legata a lui… a un demone…"

Angel abbassò gli occhi.

"Non siamo sicuri su questo punto. Christal si ostina non volerci dire chi eseguirà il rito e lo stesso Vincent… Mi ha detto solo che non posso essere io, ma me l'aspettavo, visto com'è finita la scorsa volta…"

Buffy annuì

"Ci sono tante cose che non capisco…" disse

"Le capirai tra poco."

Marta la guardava, dall'altra parte della stanza.

Buffy si voltò "A cominciare da te…" disse

Ma non fece in tempo a finire la frase perchè Down gridò: "Che cos'è quello?"

Xander, Angel, Buffy e Christal corsero verso la finestra, subito raggiunti dagli altri.

Davanti a loro, una colonna di fumo grande quanto un palazzo stava facendo piazza pulita di qualunque costruzione, essere o albero si trovasse sul suo cammino.

Improvvisamente, non appena l'ultimo raggio di sole scomparve dietro l'orizzonte, due occhi, enormi e gialli, comparvero al centro della colonna spettrale.

"il Primigenio…" riconobbe Vincent, guardando Willow "avanti strega: è tempo d'iniziare…"

*****

Come programmato nel poco tempo che avevano avuto a disposizione, ognuno prese il suo posto, pronto a combattere fino alla morte nel ruolo che gli era stato destinato.

Riley uscì di corsa, chiamando a raccolta i suoi militari, mentre le cacciatrici, comandate da Kennedy si disposero nel prato, armate fino ai denti e pronte a dichiarar battaglia. Willow invece si avvicinò a Buffy.

"Ho preparato una prigione mistica" disse d'un fiato "volevo solo che lo sapessi. È molto potente, potrebbe contenere il Primigenio e l'Immortale e renderli inoffensivi per qualche secolo" disse, indicando ciò che c'era fuori "solo che non potrò tenerla aperta per molto. Dimmi tu quando aprirla…"

Buffy posò una mano sulla spalla dell'amica.

"Grazie…" disse e Willow sorrise.

"Sei sempre la mia arma segreta. Ora fermiamo questa cosa…"

Mentre Buffy entrava nel cerchio magico, Down alzò una barriera tutto intorno alla casa.

"Sei sicura di poterlo fare?" chiese Xander preoccupato. Per lui, Down sarebbe rimasta sempre la piccola e fragile sorellina di Buffy…

"Sono una chiave mistica" gridò in tutta risposta Down "anche se non lo ricordo, ho avuto migliaia di anni per far pratica…"

Improvvisamente, due mani nere si protesero verso la barriera e un'orda di demoni dalle forme più svariate venne vomitata sul prato dove combattevano militari e prescelte.

"Gli immortali…" sussurrò Etan, tremando come una foglia.

Vincent, invece, osservava la scena da un angolo della stanza.

Non gli sembrava vero. Dopo quasi 597 anni il rito che avrebbe garantito il confinamento perenne del Primigenio negli inferi stava per iniziare. Giles lo guadò un istante e lui ricambiò turbato.

Spike doveva essere già lì… come mai non si presentava?

Buffy si guardò attorno.

La lama di Tékal giaceva al suo fianco, rilucente di splendidi riflessi azzurri.

Strano, pensò, l'ultima volta che l'avevano usata non aveva quel colore...

"Ok ragazzi, ci siamo..." annunciò Willow in tono solenne, per poi aggiungere, con aria decisamente meno maestosa "incrociate tutti le dita!"

Non appena la strega srotolò la pergamena, una strana luce fuoriuscì dal testo che vi era inciso e le parole, scritte in una lingua ormai dimenticata dal tempo, presero vita sotto gli occhi di Willow diventando inglese corrente.

La strega sorrise e iniziò a leggere.

Come l'altra volta, anche ora la mano di Willow si alzò verso il soffitto e una luce bianca avvolse la cacciatrice in piedi al centro del cerchio magico.

Buffy afferrò la lama di Tékal e si procurò un piccolo taglio sul palmo della mano sinistra.

Alcune gocce vermiglie iniziarono a cadere per terra, assumendo un intenso colore dorato prima di raggiungere il suolo.

Buffy si guardò attorno spaesata.

A questo punto si supponeva che un vampiro dovesse entrare nel cerchio con lei. Anche Vincent si guardava intorno.

