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Autore: maxmin1997    16/10/2012    4 recensioni
Zoe Hastings è la ragazza stramba della scuola. Nessun amico, nessun interesse verso qualsiasi altra cosa che non siano libri e musica.
Jared Richmond, il bad-boy irromperà nella sua vita, mettendo in confusione tutto il suo mondo.
"Occhi-Di-Ghiaccio perse l’equilibrio e afferrò il primo appiglio possibile, la spalla di Zoe.
A quel piccolo contatto, la ragazza sentì la sua pelle bruciare e si limitò ad afferrare le braccia del ragazzo per aiutarlo.
Lui la guardò, quasi sorpreso che fosse ancora lì, e le fece un sorriso sarcastico, poi si scostò immediatamente, lasciandole una strana sensazione nel corpo, quasi di freddo."
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ed eccomi qui con un altro capitolo, leggermente più lungo degli altri! Ps: sotto ho messo i link delle foto dei personaggi!

Per cinque, interminabili giorni, Jared Richmond non si fece ne sentire, ne vedere. Zoe stava quasi per permettersi di sperare che magari avrebbe tenuto la bocca chiusa, o magari che non gliene fregava assolutamente niente se un’allieva della Principal High School aveva ucciso il suo ragazzo…
Mh, no, per niente convincente.
Si fece forza e, indossando una minigonna a quadri rosso scozzese e una canottiera grigio scuro, uscì e si diresse verso quella scuola che cominciava a odiare.
Forse avrebbe potuto chiedere a sua madre di cambiarle scuola?
Ma sì, era un’ottima idea! Glielo avrebbe proposto appena tornata a casa.
Spinta da un moto di insana felicità, non si accorse che era andata a sbattere contro una figura maschile e decisamente muscolosa.
“Oh, dolcezza, guarda dove cammini.”
La ragazza si sentì gelare il sangue nelle vene e alzò lo sguardo, incrociando quegli occhi deliziosamente familiari.
“S-scusa…”
“Non ci vedevamo da un po’.” Disse lui come se fosse la notizia del secolo.
“Già.”
“Non vuoi sapere dove sono stato?”
Il punto era che lei già sospettava dove era andato per tutto quel tempo.
“Sono stato a cerca di informazioni sulla nostra piccola e innocente Zoe Hastings. Sai, mio padre è uno di quei miliardari che pur di non prendersi le responsabilità verso i figli, gli lasciano fare qualsiasi cosa, così gli ho chiesto se potevo farmi quattro giorni a New York. Sono stato in giro ovunque, e ho scoperto cose davvero interessanti.” Disse in un sussurro maligno.
“Andiamo a parlare da un’altra parte, Richmond.”
“No, ora ho lezione. Ma stasera c’è il ballo, perché non vieni?”
Oh, no. Non il ballo!
Uno stupido ballo d’autunno, a cui tutta la scuola avrebbe partecipato ed esultato, e che lei avrebbe fatto di tutto per evitare, per tenerlo lontano come la peste. Perché!?
“Allora, Hastings? Accetti o no?”
Che altre opzioni le rimanevano? Chissà cos’aveva trovato quello psicopatico.
“Ci sto.”
“Vestiti elegante, mi raccomando.” Disse con aria maliziosa e girò i tacchi, sparendo.
La ragazza strinse i pugni e, imprecando a bassa voce guadagnandosi occhiate stranite dai compagni, si diresse verso la prima ora: chimica. Quel giorno aveva tutte le fortune insomma!
Dopo tre ore di dormita, andò a mensa e si scelse un panino che aveva l’aria di essere lì da circa una settimana, con una smorfia si sedette e cominciò a ispezionare quell’ammasso informe che era il suo pranzo.
“Ciao!” una voce squillante la fece sobbalzare e alzò leggermente lo sguardo. Una ragazza minuta dai capelli rosso fuoco la guardava con interesse. Aveva la pelle molto chiara e due occhi grandi e color cioccolato.
Si girò intorno, ma nessuno sembrava aver notato il saluto della ragazza, che stesse parlando con lei?
Quando Zoe incrociò il suo sguardo, la ragazza sorrise e si sedette al suo tavolo. Ma chi era?
