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Autore: DarkElectra    28/04/2007    3 recensioni
…Ciò che sto per dire non è facile da credere, ed ancor meno da capire, ma se vorrete ascoltarmi, se vorrete aver fiducia, allora forse, alla fine, vedrete la bellezza in una storia estremamente triste…
La mia prima storia lunga non tradotta. La mia prima storia romantica. La mia prima prova su me stessa. Non garantisco il risultato, ma ho bisogno in ogni caso dei vostri pareri, negativi o positivi che siano. Non vi dirò niente adesso, saprete solo leggendo.
la storia è dedicata dalla prima all’ultima sillaba AI MIEI LETTORI, perchè se non ci fossero loro non avrebbe senso scrivere.^.^
Genere: Romantico, Commedia, Triste, Malinconico, Drammatico, Song-fic, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Me lo ricordo bene, ero così vicina a te,

L’Effetto Domino

Credevo che saremmo stati solo amici,

le cose non saranno mai più le stesse…

Non è un segreto ora non più,

da stasera e d’ora in poi, noi non saremo,

non saremo mai più gli stessi

(Mel C. – Never Be The Same Again)

 

 

 

Ninfadora Tonks era profondamente concentrata.

Piton le aveva consegnato alcune delle sue preziosissime ampolle (col chiaro intento di procurarsi un movente per ucciderla) dicendole di portarle nello studio al terzo piano, e mettendo particolare enfasi su quanto si sarebbe rammaricato se ad una sola di esse fosse capitato qualsiasi cosa.

Pertanto, Ninfadora camminava a piccoli passi, guardando attentamente davanti a sé, sforzandosi di non distrarsi neanche un po’, per esempio pensando a Remus.

Ecco. Pensando di non pensare a Remus, inevitabilmente ci aveva pensato e adesso, lo sapeva, non avrebbe più potuto fermarsi. Dopo la confessione fatta al Foglietto due sere prima, aveva deciso di smetterla di comportarsi come un’adolescente isterica, e affrontare la situazione da donna adulta, confessando i propri sentimenti a Remus subito. O almeno quanto prima. Alla prima occasione in cui si fossero incontrati, insomma. E l’occasione era arrivata: consegnandole le ampolle, Piton l’aveva anche informata che Remus sarebbe passato quel pomeriggio a prendere dei documenti da parte di Silente, e lei, che era nel suo turno di guardia, doveva consegnarglieli. Era terribilmente nervosa, ma se voleva arrivarci viva, a quel pomeriggio, adesso doveva portar su quelle ampolle sane e salve. Si fermò un attimo e prese un respiro profondo. Non servì a niente.  Ne tirò un altro. Questa volta andò meglio. Riaprì gli occhi e riprese a marciare, piano piano, sentendo di aver riacquistato un po’ di equilibrio. Dopotutto, non valeva la pena pensarci adesso, Remus sarebbe arrivato molto più tar…

“Ninfadora?”

Tonks cacciò un urlo allucinante, perse l’equilibrio, e cadde all’indietro mandando per aria gambe, braccia e ampolle. Lei fu fortunata, perché lui la prese al volo, come sempre, ma una sorte meno favorevole attendeva le ampolle. Terrificata, le osservò descrivere una traiettoria perfettamente arcuata fin quasi a toccare il soffitto e…fermarsi a mezz’aria.  Immaginò che cosa fosse successo e, estasiata, si voltò a guardare la mano destra dell’uomo dove, come volevasi dimostrare, c’era una bacchetta sguainata. Per quanto la riguardava, le aveva appena salvato due volte la vita, e avrebbe tanto voluto ringraziarlo con un bacio. Qualcosa però le diceva che sarebbe stato sconveniente, almeno per il momento, e così dovette invece staccarsi da lui e rimettersi in piedi.

Remus, dal canto suo, si affrettò a raggiungere le ampolle, raccogliendole e posandole per terra contro il muro, fuori pericolo. Non la guardava, e solo quando ebbe finito con quell’operazione si decise a voltarsi verso di lei, che lo fissava estatica.

“Speravo che…nonostante tutto…la mia vista non ti avrebbe spaventata così tanto.”

Eh? Tonks non capiva. Stava scherzando? No. Sfoggiava un sorriso, ma era alquanto mesto, e possibile che fosse rossore quello sulle sue guance?

“Cosa? No…scusa, Remus, non mi hai fatto paura! Io…ero soprappensiero.” Adesso fu il suo turno di arrossire.