Dov'era dannazione?

Anche il resto dei presenti iniziava a chiedersi se sarebbe arrivato qualcuno.

Improvvisamente, la porta d'ingresso si aprì e il biondo entrò nella stanza.



Aveva combattuto, era ovvio.

Aveva un taglio aperto sullo zigomo e la giacca di pelle era strappata e tagliata in più punti.

Buffy lo guardava incredula dal centro della stanza.

Non poteva uscirne, pena l'annullamento del rito con conseguenze che ancora non erano chiare, ma si diede un pizzicotto, per essere certa di non sognare.

Il vampiro ignorò deliberatamente Buffy e si rivolse a Vincent.

"Angel e le cacciatrici li stanno tenendo a bada ma non dureranno molto. Riley è andato a dar man forte ai suoi. Preparatevi a combattere per difendere la strega!"

Come a conferma di quanto appena detto, Down lanciò un urlo e si accasciò al suolo.

"Stanno cercando di entrare!!!" gridò.

Christal si affacciò alla finestra, giusto in tempo per vedere il Primigenio scagliarsi con tutta la sua forza contro l'incantesimo di Down.

Senza attendere altro, il vampiro entrò nel cerchio magico e Willow iniziò a parlare.

Buffy lo guardava ammutolita.

Non poteva crederci.

Spike era vivo.

Lo aveva lasciato in fiamme nella bocca dell'inferno e adesso…

Lo schiaffo lo aggiunse in pieno volto, facendolo vacillare.

Vincent fece un passo avanti, preoccupato.

Non gli era sfuggito lo stato del vampiro: anche se aveva cercato di mascherarlo con la sua solita aria da spaccone, Spike stava in piedi per miracolo. Il veleno ormai doveva essere quasi arrivato al cuore, probabilmente era questione di minuti. E lui cosa faceva? Stava lì, in piedi nel cerchio, a parlare con Buffy? O meglio a farsi prendere a schiaffi da Buffy?!

Senza attendere una spiegazione, il vampiro afferrò la cacciatice per le spalle, avvicinandosi al suo volto.

Buffy stava piangendo.

La forte e terribile cacciatrice stava piangendo alla vista di un vampiro che temeva morto da tempo.

"Quando... come è successo? Perchè non...?" chiese, singhiozzando

Spike le accarezzò il volto, asciugandole una lacrima.

"Dopo..." rispose, in un sussurro "... quando tutto sarà finito... c'è un mondo da salvare adesso... dobbiamo fare gli eroi..."

Buffy non riuscì a nascondere un singhiozzo.

Già… fare gli eroi… le stesse parole dell'ultima volta, poche ore prima che il cratere di Sunnydale lo inghiottisse e quel dannato medaglione lo consumasse con fuoco e fiamme mentre lei correva via per salvarsi.

Ma non potevano fermarsi, non ora.

Buffy lo sapeva benissimo, e anche Spike.

"Già..." rispose Buffy con un sorriso "Eroi, senza scampo..."

Spike l'abbracciò forte, nascondendo il volto tra i suoi capelli.

In quel mentre, una delle finestre venne sfondata e Xander fu attaccato alle spalle da un enorme demone verde.

Willow urlò con tutto il fiato che aveva in gola. "Ora!"

Buffy afferrò la lama di Tékal e la porse a Spike.

"Sai cosa devi fare..."

Il vampiro annuì.

Afferrò il pugnale e si tagliò un palmo.

Non appena la prima goccia di sangue raggiunse il pavimento e si unì a quelle di Buffy, un sottile filo dorato si alzò da terra andando ad avvolgere le mani dei due ragazzi, al centro del cerchio magico.

"Attento signor Giles!"

L'osservatore si abbassò, giusto in tempo per evitare che un dardo enorme gli si conficcasse nella schiena.

"Grazie Down!"

Nel salotto e all'esterno la lotta infuriava.

Down si era rifugiata in un angolino protetto e stava mantenendo una barriera magica attorno a Willow e al cerchio. Gli altri combattevano come meglio potevano l'orda di demoni che avevano davanti e che sembrava inarrestabile.

Improvvisamente, l'Immortale colpì Vincent alle spalle, facendolo cadere a terra.

"Pensavo di non rivederti, Caidfort." esclamò "L'età che avanza non ti ha impedito di stare in prima linea a rompermi le scatole anche stavolta!"

