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Autore: xbelieveinpeace    16/10/2012    4 recensioni
Qualcuno non crede nell’amore, qualcuno non sa cosa si prova ad essere davvero amati, qualcuno ha paura di amare. Qualcun altro però crede fermamente nell’amore in ogni sua forma, qualcun altro darebbe qualsiasi cosa per sentirsi davvero amato, qualcun altro non vede l’ora di innamorarsi. Qualcuno eccelle in matematica, qualcun altro è un disastro coi numeri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeff Sterling, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jeff si svegliò con un fortissimo mal di testa e un terribile senso di nausea. Aprì gli occhi e fece per girarsi verso il letto di Nick, controllando se il suo migliore amico stesse ancora dormendo. Si sfregò gli occhi e provò ad alzarsi, sedendosi sul letto a gambe incrociate guardandosi attorno. Il letto di Nick non c'era, c'era solo quello su cui era seduto lui ora. Ma che diamine-? All'improvviso tutti gli avvenimenti della sera prima lo investirono come un treno in corsa, ricordandogli perché fosse nella camera di Sebastian e non nella sua. Purtroppo tutto questo sforzo mentale gli costò un altro forte attacco di mal di testa. Jeff chiuse gli occhi, riaprendoli dopo una decina di secondi e accorgendosi della presenza di bicchiere d'acqua e di due pastiglie sul comodino di Sebastian, con un post-it appiccicato a una tazza di caffè del Lima Bean.
 
Scusami Jeffie, non sono il tipo che resta a letto per dormire tutto il giorno. Sono andato a correre, ti ho lasciato dell'Aspirina e un caffè con due bustine di zucchero, spero di essermi ricordato come lo prendi di solito. Resta tutto il tempo che vuoi, tornerò per le 10:30.
 
Jeff chiuse gli occhi di nuovo, cercando di mettere in ordine tutte le informazioni del messaggio di Sebastian, spalancando le palpebre quando si rese conto che quegli oggetti sferici e bianchi erano effettivamente pastiglie di Aspirina, gettandole nell'acqua e bevendo tutta d'un sorso. Era quasi sicuro di amare Sebastian un po' di più ora, semmai fosse stato possibile. Prese un sorso del suo caffè, sorridendo appena lo gustò a pieno: era perfetto. Prese altre due sorsi e, non sapendo cosa fare, decise di aspettare Sebastian. Nick non si sarebbe comunque alzato prima di mezzogiorno, a questo punto non restava altro, avrebbe aspettato Sebastian una mezz’oretta. Jeff notò i suoi vestiti ammassati su una sedia, alzandosi quindi per ripescare il cellulare dai suoi jeans. C'era solo un messaggio da Nick, una risposta che risaliva alla sera prima.
'Va bene, ma stai attento e usate eventuali protezioni!'
Jeff rise, scuotendo la testa, recuperando i suoi vestiti e fissandoli fra le sue mani per qualche secondo, rimettendoli poi dove li aveva lasciati Sebastian. Di sicuro non si sarebbe levato la maglietta del moro per nessuna ragione al mondo. Sorrise quando vide che erano già le 10:00, prendendo il suo caffè e tornando a sedersi sul letto, fra quelle dannate lenzuola che profumavano di Sebastian così dannatamente tanto. Jeff decise che non ci sarebbe potuto essere un risveglio migliore, a parte svegliarsi nelle braccia di Sebastian Smythe in persona.
 
Sebastian controllò l'orologio e decise che un'ora e mezza di corsa sarebbe bastata, prendendo un asciugamano dalla borsa che aveva lasciato sulle panchine a bordo del campo di Lacrosse della Dalton. Si mise il borsone in spalla e camminò fino agli spogliatoi, prendendo il resto delle sue cose dall'armadietto col suo nome e lasciando l'asciugamano sulle spalle, uscendo dallo spogliatoio deserto e ritornando verso l'ala dei dormitori. Adorava correre il sabato mattina, i campi erano deserti e così aveva tutto il tempo di schiarirsi le idee. Quel preciso sabato mattina, però, Sebastian prese una decisione per il suo bene e per il bene di Jeff, che però non avrebbe fatto bene a nessuno.
 
