Sebbene avessero lasciato nottetempo la città di Magnolia, la strada che portava ad Iromiman, la città famosa per il commercio di informazioni, sembrava essere ancora lontana. Mentre i due salivano su di un sentiero di montagna solitario, nascosto alla civiltà e nel bel mezzo della natura, Yamamoto osservava il paesaggio circostante con un sorriso malinconico dipinto sul volto: quel posto in cui era capitato aveva un qualcosa di straordinario, la magia rappresentava davvero una pratica eccezionale ma comprendeva perfettamente di trovarsi in un posto che non gli apparteneva.

Lui doveva stare a Namimori, assieme ai suoi amici, con la Decima Generazione dei Vongola al gran completo. Non poteva dimenticare gli avvenimenti antecedenti al suo coinvolgimento in tutta questa storia e il solo presentimento di non essere in grado di rimettere tutto a posto si stava lentamente trasformando in un'ossessione.

Fu proprio Juvia, che accortasi di quali terribili pensieri la sua mente gli stesse provocando, cercò di distrarlo in qualche modo.

Juvia: “Takeshi-sama, Takeshi-sama, sta bene?”

Yamamoto: “Sì....Sì....Juvia....non ti preoccupare....e solo che.....”

Juvia: “Stai pensando ai tuoi amici, vero?”

Yamamoto: “Già”- confermò lui sorridendo debolmente

Juvia: “Juvia farà tutto ciò che può per aiutare Takeshi-sama, si fidi di me!”

Yamamoto: “Dai, non chiamarmi “Takeshi-sama”, non ce ne bisogno!”

La giovane maga della Pioggia non prestò molta attenzione alle ultime parole dello spadaccino, aveva improvvisamente accelerato il passo ma si fermò quasi immediatamente in prossimità di una grande valle circondata dalle montagne. Tale valle era molto vasta e verdeggiante e, all'apparenza, completamente vuota.

Juvia: “Ok, il posto è questo! Siamo arrivati!”

Yamamoto: “Sicura? Io non vedo nulla, nessuna città”

Juvia: “Juvia si è dimenticata che Takeshi-sama non è del luogo” -disse la ragazza girandosi verso di lui - “ci troviamo di fronte ad Iromiman, tuttavia la sua presenza viene celata alle persone, perché come può capire, il commercio di informazioni è altamente pericoloso”

Yamamoto: “Sul serio?”

Juvia: “Si. La varietà e la tipologia delle informazioni si vendono a chiunque e, a discrezione del compratore, vengono usate a fin di bene oppure a servizio del male”

Yamamoto: “Ma come faremo ad entrare?”

Juvia: “La città è protetta da una barriera magica, una volta aperto un varco saremo in grado di entrare, però mi occorre un po' di tempo per...”

Yamamoto: “Forse abbiamo una possibilità di aggirare velocemente questo ostacolo”- la interruppe lui.

Il Guardiano della Pioggia ebbe un'idea che avrebbe potuto funzionare: utilizzare Kojiro per aprire una breccia in quella magia. In fondo il suo alter-ego nel Futuro usò il suo box heiki per far apparire una delle vie d'accesso al quartier generale dei Vongola. Tenendo conto del fatto che, esattamente come la barriera che circondava Iromiman, anche quella porta era invisibile ai più, il ragionamento del ragazzo pareva possedere una sua logica.

Yamamoto si portò in prossimità della valle, infiammò il proprio Vongola Ring ed utilizzò le fiamme azzurre da esso scaturito per aprire il box heiki di Kojiro, la Rondine della Pioggia. Una volta libero, Kojiro iniziò a svolazzare sulle teste della maga e dello spadaccino, attendendo un qualsiasi orine da parte di quest'ultimo. Bastò solo un cenno di Yamamoto e qualche istante dopo la rondine volò sulla valle, creando così la pioggia le cui gocce, man mano che si posavano sui contorni invisibili della città, resero visibile Iromiman ai loro occhi.