Vincent si rialzò.

"Immortale. Vedo che non hai cambiato il tuo stile: è tipico da parte tua colpire il nemico alle spalle." Ribattè, ma un calcio lo fece sbattere nuovamente contro la parete.

"Non riuscirai a concludere il tuo stupido rituale!" esclamò, piantandogli un pugno sul volto. "Ormai è troppo tardi!"

Vincent si rialzò di nuovo, asciugandosi il labbro sporco di sangue.

"E' tutto inutile. E' già finita Immortale, non te ne rendi conto?" chiese e affondò la spada nel ventre dell'altro.

L'Immortale allargò le braccia, ridendo

"Cosa pensavi di fare, eh? Non mi chiamano immortale per niente..." disse. Ma quando provò ad estrarla, la spada di Vincent si illuminò, rivelando nell'elsa un piccolo contenitore magico.

"Ah, Immortale… mi sono scordato di dirti che avevo modificato quell'arma…" disse e dal contenitore magico che si trovava nell'elsa si sprigionò una luce che avvolse il demone e lo paralizzò completamente, prima di farlo scomparire all'interno di un vortice magico.

"Attento alle prigioni mistiche Immortale... sono terribilmente noiose dopo i primi 4 secoli" commentò l'ex-osservatore, allontanandosi sorridente e riprendendo a combattere al fianco di Xander.

La luce dorata aveva avvolto le mani di Buffy e di Spike.

La ragazza lo guardò ancora una volta in volto.

Appariva stanco e provato, si chiese se c'era qualcosa che non le aveva detto...

Poi lui aprì la mano e fu come l'ultima volta, sopra la bocca dell'inferno, con tutte le potenziali che scappavano e il medaglione che sprigionava fuoco in tutte le direzioni.

"Afferra la mia mano, Buffy..." esclamò lui, cercando di mantenere salda la voce. Non ce la faceva più. Ormai il dolore al petto stava diventando insopportabile, segno che il veleno era arrivato a un soffio dal cuore. Dovevano finire il rito in fretta oppure…

Non appena Buffy appoggiò la sua mano su quella del vampiro e le due ferite vennero a contatto, la luce dorata avvolse le loro mani, saldandole una all'altra.

Buffy sentì la forza del vampiro fluire nel suo corpo come una linfa vitale che aumentava i suoi poteri e che la rendeva più forte... invincibile….

Chiuse gli occhi.

Ora capiva come mai l'Immortale e il consiglio avevano cercato di nascondere quel rito per tanto tempo.

Una cacciatrice con quel potere, con quella forza, sarebbe stata impossibile da controllare anche per dei demoni, figuriamoci per dei semplici umani.

Spike guardò estasiato Buffy riempirsi di tutto il potere che la sua condizione di vampiro poteva offrirle. E poi indebolirsi, sempre di più… sempre più velocemente.

Si voltò e vide Vincent che lo guardava, esortandolo a concludere il rito.

Quando la tua forza inizierà a trasferirsi in lei, lo farà anche la debolezza che ti sta consumando a causa del veleno. Se Buffy affronterà il Primigenio in queste condizioni, morirà!

Quel maledetto aveva ragione, ma per loro fortuna non era finita, il rito non era concluso, c'era ancora un'ultima cosa da fare e, mentre il sangue correva via veloce e Buffy assorbiva il suo potere come da una fonte lasciandolo privo di forze, Spike pregò in un dio in cui non credeva che gli desse almeno l'energia necessaria per concludere anche quell'ultimo gesto e porre fine definitivamente alla minaccia del Primigenio e della sua schiera di demoni e immortali.
Una pioggia di fuoco iniziò a cadere sull'esercito di Riley, costringendoli alla ritirata.

Angel decapitò un vampiro e alzò lo sguardo verso il cielo.

Terribile, in volo sopra di lui, la figura del demone primordiale oscurava la volta celeste, vomitando sulla terra orde di immortali assassini che sembravano nascere direttamente dalle sue dita deformi.

Vincent si voltò verso Buffy gridando forte
"Forza Spike che aspetti?! Non abbiamo tutto il giorno!"

In quel momento una freccia colpì alla gamba Kennedy e un demone squarciò il petto di uno dei soldati a pochi centimetri da Riley.