“Io sono Lucy, Lucy Thorne.” Disse accompagnando la frase con un sorriso euforico.
“Ehm… Zoe Hastings.”
“Ma lo so chi sei!”
Ok, la cosa cominciava ad essere inquietante. Come faceva a sapere chi fossi? Si stava facendo davvero troppe paranoie, magari l’aveva notata nello scontro con Jared.
Al solo ricordo arrossì e strinse i pugni, voleva davvero picchiarlo.
“Sai, ti ho notata. Mangi spesso da sola… e anche io. Quindi ho pensato che potremmo diventare amiche!” esclamò Lucy. Di certo l’entusiasmo a lei non mancava per niente.
“Certo…”
“Ok, allora cominciamo con le cose basilari. Colore preferito?”
Che razza di modo per fare amicizia era mai quello?
“Verdeacqua…”
“Come i tuoi occhi! Il mio è rosso, per questo mi sono tinta.”
“Perché, prima come ce li avevi?” chiese distrattamente Zoe.
“Castano scuro, ma non mi piacevano per niente.” Disse sporgendo il labbro inferiore in una smorfia di disapprovazione.
Zoe ridacchiò, non era poi tanto male quella ragazza, e poi sempre meglio che stare da sole tutto il giorno.
“Allora, ci andrai al ballo, Zoe?”
Ma erano davvero tutti in fissa con questa pagliacciata!
“Sì. Tu?”
“Oh, vorrei tanto, ma non ho un accompagnatore, e mi vergogno ad andare da sola…” disse abbassando gli occhi e facendo diventare le sue guance pallide di un rosso scarlatto, simile alla sua capigliatura.
La ragazza sorrise comprensiva e un’idea le balenò nella mente.
“Perché non ci andiamo insieme?”
La ragazza alzò di scatto lo sguardo e la fissò confusa.
“Ma tu non ci vai con Jared Richmond?”
Per poco Zoe non si strozzò con la soda che stava bevendo, che cosa stava diavolo andava dicendo quella?!
“No! No e no! Assolutamente e categoricamente no! Come ti è saltato in mente!” la aggredì.
La ragazza fece un sorrisino timido e disse : - “Beh, vi ho visti parlare oggi, e pensavo che ti avesse invitata, scusami.”
“Non ti scusare, Lucy, solo che ecco, io e lui non andiamo per niente d’accordo e farei di tutto per stargli lontano almeno di cento chilometri.” Ringhiai.
Lei mi sorrise di risposta e continuammo a conversare amichevolmente. Certo, era decisamente troppo allegra e iperattiva, ma era simpatica e sapeva farla ridere.
Quando il tempo della mensa finì, le ragazze si diedero appuntamento davanti all’entrata del ballo.
Quando se ne fu andata, però, Zoe si mise a pensare se fosse il caso di invitarla per poi lasciarla da sola mentre lei chiariva con Jared…
Pazienza, si disse, di sicuro troverà qualcosa da fare, o qualcuno con cui stare.
Arrivata a casa, la madre stava cucendo una sciarpa di un colore viola acceso. Zoe sperò ardentemente che non gliela volesse regalare.
“Mamma, posso chiederti una cosa?”
“Ma certo, tesoro.”
“Stasera ci sarebbe questo ballo d’autunno, mi chiedevo se potevo andarci insieme a… un’amica.”
La donna fece cadere la maglia e la guardò sbalordita. Erano passati anni dall’ultima volta che le aveva chiesto se poteva uscire la sera.
“Un’amica?”
“Sì.”
“Al ballo.”
“Sì.”
“Sei sicura tesoro?”
“Sì, mamma, mi piacerebbe moltissimo socializzare un po’. E poi Lucy è davvero simpatica e divertente.” Mentì spudoratamente la ragazza.
Annie fece un gran sorriso e si alzò per abbracciare la figlia.
“Mi fa così piacere che tu abbia ricominciato a farti degli amici!” le sussurrò in un orecchio, commossa.
Zoe strinse la madre a sé, ma poi le venne in mente l’ultima frase che le aveva rivolto Jared: vestiti elegante.
Quello sarebbe stato un gran bel problema.