“Oh.” Remus annuì, e sembrò rilassarsi pochissimo. Comunque, continuava ad evitare il suo sguardo. Tonks sapeva di dover essere lei a dire qualcosa, ma al momento era troppo impegnata a fissarlo per formulare un pensiero coerente.

“Allora…” lo dissero quasi insieme, e in un’altra epoca sarebbe stato uno spunto per farsi una risata, ma in quell’occasione servì solo a zittirli di nuovo, ognuno in attesa che l’altro completasse la propria frase. Tonks da sempre passava alla storia come la sfacciata della situazione, in ogni contesto, e sentì di dover tenere onore al proprio titolo. Così, sforzandosi, riuscì a dire in un’unica tirata

“…Volevi dirmi qualcosa?”

Aveva senso, dopotutto. Lui l’aveva chiamata attraverso il corridoio…

“Uh?No!” Le rispose un po’ troppo in fretta, e con un po’ troppa veemenza. Sembrò rendersene conto lui stesso, e aggiunse subito dopo, in tono molto più pacato “Cioè…io ero passato solo per prendere…dei documenti…”

Oh!Sì, certo, i documenti. Se ne era completamente dimenticata, ma erano un’ottima ancora a cui aggrapparsi.

“Ah già! Che sciocca, sì, Piton mi aveva avvisata…ce li ho qui”, infilò la mano in una tasca del mantello, tirandone fuori un plico. Glielo passò, sperando che la pelle d’oca sul suo braccio non fosse troppo evidente. Lui lo prese dalle sue mani, e Tonks fu sicura di sentire su di lui lo stesso fremito che aveva attraversato lei, quando le loro mani si sfiorarono. Si sentiva le gambe come budini, e tentò di riprendere un po’ di dignità continuando a parlare

“…Ma sei in anticipo, mi aveva detto di non aspettarti prima del tardo pomeriggio…”

Lui sembrava assorto in qualcosa di molto distante, e continuava a parlare senza guardarla.

“Come?…Veramente sono in ritardo, avevo avvisato che sarei passato stamattina presto…Severus si deve…essere confuso, immagino.”

“Oh. Certo.” E come no. Bastardo.

Altri attimi di silenzio. Tonks continuava a ripetersi il discorso che aveva preparato quella mattina, aspettando il momento buono per cominciare. Ma quel momento non sembrava aver intenzione di presentarsi.

“Allora…” disse di nuovo Remus, finalmente alzando lo sguardo. Tonks lo guardò piena di speranza. Stava per prendere l’iniziativa?

“…Allora io andrei. Grazie per avermi tenuto i documenti, Tonks.”

Pfffft. E il palloncino della sua speranza si sgonfiò. Senza dire che la stava chiamando per cognome. E Remus non la chiamava mai per cognome. La faceva arrabbiare da morire, ma la chiamava Ninfadora. Di solito.

“Ehm…figurati. Grazie, grazie a te…per avermi, sai…evitato un altro trauma cranico! Eheh…”

Ma era rimbecillita del tutto? Ma si sentiva?

“Di niente Tonks, di niente. Allora…arrivederci.”

“Sì…ciao, Remus.”

Lui si voltò e fece per andarsene. Tonks lo vide allontanarsi passo a passo, consapevole di star perdendo l’Occasione che si era ripromessa di sfruttare.

“Remus!” urlò, quando lui ormai aveva voltato l’angolo. Probabilmente non l’avrebbe neanche sentita.

Invece, con sua immensa gioia, pochi istanti dopo lo vide ricomparire.

“Sì, Ninfadora?”

Era un’idea sua oppure era un po’ impallidito? Non aveva tempo né voglia di chiederselo. Aspettò che la raggiungesse raccogliendo il coraggio, determinata a svuotare il sacco una volta per tutte.

“Remus, scusami, lo so che magari non è il momento più opportuno, però ti devo parlare. Io…io ti volevo dire, che per quello che è successo, sai, la mattina dopo il Plen…” Remus alzò una mano, interrompendola. “Tonks, so quello che vuoi dirmi. E hai…hai perfettamente ragione. Sono stato imperdonabile, e adesso che ti ho rivista me ne vado senza neanche provare a chiederti scusa…”

“Oh, ma non è questo, io… non voglio le tue scuse.”

Le guance di lui sembrarono riacquistare un po’ di colore. “Ah…no?” Le chiese esitante.

