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Autore: Maricuz_M    16/10/2012    5 recensioni
Dopo una delusione amorosa, c’è chi dice “Si chiude una porta, si apre un portone” oppure chi afferma “Meglio soli che male accompagnati”.
Ebbene, Eleonora fa parte di quest’ultimo gruppo di persone.
Le sue giornate, però, la porteranno in situazioni che la convinceranno a cambiare idea e, cosa non meno importante, a non fidarsi delle docce, dei marciapiedi e degli ascensori. O anche di alcuni suoi amici che si divertono a mixare il suo nome con quello dei suoi conoscenti, giusto per suddividersi in team e supportare coppie diverse in cui lei, ovviamente, rappresenta la parte femminile.
Dal secondo capitolo:
“Elle, guardati le spalle.”
“Ci manca pure che la sfiga mi attacchi da dietro.”
“La sfiga attacca dove vuole lei, mica dove vuoi tu.”
“Sennò come ti coglie impreparata? Vuoi una telefonata a casa, la prossima volta?”
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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IX Capitolo


Surprise!
 
Non sto facendo tardi. Non sto facendo tardi. Non sto facendo tardi.
Corro per le strade come una matta, ringraziando il cielo che di Sabato mattina, a quest’ora, sono in pochi ad uscire, soprattutto con questo freddo. Prendo le vie meno frequentate, giusto per sicurezza, dirigendomi verso casa di Ginevra. Manuela dovrebbe essere già lì.
Il piano non è difficile. Ci facciamo aprire da sua madre, nostra complice, la svegliamo, la aspettiamo mentre si prepara e la portiamo a fare colazione al bar. Direi che come inizio ci siamo. Basterà fare le cose con calma fino alle sei del pomeriggio, quando Roberto la chiamerà per farla venire a casa sua –dove si svolgerà la festa a sorpresa- dicendole che vuole farle gli auguri. In quel momento, saremo per caso nella zona dove abita lui, cosa che aiuterà me e Manuela ad essere invitate insieme a Gin. Ma non siamo delle fottute genie?
Svoltando un angolo, mi ritrovo a sbattere contro una ragazza e a scusarmi in una dozzina di lingue diverse, cosa che però non blocca per molto la mia corsa. Ritardo.
Arrivata finalmente davanti all’abitazione, vedo la castana con il cellulare in mano e con l’espressione concentrata. Respirando con la stessa delicatezza di un cane felice, le compaio davanti facendola addirittura sussultare.
“Che..” sospiro “Che stavi facendo?”
“Giocavo a nomi, cose e città. Un telefilm con la ‘c’? Dai che mi scade il tempo!”
Deglutisco il niente ragionando “C.. Chuck.”
“Giusto, Chuck! Che razza di imbecille. Perché non ci ho pensato prima? Grazie! Quanto cazzo è figo Capitan Fenomeno..”
“Prego.. No, Manu, che ringrazi? Spengi quel coso che si inizia la missione.” La guardo mettere via il cellulare con la fronte aggrottata, poi suono il campanello “Mi raccomando, non farti sfuggire niente. E’ di fondamentale importanza che lei non si insospettisca minimamente. Sii.. entertaining. Non mi viene un termine adatto in italiano.” Ma sì, perché no? Perdiamo capacità oratorie, così, senza motivo!
“Insomma devo intrattenerla.”
“Sì, brava. L’importante è che tu mi capisca.”
La porta si apre e noi saliamo le scale silenziose e pensierose. Entrambe stiamo racimolando quanti più argomenti ci vengano in mente. Ad esser sincera, non mi stupirei affatto se adesso Manuela tirasse fuori un block-notes e si mettesse ad appuntarsi qualcosa, giusto per non dimenticarsi di niente. Arrivate davanti alla nostra porta, mi scambiamo un’occhiata complice e cominciamo ufficialmente la nostra opera.
Un paio di minuti dopo, stiamo entrando lentamente nella camera della nostra amica. Attaccate alle pareti tantissime foto, che la ritraggono in miliardi di modi. Sorridente, triste, felice, incantata a guardare un punto impreciso, pensierosa, arrabbiata, corrucciata. Da sola, con il team, con il suo Roberto.. Sì, quelle sono le mie foto preferite. Se lei è Filinora convinta –e continua a suonarmi male- io sono Robevra. No, Ginerto. Dannazione, che schifo! Rovina la poesia creata dal loro amore, un mix del genere. In ogni caso, la loro è una coppia che adoro.
Ci avviciniamo al letto, dove insieme a lei dormono una ventina di pupazzi, e ci inginocchiamo ai bordi.
“Ma perché è bella pure mentre dorme, mentre io sembro appena uscita da un film horror?” chiede Manuela, sussurrando.
“Perché, ti sei vista mentre dormi?”
“No, ma me lo immagino.”
“Sì, ok.” L’assecondo “Svegliamola.”
Gineeeevraaa..” mormora Manuela, appoggiandole piano una mano sulla spalla e scuotendola.
“Ginevra, svegliati..” dico io punzecchiandole una guancia.
“Mmmh..”
“C’hai diciannove anni pure tu, Gin.”
“Sì.. sì..” mugugna lei, muovendosi infastidita.
“Stai invecchiando.. Già vedo una ruga che prima non c’era.” Dico, dandole il colpo di grazia. Lei apre un occhio. Ci scruta, me in particolare, poi si strofina la mano sul viso “Scherzi, vero?” chiede, con voce assonnata.
“Forse.”
“Mmh..”
“Ti ricordi che oggi ti abbiamo prenotata per tutto il giorno?” Chiede la castana, tirandosi su da terra per stendersi vicino a Ginevra sul letto.
“Adesso sì..” risponde lei, affondando il viso nel cuscino.
“Ottimo, allora inizia a fare quello che devi fare, che andiamo a fare colazione.”
“Voglio la cioccolata calda.”
“Manu, non mi interessa. Dillo dopo a chi te la deve fare.”
“Era così per dire, giusto per rendervi partecipi del mio desiderio.”
“Piano..” si lamenta la bionda, stringendo sempre di più il cuscino dove si sta auto-soffocando. Per risposta, le levo di dosso la coperta.
“Forza, che alle dieci e un quarto abbiamo fissato con Simon alla pasticceria davanti a casa sua.”
“Oddio, devo camminare per dieci minuti prima di prendere la mia cioccolata calda?!”
“Non devi camminare solo te.”
“Ho freddo.”
“Lo so che hai freddo, Gin. Ti ho tolto la coperta. Alzati e cammina!” Cerco di spronarla, inutilmente.
“Altri cinque minuti.”
“Arriveremo in ritardo.”
“Simon è sempre in ritardo, per una volta che lo faccio io..”
“Ma poi te lo rinfaccerà a vita.”
“Ok, mi alzo, mi alzo..”
 
