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Autore: bethewildyouth    16/10/2012    1 recensioni
Vorrei sentirti parlare di noi, per ore ed ore.
Vorrei stare sul tuo divano, con una tua camicia larga indosso, del cibo cinese fra le mani e sentirti parlare.
Vederti gesticolare, arrossire e poi dirti che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. 
..quelle due parole, con te, non bastano.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Take her out today 


Slowly out of line 
And drifting closer in your sights
So play it out I'm wide awake
It's a scene about me
There's something in your way
And now someone is gonna pay
And if you can't get what you want
Well it's all because of me
 
Se mi dicono di pensare ad un sogno, ad un momento felice o come vorrei che fosse il mio futuro tu ci sei sempre dentro. Associo la felicità e l’idillio alla tua presenza.
La vita reale, quella che ti tiene ancorato con i piedi a terra, è tutt’altro che idillica, fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote, per farti stare oltre che con i piedi con tutto il corpo per terra.

Mi sveglio in mattinata inoltrata. Il tuo corpo attaccato al mio. I respiri che si muovono quasi in sincrono, e un letto troppo piccolo per contenere due persone. Vorrei potermi muovere, camminare un po’ ma sono legata da mille tubi, e dal tuo abbraccio imponente.
Giro la testa in ogni angolo della stanza alla ricerca di un orologio. 11:17.

Torno a te, ti fisso intensamente. Ogni notte passata assieme in tutti questi anni l’ho passata a fissarti. Io ti guardavo e tu girato di schiena dormivi beato. Quei momenti sembrano così lontani da noi, lontani anni luce da questo momento perfetto. Inconsciamente inizio a sorridere tra me e me. Non posso far altro che riempire la mia testa di pensieri pieni di te.
11.47
 <<La smetti di fissarmi, è da più di mezz’ora che lo fai.>>
Scoppio in una risata sonora e mi mordo il bordo sinistro del labbro inferiore. Non distolgo lo sguardo e aspetto che le tue palpebre si schiudano.
<<Allora la smetti o no? Mi metti in imbarazzo.>>
<<Si lo vedo stai diventando tutto rosso. Piccolino lui…>>
<<Piccolino a me?! Ma come ti permetti, mi costringi ad andare all’attacco.>>
Ti alzi e ti sdrai praticamente sopra di me, iniziando a fare la lotta tra risate e schiamazzi.
Mi stringi leggermente i polsi, mi arruffi i capelli, io lancio urletti da ochetta.
Dalla lotta ai baci il passo è breve, parti dal collo, sali, mascella, sali, mento, sali, bocca. Infinito. Le mani passano dal tenere i polsi al seno, poi tocca ai fianchi, cosce…e poi un po’ più su.

Forse se non avessi fatto tutto quel baccano avremmo sentito i passi. Forse sì, anzi sicuramente sì ma anche in quella circostanza come la situazione avrebbe mai potuto essere migliore? Tu sei qui, e solo questo firma la nostra condanna.
La porta si apre quasi di scatto e i passi felpati di Max e Tom si interrompono quasi di scatto.
Panico. Palpitazioni. Paura.

