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Autore: valentinamiky    30/04/2007    3 recensioni
Le aveva mostrato il volto. Era l'unica persona ad aver ottenuto questo privilegio, perché era stata l'unica ad aver dissipato le tenebre del suo cuore. L'aveva amata. L'amava ancora. L'avrebbe amata per sempre. - Se solo fossi qui…sarei più forte…perché con te al mio fianco io sono vivo…- Perdonatemi, ho modificato gli avvertimenti perchè ho deciso che ci sarà la Yaoi! è__é e così sarà!!! invece non ho ancora stabilito quale sarà il dstino di Kakashi...
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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Yuugao correva come una scheggia in direzione del palazzo dell'Hokage, sicura di trovare Sarutobi intento ad osservare la montagna con i volti di pietra dei suoi predecessori

Avviso importante: Kisame è morto. L'ho mangiato a pranzo. Gaara prega per lui (O__O?!), mentre Kiba e Akamaru si contendono le ossa. Itachi è disperato… (spoiler: Suigetsu gli ha rubato la spada)

Scherzi a parte…questo cap non mi entusiasma più di tanto, ma non saprei dire perché…non so, forse l'ho sviluppato troppo in fretta, senza approfondire la situazione, ma è il massimo che sono riuscita a fare…quando manca l'ispirazione! Ah! Forse e sottolineo forse, farò il continuo( NC-17) della SaiNaru OçO…diciamo che dipende dai vostri pareri…

TUFFO NEL PASSATO - Seconda parte

Yuugao era in piedi di fronte a Sandaime: aveva spifferato tutto ciò che aveva appena visto al terzo Hokage (farcendo la sua versione con particolari puramente inventati, per aggravare la posizione del jounin dai capelli argentati), che ora era costretto a prendere una difficile decisione. Sarutobi alzò lo sguardo verso la ragazza, dicendole di convocare con urgenza Kakashi e Nami nel suo ufficio. Una volta uscita dal palazzo dell'Hokage, la Uzuki si lasciò sfuggire un sorriso trionfante: Kakashi era nei guai fino al collo…Sandaime si avvicinò lentamente alla sua sfera di cristallo, immettendo al suo interno il chakra sufficiente per azionarla e per controllare che ciò che gli era stato riferito da Yuugao corrispondesse alla verità. Come aveva immaginato, la ragazza aveva esagerato; tuttavia, il terzo Hokage non poteva negare l'evidenza: tra quei due ragazzi c'era sicuramente un sentimento che andava ben oltre il rispetto di un'allieva per il suo maestro. La complicità che si era instaurata tra i due era molto evidente. Per non parlare di ciò che si leggeva nei loro occhi: amore allo stato puro. Il suo, era un compito ingrato, poiché i due ragazzi stavano vivendo un sentimento sincero, ma doveva prendere dei provvedimenti. Era costretto a farlo. Sandaime ripose con cautela la sfera e prese posto sulla sedia dietro alla scrivania, aspettando che arrivassero i ragazzi …

Kakashi e Nami erano appena arrivati al campo dove si sarebbe tenuto l'allenamento con Go e Kaito: i due ragazzi erano già intenti ad esercitarsi e quando videro la compagna ed il maestro insieme, si scambiarono un'occhiata maliziosa ed iniziarono a ridacchiare. Nami lanciò loro uno sguardo carico d'intenzioni omicide, mentre il maestro fingeva di non capire il motivo di tanta agitazione.

- Forza, ragazzi. Siamo già in ritardo con il programma di oggi- disse con calma il jounin. A quell'affermazione, la ragazza si voltò di scatto: aveva un'espressione talmente minacciosa dipinta in volto, che avrebbe potuto tranquillamente incenerire un mammut imbizzarrito…

- Certo che siamo in ritardo! Siamo sempre in ritardo! E lo sai di chi è la colpa?!-

- Ma Nami, ultimamente anche tu sei sempre in ritardo- le fece timidamente osservare Go. La ragazza passò da un colore all'altro dell'arcobaleno per l'imbarazzo.

- Avvisatemi quando finite di chiacchierare- si lamentò Kaito, sedendosi per terra con un lungo broncio. Lui si era svegliato prima di tutti loro messi insieme, per allenarsi!