E dopo un’oretta tonda tonda, riusciamo ad uscire di casa e ad avvicinarci alla meta. Per adesso non parliamo molto, Ginevra è ancora mezza addormentata, Manuela se ha fame non riesce a connettersi ed io.. Io non posso di certo mettermi a parlare da sola. E poi da una parte è meglio così: riserbiamo gli argomenti per dopo, quando ne avremo più bisogno.
“Dai ragazze, affrettiamo il passo, sennò arriva prima Simon.” Ci incita Gin, senza però molto entusiasmo nella voce.
“Tanto siamo arrivate, la pasticceria è lì.”
“Ma voi ci siete mai state? E’ buona la roba?” chiede Manuela, con espressione da cane bastonato.
“Ci sono entrata una volta per prendere dei pasticcini da portare alla cena che avevano organizzato Samu e Simon.” Rispondo io, ripensando a quella serata. Quel dannato ascensore..
“Ah..” ghigna Ginevra “La cena in cui hai conosciuto l’amore della tua vita.”
“Preferirei chiamarlo Filippo.”
“Chi ti dice che stavo parlando di lui?” ride Ginevra “Visto che ti piace?”
“Veramente no, non mi piace. E non cercare di mettermi in difficoltà con i tuoi trucchetti del cavolo. Non mi freghi.” Borbotto io.
“Ma si è sempre chiamata Pasticceria da Mattia?” Manuela si ferma e interrompe il nostro discorso. Alziamo tutte e tre lo sguardo sull’insegna ed io annuisco “Per quanto ne so, sì.”
“Suona troppo bene.” Dice la castana, estasiata.
“E’ la stessa cosa che ho pensato io!” affermo contenta. Pensavo di essere l’unica imbecille che diventa fan del nome di un negozio, ma a quanto pare non è così. Sono sollevata.
“Oh mio Dio!” esclama Gin “Questo compleanno si rivela molto interessante!”
“Vabè, ora, non esageriamo. Solo per il nome?” chiede Manuela perplessa. Sia io che lei guardiamo la bionda, la quale non sta più fissando l’insegna, ma l’interno della pasticceria.
“Chi se ne frega del nome. Venite.” Ci afferra per il braccio e ci trascina dentro, lasciandoci basite. Ho quasi paura di guardarmi intorno, nel momento in cui ci molla e ci permette di decidere i nostri stessi spostamenti. Osservo prima Ginevra, che si sta avvicinando al bancone, poi passo oltre e.. No. Questa non me l’aspettavo. Spalanco gli occhi, seguendo le mie due amiche senza neanche rendermene conto e fissando insistentemente il ragazzo che sta servendo una donna e suo figlio.
Punto di nuovo gli occhi su Manuela e Ginevra, tranquillamente appoggiate alla superficie che aspettano il loro turno, con uno strano sorrisetto sulla faccia. Sospiro e le imito, sicuramente meno calma di loro. Non fraintendete, non è lui a mettermi a disagio, sono queste due bastarde, Filinora convinte.
Quando si volta per venire a servirci, si immobilizza per qualche secondo, sorpreso di vederci. Guarda negli occhi tutte e tre, una per una, e l’ultima sono proprio io. Sbatte un paio di volte le palpebre, poi si avvicina senza variare la sua espressione “Buongiorno ragazze.”
“Buongiorno Filippo!” rispondono improvvisamente pimpanti le due. Io mi limito ad abbozzare un sorriso e a fare un cenno con la testa.
“Ditemi tutto.” Dice, posando le mani sul bordo del bancone opposto al nostro e stendendo le braccia, ovviamente senza distogliere lo sguardo. Oggi i suoi occhi sono più destabilizzanti del solito. Leccandosi il labbro inferiore distrattamente, ci ascolta prendendo nota mentalmente di ciò che gli diciamo. Quando abbiamo finito, torna in posizione eretta e comincia a preparare la cioccolata calda che Manuela tanto desidera, il caffè di Ginevra e il mio cappuccino. Buono, il cappuccino.