“No! Anzi per la verità…”

Ma lui non la faceva parlare. “Allora, per fortuna, non ti ho sopravvalutata, pensando che…che avresti capito. Voglio dire, dopo il Plenilunio rimango per molte ore in uno stato di…di semi-ubriachezza, direi, e non sono ancora perfettamente padrone delle mie azioni. Se fossi stato sobrio, non avrei mai osato fare una cosa del genere…tu lo capisci, vero?”

“Ma sì, sì…! E’…è proprio quello che volevo dirti io, Remus. Ti, ti volevo…rassicurare, ecco.”

“Grazie, Tonks. Sei un’amica. Mi sarebbe dispiaciuto perdere il tuo affetto in una maniera così…”

“…sciocca…” …imbecille illusa che non sono altro…

sì…sciocca, ecco.  Davvero, quel bacio non…non era importante.”

“Lo so, Remus, lo so….tranquillo…come se non fosse mai successo…!”

“Va…tutto bene, allora?”

“Eh…ma certo, Remus. Amici come prima, figurati!”

Lui sembrava davvero risollevato, lei sperò di reggere la farsa, e che la mascella non le si slogasse per il sorriso che mostrava.

“D’accordo, Tonks. Grazie per avermi compreso. Arrivederci, allora.”

“Di nulla, figurati…ciao ciao, Remus.”

Si salutarono con un sorriso. Questa volta, Tonks aspettò davvero che Remus fosse sparito ben oltre l’angolo, contò in più quindici secondi per dargli il tempo di scendere la rampa di scale e altri trenta per percorrere il corridoio fino al portone di quercia.

“Oh, sono proprio un’imbecille!!” urlò, e fece per mollare un calcio a mezz’aria. Al che il suo piede, invece di colpire solo l’aria, appunto, andò a cozzare contro la prima delle ampolle ordinatamente disposte una di fianco all’altra contro il muro. La quale ampolla, poi, oscillò brevemente a destra e sinistra, pensierosa, decidendo infine di spingere la seconda ampolla, che cadde sulla terza, che si schiantò sulla quarta, che crollò sulla quinta, finché non finirono tutte sfracellate per terra con un sonoro crash.

 

 

 

 

Nd DarkElectra: Uh…capitolo corto cortissimo, ma che a me sinceramente è piaciuto tanto! Tecnicamente, doveva essere molto più lungo, ma non so, mi pareva giusto che finisse così, senza contare che ho deciso di smettere di scrivere capitoli troppo lunghi e complicati che richiedono mesi per essere completati. Tranquilli, tutte le parti tagliate saranno prontamente aggiunte nel prossimo capitolo! Ora, passiamo alla parte più piacevole del mio lavoro! I miei lettori! Non so come ho potuto osare dimenticarmi di rispondere alle recensioni del settimo capitolo! Perdonatemi, ero troppo impaziente di postare “Solo e pensoso…”. Rimedio subito!

 

x Rue Meridien: contentissima che ti sia piaciuta così tanto! Sì, descrivere i pensieri dei personaggi è la parte che mi riesce meglio…anzi, temo a volte di trascurare troppo l’azione per perdermi nella riflessione…ma almeno piace anche a voi, sembra! ^-^ Grazie ancora, e spero che continuerai a leggermi!!

 

x Faith Sun: mille grazie per il ben tornata. Io sinceramente spero di metterci qualcosina in meno di un decennio, ma non si può mai sapere ^-^ Felice comunque di sapere che tu mi seguirai!!

 

x lenne88: cara lenne, del ripassino ho avuto bisogno anch’io prima di ricominciare a scrivere! E hai detto giusto, l’ispirazione se ne era proprio andata…ma pare sia tornata, e godiamocela finchè dura! (con la speranza che duri il più a lungo possibile)

 

e infine, per l’unica anima buona che ha commentato l’ultimo capitolo

 

x Tabita: siii! Sono tornata! …Vero che il pentolino è una comparsa di grande talento? Qualche regista dovrebbe scritturarlo XD Scherzi a parte, sono davvero contenta che i capitoli ti siano piaciuti…per quello su Remus ero un po’ preoccupata, credevo fosse esagerato…ma stiamo parlando di Remus, dopotutto…il signor Ti Preoccupi Troppo per eccellenza! Grazie ancora per aver commentato…a presto!

 

 

Baciotti ciotti a tutti e…

 

 

RECENSITE!!!

  
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