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Autore: Raven Callen    17/10/2012    2 recensioni
Quella maledetta guerra non faceva che seminare morte e distruzione.
Dawn era li, schierata insieme agli altri, piccola Corvonero che attendeva come tutti.
Internamente pregava che quella logorante attesa non finisse mai, che si dilatasse all’infinito, e al tempo stesso che cessasse.
Sentiva ogni secondo bruciato arderle sulla pelle come fosse cenere che andava man mano a ricoprirla, che la avvicinava a quella che, forse, sarebbe stata la sua ultima ora di vita.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dawn
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La battaglia era cominciata.
 
Nell’aria come nelle menti di tutti sembravano aleggiare queste parole.
 
La battaglia era cominciata…

Dawn non aveva focalizzato bene il momento esatto, ne come fosse iniziata.
Sapeva solo che, in un istante, tutti avevano levato alte le bacchette e poi erano volati lampi di tutti i colori.
Verdi, rossi, argentei, dorati.
Erano colori così forti da fare male agli occhi
Lei si era ritrovata a indietreggiare verso l’interno del castello, a parare e schivare come meglio poteva.
Se ne stava li, in piedi, con l’aria di chi si era appena svegliato da un sogno orrendo per trovarsi in una realtà peggiore.
Non sapeva bene cosa fare.
Non voleva morire.
Attorno a lei il combattimento si faceva feroce:
 
Muri che esplodevano.
Pareti che crollavano.
Magie che volavano.
 
Compagni che cadevano a terra. Che cadevano per non rialzarsi più…
 
E Dawn urlò, urlò forte, quando una fattura nemica esplose a poca distanza da lei.
Non sapeva che fare, non riusciva a reagire.
Dalle sue labbra sgorgavano, come un fiotto d’acqua, solo incantesimi di difesa.
Non erano sufficienti per spegnere l’incendio che le divampava attorno.
 
Non aveva mai avuto tanta paura come in quel momento.
Se lo sarebbe ricordata per sempre.
 
Un Mangiamorte si piazzò proprio davanti a lei.
Era alto, spaventosamente alto.

E lei così piccina.

Il volto deformato dalla brama di uccidere.

Il suo viso era corroso dal terrore.

 
Raggio di Luna vorrebbe urlare di nuovo, ma non aveva fiato da sprecare.
Non poteva permetterselo.
 
- Avada Kedabra!-
- Protego!-
 
L’incantesimo di scudo non avrebbe retto, lei se ne rendeva conto.
Infatti corse via.
La maledizione si abbatté nel punto in cui, pochi secondi prima, si trovava lei.
Era illesa, ma non abbastanza lontana.
L’impatto la scagliò via, insieme a schegge di pietra staccatesi dal pavimento, e la fece schiantare contro un muro mezzo distrutto.
 
Dawn sentì la schiena cozzare contro la parete gelida, ma che il dolore rese incandescente, e irregolare...
La testa pulsare per la botta ricevuta..
I detriti che le piovevano addosso, graffiandola..
Il tonfo sordo del suo corpo che si accasciava al suolo.
 
 
 
 
Tutto il mondo intorno a lei si fece confuso.
La vista era annebbiata da un velo spesso, le figure le apparivano sgranate e tremolanti.
I suoni erano ovattati, diluiti, quasi inesistenti, le sue piccole orecchie sembravano non funzionare più a dovere.
Dawn pensò che forse sarebbe morte.
Sarebbe morta per un trauma cranico.
O per la troppa paura.
 

Adesso tutto era calmo, tranquillo.
Sentiva solo un brusio intorno a lei, un brusio e qualcosa di denso e vischioso che si faceva strada tra i suoi capelli:
I suoi capelli chiari, di un biondo così delicato e puro, si macchiarono di rosso.
Rosso che scivolava sul viso, che le colava sul naso e sugli occhi..
L’odore ferroso le pizzicava le narici.
Sangue.
 
Si, quella era la sua fine.
Caduta per i compagni, per la scuola.
Caduta facendo ciò che era giusto.
Così doveva essere.
L’unico suo rimpianto era di non aver salutato un certo ragazzo irriverente dai capelli rossi..
 
Stava affondando.
Sempre più giù, nel niente.
Giù.
Sempre più giù…
 
 
 
 
 
 






Si sentì afferrare sull’orlo del baratro in cui si trovava da due mani sconosciute e poi sbattuta contro il muro.
Non riusciva a sentire niente che non fosse un rinnovato dolore alla testa, era tutto confuso.
Quello stesso qualcuno che l’aveva sollevata di peso la sbatté contro la parete una seconda volta.
E poi una terza.
Chiunque fosse la stava scrollando, e scrollare non era il termine adatto, senza un minimo di riguardo.
Dawn sentì che stava per riemergere da quella sensazione di torpore e pace.
Gli scossoni si fecero via via più forte e insistenti finché, con quello che a lei parve uno schiocco sonoro seguito da un risucchio d'aria, riacquistò tutta la sensibilità in una volta sola.
Spalancò gli occhi e la bocca in una O perfetta.
Era come riemergere da una lunga apnea.
Fastidioso.
Doloroso, senza dubbio.
- Allora, piccola stupida, ti sei decisa a svegliarti.-
Finalmente Raggio di Luna riuscì a scorgere chi aveva parlato.
Era lo stesso uomo che le aveva lanciato la maledizione poco prima.
Erano passati davvero solamente pochi secondi?
 
- Cosa vuoi da me…Mordecai..-
Mordecai. Era il nome di quel giovane uomo dai capelli rosso fuoco che la teneva sospesa in aria.
Dawn poteva leggerlo dalla sua aura, così scura da farle paura.
- Quindi sei tu la piccola sensitiva. Ho sentito parlare di te. -
- Cosa...?! - squittì, con il poco fiato che le rimaneva.
Come faceva quel tipo a conoscerla?
- Sei veramente graziosa, con quel sangue tra i capelli. È un vero peccato che debba ucciderti.-
 
Raggio di Luna chiuse gli occhi, attendendo la fine.
Non aveva più forze e stava perdendo troppo sangue, che continuava a fluire.
E poi aveva dolori in tutto il corpo.
Tremiti violenti la percorrevano.
Voleva che cessasse, tutto quel dolore.
 
I secondi passarono.
Ma quanto la stavano facendo aspettare? Quanto ci mettevano ad ucciderla?
 
Riaprì gli occhi nel momento in cui il Mangiamorte mollò la presa, facendola cadere al suolo.
Fece in tempo a vedere qualcuno stendere il suo aggressore con un violento pugno.
Poi scivolò bruscamente nell’incoscienza..







Angolo del Corvo:


Salve a tutti, scusate se ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo.
Sapete, la scuola, lo studio, l'ispirazione che si era presa una vacanza.
Chiedo scusa di nuovo a chi mi segue.
Allora, che ne dite?
Capitolo nato durante i venti minuti di tram che devo fare per arrivare a scuola e messo su carta durante l'interrogazione di psicologia.
Che dire, lo scampato pericolo ha messo le ali all'immaginazione.
C'è anche qualche mistero qui:
Chi è questo Mordecai? (non vedevo l'ora di usare quel nome, lo adoro ^^)
Vediamo che ipotesi tirate fuori.
Ripeto: nei prossimo capitoli metterò la descrizione di alcuni caduti di guerra.
Se c'è qualche personaggio che volete assolutamente "salvare" o che invece volete fuori dai piedi, fatemelo sapere.
Terrò in considerazione il vostro consiglio.
Arrivederci. 
*scompare*
  
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