Jeff si stava godendo tranquillamente il suo caffè seduto a gambe incrociate sul letto di Sebastian quando il moro rientrò nella sua stanza, il suo sguardo era anche più triste del solito.
"Sebby, finalmente!"
"Hey Jeff." Sebastian posò la borsa a terra, togliendo l’asciugamano dalle spalle, sedendosi di fronte a Jeff sul suo letto.
"Va tutto bene?"
Sebastian sospirò. "Sì, credo. Anzi no, non proprio."
Gli occhi di Jeff si riempirono subito di preoccupazione. "Che succede?"
"Quanto ricordi di ieri sera?" Sebastian ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi solo ora, mordendosi il labbro inferiore appena notò lo sguardo dispiaciuto e imbarazzato di Jeff sposarsi dal suo viso a terra.
"Non proprio tutto, ma abbastanza."
"Ieri sera mi hai detto delle cose, e... prima di andare a dormire mi hai chiesto di baciarti."
Ah.Questa Jeff non se la ricordava proprio.
"Mi... Mi dispiace Sebby, non volevo,"
"Jeff ho paura che questa cosa non possa andare avanti."
Jeff alzò lo sguardo, terrorizzato. "In che senso?"
Sebastian prese un respiro profondo. "Nel senso che io non posso darti niente di più di una semplice amicizia."
Jeff chiuse gli occhi per fermare le lacrime che minacciavano di cadere. "Non puoi o… non vuoi?"
Sebastian scosse la testa, evitando di rispondere alla domanda.  Avrebbe solo fatto ancora più male. "Mi dispiace, Jeff."
Jeff annuì, alzandosi dal letto e afferrando i suoi vestiti, chiudendosi in bagno. Si tutto quello che Sebastian gli aveva prestato la sera prima, infilandosi i suoi jeans e la sua camicia. Una volta ripiegata la felpa e i pantaloncini che aveva preso in prestito riaprì la porta, prendendo il cellulare e le chiavi della sua stanza.
"Jeff..."
"Grazie per stanotte. Scusa per tutto."
Jeff si precipitò fuori dalla stanza senza neanche dare a Sebastian l'opportunità di fermarlo, e l'avrebbe anche fatto se non fosse stato convinto che tutto ciò era solamente per il bene di Jeff.
 
“Ma si può sapere che gli prende? Non è mai stato conciato così.”
Thad guardò Nick e Trent che a loro volta guardarono Jeff, preoccupati.
“Penso sia successo qualcosa ieri.” Sussurrò Nick, prendendo un’altra forchettata di pasta.
“Ieri? Che è successo ieri?” chiese Thad, più confuso di prima.
“Sebastian ha portato Jeff fuori e Jeff ha dormito nella sua camera.” Racconto Trent, prestando attenzione al suo tono di voce.
“Stamattina è tornato e sembrava distrutto, si è infilato nel letto e non aveva nessuna intenzione di uscirci, l’ho praticamente buttato nella doccia e obbligato a scendere per pranzo.” Continuò Nick.
“Sarebbe stato utile se stesse mangiando qualcosa.” Disse David, ricevendo un’occhiataccia dagli altri tre.
“Se scopro che Smythe ha fatto qualche cazzata di sicuro non gliela faccio passare liscia.”
“Andiamo, Nick, non sappiamo cosa sia successo… Jeff?” Lo chiamò Trent, cercando di attirare la sua attenzione.
Jeff alzò lo sguardo un secondo, riaffondando le mani nella sua felpa grigia della Dalton e riportando il suo sguardo a terra.
“Hey, Jeff, sei sicuro di non voler mangiare nulla?” Gli chiese Thad, preoccupato. Thad era la mamma chioccia del gruppo da quando Wes si era diplomato. Era effettivamente stato il primo ad accorgersi di come Jeff evitasse il cibo ogni volta che aveva un problema, gliene aveva parlato e aveva giurato di tenerlo d’occhio, proprio come stava facendo ora.
“Non ho fame.” Disse Jeff con la voce più triste che i ragazzi avessero mai sentito dal biondo.
In quel preciso istante Nick ricevette una gomitata da David, che gli indicò la porta della mensa dalla quale era appena entrato Sebastian. Nick fece segno a Trent e Thad, che si girarono tutti verso il moro. Jeff notò qualche cenno di movimento e decise di capire cosa stesse succedendo. Pessima mossa.
Sebastian si era messo in coda alla cassa, aspettando il suo turno. Jeff sentì una strana fitta al petto, decidendo che sarebbe stato meglio andarsene, alzandosi e posando il suo vassoio vuoto.
“Jeff, dove vai?” Gli chiese Nick, girandosi verso di lui.
“Nella choir room, provo qualcosa per l’udizione di settimana prossima.” Disse Jeff alzando le spalle, sentendosi ancora peggio quando i suoi amici lo guardarono con quello sguardo. Se c’era una cosa che Jeff odiava, erano gli sguardi di dispiacere. Si girò giusto in tempo per osservare Sebastian prendere solo una bottiglietta d’acqua, incrociando il suo sguardo per un momento. Sta completamente facendo finta di nulla! “Io me ne vado.” Detto questo, scappò fuori dalla mensa il più velocemente possibile.
“Lui non sembra stare poi tanto meglio.” Commentò Trent, facendo un cenno col capo verso Sebastian, che aveva completamente cambiato espressione appena Jeff gli aveva girato le spalle.
“Proverò a capirci di più, tu tieni d’occhio Jeff.” Disse Thad a Nick, che annuì. “Che situazione di merda.”
 