La storia si ripete. Quattordici mesi fa. Stessa scena. Il vaso di Pandora si ruppe, i segreti vennero tutti a galla. Il colpevole venne ferito e la fanciulla salvata. Quello che si atteggia da mio salvatore non riesce a capire che allontanandomi da questa storia non mi migliora la vita, ma mi fa perdere. Mi fa perdere come Dante, in una selva. E io vago, vago alla ricerca di quella luce, anche se flebile, che solo questo colpevole emette.
Ho dovuto aspettare più di un anno per riprendermi un po’ di felicità fratellino, non mollerò l’osso tanto facilmente questa seconda volta.
Max dopo essere rimasto per un paio di secondi pietrificato, prende quasi la rincorsa verso il letto volendo afferrare Nathan. Tom lo afferra possentemente per gli avambracci , e cerca di allontanarlo da noi. Urla, urla, urla.
<<SEI UN FIGLIO DI PUTTANA. BASTARDO. IO TI AMMAZZO. LASCIAMO STARE TOM, LASCIAAAMI>>
Nathan scende dal letto e cerca di allontanarsi da me, io quasi con la stessa intensità usata da Tom lo blocco, tengo stretta la sua mano con tutta la forza che ho in corpo.
Mio fratello continua dimenarsi, a dare calci ad ogni oggetto che gli capita a tiro, urla tanto da richiamare l’attenzione dei medici e degli infermieri fuori dalla porta.
Un dottore sulla quarantina è il primo ad entrare in stanza. Guarda la scena sbigottito e assieme agli infermieri arrivati pochi momenti dopo lui, cercano di calmare mio fratello.
<<Che cosa le prende, stia calmo. Si calmi signore o saremmo costretti a sbatterla fuori con la forza e a denunciarla per violenza psicologica e danneggiamento di attrezzature mediche. Si calmi, si calmi…>>
Al sentire la parola denuncia Max si riprende leggermente, ma tentare di placare la sua ira è come chiedere ad un leone risparmiare la vita ad una sua preda: inutile.
<<Ecco così. Qualcuno dei presenti avrebbe la cortezza di spiegarci cosa sta succedendo qua dentro?>>
<<E’ TUTTA COLPA DI QUEL BASTARDO. NON SI DEVE TROVARE IN QUESTA CAZZO DI STANZA. BASARDO TRADITORE, TI AMMAZZO>>
Secondo tentativo da parte di Max di buttarsi su Nathan, ma anche questo sviato grazie a tutte le persone presenti.
<<Stia zitto, la prego e non ci costringa  a chiamare immediatamente la polizia. Lei, si lei che tratteneva il ragazzo qui, mi spieghi velocemente la situazione su>>
Il dottore sui quaranta si rivolge a Tom. E Tom un po’ titubante inizia il racconto.
<<Ehm…lei è Zoe la sorella di Max, il ragazzo che urla, e l’altro  è Nathan, una volta un nostro grande amico, che in realtà se la faceva di nascosto con lei, per anni. Poi un annetto circa fa, Max li soprese insieme mentre, mentre, come dire, sì mentre…>>
Guarda per un paio di secondi il dottore e continua.
<<Sì insomma, lo capisce da lei a far cosa. Così da quel momento noi, cioè io, Max e gli altri nostri amici abbiamo allontanato dal gruppo Nathan e da quel momento Zoe è andata via da casa dei suoi andando a vivere da una sua amica, Caroline.
Bho in pratica Max era un anno che non vedeva sua sorella fino a l’altro ieri quando grazie all’aiuto di Caroline è riuscito a incontrarla. Però lei ha avuto un esaurimento nervoso dovuto al mix di droga ed alcool. Ed eccoci qui, loro due ribeccati nella stessa posiz…voglio dire situazione.>>
Il dottore sui quaranta non ha smesso di fissarci per tutto il racconto di Tom. Al termine fa un leggero ghigno e si gira verso gli infermieri.
<<Potete tranquillamente tornare alle vostre mansioni, qui ci penso io. Grazie a tutti signori.>>
Una volta sgomberata la stanza, torna a parlare.
<<Questa storia è assurda. Sono senza parole. Eppure l’amore dovrebbe essere la cosa più semplice e pulita del mondo. Gli uomini continuano a vedere il marco in ogni cosa, non mi dovrei stupire più di nulla.>>
Si avvicina al mio letto e prende la cartella clinica di fronte al letto, ci da una veloce letta, e posa lo sguardo prima sulla mia mano ancora tesa per la forza che cerco di mettere nel tenermi avvinghiato il mio osso e poi sul mio viso, facendomi un leggero sorriso di compatimento.
<<Signorina Zoe George.  Oggi verrà dimessa, la tra due settimane si deve presentare puntuale per un controllo più accurato al sistema nervoso simpatico. Va bene?>>
Faccio piccoli cenni con la testa annuendo e tenendo lo sguardo basso.
<<E per quanto riguarda a lei signor George, per questa volta lascio correre, non la denuncio, ma cerchi di stare attento con il suo carattere così irruento rischia la gabbia. >>
Appoggia la cartella e si dirige verso la porta, ma prima di uscire si rivolge ancora a Max.
<<E si ricordi che il cuore è un muscolo involontario, non è il nostro cervello che comanda i battiti, fa tutto da sé, e se per qualcuno aumenta il ritmo, non possiamo in alcun modo controllarlo con la nostra volontà.>>