Mentre lo osservo muoversi arriva Simon, che afferra i fianchi della festeggiata e le stampa un bacio sulla guancia “Auguri, rompicoglioni!”
“Grazie, idiota.”
In quell’esatto momento, ci ritroviamo tre tazze fumanti davanti agli occhi, insieme alla statua, naturalmente. Il mio amico sta ancora celebrando Ginevra, quindi occupata con lui, così Filippo si rivolge a me “E’ il suo compleanno?”
“Eh sì.” Rispondo, continuando ad abbozzare. Il fatto è che ho paura delle insinuazioni che farebbero quelle due arpie, se mi mostrassi felice e contenta di vedere questo pezzo di figo che mi sta rivolgendo la parola. Cosa che, se ci penso, è inutile. Continueranno ad insinuare.
“Quanti anni?”
“Diciannove.” Dico.
“Ah, quindi come te, ok.”
“Ehm.. Sì.” Sì, come me, ma come fai a sapere la mia età esattamente, per Dio? O ha una memoria eccezionale e ha fatto il conto in base al nostro primo incontro –al compleanno di Samuele di qualche anno fa-, oppure gliel’hanno detto.
Finalmente, Simon e Ginevra smettono di bisticciare e tornano a considerarci. Filippo coglie l’occasione per farle gli auguri e per salutare il biondo, visto che ancora lui non si era preoccupato di farlo. Prepara un caffè anche per lui, poi va a servire altri clienti, lasciando noi quattro da soli.
“Simon, tu sapevi che Filippo lavora qui?” gli chiede Ginevra, sospettosa.
“Certo che lo sapevo.” Dice lui ovvio “E’ il migliore amico del mio coinquilino, so più cose di quanto pensiate.”
“E tu ce le devi dire, porca puttana!” sbotta Manuela “Noi dobbiamo fare accoppiare lui ed Eleonora!”
“Esattamente.” Concorda Gin “Ci devi dire i suoi turni, cosa fa, se studia, se ha hobby, se ha preferenze di qualsiasi tipo, anche sessuali. Ci dobbiamo preparare.”
“Ah, anche voi siete Filinora?” chiede Simon, sorpreso.
“Certo che siamo Filinora.”
“Scusate? Io sono qui.” Sventolo in aria le braccia, un po’ offesa.
“Non ti preoccupare, non ci disturbi.” Mi tranquillizza Ginevra, sorridendomi.
“No, no, ferma. Il problema non sono io che disturbo i vostri piani da agenti matrimoniali, siete voi che disturbate me. Perché dovete parlare così della mia vita? Non sono una donnina di The Sims che potete comandare a vostro piacimento!”
“Ma ci piace pensarlo!” sorride Manuela.
“Comunque ragazze, attenzione.” Ci richiama Simon, principalmente rivolto alle altre due “Mi sa che qui nasce un altro mix.”
“Ovvero?”
“Il Samunora.”
“Pessimo.” Borbotto io.
“Meglio di Eluele.” Ribatte lui convinto. Touché. Abbiamo ufficialmente appurato che il mio nome fa schifo e non è mixabile con niente. Sembra quasi che neanche lui voglia che trovi la mia anima gemella, è demotivante.
“A Samuele piace Elle?” chiede scandalizzata la castana.
“Sospetto di sì.” Risponde il biondo serio “Chiede spesso di voi tre, ma specialmente di lei. Potrei aver preso un granchio, magari è così solo perché la conosce da sempre e sono cresciuti insieme, ma non sarei sorpreso se davvero provasse qualcosa per lei.”
“Questa è bella.” Commenta Gin, soddisfatta “Due migliori amici che si contendono la stessa ragazza.”
“No, ma sapete qual è il bello?” intervengo io “Che vi state facendo dei film mentali in compagnia!”
“No, Samuele non può andare dietro a Elle!” si lamenta Manuela “Il mio cuoricino si spezzerebbe! E finirei per odiare lei!”
“Ecco, sì, odiami per una cosa falsa, ti prego!” viva il sarcasmo.