Jeff si sedette al pianoforte senza neanche aver bisogno di uno spartito, chiudendo gli occhi e lasciando che tutte quelle emozioni furono incanalate nella sua voce. Era sempre stato quello il suo punto debole, secondo il consiglio. Cantava sempre stupide canzoni d’amore senza essersi mai innamorato, non riusciva mai a interpretare a fondo nessuna canzone, ed era onestamente la cosa più frustante dell’universo.
 
I text a postcard, sent to you
Did it go through?
Sending all my love to you
You are the moonlight of my life every night
Giving all my love to you
 
My beating heart belongs to you
I walked for miles til I found you
I'm here to honor you
If I lose everything in the fire
I'm sending all my love to you
 
Ed eccolo qui, innamorato. Innamorato e stupido, pensando che sarebbe stata la volta buona. Eccolo qui, a cantare ogni singola nota con tutta la voce che aveva e con tutto l’amore del mondo, amore che forse non era neanche proprio amore, ma solo qualcosa del genere.
 
With every breath that I am worth
Here on Earth
I'm sending all my love to you
So if you dare to second guess
You can rest assured
That all my love's for you
 
My beating heart belongs to you
I walked for miles til I found you
I'm here to honor you
If I lose everything in the fire
I'm sending all my love to you
 
Era sempre dappertutto: nei libri, nelle canzoni, nei film, in qualsiasi storia. Amore, amore, amore. Forse tutta quelle parole erano inutili, forse tutte quelle sensazioni positive che sentiva anche solo quando pensava a Sebastian erano facilmente eclissate dal dolore, quell’altra sensazione che Jeff non faceva che provare, ripensando a come Sebastian aveva avuto fretta di liberarsi di lui.
 
My beating heart belongs to you
I walked for miles til I found you
I'm here to honor you
If I lose everything in the fire
Did I ever make it through?
 
Quella sarebbe stata la canzone della sua vita, la sua migliore esibizione da quando mise piede in quell’aula quattro anni prima, standosene semplicemente in disparte. La canzone più bella che avesse mai cantato, se solo qualcuno l’avesse ascoltata.
 
 
Note.
Mi odiate, lo so. Almeno vi avevo avvertiti, no? No no, sì. Ok, smettiamola. Scuusate per il ritardo, ma ho un giornale e una campagna elettorale da mandare avanti, oltre alla mia ancora inesistente media scolastica (aiuto). Un mega grazie alla mia Charlie, alla Lucions e a LellinaGLEEK per aver recensito, erano solo in tre l’ultima volta *lacrimuccia*.
Per chi se lo stesse chiedendo, la canzone che canta Jeff è “Last Night On Earth” dei Green Day (amate questa canzone). Bene, è tutto direi. Vi acuerdo che se volete spoilers o altro potete chiedermi di tutto (tranne roba di matematica e/o scienze e/o chimica) su Twitter: @xbelieveinpeace o usate l’hashtag #letitoutFF (che non lo usa neanche un pinguino) \o/
BYE FUCKERS!
 
xbelieveinpeace
   
 
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