Spike si rivolse a Buffy

"Buffy... ti fidi di me?" chiese.

Poche parole, che ne rievocavano mille altre.

"No, non mi fido…"

La cacciatrice lo guardò stupita

"Spike, io... i miei amici sono in pericolo!" esclamò, nonostante la debolezza, protendendosi verso l'urlo di uno dei soldati che cadeva.

"Ti fidi di me...?" ripetè il vampiro senza ascoltarla.

Buffy lo guardò un istante

"Perché me lo chiedi? Sai che…"

Un dolore lancinante lo fece piegare su sè stesso. Trattenendo un urlo Spike si appoggiò a Buffy e maledisse la sua vena umana e quel qualcosa dentro di lui che continuava a non voler vivere quel momento, ben sapendo che cosa ci sarebbe stato dopo.

"Spike… che succede?"

"Ti prego... Buffy..." sussurrò, cadendo in ginocchio.

"Oddio, Spike... sì... sì… mi fido di te... oddio ma cosa ti succede?..."

Ma il vampiro non la stava più ascoltando. Mentre la lotta infuriava più violenta che mai e il Primigenio stava esattamente sopra le loro teste, cercando di infrangere la barriera magica che Down aveva creato, Spike avvicinò il volto al collo di Buffy e affondò le zanne nella sua carne bianca.

"Devi promettermi che non dirai nulla a Buffy riguardo alla seconda parte del rito. Nè a lei, nè a nessuno dei suoi amici, mi sono spiegato?"esclamò Spike non appena ebbe finito di bere lo strano intruglio che gli aveva preparato Vincent.

Il demone lo guardò esterrefatto.

"E... si potrebbe sapere perchè?" chiese.

Il vampiro si voltò, aprendogli la porta e indicandogli di andarsene.

Vincent sospirò. Spike era il vampiro più testardo con cui avesse mai avuto modo di ragionare!

"Perchè se ne vergognerebbe" sussurrò, mentre l'osservatore già attraversava la soglia.

Vincent si voltò di scatto. Accidenti ai suoi buoni propositi di non leggere nella mente della gente, in quel vampiro valeva la pena di leggere, eccome!

"Come hai detto, scusa?" chiese, ma Spike alzò la testa, risoluto.

"Fai quello che ti ho detto o puoi scordarti che prenderò parte al rito" disse e chiuse la porta in faccia al demone.


"Willow, fermali!"

Non appena la prima goccia di sangue aveva raggiunto le labbra del vampiro, le litanie della strega si erano intensificate e così anche gli sforzi del demone d'infrangere la barriera magica che Down aveva creato. Purtroppo anche gli altri avevano visto ciò che stava accadendo ed ora la lotta pendeva in netto vantaggio dei demoni.

"Spike, appena finisce quest'apocalisse giuro che ti ammazzo come quel cane che sei!" gridò Angel, abbattendo un demone dopo l'altro.

Intanto Buffy si era abbandonata contro il corpo di Spike, lasciando che lui la sostenesse mentre Willow sussurrava come in una litania:

Il sangue del vampiro restituisca il potere alla nuova prescelta. Il sangue del vampiro restituisca il potere alla nuova prescelta. Il sangue del vampiro restituisca il potere alla nuova prescelta.

Nessuno vide la ferita di Spike richiudersi sotto la fasciatura man mano che si nutriva della donna che amava, esattamente come nessuno vide le lacrime del vampiro scorrere lente mentre le forze tornavano a sostenerlo.

Ne aveva discusso a lungo con Vincent: Buffy doveva bere il sangue di un vampiro sano o avrebbe ereditato la sua debolezza invece della sua forza, e l'unico modo che aveva Spike per poterle donare la sua forza era di guarire, quindi di bere da lei.

Ora lei avrebbe avuto tutto. Il potere, la forza e l'immortalità, o almeno quell'immortalità che era concessa a un vampiro unito a una cacciatrice.

Il Primigenio gridava sopra di loro ma il biondo non lo sentiva.

Nonostante il suo demone urlasse e gridasse e lo esortasse a bere fino all'ultima goccia della sua terza cacciatrice, ogni suo muscolo era concentrato nel bere esattamente la quantità di sangue necessaria per guarire, non una goccia di più.

Non appena sentì che il dolore al fianco era cessato si allontanò dal collo di Buffy e si procurò una profonda incisione su un polso.