“Mamma! Mi serve un vestito!”
La donna si rianimò e, asciugandosi in fretta le lacrime, la portò in camera sua, dove aveva conservato alcuni suoi abiti che ormai non metteva più, e alcuni di quelli che Zoe avrebbe voluto bruciare dopo la sua vita a New York.
“Hai l’imbarazzo della scelta, Zoe. Buon divertimento!” esclamò la signora lasciandola in un mare di pizzo, seta e colori.
Dopo due strazianti ore di prove e commenti acidi da parte di sua madre, scelse una vestito nero a fascia, con chiffon e pieghe. Lasciò le gambe nude e indossò dei tacchi neri, insieme a una pochette argentata.
Lasciò i suoi capelli sciolti e si mise del trucco leggero agli occhi.
Sua madre, vedendola scendere, non poteva credere ai suoi occhi.
“Oh mio dio, Zoe, sei bella oltre ogni dire!”
“Grazie mamma…” rispose lei arrossendo un po’.
“Ti accompagno?”
“Magari, non mi va proprio di salire su un autobus con questo vestito.”
La donna sorrise e dopo dieci minuti erano davanti alla sua scuola.
Vide Lucy, sembrava davvero emozionata, nel suo vestitino rosa pallido con delle decorazioni colorate.
Scese dalla macchina salutando sua madre e si diresse verso la nuova amica.
“Ehi, Lucy.”
La ragazza in questione le rivolse un sorriso così ampio che Zoe per un attimo ebbe paura che si potesse frantumare la faccia.
“Zoe! Oh mio dio sono così eccitata! Non vedo l’ora di entrare!”
Pagarono i biglietti e appena entrarono nella palestra della scuola, una musica a tutto volume le investì, e videro centinaia di ragazzi eleganti e ragazza con abiti che a malapena coprivano le mutandine o così lunghi da arrivare fin sotto le caviglie.
Zoe storse la bocca, assumendo un’aria corrucciata, non capiva perché le sue coetanee dovessero mettere in mostra così tanto il loro corpo. Insomma, erano tutte bellissime, a che scopo strusciarsi addosso ai ragazzi in vestiti cortissimi?
Si girò verso Lucy per esprimere il suo pensiero, ma era sparita. Si guardò attorno e la vide appoggiata al muro, accanto a un ragazzo mingherlino e dall’aria stralunata, ma carino. Riusciva a distinguere solo i capelli biondi , però.
“Dolcezza, stasera sei proprio un incanto.”
Si girò di scatto e incrociò gli occhi del suo peggior incubo, e del suo sogno più bello.
Aveva un elegante vestito nero, sopra una maglietta a bottoni grigia, senza cravatta e con i due bottoni inziali sbottonati, cosicché poteva vedere un poco dei suoi addominali.
Zoe pulisciti la bava, pensò ironicamente la ragazza.
“Parliamo o no? Così poi posso tornarmene a casa?!” disse lei, purtroppo la musica aveva completamente sovrastato la sua voce.
“Non ho sentito.” Urlò lui, accostandosi alla ragazza e chinando la testa, in modo tale che lei poteva dirglielo all’orecchio.
“Parliamo, voglio tornare a casa.”
“Di già?”
“Sì!”
Lui sbuffò e la prese per mano.
A quel gesto il corpo della ragazza reagì, provocandole una scarica elettrica. Non era la prima volta. Che cosa aveva che non andava?!
Zoe seguì Jared fino a che lui non la fece uscire da una porta di servizio e si trovarono finalmente fuori da quella sottospecie di discoteca.
“Allora?”
Lui si accese una sigaretta, completamente rilassato.
“Beh, ho fatto molte ricerche, a cominciare dal fatto che prima ti chiamavi Zoe Robinson.”
“Ho cambiato nome quando sono venuta qui a Londra.” Lo interruppe lei.
“Lo so – disse chiaramente scocciato – fammi parlare. – la ragazza alzò gli occhi al cielo e lui ricominciò a parlare – ho saputo della morte di tuo padre e di come ti sei autodistrutta con ogni tipo di droghe, allucinogeni e acidi, di come non facevi altro che procurare problemi a tua madre e di come saltavi perennemente la scuola.”