Proprio quando l'allenamento stava per iniziare, una ninja dai capelli neri si materializzò nel campo. Kakashi non credeva ai propri occhi: che diamine voleva adesso, Yuugao? Il jounin aveva un pessimo presentimento: era risaputo che quella ragazza lo odiava, per ciò che aveva fatto in passato. Nami, che ormai conosceva alla perfezione tutte le "espressioni" del maestro, poteva dire con assoluta certezza che la presenza di quella ragazza non gli era gradita.

- Buongiorno, sempai. Il terzo Hokage vuole parlarti. E mi ha detto di convocare anche Nami Uzutaki. Sbrigatevi!- dopo aver recapitato il messaggio, la giovane sparì nel nulla, lasciando tutti semplicemente basiti.

- CHE COSA?! QUINDI NIENTE ALLENAMENTO?!- sbottò Kaito

Nami guardò il sensei terrorizzata: forse qualcuno li aveva visti insieme e ne aveva parlato con il Sandaime? In fondo, era l'unica spiegazione plausibile: solo in questo modo si giustificava la sua convocazione…Kakashi le rispose con un piccolo sorriso, per calmarla. Ma alla ragazza non sfuggì l'ombra di preoccupazione che il maestro aveva stampato sul lato visibile del suo volto. Erano in guai seri…

- Coraggio, dobbiamo sbrigarci, credo che si tratti di una cosa importante - disse il jounin con un tono di voce che doveva sembrare spensierato. Questa volta, però, anche Go e Kaito capirono che c'era qualcosa che preoccupava il loro insegnante. I due ragazzini avevano già intuito tutto da parecchio tempo: certo, Nami e Kakashi nascondevano bene la loro relazione, ma essendo sempre in compagnia dei due innamorati, non avevano potuto fare a meno di notare un'infinità di piccoli gesti da cui trapelavano i loro sentimenti…Kaito, inizialmente l'aveva presa molto male, essendo segretamente innamorato di Nami; col tempo, però, aveva accettato la loro relazione, riconoscendo che la cosa che più contava era la felicità della ragazza. Ora che Kakashi e Nami erano nei guai, il ragazzo si sentiva in parte responsabile dell'accaduto: si era promesso mille volte di aiutarli a nascondere la verità, ma era stato tutto inutile. Avrebbe tanto desiderato fare qualcosa per loro, ma non sapeva proprio cosa…li seguì con lo sguardo mentre correvano in direzione del palazzo di Sandaime.

Kakashi bussò alla porta, rivolgendo uno sguardo fugace alla ragazza che lo accompagnava; la voce calma del terzo Hokage raggiunse le loro orecchie come un tuono in piena notte. I due ragazzi sospirarono all'unisono ed entrarono nell'ufficio di Sarutobi.

- Buongiorno signor Hokage. Ci ha fatti chiamare?- il maestro sembrava tranquillo, ma il suo stato d'animo era davvero pietoso: era molto inquieto, teso come una corda, pronto a scattare. Nami aveva cercato di nascondere il proprio pallore correndo in bagno per darsi dei sonori schiaffi sulle gote, ora tornate al loro colore roseo. Inutile dire che era terrorizzata…

Sarutobi era in piedi di fronte alla finestra e dava loro le spalle, ma quando i due ragazzi entrarono nell'ufficio, si voltò a guardarli con un velo di tristezza dipinto negli occhi.

- ragazzi…mi dispiace, ma sono costretto a fare qualcosa…mi è stato riferito del vostro rapporto e avendo già appurato i fatti, è mio compito prendere dei provvedimenti immediati, prima che questa storia sia sulle bocche di tutto il villaggio.-

- Ma, signor Hokage…io veramente…- Nami tentò inutilmente di dire qualcosa che potesse scagionare lei ed il compagno dall'accusa, ma venne bloccata da un gesto di Sandaime.

- Nami, ci sono dei testimoni. Se non faccio immediatamente qualcosa, la situazione potrebbe peggiorare e, in quel caso, Kakashi non potrebbe più insegnare…sarebbe più corretto dire che non potrà comunque farlo finchè non si saranno calmate le acque…-

La ragazza sbiancò nuovamente: non erano stati abbastanza prudenti e ora, il suo amato sensei rischiava il posto di insegnante. Non aveva altra scelta: doveva ascoltare la proposta del terzo Hokage e pregare che andasse tutto bene. Seguì con lo sguardo il padre del suo "fratellone", attendendo con impazienza che proferisse parola. Finalmente, dopo qualche minuto di silenzio, l'uomo si decise ad esporre la punizione…

- Ti affiderò una missione-

I due ninja rimasero di sasso a quelle parole: una missione?! Come poteva l'Hokage pensare ad una missione in un momento simile?! O meglio, come poteva una missione costituire una punizione? Sarutobi si affrettò a chiarire prima che i due ragazzi avessero il tempo di porgli tutti i loro dubbi.