“E’ solo una mia supposizione, stai tranquilla!” dice Simon. Possibile che a me non mi consideri nessuno? Mi stanno immaginando con tutti e poi non mi ascoltano minimamente. Scuoto la testa sospirando e mi bevo il cappuccino, ascoltandoli senza provare più ad entrare nel discorso.
“Spero con tutto il cuore che tu abbia sbagliato.”
“Lo spero anche io. Non mi piacerebbero molto come coppia. Insomma, loro due sono molto più interessanti, visto che fingono di non provare interesse l’uno per l’altro.” Ginevra, io non provo interesse per lui, non è che fingo.
“Ma insomma, lui non mi sembra che finga di non provare interesse, sai?” Simon, dai, non prendermi per il culo. Quello con una passata di mano tra i capelli stermina mezza Italia.
“Perché, ha detto qualcosa che noi non sappiamo?”
“Non dice niente, ma ascolta tutto.”
“Quanto cazzo sei criptico.” Questa ovviamente è Manuela, ci tengo a precisare. Giro il cucchiaino nella tazza, osservando la schiuma.
“Non sono criptico, è esattamente così. E’ più furbo di quanto sembri. E’ uno che osserva, che pensa, che ragiona. E’ un gran personaggio, sì. E’ un amante dei dettagli.”
“Ma gli hai fatto il profilo psicologico?”
“Eh, certo. Sennò chi glielo faceva? Sono quello che ha più contatti, per adesso.”
“Ha ragione. Bravo Simon, mi stupisci. Continua così.”
“Grazie, principessina.”
“Vabè..” sussurro fra me e me, avvicinandomi alla cassa. Tanto vale avvantaggiarsi. Filippo nota il mio spostamento e mi raggiunge. Mentre pago per tutti, decido di fare almeno un po’ di conversazione, visto che i miei amici con me non la fanno “Da quanto lavori qui?”
“Non da poco.” Risponde, prendendo il resto.
“Si spiegano tante cose..” mormoro. Ecco perché in ascensore sembrava particolarmente attratto dalla confezione dei pasticcini. E perché nel balcone me ne aveva portati quattro, sapendo meglio di me –che li avevo comprati- con cosa fossero stati riempiti. Oh, e anche perché aveva portato la colazione a Samuele! Lui sembra capire i miei ragionamenti, non so come, e sorride.
“Effettivamente..” commenta, porgendomi degli spiccioli “Non venite spesso qui, vero?”
“Se devo esser sincera è la seconda volta per me e la prima per le altre due.” Rispondo.
“Infatti..” annuisce lui, incrociando le braccia e cominciando a fissarmi. Sentendomi un po’ a disagio per via dei suoi occhi puntati sui miei, lancio un’occhiata agli altri, che ovviamente ci stanno fissando quasi con la bava alla bocca. Non sono la protagonista di una telenovela, cavolo! Torno a guardare Filippo, che non si è mosso di un millimetro. Qualche cliente entri adesso, grazie.
“Beh, io.. Tornerei dagli altri.” Dico, impacciata.
“E io a lavorare.” Replica. Gli sorrido, non sapendo cosa dirgli, e torno dai tre, che stanno commentando l’ultimo episodio de ‘La vita di Eleonora’. Mi appoggio di nuovo al bancone e li studio con le sopracciglia alzate “Allora? Vi siete divertiti?”
“Un sacco.”
“Possiamo andare, ora?”
“No, devo finire la cioccolata!”
“Ancora?!”
“Eh, ero presa dall’argomento!” si giustifica Manuela, prendendo la tazza tra le mani. Io rinuncio ed evito di risponderle, sostituendo qualsiasi parola con un sospiro lungo e scocciato.
“Io sono sempre più Filinora.” Dice Simon.
“Non dirlo a me!” Ginevra comincia a battere le mani emozionata.
“A me non dirlo sul serio, però. E’ inquietante. Basta. Vi prego, andiamo.” Mi sento come quando da piccola non avevo voglia di fare la spesa e mi lamentavo con mia madre. Non è una bella sensazione. Dopo un paio di minuti mi accontentano, salutiamo Filippo ed usciamo da lì.
 