Chiusa la porta, la tensione cresce secondo dopo secondo, sguardi imbarazzati, e di fuoco.
L’arrivo di Caroline riduce la tensione e l’imbarazzo. Entra spavaldo, il primo che nota è Nathan, poi le mani intrecciate ed infine la faccia gonfia di mio fratello.
Mi guarda sorridendomi ed alzando contemporaneamente le sopracciglia.
L’unica vera salvatrice, grazie Caro.
<<Ciao a tutti. Che bella atmosfera qui, pesantezza unica.
Ciao piccola, come stai? L’infermiera mi ha detto che oggi ti dimettono. Menomale, la casa senza te è vuota.>>
La faccia di Max si gonfia ancora più dalla rabbia a sentire queste parole.
<<Come hai detto scusa? Lei viene a casa con me, nella sua vera casa. Ha bisogno di cure che tu non le puoi dare.>>
Ci mancava solo questa, piuttosto che tornare in quella casa mi do fuoco.
<<Non ci ritorni in quella casa, non è casa mia.>>
Caroline guarda prima Max poi si volge verso me.
<<Amore, mi dispiace essere stata un po’ irruenta nel parlare e dirti di tornare a casa con me, ma forse Max questa volta ha ragione. Lo sai io non sono quasi mai in casa durante tutto il giorno. Hai bisogno di una persona che si prenda di cura di te, per almeno queste prime settimane.>>
<<Ti prego non mi abbandonare adesso, non ci posso tornare in quella casa. Ti prego, Caro.>>
Ormai le lacrime sono spuntate, e io non riesco a trattenerle. Lei si avvicina a me e mi bacia la fronte, sussurrandomi piano.
<<E’ solo una sistemazione temporanea, solo finché non fai la prossima visita, poi potrai tornare a casa, te lo prometto.>>
No, no, è una soluzione che non posso accettare.
Mi giro verso Nathan, lo imploro con lo sguardo.
Ti prego, ti prego, portami con te…
Lui abbassa la testa, scuote la testa.
<<Non ho una casa stabile amore, mi dispiace, mi dispiace. Anche se avessi una sistemazione non potrei occuparmi di te, sono in prova al lavoro. Mi dispiace amore.>>
Si avvicina anche lui al mio viso e mi accarezza i capelli. Dal fondo della stanza sento Max ringhiare e dire “ma come si permette di chiamarla amore davanti a me, io lo ammazzo, lo ammazzo”.
Tom che fino a quel momento aveva assistito alla scena, continua a girare la testa da una persona all’altra.
<<La situazione mi sembra piuttosto chiara. Zoe vestiti, muoviamoci a tornare a casa che io ho una ragazza che mi aspetta con addosso solo la mia camicia. Quindi veloci su su.>>
Mi scappa un sorriso.Il solito Tom.
Max mi guarda e digrignando dice.
<<LUI. NON. ENTRERA’. MAI. A. CASA. MIA. MAAI. ZOE. MAI. Ci siamo capiti?>>
Sposto lo sguardo da mio fratello a Nathan. Lo guardo impaurita. Non voglio perdere di nuovo tutto. Lui mi accarezza di nuovo i capelli, capisce.
<<Non ti preoccupare, non sparisco. Non sparisco ok?>>

With a thousand lies
And a good disguise
Hit 'em right between the eyes
Hit 'em right between the eyes
When you walk away
Nothing more to say
See the lightning in your eyes
See 'em running for their lives



Spazio "autrice":
Hola :) Eccoci con il capitolo scoppiettanante.
E' un po' lungo, ma ho spiegato bene la situazione per chi fino a questo punto non l'avesse capita.
Grazie mille a chi l'ha letta, e chi la ha messa tra i preferiti.
Receensiite, fatemi sapere il vostro parere.
ps: particolare ringraziamento alla ma salvatrice, ti voglio bene.
Sara
xxx

  
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