Ok, detta così sembrava veramente terribile. Ma la storia era complicata.
“Quello che finora non ho capito è come è mor…”
Lei lo interruppe nuovamente. “Mio padre, Jasper Robinson, venne incarcerato quando avevo appena quattordici anni. Morì dopo due settimane in una rissa tra prigionieri. Mia madre fece di tutto per non farmelo scoprire, ma lo venni a sapere per caso, a scuola, quando i miei migliori amici cominciarono a prendermi per il culo e a evitarmi. A quel punto mi fu tutto chiaro.”
Lui annuì comprensivo e riprese a parlare.
“A quindici anni, invece, ti sei trovata coinvolta nella morte di un giovane ragazzo, si chiamava Nate Dandy, giusto?”
“Sì…” sussurrò sentendo le lacrime inondarle gli occhi.
Non poteva piangere di nuovo, non davanti a lui.
“E’ stato un incidente… Stavamo insieme… Lui era il mio ragazzo, quella sera ero ubriaca fradicia… lui voleva fare sesso, ma io mi opposi e gli dissi di farsi qualche striscia per farsi passare la voglia e poi…”
“Continua.” Disse freddamente lui.
“Poi lui cominciò a non respirare, divenne pallido… Chiamai l’ambulanza, ma quando arrivarono era già morto. Non sono mai stata dichiarata colpevole ufficialmente, ma mi ci sento. Se avessimo fatto sesso, probabilmente lui sarebbe ancora vivo.” Dissi facendo uscire tutta la mia rabbia, tutto il mio disprezzo per me stessa e tutto l’odio che provavo.
“Non è così, Zoe. Magari si sarebbe fatto dopo, e sarebbe morto ugualmente.”
“Ma gliel’ho consigliato io di farlo! Gliel’ho detto io!” dissi alzando lo sguardo e spintonandolo.
“Perché sei così brava nell’attaccare qualcuno?”
La parte più difficile.
“Nessuno lo sa, mia madre chiese di tenere tutto nascosto. Fui mandata per un anno in riformatorio. A quel punto, è facile imparare due o tre cosette. Giusto per difendersi, o per attaccare.”
Jared a quel punto sembrò scosso. Non si aspettava un passato del genere da parte della ragazza stramba della scuola, ovviamente.
“Hai finito? O vuoi tirare fuori dal mio armadio qualche altro scheletro? Tra l’altro, non erano assolutamente cazzi tuoi le mie cartelle, le cose che ho fatto negli ultimi fottutissimi quattro anni e quello che sono diventata!”
“Ero curioso.” Disse in un sorriso sarcastico.
La crudeltà di quel ragazzo non aveva limiti. E nemmeno la sua bellezza.
“Vaffanculo.”
Fu un momento, uno scatto improvviso. Mi prese per i polsi, spingendomi verso il muro e imprigionandomi col suo corpo.
Mi guardò per un fugace attimo negli occhi e disse, scandendo bene le parole: - “Non. Prendermi. Per. Il. Culo. Non hai idea di quello che potrei farti.”
Poi le sue labbra toccarono quelle di Zoe. Erano calde e morbide. Ma spingevano verso le sue con prepotenza e violenza. Jared liberò la stretta e le poggiò le mani dietro la schiena, tirandola sempre di più verso di lei.
Ora la sua lingua bramava la sua, e Zoe non si oppose. Desiderava quel bacio da troppo tempo.
Incrociò le sue mani intorno alla nuca di lui e lo tirò ancor di più verso di sé.
Non si fermarono nemmeno per prendere fiato. Le loro lingue danzavano in un ballo senza fine, si cercavano e si ricorrevano, senza sosta.
Era decisamente il bacio più perfetto che potesse esistere sulla terra. Tutto le sembrava semplicemente, giusto. Non esisteva più Nate, ne i suoi sensi di colpa, si sentiva in pace con se stessa. Si sentiva... completa.
Quando lui si staccò, entrambi ansimavano. Lei chiuse nuovamente gli occhi e cercò di avvicinarlo a sé, ma lui la fermò e la guardò con freddezza.
“J-Jared, tutto ok?”
