Buongiorno Bellissima
-Buongiorno eh! So essere scorbutica la mattina, si. Mi girai fra le coperte bianche e afferrai il cuscino ricamato per nascondermici sotto.
Lo facevo spesso da piccola, di cercare di nascondermi sotto il cuscino, prima di andare a scuola.
La mamma mi scrollava sempre e mi diceva di preparami tutto, che lei doveva chiudere caa e andarsene.
Dove poi, non l'ha mai detto. Certo non a lavorare. Non c'era mai. Nè in casa né per i miei problemi da adolescente. Ma io avevo bisogno di qualcuno.
E, si sa, gli idoli sono gli unici che ti capiscono, attraverso un poster.
Questo ricordo mi fece impallidire, tremare e stringere fra le dita le coperte, fino a farmi venire i segni delle unghie sui polsi.
Uno dei miei tanti vizi.
Harry non se ne accorge, Apre le tende lilla e la luce passa dai vetri e proietta un'immagine a quadretti.
Anche attraverso la stoffa della tenda il sole continua a trapassare, e colora la lampada (rigorosamente bianca) posata dietro di essa.
Si siede ad un lato del letto e mi bacia i capelli, si alza e mi dice
-evidentemente non ti va di vedere la sorpresa che ti ho preparato nemmeno a quest'ora, dopo che ti ho fatto dormire tre o quattro ore di più. Sarà fra qualche ora allora....
apro gli occhi e con espressione da finta innocente esclamo un fintissimo “buongiorno!” cercando di sembrare più assonnata possibile.
-Guarda caso la principessa si è svegliata! Alla buon ora! Gli faccio il verso, borbottando qualcosa con la voce più profonda e ridicola che posso imitare.
Ride, sempre preso a armeggiare con la brocca del caffè.
-Zucchero?

-Faccio io, non ti preoccupare...tu dammi la sorpre....dimmi quel che mi devi dire, caro Harry.
Poggia la caraffa sulla tovaglia a righe e sposta lo sguardo altrova, fra le cornici di vecchie foto, i vasi, i fiori, le mensole...
Tutto con calma innaturale.
Tocca qualche mobile con aria superficiale come se non avesse mai visto casa sua.
Sfiora il bracciale del divano di pelle chiara e ci affonda incrociando i piedi.
-Beh....non ti sembra bellissimo l'arredamento? L'ho scelto da solo, sai?
-Fantastico- dico, con aria disinteressata mentre mi siedo a tavola sgranocchiando un biscotto ai cereali.
-E i vasi? Quelli sono decisioni di Anne...-
-Fantastico-Ripeto, decisa a farlo parlare di ciò che voglio io.-Tu hai già mangiato?-
-Eh?- Posa gli occhi su di me un secondo, come incantato dalla bellezza della casa e risponde -Oh, si, due ore fa. E i colori?-
-Fantastico. Vuoi dirmi seriamente cos'hai stamattina o continuiamo così tutto il giorno?
-A me non importa, basta che tu parli. Se non parli muoio. Anche se dici cazzate ti amo uguale
Finisco il biscotto con disinvoltura, posando la brocca di latte e lo zucchero nella credenza, sparecchio e dico:
-Esco-
-Te ne vai? MI lasci?- mi guarda, sull'orlo delle lacrime. Non posso vederlo così-
-Esattamente.-
Si avvicina sistemandosi i jeans-
-No, cretino, vado a cercare lavoro- Sorrido, afferro il suo cappotto e provo ad aprire la porta.
-Avevo messo le sicure, scusa, ti apro.
-Non voglio sapere perchè la tua mente malata ti ha portato a pensare, stamattina, a chiudere con qualche sistema tecnologico la porta, solo per non farmi andare via.
Se volessi farlo....beh, esistono le finestre.
Esco al freddo londinese, immaginandomi cosa avrebbe inventato per non farmi penzolare fuori dalle finestre con le lenzuola.
Dalla terrazza cadono delle chiavi.
Figo. Ho la sua macchina.