Più i minuti passano, più la cosa peggiora.
Un bel ragazzo ci ha fermato per chiederci l’ora, io gli ho risposto e Ginevra, Manuela e Simon hanno cominciato anche con il team Bohnora. Il boh della parte iniziale è dovuto al fatto che non sappiamo il nome di quel ragazzo. Vi rendete conto a che punto sono arrivati?
Comunque, il tempo scorre, il biondo ci saluta e dopo pranzo invece è Marco a raggiungerci. Dopo un’ora, se ne va anche lui per aiutare Roberto con la preparazione della festa con una scusa. Io e la castana intanto compiamo la nostra missione egregiamente, e alle sei siamo nella zona dove ci eravamo prefissate di essere.
Puntualissimo, il cellulare della festeggiata prende a squillare.
“Amore!” risponde felice Ginevra, vedendo il mittente della chiamata. Io e Manuela ci guardiamo con un sorrisetto vittorioso stampato sul viso, poi prestiamo attenzione all’altra.
“Grazie..” mormora, abbassando lo sguardo e sorridendo quasi imbarazzata. Oh, Cristo. La dolcezza “Sono con Elle è Manu.” Ci guarda “Sì. Posso? Non disturbo?”
Io esulto mentalmente, ma blocco il respiro quando la vedo in silenzio che ascolta il suo ragazzo, che dovrebbe dirle di portare anche noi due “Ok allora. Sì, certo!” dovremmo esserci riuscite, ma aspettiamo la conferma “Ok, allora a tra poco!” e riattacca.
“Ragazze, vi dispiace se passiamo da casa di Rob?” Era il nostro intento, cara.
“Ma no, figurati.” Dico io, sorridendo rassicurante. Pf, che attrice.
“Vedere Roberto è sempre un piacere!” afferma invece Manuela. Sì, ok, sappiamo tutti che è un pezzo di figo, ma parlarne così liberamente con la sua ragazza, nostra amica, mi fa un po’ strano. Per fortuna, Ginevra la prende sempre bene e anche in questo caso ride.
Arrivate a destinazione, suoniamo il campanello.
Quando ci chiudiamo la porta di casa alle spalle, troviamo il corridoio buio a darci il benvenuto e una singola luce provenire dal salotto. La voce di Roberto ci fa quasi sussultare “Sono in salotto!”
Mi viene da ridere, ma con tanta, tanta forza di volontà riesco a mantenere il controllo, anche quando Ginevra, con tutta la tranquillità del mondo, si dirige verso la stanza della sorpresa. Non appena varca la soglia, però, si blocca con gli occhi spalancati e le labbra serrate, che stira in un sorriso felice quando realizza di avere una trentina di persone davanti a lei che le fanno gli auguri all’unisono. Si porta una mano davanti alla bocca e dalla mia modesta postazione posso vedere anche i suoi occhi azzurri cominciare ad inumidirsi. Non piangere, che poi piango pure io.
Dopo la sorpresa iniziale, salta letteralmente addosso a Roberto, che fino a quel momento era rimasto ad osservarla con un’espressione soddisfatta e allegra sul bel volto. Si baciano, facendo scattare l’applauso e le urla d’approvazione, insieme a qualche “Vai di lingua, Robbe’!” o cose del genere, ovviamente provenienti dai suoi compagni di squadra. Io e Manuela, intanto, ci diamo il cinque.
Appena Ginevra lascia respirare la sua dolce metà, corre verso di noi e ci abbraccia ringraziandoci per una ventina di volte, o giù di lì. Quando torna a rivolgersi verso tutti gli altri invitati si ferma ad osservare Roberto in mezzo ai suoi due fratellini che la guardano. Uno con la testa più abbassata, timido, con le manine dietro la schiena, l’altro che si morde il labbro inferiore sorridendo, che appena la vede guardarlo si allontana dal più grande per andare ad abbracciarla.
Ed io sto morendo per la bellezza di questa scena.
Poco dopo anche l’altro si avvicina per andare a farle gli auguri. Roberto li guarda con un amore negli occhi assurdo. Se esplodesse, volerebbero ovunque soltanto un migliaio di piccoli cuoricini rosa.
“Ci tenevano a farti gli auguri..” dice, senza cancellare neanche per un attimo il sorriso.
Questa cosa pare commuovere sempre di più Ginevra, in ginocchioni per essere alta quanto i gemellini. Li stringe e li riempie di baci per un minuto buono, poi si dedica anche agli altri. Oltre a noi del team e alla squadra di Rob, c’è anche qualche nostro ex-compagno di classe con il quale Ginevra si sente ancora. Sì, Bobby ha fatto le cose per bene!
E così, passiamo tutta la serata a casa del rugbista per festeggiare una delle amiche più care che ho. 