Lui non rispose, ma imprecò a bassa voce e diede un pugno al muro, a circa tre centimetri dal viso di Zoe, che era rimasta pietrificata per la paura. In quel momento Jared le faceva paura. Molta più paura di quando l’aveva minacciata di dire tutto a tutti. Nei suoi occhi non leggeva né ironia, né desiderio, solo rabbia e odio.
Cosa gli stava succedendo?
Si girò e, dandole le spalle, disse: - “Scusa, non avrei dovuto. Ciao.”
Poi sparì nella notte.

Zoe Hastings:
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Jared Richmond (decisamente più grande, ma è lui e basta u.u): http://www.google.it/imgres?hl=it&newwindow=1&tbm=isch&tbnid=Kb63oqurEpwmKM:&imgrefurl=http://www.listal.com/viewimage/1427507h&docid=EaN1H-qjEHyfYM&imgurl=http://i2.listal.com/image/1427507/936full-ian-somerhalder.jpg&w=936&h=1234&ei=QH59UKmWB4_KtAa294CYDA&zoom=1&iact=hc&vpx=653&vpy=256&dur=37&hovh=258&hovw=195&tx=77&ty=108&sig=113137288029508996510&page=1&tbnh=142&tbnw=111&start=0&ndsp=18&ved=1t:429,r:9,s:0,i:96&biw=1280&bih=699

Lucy Thorne: http://www.google.it/imgres?num=10&hl=it&newwindow=1&sa=X&tbm=isch&tbnid=CxcEVwGzGbwWTM:&imgrefurl=http://www.fanpop.com/spots/emily-fitch/images/9858315/title/emily&docid=qZyrFvHI4QETQM&imgurl=http://images2.fanpop.com/image/photos/9800000/Emily-emily-fitch-9858315-600-896.jpg&w=600&h=896&ei=A399UNvrB8aQswa-64CAAg&zoom=1&iact=hc&vpx=866&vpy=305&dur=3077&hovh=274&hovw=184&tx=78&ty=159&sig=113137288029508996510&page=2&tbnh=133&tbnw=87&start=15&ndsp=26&ved=1t:429,r:18,s:0,i:189&biw=1280&bih=699

Vestito di Zoe *^* : http://www.google.it/imgres?hl=it&newwindow=1&tbm=isch&tbnid=Eu9wZYBoMf3SHM:&imgrefurl=http://www.asos.com/it/TFNC-Vestito-a-fascia-in-chiffon-e-a-pieghe/2tai9/%3Fiid%3D2385187%26mporgp%3DL1RGTkMvVEZOQy1EcmVzcy1QbGVhdGVkLUNoaWZmb24tQmFuZGVhdS1Ta2F0ZXItRHJlc3MvUHJvZC8.&docid=ye4cBazNF7xvmM&itg=1&imgurl=http://images.asos.com/inv/media/7/8/1/5/2385187/image4xl.jpg&w=290&h=370&ei=en99UMaXC8bVsga1hYHABQ&zoom=1&iact=hc&vpx=1040&vpy=250&dur=206&hovh=254&hovw=199&tx=142&ty=139&sig=113137288029508996510&page=1&tbnh=139&tbnw=117&start=0&ndsp=32&ved=1t:429,r:7,s:0,i:90&biw=1280&bih=699

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Jared al ballo :Q___ : http://www.google.it/imgres?hl=it&newwindow=1&tbm=isch&tbnid=UBCTcmV3b0jIXM:&imgrefurl=http://www.twilightitalia.com/forum/viewtopic.php%3Ff%3D52%26t%3D4989%26start%3D20&docid=yxKOKGRAsRaRbM&imgurl=http://cdn.buzznet.com/media/jj1//2009/12/somerhalder-globes/ian-somerhalder-golden-globes-party-01.jpg&w=908&h=1222&ei=w399UKixFdDFtAaL44HgCQ&zoom=1&iact=hc&vpx=493&vpy=190&dur=1046&hovh=261&hovw=193&tx=93&ty=116&sig=113137288029508996510&page=1&tbnh=153&tbnw=104&start=0&ndsp=27&ved=1t:429,r:2,s:0,i:75&biw=1280&bih=699


  
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