In lontananza, Angel, Giles, Riley, Xander e gli altri urlavano frasi incomprensibili nel fragore della lotta, ma a lui non interessava. Buffy beveva avidamente e il demone primordiale era sempre più disperato, solo questo contava.

Con un colpo di reni la cacciatrice gli fu addosso, squarciandogli con i denti la giugulare.

Spike gridò, afferrandola per la vita, ma lei era troppo forte e lui non riusciva a togliersela di dosso.

Il suo ultimo pensiero coerente, prima di perdere i sensi, fu che come vampiro Buffy Summers era decisamente una grande promessa.

*****

Il sangue... i demoni... la luce... il sangue... Spike steso sotto di lei, perchè? Un demone che grida... il Primigenio… e il sangue… il sangue... il sangue che le fluisce nella bocca, nell'esofago... il potere che s'irradia ad ogni suo sorso e la vita che pian piano cambia il suo significato... tutto questo potere in un singolo sorso di sangue?... Il Primigenio grida, ha quasi infranto la barriera... ormai nessuno è al sicuro...

Buffy si stacca.

Non guarda neppure verso il basso, si rivolge a Willow.

"Dov'è il portale?" chiede.

Vincent le indica un punto non lontano dal demone e Buffy si rivolge di nuovo all'amica

"Ora!" grida.

Il portale si apre in tutta la sua terribile magnificenza.

"Down, fammi uscire!" grida ancora.

La piccola Summers la guarda allibita. Davvero sua sorella vuole andare là fuori, a combattere contro quel demone grande due volte la loro casa? Ma negli anni Down ha imparato a non disubbidire a Buffy, soprattutto nel bel mezzo di un'apocalisse, e quindi fa come le chiede.

Buffy esce allo scoperto. Fa freddo. Il Primigenio è enorme, ma il suo potere è nulla in confronto a quello della nuova cacciatrice. Prova a colpirla più volte, ma Buffy lo schiva sempre. Le basta un salto per arrivargli alla gola e prima ancora che lui riesca ad afferrarla, la cacciatrice usa la lama di Tékal per staccargli quasi di netto la testa.

Il demone vacilla. Sta iniziando a rigenerarsi.

Con una spinta Buffy lo porta sull'orlo del portale. A nulla vale la resistenza del Primigenio o dei demoni che nascono come per incanto dalle sue carni.

Sono tutti morti in meno di un minuto.

Buffy afferra una spranga e trafigge il demone come se fosse fatto di burro, poi lo spinge di nuovo e stavolta precipita nel portale che si richiude alle sue spalle.

Buffy si volta verso il prato. I demoni rimasti alzano le mani in segno di resa, proclamando la vittoria della cacciatrice e del suo esercito.

Stremata, Down abbassa la barriera magica attorno al portale e si lascia cadere tra le braccia di Vincent che la prende al volo.

"Stai bene?" chiede solo

"Starò bene" risponde lei "E tu?"

"Che domanda sciocca da fare ad un quasi-immortale" risponde lui

"Che domanda sciocca da fare ad una massa di energia" commenta lei, mentre lui la prende in braccio.

Alle sue spalle, anche Giles si sta allontanando.

"Andate a prendere le ragazze, avvisatele che la battaglia è vinta!" urla la voce di un'altra donna tra la folla e Willow è sorpresa nel riconoscere in lei la madre di Kennedy.

"Beh, quella donna ha grinta da vendere…" commenta Xander, appoggiandosi a Willow per rientrare a casa

"Ti guarirò io." dice lei, sorridendo amabilmente in direzione della sua amata "Buffy ha fatto proprio un bel lavoro…"

*****

I rumori della battaglia si chetarono poco a poco. Qualche demone potenzialmente pericoloso venne ucciso dagli uomini di Riley mentre stava scappando, altri dalle cacciatrici.

Sembrava di essere su un campo di battaglia, di quelli di tre secoli prima.

"Bene. Ora che non devo più combattere contro un'orda di demoni invasati… lo ammazzo!" fu invece il solo commento di Angel che, afferrato un paletto, si stava dirigendo laddove gli era parso di vedere i capelli biondo platino di Spike.

"Se prova solo a dirmi che è stato per il suo bene…" esclamò, prima che un pugno fortissimo e una folata di capelli biondi lo mandassero al tappeto.

  
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