 


Appunti sul capitolo:
A inizio capitolo viene nominato il telefilm "Chuck", uno dei miei preferiti tra l'altro. Chuck Bartowski è un nerd che si ritrova dei dati della CIA e della Sicurezza Nazionale nel cervello e che quindi è costretto a diventare una spia. <3 Capitan Fenomeno è il fidanzato della sorella. Ed è un figo. Se non ci credete, basta lo cerchiate su Google e ne avrete la conferma. ;)

AUGURI GINEVRA! °ç°
Ecco a voi il suo compleanno, sperando vi sia piaciuto il capitolo. :) Anche se sospetto che non sia tanto il compleanno in sé, quello che vi è piaciuto nel capitolo.
Sempre che vi sia piaciuto qualcosa nel capitolo.
Insomma, il nostro Simon ci informa del suo sospetto: forse a Samuele piace Eleonora. Eccoci qui che affrontiamo anche un altro mix, IL SAMUNORA. 
Col tempo potrebbero esserci degli schieramenti, voi magari aggiornatemi e ditemi che cosa ne pensate. :)
Nel prossimo capitolo (anche questo di pseudo-passaggio, ma vi garantisco che per un po' sarà l'ultimo seriamente), ci sarà il vostro amato Michele! :D Appuntamento al 21 Ottobre

Sapete dove trovarmi: o qui su EFP, o su Twitter, o sul Blog (che tra non molto aggiornerò).
A tal proposito, se avete domande di ogni genere, delle curiosità o delle richieste, fatele pure. :D

Alla prossima, guys! 
Un bacio!

Maricuz
   
 
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