Juvia: “Juvia è davvero impressionata, questa Famiglia Vongola ha delle potenzialità davvero interessanti”- commentò lei

Yamamoto non disse nulla e mentre i due si apprestavano ad entrare in quella fantomatica città, Kojiro si appollaiò dolcemente sulla spalla della maga, facendola arrossire vistosamente.

In quel luogo il mercato era pressoché perenne, le bancarelle si estendevano ordinatamente per tutta la via principale e su di esse, esposti in bella mostra, enormi e pesanti libri contenenti le più varie informazioni dei più svariati argomenti. Tuttavia, il concetto di “convenienza” non esisteva in quel luogo: una qualsiasi informazione aveva dei prezzi esorbitanti, alle volte quasi improponibili.

Ma la situazione per i nostri eroi andava anche peggio, poiché scoprire qualunque cosa riguardante Gerard e i loschi piani che lo vedevano protagonista risultava praticamente impossibile. La risposta che ogni singolo rivenditore rifilava loro recitava: “Ciò che state cercando è top-secret, andate al mercato nero e non createci problemi!”

Non essendo la prima volta che Juvia si recava lì, la ragazza avrebbe dovuto sapere fin dall'inizio quale fosse l'unico modo per reperire simili notizie, ciononostante sperava ancora di evitare di ricorrere proprio a quel mezzo per arrivare al mago dai cappelli blu.

Il servizio e la disponibilità di merce che il mercato nero offriva erano di una qualità ottimale, ma tutto ciò implicava delle estenuanti trattative con una vecchia conoscenza della maga della Pioggia, un individuo che Juvia non poteva in alcun modo sopportare e che sapeva perfettamente come mandarla su tutte le furie. Sospirò sconsolata: non esistevano altre alternative, per proseguire nella loro ricerca i due avrebbero dovuto scendere a patti con la malavita locale, detentrice del fiorente mercato nero di Iromiman. Juvia non ebbe nessuna difficoltà a recarsi presso la sede dove venivano gestiti tutti i traffici di contrabbando della città poiché, quando lavorava per “Phantom Lord”, il Master José le affidava molte commissioni nel suddetto luogo, facendola diventare quasi una cliente abituale del mercato nero.

La sede dalla quale la malavita organizzata si occupava di qualsiasi illecito possibile ed inimmaginabile si trovava in un edificio di pietra di piccole dimensioni affacciato su una piccola via angusta non molto distante dal centro del paese, nascosta da innumerevoli grattacieli. La sola vista di quella costruzione irritò visibilmente la maga, risvegliando in lei i suoi istinti più violenti. Juvia spalancò la porta principale dell'edificio con forza, entrò con passo deciso trascinandosi dietro un Yamamoto palesemente perplesso. Salì le scale centrali velocemente, constatando come l'interno della struttura fosse insolitamente silenzioso. Una volta saliti al piano superiore, si diressero verso la stanza sul fondo del corridoio. La porta non accennava ad aprirsi, così la maga pensò bene di sfondarla con un calcio.

“Juvia, ogni volta che ho a che fare con te, ci rimetto sempre la porta del mio ufficio”- disse una figura dietro ad una scrivania, volgendo la schiena ai due nuovi venuti ed osservando il panorama cittadino dalla finestra lì accanto.

Juvia: “Se potesse farne a meno Juvia eviterebbe di scendere a patti con un mago del vento di seconda categoria come te, Kyo”

“Questa è una cosa scortese da dire ”- disse lui scatenando verso i presenti una volata di vento di una potenza devastante, senza abbandonare la sua posa e sparpagliando diversi fogli di carta per l'intera stanza.

Juvia: “Vedi di collaborare, esibizionista che non sei altro”

Kyo: “Mio dio, come siamo acidi stamattina...allora, dimmi, cosa ti serve?”

Juvia: “Informazioni su Gerard”- rispose seria lei

Al solo sentire quel nome, la persona dietro la scrivania si girò di scatto mostrando il proprio volto. Juvia lo fissò con rabbia: solamente guardarlo la faceva innervosire. Yamamoto, quando vide chiaramente chi aveva di fronte, pensò che le coincidenze non potessero arrivare fino a quel punto.

Quello strano mondo era riuscito a sorprenderlo ancora una volta.