- Il capo del villaggio di Taki, mi ha chiesto di inviare al paese della cascata un ninja che protegga il villaggio dai briganti e dai criminali. È una missione di grado B, ma so che tu e Kakashi potete affrontare da soli anche missioni di livello A, quindi credo che sarai all'altezza del compito che ti ho affidato. Dovrai fare un rapporto settimanale della situazione, per questo ti verrà affidato un compagno alato…

- un compagno…alato?- Nami ripeté incredula le parole del terzo, inarcando leggermente le sopracciglia.

- esatto, un falco addestrato esattamente per questo genere di missioni. Ho già scritto il messaggio per il capo villaggio.-

Nami non capiva: possibile che fosse tutto così semplice? Andiamo, doveva sicuramente esserci una fregatura! Il tassello mancante non era però sfuggito al maestro…

- signor Hokage…posso chiederle una cosa?- un cenno del capo da parte del suo interlocutore, spinse il giovane sensei a proseguire - Nami dovrà affrontare questa missione da sola…potrei sapere per quanto tempo sarà costretta a permanere a Taki?-

- Rimarrà nel paese della cascata finchè non avrà compiuto vent'anni-

Nami si svegliò di soprassalto, ritrovandosi con gli occhi umidi: aveva fatto un brutto sogno, ma come spesso le accadeva, non lo ricordava. Portò il braccio destro sul viso, asciugandosi le lacrime e si alzò con passo malfermo dal letto, dirigendosi tentoni verso quello del sensei: voleva vedere ancora una volta il suo volto, per assicurarsi di essere tornata a casa. Prima che potesse raggiungere la sua meta, però, andò a sbattere contro qualcosa (o qualcuno?) non ben identificato…

- Ma che diavolo…? Cos'è?- la ragazza trattenne a stento un'imprecazione

- Scusa, Nami…sei tu, vero?- una voce familiare raggiunse le orecchie della giovane: avevano avuto la stessa idea nello stesso momento, e si erano incrociati a metà strada.

- Ti ho sentita parlare nel sonno e poi mi è sembrato che stessi piangendo…ero…preoccupato- sussurrò dolcemente Kakashi, felice che la luce fosse spenta. In caso contrario, l'amata avrebbe sicuramente notato il colore scarlatto del suo volto. Non sapeva spiegarne il motivo, ma aveva stranamente molto, molto caldo…

- Non volevo svegliarti…ho fatto un brutto sogno, ma non lo ricordo più…Comunque non preoccuparti, sto bene… -

Il sensei le sfiorò il volto, carezzandolo. Nami si rese conto che il jounin non aveva la maschera solo quando avvertì il tocco lieve e caldo delle sue labbra contro la propria guancia; rispose a quel morbido contatto abbracciandolo, e alzandosi in punta di piedi per baciarlo. Certo, ormai era alta quasi come il sensei; ma era una vecchia abitudine, un gesto che era costretta a fare in passato, quando ancora aveva problemi di altezza…il maestro ridacchiò, immaginando lo spostamento compiuto dalla giovane. I due stavano finalmente per unire le loro labbra, dopo sei lunghissimi anni di lontananza. Già assaporavano il tanto sospirato momento…i loro nasi si sfiorarono…piegarono la testa di lato, per unire le loro bocche. La distanza tra i due era quasi inesistente…e, come spesso accade, qualcuno infranse il romanticissimo momento accendendo la luce…

- Kakashi sveglia…ti! Già in piedi?- Il jounin dai capelli argentati aveva velocemente messo la maschera al proprio posto, prima che il suo rivale entrasse in camera.

- Gai…pezzo d'idiota! Lo sai che ho un occhio solo, volevi accecarmi pure quello?- sbraitò l'Hatake, ignorando altamente l'ora, mentre Nami cercava riparo da quella stramaledetta lampada tra le sue braccia.

- Scusami…ma abbiamo un grosso problema e Tsunade-sama mi ha detto di chiamarti. Si…si tratta…di Naruto…-

Gai sembrava molto teso e, questo particolare non sfuggì al jounin: Maito Gai non era il tipo da agitarsi con facilità e, se era in quello stato, c'era veramente da preoccuparsi…

  
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